ARTICOLO da QUOTIDIANO ENERGIA

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ARTICOLO da QUOTIDIANO ENERGIA
19/05/2011
QUOTIDIANO ENERGIA
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Rinnovabili, da Berkeley un modello per l’Italia
Dal campus californiano arriva il programma PACE per finanziare gli
interventi energetici. Nadia Ameli, ricercatrice “in trasferta”, lo racconta in
un’intervista a QE
di C. De Amicis
Roma, 18 maggio - All’indomani della pubblicazione in
Gazzetta del IV Conto Energia e delle relative Regole
tecniche redatte dal Gse, dall’Università di Berkeley arriva
una nuova proposta per superare le barriere di carattere
finanziario nell’ambito degli interventi di tipo energetico.
Nadia Ameli è una dottoranda dell’Università delle Marche
“in trasferta” presso il “Renewable and Appropriate
Energy Laboratory” del campus californiano dove sta lavorando da diversi mesi (grazie a una
borsa di studio messa a disposizione dalla società marchigiana Loccioni) per adattare alle
esigenze italiane un modello elaborato negli Stati Uniti e già autorizzato in 24 Stati. Si tratta
del “PACE model” (Property-Assessed Clean Energy) ideato dal co-direttore del laboratorio (e
professore della Ameli) Daniel M. Kammen e che ha al suo attivo centinaia di progetti
approvati in tutto il territorio Usa.
In questi giorni la ricercatrice è a Roma per una serie di incontri con i ministeri
dell’Ambiente, delle Finanze e dello Sviluppo Economico per illustrare l’avanzamento del suo
lavoro, in attesa della presentazione ufficiale che dovrebbe tenersi in giugno. Intanto sul sito
internet di Berkeley sono online i calcolatori per l’Italia adattati al III e IV conto energia (il link
è disponibile sul sito di QE).
Abbiamo chiesto alla Ameli di parlarci del suo progetto e delle possibilità di successo in
Italia.
“Non è un segreto che l’Italia abbia un oggettivo problema energetico, la sua dipendenza
estera per l’energia primaria è stata pari all’87,70% nel 2009, un dato in lieve flessione
rispetto all’anno precedente (89,30%) ma pur sempre significativo”, spiega. “Nel World Energy
Outlook 2010, l’Aie raccomanda di sviluppare l’enorme potenziale delle rinnovabili
sottolineando che la velocità con cui il loro contributo crescerà per soddisfare la domanda
dell’energia, dipenderà fortemente dalla forza delle misure di supporto che verranno attuate
dalle autorità politiche al fine di rendere più competitive queste fonti e per aumentarne lo
sviluppo tecnologico”.
D. Ed è qui che entra in gioco la questione dei finanziamenti e lo studio che sta
portando avanti a Berkeley.
R. “Esatto. Il mio interesse nell’individuare modelli, programmi e politiche che
permettessero di raggiungere queste priorità, è partito da alcune domande alla base del mio
dottorato di ricerca: Come potrebbe l’Italia migliorare la propria posizione energetica? Come è
possibile indirizzare il Paese verso un percorso energetico più sicuro e affidabile, riducendo
l’attuale sistema di incentivazione non sostenibile nel lungo periodo? Il discorso -prosegue- non
riguarda solo le rinnovabili ma anche l’efficienza energetica. Molte delle misure di
efficientamento risultano convenienti dal punto di vista economico, presentando tempi di
ritorno brevi e postivi cash flow, eppure non vengono sostenute a causa delle barriere di
carattere finanziario. La questione si riduce, quindi, a un’unica domanda centrale: come
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carattere finanziario. La questione si QUOTIDIANO
riduce, quindi,
a un’unica domanda centrale: come
correggere il trade-off derivante dall’elevato costo iniziale dell’investimento da un lato e i flussi
di cassa futuri dall’altro?”.
D. Dunque, quale soluzione propone?
R. “Come ci insegna l’esperienza Usa, i fondi necessari per sostenere l’investimento
iniziale vengono forniti dai governi locali, senza nessun esborso iniziale da parte di chi decide
di partecipare al programma PACE. Il finanziamento erogato è recuperato attraverso un
aumento concordato della durata di 20 anni di un’imposta legata all’immobile oggetto
dell’intervento. Nella realizzazione di questi programmi è importante una rigorosa valutazione
costi/benefici: il vincolo da rispettare è che il valore attuale dei risparmi generati
dall’intervento sia superiore all’aumento dell’imposta concordata, data dalla somma del costo
dell’intervento, del tasso d’interesse applicato e delle spese gestionali. Verrebbero così
premiati gli interventi che garantiscono la maggiore efficienza e che si alimentino con i risparmi
che sono in grado di autogenerare. Tramite un utilizzo razionale della politica fiscale dello
Stato o di un governo locale, il PACE ha il potenziale di rendere le energie rinnovabili e il
miglioramento dell’efficienza energetica accessibile al pubblico, eliminando l’ostacolo
dell’investimento iniziale elevato. I benefici per il soggetto privato saranno dati dalla riduzione
dei consumi e dai conseguenti risparmi in bolletta. La collettività, invece, ne trarrà beneficio
tramite una riduzione delle emissioni nonché un miglioramento della politica energetica
nazionale derivante da una riduzione della dipendenza estera. Non da ultimo, la creazione di
posti di lavoro e la rivitalizzazione delle economie locali. Tramite un utilizzo razionale della
politica fiscale dello Stato o di un governo locale, il Pace ha il potenziale di rendere le energie
rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza accessibile al pubblico, eliminando l’ostacolo
dell’investimento iniziale elevato”.
D. Nelle sue conclusioni sottolinea che i benefici derivanti dall’applicazione del
programma potrebbero andare oltre al soggetto che realizza il progetto e arrivare a
investire l’intero sistema. Come?
R. “I benefici per il soggetto privato, ovviamente, saranno dati dalla riduzione dei consumi
e dai conseguenti risparmi in bolletta. La collettività, invece, ne trarrà beneficio tramite una
riduzione delle emissioni e un miglioramento della politica energetica nazionale derivante da
una riduzione della dipendenza estera. Non da ultimo, la creazione di posti di lavoro e la
rivitalizzazione delle economie locali. La sicurezza del sistema energetico sarà sempre più nelle
mani delle autorità politiche ai vari livelli: la soddisfazione dei nostri fabbisogni energetici e la
creazione di obiettivi nazionali in termini di sviluppo economico e industriale potranno essere
raggiunti in maniera sostenibile, anche finanziariamente, soltanto attraverso una vera
comprensione dei vantaggi derivanti dalla green economy e dai modi per sostenerla”.
[18/05/2011]
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