Rapina pistola in pugno e poi fuga in bicicletta

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Rapina pistola in pugno e poi fuga in bicicletta
Rovereto
28 venerdì 10 aprile 2015
Un bandito a volto scoperto
sui 45 anni si è presentato allo
sportello mostrando un’arma
nascosta in una borsa di nylon
CRIMINALITÀ
l'Adige
La vicedirettrice dell’istituto
di credito Elena Tonetta: «C’erano
cinque clienti in Cassa ma
nessuno si è accorto di nulla»
Rapina pistola in pugno
e poi fuga in bicicletta
Colpo in solitaria alla Rurale di Lizzana
con un bottino di circa 11 mila euro
NICOLA GUARNIERI
Erano anni che qualcuno non
«osava» pronunciare la fatidica frase in una banca della città: «Questa è una rapina!». La
crisi, però, evidentemente ha
fatto tornare gli assalitori solitari dei luoghi «danarosi» per
antonomasia, gli istituti di credito. A farne le spese, ieri a
mezzogiorno, è stata la sede
della Cassa rurale di Lizzana
in piazza Guella. Qualche migliaia di euro il bottino (si parla di 11 mila ma sulla cifra esatta non c’è ancora certezza) ma
il gesto lascia poco tranquilli.
Perché la crisi, appunto, morde e cercare soldi facili, visto
che le casse dei negozi non sono certo gonfie come forzieri,
spinge a presentarsi agli sportelli bancari tentando la sorte. E poco importa se, forse anche questo a causa della contrazione economica, non si
fugga più a bordo di potenti
motociclette o di macchine in
grado di «sfiorare» il muro del
suono ma in bicicletta. Già, il
protagonista della rapina a
mano armata ha proprio scelto un veicolo «storico» per sparire con il bottino. Il bandito,
tra l’altro, ha agito a volto sco-
perto, senza curarsi di portarsi un classico passamontagna
(in fin dei conti è primavera e
avrebbe rischiato di lasciare
tracce di sudore) ma mostrando il suo volto alle telecamere, sia quelle interne che quelle esterne. Per la bancaria che
l’ha affrontato, però, lo spavento è stato forte. Perché mica tutti sono abituati ad una
trasposizione cinematografica di un colpo in banca. «La
collega si è comportata benissimo: - racconta la vicedirettrice della Rurale di Lizzana
Elena Tonetta - ha mantenuto
sangue freddo ed ha seguito
alla lettera la procedura fissata dal protocollo».
Ma che è successo? «Si è presentato ad una delle casse un
uomo sui 45 anni, a volto scoperto. Una persona che nes-
suno aveva mai visto in Rurale prima. Alla cassiera ha chiesto i soldi mostrando una pistola che era nascosta dentro
una borsa di nylon. Se l’arma
fosse stata vera o finta non si
sa ma la collega ha giustamente seguito il protocollo. Si è
spaventata tantissimo ma ha
mantenuto la calma e quindi
ha riempito una borsa che le
ha dato il rapinatore con le poche migliaia di euro che aveva. L’individuo è poi uscito ed
è fuggito in sella ad una bicicletta».
Nei locali, a quell’ora, c’erano
cinque clienti che si sono accorti della rapina solo quando l’uomo se n’è andato. Nessuno, quindi, ha corso rischi
visto anche che il colpo è durato al massimo due minuti.
«È stato tutto velocissimo, conferma la funzionaria - tant’è che solo quando è stato lanciato l’allarme i clienti hanno
capito cos’era successo». Il
malvivente, come detto, è fuggito in bici prendendo velocità lungo la discesa di via Isonzo e finendo sulla nuova pista
ciclabile per il centro. Lungo
la strada, però, ha abbandonato la bicicletta e la poliza ritiene quindi che abbia avuto
un complice motorizzato.
IL COLPO
Erano anni che a Rovereto le
banche non venivano
«disturbate» da banditi. La
crisi, però, forse ha spinto i
malviventi a tornare all’antico
e, pistola in pugno, presentarsi
alla cassa di un istituto di
credito e farsi consegnare i
soldi. Ieri a mezzogiorno è
toccato ad un rapinatore
solitario rompere la tregua e
portar via 11 mila dalla Cassa
rurale di Lizzana.
Reazioni | Plotegher: «Dal sindaco ce lo aspettavamo». Lega: «Indegno»
Profughi a Marco, ora è polemica
La notizia è di ieri: il campo
della protezione civile sarà la
base definitiva per l’accoglienza dei profughi. La prima reazione ad arrivare, è quella di
Carlo Plotegher, presidente
della circoscrizione Marco. Il
territorio cioè che ospita l’ex
polveriera. Plotegher la butta
in ironia: «Non poteva che essere così. Il sindaco aveva assicurato che si sarebbe chiuso quel campo». Ma poi spiega: «Questo dimostra che non
serve a nulla avere un sindaco della stessa coalizione del
governo provinciale. Io non so
se il sindaco non si è speso o
se non conta abbastanza. Il risultato è un errore e un problema per Marco. Perché va
bene l’accoglienza, ma con regole certe. Sono inutili gli appelli ai sindaci. O ci sono regole certe, o non se ne esce.
Ed ora il risultato è che una
comunità di tremila persone,
come Marco, si farà carico di
tutti i profughi. Questa non è
accoglienza. Anche se si tratta di un territorio che ha dimostrato di essere generoso».
Sulla stessa lunghezza d’onda
la Lega Nord. Angeli parla di
«scelta sbagliata che penalizza Marco. Basta con questi arrivi senza regole». Mentre Mara Dalzocchio parla di «incoerenza del governo provinciale», di «spreco di soldi pubblici» e di «vergogna»: «Il problema non sono i box in lamiera
inadatti ai profughi. Il problema è non aver ancora individuato un luogo adatto per la
prima accoglienza che non
può essere il centro di protezione civile, destinato a scuola e corsi di pratica per far
fronte a possibili e diverse
emergenze del territorio».
Elezioni | Zenatti presenta Fratelli d’Italia, la lista dell’intramontabile e battagliero Piergiorgio Plotegher
Il federale e il clericale per la destra
Marco Zenatti è uno di quei politici d’altri tempi: pacato nei
toni, gentile nei modi, ma duro
nelle argomentazioni. Non ha
bisogno di alzare la voce o insultare gli avversari per farsi
ascoltare. L’altra sera ha incontrato i sostenitori della lista di
Fratelli d’Italia per caricarli in
vista di un mese difficile, ma
che sarà ricco di adrenalina. I
candidati a sindaco delle altre
coalizioni non li chiama «nemici», preferisce definirli «competitori»; invita tutti alla serenità
e a lavorare ventre a terra per
il «bene di Rovereto». Il candidato a sindaco della destra, colui che già ci provò 15 anni fa
arrivando vicinissimo a un risultato storico per la destra ro-
veretana e trentina, sprona con
gentilezza i suoi, senza risparmiare stoccate agli avversari.
Con lui parla l’orgoglio della destra, quella che raggruppa giovani che erano ancora con i calzoncini corti quando Zenatti
correva per la defunta Alleanza nazionale e Piergiorgio Plotegher, uno che masticava politica in un clima di contrapposizioni ben diverse quando ancora Zenatti doveva nascere. E
in effetti la strana coppia si è ricostituita. Il «federale e il cardinale», come si sono autodefiniti. Eppure non ci sono state tenerezze. «I nostri competitori
hanno paura: - ha sostenuto il
mite calvo - Miorandi ha dovuto lanciare un ponte levatoio a
Barbara Lorenzi. Il Pd è lacerato, il sindaco ha detto che Robol da un anno non si faceva vedere in giunta: e perché se l’è
tenuta?». E non risparmia il giovane Valduga figlio che attacca
i partiti. Zenatti si trasforma in
difensore dei partiti, quasi una
nemesi, per lui che viene da
quella destra, figlia di Giorgio
Almirante, che ha sempre combattuto la partitocrazia: «Questi attacchi sanno di demagogia. Lo stesso Valduga e alcuni
dei suoi hanno promosso partiti. E poi pensate a un Massimo Fasanelli: lascia Progetto
trentino e quando condannano
Grisenti dice: “Sono contento
per me”». E comunque, aggiunge Zenatti, i suoi competitori
Museo della Guerra | Il consiglio direttivo ha ribadito la fiducia al vice Less
Miorandi confermato presidente
Il consiglio direttivo del Museo
storico italiano della Guerra ha
riconfermato all’unanimità Alberto Miorandi alla presidenza
e Alessio Less alla vicepresidenza per i prossimi quattro anni.
Alberto Miorandi, nato a Rovereto il 12 dicembre 1946, è socio del Museo dal 1964 ed è, dal
1966, nel consiglio direttivo. Come dirigente volontario del museo ha ricoperto l’incarico di
provveditore dal 1985 al 1992 e
di vicepresidente dal 1992 al
1997. Dal 2007 ricopre la carica
di presidente. Ha pubblicato
saggi e partecipato a seminari
e convegni. In questo campo,
dal 1974 ha ricoperto in diverse occasioni l’incarico di consulente dell’autorità giudiziaria
e di polizia, di musei e sovrintendenze ai beni culturali.
hanno messo insieme coalizioni che non hanno programmi,
non hanno obiettivi comuni,
non sono omogenei. Si ritroveranno, dovessero vincere, a
spaccarsi poco dopo. E poi sciorina alcuni aspetti del programma: la tangenziale Ovest, più offerte per i giovani, lotta agli
sprechi pubblici, no ai clandestini: «Chi viene e rispetta le nostre leggi è ben accolto, sapendo che ci deve essere un equilibrio». Ed esalta «la volontà di
sacrificio, la voglia di lavorare,
la dedizione alla comunità».
Non a caso scatta l’applauso,
perché ha toccato i valori che
sono nelle le corde degli uomini e delle donne della destra roveretana.
Fa.F.
L’INCIDENTE
Tamponamento
in via Craffonara
Famiglia ferita
Tre feriti leggeri - un
anziano di 83 anni, una
signora di 56 anni e una
bambina di 7 - è il bilancio
di un tamponamento
avvenuto ieri mattina alle
10 in via Craffonara. Una
macchina proveniente da
via Cavour era ferma
davanti all’accesso del Poli
in attesa di entrare nel
parcheggio. Da dietro,
però, è arrivata un’altra
vettura che l’ha colpita in
pieno. Per gli occupanti del
veicolo tamponato solo
botte giudicate guaribili in
4-5 giorni. Sul posto, per i
rilievi, è intervenuta la
polizia locale.
È mancata
all’affetto dei suoi cari
IRMA GAZZINI
in MANGIAPELO
di anni 89
Addolorati lo annunciano il marito AMERICO,
i figli LUIGI con ANNUNZIATA, FABIO con MANUELA,
le nipoti ELISA e GAIA, la sorella FABIA e i parenti tutti.
Rovereto, 9 aprile 2015
I funerali avranno luogo sabato 11 aprile alle ore 11.30 nella chiesa
parrocchiale della Sacra Famiglia. Seguirà la cremazione.
Il Santo Rosario sarà recitato mezz’ora prima del funerale.
Un sentito ringraziamento alla dottoressa Lorenza Lenzi
e a tutto il personale del reparto di Medicina dell’ospedale di Rovereto.
LA PRESENTE SERVE DI PARTECIPAZIONE E RINGRAZIAMENTO.
Invia condoglianze on-line su: www.onoranzemantovani.it