L`importanza del vivere una vita semplice per avere

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L`importanza del vivere una vita semplice per avere
L'importanza del vivere una vita semplice
per avere successo nella pratica dello yoga
di Furio Sclano
Vita semplice e pensiero elevato (Paramahansa Yogananda)
Semplificati la vita (Roy Eugene Davis)
Yoga – Chitta – Vritti – Nirodha (Patanjali)
Ogni persona che inizia un percorso deve farlo con un senso di scopo. Il senso di scopo più ovvio per
chiunque inizi a fare qualcosa è di ottenere un risultato, qualunque esso sia. Chi inizia qualcosa senza un
obiettivo specifico da raggiungere, si perde quasi sempre per strada e, normalmente, non arriva da nessuna
parte. Il percorso dello yoga ha un fine ben preciso ed è, per il praticante, di ristabilire la consapevolezza
individuale nella completezza pura e originale. In poche parole, attraverso la pratica completa del kriya yoga
ci impegniamo per realizzare (conoscere a livello esperienziale) la nostra natura divina. E' un concetto che,
durante gli incontri che organizziamo, ho ripetuto innumerevoli volte.
Questo percorso spirituale differisce parecchio da altri basati su opinioni e credenze. Fino a quando
non abbiamo conoscenza esperienziale, dobbiamo certamente credere in qualcosa, ma è fondamentale
considerare il credere come un punto di partenza e non di arrivo. Dobbiamo diventare conoscitori e non
accontentarci di essere semplici credenti.
Parliamo spesso di pratica completa del kriya yoga. Kriya yoga significa “unione attraverso l'azione”.
Ogni azione costruttiva che compiamo con lo scopo di crescere spiritualmente è un kriya. Sappiamo (o
dovremmo ormai sapere) che la pratica di base del kriya yoga è il giusto vivere (vivere una vita armonica,
alimentarci correttamente, avere un senso di scopo, eliminare credenze errate e idee infantili su Dio e sulla
relazione che abbiamo con la Realtà, crescere a livello emotivo, praticare gli yama e niyama1, ecc.), al quale
uniamo la pratica regolare della meditazione con le tecniche scientifiche che ci sono state trasmesse dai
maestri del nostro sentiero e dai loro successori.
Molte persone che partecipano agli incontri che organizziamo, vengono sovente solo con lo scopo di
imparare le tecniche di meditazione, pensando erroneamente che, nel nostro sentiero, proprio le tecniche
siano l'unica cosa utile da imparare. Succede in molti casi che, dopo aver imparato le tecniche di
meditazione, queste persone non si facciano più vedere. Ritenere che il kriya yoga sia un sentiero di mera
pratica di tecniche è un errore. Non si ottengono risultati concreti, pensando in questo modo.
Nessuno nel nostro gruppo vive sul kriya yoga. Non abbiamo bisogno delle persone (proprio perché
non ci viviamo sopra) e i nostri incontri sono gratuiti, quindi non sto rimarcando questo concetto perché
desidero che le persone “vengano da noi”. Mi dispiace semplicemente vedere come gli individui, talvolta,
abbiano una comprensione molto superficiale sull'essenza di una filosofia di vita profonda e importante come
quella che presentiamo.
Il giusto vivere è la pratica fondamentale del kriya yoga e si impara giorno per giorno, affidandosi
alla Grazia di Dio (un nome convenzionale che indica le forze intelligenti dell'evoluzione), desiderando
intensamente apprendere e ricevendo la giusta ispirazione che, spesso, arriva nei modi e nei tempi più
inaspettati. Molto spesso per esempio, quando siamo in sintonia con il nostro vero Sé e le azioni della Grazia,
riceviamo l'aiuto di cui abbiamo bisogno leggendo un articolo, oppure sentiamo l'impulso di prendere un libro
che non leggevamo da anni e vi troviamo un suggerimento particolare che non rammentavamo più, oppure
ancora un nostro amico ci dice qualcosa che, in quel momento, accende una lampadina nella nostra mente.
Questi sono solo alcuni dei modi in cui la Grazia lavora. Quando organizziamo i nostri seminari o gli incontri
domenicali, capita sovente che le persone mi dicano cose del tipo: “Avete parlato di una cosa che mi stava
particolarmente a cuore e mi serviva in questo momento storico della vita. Sembrava che tu e Claudio steste
parlando proprio a me”. A conti fatti non potevamo saperlo; è una semplice questione di sincronicità. La
1 “Fare e Non fare” - tratti dagli yoga sutra di Patanjali
Grazia spesso attira le persone esattamente nel luogo dove devono essere in quello specifico momento.
Proprio l'altra sera (è un esempio che mi riguarda in prima persona e che desidero citarvi) mi trovavo
al ristorante insieme a due cari amici e discutevamo sul Sutra di Patanjali “Yoga - Chitta - Vritti - Nirodha”.
Questa è la traduzione più o meno letterale: Si sperimenta il Samadhi (yoga), quando modificazioni e
cambiamenti (vritti) nella coscienza individuale (chitta) si pacificano, indeboliscono e diventano dormienti
(nirodha).
Discutendo su questo argomento, mi è venuta in mente l'insistenza con la quale sia Yogananda, sia il
sig. Davis trattano nei loro scritti su quanto sia importante vivere una vita semplice, centrata sull'essenziale.
In quel momento ho immediatamente associato il Sutra di Patanjali a questo insegnamento specifico di
Yogananda e Davis. E' un'associazione che è entrata nella mia consapevolezza per Grazia, stimolata da una
semplice discussione di natura spirituale: La mente non cessa mai di essere in movimento e più siamo
coinvolti nel mondo in attività spesso inutili, più la sollecitiamo. E' estremamente difficile cercare di pacificare
le modificazioni mentali durante la nostra ora di meditazione quotidiana, se impieghiamo le altre ventitre a
fare l'esatto contrario. Vivere una vita semplice, centrata sull'essenziale, significa contribuire a pacificare le
vritti nella chitta. Facendo l'esatto contrario per la maggior parte della giornata, non possiamo fare altro che
ottenere l'esatto contrario nella vita e i nostri sforzi meditativi diventano per lo più vani2.
Se abbiamo intrapreso il sentiero del kriya yoga con un senso di scopo e vogliamo raggiungerlo,
seguire questo insegnamento non è un'opzione, ma un percorso obbligato. “Vita semplice e pensiero
elevato” non è un semplice consiglio, ma un insegnamento spirituale da seguire il più possibile alla lettera, se
si vogliono ottenere risultati nella pratica spirituale.
Questo che vi ho appena citato, ribadisco, è semplicemente un esempio. Si possono avere
comprensioni simili a questa (o altre molto più elevate) solo grazie alla sintonia con i maestri e con la Grazia
e non semplicemente praticando “tecniche”. Per maturare questa sintonia, le tecniche non sono sufficienti.
Al fine di approfondire pratica e sintonia con il sentiero del kriya yoga, vi invito a venirci a trovare quando potete - oppure a riunirvi di tanto in tanto per meditare insieme ad altri (se nelle vostre vicinanze ci
sono persone che fanno la vostra stessa pratica), a leggere costantemente gli scritti di Yogananda e Roy
Eugene Davis, a scaricare gli articoli dal mio sito, ecc. Insomma, vi invito a “coltivare” - per usare un termine
caro al sig. Davis – la vostra evoluzione personale e spirituale.
Avremo sicuramente occasione di discutere più estensivamente di questi argomenti durante il
seminario di fine ottobre.
Vi auguro una crescita rapida e soddisfacente.
Con infinite benedizioni
Furio Sclano
11 ottobre 2010
2 Un esercizio utile: se la vostra pratica meditativa dà pochi frutti, analizzate la vostra vita: quanto dirigete la vostra
attenzione verso attività non essenziali? Quanto sollecitate le vostre vritti?