Amianto, rimozione finanziata
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Amianto, rimozione finanziata
LAVO RO E PREVIDENZA Martedì 22 Marzo 2016 35 Nelle Faq dell’Inail alcuni chiarimenti alle imprese per accedere al Bando Isi 2015 Amianto, rimozione finanziata Fondi anche per la posa in opera dei nuovi materiali DI DANIELE CIRIOLI S cossaline e grondaie rientrano tra le spese finanziabili, in caso di rifacimento della copertura per la rimozione di amianto. E sono finanziabili anche le spese di posa in opera del materiale sostitutivo di copertura, ma fino al massimo di 25 euro a metro quadrato. . A precisarlo, tra l’altro, è l’Inail in una serie di Faq pubblicate sul sito internet relative al bando Isi 2015. Il bando 2015. Il bando Isi 2015 ha stanziato 276.269.986 (sesta tranche di complessivi 1,2 miliardi di euro), con la novità di prevedere uno specifico asse di finanziamento dedicato ai progetti finalizzati alla rimozione di materiali con amianto. Destinatarie dei finanziamenti sono tutte le imprese, ad eccezione di quelle ammesse a contributo per avvisi di anni precedenti o per il bando Fipit. Tre le tipologie di progetti ammessi: di investimento; di I costi per le coperture I controsoffitti Finanziabile. Rientrano tra le opere Le lattonerie (scossaline) Finanziabile. Rientrano tra le opere accessorie I canali di gronda Finanziabile. Rientrano tra le opere accessorie deteriorati NON finanziabile, perché finalizzate a prevenire altri rischi Le linee vita definitive (caduta dall’alto dopo la sostituzione della copertura) Spese sicurezza Finanziabile. Rientra tra opere indispensabili per esecuzione del lavoro realizzare l’intervento responsabilità sociale e per l’adozione di modelli organizzativi; di bonifica da amianto. Il contributo concesso è pari al 65% delle spese con massimo di 130 mila euro e minimo di 5 mila (minimo non operante per imprese fino a 50 dipendenti in caso di progetti del secondo tipo). Dal 1° marzo, si possono precaricare i progetti sul sito web dell’Inail al fine di verificarne la compatibilità. Il prezzo a metro quadro. Una prima Faq riguarda gli interventi di rimozione di coperture in amianto e chiede di sapere se i costi di posa in opera del materiale sostitutivo possano o meno essere compresi tra quelli finanziabili. La risposta è affermativa. Le spese di posa in opera della nuova copertura, spiega l’Inail, rientrano tra quelle indispensabili alla completezza dell’intervento; l’unica limitazione riguarda il costo del materiale sostitutivo: va computato nella misura massima di 25 euro per metro quadro di copertura rimossa e da sostituire. Pertanto, aggiunge l’Inail, nei preventivi presentati in caso di superamento del click day dovranno essere evidenziati i costi relativi all’acquisto del materiale sostitutivo delle coperture rimosse. La copertura da rifare. Una seconda Faq chiede di sapere se, sempre in caso di rimozione di coperture in amianto, sia finanziabile il rifacimento della nuova copertura di superficie maggiore di quella rimossa. La risposta è negativa. In tal caso, spiega l’Inail, nel computo delle spese di progetto si terrà conto unicamente della porzione riferibile alla sostituzione della copertura rimossa e, pertanto, la porzione eccedente resterà interamente a carico del richiedente. Capannoni in affitto. Un’ultima Faq, nel caso in cui l’intervento di rimozione dell’amianto riguardi una porzione di un immobile in locazione, chiede all’Inail se l’azienda locataria possa ottenere il contributo sull’intera copertura posto che, in caso di mancata eliminazione integrale dell’amianto sul tutta l’intera copertura, il rischio amianto comunque continuerebbe a sussistere per i propri dipendenti. La risposta è negativa anche in questo caso, perché l’Avviso pubblico prevede che, nel caso di locazioni parziali d’immobile, sia finanziata la sola quota parte dei lavori che riguarda la porzione di immobile non locata e utilizzata direttamente dai dipendenti dell’impresa richiedente. IN UNA NOTA INPS I COEFFICIENTI PER DETERMINARE LA BASE PENSIONABILE Pensioni, l’Istat aggiorna gli stipendi glio il criterio del «doppio calLo stipendio di 40 mila euro colo” (quota “A”, più quota “B”) del 2013 in pensione vale e del diverso utilizzo dei coef40.080 euro. E quando vieficienti Istat di aggiornamenne utilizzato per il calcolo Anno Quota A Quota B Anno Quota A Quota B to delle retribuzioni, si riporta della seconda quota, riferita il caso di un lavoratore che ha all’anzianità maturata dopo 2016 1,0000 1,0000 2008 1,9700 1,1738 compiuto 65 anni e chiede la il 31 dicembre 1992, sale sino 2015 1,0000 1,0000 2007 1,1320 1,2226 pensione con decorrenza 1° a 40.880 euro. Ora è dunnovembre 2016 con 42 anni e que possibile calcolare con 2014 1,0000 1,0100 2006 1,1750 1,2557 10 mesi di contribuzione. La esattezza una pensione con 2013 1,0020 1,0220 2005 1,1520 1,2925 misura del trattamento sarà decorrenza 2016, grazie ai determinata dalla somma dei coefficienti indicati dall’Istat 2012 1,0130 1,0434 2004 1,1950 1,3265 seguenti valori: che consentono di rivalutare 2011 1,0440 1,0858 2003 1,2180 1,3642 * quota A: anzianità maturale retribuzioni (i redditi nel ta a tutto il 31 dicembre 1992: caso dei lavoratori autonomi) 2010 1,0720 1,1256 2002 1,2480 1,4102 19 anni. La retribuzione meda considerare per la determi2009 1,0890 1,1543 2001 1,2790 1,4581 dia annua è computata sulla nazione della base annua penbase del quinquennio novemsionabile. I nuovi coefficienti Nelle colonne A sono indicati i coefficienti di rivalutazione delle retribuzioni da utilizzare per il calcolo della quota b bre 2011/ottobre 2016, con gli sono indicati nel messaggio di pensione riferita alla contribuzione versata a tutto il 31 dicembre 1992 (la quota A). Mentre nelle colonne B b Inps n. 1031/2016. Occorre sono riportati i coefficienti da utilizzare il calcolo della quota di pensione, maturata sulla base della contribuzione adeguamenti Istat, (inflazione media 2015); ricordare, inoltre, che, come successiva al 1° gennaio 1993 (la quota B). * quota B: l’ulteriore anzianità stabilito dalla riforma MontiFornero (art. 24, legge n. 214/2011), media degli ultimi 5 anni. Le retribu- naio 1993. Con l’introduzione del cri- contributiva maturata dal 1° gennaio per il calcolo della pensione, oltre alla zioni da utilizzare vengono rivalutate terio di calcolo su due quote si è reso 1993 al 31 dicembre 2011, ossia 19 quota retributiva, occorre aggiungere in base all’inflazione. Per trasformare necessario l’utilizzo di due diversi tipi anni. La retribuzione media annua è una ulteriore quota, determinata con il vecchio stipendio in uno aggiornato, di coefficienti Istat di aggiornamento: computata in base alle ultime 520 setil criterio contributivo riferita all’an- basta moltiplicarlo per gli appositi co- il primo (secondo le vecchie regole), le- timane, gli ultimi 10 anni (novembre zianità maturata dopo il 31 dicembre efficienti resi noti ogni anno dall’Istat gato alla variazione dell’indice Istat; 2006 - ottobre 2016), aggiornata con i (si veda la tabella). Dalla rivalutazio- il secondo più favorevole, ancorato coefficienti Istat, previsti dal Dlgs n. 2011. La retribuzione pensionabile. Il si- ne sono escluse le retribuzioni dell’an- all’indice Istat aumentato di un punto 503/1992 (variazione dell’indice dei stema di calcolo retributivo (o quota re- no di decorrenza della pensione e di percentuale per ogni anno solare preso prezzi al consumo per le famiglie di tributiva, per meglio dire) commisura quello precedente. Stesso discorso vale in considerazione ai fini del computo impiegati e operai, aumentata di un punto). l’importo del trattamento in rapporto per i lavoratori autonomi (artigiani e delle retribuzioni pensionabili. alla retribuzione media percepita negli commercianti). Nel loro caso anziché La quota C. Per le pensioni con * quota C: l’ulteriore anzianità contriultimi anni di attività lavorativa, in la retribuzione, va rivalutato il reddito decorrenza dal 2012, il calcolo della butiva maturata dal 1° gennaio 2012 rendita deve tener conto anche di una al 31 ottobre 2016 (4 anni e 10 mesi, modo da garantire una determinata pensionabile. percentuale della retribuzione stessa: Due quote. Sempre la riforma Amato, ulteriore quota (C), riferita all’anzia- pari a 182 settimane). Per determi80% in presenza della massima anzia- ha stabilito che dal 1° gennaio 1993 nità acquisita successivamente al 31 nare la quota C occorre individuare nità di 40 anni (2%, per ogni anno). la misura della pensione sia costituita dicembre 2011. La riforma Monti- l’accantonamento maturato, ossia la Con la riforma Amato del ‘93 (art. 3 dalla somma di due distinte quote: la Fornero ha infatti introdotto il cri- retribuzione dell’intero periodo per il del dlgs n. 503/1992) la ricerca della prima (A) corrispondente all’impor- terio di calcolo contributivo per tutti, 33%, e valorizzarlo moltiplicandolo per retribuzione da considerare per il cal- to relativo all’anzianità contributiva compresi coloro che potevano contare il 5,326%, il coefficiente di trasformacolo deve essere effettuata sugli ultimi maturata sino a tutto il 31 dicembre su 18 anni di versamenti al 31 dicem- zione stabilito nel sistema contributivo 10 anni di attività. Fino al 31 dicem- 1992; la seconda (B), corrispondente bre 1995, i quali sino ad allora hanno per chi chiede la pensione all’età di 65 bre 1992, la base per il calcolo della all’importo del trattamento relativo beneficiato del solo (e più favorevole) anni. pensione era invece determinata dalla all’anzianità acquisita dopo il 1° gen- criterio retributivo. Per spiegare meLeonardo Comegna I coefficienti di rivalutazione