Sicilia, la produzione si è fermata “Siamo fanalino di coda in Italia”
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Sicilia, la produzione si è fermata “Siamo fanalino di coda in Italia”
la Repubblica ECONOMIA E POLITICA MARTEDÌ 24 AGOSTO 2010 PALERMO � II Gli effetti della crisi Sicilia, la produzione si è fermata “Siamo fanalino di coda in Italia” I dati Confcommercio: Pil a crescita zero. Allarme degli industriali GIOVANNI SCARLATA UNA nuova mazzata per l’economia siciliana: il Pil non cresce più e i siciliani sono sempre più poveri rispetto al resto degli italiani. A rivelarlo è uno studio della Confcommercio che, dopo avere analizzato la ricchezza prodotta nel corso del 2010 dalle varie regioni italiane, ha registrato lo stop dell’economia dell’Isola. Con un incremento dello 0,4 per cento, infatti, la Sicilia si trova tra le regioni che meno produrranno nel corso dell’an- È aumentata la distanza dal Nord del Paese La ricchezza pro capite è la metà di quella registrata fra gli abitanti della Valle d’Aosta no. Peggio hanno fatto solo Basilicata e Calabria, rispettivamente ferme a 0,2 e 0,3 per cento. Sconfortanti i dati pro capite che, con poco più di 17 mila euro, vedono i siciliani fermi circa alla metà del Pil pro capite degli abitanti della Valle d’Aosta. Non lascia spazio ad interpretazioni ottimistiche lo studio della Confcommercio: il gap di ricchezza tra la Sicilia e il resto d’Italia continua ad aumentare. Se fino al 2007 il dato di crescita del Pil, attestatosi intorno all’1,3 per cento, era di poco inferiore al dato nazionale ed in linea con quello del Mezzogiorno, il 2010 ha visto il circuito economico siciliano letteralmente collassare su se stesso. Un fenomeno che, secondo gli esperti della confederazione generale del commercio, è destinato a perdurare e ad aggravarsi anche nel corso del 2011: le previsioni fornite, infatti, parlano di un incremento appena dello 0,1 per cento. Non deve ingannare il fatto che la Sicilia abbia perso meno ricchezza rispetto alla media italiana: la situazione di debolezza strutturale della economia dell’Isola ha fatto in modo che gli effetti della crisi fossero comunque devastanti. A luglio, ad esempio, Messina e Trapani sono state tra le province che hanno fatto registrare la più alta crescita delle ore di cassa integrazione rispetto a luglio. Preoccupato l’assessore regionale all’Industria Marco Venturi. «Questi dati confermano la necessità di imporre una sterzata vigorosa per rilanciare la Sicilia — spiega — Occorrono riforme concrete per quanto riguarda la struttura amministrativa, dobbiamo rendere la burocrazia più celere e più collaborativa nei confronti delle imprese. Solo così potremo rendere l’Isola appetibile per gli investitori». La ricetta di Venturi parte da un caposaldo: la rimodulazione dei fondi strutturali. «I fondi comunitari devono essere investi- L’INDUSTRIA Calo della produzione industriale Pil stagnante in Sicilia L’ultimo allarme sull’economia arriva da Confcommer cio ti in maniera concreta ed incisiva sulle infrastrutture. Penso ad una rete ferroviaria ad alta velocità che colleghi le province, ad interventi importanti sull’apparato stradale e portuale e, cosa ancor più importante, a dotare l’intera Sicilia della banda larga. Trovo assurdo che in alcune zone l’adsl sia ancora un miraggio». Idee chiare anche quando si parla di individuare i nuovi protagonisti del rilancio siciliano. «Dobbiamo fare crescere la piccola e media impresa — dice Venturi — Occorre rompere con la gestione passata fatta di un socialismo cubano e di spese dissennate. Rilanciare la Sicilia significa dedicare ai privati uno spazio sempre più importante». Lancia, invece, l’allarme Alessandro Albanese, di Confindustria Palermo. Per il neo presidente degli industriali palermitani la situazione è peggiore di quella descritta da Confcommercio. «Lo stop del Pil — dice — è preoccupante ma i dati sugli ordinativi in nostro possesso parlano di una vera e propria catastrofe. Si prevedono trend negativi a doppia cifra e questa è la vera cartina tornasole di una situazione economica che non ha precedenti». Analizzando il momento dell’Isola, Albanese punta il dito contro la gestione dei fondi comunitari: «L’economia dipende troppo dal settore pubblico. Speravamo che nel 2009 si potesse venire fuori grazie ad un uso dei fondi europei che rimettesse in moto le cose e invece ci scontriamo con questo vero e proprio dramma». © RIPRODUZIONE RISERVATA L'economia siciliana in cifre PRODOTTO INTERNO LORDO Variazione 2009 su 2008 Previsione 2010 +0,4% TASSO DI DISOCCUPAZIONE Previsione 2011 Pil pro capite +0,1% Sicilia Valle d'Aosta 17.170 13,9% 12,5% 7,8% 33.496 Sicilia -3,2% Mezzogiorno Italia I DOSSIER LA REGIONE IN ROSSO Sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico ci sono dieci dossier su altrettante aziende siciliane in crisi, con 5 mila posti a rischio Allarme conti per la Regione, a causa del calo del Pil sono diminuite le entrate e a settembre occorrerà una manovra correttiva del bilancio La vertenza Uno dei tre docenti in sciopero della fame a Palermo è stato colto da malore: “Ma continuo, senza risposte porteranno via da qui il mio cadavere” Scuola, si allarga la protesta dei precari occupato il provveditorato di Caltanissetta PER la seconda volta, Pietro Di Grusa, uno dei tre precari della scuola da una settimana in sciopero della fame contro i tagli della riforma Gelmini, ha avuto un malore. Visitato dal personale del 118 accorso in via Praga, il cinquantenne collaboratore scolastico ha rifiutato il ricovero in ospedale rimanendo a presidiare l’ex Provveditorato agli studi. «O mi danno un lavoro o porteranno via da qui il mio cadavere». In attesa della manifestazione dei precari di giovedì, l’assessore regionale della Pubblica istruzione Mario Centorrino riceverà oggi pomeriggio una della scuola. Dal Pd, all’Italia dei Valori, passando per Un’altra storia sono stati numerosi gli attestati di solidarietà. Il Partito democratico palermitano ha deciso di scendere in piazza insieme ai dimostranti nella manifestazione di giovedì prossimo a piazza Politeama. «Non c’è nessuna riforma — si legge in una nota — si tratta solo di una serie di tagli che privano di futuro il Paese». Sulla stessa linea anche Un’altra storia, il movimento di Rita Borsellino: «Aderiremo alla manifestazione — spiega il coordinatore Alfio Foti — perché il problema dei precari è un’emer- MATITA ALLEGRA Oggi l’incontro con l’assessore Centorrino “Ma le risposte deve darle Roma” delegazione dei manifestanti per fare il punto sulla situazione. La protesta intanto si allarga: da ieri un centinaio tra docenti e personale Ata occupa l’ufficio scolastico di Caltanissetta. «Accogliamo con favore l’incontro con l’assessore Centorrino — dice Salvatore Altadonna uno dei tre precari in sciopero della fame — A prescindere da come andrà con Centorrino lo sciopero della fame continuerà Giovedì la manifestazione alla quale hanno aderito il Pd e i dipietristi almeno fino al 26 agosto quando, incontrando il sottosegretario all’Istruzione Pizza, potremo finalmente tastare il polso al governo». Intanto però la fatica comincia a farsi sentire. «Ho accusato dei mancamenti e dei problemi gastrointestinali — racconta Altadonna — ma non ho intenzione di fermarmi. Sto leggendo un libro su come gestire gli scioperi della fame e so cosa aspettarmi dal mio corpo. Vo- gliono che mi fermi? Sono dispostissimo a farlo se qualcuno mi spiega come mai da un anno all’altro sono diventato inutile per lo Stato». Anche Pietro Di Grusa si dice irremovibile: «Trovo paradossale che mi abbiano ascoltato solo nel momento in cui sono finito in ospedale. Fino a che non avremo notizie concrete — racconta visibilmente provato — io resterò qui a digiunare. Non c’è nulla che può far- mi cambiare idea». Di Grusa non è nuovo agli scioperi della fame, già in dicembre infatti aveva messo in atto una protesta del genere conclusasi con un incontro con il presidente della Regione Raffaele Lombardo. «Il governatore ci aveva detto di rassicurare le nostre famiglie — racconta — dopo otto mesi non è cambiato assolutamente nulla». Il centrosinistra intanto si mobilita a sostegno dei precari genza che riguarda tutti. Affossando la scuola si danneggiano le nuove generazioni». Un attacco al governo è giunto anche dal senatore Idv Fabio Giambrone: «Bisogna trovare una soluzione che eviti le conseguenze degli sciagurati tagli della riforma Gelmini. Il 26 agosto saremo a fianco ai lavoratori nell’incontro con il sottosegretario Pizza». g. scar. © RIPRODUZIONE RISERVATA