Vincono le scarpe italiane
Transcript
Vincono le scarpe italiane
MILANO FINANZA 14 Giugno 2008 27 TENDENZE Una nuova ricerca rivela che Ferragamo, Tod’s e Prada sono i marchi di calzature più prestigiosi per i ricchi americani. Che avevano già messo sul podio Zegna, Brioni, Armani, Valentino e Bottega Veneta di Paola Longo e Alessandro Wagner I l connubio moda italianamade in Italy stravince nelle percezione degli affluent statunitensi come il massimo del prestigio. E i nuovi nomi evidenziati questa settimana dalle ricerche del Luxury Institute statunitense hanno anche un molto interessante risvolto borsistico: i tre brand di calzature maschili considerati più prestigiosi sono nell’ordine Ferragamo, Tod’s e Prada, cioè una società quotata e due che per quotarsi aspettano solo che le condizioni di mercato migliorino. Per le tre griffe la ricerca conferma quello che è forse il plus principale di ognuna: la capacità di trasferire e consolidare una percezione di lusso, di esclusività che evidentemente non impatta solo sull’universo femminile ma anche su quello maschile. Nonostante la totale assenza di campagne pubblicitarie mirate sul pubblico maschile come invece avviene per il pubblico femminile dove star del calibro di Claudia Schiffer o Gwineth Paltrow prestano il loro volto (e i loro piedi) per spot famosissimi. La settimana scorsa (vedere Milano Finanza di sabato 7 giugno) era stata la volta dell’abbigliamento maschile e femminile, che aveva visto nei primi sei posti, tre per la moda uomo e tre per la moda donna, cinque griffe italiane in classifica. La nuova ricerca (il Luxury Brand Status Index effettuata dal Luxury Institute, istituto di ricerca indipendente sull’industria del lusso) basata su un campione di consumatori americani con un reddito di almeno 350 mila dollari restituisce un esito praticamente analogo: tre brand italiani ai primi tre po- Vincono le scarpe italiane S&P: Burberry ha seminato bene, salirà Standard & Poor’s Equity Research è pessimista sulle prospettive di breve termine del comparto del lusso (si veda intervista in MFFashion di martedì scorso, in cui l’analista Alessandra Coppola ha confermato il giudizio underweight – sottopesare in portafoglio – sul settore), ma fa un’eccezione per Burberry. L’azione è infatti l’unica tra i titoli luxury su cui gli esperti hanno una raccomandazione positiva (buy, acquistare). Alla base di tale giudizio vi è la considerazione che Burberry ha perso molto terreno in borsa nel 2007 e alle quotazioni attuali è dunque a sconto rispetto al settore nel suo complesso. Inoltre, gli analisti apprezzano il timing degli importanti investimenti realizzati dal gruppo. Negli ultimi tre-quattro anni Burberry ha infatti ampliato la sua rete distributiva, in linea con la strategia di spostarsi dall’apparel al vero e proprio lusso, e ora per S&P Equity Research trarrà i frutti di questa politica. Al contrario, spiegano gli esperti, Bulgari ha annunciato corposi investimenti, i maggiori in termini di esborso nella storia del gruppo, in un momento in cui i mercati finanziari sono entrati in crisi. Un timing scorretto a detta degli analisti, dal momento che gli investimenti incidono negativamente sui margini, già messi sotto pressione in un periodo di rallentamento dei ricavi. S&P Equity Research ritiene che Bulgari pagherà lo scotto in borsa di tale timing sbagliato e stima ulteriori margini di downside per il titolo, pur riconoscendo la valenza strategica della politica di investimenti della società nel lungo periodo. S&P Equity Research ha ribadito il rating sell anche su Lvmh, Richemont ed Hermes. Quanto ad Hermes, gli analisti si dicono scettici sulla possibilità che il gruppo venga venduto e non giustificano dunque margini significativi di upside derivanti dalla speculazione sul titolo. (riproduzione riservata) Paola Longo A sinistra Claudia Schiffer per Ferragamo Nell’immagine a destra Gwyneth Paltrow per Tod’s sti. «Il top rating di Ferragamo nella calzatura maschile dimostra che si tratta di un brand-icona», commenta Milton Pedraza, amministratore delegato del Luxury Institute. «I consumatori uomini dell’upper class americana in un paio di scarpe cercano il massimo prestigio, ma anche la funzionalità e il valore. E Ferragamo ha garantito queste caratteristiche nel 2008». Nel complesso, un aspetto che emerge dall’inchiesta evidenzia che i brand specializzati in una TOD’S TEME UNA CONFERMA SOTTO QUOTA 36 Negli ultimi mesi Tod’s ha disegnato un ampio triangolo simmetrico, che ha progressivamente compresso le oscillazioni del titolo tra 36 e 42 euro: in chiusura di ottava le quotazioni hanno testato il bordo inferiore della figura, minacciando un pericoloso breakout ribassista. Una conferma sotto quota 36 aprirebbe la strada a una veloce correzione verso il successivo supporto in area 34-33,90. Nel breve diventa quindi fondamentale un rapido ritorno sopra 37,50 euro, al fine di evitare una nuova accelerazione ribassista. (riproduzione riservata) Alberto Micheli categoria di prodotto tendono a far meglio di quelli più generalisti. «È anche chiaro», aggiunge Pedraza, «che quando si tratta di calzature da uomo di lusso l’Italia domina la categoria». Il nostro Paese ha infatti conquistato ben nove delle prime dieci posizioni nella classifica stilata dall’istituto newyorkese. Oltre a Ferragamo, Tod’s e Prada, sono in top ten anche Armani, Berluti, Bruno Magli, Dolce & Gabbana, Ermenegildo Zegna, Gucci. La ricerca del Luxury Institute è del resto tenuta in particolare conto dal management delle stesse società del lusso, proprio alla luce di una riconosciuta imparzialità: «I manager delle società italiane», argomenta Pedraza, «ci hanno confermato che le nostre inchieste li hanno aiutati a definire e migliorare le loro strategie di brand negli anni, riportando il vero sentiment del consumatore statunitense con elevate possibilità economiche». Qualche giorno fa un’altra indagine del luxury institute aveva indicato Bottega Veneta, prima per prestigio nella classifica dei marchi femminili del lusso e Ermenegildo Zegna primo tra quelli maschili, i brand più prestigiosi nell’abbigliamento. Per il womanswear, sui 26 brand selezionati nove erano italiani. E due si erano piazzati fra i primi tre della classifica: oltre a Bottega Veneta (che fa capo al Gucci group) al primo posto, Valentino era risultato terzo (secondo era risultato Hermès). Gli altri sono Armani, Dolce&Gabbana, Ferragamo, Fendi, Gucci, Prada, Versace. E anche nella graduatoria dei marchi maschili del lusso (23 quelli presi in considerazione) si parla decisamente italiano. Tutti i gradini del podio sono occupati da aziende tricolore (Zegna, Armani e Brioni) e nel paniere dei marchi più prestigiosi in assoluto compaiono anche Brooks Brothers (brand americano ma che fa capo alla famiglia Del Vecchio), Canali, Dolce&Gabbana, Ferragamo, Prada e Versace. Le classifiche del Luxury Institute indirettamente sanciscono una curiosa verità: nonostante le aspirazioni e anche la convinzione diffusa che esista ancora un primato di Parigi e della moda francese su quella italiana, primato che troverebbe un’indiretta conferma nel fatto che i due giganti del lusso sotto il profilo della conglomerata societaria e del giro d’affari complessivo sono Lvmh e Ppr, appunto due gruppi francesi, il massimo del prestigio per gli americani è invece italiano. Almeno in base a parametri di valutazione dei consumatori e non al valore economico delle griffe (in questo caso tradizionalmente i marchi dei gruppi Lvmh e Ppr surclassano quelli domestici). Ma a parte il dibattito su quale bandiera europea debba fregiarsi del primato nel mercato del lusso Usa, lo studio della società americana sembra comunque garantire il successo delle maison italiane nel 2008 sul mercato statunitense. Il responso dell’indagine è maturato sulla base di un campione molto qualificato: 803 uomini e 818 donne dell’upper class americana, con un reddito annuo minimo di 348 mila dollari (circa 200 milioni di euro al cambio attuale) e un patrimonio complessivo di 3,6 milioni. Cioè consumatori che, qualunque sia il ciclo congiunturale, continuano a spendere e a volere solo il massimo. (riproduzione riservata) Miuccia Prada