francesco d`attilia organizzazione internazionale del lavoro
Transcript
francesco d`attilia organizzazione internazionale del lavoro
FRANCESCO D'ATTILIA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO INTERNAZIONALE (OIL) ESTRATTO DAI. VOLUME XX11 DELLA ENCICLOPEDIA OIURIDICA 1990 ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRBCCANI S.pA. ROMA 92A1085 ORGANIZZAZIONE INTER] DEL LAYORO (OIL) , z ju» veAroutsrnoNS SOMMARIO 1. - Introduzione 2. - La fondazione dell'OIL e gli sviluppi successivi 2.1. - La nascita dell'Istituzione 2.2. - I primi anni 2.3. - L'espansione del dopoguerra 3. - La struttura dell'OIL 3.1. - II tripartítismo 3.2. - La Conferenza internazionale del lavoro 3.3. - II Consiglio d'amministrazione 3.4. - L'Ufficio internazionale del lavoro 3.5. - Gli organi sussidiari 4. - L'attività normativa 4.1. - Premessa 4.2. - Le Convenzioni 4.3. - Le Raccomandazioni 4.4. - Il Códice internazionale del lavoro 5. - La cooperazione técnica 5.1. - Sua complementarità con l'azione normativa 5.2. - Settori di intervento 5.3. - II Centro internazionale di perfezionamento professionale e técnico 6. - Studi, ricerche e pubblicazioni 6.1. - Gli studi e le ricerche 6.2. - L'Istituto internazionale di studi sociali 6.3. - La documentazione e le pubblicazioni periodiche 7. - Bibliografía 1. - Introduzione L'internazionalizzazione delle questioni sociali e la creazione di Istituzioni internazionali per affrontarle vengon spesso fatte risalire a un problema di ordine económico. II proletariate, nato dalla rivoluzione industríale del XIX secolo, viveva in condizioni che apparivano intollerabili ad un numero sempre crescente di economisti e di sociologi. I teorici e gli industriali che desideravano un mutamento di tale stato di fatto si rendevano conto che ogni riforma sociale — per le sue inevitabili ripercussioni sui costi di produzione — avrebbe posto in condizione di svantaggio l'industria che quella riforma avesse praticato in rapporte a concorrenti meno scrupolosi. Per tal motivo, si sforzarono di persuadere gli uomini di Stato europei a far ricorso ad accordi internazionali per il miglioramento delle condizioni di lavoro (la riduzione degli orari lavorativi in primo piano). Tra i precursori della internazionalizzazione dei problemi sociali vanno citati due industriali, Fingiese Robert Owen e il francese Daniel Le Grand. Talvolta, il mérito di aver veramente lanciato Fidea di una legislazione internazionale del lavoro viene attribuita a Charles Hindley, uomo politico meno conosciuto; ma anche al francese J.A. Blanqui (da notare che non si tratta del Blanqui rivoluzionario, ma di suo fratello), il quale affermava che il mezzo per operare una riforma sociale giusta, necessaria e legittima — atto ad y2A 1085 ¿yitaw congggúenzédisastrose — sarebbe stato quello di farla adottare, nello stesso tempo, da tutti i paesi industriali (Blanqui, J.A. Sr., «Cours d'économie industrielle» au Conservatoire des arts et métiers, annotate da Ad. Blaise, Paris, 1838-1839). Attraverso la medicina e Figiene, Louis René Villermé s'occupô della regolamentazione internazionale del lavoro dopo essere stato incaricato dall'Accademia delle scienze morali e politiche di uno studio approfondito delle condizioni di lavoro nell'industria tessile francese (pubblicô, nel 1840, il suo Tableau de l'état physique et moral des ouvriers employés dans les manufactures de coton, de laine et de soie)', ma con maggior perseveranza perseguí il fine di una «legge internazionale» sul lavoro Daniel Le Grand, tra il 1840 e il 1855, attraverso i suoi appelli ai governi francese, tedesco e svizzero circa Fidea di una regolamentazione internazionale che non appariva più come una semplice possibilità. Fu cosi che Fidea di una regolamentazione internazionale, specie per le industrie manifatturiere, cominciô ad essere evocata anche in seno aile assemblée legislative nazionali. Anche se numeróse furono le iniziative per attuarlo, il proposito di una legislazione internazionale del lavoro continuó ad incontrare sempre ostacoli insormontabili. Le organizzazioni operaie avrebbero in seguito notevolmente difeso Fidea di una legislazione internazionale del lavoro, ma — corne afferma Valticos, N., [1] — sarebbe eccessivo affermare che la «Prima Internazionale» abbia sin dall'inizio sostenuto proposte in tal senso. Comunque, il regolamento provvisorio dell'Assemblea internazionale prepáralo da Carlo Marx e adottato dall'Assemblea Costitutiva di Londra del 29 setiembre 1864 contiene un passaggio che sottolinea come «Femancipazione del lavoro non è un problema semplicemente locale o nazionale» ma che «esso intéressa tutte le nazioni civilizzate, la sua soluzione essendo necessariamente subordínala al loro concorso técnico e pratico». Vi fu, invece, dopo il 1880, un'iniziativa diplomática svizzera che fu raccolta da Albert de Mun, dirigente cattolico, il quale — il 25 gennaio 1884 — richiese che quella stessa iniziativa fosse ripresa per sostenere Fadozione di Convenzioni internazionali del lavoro. L'anno seguente — 1885 — diversi deputati socialisti francesi presentarono alla Camera una proposta di legge avente per oggetto la creazione di una legislazione internazionale del lavoro. La risposta era sempre la stessa: pericoli della concorrenza straniera. Il primo risultato concreto di tutti gli sforzi cui si è fatto cenno fu la convocazione di una Conferenza diplomática a Berlino, nel 1890. Colpo di scena voluto dall'Imperatore Guglielmo II il quale, pariendo dal presupposto che la concorrenza internazionale opposta al miglioramento della sorte dei lavoratori poteva essere, se non supérala, almeno attenuata da un'intesa internazionale tra i paesi che si dividono il mércalo del mondo, domando al Cancelliere Bismark di richiedere ai governi di Francia, Inghilterra, Belgio e Svizzera se erano disposti a negoziare un accorde internazionale in grado di soddisfare i bisogni ed i voti dei lavoratori. Alia Conferenza di Berlino furono rappresentati tredici Stati, tra i quali ITtalia. Vi si formularono voti e suggerimenti, ma non fu preso alcun impe1 QRGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (OIL) gno, nonostante Pincoraggiamento accordato anche dal Papa Leone XIII che Panno seguente promulgó la Rerum Novarum. Un'altra conferenza internazionale si riuni a Bruxelles nel 1897: adottó una «Risoluzione» che preconizzava la creazione di un Ufficio internazionale per la protezione del lavoro, che in effetti non vide mai il giorno. Tre anni più tardi, perô, a Parigi, una nuova Conferenza internazionale riusci ad istituire un'Associazione internazionale per la protezione legale dei lavoratori. Precursore dell'OIL, quelPAssociazione — la cui sede venne fissata a Basilea — iniziô a tradurre e pubblicare la legislazione sociale di diversi paesi, mano a mano ch'essa entrava in vigore. Nacque cosi la «Série législative» di cui PUfficio internazionale del lavoro ha assicurato la pubblicazione fino al 1989. Dal 1990 «Documents de droit social» pubblica i testi delle principali convenzioni internazionali, leggi e regolamenti promulgati, in tutto il mondo, sul lavoro e la sicurezza sociale. «Documents de droit social» puô essere considérala successore délia «Série législative». Grazie agli sforzi di quelPAssociazione, fu convócala una Conferenza diplomática a Berna, nel 1906, per Pesame e Peventuale adozione di due Convenzioni internazionali. La prima per ridurre Pimpiego del fosforo bianco, sostanza tossica utilizzata per la fabbricazione dei fiammiferi ; la seconda per proibire il lavoro notturno delle donne nell'industria, salvo che nelle piccole imprese. L'adozione di quelle due Convenzioni ha aperto un nuovo capitolo nella storia delle relazioni internazionali. L'Associazione orientó, in seguito, i suoi sforzi verso l'adozione di convenzioni per interdire Pimpiego dei fanciulli durante le ore notturne e per fissare a dieci ore la durata massima del lavoro giornaliero degli adolescenti e delle donne. La guerra, che scoppiô nel 1914, impedi l'adozione di questi testi. 2. - La fondazione dell'OIL E GLI SVILUPPI SUCCESSIVI 2.1. - La nascita dell'Istituzione. - Non è quindi che verso la fine délia prima guerra mondiale che delle vere, nuove prospettive vennero offerte per una soluzione positiva di quei tentativi. A domanda dei sindacati di diversi paesi, la Conferenza délia Pace del 1919 creó una «Commissione per la legislazione internazionale del lavoro». Tra i quindici membri che la componevano si trovavano militanti sindacali quali Pamericano Samuel Gompers, che la Commissione nominó suo Presidente, e il francese Léon Jouhaux, che doveva ricevere molto piú tardi il Premio Nobel per la pace; ne facevano parte dirigenti dell'Associazione internazionale per la protezione legale dei lavoratori, il francese Arthur Fontaine, che divenne in seguito il primo presidente del Consiglio d'amministrazione dell'Ufficio internazionale del lavoro, il belga Ernest Mahaim e il leader socialista belga Emile Vandervelde. L'Italia vi ebbe due rappresentanti, Mayor des Planches, Commissario generale per Pemigrazione, e il deputato socialista Angiolo Maria Cabrini, allora vice presidente del Consiglio Superiore del Lavoro (divenne, poi, il primo Direttore dell'Ufficio italiano dell'Organizzazione). Dopo dieci settimane di sedute la Commissione adottó un testo che doveva, I'll aprile 1919, divenire la parte XIII del Trattato di Versailles. Con talune modifiche, quel testo è ancor oggi la Costituzione dell'OIL. I motivi della nascita e gli scopi dell'OIL (conosciuta anche, seconde la terminología francese, come OIT — «Organisation internationale du travail» — e come ILO, dall'inglese «International Labour Organization») si rilevano dal preambolo della Costituzione. Vi si legge, tra Paltro: atieso che una pace universale e durevole non puô che aver alla sua 2 base la giustizia sociale; considéralo che vengono praticate condizioni di lavoro che implicano — per un gran numero di persone — ingiustizia, miseria e privazioni; che la pace e Parmonia universali son messe in pericolo dallo scontento che ne deriva; considéralo altresi che è urgente migliorare quelle condizioni per quel che riguarda, ad esempio, gli orari di lavoro, il reclutamento della manodopera, la lotta contro .la disoccupazione, la garanzia di un salario che assicuri accettabili condizioni di esistenza, la protezione dei lavoratori contro le malattie in generale e professionali nonché contro gli infortuni sul lavoro, la protezione dei fanciulli, degli adolescenti e delle donne, le pensioni di invalidità e di vecchiaia, la difesa degli interessi dei lavoratori all'estero, Paffermazione del principio «a lavoro uguale, salario uguale», Paffermazione del principio di libertà sindacale, Porganizzazione delPistruzione professionale e técnica ed altre misure analoghe; atieso che la non adozione da parte di un qualunque Stato di un regime di lavoro realmente umano ostacola gli sforzi delle altre nazioni che desiderano migliorare le sorti dei propri lavoratori; le Alte Parti Contraenti, mosse dal desiderio di assicurare una pace mondiale durevole, oltreché da sentimenti di giustizia e di umanitá, fondano un'Organizzazione permanente (POIL) con il compito di operare alia realizzazione del programma che si evince dalle premesse qui ricordate. Nel 1944, a Filadelfia, la Conferenza internazionale del lavoro adottó una «Dichiarazione» che venne allégala alia Costituzione e che fornisce una nozione più dinámica della giustizia sociale internazionalmente intesa, nel senso che ha affermato la priorità degli obiettivi sociali nella politica internazionale, il diritto di tutti gli esseri umani «di perseguiré il loro progresse materiale e il loro sviluppo spirituale in libertà e dignità, nella sicurezza económica e con pari possibilità». L'Organizzazione internazionale del lavoro è stata dunque concepita quale associazione di Stati, ma sono state ammesse a pârteciparvi le organizzazioni più rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori. 2.2. - I primi anni. - La prima Conferenza internazionale del lavoro si tenne a Washington nell'ottobre 1919. Primo Direttore generale dell'Ufficio internazionale del lavoro fu il francese Albert Thomas (storico, appassionato di questioni sociali, ex ministro dell'armamento durante la guerra T4-T8), che fu il timone del Segretariato nei suoi primi anni di attività. Durante tutto il periodo compreso tra le due guerre, POIL ha funzionato quale organe autonome della Società delle Nazioni. I problemi più urgenti del momento che fecero oggetto delle sue prime decisioni furono, in maniera particolare, la limitazione a 8 ore della giornata di lavoro, la lotta contro la disoccupazione, la protezione della maternità, la regolamentazione del lavoro delle donne e dei fanciulli. L'OIL è sopravvissuta alla stessa Società delle Nazioni e ad un periodo di esilio a Montréal, in Canada. Allorché la Conferenza internazionale del lavoro tenne a Filadelfia, nel 1944, la sua prima sessione regolare dopo un'interruzione di cinque anni, ridefini gli scopi e gli obiettivi dell'Organizzazione adottando quella che va, appunto, sotto il nome della citata «Dichiarazione di Filadelfia». 2.3. - L'espansione del dopoguerra. - Nel 1946 POIL divenne la prima Istituzione specializzata collegata con le Nazioni Unite. Da allora si è stabilita una stretta collaborazione tra le due Istituzioni che hanno per missione di lottare contro i gravi squilibri tra continenti o tra un paese e Paltro dello stesso continente. In tema di politica sociale, POIL svolge un ruolo attivo nell'ambito della cooperazione técnica internazionale il cui considerevole sviluppo costituisce uno dei fenomeni più significativi del ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (OIL) dopoguerra. Sono sorti problemi inediti provocati dalle nuove tecnologie e dalle nuove strutture economiche che ne derivano. Se il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e l'aumento dei posti di lavoro restaño i terni centrali délia sua azione, FOIL deve anche occuparsi di problemi quali quello dei lavoratori migranti, delle imprese multinazionali, dell'ambiente di lavoro, delle ripercussioni sociali provócate dalFinstabilità monetaria. L'OIL, dunque, prosegue la sua attività normativa ma pone oggi fortemente Faccento sui programmi di attività pratiche e sull'opera educativa nel senso più ampio del termine. 3. - La struttura dell'OIL 3.1. - Il tripartitismo. - Carattere peculiare dell'OIL, única nel suo genere, è dunque, il tripartitismo. Sta a significare che i delegati dei datori di lavoro e dei lavoratori — designati, come si è detto, dalle associazioni più rappresentative — seggono negli organi deliberanti e con parità di diritti al fianco dei rappresentanti dei governi. Il tripartitismo è il punto di forza dell'Organizzazione internazionale del lavoro anche se, in taluni casi, è stato motivo di divergenze e dispute caúsate dalle diverse concezioni e strutture degli Stati, principalmente quelli delFEst e dell'Ovest. Giova qui sottolineare che i partecipanti agli organi collegiali — delegati governativi, datori di lavoro e lavoratori — hanno titolo per votare in maniera difforme anche se provenienti dallo stesso paese. 3.2. - La Conferenza internazionale del lavoro. - La Conferenza internazionale del lavoro (Conferenza générale annuale) adotta le norme internazionali del lavoro e costituisce foro mondiale per la discussione dei problemi del lavoro ed in genere di questioni sociali; elegge il Consiglio d'amministrazione e approva il bilancio dell'OIL, che è finanziato dai contributi degli Stati Membri che, all'inizio del 1990 risultano essere 150. Ogni delegazione nazionale alla Conferenza è composta da due delegati governativi, un delegato dei datori di lavoro ed uno dei lavoratori, eventualmente accompagnati — gli uni e gli altri — da consiglieri tecnici. La Conferenza internazionale del lavoro si riunisce una volta all'anno, normalmente a Ginevra, sede centrale dell'Organizzazione. 3.3. - Il Consiglio d'amministrazione. - Il Consiglio d'amministrazione tiene normalmente tre session! all'anno e — quale Consiglio esecutivo — adotta decisioni sulle questioni relative aile politiche ed ai programmi di azione. Si compone attualmente di 28 membri governativi, di 14 membri rappresentanti dei datori di lavoro e di 14 membri rappresentanti dei lavoratori. I dieci Stati di maggiore sviluppo industríale — FItalia tra essi — hanno i loro Governi permanentemente rappresentati nel Consiglio; gli altri Stati sono eletti dalla Conferenza ogni triennio. Va aggiunto che la Conferenza internazionale del lavoro, alla sua 72a sessione, il 4 giugno 1986, ha adottato una serie di emendamenti alla Costituzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro che modificano sostanzialmente la composizione del Consiglio, ridistribuendone i poteri nei diversi continenti. Il Consiglio d'amministrazione disporrà di 112 seggi: 56 riservati ai rappresentanti dei governi; 28 riservati ai rappresentanti dei datori di lavoro; 28 riservati ai rappresentanti dei lavoratori. Il Consiglio dovrà cosi, in tutta la misura del possibile, rappresentare i diversi interessi geografici, economici e sociali nel seno dei tre gruppi che lo costituiscono, sempre nel rispetto dell'assoluta autonomía dei gruppi (governi, datori di lavoro e lavoratori). Per soddisfare taie esigenza, 54 dei 56 seggi riservati ai rappresentanti dei governi saran- no ripartiti tra quattro regioni geografiche (Africa, Americhe, Asia ed Europa), la cui delimitazione sarà oggetto, se necessario, di adattamenti a seguito di accordo di tutti i governi interessati. Ognuna di quelle regioni otterrà un numero di seggi che terrà conto, a ponderazione eguale del numero degli Stati Membri che essa conta, dell'importanza délia loro popolazione e delle loro attività economiche. Comunque, ciascuna regione non potrà disporre di meno di 12 seggi né più di 15 seggi. La ripartizione iniziale sarà la seguente: 13 seggi ail'Africa, 12 seggi aile Americhe, 15 e 14 seggi, a turno, all'Asia e all'Europa. È in seno alla Conferenza internazionale del lavoro che si provvederà all'elezione dei membri del Consiglio d'amministrazione. E, a tal riguardo, gli emendamenti adottati prevedono norme dettagliate. Gli emendamenti alla Costituzione dell'OIL di cui si è fatto cenno entreranno in vigore allorquando saranno stati ratificati o accettati da almeno due terzi degli Stati Membri dell'Organizzazione (almeno 100 ratifiche o accettazioni). All'inizio del 1990 le ratifiche e accettazioni comunícate risultano essere 67, compresa quella italiana. 3.4. - L'Ufficio internazionale del lavoro. - L'Ufficio internazionale del lavoro, con alla sua testa il Direttore generale attualmente eletto dal Consiglio d'amministrazione, è il Segretariato permanente dell'Organizzazione e lo strumento per lo svolgimento delle sue attività. Gli emendamenti alla Costituzione dell'OIL — di cui si è detto nei precedenti paragrafi e che non sono ancora entrati in vigore all'inizio del 1990 — stabiliscono che la nomina del Direttore generale da parte del Consiglio d'amministrazione sia approvata dalla Conferenza generale annuale. L'Ufficio internazionale del lavoro è meglio conosciuto con la denominazione francese « Bureau international du travail» (BIT) o con quella inglese di «International Labour Office» (ILO) (si noti che in lingua inglese sia FOrganizzazione che il Segretariato hanno la medesima sigla). Ha la sede centrale in Ginevra ed una rete di Uffici esterai (di cui uno in Italia) che assicura il decentramento delle sue attività su scala continentale e nazionale. Il numero dei funzionari attualmente in servizio è di circa 1800, di oltre cento di verse nazionalità; ad essi si aggiungono circa 800 «esperti» in missione in tutti i continenti, per Fesecuzione dei diversi programmi di cooperazione técnica. Il BIT é, inoltre, centro di ricerca, casa éditrice e quartier generale delle attività pratiche. 3.5. - Gli organi sussidiari. - L'Organizzazione svolge la sua attività anche attraverso organismi sussidiari quali le Conferenze regionali (che raggruppano, generalmente, gli Stati di uno stesso Continente), le Commissioni d'industria (per settori di attività produttiva) e le riunioni di esperti. 4. - L'ATTIVITÀ NORMATIVA 4.1. - Premessa. - Compito principale dell'OIL, almeno ai suoi inizi, era di migliorare le condizioni di vita e di lavoro attraverso un códice di legislazione e di pratiche sociali. L'OIL continua a svolgere la sua funzione normativa la cui pratica utilità è stata dimostrata da oltre 70 anni di esperienza. II numero degli strumenti internazionali del lavoro — Convenzioni e Raccomandazioni — adottati dalla Conferenza internazionale del lavoro dal 1919 a tutto il giugno 1989 si eleva a 345: 169 Convenzioni e 176 Raccomandazioni. Le disposizioni contenute nelle Convenzioni e nelle Raccomandazioni internazionali del lavoro sono state progressivamente designate come costituenti «norme internazionali del lavoro». II termine «norma» che figura anche in taluni strumenti e che corri3 ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (OIL) sponde al termine inglese «standard» (utilizzato talvolta anche da autori di lingua francese) ha un signifícalo générale: si riferisce alla regola elabórala e proposta che 10 Stato Membro ha obbligo di sottoporre aile sue competenti Autorité perché adottino misure legislative o di altra natura che alla norma stessa si conformino. Il carattere obbligatorio délia norma dipende, perianto, in ciascun caso, dalla circostanza ch'essa sia contenuta in una Convenzione o in una Raccomandazione. allorché si riferisce ad una presentazione metódica e sistemática delle norme — Convenzioni e Raccomandazioni — che è stata stabilita dal BIT e che abbraccia — oltre i testi adottati, che sono classificati per materia — diverse note interpretative ed esplicative, a partiré dai lavori preparatori e dai diversi commenti. Comunque, il Códice esercita un'influenza notevole sull'evoluzione della legislazione sociale nel mondo. 4.2. - Le Convenzioni. - La Convenzione è uno strumento giuridico soggetto a ratifica da parte dei singoli Stati Membri per i quali la ratifica stessa comporta un duplice obbligo: il fórmale impegno di applicarne le disposizioni e l'accettazione di un controllo internazionale. Le Convenzioni dell'OIL trattano di una vasta gamma di questioni sociali circa la protezione dei diritti fondamentali dell'uomo (liberté di associazione, abolizione del lavoro forzato, eliminazione di ogni discriminazione in materia di impiego), i salari minimi, l'amministrazione del lavoro, le relazioni professionalí, le politiche dell'occupazione, le condizioni di lavoro, la sicurezza sociale, l'igiene e la sicurezza del lavoro, il lavoro in mare. Alcuni testi riguardano, in modo particolare, il lavoro delle donne. Le Convenzioni dell'OIL danno applicazione ad un buon numero di principí enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. L'OIL non puô imporre un'azione determinata dei Paesi Membri, ma esercita un controllo sul modo in cui i governi soddisfano le obbligazioni che incombono loro a titolo delle Convenzioni ratifícate. 11 controllo viene esercitato a due lívellí: al lívello técnico, dalla Commissione d'esperti per l'applicazione delle Convenzioni e delle Raccomandazioni, composta da giuristi eminenti chiamati a formulare le loro osservazioni in tutta. indipendenza; ad un livello più generale, dalla Commissione per l'applicazione delle Convenzioni e delle Raccomandazioni della Conferenza internazionale del lavoro, organo tripartito le cui sedute hanno un carattere pubblico e che discute, sulla base dei rapport! della Commissione d'esperti, dei casi che ritiene più rilevanti. II settore della liberté sindacale è oggetto di attenzione particolare; per esaminare i ricorsi che vi si collegano, è stato messo a punto un meccanismo spéciale in consultazione con il Consiglio económico e sociale delle Nazioni Unite. Di tale meccanismo è parte essenziale il Comitato della liberté sindacale del Consiglio d'amministrazione che, dal momento della sua istituzione, è stato investito di oltre un migliaio di casi. 5. - La cooperazione técnica 4.3. - Le Raccomandazioni. - La Raccomandazione è simile alla Convenzione, salvo che essa non dé luogo a ratifica poiché è essenzialmente destinata ad orientare l'attivitá sul piano nazionale. Spesso essa esplicita in dettaglio le norme contenute nelle Convenzioni. 4.4. - II Códice internazionale del lavoro. - Le Convenzioni e le Raccomandazioni internazionali del lavoro costituiscono un insieme spesso designate come «Códice internazionale del lavoro». Non si tratta certo di un códice nel senso proprio del termine, poiché non ha un carattere ugualmente obbligatorio, le sue disposizioni dovendo generalmente produrre effetti attraverso le legislazioni nazionali ed essendo spesso redatte in termini generali in vista di una necessaria, certa flessibilitá. D'altro canto, tale códice non puô costituire che una cristallizzazione, ad un momento dato, di norme internazionali del lavoro che sono in perpetua evoluzione. II termine «Códice internazionale del lavoro» viene tuttavia utilizzato poiché gli strumenti, anche se formalmente distinti, che lo compongono si integrano lógicamente in un insieme coerente. In aggiunta, l'espressione ha un senso più preciso 4 5.1. - Sua complementarità con Vazione normativa. Erróneo sarebbe pensare che vi sia una posizione alternativa tra l'adozione delle norme e le attivitá pratiche dell'OIL nell'ambito della cooperazione técnica con i paesi del Terzo Mondo. Si tratta, in realtà, di due diversi mezzi che tendono alio stesso obiettivo che è quello di orientare e di stimolare l'azione dei governi. Dalla giudiziosa combinazione e non da una aprioristica opzione dipendono l'efficacia e la solidité di un'azione internazionale. Le norme internazionali del lavoro ed i programmi di cooperazione técnica non sono soltanto compatibili ma interdipendenti e complementar!. Da un lato, le norme sostengono la cooperazione técnica poiché questa non puo indurre a risultati solidi se non si appoggia su rególe ben definite e non contestabili ; d'altro lato, la cooperazione técnica è in grado di sostenere le norme poiché ne facilita l'applicazione. 5.2. - Settori di intervento. - Per il carattere universale dei suoi scopi e in ragione degli obblighi che le incombono, seconde la sua Costituzione, di partecipare alia lotta contro la povertá, l'OIL si è associata alie altre Organizzazioni della famiglia delle Nazioni Unite per migliorare il benessere económico e sociale nel mondo. Le attivitá pratiche si sono man mano espanse in stretto collegamento con i diversi programmi lanciati dalle Nazioni Unite, in particolare con il Programma delle Nazioni Unite per 10 Sviluppo (PNUD), che assicura la parte più importante del fmanziamento dei progetti. Questi vengono ripartiti tra Africa, Asia, America Latina, Medio Oriente e, in minor misura, in Europa. L'aiuto è particolarmente céntralo sui seguenti settori: la valorizzazione delle risorse umane, che comprende la formazione professionale ed il perfezionamento dei quadri dirigent!; la pianificazione e promozione dell'occupazione; lo sviluppo delle istituzioni sociali; il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro ivi comprese la sicurezza e l'igiene e l'amministrazione del lavoro. 5.3. - II Centro internazionale di perfezionamento professionale e técnico. - L'OIL ha sempre posto un accento particolare sul tema della formazione e del perfezionamento professionale. II Consiglio d'amministrazione, con risoluzíone adottata alfunanimità il 31 maggio 1963, decise di creare a Torino un Centro internazionale di perfezionamento professionale e técnico e di dotarlo di un suo statute in cui è detto che il Centro, retto dai principí enunciati nel preambolo della Costituzione dell'OIL e nella Dichiarazione di Filadelfia, ha per scopo, appunto, 11 perfezionamento professionale e técnico a vari livelli — soprattutto in favore dei paesi in via di sviluppo — di persone considerate idonee a trarre profitto da una formazione più avanzata di quella che" potrebbero ottenere nel paese o nella regione di cui sono originarie. Particolare cura è rivolta alio sviluppo delle piccole industrie e delle cooperative di produzione, come pure alla formazione pedagógica degli esperti in materia di cooperazione técnica. II Centro ha personalitá giuridica autónoma ed i suoi organí sono il Consiglio, il Comitato consultivo per ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO (OIL) i programmi, il Direttore ed il personale. II Direttore générale del BIT è, ex officio. Presidente del Consiglio del Centro di Torino. Il 24 ottobre 1964 TOIL stipulé un accordo con il Governo italiano concernente il Centro di cui si tratta. Esiste, inoltre, una Convenzione tra la città di Torino e TOIL, firmata il 29 luglio 1964, che regola i diritti d'uso e di occupazione della sede, fissata nel complesso immobiliare che in Torino era stato destinato, nel 1961, alie celebrazioni per il primo centenario deU'Unità d'Italia. Il Centro, quindi, è parte dell'Organizzazione internazionale del lavoro ed è direttamente connesso con il BIT sia nella lettera che nello spirito dei documenti istitutivi, oltreché per comunanza di intenti e di fini. 6. - Studi, ricerche e pubblicazioni 6.1. - Gli studi e le ricerche. - Gli studi, le ricerche e le pubblicazioni che ne conseguono tendono, in primo luogo, a chiarire la portata dei problemi all'ordine del giorno dell'Organizzazione. In tal senso sono concepiti gli stessi rapporti preparatori per le diverse riunioni e per la Conferenza internazionale del lavoro. Alla fine degli anni '60, tutte le stratégie dello sviluppo hanno avuto come obiettivo un aumento dei posti di lavoro. È cosi che gli esperti del BIT che erano impegnati a definiré il programma d'azione relativo hanno avuto a condurre studi per i singoli paesi in via di sviluppo onde assistere i governi nella realizzazione dei loro piani. Numeróse, perianto, sono risultate le informazioni sull'occupazione e la distribuzione dei redditi nelle diverse regioni del globo e notevole l'attività di ricerca anche su questioni connesse, quali lo sviluppo demográfico, l'inflazione, le tecnologie appropriate, l'istruzione, l'urbanizzazione e lo sviluppo rurale. 6.2. - L'Istituto internazionale di studi sociali. - È stato creato nel 1960 dall'OIL alio scopo di «favorire una migliore comprensione dei problemi del lavoro in tutti i paesi» attraverso l'insegnamento, la discussione e la ricerca. È gestito da un Consiglio, presieduto dal Direttore generale del BIT ed i cui membri sono nominati dal Consiglio d'amministrazione dello stesso BIT che ne assicura, in notevole parte, anche il finanziamento. 6.3. - La doeumentazione e le pubblicazioni periodiche. Il BIT raccoglie e diffonde un'importante doeumentazione nel settore economice e sociale. La sua biblioteca è ricca di più di 150.000 opere. Tra i periodici occorre citare la Revue internationale du travail, il Bulletin officiel, che dà conto di tutte le riunioni che si tengono nel quadro dell'OIL, la Série législative — già menzionata —, Y Annuaire des Statistiques du Travail, opera di riferimento fondamentale, complétala ogni trimestre dal Bulletin des Statistiques du Travail, il Bulletin d'informations sociales che fa rapporte sui principali avvenimenti a livello nazionale nei settori sociali e del lavoro. 7. - Bibliografía — La bibliografía non puô che avere, in massima parte, riferimento all'attività normativa dell'OIL. Per quanto riguarda la cooperazione técnica si rinvia agli studi ed alla numerosa doeumentazione forniti dalla stessa Organizzazione che ha notevole attività éditoriale. D'altro canto, i rapporti del Direttore generale per le Conferenze general! annuali espongono in dettaglio le attività prati- che dell'OIL nel quadro dei piani a medio termine — generalmente quinquennali — fatti anch'essi oggetto di particolare pubblicazione. — Il diritto internazionale del lavoro s'è per lungo tempo confuso con le norme dell'OIL anche se, in epoca più recente, si sono aggiunte altre fonti quali, ad esempio, in sede multilatérale, le norme elaborate da Conferenze governative speciali, dalle Nazioni Unite, dal Consiglio d'Europa, dalle Comunità Europee, oltreché a seguito di accordi bilaterali. Lo si rileva da [1] Valticos, N. (già Capo del dipartimento delle norme internazionali del lavoro del BIT), Droit international du travail, in Traité de droit du travail, pubblicato sotto la direzione di G.H. Camerlynck, VIII, Paris, Dalloz, 1970, al quale si è fatto fréquente riferimento. — D'altro canto, non si puô in alcun modo, in taie materia, trascurare l'elemento storico vista anche la continua evoluzione delle norme. Si richiamano al riguardo: [2] Dolleans, R., Robert Owen, Paris, 1905; [3] Follows, J., Antecedents of the International Labour Organization, Oxford, 1951; [4] Alcock, A., History of the International Labour Organization, London, Macmillan, 1971; [5] Johnston, G. A., The International Labour Organization: its work for social and economic progress, London, Europa Publications, 1970. — Sulla natura della legislazione sociale internazionale sembrano particolarmente significativi : [6] Favilli, V., L'Organizzazione Internazionale del Lavoro nel diritto internazionale, Pisa, 1937; [7] Dillon, C. H., International Labor Conventions - Their interpretation and revision, Chapel Hill, The University of North Carolina Press, 1942; [8] Troclet, L. E., Législation sociale internationale, Bruxelles, Université libre de Bruxelles, 1952. — All'attività normativa si appaia, comunque, la funzione di controllo confidata all'OIL. In materia vedansi: [9] Landy, E. A., The effectiveness of international supervision, London, Stevens & Sons, 1966; [10] Zanghí, C., La funzione di controllo negli enti internazionali, Milano, 1966. — Caratteristica peculiare dell'OIL è il « tripartí tismo», di cui hanno trattato diffusamente : [11] Béguin, B., Le tripartisme dans l'organisation internationale du travail, Genève, 1959; [12] Vogel Polski, E., Du tripartisme à l'organisation internationale du travail (Etudes du Centre national de sociologie du droit social), Bruxelles, Université de Bruxelles, 1966. — Di particolare interesse la salvaguardia delle libertà sindacali confidata all'OIL. Al riguardo vedansi: [13] Jenks, C. W., The protection of freedom of association by the International Labour Organization, in BYIL, 1951, 348 ss. ; [14] Jenks, C. W., The international protection of trade union freedom, London, Stevens & Sons Ltd., 1957. Nel più largo ámbito della difesa dei diritti umani di cui alia Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo vedansi : [15] Jenks, C. W., Human rights and international labour standards, London, Stevens & Sons Ltd., 1960; [16] Valticos, N., Les droits de l'homme et l'organisation internationale du travail, in Mélanges Séfériadès, Athènes, I960; [17] Florio, F., Comunità giuridica internazionale ed organizzazione internazionale del lavoro, in Riv. dir. intern, comp. lav., 1969, 68. — Per il coordinamento tra le varie agenzie specializzate delle Nazioni Unite puô essere richiamato: [18] Jenks, C. W., Co-ordination: A new problem of international organization - A preliminary sur-vey of the law and practice of inter-organizational relationships, in Recueil des cours de l'Académie de droit international, 1950, II, 157 ss. FRANCESCO D'ATTILIA 5