La chimica pervade le nostre vite passando spesso inosservata
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La chimica pervade le nostre vite passando spesso inosservata
La chimica pervade le nostre vite passando spesso inosservata: così scriveva il Premio Nobel per la Chimica Jean Marie Lehn nel 1987. E aveva ragione: senza chimica non avremmo telefoni, saponi, aspirina, dipinti, cinema... Commenta la citazione e analizzane le implicazioni sia positive che negative. Il nostro Universo è costituito da materia che costantemente muta la propria essenza evolvendo in diverse forme di energia. La chimica è lo studio di questo mutamento. I vari campi del sapere come biologia, fisica, matematica, sono tutti ugualmente dipendenti da essa e vengono riconosciuti in modo unanime come parte integrante dello stesso sapere scientifico. Ogni giorno avvengono attorno a noi tanti piccoli processi chimici ai quali spesso non prestiamo la giusta attenzione ma che nascondono in sé un universo affascinante e tutto da scoprire. Nonostante l’espressione “divulgazione chimica” abbia spesso avuto il sapore di un ossimoro, il trucco sta unicamente nel convincerci che la chimica è divertente, necessaria e fornisce strumenti utili per affrontare vari problemi quotidiani riguardanti la salute e i farmaci, i cibi e i pregiudizi che spesso ci accompagnano. In casa, ad esempio, l’eliminazione delle macchie, un fastidioso problema quotidiano, dal punto di vista scientifico è in realtà una sfida esaltante e un processo chimico incredibilmente complesso. Questo “esperimento” presenta infatti molte variabili: non possiamo eliminare la cera delle candele dalla tovaglia nello stesso modo in cui togliamo una macchia di caffè dalla camicia; senza parlare del fatto che la macchia di caffè va trattata in modo diverso a seconda che ci sia latte o zucchero. La rimozione delle macchie si fonda su quattro principi fondamentali: assorbenza, soluzione, detergenza e reattività chimica. Sostanze diverse reagiscono in modo diverso ai solventi (amido di mais, polvere di talco, sale). Facciamo un esempio pratico: le macchie d’unto non si sciolgono in acqua a meno che non venga aggiunto sapone o detersivo; questi additivi modificano la tensione superficiale dell’acqua, permettendole di penetrare più facilmente negli interstizi del tessuto portando via la sporcizia. Il sapone è infatti formato da lunghe molecole, un estremo delle quali è solubile in acqua (idrofilo) e l’altro in olio (lipofilo). Così un estremo della molecola si ancora alla sporcizia grassa e l’altro si lega all’acqua eliminando così lo sporco dopo il risciacquo. Lo stesso principio vale anche quando, più semplicemente, ci laviamo le mani. Tra i vari, spesso inconsapevoli, esperimenti casalinghi troviamo anche la cottura nel microonde, la quale segue processi chimici molto interessanti. Le microonde sono una forma di energia e possono essere effettivamente assorbite dai materiali: l’umidità presente nei cibi assorbe le onde che forniscono in tal modo energia alle molecole d’acqua. Queste si muovono allora più rapidamente ed è tale movimento quello che noi percepiamo come calore e ci garantisce un piatto caldo quando abbiamo molta fame e molta poca voglia di cucinare. Senza allontanarci dalla cucina, poggiando lo sguardo sul portafrutta, può capitare di storcere il naso alla vista di una coppia di banane troppo mature, dalla buccia marrone scuro e dall’aspetto decisamente poco appetitoso: questo accade specialmente dopo che si sono, detto volgarmente, “ammaccate”, ovvero in seguito ad una qualsiasi lesione superficiale. Ciò é dovuto al rilascio da parte delle cellule di sostanze chimiche chiamate polifenoli che entrando in contatto con l’enzima polifenolossidasi ( o fenolasi) vengono convertiti in chinoni che reagendo fra di essi formano macromolecole di color marrone scuro (questo fenomeno è in effetti simile alla chimica della nostra pelle quando ci abbronziamo). Le banane tra l’altro contengono acetato di amile e potrebbero essere usate tranquillamente per lucidare le scarpe; infine contengono potassio e sono dunque ottime per la pressione arteriosa. Più in generale, non si può mai essere troppo grati alla chimica se si pensa alla serie di migliorie che essa ha introdotto nella vita di tutti i giorni, relegando strumenti e pratiche antiquate nel “cestino dei rifiuti” della storia. Pensiamo ad esempio al fiammifero, stecchino di legno immerso in paraffina e ricoperto con un misto di zolfo (ottimo combustibile), potassio clorato ( che fornisce ossigeno ) e colla, la cui accensione viene determinata dallo sfregamento su una striscia di fosforo rosso e carta vetrata, oppure al nylon per le calze, alla gomma sintetica, al plexiglas (usato nei primi interventi di cataratta), materie molto diverse ma tutte realizzate con catene di polimeri, o agli airbag, il cui funzionamento è determinato dallo scoppio di una scintilla che reagendo con l’azoturo di sodio libera grandi quantità di gas azoto in pochi nanosecondi preservando la preziosità della vita umana. La Chimica non risparmiò neppure l’industria della moda se si pensa che un giorno un brillante, giovane scienziato lavorando sulla chinina (unico antidoto contro la malaria allora conosciuto), “giocherellando” con alcol e catrame del carbone ottenne una soluzione di un bel color viola brillante, il color malva appunto, che poi prese il nome del suo scopritore ( malva di Perky ) e sappiamo per certo che la regina Vittoria non disdegnava affatto tale scoperta specie all’interno del suo guardaroba. Dalla lampadina alla birra tutto è chimica. Le scoperte scientifiche aumentano di giorno in giorno e tuttavia raramente la scienza può darci risposte conclusive. I grandi passi avanti compiuti ci hanno permesso di essere l’umanità che siamo oggi, con pregi e difetti, parte di un tutto che chiamiamo Universo. Gianluca Maldera, classe III F Liceo Classico Statale “Pilo Albertelli” di Roma