l`intervista - Marco Luchetti
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l`intervista - Marco Luchetti
L’INTERVISTA Luchetti: occorre una rete diagnostica più efficiente di ROSA CIRIACO BRUNORI L Nostra intervista a Marco Luchetti, presidente della Commissione dell’Assemblea legislativa delle Marche che si occupa di sanità e servizi sociali. a Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori ha un obiettivo prioritario: vincere il cancro attraverso la prevenzione e la diagnosi precoce ma ha anche l’obiettivo di far in modo che vengano assicurate a chi purtroppo si è ammalato le cure necessarie ed una buona qualità di vita. Sappiamo che la sopravvivenza dei malati oncologici è in aumento ed e quindi indispensabile incrementare gli interventi volti alla riabilitazione fisica e psicologica, all’assistenza domiciliare sanitaria, sociale ed economica, alla tutela del malato sul posto di lavoro. Aiutare cioè le persone che hanno sfortunatamente contratto la malattia a vivere in modo più attivo possibile, e svolgere le normali funzioni familiari e sociali e ad avere contemporaneamente la possibilità di seguire le terapie sanitarie. Purtroppo a volte le speranze di vita si esauriscono ed ecco allora la necessità di essere assistiti in modo adeguato e di essere protetti dal dolore. La terapia del dolore e le cure palliative sono un diritto del malato e della sua famiglia. Su questi problemi è opportuno sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche e soprattutto i nostri amministratori. Perciò ho ritenuto opportuno sentire il dottor Marco Luchetti, Presidente della Commissione dell’Assemblea legislativa delle Marche che si occupa di sanità e di servizi sociali. Come è noto il dottor Luchetti è da molto tempo impegnato nel settore socio-sanitario, conosce bene i relativi problemi ed ha dimostrato adeguata sensibilità. Successivamente sentiremo altri amministratori ed operatori del settore nell’intento di promuovere le iniziative che rispondono alle finalità della Lega. Dottor Luchetti, qual è il suo parere sulle politiche attuali dei servizi oncologici come prevenzione ed assistenza a livello regionale? Nelle Marche opera una rete oncologica di tutto rispetto. Presso gi ospedali di zona così come nelle aziende ospedaliere “Ospedali Riuniti” di Ancona e “San Salvatore” di Pesaro esistono unità operative oncologiche guidate da professionisti preparati, conosciuti anche fuori regione. Possiamo sicuramente affermare che i protocolli di cura delle nostre strutture sono quelli più avanzati. Dobbiamo fare passi avanti riguardo alle strutture diagnostiche ed organizzare più efficacemente quelle radioterapiche. Il tema principale rimane la prevenzione su cui abbiamo lavorato realizzando screening efficaci. E’ entrata a regime la prevenzione del tumore alla mammella ed è in atto lo screening per il tumore del colon-retto. Sicuramente possiamo progredire e per questo sarà necessario porre in essere una rete diagnostica più efficace, ma occorre comunque lavorare perché si segue a pag. 6 5 DICEMBRE - DUEMILANOVE L’INTERVISTA segue da pag. 5 mutino gli stili di vita, a cominciare dalla corretta educazione alimentare. Inoltre l’assistenza domiciliare va potenziata; oggi in larga parte essa è sorretta da una straordinaria rete di volontariato. “Nelle Marche opera una rete oncologica di tutto rispetto” Quali azioni dovranno essere portate avanti con la nuova legislatura regionale? Il buon livello della nostra rete oncologica può essere ulteriormente migliorato; ciò andrà fatto nell’ambito degli obiettivi generali di programmazione che hanno, nella realizzazione della rete regionale, il punto di forza. L’obiettivo di realizzare l’Istituto Regionale dei Tumori, coordinato dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, potrà costituire un rafforzamento della professionalità e della omogeneità di trattamento clinico. In tale ambito potranno essere definiti protocolli innovativi per le cure domiciliari che dovranno avere sviluppo anche nel campo della medicina del dolore e delle cure palliative. Il piano sanitario, che ha previsto presso l’azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Ancona il riferimento su questa materia, dovrà trovare concreta attuazione. Le Marche in passato furono riferimento dell’Italia centrale nella chirurgia oncologica; sarebbe giusto riflettere su come conservare tale specialità nel contesto attuale, per evitare che i nostri DICEMBRE - DUEMILANOVE cittadini siano costretti ad emigrare in altre regioni. Quali sono i problemi da risolvere? L’Azienda Sanitaria Unica Regionale ha consentito il parziale superamento dei campanilismi nella sanità. Questo può agevolare non solo la realizzazione di quanto sopra esposto, ma anche l’individuazione nel territorio di punti di riferimento specialistici in un’ottica di ripartizione delle competenze. In campo oncologico, come del resto in altri settori, le sinergie sono essenziali per affrontare meglio i problemi. Nelle Marche siamo in grado di realizzare ciò. L’oncologia, l’ictus e le patologie circolatorie attualmente sono le cause principali di decesso e di invalidità. La nostra sanità si dovrà attrezzare prioritariamente e, in tali ambiti, dare le giuste risposte. Possiamo contare sulla sua disponibilità per rendere sempre più efficaci le azioni di tutela dei malati? L’esperienza accumulata in questi anni in materia di sanità e di servizi sociali mi ha convinto che un decisore politico in sanità non può non avere almeno una progettualità di fondo. Troppo spesso la sanità ha trovato sulla sua strada decisioni più rivolte all’acquisizione del mero consenso che all’effettivo interesse del suo buon governo. La politica non abbandonerà mai la propria influenza sulla gestione del settore sanitario: ciò è legittimo se le scelte sono rivolte al bene comune. A tale consapevolezza si dovrebbe aggiungere una sana passione, in quanto le scelte politiche in questo caso hanno a che fare con la salute e con le primarie condizioni di vita delle persone. Qual è a suo parere il ruolo delle associazioni che si occupano della malattia oncologica. Devono essere maggiormente coinvolte? Il volontariato, ha acquisito nel nostro Paese, ed in particolare nelle Marche, una dimensione eccezionale. E’ stata la giusta risposta ad una cultura individualista ed egoista. In campo oncologico l’associazionismo ha raggiunto una dimensione di supplenza agli stessi servizi pubblici. Questo è stato possibile per la scoperta, fatta da tanti militanti, di trovare nel dono la realizzazione delle proprie aspirazioni. Ciò si è manifestato proprio nei momenti cruciali dell’esistenza, quasi a sottolineare una profonda “Il volontariato da noi ha una dimensione eccezionale” e comune condivisione dell’esperienza dell’uomo. L’associazionismo attualmente è un patrimonio insostituibile; esso non va strumentalizzato o internalizzato nelle azioni delle istituzioni. Queste debbono riconoscere, in un’ottica di sussidiarietà, la necessità di supportarlo e di metterlo nelle condizioni di operare al meglio. 6