Torino, Tate-Louvre per gli Egizi L`architetto Saverio Oreglia Isola

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Torino, Tate-Louvre per gli Egizi L`architetto Saverio Oreglia Isola
ItaliaOggi
Numero 275, pag. 20 del 19/11/2008
Autore: di Philip Wohl
Torino, Tate-Louvre per gli Egizi
L'architetto Saverio Oreglia Isola illustra il progetto vincitore per l'ampliamento del museo
Scenografica parete con il Nilo introduce alla civiltà sepolta
Un po' Louvre e un po' Tate Modern. Il nuovo museo Egizio di Torino non teme confronti forte
del milione e 200 mila visitatori che ogni anno già oggi scelgono di vedere la seconda più
importante collezione al mondo di egittologia composta da ben 26 mila reperti. Troppi per gli
attuali 6 mila metri quadri ricavati nell'antico edificio di via Accademie delle scienze.
Due erano le soluzioni possibili: spostare la collezione nel nuovo Palavela progettato per le
Olimpiadi da Gae Aulenti anche per essere trasformato in sede espositiva, oppure un grande
intervento di ristrutturazione della sede attuale. Si è scelta questa seconda opzione, più costosa ma
più coerente. Dopo una gara non priva di polemiche, a vincere è stata la proposta dello studio
Isola Architetti che insieme al premio Oscar Dante Ferretti, spendendo 50 milioni di euro, porterà
a 10 mila i metri dell'esposizione del museo realizzando un piano sotterraneo nel cortile, ma
anche sfruttando gli spazi lasciati liberi dalla Galleria Sabauda, che sarà spostata in una delle
maniche laterali di Palazzo Reale entro il 2011 in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni
dell'unità d'Italia. «Proprio per questo grande evento dovremo garantire un allestimento
temporaneo all'Egizio», ha spiegato Saverio Oreglia Isola, «per allora sarà così pronto solo il
nuovo piano ipogeo, nel 2013 saranno invece conclusi tutti del nuovo Grande Egizio».
Le maggiori novità riguarderanno l'organizzazione degli spazi museali. «Oltre all'attuale entrata
ne saranno realizzate altre tre», ha spiegato Isola, «consentendo l'accesso al cortile centrale da
ognuno dei lati del grande isolato dove si trova il museo». L'entrata si troverà nel nuovo piano
sotterraneo: «L'accesso avverrà attraverso delle scale mobili dove oggi c'è la biblioteca nella
manica Schiapparelli», ha raccontato Isola, «4 metri sotto terra ci sarà una grande hall con le
pareti saranno rivestite da pietre quarziti scure con il soffitto a 4 metri di altezza in materiale
specchiante scuro, per aumentare il respiro di questa sala sede dei principali servizi: biglietteria,
bookshop, guardaroba, affitto audio guide e le aule per la didattica». Al centro due grandi
bacheche cubiche di 7 metri di lato contenenti alcuni pezzi dello statuario del museo, che
foreranno la soletta del cortile creando i due punti luce centrali. «Viste dal cortile, le due grandi
bacheche saranno in rilevato di 50 centimetri, fornendo al contempo una seduta nel cortile ma
anche un'anticipazione del museo», ha spiegato Isola, «di notte poi saranno le principali sorgenti
luminose del cortile». Tornando al piano ipogeo, a fornire l'illuminazione provvederà anche un
doppio ordine di colonne luminose rotonde. Sotto l'attuale entrata saranno poi ricavate due grandi
sale per le esposizioni temporanee, e si sta anche pensando a un collegamento con una sala
sotterranea del vicino teatro Carignano, curiosamente arredata proprio in stile egiziano. Ancora
più sotto, a meno 8 metri, sarà realizzato un altro piano dove si troveranno tutti gli impianti
tecnologici, dall'aria condizionata ai gruppi elettrogeni.
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Sbrigate le operazioni preliminari, il visitatore sarà indirizzato verso una scala mobile che lo
porterà fino al secondo piano. «Lo spazio per queste cinque rampe l'abbiamo ricavato dove
c'erano delle celle dei gesuiti che vivevano nel collegio nobili», ha spiegato Isola, «erano delle
piccole celle quadrate di 3,5 metri di larghezza dove dormivano i frati. In questo spazio lungo una
dozzina di metri ricaveremo le scale alte 20 metri». Su una delle pareti sarà poi riprodotto il corso
del fiume Nilo, che il visitatore risalirà virtualmente, venendo sommerso anche da altre
informazioni preliminari sulla cultura egizia attraverso schermi sospesi e filmati proiettati sui
muri. Arrivati al secondo piano comincerà la visita vera e propria, entrando in una maxi-sala larga
8 metri ma lunga ben 60, sovrastata da una parete trasparente obliqua che permetterà di vedere
anche ai visitatori il grande deposito dei reperti. «A ogni piano ci saranno delle aree relax, molti
poi i punti dedicati agli studenti che rappresentano la maggioranza dei visitatori», ha proseguito
Isola, «per loro abbiamo progettato un guardaroba a misura di zaino». Al primo piano,
l'esposizione comprenderà due dei pezzi forti del museo: la toma di Kha e i sarcofagi, che saranno
però messi in piedi. «Dal primo piano si potrà anche accedere attraverso due passerelle alla
caffetteria», ha aggiunto Isola, «che sarà realizzata sul tetto nella cosiddetta manica Schiapparelli.
La struttura sarà in vetro su due livelli, con un roof garden al piano superiore». Il piano terra
ospiterà come ora il grande statuario, che sarà rivisto mantenendo però l'impostazione data già da
Dante Ferretti nel 2006.
Dal punto di vista tecnico non saranno eseguiti lavori importanti a livello strutturale, a parte
alcuni consolidamenti delle volte. I lavori cominceranno nel 2009 con lo scavo del nuovo piano
ipogeo. L'impianto di condizionamento, oggi assente, era la sfida più ardua di tutto il progetto:
«Nessun tubo sarà visibile», ha affermato Isola, «per riuscirci anche al primo piano abbiamo
adottato una soluzione innovativa: le finestre saranno chiuse con dei serramenti-tenda che
consentiranno di gestire l'illuminazione, ma anche di raccogliere l'aria che entrerà dagli oculi
sopra le finestre stesse. Quell'aria sarà trattata dagli impianti sul pavimento, da dove sarà immessa
nelle sale attraverso i serramenti». Le sale saranno di colore scuro nei piani bassi, schiarendosi
mano a mano che si sale verso l'alto. Infine l'illuminazione esterna, oggi assente, sarà molto più
imponente dando una visibilità molto maggiore al museo.
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