da rimini alla verna a piedi in cinque tappe

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da rimini alla verna a piedi in cinque tappe
DA RIMINI ALLA VERNA A PIEDI IN CINQUE TAPPE
Dopo il passaggio di San Francesco a Rimini furono fondati due conventi francescani il convento
di San Francesco in centro e successivamente quello della Madonna delle Grazie sul colle di Covignano.
La chiesa del convento di San Francesco venne utilizzata per la sepoltura dei signori di Rimini, i
Malatesta; successivamente Sigismondo Pandolfo Malatesta, per farne il suo mausoleo, fece
trasformare la chiesa dal grande architetto Leon Battista Alberti nel Tempio Malatestiano poi diventato
Duomo di Rimini. Il tempio Malatestiano, gravemente danneggiato dai bombardamenti della seconda
guerra mondiale che rasero al suolo Rimini si mostra ora in tutta la sua bellezza ed eleganza, arricchito
anche da un crocifisso Giottesco.
La presenza francescana a Rimini in quel periodo è fortemente testimoniata anche dal passaggio
di Sant’Antonio da Padova del quale si menzionano parecchi miracoli fra cui quello della mula
inginocchiata in adorazione davanti al SS Sacramento, ricordato da un tempietto nella vicina piazza Tre
Martiri.
Prima tappa
Rimini – Villa Verucchio
Tappa con sviluppo prevalente in piano tranne la breve salita al colle di Covignano, su fondo
asfaltato la prima parte, pista bianca poi pista ciclabile asfaltata negli ultimi due km (Km 22,5
– 5,5 ore)
Il punto di partenza è il sagrato del Duomo, in breve si raggiunge piazza Tre Martiri che si
attraversa, imboccando poi la via Garibaldi.
La piazza Tre Martiri è l’antico foro della
Rimini romana, alcuni tratti dell’antico selciato
sono visibili in qualche scavo archeologico
lasciato a cielo aperto; in piazza Tre Martiri un
cippo ricorda il discorso di Giulio Cesare alle
truppe dopo aver attraversato il Rubicone e
prima di intraprendere la marcia di ritorno a
Roma.
Si percorre per intero la via Garibaldi
fino all’arco, anch’esso romano, di porta
Montanara all’uscita della cinta muraria che
circonda il centro storico; si attraversano le due
strade di circonvallazione interna ed esterna alle
mura, si attraversa piazza Mazzini tenendo la
sinistra rispetto alla chiesa per imboccare la via
Rimini - Tempio Malatestiano
Saffi.
Si continua sempre dritto passando da
via Saffi a via Covignano fino alla rotonda sulla
statale; si supera la rotonda proseguendo dritto;
siamo in prossimità dell’autostrada A14, la
strada comincia a salire verso il colle di
Covignano; si giunge ad una rotonda costruita
sopra la galleria dell’autostrada, si tiene la strada
in salita sul lato sinistro; all’incrocio con via Leoni
si prosegue dritto, dopo qualche centinaio di
metri si raggiunge la scalinata con le stazioni
della Via Crucis che sale al santuario francescano
RImini - l'arco Romano di Porta Montanara
di Santa Maria delle Grazie; purtroppo il passaggio su via Covignano non è fra i più agevoli perché
nell’ultima parte la strada è scarsa di marciapiedi e la banchina è sempre occupata dalle auto in sosta,
oltre la circonvallazione la banchina è completamente invasa da alta erba e non c’è marciapiede, il
disagio sarà però compensato dalla bellezza del Santuario.
Il santuario di Santa Maria delle Grazie sorge su un complesso francescano edificato alla fine del
1300 e dopo il convento di san Francesco su cui sorge ora il Tempio Malatestiano è una delle più antiche
testimonianze francescane di Rimini.
Lasciato il Santuario si procede
su via Vasari salendo fino ad uno stop in
cui si incrocia via delle Fonti (Romane).
Si svolta a destra percorrendo
tutta la via che presenta tratti carrabili
ed altri a sentiero con diverse sbarre;
all’incrocio di via della Carletta,
caratterizzato da una bella edicola
votiva, si procede dritto; la strada si
trasforma ancora in sentiero poi ancora
strada fino ad incrociare la via Santa
Cristina, in prossimità del Carcere
Circondariale.
Si svolta a sinistra e si percorre
Via Santa Cristina fino alla grande
Quercia di San Lorenzo (l’Arvura) dove si
Santuario di Santa Maria delle Grazie
imbocca a destra via Montese, strada
con diverse curve; la si percorre per intero tralasciando le deviazioni, si attraversa l’Autostrada A14, si
attraversa dritto una piccola rotatoria e dopo circa duecento metri e si raggiunge un’altra rotonda
all’incrocio con la SP258 Marecchiese.
Si imbocca a sinistra la pista ciclabile che affianca la strada provinciale molto trafficata, si
riattraversa l’autostrada e si raggiunge la frazione di Spadarolo (bar, negozio).
Si prosegue verso monte sulla pista ciclabile e dopo un paio di km si raggiunge la frazione di
Vergiano (bar, negozio, ristorante) dove con semaforo pedonale la pista ciclabile passa sul lato opposto
della strada.
Poco dopo, in prossimità di una celletta in cattivo stato di conservazione, si svolta a destra sulla
via Pergola e la si lascia dopo circa 500 metri proseguendo dritto su strada bianca che porta alla pista
storico naturalistica che segue il corso del Marecchia; l’incrocio con questa avviene in prossimità di una
pista per il volo di aeromodelli.
Prima di lasciare la strada provinciale, di fronte alla celletta sopra menzionata, notare a sinistra
una vecchia casa in cattivo stato di conservazione che si intravvede in fondo a un filare di cipressi; la
tradizione popolare tramanda il ricordo della presenza di San Francesco in quella casa e nella chiesina al
suo interno.
Raggiunta la pista nel fiume la si imbocca a sinistra seguendola senza deviazioni; si passa di
fianco alla struttura d’imbocco del vecchio ponte sul Marecchia, caduto negli anni ’50, si passa sotto il
ponte della strada provinciale per Santarcangelo; poco dopo si costeggia un ampio lago formato dalle
attività di escavazione che hanno devastato il letto Marecchia negli anni ‘60. Si passa fra campi lavorati e
vigne poi, più avanti, canneti e laghetti di cacciatori.
In prossimità di un grandissimo campo da golf si apre un’ampia vista sul panorama dei monti che
circondano la Valmarecchia, San Marino, Carpegna, i tre colli di Torriana, il Pincio e l’Aquilone sullo
sfondo.
Si prosegue costeggiando con un ampio giro il campo da golf, fino ad arrivare al parco di Villa
Verucchio, una volta amena zona ricreativa ora devastata da impianti sportivi, coperti nel periodo
invernale con strutture gonfiabili i cui motori riempiono la zona di rumore.
Si lascia la pista aggirando a sinistra detti impianti fino al parcheggio e risalendo sulla strada
asfaltata sovrastante; inizia a sinistra una pista ciclabile che costeggia la Via di Mezzo e che va seguita
fino al centro di Villa Verucchio senza deviazioni.
Nel centro di Villa Verucchio (bar, negozi, ristoranti, B&B) si incrocia la SP258 Marecchiese (via
Casale) che si attraversa
imboccando, di fronte, la
via Mondaini; poco dopo, in
salita, iniziano le cellette
della via Crucis che ci
accompagnano fino al
convento Francescano di
Santa Croce.
In cima alla salita,
davanti ad un asilo, si gira a
destra in via Convento;
poco dopo inizia il muro del
convento e si raggiunge il
sagrato della chiesa.
All’interno,
nel
chiostro, svetta il cipresso
centenario che Francesco
piantò nel 1213 dopo aver
Chiostro del convento di Santa Croce col cipresso centenario
prelevato un ramo di
cipresso dal fuoco. Per la possibilità di pernottamento chiedere ai frati.
Seconda tappa
Villa Verucchio – San Leo
Tappa con tracciato ondulato. Partenza su asfalto poi su sterrato in salita fino a Verucchio.
Discesa a Ponte Verucchio e risalita su asfalto fino a Tausano; sempre in salita sentiero e
strada bianca fino a poca distanza da San Leo, poi asfaltata in arrivo. (Km 23 – 6 ore)
Si lascia il convento di Santa Croce ripartendo in direzione monte, la strada scende verso il
cimitero di Villa Verucchio; di fronte a noi un magnifico panorama su Verucchio e sulla vallata del
Marecchia.
Raggiunto il cimitero si costeggia il muro di cinta sotto maestose querce e si segue un rettilineo
su una pista ciclabile segnata con una striscia sull’asfalto; dopo un centinaio di metri si incontra la
strada provinciale per Verucchio; all’incrocio si svolta a sinistra e prima dell’inizio della salita si svolta a
destra su una stradina sterrata che sale a mezza costa verso Verucchio; all’inizio della stradina un
cartello indica “Verucchio 1000 metri” anche se la distanza è un po’ superiore.
In caso di pioggia la
stradina, nella parte alta, può
presentare
qualche
tratto
fangoso; in alternativa si può
seguire la strada asfaltata che si
imbocca pochi metri più avanti.
La stradina sale con ampie vedute
sulla vallata del Marecchia, fino
ad incrociare la strada asfaltata
che sale dalla pieve di Rafaneto,
bella chiesa con campanile,
restaurata, che si vede in basso
fra gli olivi; all’incrocio si
prosegue dritto sulla strada un
leggera salita fino ad arrivare al
Borgo di Sant’Antonio sotto le
mura di Verucchio in prossimità
di un vecchio lavatoio ben
La salita a Verucchio
conservato; fra le case del Borgo
si procede fino ad una chiesetta del XIII sec. con fonte; di fronte, a sinistra, una strada selciata (via Borgo
Sant’Antonio) sale, in ripida ascesa, passando a scalini fra le case del Borgo, fino alla stradina superiore,
sempre selciata; si continua a destra, in salita, arrivando ad un tratto a scalini che in un paio di tornanti
porta al convento degli Agostiniani.
Il convento è in posizione molto panoramica, è stato perfettamente ristrutturato e al suo interno
è stato collocato un magnifico, anche se piccolo, museo della civiltà Villanoviana di cui a Verucchio sono
state trovate le tracce più importanti e meglio conservate.
La civiltà Villanoviana risale al periodo pre-etrusco e nel museo, basandosi sul ricco patrimonio
di reperti in ottimo stato di conservazione, sono state ricostruite scene della vita e dei riti di sepoltura di
questi antichi abitanti che già a quei tempi intrattenevano rapporti commerciali con le popolazioni del
nord Europa, come testimoniano i molti oggetti di ambra finemente lavorati.
La particolare composizione chimica del terreno ha inoltre favorito la buona conservazione delle
parti in legno e dei tessuti, pertanto all’interno del museo sono conservati pezzi di eccezione come un
trono ligneo e tessuti dell’epoca; una visita vale veramente la pena!
Il cammino continua in salita fino ad una porta nella vecchia cinta muraria (porta S. Agostino) e
poco dopo arriva in piazza sede del palazzo comunale; qui ci sono bar, negozio alimentare e fonte.
Sul lato mare il paese è sovrastato dalla Rocca Malatestiana, vale la pena con una piccola
digressione, salire fino al castello dal cui belvedere si può godere di una magnifica veduta che spazia
sulla vallata fino al mare, da Ravenna fino al promontorio di Gabicce.
Si riprende il cammino sul lato basso della piazza, sulla strada asfaltata in direzione San Leo; si
esce dalla cinta muraria in corrispondenza di una porta di cui resta solo la lapide a ricordo (porta
Dell’Acqua); poco più avanti sulla sinistra c’è una bella fonte romana oggetto di recente recupero.
La strada scende con diverse curve con panorami mozzafiato sulla media Valmarecchia e sulle
principali emergenze storiche e naturalistiche della vallata; dopo un tratto affiancato da grandi pini, in
corrispondenza di una casa recentemente ristrutturata, si incrociano a destra due strade in discesa;
tralasciare la prima e imboccare la seconda (Via Erta) seguirla fino al fondovalle; in vista della strada
provinciale una breve scalinata porta rapidamente alla sottostante rotonda.
In uscita dalla rotonda, a sinistra inizia un tratto della vecchia strada Marecchiese che è stata
superata dal nuovo tracciato e pertanto è pochissimo trafficata; imboccare questa strada che scorre in
posizione un poco elevata rispetto alla nuova Marecchiese e raggiunge in poco tempo la località Torello
dove, su una rotonda, confluisce anche la strada proveniente da San Marino, la cui inconfondibile mole
incombe sulla vallata.
Alla rotonda proseguire dritto attraversando il rio San Marino sul ponte della SP258.
Subito dopo il ponte svoltare a sinistra su ampia strada asfaltata (bar) e poco dopo girare a
destra salendo seguendo il vecchio tracciato della Marecchiese; il percorso è leggermente ondulato,
passa vicino ai ruderi di un vecchio ponte ferroviario distrutto dai bombardamenti e porta all’ingresso
del paese di Pietracuta; si attraversa la SP258 e si percorre tutto il tratto all’interno di Pietracuta (bar
negozi, ristoranti), in uscita si riattraversa la provinciale, tenendo la direzione San Leo.
Poco più avanti, dopo il ponte sul rio Mazzocco, c’è un distributore di benzina ed un negozio
alimentare; si lascia la strada che svolta a sinistra e si procede dritto, sempre sul tracciato della vecchia
Marecchiese; dopo circa mezzo km, ad una biforcazione, mantenersi a sinistra sulla strada asfaltata che
comincia a salire più ripida.
Nella parte alta la strada è segnata anche come sentiero 95 CAI; giunti all’incrocio con la strada
che sale da Monte Fotogno si continua a salire seguendo l’indicazione Tausano; dopo qualche stretto
tornante si arriva al gruppo di case con la chiesa di Tausano; subito dopo, a sinistra, prendere lo stradino
che sale al cimitero (segnavia CAI); si gira attorno al muro del cimitero e si continua su sentiero in salita,
prima a mezza costa, poi sul crinale.
Dopo un paio di tratti
in forte salita, un tratto in
leggera discesa ci porta alle
roccette dei monti Tausani,
scogli di roccia viva, meta di
scalatori; il sentiero prosegue
in discesa lasciando a sinistra
le roccette, diventa poi
stradina fino ad incrociare
(cancello e tabella) una più
ampia strada bianca; dopo
poche decine di metri, in
corrispondenza di una casa,
svoltare a destra in altra
strada bianca (tabella del
parco) e proseguire su questa
fino al convento francescano
di
Sant’Igne,
magnifica
Convento Francescano di Sant'Igne
costruzione, ristrutturata in
parte, purtroppo quasi sempre chiusa.
Tornare sulla strada e proseguire dritto, tralasciando la strada che scende a destra, si arriva su
un poggetto da cui si gode magnifica vista sul sasso di San Leo e sulla fortezza.
Si scende fino ad incrociare una strada
asfaltata che si imbocca in salita a
sinistra, ancora qualche centinaio di
metri e si giunge ad un gruppetto di
case (negozio alimentari) in mezzo alle
quali, a destra, inizia la strada di
accesso a San Leo; questa aggira il
masso a picco ed entra dalla porta
delle antiche mura portandoci in pochi
minuti sulla piazza centrale con
accanto la magnifica pieve, il duomo, il
campanile; sulla facciata di un palazzo
una lapide ricorda la donazione del
monte della Verna a San Francesco da
parte del conte di Chiusi Orlando
San Leo visto da S.Igne
Catani, qui avvenuta nell’anno 1213.
Dalla piazza parte la strada che sale alla rocca, ben conservata e visitabile, già carcere di
Cagliostro. A San Leo si può pernottare e si trovano bar, negozi e ristoranti.
La lapide ricordo della donazione
Nel tratto Torello-Tausano si può seguire un percorso alternativo sulla pista ciclabile che costeggia il
fiume Marecchia; questa scelta evita circa 6 km di percorso su asfalto, ma comporta un allungamento
di quasi 4 k; segue la descrizione di questa alternativa:
In località Torello, dopo aver oltrepassato il ponte sul Rio San Marino, a destra, un’ampia strada
asfaltata scende verso il Marecchia; dopo qualche centinaio di metri la strada piega a sinistra, passa di
fianco ad un lago di prelievo dell’acqua di un acquedotto e si dirige verso un impianto di lavorazione
della ghiaia; prima del cancello d’ingresso, a destra, inizia la pista ciclabile, con fondo inghiaiato, che
costeggia il Marecchia; proseguire sulla pista fino ad incrociare una carrabile, in parte bianca in parte
asfalto ammalorato, e su questa proseguire verso monte; dopo poco si costeggia il paese di Pietracuta e
sulla destra, oltre il fiume, si vede il masso su cui sorge la chiesa della Madonna di Saiano affiancata dalla
caratteristica torre rotonda.
La strada aggira Pietracuta e, in prossimità del rio Mazzocco, affluente del Marecchia, piega a
sinistra costeggiandone l’argine, passa fra alcune case di periferia di Pietracuta fino ad un ponticello in
ferro che consente di attraversare il suddetto rio.
Oltre il ponte si svolta subito a destra riprendendo la pista ciclabile che scende lungo l’argine del
rio Mazzocco ritornando verso il Marecchia; la pista fa un largo giro, aggirando uno stabilimento
industriale fatiscente, con ampio panorama sui castelli di Montebello e Torriana e raggiunge dopo alcuni
km Ponte Santa Maria Maddalena; la pista ciclabile risale fino a raggiungere la SP258 che si attraversa a
ridosso del ponte; a sinistra iniziano due strade, prendere, in salita, la direzione di Monte Fotogno.
Continuare sulla strada asfaltata, dopo aver attraversato il gruppo di case di Monte Fotogno la
strada prosegue con qualche saliscendi, evitare deviazioni; un po’ più avanti, ad uno stop, si incrocia la
strada descritta nella prima alternativa; sull’incrocio un cartello indica la direzione Tausano a destra e si
continua con le indicazioni già descritte.
Terza tappa
San Leo – Sant’Agata Feltria
La tappa si sviluppa in discesa nella prima metà fino al fiume Marecchia per la maggior parte
su strada bianca e carraie; risale poi, prevalentemente su strada bianca, fino alla Botticella
per poi scendere, su asfalto e sentiero fino a Sant’Agata. (km 21 ore 5,5)
Da San Leo si torna sulla strada provinciale, all’incrocio si gira a destra e si continua per poco
meno di un km; si lascia la
provinciale imboccando a
destra una strada con
indicazione
“LE
IOLE”
prima asfaltata poi bianca,
tralasciare la deviazione
per Boscara, e proseguire
fino a Sant’Apollinare; qui
in prossimità di una
celletta con a fianco una
fonte ed un tavolo, lasciare
la strada e svoltare a
destra passando fra le case
della frazione, in fondo la
strada
diventa
prima
carraia e poi sentiero e
passa su uno stretto
crinale, molto caratteristico e
San Leo
panoramico, fra due spoglie
vallette calanchive; davanti a noi
si staglia la mole conica del
Maioletto con sulla cima la rocca
tagliata a metà da una frana che
nell’anno 1700 col suo crollo
investì il paese di Maiolo e causò
la morte di molte persone; sul
sentiero un cippo ricorda questo
fatto.
Si raggiunge la base del
Maioletto, qui, in prossimità di
una casa, inizia una stradina
bianca in discesa che va seguita
fino alla provinciale che scende
da Maiolo a Novafeltria;
all’incrocio si gira a destra
continuando
sulla
strada
La stele che ricorda la tragedia del Maioletto
asfaltata fino al ponte sul Marecchia.
Attraversato il ponte si svolta a
sinistra sulla ciclabile che si segue fino ad recinto in pali di legno; si lascia la pista, salendo si passa
davanti alla sede di Tanaliberatutti, subito dopo una piccola carraia a destra ci porta in leggera salita fino
alla SP258, in prossimità dell’incrocio per Torricella, in località Cà del Vento.
Si prosegue per Torricella, poi per Libiano; in vista della chiesa di Libiano si gira a destra
imboccando una strada bianca su cui è segnato il sentiero CAI 98; fare attenzione ad una bivio in cui la
strada continua dritto in piano e a destra sale con una stretta curva, prendere a destra. Salendo, in
prossimità di una casa recentemente ristrutturata seguire la pista sterrata a sinistra; di qui in avanti la
strada diventa carraia fino in prossimità dell’azienda agricola di San Patrignano, poco dopo si entra in
Botticella.
Sul crinale, si incrocia la strada proveniente da Perticara e si gira a sinistra continuando a salire
fino a Poggio Rimini; dopo lo scollinamento si scende su strada asfaltata fino ad un bivio a destra per San
Donato, poco dopo, all’altezza della Madonna del Soccorso, si scende per sentiero CAI fino a Sant’Agata,
in cui si trovano diverse possibilità di pernottamento, approvvigionamento e ristoro.
In questa prima soluzione non si passa per il caratteristico paese di Talamello; è possibile
un’alternativa col passaggio per Talamello; la tappa si allunga di quasi due km e si sviluppa per la
maggior parte su strada asfaltata.
Da San Leo si torna sulla strada provinciale, all’incrocio si gira a sinistra tornando verso
Sant’Igne, al bivio per il convento si continua dritto in discesa fino al ponte sul Marecchia; attraversato il
ponte, a sinistra, si imbocca la pista ciclabile che si segue fino alla zona artigianale di Talamello; qui,
dopo un ponticello si lascia la pista e si entra su una strada asfaltata che porta sulla SP258 in prossimità
dell’incrocio con la strada che sale a Talamello che si imbocca salendo in tornanti fino al bivio con
un’altra strada asfaltata;
svoltando a destra si entra in
Talamello dalla strada, a
sinistra si scende per un
centinaio di metri e a destra
ci si trova all’imbocco delle
scalette,
caratteristico
percorso che attraversa le
stradine del borgo e porta
direttamente sulla piazza
della fontana, di fronte alla
chiesa.
Si attraversa il borgo
e si continua fino all’incrocio
della strada che sale da
Novafeltria; si svolta a destra
e si sale fino all’incrocio con
la strada di crinale che porta
a Perticara; svoltare a sinistra in direzione Sant’Agata e continuare sulla strada asfaltata fino alla
Botticella.
Qui si incrocia il sentiero descritto nella prima alternativa e si continua con le stesse indicazioni.
Panorama di Talamello
Quarta tappa
Sant’Agata Feltria – Eremo di Sant’alberico
Questa tappa è quasi per intero su strada asfaltata, anche se in alcuni tratti con asfalto
sconnesso e parti bianche; lo sviluppo è prevalentemente in salita senza tuttavia presentare
tratti particolarmente impegnativi. (km 21 ore 5,5)
Dal parcheggio immediatamente fuori del centro storico si parte in salita, in direzione San
Benedetto,
per
riguadagnare il crinale in
circa tre km.
Si segue la strada di crinale
molto
panoramica
passando vicino a Pereto
(trattoria); al bivio di
Pereto tenere la destra; si
arriva
a
Palazzo
(ristorante) dove la strada
inizia
a
salire
più
ripidamente;
il fondo
diventa via via più
dissestato ma si allarga il
panorama con ampie
vedute sulle vallate del
Marecchia e dell’Uso; in
lontananza
sull’altro
versante del Marecchia,
spiccano San Marino e San Leo oltre al monte Carpegna ed alle emergenze del Sasso Simone e
Simoncello.
Sullo sfondo, verso
l’Appennino,
l’inconfondibile
sagoma
dell’Alpe della Luna che si
attraversa nelle tappe dalla
Verna a Sansepolcro del
cammini verso Assisi.
Di
fronte
il
Fumaiolo il monte da cui
sgorga il Tevere, “il fiume
sacro ai destini di Roma”
come recita un cippo
collocato alla sorgente. Già
da lontano è ben visibile
l’incisione in cui si colloca
l’eremo di Sant’Alberico.
Sempre in leggera salita sul
crinale si supera la
Madonna del Piano
deviazione per il paese di
Fragheto poco sotto a
sinistra, per arrivare alla chiesetta della Madonna del Piano. In lontananza appaiono inconfondibili le
sagome dei monti Nerone e Catria.
Sant'Agata Feltria
La strada continua in salita fra ampi pascoli fino ad incrociare, già in vista dei costoni che
caratterizzano le Balze di
Verghereto, la strada
asfaltata che scende
verso Capanne.
Si svolta a destra
in discesa, poco più
avanti
in
un’ampia
curva, la deviazione a
sinistra per l’eremo di
Sant’Alberico.
Poco
meno di un km e si
raggiunge
l’ampio
parcheggio di una zona
da
pic
nic
con
attrezzature
per
cuocere. In fondo al
parcheggio inizia, su
comoda
mulattiera
segnalata CAI, la salita
L'eremo di Sant'Alberico
all’Eremo
che
si
raggiunge dopo un quarto d’ora.
Qui si può decidere di fermarsi oppure di continuare per circa altre due ore di cammino fino a
Montecoronaro, accorciando la tappa successiva di arrivo alla Verna e dedicare più tempo alla visita del
Santuario.
Quinta tappa
Eremo di Sant’alberico – Verna
Tolto qualche tratto di asfalto in prossimità di Montecoronaro e dopo l’omonimo valico, il
tracciato si sviluppa su sentiero o carraia, tutti col segnavia CAI; il profilo è ondulato fino al
bivio per Montione, poi sale con tratto impegnativo, ma non molto lungo, fino a Poggio
Bastione. Poi ancora ondulato fino alla Verna. Fare attenzione per l’acqua perché fra
Montecoronaro e la Verna non c’è alcuna possibilità di approvvigionamento. (km 30 ore 8)
Di fianco all’eremo si imbocca il sentiero CAI 133 che in leggera salita porta all’incrocio col
sentiero 125, si svolta a destra su questo sentiero fino a raggiungere il Cancello del Faggio Scritto (50’)
ampia radura da cui si scende per larga strada fino alla asfaltata proveniente dalla cima del Fumaiolo;
all’incrocio si svolta a destra fino all’uscita dal bosco, in prossimità di una fonte; nella curva, di fronte,
parte uno stradello contrassegnato dal numero CAI 00 che dopo poco arriva ad un cancello; si prosegue
diritto su sentiero in leggera pendenza nel bosco che poi diventa stradina inghiaiata. Fare attenzione
quando si esce vicino a grandi prati, qui la stradina piega a sinistra scendendo, bisogna mantenersi in
quota, andando dritto sui prati verso alcuni grandi alberi, qui si ritrovano i segni del sentiero che si segue
fino all’incrocio con una strada asfaltata; all’incrocio si svolta a sinistra e si continua a seguire i segni
biancorossi; il sentiero incrocia diverse volte la strada; giunti ad un bivio che manda alla Madonnina del
Crestone mantenere lo 00 a destra seguendo l’antica mulattiera che arriva direttamente a
Montecoronaro (bar, trattoria, affittacamere).
Si esce dal paese vicino alla chiesa seguendo il sentiero CAI 00, in meno di un km si giunge al
valico di Montecoronaro che si attraversa continuando sulla strada asfaltata segnata col segno
biancorosso.
Dopo un paio di km, al bivio per Montione e Celle, si lascia la strada continuando su pista
segnata CAI 00 in salita nel
bosco; a Poggio Bastione si
svolta a destra continuando in
direzione del poggio 3 Vescovi,
sempre sul sentiero CAI 00.
Il sentiero segue un
crinale con diversi saliscendi
fino alla base un costone dove
piega a destra per aggirarlo in
direzione poggio 3 Vescovi; qui
fare attenzione alla bretella a
sinistra (segno CAI 093a) che
porta sul sentiero CAI 093, una
pista
forestale
che
si
intravvede poco più in basso.
Raggiunto il sentiero
CAI 093 si svolta a destra e,
praticamente in piano, in
I prati del monte Calvano
meno di un’ora si arriva ad
incrociare il sentiero CAI 50. Si
svolta a sinistra scendendo in pochi minuti al passo delle Gualanciole; di qui la strada risale leggermente
per circa un’ora fino al passo delle Pratelle.
Inizia il tratto comune con la prima tappa del cammino di San Francesco e chi proseguirà per
Assisi dovrà percorrerlo all’indietro il giorno successivo. Seguendo sempre il segnavia CAI del sentiero
50, prima per strada
forestale poi per sentiero si
sale ai magnifici prati del
monte Calvano, per poi
scendere alla base del sasso
della Verna e in poco tempo
arrivare al Santuario, un’ora
e mezzo dal passo delle
Pratelle.
Alla base del sasso della Verna
Note
Questo percorso è stato verificato personalmente sul territorio, non è segnato salvo nei tratti
che si sovrappongono a sentieri CAI che, di volta in volta, sono stati precisati nel testo,
tuttavia non presenta particolari difficoltà di orientamento; nel tracciare il percorso mi sono
posto l’obiettivo di semplificare al massimo la percorribilità e di minimizzare le distanze
evitando, ove possibile, inutili giri, ma cercando di privilegiare i tracciati fuori da strade
asfaltate o molto trafficate non affiancate da piste ciclabili, che consentissero adeguata
sicurezza per il pellegrino.
Le carte utilizzate sono:
- Per la bassa valle la carta “Colline di Rimini (nr 124)”, per la media valle la carta “Alta
Val Marecchia (nr 126)”; sono in scala 1:50000, ma presentano un buon livello di
dettaglio, e coprono da Rimini fino al Monte Fumaiolo;
- Per l’alta valle fino alla Verna la carta “M. Fumaiolo Alto Tevere (nr 18)” scala
1:25000.
Il percorso si raccorda perfettamente con quello descritto nella guida “Di qui passò Francesco”
con cui si sovrappone solo per il breve tratto “Passo delle Pratelle-Verna”.
Il passaggio di San Francesco nella vallata del Marecchia è legato ai conventi tuttora presenti,
ed alla memoria che la tradizione popolare tramanda nei secoli, a testimonianza del profondo
legame della nostra popolazione con la vita ed il mondo francescano, il percorso tocca questi
luoghi, senza la pretesa di seguire esattamente le orme di Francesco.
E’ ovvio che le strade di oggi non sono quelle dei tempi di san Francesco, tuttavia la solitudine
e l’asprezza di alcuni tratti del percorso mi hanno dato l’illusione di camminare fuori dal
tempo e di vedere attorno a me quello che Francesco stava vedendo.
Buon cammino
Ermeti Giuseppe
[email protected]
14 novembre 2012