• LUPUS ERITEMATOSO DISCOIDE (LED) Denominato anche

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• LUPUS ERITEMATOSO DISCOIDE (LED) Denominato anche
• LUPUS ERITEMATOSO DISCOIDE (LED)
Denominato anche lupus eritematoso cronico, interessa solo la cute.Lesioni eritematose con
ipercheratosi aderente ed esito in atrofia cicatriziale. Interessa prevalentemente il volto e le
altre zone fotoesposte; le lesioni del cuoio capelluto determinano alopecia cicatriziale. Le
lesioni possono essere uniche o multiple, localizzate o disseminate. Considerando il ruolo del
sole, la fotoprotezione costituisce la prima misura terapeutica. Nei casi più estesi la terapia è
l’ idrossiclorochina e in particolari casi i corticosteroidi per via sistemica.
Lupus eritematoso
discoide
• Dermatomiosite
Affezione infiammatorio-degenerativa dei muscoli striati (in particolare dei cingoli) con tipica
compromissione cutanea. In circa la metà dei casi si associa a tumori. Le lesioni cutanee sono
molto tipiche e costituite da : eritema rosso lilla ed edema del volto (in particolare palpebre);
eritema ed edema a striscia al dorso delle mani. Più raramente, nelle forme croniche, bolle,
erosioni e calcificazioni.
Esami di laboratorio : aumento LDH, CPK e aldolasi
Terapia: steroidi ad alte dosi e immunosoppressori
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• Dermatosi precancerose
Affezioni che possono trasformarsi in carcinomi. Le principali sono :
1. cheratosi attinica (o solare) : lesione circoscritta eritematosa coperta da squame
aderenti grigiastre e ruvida al tatto. Aree fotoesposte (volto, dorso delle mani) con
preferenza per soggetti di pelle chiara che si sono esposti a lungo al sole. Quando la
lesione diventa rilevata o ulcerata bisogna già pensare ad un carcinoma
2. Cheilite attinica : cheratosi solare localizzata al labbro inferiore con eritema, edema,
secchezza e desquamazione e placche grigiastre; nell’evoluzione verso il carcinoma
compare un nodulo verrucoso o un’ulcerazione
Cheilite attinica
Cheratosi attinica
3. Leucoplachia : papula o placca biancastra delle mucose con superficie irregolare o
verrucosa. Tra i fattori favorenti: fumo
4. Eritroplasia : colpisce più frequentemente le mucose genitali (glande, prepuzio, vulva)
con una placca di colore rosso che evolve in tempi relativamente brevi verso il
carcinoma
Leucoplachia
Eritroplasia
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• Carcinoma (epitelioma) spinocellulare
- Neoplasia maligna che deriva dai cheratinociti; mostra grado variabile di cheratinizzazione
e tende a metastatizzare
- Fattori favorenti: sole, radiazioni UV, radiazioni ionizzanti, fattori individuali (alcune
genodermatosi, fototipo chiaro) altre malattie cutanee (ulcere croniche, radiodermiti
croniche, cicatrici da usione ecc)
- Sulla cute : nelle aree fotoesposte spesso preceduto dalla cheratosi attinica; a livello
mucoso sulla leucoplasia o eritroplasia
- Metastasi linfonodali e poi a distanza (le forme mucose danno più frequentemente e
rapidamente metastasi)
- Clinica: nodulo di colore rosa-rosso, irregolare, a margini sfumati, con superficie cheratosica
e tendenza all’ulcerazione
- Terapia :
1) asportazione chirurgica: trattamento di elezione;
2) terapia radiante: soggetti anziani in condizioni scadenti o con lesioni estese
3) diatermocoagulazione o criochirurgia per lesioni iniziali o per le precancerosi
Carcinoma spinocellulare
•
Carcinoma (epitelioma) basocellulare
- Neoplasia epiteliale maligna composta da cellule simili a quelle dello strato basale
- Fattori favorenti: sole, radiazioni UV, radiazioni ionizzanti, fattori individuali (alcune
genodermatosi, fototipo chiaro)
- Colpisce solo la cute, preferendo la testa e il collo
- Decorso lento e progressivo e le metastasi sono eccezionali
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Clinica
- Tipo nodulare: inizia come una papula lucida per poi diventare un nodulo rosa rosso, con
superficie liscia e teleangectasie, che può andare incontro a ulcerazioni. Talora può essere
già dall’inizio rapidamente ulcerativo ed infiltrante (ulcus rodens)
- Tipo superficiale : placca eritematosa con bordo rilevato (perle epiteliomatose) e parte
centrale spesso desquamante e atrofica
- Tipo sclerodermiforme (più raro) : placca di colore giallo-avorio rilevata o depressa con
margini indefiniti
Terapia : come il carcinoma spinocellulare
Carcinoma
basocellulare nodulare
Carcinoma
basocellulare superficiale
Carcinoma basocellulare
sclerodermiforme
• Nevi melanocitici
Derivano dalla proliferazione dei melanociti e mostrano caratteristiche assai varie.
I principali sono :
1. Nevo melanocitico congenito: lesione di colore bruno presente alla nascita o a comparsa
nelle prime settimane di vita. Possono essere piccoli (diametro <1,5 cm), grandi e giganti
(>20 cm). Il colore tende a intensificarsi con la maturità del soggetto e a schiarirsi
nell’età anziana. Per quelli medi, grandi o giganti c’è il rischio di insorgenza di melanoma
Nevo melanocitico
congenito gigante
2.
Nevo melanocitico acquisito: lesione
pigmentata comune nei soggetti di razza
caucasica ( la maggior parte degli adulti ha
da 15 a 30 elementi), di diametro da pochi
mm ad 1 cm. Il colore è bruno omogeneo
nelle varie tonalità e di solito più scuro al
centro e sfumato alla periferia. La forma
è rotonda, ovalare o angolata, di solito
simmetrica. La superficie è liscia o
leggermente mammellonata. Quando ha
dimensioni maggiori oppure è asimmetrico,
con irregolare distribuzione del colore, o
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ha bordi indentati prende il nome di nevo atipico (diagnosi differenziale con melanoma). Con
l’età tendono a scomparire.
3.
Nevi melanocitici
acquisiti
Nevo blu: papula o placca pigmentata
di colore blu o blu nero che compare di
solito al dorso delle mani e dei piedi
4.
Lentiggine : macula di colore bruno
chiaro, di forma rotonda o ovale
Da non confondere con le efelidi
lentiggini
Nevo blu
• Melanoma
Tumore maligno che origina dai melanociti della cute e delle mucose. E’ in forte espansione: in
Italia mostra un’incidenza superiore ai 12 casi/anno/100.000 abitanti. Colpisce di preferenza
soggetti tra 30 e 60 anni. Fattori di rischio: predisposizione familiare, elevato numero di nei,
presenza di nevi congeniti medi o grandi, fenotipo a pelle chiara, ustioni solari in giovane età.
Può insorgere de novo oppure su un nevo melanocitico congenito o meno spesso su un nevo
melanocitico acquisito.
Nella sua evoluzione naturale tende a crescere e a dare metastasi per via ematica o linfatica
Metastasi satelliti : intorno al melanoma
Metastasi in transit : tra la lesione e la prima stazione linfonodale
Metastasi regionali: linfonodi drenanti
Metastasi a distanza : cute, sottocute, polmoni, fegato, cervello e ossa sono le sedi più
comuni
Varietà cliniche del melanoma
Melanoma a diffusione superficiale
Melanoma nodulare con crescita verticale per cui i melanociti atipici infiltrano rapidamente il
derma
Melanoma su lentigo maligna : soggetti anziani; volto; compare sulla cosiddetta lentigo
maligna
Melanoma acrale lentigginoso: alle regioni palmo-plantari
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Melanoma a crescita superficiale
Melanoma a crescita superficiale
Melanoma nodulare
Melanoma su lentigo maligna
Melanoma acrolentiginoso
Diagnosi del melanoma: Regola mnemonica ABCDE
• A : Asimmetria della lesione
• B: Bordi irregolarmente indentati
• C: Colore distribuito in maniera disomogenea (o omogeneo intensamente scuro)
• D: Dimensione superiore a quella di un nevo comune (> 6mm)
• E: Età prevalente dopo i 15 anni
Evoluzione con cambiamento dell’aspetto clinico
In caso di sospetto (confermato dalla dermoscopia): biopsia escissionale (asportazione totale
della lesione)
Prognosi del melanoma
• Varia a seconda della sede della lesione, del diametro, dello spessore secondo Breslow
(valutazione istologica in millimetri dello spessore massimo della lesione dall’epidermide
fino al punto più profondo di invasione)
• Stadio I : melanoma senza metastasi
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•
•
Stadio II : melanoma con metastasi regionali e/o a distanza
Stadio III : melanoma con metastasi a distanza
Terapia del melanoma
• Chirurgica: profondamente fino alla fascia muscolare e con un bordo di cute sana di 1
cm se la lesione ha uno spessore inferiore a 2 mm e di 3 cm se il melanoma ha spessore
superiore a 3 mm
• Linfoadenectomia radicale se presenti metastasi
• Biopsia del cosiddetto linfonodo sentinella quando lo spessore del melanoma è
superiore a 0,75 mm
• Chemioterapia nello stadio III
• Immunoterapia
• Sifilide
Malattia a trasmissione sessuale causata dal Treponema pallidum
Dopo una incubazione di circa 3 settimane si manifesta nella sede di inoculo la lesione iniziale
che è un nodulo eroso e tipica linfoadenite satellite (sifiloma primario), ricco di treponemi
Il sifiloma, che guarisce spontaneamente senza reliquati, si localizza di solito nel maschio a
livello del solco coronarico e della lamina interna del prepuzio, nella donna a livello cervicale e
più raramente alla vulva.
Dopo circa 30 giorni dalla comparsa del
sifiloma si hanno le lesioni secondarie
(sifiloderma roseofiliforme o papuloso)
associate a lieve febbre serotina, cefalea,
linfoadenopatia, epatosplenomegalia
Il sifiloderma guarisce nel giro di 1-2 mesi
Le manifestazioni terziarie compaiono
dopo anni con le tipiche gomme a livello
della cute, delle ossa, dell’apparato
cardiovascolare e del SNC
La trasmissione al feto (sifilide
connatale) avviene solo se la madre è
nella fase secondaria florida.
Papule lenticolari rameiche della sifilide
secondaria
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Diagnosi e terapia della sifilide
- Sifilide primaria : ricerca microscopica del treponema
- Sifilide secondaria: reazioni sierologiche specifiche (VDRL, TPHA ed FTA/abs)
- La penicillina G e la penicillina benzatina sono i farmaci di scelta
- Attenzione: le reazioni sierologiche possono rimanere positive anche dopo la guarigione
• Uretriti
1.
Da gonococco: flogosi acuta purulenta con uretrite nel maschio (epididimite e
prostatite come complicazioni) e cervicite nella femmina (infezione degli annessi e del
peritoneo come complicazioni). Possibile proctite e faringite
2.
Non gonococciche: da Chlamydia, micoplasma e altri batteri: Il quadro clinico è molto
sfumato con un’uretrite modesta siero mucosa: nella donna cervicite con possibili
complicanze agli annessi e al peritoneo
UNG
Uretrite gonococcica
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