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ISTRUZIONI PER LA REDAZIONE DELLE NOTE IN TESI DI
LAUREA DI LINGUA E LETTERATURA TEDESCA E DI STORIA
DELLA CULTURA TEDESCA
Raccomandazione iniziale: E’ opportuno che le note siano poste a pie’ di pagina
piuttosto che alla fine dei vari capitoli o alla fine della tesi.
Rimandi bibliografici da inserire nelle note:
a) Volume di autore (o curatore) unico:
Iniziale del nome1 (seguita dal punto); cognome per esteso2 in stampatello maiuscolo
(nel caso si tratti di un curatore, far seguire il cognome da (cur.) o da (Hrsg.3) a seconda
se si cita in italiano oppure in tedesco); titolo dell’opera in corsivo (se il volume
contiene due opere oppure un titolo principale e un sottotitolo, separare le due parti
mediante il segno / nel primo caso e mediante il trattino nel secondo caso. Ad esempio:
Mondfinsternis / Der Rebell. Oppure: Wolf Biermann - Liedermacher und Sozialist: vedi
ESEMPIO 2); eventuale indicazione (entro parentesi quadra e non preceduta da virgola)
dell’anno della prima pubblicazione (se si tratta di opere pubblicate prima dell’anno in
cui è uscita l’edizione di cui si dispone); eventuale indicazione del numero complessivo
dei volumi di cui si compone l’opera, città (nel caso di più città, separare la
denominazione delle varie città con il segno / ), casa editrice, anno di pubblicazione 4;
eventuale nome della collana della casa editrice, preceduta da =, non preceduta da
virgola, entro parentesi tonda e in stampatello minuscolo; eventuale indicazione circa la
“edizione ampliata” (erweiterte Auflage); indicazione del volume a cui si fa riferimento
(nel caso si tratti di un’opera composta di più volumi); p. (oppure pp.) 5; numero della/e
pagina/e. Separare le varie voci con una virgola e terminare con il punto.
ESEMPIO 1: J.W. GOETHE, Wilhelm Meisters Lehrjahre [1796], 6 Bde, Frankfurt
a/M, Insel, 1982 (=eventuale collana), Erweiterte Auflage, Bd 1, p. 75 (oppure pp. 7577; oppure pp. 136-139).
ESEMPIO 2: Th. ROTHSCHILD (Hrsg.), Wolf Biermann - Liedermacher und Sozialist,
Reinbek b.Hamburg / Berlin / Wien, Rowohlt, 1976 (=rororo), pp. 39-43.
b) Volume collettaneo:
Iniziale del nome del primo autore (o curatore), seguita dal punto; cognome per esteso
del primo autore (o curatore) in stampatello maiuscolo; iniziale del nome del secondo
autore (o curatore); cognome per esteso del secondo autore (o curatore) in stampatello
Per alcuni nomi tedeschi, è preferibile far seguire l’iniziale maiuscola dalla seconda lettera
minuscola. Es: Th. (=Thomas); Ch. (=Christian, Christa); Ph. (=Philipp); Fr. (=Friedrich). N.B.: Tutte le
indicazioni contenute in queste note valgono anche per i volumi collettanei di cui ai punti “b” e “c” e,
in parte, anche per gli articoli di riviste di cui al punto “d” (a cui si rimanda per maggior chiarezza).
2
L’eventuale “von” va abbreviato, scritto minuscolo e fatto seguire dal punto. Esempio: H. v. KLEIST
etc...
3
Usare cur. e Hrsg. anche se i curatori sono più di uno.
4
Se si tratta di una ristampa, il numero di tale ristampa va così indicato: 41995
5
Se si cita da un testo in tedesco, usare S., anche quando si tratta di più pagine (Esempio: S.189-211).
1
maiuscolo; se si tratta di curatori, inserire l’indicazione Hrsg. secondo le norme al punto
a); titolo dell’opera in corsivo6; città; casa editrice; anno di pubblicazione; numero
della/e pagina/e. Separare le varie voci con una virgola e terminare con il punto.
ESEMPIO: P. CHIARINI / H.D. ZIMMERMANN (Hrsg.), ‘Immer dicht vor dem
Sturze...’ - Zum Werk Robert Walsers, Frankfurt a/M, Athenäum, 1987, pp. 36-42.
c) Saggio contenuto in volume collettaneo:
Iniziale del nome dell’autore del saggio seguita dal punto; cognome per esteso
dell’autore del saggio in stampatello maiuscolo; titolo del saggio in stampatello
minuscolo e fra virgolette; indicazione “in” non seguita da virgola; iniziale del nome del
curatore del volume seguita dal punto; cognome per esteso del curatore del saggio in
stampatello maiuscolo; eventuale ripetizione della procedura precedente se i curatori
sono più di uno (in questo caso, fra i dati dei diversi curatori va inserita la sbarra
obliqua “/” preceduta e seguita da spaziatura); indicazione “Hrsg.” fra parentesi tonda;
città; casa editrice; anno di pubblicazione; numero della/e pagina/e. Separare le varie
voci con una virgola e terminare con il punto.
ESEMPIO: H. H. HIEBEL, “Robert Walsers ‘Jakob von Gunten’ - Die Zerstörung der
Signifikanz im modernen Roman”, in K. M. HINZ / Th. HORST (Hrsg.), Robert
Walser, Frankfurt a/M, Suhrkamp, 1991, pp. 240-275.
d) Articolo contenuto in una rivista:
Iniziale del nome dell’autore dell’articolo seguita dal punto; cognome per esteso
dell’autore dell’articolo in stampatello maiuscolo; titolo dell’articolo in stampatello
minuscolo e fra virgolette; nome della rivista in corsivo (preceduto da “in”); eventuale
indicazione del numero complessivo del fascicolo (ossia non quello dell’annata in
corso, bensì quello che fa riferimenti a tutti i numeri della rivista usciti fino a quel
momento, anche nelle annate precedenti a quella del fascicolo in questione)- (tale
indicazione non va fatta precedere dalla virgola); eventuale indicazione dell’annata
della rivista (in numeri romani o arabi secondo quanto riportato nella rivista stessa;
oppure con la semplice indicazione dell’anno secondo quanto riportato dalla rivista
stessa. Ad esempio: Jhr. VII oppure Jhr. 7 oppure 1997), fra parentesi tonda e non
preceduta da virgola; numero del fascicolo della rivista all’interno dell’annata in corso,
preceduto dalla H. di “Heft”; numero della/e pagina/e.
ESEMPIO: K. S. GUTHKE, “Gerhart Hauptmann - Weltbild und Werk”, in Theater
heute 138 (1997), H. 5, p. 27.
Altre indicazioni:
6
Se il titolo dell’opera da citare in nota contiene il titolo di un’altra opera oppure una citazione, questo
secondo elemento va messo fra virgolette semplici (vale anche per le opere di autore-curatore unico di
cui al punto “a”): Esempio: P. CHIARINI / H. D. ZIMMERMANN (Hrsg.), ‘Immer dicht vor dem
Sturze...’ - Zum Werk Robert Walsers etc... (vedi esempio punto b).
1) Eventuali citazioni presenti in nota vanno inserite fra virgolette e in stampatello
minuscolo.
2) Se nella nota, oltre che indicare il testo a cui si fa immediato riferimento, si vuol
rimandare anche a un altro testo, i dati riguardanti questo altro testo vanno preceduti
dall’indicazione Cfr. (= “Confronta”; in stampatello minuscolo e senza virgolette) (In
tedesco: Vgl. = “Vergleiche”). L’iniziale di Cfr. va maiuscola solo se è posta all’inizio
della nota. Esso può inoltre essere usato anche per riferirsi a determinate pagine della
tesi: si scriverà allora: Cfr. infra (se il rimando è a pagine successive; altrimenti, supra),
p. (pp. ). L’indicazione Cfr. o Vgl. va usata anche quando si sta parafrasando un testo,
un testo cioè di cui si stiano riportando alcuni concetti senza però citarne direttamente
delle frasi; se tale parafrasi occupa più capoversi, è bene apporre l’indicatore di nota al
termine di ogni capoverso e mettere in nota il Cfr. (o Vgl.), seguito dalle indicazioni
necessarie (autore, titolo, pagina etc)
3) L’indicazione Ibidem (o Ibid.; senza virgolette e in stampatello minuscolo) significa:
“stessa opera e stessa pagina della nota precedente”. In tedesco: ebenda.
4) L’indicazione ivi, p. (oppure pp.) (stampatello minuscolo, senza virgolette e non
sottolineata) significa “stessa opera, pagina diversa della nota precedente”. In tedesco:
ebenda.
5) L’indicazione cit. (non sottolineata, senza virgolette e in corsivo) significa: “stesso
testo di cui si è parlato in precedenza nel corso della tesi, ma di un autore di cui nella
tesi si citino altri testi”, e sostituisce città, casa editrice e anno di pubblicazione.
ESEMPIO: (si cita dai Wilhelm Meisters Lehrjahre di Goethe, ma di Goethe si sono già
ricordate, o si ricorderanno in seguito, altre opere): quindi: J. W. GOETHE, Wilhelm
Meisters Lehrjahre [1796], cit., pp. 118-123. In tedesco: (=Anm.3) oppure (=Anm.12)...
6) L’indicazione op. cit. (non sottolineata, senza virgolette e in corsivo) significa:
“stesso testo di cui sì è parlato in precedenza nel corso della tesi e di un autore di cui
non si citino altri testi” e sostituisce titolo dell’opera, città, casa editrice a anno di
pubblicazione. ESEMPIO: (si cita dai Wilhelm Meisters Lehrjahre di Goethe, non
avendo, né prima né dopo, ricordato altre opere di Goethe): quindi: J. W. GOETHE, op.
cit.. pp. 118-123. In tedesco: (=Anm. 3) oppure (=Anm.12)...
6) L’indicazione passim (senza virgolette e in corsivo) significa : “non mi riferisco a un
pagina precisa del testo, poiché l’autore ha parlato della questione più o meno in tutto il
testo”. (Tedesco: passim). ESEMPIO: L. MITTNER, L’espressionismo [1965], Bari,
Laterza, 21975 (=Universale Laterza), passim.
Indicazioni riguardanti il testo della tesi non compreso nelle note:
1) Il numero dell’esponente di nota va messo prima del segno d’interpunzione nel caso
ci si riferisca a un singolo termine della frase oppure a una parte della frase. Se invece
ci si riferisce alla frase nella sua interezza, allora il numero dell’esponente di nota va
messo dopo il segno d’interpunzione.
ESEMPIO I: Lo stile astratto della fiaba viene perfezionato grazie a una serie di tratti
caratteristici1, la maggioranza dei quali è stato già esaminato. (La nota riguarderà così
solo i “tratti caratteristici”).
ESEMPIO II: Lo stile astratto della fiaba viene perfezionato grazie a una serie di tratti
caratteristici, la maggioranza dei quali è stato già esaminato.1 (La nota riguarderà così
il concetto complessivo espresso nella frase).
2) Le citazioni fino a tre righe (circa) possono essere inserite di seguito nel testo
(eventualmente fra parentesi tonda), mentre quelle più lunghe vanno scritte rientrate di
tre spazi rispetto al testo.
3) Nelle citazioni, i tre puntini di sospensione (indicanti l’omissione di una parte del
testo) vanno messi tra parentesi quadre. ESEMPIO: “Ormai hai assolto il tuo compito di
padre [...] e puoi andartene”. Per quanto riguarda quest’ultimo esempio, potrebbe essere
necessario inserire nella citazione (prima o dopo la parentesi quadra) un punto; ciò nel
caso che nella parte della frase omessa tale punto sia presente; in tal caso, la parte della
citazione dopo il punto va fatta iniziare con la lettera maiuscola.
4) Ogni parola “straniera” rispetto al contesto linguistico della tesi va scritta in corsivo,
ad eccezione di quelle ormai saldamente entrate anche nel linguaggio comune e non
sostituibili. Ad esempio, in italiano, non vanno scritte in corsivo parole come “film”,
“sport”, “computer” etc, mentre sono da scrivere in corsivo parole come élite,
Blitzkrieg, input, week-end etc.
5) L’ellissi va segnalata attraverso tre puntini di sospensione fra parentesi quadra: [...]
6) I termini tedeschi vanno riportati sempre al nominativo (fra virgolette) e in questi
casi l’articolo italiano si accorda con il genere del sostantivo tedesco (“la”, “le” per il
femminile; “il”, “lo”, “i”, “gli” per maschile e neutro) (lo “Junges Deutschland”; nel
“Grüner Heinrich”; gli “Erlebnisse”; la “Weltanschauung” di Goethe).
Alcuni suggerimenti per la stesura della BIBLIOGRAFIA:
1) Per la suddivisione in sezioni (“opere di letteratura primaria analizzate”, “altre opere
di letteratura primaria consultate”, “letteratura secondaria”, “articoli di rivista”, “articoli
di quotidiano” etc.), consultare i relatori, visto che quasi ogni tesi dispone di caratteri
specifici di cui non è qui possibile fornire un quadro esauriente.
2) La Bibliografia va messa in fondo alla tesi, dopo le “Conclusioni”, gli eventuali
“Allegati” e la “Zusammenfassung”. L’indice va invece posto all’inizio della tesi stessa.
3) Nella Bibliografia, al contrario delle note, il cognome (per esteso e in maiuscolo
stampatello) dell’autore, va messo prima del nome di battesimo (per esteso e in
minuscolo stampatello) e dell’eventuale “von” (per esteso e in minuscolo stampatello).
ESEMPIO I a (nota): H. v. KLEIST etc... ESEMPIO I b (bibliografia): KLEIST,
Heinrich von etc...
Casi in cui il cognome dell’autore sia preceduto non solo dal “von” ma anche da un
articolo: ESEMPIO II a (nota): G. von dem BORNE etc... ESEMPIO II b
(bibliografia): BORNE, Gustav von dem etc...
Buon lavoro !!