San Gabriele - Parrocchia San Gabriele dell`Addolorata
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San Gabriele - Parrocchia San Gabriele dell`Addolorata
Il giornalino di San Gabriele Periodico di informazione parrocchiale Anno VI - n.1 - Aprile 2014 Parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata - Pescara Storia di san Gabriele e storia della nostra parrocchia Nel nostro quartiere di Città Satellite la chiesa è stata dedicata a questo Santo per la devozione che, nella città di Pescara e nella regione abruzzese, c’è verso di lui. Così san Gabriele, chiamato a vegliare sulla nostra parrocchia, ha svolto e sta tutt’ora svolgendo, un ottimo servizio. Infatti, grazie alle sue preghiere, la nostra comunità è viva e piena di bambini, giovani, adulti, coppie, anziani che seguono Gesù. Soprattutto ci sono tante persone, di tutte le età, che dopo aver incontrato Gesù ed essersi innamorate di Lui desiderano parlarne agli altri. Così san Gabriele, oltre ad essere il protettore della parrocchia, è diventato il “promotore della Nuova Evangelizzazione” nella nostra comunità. Di questo ringraziamo di cuore il Signore. Don Valentino Preghiera San Gabriele, tu che hai amato la vita sia nei momenti belli che in quelli di difficoltà e di grande sofferenza, insegnaci ad accogliere con umiltà ciò che ci accade e a cercare e comprendere con uno sguardo di fede l’insegnamento nascosto in ogni evento. Prega per noi perché possiamo, come te, essere persone di speranza per trasmettere ottimismo e fiducia a tutti coloro che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino e testimoniare così la gioia di aver incontrato il Signore. Amen Il sorriso di san Gabriele di Isabella “Francesco, cosa stai a fare nel mondo? Segui la tua vocazione!” Sono le parole ascoltate dal cuore di san Gabriele dell’Addolorata il 22 agosto 1856, quando l’Immagine della Vergine Maria gli passa accanto, portata in processione a Spoleto. Gabriele, al secolo Francesco Possenti, in onore di San Francesco, nasce ad Assisi il 1 marzo 1838 da famiglia aristocratica. Undicesimo di tredici figli, perde la mamma molto presto, dopo essersi trasferito a Spoleto con la famiglia per un prestigioso incarico del padre, Sante Possenti. “Checchino”, così lo chiamavano in famiglia, verrà cresciuto dalla sorella e dalla governante di casa. Brillante e spigliato, risalta tra gli altri ragazzi a scuola come a casa. Di indole socievole e aperta sarà il polo di attrazione di numerose attività, non soltanto scolastiche. Amante della caccia e del ballo, per il quale viene definito dagli amici “il ballerino”, ama la “bella vita”, le feste e lo stare con gli altri. Così come adora vestire con ricercatezza ed eleganza. Tuttavia sente ben presto che tutte queste cose in realtà gli procurano dei piaceri temporanei che gli lasciano sempre un vuoto, un senso di incompiutezza. E così all’età di soli 18 anni, dopo aver assistito alla processione dell’immagine della Madonna di Spoleto, decide di rompere con la vita mondana e di cambiare il suo nome in Gabriele dell’Addolorata, segnando abbracciando la vita consacrata tra i padri Passionisti. Da subito viene invaso da una pace interiore e da una gioia mai provate prima, per questo dirà al padre “la contentezza che io provo è quasi indicibile, non cambierei un quarto d’ora di questa vita”. Il 10 luglio 1859 si trasferisce a Isola del Gran Sasso per gli studi teologici, tuttavia la tubercolosi gli impedirà di diventare sacerdote, dopo aver ricevuto la tonsura e gli ordini minori il “Dio da gran tempo mi aspettava ed io ingrato facevo il sordo divagandomi e offendendolo nel mondo, ma l’infinita Misericordia di Dio ha saputo ben disporre le cose ed io oggi ho indossato questo sacro abito religioso assumendo il nome di Confratel Gabriele dell’Addolorata” 25 maggio 1861 presso la Cattedrale di Penne. E sarà proprio la tubercolosi a condurlo alla morte la mattina del 27 febbraio 1862, invocando Maria Addolorata “Maria, mamma mia, fa presto!”, all’ombra della quale ha speso con gioia la sua seppur breve ma intensa esistenza. La morte di Gabriele è già la morte di un Santo. Diceva spesso “Dio non guarda il quanto ma il come, la nostra perfezione non consiste nel fare le cose straordinarie, ma nel fare bene le ordinarie”. E lo sapeva bene la sua guida spirituale padre Norberto Cassinelli che descrive il Santo dicendo che aveva in sè tante virtù che è quasi impossibile vederne racchiuse insieme in un solo uomo. A due mesi dalla sua morte, fu proprio il padre spirituale a scriverne la prima biografia. Poco tempo dopo la morte di San Gabriele i padri Passionisti furono costretti a spostarsi da Isola del Gran Sasso per un decreto di soppressione del loro ordine religioso. Tuttavia dopo trent’anni dalla morte di San Gabriele, al momento della riesumazione della salma e dello spostamento dei suoi resti mortali in altro convento a Spoleto, accaddero “almeno sette prodigi di rilievo”. In aggiunta a ciò un fiume di fedeli si opponeva con ferma volontà alla traslazione del corpo del passionista. Era il 18 ottobre 1892 quando si decise di lasciare le spoglie di Gabriele a Isola del Gran Sasso, dove appena qualche giorno dopo si assistette al primo grande miracolo attribuito al Santo, la guarigione di una donna di nome Maria Mazzarelli. Dichiarato prima Beato nel 1908 e poi Santo nel 1920, compatrono della gioventù cattolica italiana nel 1926 e patrono d’Abruzzo nel 1959, è anche il Santo dei miracoli invocato in tutto il mondo soprattutto dai malati, il Santo dei giovani perché accompagna il cammino spirituale e laico dei ragazzi e, infine, il Santo del Sorriso, che testimonia l’Amore per il Padre celeste. 27 febbraio: Transito di san Gabriele Il 27 febbraio è il giorno della nascita al cielo di san Gabriele. Il trapasso da questa vita a quella vita eterna, avvenuto di mattina, quasi “al levar del sole”, è descritto dal suo direttore spirituale padre Norberto, attraverso un racconto edificante che ci aiuta a capire in che modo dobbiamo vivere la nostra esistenza e come prepararci all’ora suprema della nostra morte. “Che grande grazia è abitare nella casa di Dio” È il mattino del 27 febbraio 1862: “Sul levarsi del sole... mentre io Norberto gli sedevo accanto, domandò l’immagine dell’Addolorata, gli fu data l’immagine del Crocifisso con l’Addolorata. Gabriele la prese con trasporto, tutto giulivo se l’accostò alle labbra e vi diede molti baci. Poi se la pose sul petto con vivacità, con affetto e fervore”. Gabriele avvolto dalla visione celestiale della Madonna, la chiama con affetto filiale: “Mamma mia, fa’ presto”. E aggiunge: “Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace tra voi l’anima mia”. “E tutto ciò con una serenità, con una gioia tale sul volto che tutti noi presenti stavamo come trasognati, ma tutti edificati e inteneriti. Appena ebbe finito di fare e dire quanto riferito, tacque con gli occhi bassi. All’improvviso prende un viso tutto ridente e devoto, apre con slancio gli occhi e con avidità, come colpiti da una gran vista e come oppresso da una gran maestà che ama, sospira e languisce di amore verso quella; e in questo stato, senza alcun moto della persona, passa da questa vita come uno che si addormenta, con le mani calcate sull’immagine del Crocifisso e dell’Addolorata. Il volto di Gabriele era bellamente trasformato e come se irraggiasse un’arcana luce”. Quell’improvviso cambiamento del viso da gioviale in ridente, subito dopo che ebbe fissati gli occhi in quel punto, quel repentino e vivace fissare gli occhi in quel punto con tanta avidità, quella trasformazione improvvisa del volto che appena fissa la vista in quel punto si fa raggiante, a me e ad altri si porge fondamento di credere che in quei momenti gli sia data a vedere Maria santissima venuta ad incontrare e a prendere l’anima sua. Ho avuto la sorte di assistere anime rapite in estasi; mi parve che in eguale stato stesse Gabriele, con questa differenza che il suo volto era bellamente trasformato, e come se tutto il volto mandasse un’arcana luce”. Sì, è meraviglioso che sul volto di Gabriele trionfino il sorriso e la luce. La sua deliziosa anima riflette le luminose ramificazioni della propria vita intessuta della costante presenza del Signore e di Maria, sua dolcissima madre. È questa la pia e santa morte del nostro Gabriele, giovane di 24 anni, primavera di santità. Sin dal 1892, anno in cui il suo corpo è stato riesumato, il giovane studente passionista inizia a operare mirabili segni in favore dei suoi devoti. Da allora si contano a migliaia gli episodi prodigiosi attribuiti al suo intervento. ALCUNI MIRACOLI DI SAN GABRIELE “Adesso, Lorella, alzati e cammina” L’evento più clamoroso è la guarigione improvvisa di Lorella Colangelo, una bambina di Montesilvano, avvenuta nel 1975. Lorella cominciò a star male sin dall’età di otto anni, dopo due anni le cose peggiorarono sempre di più e fu ricoverata all’ospedale di Ancona, dove le fu diagnosticata la leucoencefalite, malattia incurabile all’epoca dei fatti, che impediva la deambulazione. Una domenica, durante la sua degenza, mentre era sola nella sua stanza d’ospedale, vide all’improvviso una luce intensa da cui uscì un frate che indossava una tunica nera, il mantello, i sandali ai piedi con uno stemma a forma di cuore sul petto e comprese subito che si trattava di san Gabriele. Il santo sorridendo le disse: “Lorella vieni da me, ti addormenterai sulla mia tomba e tornerai a camminare”. Il santo apparve in sogno a Lorella per una settimana ogni volta in cui lei si addormentava e le ripeteva sempre la stessa cosa. Poi il santo smise di sorridere in sogno e le chiedeva perché lei non andava da lui. L’ultima volta che lei lo sognò lui le disse. “Lorella vieni prima che scada il tempo”. Lei raccontò tutto alla madre che si recò dal primario dell’ospedale per chiedere il permesso di uscire. Il 23 giugno 1975 Lorella si recò al santuario di san Gabriele, fu posta sulla tomba del santo dove si addormentò subito. Il santo le apparve nuovamente in sogno sorridente e con un crocifisso di legno tra le mani dicendo: “Lorella adesso alzati e cammina” e così fu. e, n e b i sta a r O “ !” alzati di Rosanna ia n e i V “ la l u s e r dormi ba!” m o t mia L’immaginetta sul petto e nella culla Benedetta è nata prematura, di 34 settimane, all’ospedale di Pescara, il 15 ottobre 2007. Subito i medici informarono la famiglia che le speranze di mantenere in vita la bambina erano quasi nulle e consigliarono di prepararsi al peggio. La madre era disperata tanto più che non gli fecero neanche vedere la figlia; a quel punto il nonno paterno estrasse due immagini sacre di Gesù e di san Gabriele, le mise sul petto della nuora e insieme pregarono e invocarono l’intervento del Santo. Nel frattempo intervenne il cappellano dell’ospedale il quale celebrò il battesimo d’urgenza alla piccola. Improvvisamente scomparve l’angoscia e un senso di pace avvolse la giovane mamma. Tutto si risolse. sto e r p i “Vien a arti” s s e f n co “Il nostro piccolo angelo non ti scorderà mai” Patrizia, una mamma di Silvi Marina, scrive a San Gabriele, nel febbraio 2009, per ringraziarlo dei prodigi ricevuti. Dieci anni prima era diventata mamma per la prima volta ma da allora non erano più riusciti ad avere un altro figlio. Diversi medici avevano tutti emesso lo stesso responso che non c’era nulla da fare. Nel 2006 Patrizia si recò al santuario di san Gabriele con una cognata, che era in dolce attesa, e lasciò un biglietto al santo chiedendogli la grazia di avere un altro figlio. La grazia fu esaudita dopo pochi mesi e il 16 agosto 2007 nacque Beatrice. Purtroppo la bambina presentò subito crisi respiratorie e con il passare delle ore le sue condizioni si aggravarono sempre di più. La bambina fu intubata a causa di una forte infezione polmonare, della sopraggiunta setticemia e di una febbre altissima. Patrizia era disperata, cominciò a pregare insieme a tutta la sua famiglia affidandosi di nuovo al Santo. Dopo diversi giorni i genitori scesero nel reparto di rianimazione, dove la bimba era ricoverata e trovarono un nugolo di medici intorno a lei. Con somma gioia la videro per la prima volta sveglia e vispa. Patrizia ebbe la certezza che il Santo aveva esaudito le sue preghiere. Dopo un mese andarono al Santuario a ringraziarlo e fargli conoscere il loro piccolo angelo. “Se fosse nato, avrebbe portato il suo nome” Giovanna di Teramo racconta che ha ricevuto diversi miracoli da san Gabriele. Il primo evento quando aspettava il suo secondo figlio, nel gennaio del 2000, al terzo mese di gravidanza. Cominciò ad accusare forti dolori addominali e perdite ematiche, fu quindi sottoposta a un’ecografia, che accertò un buco nella placenta con seri rischi di perdere il bambino. Il giorno successivo il suo primo figlio di tre anni fu ricoverato in ospedale per una grave forma di broncopolmonite. Fu così che mentre cominciò a pregare, Giovanna trovò un’immaginetta di san Gabriele, la prese, la baciò e la pose sul suo ventre promettendo al santo che semmai avesse dato alla luce il suo bambino l’avrebbe chiamato Gabriele e così tenne con sé l’immaginetta per tutta la gravidanza. Gabriele nacque sano e salvo tra l’incredulità generale. Ma la presenza guaritrice del Santo si fece sentire anche quando, il 14 febbraio 2003, il piccolo Gabriele cadde dal seggiolone battendo la testa in modo violento. Il bambino fu portato al pronto soccorso, ove gli fu diagnosticato un ematoma che poteva rivelarsi molto pericoloso. Rimase in osservazione per due giorni durante i quali Giovanna iniziò a recitare il Santo Rosario invocando l’aiuto del santo che prontamente rispose. Il giorno seguente Gabriele era vispo e sereno, si mise a cantare le sue canzoncine e a recitare il Rosario con la mamma. Fu dimesso dall’ospedale il giorno stesso e tutto andò bene. il a i c s la “Ora e baston solo” da i rt a e rip Gabriele e Maria Addolorata R di Serena osario quotidiano, fioretti, mortificazioni, recita dell’Ave Maria al suono della campana, Corona dell’Immacolata e dell’Addolorata: sono queste alcune delle pratiche mariane con cui il giovane Gabriele manifestava devozione e amore filiali verso Maria. “Amabile, fedele, costante, soccorritrice” erano gli appellativi con cui Gabriele, che aveva perso prematuramente la propria mamma, chiamava la Madre celeste, invitando anche i confratelli a trovare rifugio in lei, ricordando: “Se sei nei pericoli, essa accorre a liberarti; se afflitto, ti consola; se infermo, ti soccorre; se bisognoso, ti soccorre”. Nell’ultimo anno di vita Gabriele fece il voto di culto alla Madonna Addolorata consacrandosi in modo speciale per farla conoscere, amare e onorare attraverso quello che Gabriele definiva il “servizio d’amore a Maria”. Tanta era la devozione per l’Addolorata che, nel convento di Isola del Gran Sasso, aveva restaurato di propria iniziativa una vecchia statua di cartapesta, tutt’ora esposta accanto alla sua cameretta, cucendone egli stesso nuove maniche per l’abito e sistemando il manto ed altri ornati. E di fronte a questa immagine materna, Gabriele sostava in preghiera dal giovedì santo fino alla domenica di Pasqua, perché amava “tenere compagnia” nella preghiera a Maria Addolorata sotto la croce del Figlio e nell’ora della sepoltura, attraverso la meditazione dei dolori per la morte di Gesù. Spiritualità Gabrieliana: una via per tutti G iovane, studente, novizio, santo. Gabriele non è annoverato tra i Padri o i Dottori della Chiesa, ma lo troviamo, invece, nella schiera dei santi dalla vita semplice, dedita alla preghiera, allo studio e all’attaccamento alla vita religiosa: è l’umile santità radicata nella quotidianità, nella pacatezza del cuore e nella pace interiore. Per questo, Gabriele rappresenta per i suoi tanti devoti la testimonianza della santità possibile: si può essere santi nella ordinarietà dei giorni, nella vita così come ci è stata donata e lungo quella via che conduce a Gesù per mezzo del cuore sofferente della Madre. Nella chiamata vocazionale, Gabriele abbraccia la spiritualità di san Paolo della Croce, incentrata sulla meditazione della Passione di Gesù, intrecciandola a pratiche e devozioni proprie della religiosità popolare attraverso l’iscrizione a varie congregazioni di preghiera. Il percorso spirituale di Gabriele, in conformità al carisma dei Padri Passionisti, così come erano chiamati dal popolo i consacrati con voto speciale alla Passione del Signore, parte dalla rinuncia alla propria volontà e al mondo, alle sue comodità e seduzioni, già vissute nel tempo della giovinezza a Spoleto, per rinascere e per vivere in Dio nella pratica dell’ubbidienza, della mortificazione, della penitenza e della pienezza di una vita di preghiera. Gli appartenenti alla Congregazione dei Passionisti indossano un abito nero con un "segno": un cuore nero, bordato d'argento e sormontato da una croce d'argento; nel campo l'iscrizione: JESU XPI PASSIO (Passione di Gesù Cristo); in punta i tre chiodi della crocifissione. Il cuore è sostenuto da un ramo d'olivo simboleggiante la pace e uno d'alloro, simbolo di immortalità. Questo simbolo ricorda a tutti il "mandato" di san Paolo della Croce, fondatore della Congregazione dei Passionisti: "Ci dedichiamo a fare memoria delle sofferenze di Gesù e a promuovere, nei cuori della gente, una vera spiritualità della passione". giovane per i giovanidi Marta PATRONO DELLA GIOVENTÙ L’aspetto che più colpisce chi arriva al Santuario di san Gabriele dell’Addolorata è la massiccia presenza dei giovani. In genere si è abituati a pensare ai Santi come persone eccezionali, difficili da imitare. san Gabriele, al contrario, con una vita semplice caratterizzata dalle piccole cose di ogni giorno che diventano grandi per lo spirito con cui le si compie, può essere imitato da tutti, specialmente dai giovani. san Gabriele esprime i valori che i giovani cercano: voglia di vivere, di realizzarsi e di essere felici. Ha amato la vita, ha vissuto sempre con gioia ed entusiasmo anche nella sofferenza e neanche la morte in giovane età è riuscita a spegnere il suo sorriso. Piace ai giovani perché la sua vicenda in fondo non è altro che la storia di un innamoramento: della famiglia, dello studio, del divertimento, degli amici, del successo. Finché non s’è sentito guardato dalla Madonna, durante una processione a Spoleto, che se l’è conquistato rivelandogli il Crocifisso e il dono di sé come risposta totale. I tanti giovani che passano chiedono: “cosa ha fatto San Gabriele per diventare Santo?”. La risposta è: “niente di straordinario, ha saputo lavorare con il cuore”. San Gabriele diceva: “per servire Dio basta fare bene quello che si sta facendo. Dio non guarda il quanto, ma il come!”. TENDOPOLI Scenario bellissimo ed inconsueto. Ad agosto attorno al Santuario è un variopinto fiorire di tende da cui sbucano i giovani, freschi e sorridenti venuti per stare vicino a Gabriele. Ogni anno piantano qui il cuore e le tende per un’esperienza di fede. Gabriele li invita all’ombra del gigante, il Gran Sasso, li conquista, li tiene svegli anche di notte. Sotto le stelle e su una collina trasformata in Tendopoli meditano, pregano, cantano. Cercano il senso della propria vita. I giovani dialogano soprattutto con Dio e con Gabriele, scendendo nel profondo del loro cuore. Sostano per riflettere sulla propria vita, per sentirsi amati da Dio. Per quattro giorni la tenda diventa la loro precaria abitazione, vicino a Gabriele che sentono come primo tendopolista. Il suo Santuario è la prima tenda che si adagia tra le tende sorelle. Lontani dal chiasso della città, appartati dal vociare confuso della folla, i ragazzi si tirano fuori dai normali interessi. Si staccano dal rumore dello stereo per aprirsi alla meditazione, passano dalla frenesia del fare alle mani alzate verso il cielo in atteggiamento di preghiera e di gioia. Nell’era della comunicazione ci si accorge che prima di ogni altra cosa occorre ascoltare e “Fuggi i cattivi compagni che soprattutto ascoltarsi per non essere storditi dal bombardamento sono la nostra eterna rovina. di parole grandi, ma vuote, mute anche se assordanti. Per questa Ora comincio a conoscere quanto esperienza vengono giovani da tutta Italia ed ogni anno la casi dovevano apprezzare i consigli pacità ricettiva del Santuario è chiamata a sostenere una prova sempre più dura. Ogni anno registra un nuovo record di presenze. di papà e dei superiori” E per questo: grazie Signore! Grazie Gabriele! CENTO GIORNI ALL’ESAME Ogni anno, ai primi di marzo, migliaia di studenti delle scuole superiori dell’Abruzzo e delle Marche arrivano al Santuario di san Gabriele per una giornata di spiritualità e per una sosta di preghiera a cento giorni dagli esami di maturità. Per l’occasione vengono allestite messe per i maturandi con benedizione delle penne, si organizzano navette per accedere al Santuario e si preparano magliette celebrative. Questo proprio perché san Gabriele è il protettore di tutti gli studenti: egli è sempre stato uno studente e studiando imparava nuove ragioni per amare la vita! Com’è facile immaginare, gli studenti cercano la sua benevolenza in vista dello spauracchio che li terrorizza da sempre, l’esame di maturità, che, dopo la giornata trascorsa ad Isola del Gran Sasso, è più vicina... San Gabriele nella nostra parrocchia “Fratelli miei siate buoni, non fate inquietare il povero papà che non lo merita, amatevi insieme scambievolmente” S ono trascorsi quindici anni da quando l’urna con le spoglie di san Gabriele venne portata nella nostra parrocchia ed è ancora vivo il ricordo nei nostri cuori. Era la prima volta che l'urna lasciava la cripta del Santuario di Isola del Gran Sasso per visitare una parrocchia a Lui dedicata. Tre giorni memorabili il 12, 13 e 14 novembre del 1998 per noi e per l'intera città. L'urna con la reliquia fu accolta nella Cattedrale di san Cetteo dall'Arcivescovo Cuccarese e da gran parte del clero e dei fedeli. A termine della messa fu accompagnata con una fiaccolata nella nostra parrocchia dove rimase esposta per la visita e per la preghiera giorno e notte. Le "giacche azzurre", cioè i volontari, dovettero faticare non poco per regolare il flusso ininterrotto di fedeli. Nelle giornate di sabato 13 e domenica 14 si sono succeduti all'altare sacerdoti con solenni concelebrazioni e omelie che hanno messo in evidenza le doti del nostro Santo Patrono. Nel giorno della partenza, dopo la messa solenne con l'Arcivescovo e le Autorità civili, la piazza davanti alla chiesa è stata intitolata al Santo che, accompagnato in processione fino a piazza Mons. Italo Febo, è stato salutato dalla folla e da fuochi di artificio per far rientro nel Santuario teramano. “Speriamo tutti un giorno di vederci ricoperti dal manto di una sì amorosa Madre” Testimonianza di Paolo Amoroso da Avvenire del 6/12/1998 "Ci sono cose per cui vale la pena lasciare tutto e dedicarsi ad altro. È quanto è successo per San Gabriele! Ho visto impiegati, infermieri, posteggiatori, sindacalisti, titolari d'impresa, operai, autisti e tanti altri darsi da fare, per cambiare il proprio turno di lavoro, chiedere giorni di ferie pur di esserci alla tre giorni di presenza della reliquia del santo patrono d'Abruzzo nella parrocchia di San Gabriele dell'Addolorata. La mobilitazione è stata generale.... Il flusso di pellegrini è stato un fiume inesauribile e le «giacche azzurre» del servizio d'ordine, sono diventate onde in mezzo alla folla...Ho visto gente venire da tutta la Diocesi e oltre, commuoversi davanti al suo corpo, fedeli che chiedevano aiuto, sommessamente, con discrezione. Le visite sono continuate anche durante la notte. Sono arrivati tanti giovani...Mi è rimasto questo messaggio di S. Gabriele: vivere la propria vita di fede, nella perfezione, sotto l'occhio amorevole di Dio. Ho capito che questa perfezione è possibile per tutti...Lui è diventato santo ed è motivo di speranza anche per noi, se faremo altrettanto; magari non diventeremo santi, ma sicuramente diventeremo amici intimi di S. Gabriele, e soprattutto di nostro Signore Gesù Cristo a cui va la gloria, l'onore e la potenza”. Testimonianza di Thea Capecci da Avvenire del 20/12/1998 "Era arrivato da soli due giorni e stava già per lasciarci. Quel giovane santo che aveva riempito la nostra chiesa di tanti fedeli venuti da tutte le parti, quel santo che aveva infervorato i nostri animi al punto da farci lasciare ogni attività per correre in chiesa a salutarlo e a partecipare a quella meravigliosa, silenziosa festa che era stata preparata per Lui, stava andando via. Ricordo la fiaccolata, l'arrivo dell'urna davanti alla nostra parrocchia, ricordo le sante messe gremite di gente che voleva solo vedere S. Gabriele e parlare un po' con lui. La cosa che però è rimasta impressa nel mio cuore è stata la sua partenza, il momento in cui una folla silenziosa e attonita ha seguito il furgone contenente le sacre spoglie. Ho visto tante lacrime negli occhi della gente, c'era chi in punta di piedi mandava un bacio, chi salutava con la mano, un signore anziano si è tolto il cappello ed ha salutato S. Gabriele. Tutto questo ha fatto scendere lacrime anche dai miei occhi mentre tuonava la voce del nostro amato Arcivescovo «...partire è un po' morire e noi siamo qui per salutare questo grande santo che tornerà nella sua casa ad Isola del Gran Sasso...». Si è vero, partire è un po' morire ma Gesù ci ha insegnato che se non si muore non si risorge. E allora qual è lo spirito con cui dobbiamo continuare a vivere questa esperienza di cui ancora oggi si sente l'eco? Con lo spirito di chi ha attinto dalla presenza di questo giovane santo la forza per andare avanti, per migliorare e per morire ogni giorno un poco per poi rinascere per sempre accanto a Dio, agli angeli, ai santi." Breve storia della nostra parrocchia di Paolo 1963 1964 “Piena di contenti è la mia vita: sto nella casa di Dio, contro mio merito, sotto la protezione di Maria Santissima e ai piedi di Gesù appassionato; e che ho più da desiderare in questa valle di lacrime?” La nostra parrocchia, dedicata al Santo dei giovani è stata istituita 53 anni fa. Dai registri parrocchiali il primo sacramento ad essere celebrato è un battesimo in data 28 agosto 1960. La prima chiesa è in una baracca di legno coperta da lamiere tra cumuli di terra, una fila di banchi e sedie ai due lati. Come campanile c’è un palo della luce a cui sono attaccate le due trombe che emettono il suono registrato di campane. L’attuale chiesa vede la luce 5 anni dopo e provvisoriamente viene utilizzata anche come asilo. Il primo parroco è don Italo Febo che riesce, in quei tempi così difficili, a creare diverse attività di aggregazione tra cui l'Azione Cattolica i cui giovani collaborano anche manualmente alla costruzione della casa parrocchiale. Dal 1 ottobre 1973 e per 35 anni don Gustavo Britti è il nuovo parroco. Col suo arrivo in parrocchia crescono le attività giovanili. Nascono nuovi gruppi quali gli scout, il Meg (Movimento Eucaristico Giovanile) e un Corso biblico con la lettura settimanale della Bibbia. Nasce la Corale S. Gabriele che sarà attiva per anni. Oggi la parrocchia, che conta 4.000 fedeli, è retta dal 19 settembre 2008 da don Valentino Iezzi che ha dato un grande impulso alle attività di Nuova Evangelizzazione: Cellule di Evangelizzazione, Cene Alpha per i lontani dalla fede, Adorazione Eucaristica Perpetua, Lectio sulla Parola di Dio, servizio di doposcuola per le Elementari e le Medie, Centro di ascolto Caritas, Scuola di Evangelizzazione S. Andrea, Gruppi giovanili, Scuola calcio, Gruppi famiglia, Cammino per Separati, divorziati e riaccompagnati, Fratelli non udenti e questo giornalino parrocchiale. Per la vita pastorale il sacerdote si avvale della collaborazione del diacono don Ugo Mariani, dei Padri Carmelitani Scalzi, di un accolito e tre ministri straordinari per la comunione e dei tantissimi laici impegnati a far conoscere l’amore di Dio e la sua grande Misericordia. 1965 Testimonianze “Mi chiamo Gabriele e sono nato il 27 febbraio 1962, esattamente 100 anni dopo la morte di san Gabriele. I miei genitori hanno scelto questo nome perché devoti del Santo e ricordo quando da bambino ci recavamo in pullman al Santuario ed ero fiero ed orgoglioso di portare il suo nome. Circa tre anni fa, quando a tutto pensavo tranne che a Dio, in occasione della celebrazione di un funerale di un parente presso questa parrocchia, sono rimasto sorpreso nel vedere una chiesa con la scritta ‘san Gabriele dell’Addolorata’, mentre la voce del celebrante, che non conoscevo, mi è sembrata ‘ familiare’. Per la prima volta dopo tanti anni ho ascoltato una messa per intero senza uscire fuori a fumare. Dopo qualche giorno sono stato invitato a partecipare alle Cene Alpha organizzate dalla stessa parrocchia. In quei giorni sono successi troppi eventi, tutti insieme per essere considerate delle semplici coincidenze, e per me è stato facile e bello credere che il Signore mi stava cercando”. Gabriele “Mi chiamo Giuliano, di origine pescarese, ma da anni ormai vivo e lavoro in provincia di Parma. Vi esprimo i miei più sinceri complimenti per il sito web della vostra parrocchia, una volta della nostra parrocchia.. Ho iniziato a curiosare e sono finito nell'archivio fotografico della parrocchia e, con sorpresa e gioia, ho rivissuto la mia infanzia, un pezzo fondamentale della mia vita, ho rivisto tantissimi amici di allora, molti non li vedo da 40-50 anni. Le scene raccontate da queste foto forse le ho vissute tutte, mi sono riconosciuto in due, tre di esse: ero sul terrapieno in occasione della visita del Vescovo, ho giocato nella sala giochi, ero nel gruppo degli aspiranti, mi sono seduto su quelle sedie impagliate e sgangherate, ho giocato a calcio nei campetti di fortuna, polverosi o fangosi, ero nel gruppo dei chierichetti, ho dialogato e discusso decine-centinaie di volte con don Italo, in sintesi, ho vissuto intensamente e a pieno quella realtà che ha caratterizzato la mia vita. Al di là dei ricordi bellissimi sono sicuro che tutto il periodo trascorso nel quartiere di san Donato (sono andato via nel 1973 per lavoro) ha contribuito in modo determinante alla mia formazione, tutte le attività parrocchiali svolte negli anni e che Voi avete documentato, hanno lasciato un segno indelebile sul mio modo di relazionarmi con gli altri. Per lavoro mi è capitato di spostarmi in 4 - 5 città italiane e i miei valori umani e spirituali mi hanno sempre reso tutto molto facile per l'inserimento nei nuovi i posti. Il confronto quotidiano con persone e culture diverse dalla nostra mi ha convinto che in quegli anni a Pescara abbiamo vissuto una esperienza sociale, culturale e religiosa di primissimo ordine, eccellente. Per tutto ciò ringrazio tutti i giovani animatori che sia pur nei prati, nei campetti polverosi o nelle baracche si sono adoperati per farci stare insieme, farci confrontare su argomenti più disparati e per farci divertire. Ringrazio i genitori di tutti noi ragazzi, che hanno favorito lo svolgimento delle attività permettendoci in tal modo di vivere in un ambiente vivo e sereno, ovviamente grandissimo merito a don Italo che ha a mio parere ha rappresentato la forza motrice di tutto ciò che in quegli anni è stato fatto. Sono passati tantissimi anni, generazioni e situazioni si susseguono alla velocità della luce, ma credo che ancora oggi nella vostra parrocchia c'è grande fermento, lo deduco dal vostro sito, dalle molteplici attività che vengono svolte. Vi ringrazio per i ricordi che avete risvegliato in me”. Giuliano Marchegiani San Gabriele nel mondo Il santo del sorriso, dei miracoli e dei giovani è il santo che è entrato maggiormente nel cuore dei fedeli di Abruzzo e non solo. Il santuario a lui dedicato, ai piedi del Gran Sasso, è meta ogni anno di milioni di pellegrini da tutta Italia e dall’estero, che vi fanno visita per pregarlo e ringraziarlo per le grazie ricevute con il dono di ex-voto raccolti nella Basilica vecchia. San Gabriele viene festeggiato annualmente anche a Roma, Milano, Genova, Palermo, Bari, Messina, Terni, Matera, Salerno e numerose altre località. Quest’anno dal 3 all’8 marzo si è svolto il pellegrinaggio dell’urna contenente le reliquie nella provincia di Campobasso. Il culto a San Gabriele è anche internazionale, grazie alle comunità abruzzesi nel mondo, in modo particolare Europa, Stati Uniti, Canada, Brasile, Venezuela, Argentina, Sud Africa, Australia. La devozione si sviluppa in modi differenti: gli abruzzesi in Europa cercano almeno una volta l’anno, soprattutto in estate, di far visita al santo. Gli abruzzesi d’oltreoceano vivono fortemente la loro devozione al santo e cercano di trasmetterlo anche alle altre comunità italiane presenti nel loro territorio. È molto forte la devozione in Canada, a Toronto, Ottawa, Montreal ed Hamilton. Il Centro Abruzzese Canadese di Ottawa, un’associazione molto attiva, promuove ogni anno la festività del santo nel mese di agosto o settembre. Fino a qualche anno fa la festa estiva a lui dedicata, un’intera giornata, iniziava con la Messa, seguita da una breve processione intorno alla chiesa con l’immagine del santo e poi una grande agape all’aperto. Successivamente è stata portata una statua del santo e l’anno seguente si è avuta un’affluenza maggiore di persone, con una lunga processione nel quartiere italiano riprodotta come in Abruzzo con la banda delle Giubbe Rosse e i carabinieri in alta uniforme. In Australia il Santo Patrono degli Abruzzesi gode di una forte devozione soprattutto a Brighton, Glen Osmond, da Brisbarne a Perth, da Adelaide a Melbourne. A Sidney ci sono ben tre chiese dedicate a Sa Gabriele, sorte per iniziativa degli emigrati, soprattutto della provincia teramana. A Glen Osmond, nel sud dell’Australia, nel monastero dei Padri Passionisti si celebra una messa in lingua italiana l’ultimo venerdì di ogni mese. In ogni parte del mondo gli abruzzesi emigrati hanno conservato la devozione anche per mantenere la spiritualità della propria terra che hanno dovuto lasciare per un futuro migliore. Cinzia FERIALI FESTIVI 18.30 7.30 10.30 19.00 ESPERIENZE ESTIVE FERIALI FESTIVI 18.30 7.30 20.00 Pellegrinaggio a Medjugorje Adorazione Eucaristica Perpetua Festa estiva di San Gabriele Adorazione Eucaristica Animata Tutti i giorni dalle 6 del mattino alle 2 di notte dall’11 al 16 giugno 2014 a cura di Paolo Periodo estivo (Luglio - Agosto) ogni domenica ore 18.00 (ore 19 estivo) dal 11 al 13 Luglio Calendario Orari S.Messe Lectio Divina Ritiro giovani 16/28 anni 1° gruppo dal 14 al 18 luglio a Passolanciano 1° GRUPPO martedì alle 21,15 (salone) 2° GRUPPO martedì alle 21,15 (sala sopra sacrestia) Ritiro giovani 16/28 anni 2° gruppo dal 28 luglio al 2 agosto ad Assisi Cellule di Evangelizzazione martedì - mercoledì - giovedì ore 21.15 nelle case Campo estivo ragazzi dal 23 al 28 giugno a Campomarino (Termoli) Grande condivisione con i giovani della Spagna e il Vescovo di Solsona dal 18 al 20 luglio nel Salone parrocchiale Ritiri: “Le vie della felicità”- Le beatitudini 4 - 6 aprile presso Centro Emmaus “Nuova Vita” - Rinascere spiritualmente 16 - 18 maggio presso Centro Emmaus “Timoteo” - Imparare a leggere e memorizzare la Parola 6 - 8 giugno presso Centro Emmaus Esperienza comunitaria estiva per tutti Incontri di spiritualità per persone separate, divorziate e riaccompagnate dal 18 al 23 Agosto Montemonaco (Ascoli Piceno) 11 aprile (per 3° anno) “Diventare evangelizzatori” 9 maggio (per 3° anno) “Io sono Colui che ti guarisce” 25 maggio - Ritiro per entrambi i gruppi Nozze di Cana 13 APRILE - Incontro di catechesi 1° week-end di MAGGIO - Incontro di condivisione BACHECA DI SOLIDARIETA' Sostieni anche tu l'Associazione Vita Nuova, Onlus della nostra Parrocchia impegnata ad aiutare chi e' in difficolta'. Scegli di: - destinare il 5x1000 scrive ndo il Codice Fiscale 91104040687 dell'Associazione nel tuo modello CUD, 730 o Unico - fare una donazione detraibile dalla Dichiarazione dei Redditi tramite il Mod. 730 e il modello Unicoex 740 Grazie! 4-6 luglio - Ritiro residenziale per le coppie Betania 6 Aprile 2014 – La Missione 11 Maggio 2014 – La Liturgia delle ore 15 Giugno 2014 – Verifica Seguimi 27 aprile - “Giacobbe: riconciliarsi con il passato” 16-17-18 maggio - Corso “Nuova Vita” 14 giugno - Verifica e condivisione finale CATECHISMO Sabato ORE 16 DOPOSCUOLA per le scuole elementari e medie Scopri tutti gli aggiornamenti su www.sangabrielepescara.it Se vuoi collaborare con il giornalino di San Gabriele contatta la redazione all’indirizzo: [email protected] Direttore editoriale: don Valentino Iezzi - Coordinamento redazionale: Serena Carestia - Grafica: Claudia Alcini Collaboratori: Paolo Amoroso, Rosanna Di Sciascio, Isabella Strombino, Marta Tarquinio, Cinzia Galasso