dip. biologia evolut. e comp. - Università degli Studi di Napoli

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dip. biologia evolut. e comp. - Università degli Studi di Napoli
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
POLO DELLE SCIENZE E DELLE TECNOLOGIE
DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA EVOLUTIVA E COMPARATA
VIA MEZZOCANNONE N°8 C.A.P. 80124 NAPOLI TEL 2535165 (centr.) FAX 2535035
PIANO ANNUALE DELLE RICERCHE PER IL 2002
1) NOTIZIE GENERALI
Il Dipartimento di Biologia Evolutiva e Comparata è stato attivato nel 1985 subentrando per sede e
patrimonio all’ex Istituto di Istologia ed Embriologia; nel 1987 è confluito nel Dipartimento di
Biologia Evolutiva e Comparata l’Istituto di Antropologia. Direttore del Dipartimento è la Prof.sa
Vincenza
Laforgia,
ordinario
di
Citologia
ed
Istologia
(tel.0812535170,
e-mail:
[email protected] – fax 0812535035)
Il Dipartimento annovera tra i suoi componenti nove docenti di prima fascia:
ANDREUCCETTI Piero
ANGELINI Francesco
CAMPANELLA Chiara
DELLA CORTE Francesco
FEDELE Francesco
FILOSA Silvana
LAFORGIA Vincenza
PUTTI Rosalba
Anatomia Comparata
Citologia e Istologia
Biologia dello Sviluppo
Citologia e Istologia
Antropologia
Anatomia Comparata
Citologia e istologia
Biologia dello sviluppo
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
VARANO Lorenzo
Anatomia Comparata
Tempo Pieno
Anatomia Comparata
Anatomia Umana
Citologia e Istologia
Endocrinologia comparata
Citologia ed Istologia
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
cinque docenti di II fascia:
CAPRIGLIONE Teresa
CAVAGNUOLO Antimo
GRIMALDI M. Consiglia
LIMATOLA Ermelinda
ODIERNA Gaetano
afferiscono inoltre al Dipartimento nove ricercatori:
1
CAPALDO Anna
CARDONE Anna
CAROTENUTO Rosa
GUALTIERI Roberto
GUARINO Fabio Maria
MOTTA Chiara
PICA Alessandra
SCUDIERO Rosaria
TALEVI Riccardo
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Pieno
Tempo Definito
Le aree culturali che rientrano negli interessi dei componenti il Dipartimento e per le tematiche di
ricerca e per gli insegnamenti impartiti sono: l’Anatomia Comparata, la Biologia dello Sviluppo,
l’Istologia, la Citologia, la Citogenetica, l’Antropologia, l’Anatomia Umana, la Biologia
Molecolare, l’Endocrinologia Comparata e l’Ematologia Comparata.
Al Dipartimento afferiscono n. 14 unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliare di seguito
ripartite per area di appartenenza:
Area Amministrativa
IAIONE Adelaide
IORIO Anna Rita
TERISACCO Roberto
Collaboratore Amministrativo
Operatore Amministrativo
Segretario Amministrativo
VII Liv.
V Liv.
VIII Liv.
Funzionario di Biblioteca
Operatore di Biblioteca
Operatore di Biblioteca
VIII Liv.
V Liv.
V Liv.
Collaboratore Tecnico
Operatore Tecnico
Collaboratore tecnico
Funzionario Tecnico
Assistente Tecnico
Collaboratore Tecnico
Operatore Tecnico
VII Liv.
V Liv
VII Liv.
VIII Liv.
VI Liv.
VII Liv.
V Liv.
Manutentore
III Liv.
Biblioteca
NOTTOLA Wanda
PARISI Giorgio
VIVONE Cosimo
Area Tecnica
ARGENZIO Giuseppe
BERNILE Antonio
FALCONE Giuseppe
FERRANDINO Ida
MURIELLO Giuseppe
ODIERNA Gaetano
SICILIANO Pasquale
Area Servizi Ausiliari
RUSSO Fiorentino
Il Dipartimento dispone di 11 locali adibiti a laboratorio per la ricerca:
-Laboratorio di Microscopia elettronica;
-Laboratorio Radioisotopi;
-Laboratorio Colture cellulari;
-Laboratorio di Anatomia Comparata;
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-Laboratorio di Citologia;
-Laboratorio di Istologia;
-Laboratorio di Cariologia;
-Laboratorio di Biologia Cellulare;
-Laboratorio di Embriologia;
-Laboratorio di Antropologia;
-Laboratorio di Endocrinologia
ed inoltre di:
-n. 1 Laboratorio Fotografico
-n. 1 Stabulario per animali eterotermi;
-n. 1 Stanza comune con le seguenti apparecchiature:
-freezer a -80° C ;
-lavavetreria
-macchina per produzione ghiaccio;
-un distillatore;
-n. 1 Stanza comune con le seguenti attrezzature:
-Criostato
-Ultracentrifuga
-Bilancia Analitica
-n. 1 Stanza comune con 2 (due) fotomicroscopi;
-n. 1 Camera fredda a -40° C.
-n. 1 Stanza con analizzatore d’immagine
2) STRUTTURE, SERVIZI, ATTREZZATURE E SEDE
Il Dipartimento ha la sua sede ai piani 3°/4°/5° di via Mezzocannone n. 8. La superficie totale
“utile” disponibile, di circa 1000 mq., è largamente insufficiente per le esigenze relative alle attività
didattiche e di ricerca dei componenti il Dipartimento. Il problema sarà risolto quando i locali della
ex Matematica saranno consegnati al Dipartimento. Per questo si confida in una sollecita
definizione dei lavori di ristrutturazioine di detti locali.
La superficie totale dei locali adibiti a
laboratori di ricerca è di circa 300 mq., ed alcuni gruppi di ricerca non possiedono spazi di ricerca
ben definiti. Il resto degli spazi è ripartito tra i locali generali e di supporto (Biblioteca,
Amministrazione, ecc.) e locali adibiti a studi. Al Dipartimento è annessa un’auletta di circa 55 mq.,
utilizzata per corsi ed esercitazioni impartiti dai docenti del Dipartimento, per sedute di esami e per
seminari, nonchè un’aula di circa 120 mq., gestita dalla presidenza della Facoltà di Scienze MM.
FF. NN. e pertanto solo parzialmente disponibile per le esigenze del Dipartimento.
La Biblioteca, le cui attività sono coordinate dalla Dott.ssa Nottola, ha sede in due diversi locali. Il
primo, che ha una superficie di 90 mq., è ubicato al quarto piano e contiene volumi e riviste dei
settori di Anatomia Umana e Comparata, Istologia, Citologia, Biologia dello Sviluppo, Biologia
Generale, Sistematica ed Evoluzione ed Endocrinologia. Il secondo locale, che è ubicato invece al
terzo piano e ha una superficie di 40 mq., si caratterizza per la presenza di volumi e riviste relative
al settore di Antropologia. La consultazione dei libri (circa 10.163) e delle riviste (36) ubicate nel
locale sito al IV piano è possibile dal lunedì al giovedì (orario 8,30-13,30e 14,30-17,00) e al venerdì
dalle ore 8,30 alle ore 13,30. Utilizzando i fondi per l’incentivazione individuale 1999, la biblioteca
, nel periodo febbraio-giugno 2000, è rimasta aperta anche il Venerdì dalle ore 14.30 alle ore 17.00.
Nella biblioteca è disponibile un servizio di ricerca bibliografica tramite calcolatore, molto
utilizzato soprattutto da studenti che svolgono lavoro di tesi in Scienze Biologiche e Naturali.
I servizi del Dipartimento, generali e di supporto alla ricerca, sono organizzati come segue:
3
-Amministrazione: è collocata in un ambiente di circa 50 mq.; si avvale del contributo e della
collaborazione del Sig. TERISACCO Roberto, Segretario Amministrativo. Il personale della
Segreteria Amministrativa svolge anche il lavoro di segreteria generale (archivio, protocollo,
corrispondenza ecc.). Il personale è altresì gravato della parte amministrativa inerente il Centro
Interdipartimentale sulle Ultrastrutture Biologiche (C.I.R.U.B.), della gestione dei fondi relativi al
Laboratorio di Biologia I, Corso di Laurea in Scienze Biologiche I e II
-Servizio fotografico: E’utilizzato per lo sviluppo e stampa di materiale sia per esigenze didattiche
che di ricerca ed è coordinato dal Sig. Giuseppe Falcone.
Il servizio di guardiania con molte difficoltà e con molta abnegazione è svolto dal Sig. RUSSO
Fiorentino. D’altra parte l’Ufficio del personale, nonostante le numerose richieste avanzate, non ha
provveduto a sostituire il personale ausiliario (Sigg. Vasellini, Ragozzini, Tammaro) che a diverso
titolo ha lasciato il Dipartimento a partire dall’01.05.92. Per dare un’idea delle difficoltà che si
incontrano giornalmente nell’espletare sia il servizio di guardiania sia di telefonia si fa rilevare che
l’accesso al Dipartimento avviene tramite il locale nel quale è ubicato il centralino telefonico e che
lo stesso locale è frequentato giornalmente da moltissimi studenti del Corso di Laurea in Scienze
Biologiche, che chiedono informazioni circa l’andamento dei corsi e delle relative esercitazioni,
nonchè dell’espletamento delle sedute di esame.
3) DOTTORATI DI RICERCA
Il Dipartimento è sede amministrativa del Dottorato di Ricerca in Biologia Evoluzionistica
(Biologia Evolutiva e del Differenziamento). Sono attualmente ospitati nel Dipartimento n. 10
dottorandi per lo svolgimento del lavoro sperimentale di tesi, di cui 8 del Dottorato in Biologia
Evoluzionistica ( Prisco Maria, Cristino Luigia, Riggio Marilisa – XIII ciclo-; Buono Silvana,
Ricchiari Loredana, Vaccaro Maria Carmela – XIV ciclo; Patrizia Rosanova e Comitato Raffaella
XV- Astore Elena Roberta,Caputo Mariangela,Polese Gianluca,Tammaro Stefania –XVI ciclo, 2 del
Dottorato in Sistematica Molecolare( dott. De Falco Maria e Valiante Salvatore).
Frequentano altresì il Dipartimento numerosi tirocinanti.
4) ASSEGNI PER LA COLLABORAZIONE AD ATTIVITA’ DI RICERCA
Essendo stata attribuita al Dipartimento la somma di £ 120.000.000 per assegni per la
collaborazione ad attività di ricerca, il Consiglio di Dipartimento ha deliberato, nella seduta del
12.04.99, di utilizzare la suddetta somma per il conferimento di due assegni di durata biennale
dell’importo di £ 30.000.000 da utilizzare uno per lo studio dei recettori tiroidei e l’altro per i
processi che regolano la vitellogenesi. A tal proposito svolgono la loro attività rispettivamente i
dottori: Francesca Virgilio e Lucia Borrelli. Più recentemente è giunta comunicazione che al
Dipartimento sono stati assegnati 50 Milioni per assegni di collaborazione scientifica relativi
all’anno finanziario 2000.
5) ATTIVITA’ DIDATTICA
Al Dipartimento afferiscono 23 insegnamenti di cui 19 dei Corsi di Laurea in Scienze Biologiche I e
II, 3 del Corso di Laurea in Scienze Naturali ed uno del Diploma in Analisi Chimico-Biologiche.
Corso di Laurea in Scienze Biologiche
Anatomia Comparata I
Anatomia Comparata I
Anatomia Comparata II
Anatomia Comparata II
Biologia dello Sviluppo I
1 gr.
2 gr.
1 gr.
2 gr.
1 gr.
Prof. T. Capriglione
Prof. L. Varano
Prof. S. Filosa
Prof. C. Motta
Prof.ssa R. Putti
4
Biologia dello Sviluppo I
Biologia dello Sviluppo II
Citologia e Istologia II
Citologia e Istologia II
Citologia e Istologia I
Anatomia Umana
Laboratorio Biologia Sperim I
2 gr.
2 gr.
2 gr.
3 gr.
3 gr.
Prof P.Andreuccetti
Prof. C. Campanella
Prof. G. Odierna
Prof. F. Angelini
Prof.ssa V. Laforgia
Prof. Della corte
Dott. Guarino, Dott Capaldo
1, 2 Moduli
Endocrinologia Comparata
Lab. Tecniche Ultrastrutturali
Biologia Cellulare
Embriologia e Morfologia Sp.le
Citochimica e Istichimica
Citologia Animale
Ematologia
Prof.ssa E. Limatola
Prof.ssa M.C. Grimaldi
Dott. R. Talevi
Dott. R. Gualtieri
Dott.ssa A. Pica
Dott.ssa A. Capaldo
Prof. F. Della Corte
Corso di Laurea in Scienze Naturali:
Antropologia
Anatomia Umana
Lab. di esp. did. biol.
Prof. F. Fedele
Prof. A. Cavagnuolo
Dott.ssa M.C. Motta
Corso di Diploma di Analisi Chimico-Biologiche
Citologia e Istologia
Dott.ssa A. Cardone
6) ATTIVITA’ SCIENTIFICA
L’attività scientifica del Dipartimento verte principalmente sullo studio dei meccanismi che
regolano il differenziamento, la riproduzione , lo sviluppo e l’omeostasi e sullo studio dell’origine,
successione e mutamento del popolamento umano in differenti contesti ambientali.
I Docenti del Dipartimento intrattengono collaborazioni scientifiche con i seguenti ricercatori
stranieri ed italiani:
Prof. Masanao M.D. Miwa
Department of Biochemistry, Tsukuba University Japan.
Prof. William R.Moyle
University of Medicine e Dentistry of New Jersey. USA
Prof. Brun Querat
Laboratoire des Physiologie Genersale et Compareè Centre National de la Recerche Scientifique
Paris, France
Proff. Peter Killie e John kay
Department of Biochemistry of Wales, Cardiff, England.
Prof. W. Lennarz
Department of Biochemistry and Cell Biology, University of N.Y., USA at Stony Brook
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Prof. Giulio Gabbiani e Dr. Christine Chsaponnier
Department de Pathologie, Universitè de Genevè, Suisse
Dr Tamara Petrucci
Istituto Superiore di Sanità Roma.
Prof. Sanchez Laura
Departmento de Biologia Fundamental Area de Genetica, Universitad de Santiago de Compostela,
Lugo, Spain.
Dr. Mellado Jesus
Estacion Experimental de Zonas Aridas, Almeria, Spain
Dr. Miller O.J.
Department of Molecular Biology ang Genetics and the Center of Molecula Biology, Wayne State
University School of Medecine, Detroit, U.S.A.
Dr. Kupryanova Larissa
Zoological Institute, Academy of Sciences, St. Petersburg, Russia
Dr. Arribas Ocar
Unitat de Zoologia, Universidad autonoma de Barcelona, Spain
Dr. Den Bosch Herman A.J.
Biologie, Rijksunmniversiteit leiden, Holladn
Prof. Balletto Emilio
Dipartimento di Zoologia, Univeristà di Torino
Prof. Viggiani Gennaro
Dipartimento di Entomologia Agriculturale e Zoologia, Università di Napoli “ Federico II”
Prof. Redi Carlo Alberto
Dipartimento di Biologia Animale e Centro di Studio per l’Istochimica del CNR, Pavia
Prof. Botte Virgilio
Dipartimento di Zoologia, Università di Napoli “ Federico II”
Prof. Farina Benedetta
Dipartimento di Chimica Organica e Biologica, Napoli
Prof. Riccardo Pierantoni
Diaprtimento di Fisiologia Umana e Funzioni Biologiche Integrate, Napoli
Prog. Alberta Polzonetti
Dipartimento di Biologia Cellulare, Università di Camerino
Prof. Mauro Vallarino
Istituto di Anatomia Comparata, Università di Genova
Prof. Carlo Taddei
Dipartimento di Biologia Evolutiva sperimentale, Univeristà di Bologna
Prof. Ettore Olmo
Istituto di Biologia Generale e Genetica, Università di Ancona
Prof. Tagliaferro Maria Grazia
Istituo di Anatomia comparata, Università di Genova
Prof. E. Ottaviani
dipartimento di Biologia Animale, Università di Modena
Dr. Andreone Franco
Museo delle Scienze, Torino
Prof. Luana Ricci Paulesu
Istituo di Fisiologia Generale, Università di Siena
Prof. Gianfranco Ghiara
Dipartimento di Biologia Evolutiva, Università di Siena
Prof. Cascino Antonio
CRISCEB, Facoltà di Medicina, Seconda Università di Napoli
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Prof.ssa Capollaro Marilena
CRISCEB, Facoltà Medicina, Seconda Università di Napoli
Prof. Falugi Carla
Istituto di Anatomia Comparata, Università di Genova
Dr. Persico Gabriella
II GB, Napoli
Dr. C. Katagiri
University of Hokkaido
B. Dale
Clinica Villa del Sole, Napoli
Prof. R. Ivell
Insitute for Hormone and Fertility Research (Hamburg)
Prof. A. Furia
Università di Napoli “Federico II”
Prof. Reiter
University of Texas Health Science (San Antonio)
Prof. Quesada
Università di Napoli “Federico II”
Prof. Varriale
II Università di Napoli
Prof. Papa Sergio
Università di Bari
Prof. Bentivoglio Marina
Università di Verona
Dott Mazzotti
Museo Civico di Scienze Naturali di Ferrara.
Prof. Cotrufo M., Renzulli A., De Micco G.
Azienda Ospedaliera Monaldi, Napoli
Dott M. Wilding,
Clinica Villa del Sole Napoli
Dott. Miguel Vences, Michael Veith
Germania;
Dr Benoit Heulin
Francia.
Dr Sandra Cecconi
Dip. Scienze Biomediche, Università de L’Aquila
Dr. Elisabetta Tosti
Stazione Zoologica, Napoli
Dr. Raffaele Boni
Dip. Scienze delle Produzioni Animali, Università della Basilicata
Prof. Yves Menezo
Laboratoire Marcel Maerieux, Bordeaux, Francia
Dr Kay Elder
Bourn Hall Clinic, Cambridge, UK
Dr.sa Sciarrillo Rosaria
Università del Sannio, Benevento
Prof.sa Paolucci Marina
Università del Sannio, Benevento
Dr. Varricchio Ettore
Università di Potenza
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Dott. De Luca Antonio
Seconda università di Napoli (SUN)
Prof.sa Giacoma Cristina
Università di Torino
Prof. Romano Dallai
Dip. Biologia Evolutiva, Università di Siena
RELAZIONE SCIENTIFICA
I ricercatori del Dipartimento di Biologia Evolutiva e Comparata sono impegnati in una attività
di ricerca che verte principalmente sullo studio dei meccanismi che regolano la riproduzione, il
differenziamento e lo sviluppo animale, nonché su settori dell’antropologia e della paleoecologia
umana. Nell’ambito di tali problematiche particolare attenzione è rivolta allo studio della superficie
cellulare, ai problemi del differenziamento, all’interazione ovulare con lo spermatozoo,
all’influenza dell’ambiente oviduttale nei processi di riproduzione, e ai segnali a breve e a lunga
distanza con riferimento allo studio dei sistemi endocrini e neuroendocrini, nonché allo studio dei
complessi meccanismi che sono alla base della speciazione nei vertebrati non mammiferi.
Metodologie utilizzate
Le metodiche utilizzate a questo riguardo sono: tecniche avanzate di microscopia ottica ed
elettronica,immunocitochimica,
tecniche
di
frazionamento
di
componenti
cellulari,
spettrofotometria ad assorbimento atomico, elettrofisiologia, colture cellulari, maturazione,
fecondazione e sviluppo embrionale in vitro, metodi RIA per dosaggi ormonali, bandeggio
cromosomico, nick translation, western, northen e southern blot, immuno blots, ibridazione in situ,
RT-P.C.R., 5’-RACE, determinazione di sequenze nucleotidiche e aminoacidiche,
enzimi di
restrizione, chromosome and whole chromosome painting, ELISA, tecniche di clonaggio ed
espressione con vettori batterici, saggi enzimatici., assorbimento atomico. Nel settore
antropologico, le tecniche utilizzate sono quelle di ricerca sul terreno e quelle di comparazione di
popolazioni scheletriche.
Principali risultati ottenuti durante il 2000
Nostre osservazioni hanno permesso di chiarire, soprattutto in vertebrati non mammiferi:
1) l’ andamento della gametogenesi durante il ciclo riproduttivo, con particolare riferimento alla
modulazione dei recettori per gli ormoni che la regolano, ai fenomeni di autoinduzione e
down-regulation degli ormoni (androgeni, estrogeni, corticosteroidi, tiroidei), al ruolo svolto
dalle cellule follicolari nell’accrescimento ovocitario, e ai meccanismi che ne regolano il
differenziamento, all’andamento delle molecole di superficie coinvolte nell’assorbimento della
vitellogenina e alla sua trasformazione da parte di enzimi citoplasmatici presenti nell'ovocita,
nonché alla sua sitesi da parte delle cellule follicolari, alla sintesi di molecole informazionali
ed alla determinazione della polarità ovocitaria in rapporto all’espressione di messaggeri di
proteine citoscheletriche, quali la spectrina, ed infine il ruolo di differenti fattori esogeni
(temperaura e fotoperiodo) ed endogeni quali quelli endocrini (FSH e LH), paracrini ed
autocrini che regolano, mediante il legame con gli specifici recettori, l’andamento dei cicli
riproduttivi. Negli ovociti di Podarcis è stata individuata tra le proteine della membrana
plasmatica mediante SDS-PAGE e ligand blottingb la proteina recettoriale per la vitellogenina
esogena. Questa proteina è presente sulla membrana degli ovociti di tutte le dimensioni e solo
nel periodo riproduttivo; nel periodo non riproduttivo la sua presenza è inducibile con la
somministrazione di FSH. E’ stato inoltre evidenziato che la proliferazione ovogoniale indotta
da FSH e il reclutamento degli ovogoni nel pool di ovociti è regolato da un fattore proteico
prodotto dalle cellule follicolari, che il nucleolo nell’ovocita degli squamati va incontro a
8
2)
3)
4)
5)
6)
frammentazione durante le fasi iniziali dell’accrescimento con formazione prima di peculiari
strutture proteiche, di natura
tuttora non chiarita e quindi di tipici micronucleoli attivi
trascrizionalmente, che le cellule nutrici dell’epitelio follicolare regrediscono per un processo di
apoptosi e che i contenuti nucleari vengono riciclati, almeno in parte, dall’ovocita stesso, dove
vengono accumulati a livello dei globuli di vitello. E’ stato anche dimostrato che nell’ovocita
di Podarcis sono presenti due aspartico proteinasi con attività ottimale a differenti pH.
L’attività di questi enzimi è sensibile al trattamento in vivo con FSH, è correlata al ciclo
ovarico e all’accrescimento ovocitario. Nei pesci ossei è stata dimostrata la presenza di un
peculiare organello citoplasmatico, la cui funzione sarebbe quella di intrappolare
temporaneamente l’RNA ribosomiale. Durante l’accrescimento ovocitario in Xenopus è stato
evidenziato un “cap” di spettrina (mRNA e proteine) sia nell’ovocita sia nelle cellule follicolari,
che potrebbe essere responsabile del processo di polarizzazione dell’ovocita. E' stata studiata
mediante microscopia confocale, immunofluorescenza ed immunoblotting, una proteina che
cross-reagisce con anticorpi contro-Gurken, una proteina di drosofila in cui ha il ruolo
determinare l'asse antero-posteriore e quello dorso-ventrale. In Xenopus, e' stato anche iniziato
uno studio atto ad identificare il ruolo della p27BBP, una proteina altamente conservata
evolutivamente, nel nucleo e nel citoplasma.
La biologia della fecondazione, con particolare riferimento alla caratterizzazione dei siti e delle
molecole di superficie coinvolte nell’interazione spermatozoo-uovo e al ruolo dell’ovidutto dei
mammiferi nei processi di selezione e capacitazione degli spermatozoi. E’ stata clonata e
sequenziata una glicoproteina dell’involucro vitellino, con attività recettoriale per lo
spermatozoo (gp63). Essa ha elevata percentuale di identità con la ZP2 dei mammiferi. Inoltre
sono stati studiati i cambiamenti molecolari e funzionali dell’involucro vitellino durante il
passaggio attraverso gli ovidutti. La gp 63 acquista catene O-linked che potrebbero avere
capacità di legare gli spermatozoi. Un'altra glicoproteina dell'involucro, la gp 42, sembrerebbe
avere una degradazione proteolitica, durante il passaggio dell'ovocita nell'ovidutto,
cambiamento che consente una riconfigurazione dell'involucro stesso in preparazione alla
fecondazione. Per quanto riguarda, invece, l’ovidutto precedenti studi condotti nel nostro
laboratorio hanno evidenziato che l’adesione all’epitelio tubarico in vitro seleziona una
sottopopolazione di spermatozoi non capacitata e dotata di acrosoma intatto e che il rilascio di
tali spermatozoi in coltura è dovuto a processi capacitativi. In questa ottica, si è studiato
l’effetto di molecole note per la loro azione capacitante sul rilascio di spermatozoi adesi
all’epitelio tubarico in vitro. I risultati hanno evidenziato per la prima volta in letteratura nelle
varie specie esaminate che alcuni glicoconiugati solfati, quali l’eparina, il fucoidano e il destran
solfato sono potenti induttori del rilascio. Oltre a fornire interessanti dati sul ruolo svolto da
molecole naturalmente presenti nel tratto riproduttivo femminile sul rilascio degli spermatozoi
immagazzinati nella tuba, i risultati rendono per la prima volta possibile lo studio della capacità
fecondante della subpopolazione spermatica selezionata dalla tuba grazie all’adesione e il
conseguente sviluppo di nuove biotecnologie per la fecondazione in vitro.
l’andamento della metallotioneina e del suo messaggero in differenti organi di pesci antartici,
nei quali è stata dimostrata una regolazione tesuto-specifica dell’espressione genica della
proteina. Nell’osteitto Danio rerio (Zebrafish) è stata identificata una nuova forma di aspartico
proteasi espressa unicamente nel fegato delle femmine.
il citodifferenziamento delle cellule del pancreas endocrino e gli effetti sulla secrezione del
pancreas endocrino e dell’ipofisi da parte dei neurotrasmettitori, dei neuropeptidi e di sostanze
agenti, tramite il sistema nervoso autonomo;
l’identificazione immunocitochimica delle cellule ipofisarie nei rettili vivipari;
dimostrazione della capacità rigenerativa del tessuto emopoietico distrutto da irradiazione X, a
seguito di autoemotrapianto
in pesci cartilaginei. Il sangue autotrasfuso ha indotto una
normalizzazione dei valori ematologici
ed un ripopolamento degli organi emopoietici,
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7)
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9)
10)
11)
12)
13)
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dimostrato dal metodo con BrdU, in circa 28 gg. Tale ripristino è perciò ascrivibile a cellule
progenitrici circolanti.
identificazione immunocitochimica delle principali molecole coinvolte nel meccanismo della
rigenerazione assonale nei neuroni motori e gangliari (neuronal nitric oxide (nNOS), growth
axonal protein (GAP-43) e Bcl-2) nel modello sperimentale della rigenerazione della coda in
Gekko gecko tokay. L’analisi densitometrica dell’immunoreattività cellulare agli anticorpi
specifici per le molecole di cui sopra, valutata a vari tempi dalla rigenerazione assonale, ha
dimostrato sovrapposizione temporale dell’induzione di nNOS e GAP-43 con la rigenerazione
assonale dei motoneuroni caudali a 15 e 30 giorni dalla caudotomia. La reazione TUNEL
eseguita su tale popolazione cellulare a 5 e 15 giorni dalla caudotomia ha dimostrato l’assenza
di fenomeni apoptotici in atto in concomitanza con l’assenza dell’espressione immunoreattiva
di Bcl-2 nelle medesime popolazioni cellulari. L’analisi morfometrica dei motoneuroni e dei
neuroni gangliari spinali destinati a reinnervare la coda rigenerata ha dimostrato ipertrofia,
cromatolisi ed eccentricità nucleare nei primi stadi dalla caudotomia
il ruolo delle ghiandole endocrine nella modulazione della risposta adattativa dell’animale
all’ambiente e, in particolare, dei neuropeptidi in esse presenti quali regolatori della secrezione
cellulare;
il ruolo del DNA satellite nell’evoluzione cromosomica e nella sistematica di differenti taxa,
anche non appartenenti ai vertebrati;
la struttura delle ossa lunghe e loro impiego ai fini scheletocronologici e negli studi di archeobiologia per il recupero di DNA antico in reperti archeologici umani e animali;
il popolamento umano in ecosistemi di montagna e in regioni dell’Italia Meridionale;
l’evoluzione delle relazioni uomo-fauna in Mesopotamia;
la paleodemografia di società antiche della Campania.
la determinazione delle variazioni annuali delle concentrazioni plasmatiche degli ormoni
tiroidei, del loro contenuto nella tiroide e nel fegato durante il ciclo di attività morfofunzionale
della ghiandola tiroidea nel lacertide Podarcis sicula
l’espressione del recettore dell’ormone tiroideo nel fegato della lucertola Podarcis sicula
durante le varie fasi del ciclo annuale di attività funzionale di tale lacertide.
identificazione e localizzazione di diversi peptidi all’interno della ghiandola adrenale dei bassi
vertebrati e loro effetto sulla fisiologia della ghiandola stessa.
Gli obiettivi da raggiungere, utilizzando le metodiche precedentemente esposte, riguardano
principalmente:
1) ulteriori
approfondimenti della gametogenesi maschile e femminile, con individuazione dei
fattori endocrini e neuroendocrini che regolano il ciclo riproduttivo, dei messaggeri per i
recettori degli steroidi sessuali, dei fattori intra ed interovarici, quali GnRH, enzimatici e
genetici , di specifici enzimi (caspasi e DNAsi) che controllano sia il differenziamento dei
gameti sia quello dell’epitelio follicolare nella linea femminile nonché il ruolo delle cellule
steoidogenetiche nel controllo della spermatogenesi;
2) il controllo ormonale della gerarchia follicolare in Podarcis, le tappe della biosintesi della
vitellogenina nel fegato e le proteine costitutive del vitello degli ovociti e nelle uova fecondate a
diverso stadio di sviluppo embrionale.
3) l'identificazione e l'espressione del gene omologo a Gurken, in drosofila, e di una proteina
ribosomale di recente individuazione;
4) l’organizzazione del citoscheletro nell’ovogenesi di Xenopus, in particolare spettrina e 4.1,
mediante microscopia confocale, immunoistochimica e biochimica di base;
5) la determinazione del ruolo della gp63 e della gp42 degli involucri ovulari nel processo di
penetrazione spermatica;
10
6) la caratterizzazione della capacità fecondante degli spermatozoi rilasciati mediante tecniche di
fecondazione in vitro; lo studio dell’influenza della maturazione epididimale sulla comparsa di
molecole di superficie dello spermatozoo coinvolte nella adesione all’epitelio tubarico e nel
successivo rilascio; lo studio dell’influenza del calcio intracellulare dello spermatozoo nel
rilascio dall’epitelio tubarico mediato da glicoconiugati solfati;
7) lo studio delle regioni promotrici i geni codificanti le diverse isoforme di metallotioneina nei
pesci antartici al fine di identificare le regioni responsabili della diversa espressione genica
osservata in tali proteine; chiarire l’eventuale coinvolgimento dell’aspartico proteasi epatospecifica di zebrafish nei processi riproduttivi.
8) il citodifferenziamento delle cellule ipofisarie di vertebrati non mammiferi con particolare
riferimento ai pesci e ai rettili vivipari;
9) la mappatura delle cellule neurosecernenti mesotocina e vasotocina nell’encefalo di alcuni rettili
e il ruolo endocrino dell’organo sottocommissurale (OSC);
10) il destino cellulare delle cellule del pancreas endocrino di anfibi e rettili e gli effetti che sulla
secrezione di tali cellule giocano l’acetilcolina, il carbacolo i neuropeptidi e la leptina;
11) lo studio immunocitochimico e citofluorimetrico della cellula staminale emopoietica di
vertebrati eterotermi e delle sue potenzialità di sviluppo anche in tessuti diversi da quello
ematico;
12) identificazione della cellula staminale progenitrice neuronale nel modello della rigenerazione
caudale, dopo assotomia centrale e periferica in Gekko gecko tokay, con particolare riguardo al
ruolo svolto dallo strato ependimale circondante il lume del canale spinale
13) determinazione dei fattori fisiologici che intervengono nel controllo dell’espressione genica
nelle cellule cromaffini della ghiandola adrenale dei rettili;
14) gli aspetti dell’evoluzione del genoma, con particolare riferimento al ruolo svolto delle frazioni
altamente ripetute presenti sia a livello centromerico che telomerico;
15) la determinazione dell’età e di altri parametri demografici (tassi di crescita, struttura di
popolazione) in popolazioni di anfibi;
16) la determinazione del grado di conservazione dell’osso antico anche in relazione a studi
molecolari che hanno per oggetto l’estrazione e l’amplificazione del DNA antico
17) l’ulteriore analisi dei
reperti rinvenuti nei siti preistorici delle Alpi (Alta Valle Spluga,
Valcamonica ecc.) e dell’Italia meridionale ( Cilento);
18) l’analisi dei reperti scheletrici rinvenuti sia in siti archeologici pompeiani che in quelli di
S.Paolo Belsito e di Pontecagnano (Campania).
19) variazione morfofunzionale della ghiandola tiroidea da parte di alcuni neurotrasmettitori,
neuropeptidi e sostanze che agiscono attraverso il sistema nervoso autonomo
20) Identificazione immunocitochimica di diversi peptidi e neuropeptidi nella tiroide della Podarcis
sicula
21) localizzazione del recettore dell’ormone tiroideo a livello di vari organi bersaglio dello stesso
ormone ed evidenziazione delle eventuali variazioni nell’espressione di tale recettore in
relazione al ciclo funzionale della Podarcis sicula.
Programma particolareggiato di ricerca per il 2002
Titolo: Meccanismi di controllo della riproduzione e del differenziamento
Nei vertebrati non mammiferi delle regioni temperate i processi riproduttivi presentano un
andamento stagionale e sono regolati da diversi fattori endogeni ed ambientali. Nei confronti delle
diverse condizioni ambientali, i vertebrati eterotermi rispondono con varie tattiche adottando
soluzioni differenti che sono alla base dell'adattamento e della sopravvivenza. La regolazione dei
processi riproduttivi ed il controllo dell'omeostasi sono alla base del successo evolutivo di una
specie.
11
Nell'ambito delle ricerche sul controllo dell'attività riproduttiva si effettuerà uno studio sui
fattori che regolano , nella linea maschile, l’attività spermatogenetica ed il differenziamento dei
gameti nel rettile Podarcis sicula. Mediante l'impiego di cDNA eterologhi, sarà approfondito lo
studio sull'espressione del recettore degli androgeni durante le varie fasi del ciclo riproduttivo sia in
vivo che in vitro. Infatti precedenti osservazioni hanno rilevato che nella gonade di Podarcis è
presente una interessante correlazione tra l'attività spermatogenetica ed il livello dei recettori
specifici per il testosterone, il che fa pensare che in questa lucertola i livelli del recettore piuttosto
che l'ormone stesso costituiscano il fattore limitante. Il testosterone infatti raggiunge nella gonade il
livello più alto in estate quando la spermatogenesi è inibita; al contrario, il recettore per tale steroide
è presente solo in primavera durante la fase di massima attività spermatogenetica. A tale proposito
mediante l’utilizzo di cDNA eterologhi
si cercherà di verificare la presenza dei recettori
appartenenti alla famiglia dei recettori degli ormoni steroidei nella gonade durante i differenti
periodi del ciclo riproduttivo ed inoltre studiare l’effetto che i diversi ormoni steroidei, tiroidei e
corticoidi hanno sull’espressione del recettore degli androgeni
attraverso processi di auto-up- o
down-regulation. Inoltre sia a livello delle cellule di Sertoli che in quelle di Leydig verranno
saggiate, con metodi immunocitologici, le capacità di produrre sostanze, quali l’inibina, capaci di
regolare per via endocrina o paracrina il ciclo spermatogenetico. Infine verrà studiata la
spermatogenesi di pesci adattati a condizioni estreme. Le osservazioni saranno estese anche alla
gonade maschile di Torpedo marmorata, un pesce cartilagineo comune nel golfo di Napoli, che si
sta rivelando un valido modello sperimentale per lo studio dei meccanismi che controllano la
riproduzione nei vertebrati superiori, mammiferi compresi. In particolare sarà approfondito lo
studio sul ruolo svolto dalle cellule di Leydig e di Sertoli nei meccanismi che regolano la
spermatogenesi.
Nella linea femminile di Podarcis sarà studiata la natura delle strutture proteiche “sferiche”
che si formano durante la fase di frammentazione del nucleolo dell’ovocita in corrispondenza di una
fase di accrescimento in cui il nucleo dell’ovocita risulta trascrizionalmente inattivo. Infine, sarà
approfondito il lavoro sulle caratteristiche delle cellule follicolari. In particolare saranno studiati i
meccanismi che ne regolano il differenziamento, l’attività funzionale e la successiva degenerazione
per apoptosi. Limitatamente al differenziamento sarà condotta una indagine per caratterizzare le
glicoproteine di superficie che accompagnano il differenziamento delle cellule follicolari, e la
presenza di molecole di spectrina, che, come è noto in altri sistemi, giocano un ruolo determinante
nel garantire i rapporti tra elementi della superficie cellulare e le molecole che costituiscono il
citoscheletro. Per quanto concerne, invece, i processi di apoptosi che caratterizzano la fase di
regressione delle cellule follicolari, si indagherà sul ruolo protettivo /induttivo riguardo la morte di
tali cellule svolto da vari fattori ormonali. Uno studio sarà effettuato anche sulla presenza ed il ruolo
di fattori intra ed interovarici nel controllo delle attivita' ovariche ed il ruolo di fattori ormonali
(GnRH, steroidi, inibina), enzimatici (transglutaminasi, nucleasi) e genetici (oncogeni) nel controllo
del differenziamento dell'epitelio follicolare
durante la previtellogenesi.I meccanismi di
differenziamento e morte delle cellule follicolari verranno studiati anche mediante l’utilizzo di
tecniche di colture in vitro. Lo studio verrà esteso anche al ruolo dei fattori ormonali, rilasciati a
livelo dell’asse ipotalamo-opifisi-gonade, sull’attività di enzimi quali Dnasi I e caspasi 3 e 8 Per
quanto riguarda in particolare l’FSH, per il quale è stato messo in evidenza che agisce mediante il
riconoscimento di appropriati recettori presenti sulla membrana plasmatica delle cellule follicolari,
si tenterà di identificare e caratterizzare, mediante tecniche di biologia molecolare, il recettore per
l'FSH e di valutare, utilizzando sonde di cDNA, l’espressione genica di tale recettore durante il
ciclo riproduttivo e l’accrescimento ovocitario. Sarà poi continuato lo studio sugli enzimi che
processano la vitellogenina. A questo proposito nuove osservazioni hanno messo in evidenza
nell’ovocita di Podarcis due aspartico proteinasi coinvolte nella trasformazione della vitellogenina
esogena. Dato che le aspartico proiteinasi sono una vasta famiglia di enzimi, si tenterà di
caratterizzare, a livello biochimico e molecolare, i due enzimi ovarici e di studiarne l’espressione
12
genica. Analisi saranno inoltre condotte per evidenziare il coinvolgimento nei processi di
maturazione delle cellule germinali di fattori quali GnRH, ß-endorfine, NPY ecc, e i loro effetti
sulla steroidogenesi. Negli ovociti in accrescimento della lucertola Podarcis sarà indagata, mediante
immunocitochimica e ibridazione in situ, la presenza di inibina che è il fattore ormonale ritenuto
responsabile del controllo della gerarchia follicolare negli anfibi, negli uccelli e nei mammiferi
finora studiati.
Durante il lungo e complesso processo di differenziamento del follicolo ovarico, l’ ovocita è
coinvolto in un intenso processo di accumulo di nutrienti (vitello) necessari per lo sviluppo del
futuro embrione. Tale processo vitellogenico è caratterizzato, a livello della membrana plasmatica
ovocitaria, da una attiva endocitosi mediata da recettori. La vitellogenina inglobata negli ovociti
viene processata e stoccata nei globuli di vitello. Mediante SDS-PAGE e Western Blotting,
utilizzando un anticorpo omologo contro la vitellogenina di Podarcis, saranno studiate le
componenti proteiche dei globuli di vitello negli ovociti in accrescimento, nelle uova di dotto
fecondate e non fecondate e nelle uova deposte a differenti stadi dello sviluppo embrionale.
Mediante isolamento dei compartimenti subcellulari del fegato (REL, RER, Golgi) microscopia
elettronica, SDS-PAGE e Western Blotting saranno indagate le tappe della biosintesi della
vitellogenina nel fegato dela lucertola Podarcis. Nel processo vitellogenico assume anche grande
rilevanza lo studio di processi paralleli di autosintesi del vitello (vitellogenesi endogena) nel quale
potrebbero essere coinvolte l’ovocita e/o le cellule follicolari: per questo si cercherà di indagare a
livello ultrastrutturale i diversi aspetti di tale processo e la rilevanza che esso assume nella
costituzione delle riserve vitelline globali. A questo proposito negli osteitti verrà indagata la natura
e la funzione dei cosiddetti laveoli corticali, che caratterizzano la fase previtellogenica. Le
osservazioni finora condotte fanno ritenere che sia l’ovocita sia anche le cellule follicolari, sia nei
selaci che nei rettili, possano essere attivamente coinvolte nel processo della vitellogenesi, a
differenza di quanto finora ipotizzato in altri vertebrati. Per questo si cercherà di definire
ulteriormente il ruolo svolto dalle cellule follicolari, nelle quali mediante ibridazione in situ sarà
ricercata la presenza di mRNA per la vitellogenina; la presenza di tale proteina è già stata rilevata
all’interno delle cellule follicolari da indagini effettuate con anticorpi eterologhi anti-vitellogenina.
Con metodi biochimici sarà inoltre studiata la composizione proteica del vitello ovocitario in specie
ovipare e vivipare di lacertili; in particolare, in questi ultimi, la riduzione delle riserve vitelline,
connessa con la condizione di viviparità, potrebbe essere accompagnata da una diversa
composizione proteica dei materiali di riserva.
Ulteriori dati sul differenziamento ovocitario potranno emergere da uno studio intrapreso negli
ovociti di anfibi nel tentativo di comprendere i fattori che presiedono all’acquisizione della polarità.
Per questo è in via di svolgimento un’indagine sull’andamento dell’espressione e la localizzazione
dei messaggeri della spettrina mediante tecniche di ibridazione in situ per α-spettrina di Xenopus. I
dati ottenuti hanno messo in evidenza due aree di ibridazione, uno in ovociti previtellogenici e
l’altra in ovociti in stadio finale di accrescimento. Nel primo caso anche il tessuto somatico (cellule
follicolari e tecali) è marcato e proprio in corrispondenza del citoplasma dell’ovocita. E’ stata
studiata anche la proteina utilizzando un anticorpo anti-alfa spettrina di mammifero. I risultati
indicano che, dal momento che non ci sono ponti citoplasmatici tra cellule somatiche ed ovocita, i
due territori marcati (la proteina ha una distribuzione simile alla sonda) che si affrontano possono
indicare domini specifici in cui il citoscheletro si organizza per ancorare molecole di membrana
importanti nella segnalazione induttiva tra cellule somatiche e ovocita. Questi meccanismi sono
noti in drosofila ma a tutt’oggi sconosciuti nei vertebrati. Il secondo “cap” potrebbe indicare la
presenza di una isoforma di alfa spettrina specifica per l’emisfero animale. In questo territorio
infatti è stata rilevata una distribuzione della proteina uniforme e polarizzata contrariamente a
quanto si vede nell’emisfero vegetativo. Lo studio continuerà nel tentativo di comprendere se la
spettrina determina o contribuisce alla determinazione di territori di importante significato
prospettico per l’ovocita di anfibo. A tale scopo sarà completato lo studio della distribuzione degli
13
eterodimeri spettrinici durante l’ovogenesi con svariati anticorpi e saranno studiate le eventuali
localizzazioni di geni marcatori di polarità come Xcat2, XI sirts, Vg1.e sarà intrapresa la ricerca di
proteine Gurken-like in questo sistema. Lo studio del citoscheletro negli ovociti di Xenopus sarà
proseguito al microscopio confocale utilizzando anti-spettrina e anti 4.1
Contemporaneamente sarà sviluppato uno studio teso a caratterizzare le proprietà di superficie
che rendono possibile l’interazione tra gameti maturi Lo studio sarà affrontato in differenti specie
sia di anfibi (Discoglossus, Xenopus), che rappresentano modelli particolarmente validi, sia di
mammiferi, per le evidenti ricadute applicative.
Lo studio sarà rivolto in particolare alla
caratterizzazione di glicoproteine presenti sia a livello degli involucri ovulari che sulla membrana
plasmatica, utilizzando indagini immunocitochimiche e biochimiche. In Discoglossus sono state
identificate glicoproteine di 270/260 e di 200 kDa specificamente nell’unico sito dell’uovo in cui
può avvenire la fecondazione. Saggi di inibizione eseguiti utilizzando le glicoproteine in soluzione
mostrano elevate percentuali di inibizione di legame pallina rivestita con glicoproteinespermatozoo, solo in presenza della glicoproteina omologa. Lo scopo è quello di identificare
molecole deputate al legame con spermatozoo di vertebrato in uno scenario internazionale in cui a
tutt’oggi non si sa ancora se esistono recettori di membrana atti alla fusione spermatica ed alla
propagazione del segnale di legame. Si intende approfondire la caratterizzazione delle molecole
identificate. Saranno inoltre studiate le modificazioni che subiscono gli involucri ovulari durante la
deiscenza negli ovidutti in relazione alla possibilità o meno di poter interagire con gli spermatozoi.
Per questo in Discoglossus sono state analizzate le glicoproteine dell’involucro vitellino degli
ovociti celomici e di uova deposte. Di queste è continuato lo studio della determinazione delle
catene glucidiche mediante blots con lectine. In particolare è stata identificata l’idrolisi limitata di
una banda di circa 42kDa a circa 40kDa nel passaggio da ovociti celomici a uova uterine, come in
tutte le uova di anfibio note. Inoltre, è stato messo in evidenza l’esistenza di una banda di 64kDa,
che dopo passaggio nell’ovidutto, assume peso molecolare di 63kDa, insieme con l’acquisizione di
catene glucidiche SBA (glycine max agglutinina) positive. E’ stato inoltre iniziato l’isolamento ed il
sequenziamento del DNA corrispondente a tale gp utilizzando il cDNA della gp 64/69 di Xenopus,
donatoci da Tian e Lennarz con cui è in prosieguo una attiva collaborazione, utilizzando una libreria
di cDNA ovocitario di discoglosso. Le molecole su indicate sono ritenute da tali autori il “recettore”
per lo spermatozoo dell’involucro vitellino e sono omologhe alla ZP2 di topo. Inoltre si cercherà di
mettere a fuoco il ruolo di specifici zuccheri in tale legame e di completare il sequenziamento della
gp63, di studiare con ibridazioni in situ, la distribuzione del messaggero durante l’ovogenesi, di
studiare la morfologia degli involucri fino alla fecondazione, nonché di studiare l’attività di legame
degli spermatozoi con l’involucro ed in particolare con la gp 63. In diverse specie di mammiferi
l’ovidutto funge da serbatoio spermatico durante l’intervallo che intercorre tra accoppiamento ed
ovulazione. Le cellule oviduttali sono capaci di legare gli spermatozoi e di prolungarne la vita
fertile in attesa di un segnale, tutt’ora ignoto, in grado di indurne il rilascio. I nostri precedenti studi
hanno mostrato che i glicoconiugati solfati sono potenti induttori del rilascio degli spermatozoi
adesi alla tuba in vitro e possono quindi rappresentare le sostanze segnale coinvolte nel rilascio in
vivo. Varie evidenze indicano che l’adesione all’epitelio tubarico seleziona una sottopopolazione di
spermatozoi presenti nell’eiaculato. E’ stato infatti riportato che gli spermatozoi selezionati grazie
all’adesione alle cellule tubariche presentano uno stato non capacitato, acrosoma intatto, struttura
cromatinica integra ed altre caratteristiche che lasciano ipotizzare possano rappresentare una
sottopopolazione particolarmente idonea a fecondare e a supportare lo sviluppo dell’embrione.
Grazie all’identificazione nel nostro laboratorio di molecole in grado di indurre il rilascio degli
spermatozoi selezionati dalla tuba grazie all’adesione sarà possibile per la prima volta in letteratura
nelle varie specie esaminate saggiare il potere fecondante delle differenti sub popolazioni che
compongono l’eiaculato Lo scopo è quindi quello di approfondire la conoscenza dei complessi
fenomeni di base implicati nella capacitazione spermatica, e di acquisire al contempo valide
informazioni per l’ottimizzazione della selezione spermatica e dei protocolli di fecondazione in
14
vitro sia in campo zootecnico che clinico. Per comprendere se le molecole coinvolte nell’adesione
spermatozoi cellule tubariche e nel rilascio degli spermatozoi adesi vengono prodotte durante
durante la maturazione epididimale o provengano dal plasma seminale si studierà la capacità di
spermatozoi prelevati dai diversi tratti dell’epididimo di aderire a monostrati oviduttali in vitro ed
essere rilasciati in risposta all’addizione di glicoconiugati solfati. Studi effettuati con l’ausilio di
tecniche di fotoamplificazione e sonde intracellulari permetteranno di studiare il ruolo del calcio o
altre molecole coinvolte nella traduzione del segnale , nella induzione del rilascio spermatico
mediato dai glicoconiugati solfati.
In relazione al controllo dell’omeostasi si proseguirà lo studio sulle ghiandole endocrine
surrene, pancreas e tiroide dei vertebrati non mammiferi, le quali sono risultate riccamente
innervate da fibre e terminazioni nervose. Per quanto riguarda la regolazione della secrezione del
pancreas endocrino dei vertebrati non mammiferi esercitata dal sistema nervoso autonomo,
proseguirà lo studio con l’uso dell’agonista muscarinico carbacolo. Inoltre negli anni più recenti
grande interesse è rivolto all’azione della
leptina, prodotta dagli adipociti, sulla secrezione
pancreatica dell’insulina nei mammiferi. L’obbiettivo di questa ricerca sarà di verificare se la
leptina somministrata i.p.eserciti un’azione anche sul pancreas dei vertebrati non mammiferi e se vi
siano recettori della leptina sulle cellule pancreatiche evidenziabili con appropriati anticorpi. In caso
affermativo con una serie di reazioni immunocitochimiche doppie si cercherà di individuare quali
cellule
espongano recettori per tale fattore. Infine con dosaggi immunologici di insulina e
glucagone plasmatici si valuterà la risposta delle cellule endocrine alla somministrazione di leptina.
Saranno anche valutati gli eventuali adattamenti degli animali in risposta a vari tipi di stimolazione,
saggiando gli ormoni steroidi (corticoidi e surrenalici), tiroidei e pancreatici. Le indagini
utilizzeranno metodiche biochimiche e di immunocitochimica allo scopo di identificare i tipi
cellulari e i siti ultrastrutturali di produzione dei diversi ormoni. Si cercherà inoltre di studiare
l’effetto dello stress da cattura sul sistema riproduttivo di anfibi e rettili e nella steroidogenesi degli
ormoni. In particolare, si cercherà di riscontrare su basi immunocitochimiche anche a livello
ultrastrutturale il coinvolgimento dell'inibina nella regolazione dei cicli riproduttivi della lucertola.
Nostri dati preliminari lasciano infatti supporre che tale fattore di inibizione venga prodotto, in
determinate fasi del ciclo, non solo a livello delle cellule di Leydig e di Sertoli, ma anche dalle
cellule corticali della ghiandola adrenale (forse co-secreto assieme ai corticosteroidi) e da cellule ad
ammine della midollare.
Numerosi studi svolti sulla ghiandola tiroidea di diversi Vertebrati hanno evidenziato la presenza di
fibre nervose oltre che di tipo simpatico e parasimpatico anche di tipo VIP-, NPY- e PP- ergico. La
presenza di tali fibre ha fornito le basi per avanzare l’ipotesi che tali sostanze possano influenzare
l’attività funzionale della ghiandola. Partendo da tali studi s’intende approfondire l’influenza che
tali sostanze possano avere sulla secrezione e sul rilascio degli ormoni tiroidei nella lucertola
Podarcis sicula. Saranno studiate, così, le variazioni delle concentrazioni plasmatiche degli ormoni
tiroidei mediante tecniche radioimmunologiche dopo trattamenti sperimentali con alcuni
neuropeptidi e neurotrasmettitori, quali NPY, ANP, VIP e seretonina. Parallelamente si
determineranno i livelli plasmatici del principale ormone che regola la secrezione della ghiandola
tiroidea, TSH, dopo tali trattamenti sperimentali mediante tecniche radioimmunometriche. Lo
studio continuerà con l’identificazione immunocitochimica dei principali peptidi coinvolti nel
processo di sintesi e secrezione degli ormoni tiroidei.
Contemporaneamente sarà sviluppato uno studio teso a localizzare il recettore dell’ormone tiroideo
a livello dei vari organi bersaglio dell’ormone stesso, quali fegato, rene, surrene ed altri, mediante
tecniche di biologia molecolare. In particolare si provvederà ad estrarre dai tessuti in esame l’RNA
totale, mediante omogenizzazione in Azoto liquido ed estrazione in guanidina isotiocianato. Tale
RNA verrà poi utilizzato per esperimenti di RT-PCR, grazie all’uso di primer appositamente
costruiti e secondo condizioni sperimentali che verranno di volta in volta stabiliti.Questo studio ci
consentirà di caratterizzare il messaggero di nostro interesse ed inserire la sua sequenza in Banca
15
Dati. Inoltre, considerando che il lacertide in esame è una specie ad attività ciclica si provvederà a
valutare eventuali modificazioni nell’espressione del recettore tiroideo in relazione al periodo in cui
l’animale si trova.
Per ciò che concerne la fisiologia della ghiandola adrenale dei vertebrati non mammiferi, diversi
studi hanno messo in evidenza il ruolo di varie sostanze nella regolazione endocrina e paracrina che
non coinvolge l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ghiandola adrenale.
Gli studi condotti negli anni precedenti hanno dimostrato che anche nei Rettili esiste un controllo
paracrino delle attività ghiandolari da parte dei diversi distretti appartenenti alla ghiandola stessa.
Per approfondire la conoscenza di tali meccanismi si intende trattare questi argomenti dal punto di
vista biomolecolare e immunoistochimico.
In particolare con le tecniche di biologia molecolare sarà possibile identificare e sequenziare regioni
nucleotidiche codificanti per sostanze che regolano le vie di biosintesi dei principali prodotti
ghiandolari, ad esempio sarà possibile studiare la sequenza genica e quindi proteica di enzimi
coinvolti nella biosintesi delle catecolamine, come ad esempio l’enzima PNMT (feniletanolaminaN-metil trasferasi), responsabile della conversione della noradrenalina in adrenalina e da queste
sequenze risalire ai possibili controlli dell’attività trascrizionale che agiscono su questi geni. Infatti i
dati bibliografici hanno messo in evidenza che i glucocorticoidi sono in grado di aumentare i livelli
di espressione dell’enzima PNMT. L’azione dei glucocorticoidi è resa possibile dalla presenza di
una sequenza di 15 coppie di basi, detta “glucocorticoid responsive elements” nel tratto di DNA a
monte del sito di inizio della trascrizione sul gene che codifica per l’enzima. I glucocorticoidi,
interagendo con uno specifico recettore, sono in grado di attivare la trascrizione di mRNA che così
determina un aumento del numero di molecole enzimatiche presenti all’interno del citoplasma delle
cellule che producono adrenalina. Non è ancora stato chiarito però se in seguito ad opportuni
stimoli, aumenti il numero di molecole di mRNA specifico per cellula oppure aumenti il numero di
cellule che esprimono l’mRNA specifico. Nella lucertola Podarcis sicula, precedenti studi condotti
con tecniche immunoistochimiche hanno già messo in evidenza che alcune sostanze, agendo
sull’attivazione della produzione dei glucocorticoidi, determinano un aumento netto della sintesi
dell’adrenalina provocando la comparsa dell’enzima PNMT in cellule che in condizioni normali
non esprimevano questa proteina. Per chiarire se anche nei rettili esistono questi meccanismi di
controllo trascrizionale di geni importanti nella fisiologia della ghiandola, un importante obiettivo
sarà quello di costruire una libreria di cDNA di ghiandola adrenale di lucertola il cui studio
permetterà di verificare i risultati ottenuti su base morfologica negli ultimi decenni riguardo alla
fisiologia della ghiandola stessa. Per questo motivo saranno compiuti prelievi di tessuti per
permettere l’estrazione di RNA totale dal quale si potrà effettuare l’estrazione degli mRNA che
sono fondamentali in quanto rappresentano gli stampi per la sintesi della prima elica di cDNA.
Molto interessante sarebbe anche riuscire a dimostrare se negli Anfibi, dove sono state evidenziate
cellule ad adrenalina, ma non è ancora stata messa in evidenza la presenza dell’enzima responsabile
della sua formazione sia presente la PNMT.
Un ulteriore approfondimento riguarda lo studio della distribuzione dei prodotti di questi geni
all’interno dei territori ghiandolari sia dal punto di vista istochimico, mediante l’uso di anticorpi
biotinilati e fluoresceinati, sia con metodiche di ibridazione in situ che permettono la localizzazione
degli intermedi trascrizionali all’interno della ghiandola. Inoltre con queste tecniche sarà possibile
compiere uno studio approfondito sulla presenza e sulla distribuzione di diversi tipi di recettori
all’interno della ghiandola adrenale stessa.
I risultati così ottenuti saranno analizzati ed elaborati attraverso un sistema di analisi di immagine al
fine di rendere più chiari gli aspetti morfofunzionali della ghiandola adrenale.
Per quanto riguarda l'attività neuroendocrina di alcune regioni encefaliche specializzate
(circumventricolari) si approfondiranno alcuni aspetti sull'OSC, soprattutto in relazione al ciclo
riproduttivo. Saranno per questo caratterizzati i tipi di secreto dell'OSC mediante uno studio
immunocitochimico al fine di evidenziare quali sono i meccanismi di controllo ormonale che sono
16
alla base delle correlazioni funzionali tra OSC, gonadi e steroidogenesi surrenalica. Riguardo
l'attività funzionale dell'OSC in specie di rettili vivipari si cercherà di indagare, mediante
ibridazione in situ, la sua capacità di produrre peptidi a funzione ormonale (tipo ossitocina, Gn-RH,
vasotocina, etc.). Utilizzando due sonde ad mRNA omologhe per mesotocina e vasotocina di
Podarcis, sarà effettuata una mappatura delle aree encefaliche in questa specie e in altri rettili anche
in riferimento al coinvolgimento di aree neurosecernenti telencefaliche nelle attività di
corteggiamento.
Sarà proseguito lo studio della determinazione dell'età individuale in diverse popolazioni di
anfibi e rettili (osteocronologia), anche in popolazioni di interesse conservazionistico onde avere
dati sulla struttura di età delle popolazioni e sull’età al raggiungimento della maturità sessuale.
Studi istomorfometrici sull'osso lungo di diverse specie di anfibi e rettili con l’uso di fluorocromi
diversi, somministrati in anni consecutivi e mediante l'ausilio del microscopio a fluorescenza,
polarizzatore e dell'analizzatore di immagine consentiranno di definire i tassi di crescita. Queste
tecniche verranno poi anche utilizzate su reperti scheletrici archeologici onde stabilire il grado di
conservazione e la possibilità di ottenere DNA su cui effettuare studi di biologia molecolare, onde
risalire alle caratteristiche delle popolazioni umane presenti nei siti in queste aree e alle specie
animali domestiche utilizzate
Per quanto concerne lo studio dell’ipofisi si intende proseguire l’analisi delle caratteristiche
morfocitologiche di questa ghiandola nei bassi vertebrati in rapporto al ciclo circadiano, a
condizioni ambientali variabili e dopo trattamento sperimentale con RF. In particolare, per quanto
riguarda i pesci, si intende continuare, nell’ambito ultrastrutturale, lo studio delle cellule ad ACTH
e a MSH nella pars intermedia. Inoltre nei teleostei (data l’atipica organizzazione della neuroipofisi
che contrae rapporti con tutte le altre zone della ghiandola per sopperire alla mancanza di un
sistema portale) si intende condurre , nell’ambito ultrastrutturale, l’analisi della neuroipofisi con
particolare riguardo ai pituiciti ed al loro ruolo funzionale. Per i rettili si prevede invece di
proseguire soprattutto nello studio delle caratterstiche citofunzionali dell’ipofisi delle specie
vivipare, come Chalcides chalcides, su cui ben pochi studi sono stati eseguiti. In particolare si
analizzeranno le variazioni morfocitologiche dell’organo e del sistema neurosecretorio, sia in
microscopia ottica che in microscopia elettronica, nei diversi momenti della gestazione con
particolare riguardo alle cellule a prolattina.
Il possibile adattamento delle varie specie di vertebrati non mammiferi a determinate condizioni
ecologiche, alle variazioni delle quali tali animali sono fortemente, e talora drammaticamente,
influenzati, è in gran parte dipendente dalle strategie riproduttive, dalle caratteristiche ormonali e
citogenetiche, inoltre, verranno condotte indagini anche su alcune specie di teleostei antartici al fine
di chiarire se e quali adattamenti al freddo sono stati introdotti nell’ovogenesi. Riguardo a
quest’ultima caratteristica recenti lavori hanno rilevato che il livello di differenziamento genetico tra
esemplari appartenenti a differenti aree geografiche è spesso associato con un alto grado di
divergenza cromosomica il che suggerisce un possibile adattamento dei corrispondenti supergeni
alle particolari condizioni ambientali. Risulta perciò di notevole interesse studiare l’evoluzione
cariologica e l’organizzazione del genoma di vari gruppi di anfibi e rettili, che per la loro posizione
nella filogenesi dei vertebrati rappresentano interessanti modelli di studio per questo tipo di
problematiche. Lo studio sarà inoltre esteso ad altri gruppi di vertebrati eterotermi (selaci e teleostei)
nonché ad alcuni gruppi di invertebrati (crostacei, imenotteri e molluschi) allo scopo di compararne
l’organizzazione genomica. In particolare il ruolo delle variazione cromosomiche nei processi
macro- e microevolutivi sarà valutato studiando il corredo cromosomico dei vari taxa di vertebrati
ed invertebrati sia con tecniche convenzionali che con quelle di bandeggio, cosi come saranno
condotte indagini mirate ad ottenere informazioni sull'organizzazione del genoma, in riferimento
alle variazioni quantitative e qualitative del DNA verificatesi nella filogenesi e nella speciazione.
Nell’ambito del differenziamento cellulare gli studi saranno centrati su cinque modelli
sperimentali universalmente riconosciuti tra i più validi per lo studio di tali problematiche. Il primo
17
modello riguarda lo studio dei processi ematopoietici dei bassi vertebrati; il secondo riguarda il
differenziamento del pancreas endocrino; il terzo riguarda il differenziamento dell’ipofisi ed il
quarto i sistemi di difesa sviluppati dalle cellule embrionali in presenza di sostanze tossiche o di
ambienti ostili, il quinto riguarda il diffenziamento delle cellule staminali del blastema in linee
cellulari neuronali, muscolari, connettivali e di rivestimento nel paradigma biologico più eloquente
di rigenerazione e differenziamento cellulare qual è la rigenerazione della coda nel lacertide Gekko
gecko tokay.
Nell’ambito degli studi dei processi ematopoietici poco è noto nei vertebrati eterotermi. Per
questo verrà effettuata l’identificazione immunocitochimica della cellula staminale emopoietica nei
tessuti emopoietici e nel sangue circolante dei vertebrati eterotermi. Nel tessuto emopoietico
l’identificazione sarà effettuata mediante anticorpi anti CD34/38 mentre nel sangue circolante
l’identificazione sarà eseguita con tecniche di citometria a flusso. S’intende, inoltre studiare i fattori
molecolari coinvolti nell’angiogenesi nel modello di rigenerazione della coda in gekko gecko.
Per quanto riguarda il pancreas endocrino, sarà proseguito lo studio sullo sviluppo embrionale
degli anfibi. Il pancreas del Triturus cristatus si sviluppa a partire da evaginazioni dell’intestino
anteriore che andranno a formare i lobi ventrali e dorsali. In stadi successivi di sviluppo questi due
lobi confluiscono a formare un unico organo che si organizzerà in una porzione esocrina ed una
endocrina. I dati ottenuti dimostrano che le cellule endocrine non hanno un precursore comune,
come sembra avvenire nei mammiferi, e non si ritrovano cellule multisecernenti i principali peptidi
pancreatici negli stadi che precedono la metamorfosi. Altro aspetto interessante nello studio dello
sviluppo del pancreas riguarda le interazioni mesenchima-pancreas, in quanto fattori prodotti dal
mesenchima sono coinvolti nel differenziamento pancreatico, per cui verranno ricercati alcuni dei
possibili fattori di crescita a livello delle cellule mesenchimatiche.
Per quanto riguarda l’ipofisi si analizzerà il citodifferenziamento di tale organo nei rettili riguardo
tutte le cellule adenoipofisarie visti i pochi e discordanti dati riportai in letteratura circa la sequenza
temporale della loro comparsa.
Per quanto riguarda il differenziamento cellulare nel modello biologico della rigenerazione della
coda, molteplici dati in letteratura concordano nell’attribuire alla composizione molecolare del
microambiente adiacente la cellula staminale un ruolo determinante nel “commissionamento” del
suo successivo differenziamento verso una linea cellulare anziché un’altra. S’intende quindi: 1)
identificare ed isolare la cellula staminale precursore neuronale, in vitro ed in vivo, mediante
rivelazione di makes specifici come nestina, vimentina, PSA-NCAM, GFAP e coniugazione con
GFP; 2) identificare i fattori molecolari responsabili del suo progressivo differenziamento neuronale
e muscolare concentrando l’attenzione sul blastema tappezzante il moncone caudale in
rigenerazione; 3) applicazione di opportune tecniche di amplificazione cellulare della cellula
staminale 4) applicazione di tecniche di trapianto di cellule staminali in vivo in modelli
biologicamente più evoluti per patologie degenerative e distrofiche.
Nell’ambito degli studi sull’omeostasi dei metalli pesanti, particolare importanza riveste la
potenzialità dei tessuti a reagire a situazioni di stress o di intossicazione da sostanze inquinanti,
quali metalli pesanti come cadmio e piombo. Tali elementi, a differenza dello zinco e del rame che
sono componenti essenziali degli organismi viventi, sono tra i contaminanti ambientali più dannosi
e sono tossici anche a concentrazioni molto basse. Nelle cellule sono presenti proteine in grado di
legare specificamente tali oligoelementi, le più note delle quali sono le metallotioneine. Poiché tali
proteine sono in grado di legare anche metalli tossici, scopo della ricerca sarà chiarire il loro
effettivo coinvolgimento sia nei meccanismi di difesa dai contaminanti ambientali, che
nell’accumulo e nel trasporto degli oligoelementi essenziali. In particolare, si indagherà sui
meccanismi che regolano l’espressione e l’accumulo delle metellotioneine durante lo sviluppo
embrionale di vertebrati acquatici e terrestri.
Il settore di ricerca antropologico che riguarda la dinamica territoriale del popolamento umano in
diversi ecosistemi si articolerà lungo tre linee già in corso di sviluppo: (1) popolamento umano
18
delle Alpi Centrali; (2) popolazioni antiche dell’Italia meridionale; (3) archeofauna dell’Asia
occidentale e centrale.
Grazie ai risultati conseguiti in quest’ultimo anno, si intende realizzare in particolare:
-una campagna di prospezione nelle Alpi centrali, in prosecuzione del lavoro già svolto.
-campagne di scavo e ricerche paleoambientali in Valcamonica (Osimo e altopiano di OssimoBorno) e in Valchiavenna (Sondrio) in collaborazione con l’Università di Bergen (Norvegia).
-ulteriori prospezioni di siti del Paleolitico antico della Sibaritide (Calabria);
-il completamento degli studi sulle popolazioni scheletriche della Campania attualmente in esame.
Significativo a questo proposito il lavoro di recupero e lo studio antropologico fisico su due
scheletri umani di San Paolo Belsito, primo reperto in Italia di cadaveri preistorici imputabili ad
uccisione diretta da eruzione vulcanica;
-il completamento delle due monografie sulle archeofaune del bacino di Hamrîn, Iraq (antica
Mesopotamia), in preparazione da alcuni anni.
1. N. Pubblicazioni internazionali
S. Fusco, S. Filosa, M. Iacoviello, P. Indolfi, S.Tammaro, C.M.Motta, 2000- New site of temporary
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C. Capasso, V. Carginale, R. Scudiero, M. Riggio, J.Kay, E. Parisi., 2000- Aspartic proteinases
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has a stage specific asymmetrical localization during Xenopus oogenesis. Mol. Repr. And Develop
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fibres and neuroglandular junctions in Brockmann bodies of the tompot blenny (Blennius
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layer. Mol. Rep. and Devel.58: 1-12.
Sciarrillo R., Laforgia V., Cavagnuolo A., Varano L., Virgilio F.
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L. Cristino, A. Pica, F. Della Corte, M. Bentivoglio: Plastic changes and nitric oxide synthase
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response of dorsal root ganglion cells to tail amputation and regeneration. Brain Res. 871:83-93,
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-
L. Cristino, A. Pica, F. Della Corte, M. Bentivoglio: Co-induction of nitric oxide synthase, Bcl2 and GAP-43 in spinal motoneurons during axon regeneration in the lizard Gekko gecko.
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A. Pica, L. Cristino, F. S. Sasso , P. Guerriero: Haemopoietic regeneration after
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21
Dore B., Guarino F.M., 2000. Recenti sviluppi metodologici applicabili alla ricerca
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Italica,Torino ottobre.
Maio N., Guarino F.M., D’Amora G., Picariello O., 2000. L’erpetofauna del Parco Nazionale del
Vesuvio. In : Picariello O, Di Fusco N., Fraissinet M. (eds), Elementi di Biodiversità del Vesuvio.
Ente Parco Nazionale del Vesuvio, 139-164
3 N. Libri scientifici e prodotti sc. Multimediali, carte geologiche, geofisiche e
geotematiche
Atti del primo congresso nazionale SIERR a cura di R. Ciriminna A. Massacesi e R.Talevi edizioni
SIERR
4 N. capitoli di libri
Odierna G.,Heulin B., Guillaume CP., Vogrin N.,Aprea G., Capriglione T., Surget- Groba Y.,
Kupriyanova L. The karyological variations existing within and between oviparous and viviparous
forms of Lacerta (Zootoca)vivipara: evolutionary and biogeographic implications . 1st Intern
meeting of “The Biol and Ecol. of Alpine Amph. and Rept.” , Nazarje ,Slovenia ,1-3 Sept. 2000
-Gualtieri R, Sciorio R, Trillo G. Ricchiari L and Talevi R (2000). L’adesione all’ epitelio tubarico
in vitro nei bovini seleziona spermatozoi con elevata capacità fecondante. ATTI 1 Congresso
Nazionale Sierr pp 99-106
Capriglione T. (2000) Ripetitive DNA as a tool to study phylogeny of cold – blooded vertebrates.
In: Chromosome Today, vol. 13, Olmo E. Redi C.A. eds, Berlin, Boston, Basel, Birkhauser.
5. N. Convegni e mostre organizzate dalla struttura
R.Talevi Qualificazione ed accreditamento dei centri di riproduzione assistita . Bari 15 luglio 2000
Presidenti del convegno R. Talevi L.Selvaggi
R.Talevi Fecondazione assistita: Il Biologo e le tecnologie . Convegno congiunto SIERR Ordine
Nazionale Biologi Catania Hotel Sheraton 14 Ottobre 2000
R.Talevi Chairman 16 th
Bologna 2000
Congress of European Society of Human Reproduction and Emriology
R.Talevi Presidenza I congresso SIERR Roma Dicembre 2000
R.Gualtieri Comitato Scientifico I congresso SIERR Roma Dicembre 2000
22
6. N. Relazioni ufficiali a convegni internazionali pubblicati su atti
R. Scudiero, V. Carginale, C. Capasso, E. Parisi, 2000- Cloning sequencing and characterisation of
the 5’-flanking region of metallothionein genes from Antarctic fish Chionodraco hamatus.
Biology of polar fish , Annual international symposium, Cambridge, UK, 24-28 Julay 2000
C. Capasso,S. D’Auria, V. Carginale, R. Scudiero, E. Parisi, 2000 –Heat stability and reactivity of
metalthiolate clusters in Notothenia coriiceps and mouse MT. Biology of polar fish , Annual
international symposium, Cambridge, UK, 24-28 Julay 2000
V. Carginale, C. Capasso, R. Scudiero, E. Parisi. –2000- Cadmium- responsive genes from the
Antarctic icefish Chionodraco hamatus. Biology of polar fish , Annual international symposium,
Cambridge, UK, 24-28 Julay 2000
Laforgia V., Capaldo A., Sciarrillo R., De Falco M.
Effects of substance P on the pituitary-adrenal axis of Podarcis sicula (Reptilia, Lacertidae).
XX CECE , Faro (Portogallo), 5-9/9/2000
Sciarrillo R., Varricchio E., Paolucci M., Laforgia V.
Immunohistochemical localization of NPY and 5-HT in the olfactory system of the trout (Salmo
trutta).
XX CECE , Faro (Portogallo), 5-9/9/2000
Comitato R., Cardone A., Angelini F., Esposito T. and Varriale B., 2000. Hormonal control of
androgen receptor gene in lizard testis. 20th Conference of European Comparative Endocrinologists,
102. Faro (Portugal) 5-9 September.
Cardone A., Comitato R.and Angelini F., 2000. Effects of the aromatase inhibitor fadrozole on
plasma sex steroid and spermatogenesis in the lizard Podarcis sicula. 20th Conference of European
Comparative Endocrinologists, 101. Faro (Portugal) 5-9 September.
Varriale B., Astore E., Cardone A., and Esposito T., 2000. Regulation of androgen receptor mRNA
expression in primary culture: cross-talk between steroid hormone receptor genes. 20th Conference
of European Comparative Endocrinologists, 92. Faro (Portugal) 5-9 September.
R Talevi. In vitro maturation of oocytes. Update on gynaecology, obstetrics and reproductive
biology. Catania 15-18 Novembre 2000. Atti del Congresso in pubblicazione. (Relazione su invito)
Odierna G. ,Heulein B., Guillaume CP,Vogrin N,Aprea G., Capriglione T, SurgetGroba Y,
Kupriyanova L 2000. The karyological variations existing within and between oviparous and
viviparous forms of Lacerta vivipara: evolutionary andbiogeographic implications. 1st Meeting of
“The Biol and Ecol of Alpine Amph amd Rept.”, Nazarje,Slovenia 1-3 Sept 2000
7. N. RELAZIONI UFFICIALI A CONVEGNI INTERNAZIONALI NON PUBBLICATI
SU ATTI
23
Olmo E., Capriglione T., Odierna G. Genome organization in Reptiles.
1st Exploratory Workshop on Reptiles, Kraniska Gora, 1-3 September 2000
8. N. RELAZIONI UFFICIALI A CONVEGNI NAZIONALI PUBBLICATI SU ATTI
L. Borrelli, R. De Stasio, E. Parisi, R. Scudiero a –2000- Relationship between adenylate cyclase
sensitivity to gonadotropins and FSH receptor mRNA expression in the ovary of Podarcis sicula.
Società italiana di biochimica e biologia molecolare 45° congresso nazionale. Ital. Biochem.
Soc.Trans. 15, 232
C. Capasso, S. D’Auria, V. Carginale, R. Scudiero, O. Crescenzi, D. Di Maro, P.A. Temussi, E.
Parisi – 2000- Fish and mouse metallothioneins display differences in heat stability and reactivity of
metalthiolate clusters. Società italiana di biochimica e biologia molecolare 45° congresso nazionale.
Ital. Biochem. Soc.Trans. 15, 68
M. Riggio, R. Scudiero ,S. Filosa, E. Parisi –2000- Characterization of two members of the aspartic
proteinase gene family exhibiting sen-and tissue-specific expression in the zebrafish Danio rerio.
Società italiana di biochimica e biologia molecolare 45° congresso nazionale. Ital. Biochem.
Soc.Trans. 15,132
R. Scudiero, V. Carginale, C. Capasso, E. Parisi –2000- molecular cloning and functional
characterisation of the promoter regions of the Chionodraco hamatusmetallthionein genes.
Società italiana di biochimica e biologia molecolare 45° congresso nazionale. Ital. Biochem.
Soc.Trans. 15,229
V. Carginale, C. Capasso R. Scudiero,E. Parisi – 2000- Identification of mRNA differentially
expressed the Antarctic icefish Chionodraco hamatus following cadmium exposure.
Società italiana di biochimica e biologia molecolare 45° congresso nazionale. Ital. Biochem.
Soc.Trans. 15,234
Odierna G., Andreone F., Aprea G., Capriglione T., Guarino F. Differenziamento cromosomico tra
Salamandra salamandra e S.s. giglioli. 3°. Congr.Nazion. Soc.Herpet.Ital. , Pavia, 14-16 settembre
2000
Odierna G., Aprea G., Balletto E., Capriglione T., Castellano S., Giacoma C., Guarino F.M., Maio
N. La triploidia nel rospo smeraldino (Bufo viridis) : Le diverse modalità di Origine. Congr.Nazion.
Soc.Herpet.Ital. , Pavia, 14-16 settembre 2000
Canapa A.,Odierna G.,Barucca M.,Andreone F.,Olmo E. Analisi del gene per l’rRNA 12S in alcune
specie di cordiliformi. 61° Congr. Intern. U.Z.I. ,S.Benedetto del Tronto, 24-28 Settembre 2000.
Morescalchi M.A.,Rocco L., Munno A., Russo C.,Odierna G.,Stingo V.
Analisi cromosomica in Protopterus annectens (Lepidosirenidae:Dipnoi)
61°Congr. Intern. U.Z.I. ,S.Benedetto del Tronto, 24-28 Settembre 2000.
Bianco P.,Aprea G.,Balletto E.,Capriglione T.,Odierna G.Cariofilogenesi dei generi
Rutilus e Scardinius (Telostei , Ciprinidae) in Italia e nell’Europa sud-orientale. 61°
Congr. Intern. U.Z.I. ,S.Benedetto del Tronto, 24-28 Settembre 2000.
24
Buono S., Putti R.
Trattamento sperimentale del pancreas endocrino di Podarcis s. sicula con peptici pancreatici.
61° Congresso nazionale UZI, p. 111, 2000
Buono S., Putti R.
Il pancreas endocrino in quattro lucertole del Madagascar del genere Phelsuma.
61° Congresso nazionale UZI, p. 132, 2000
Maglio M., Odierna G., Buono S., Putti Rosalba.
Gangli intrapancreatici, fibre nervose e terminazioni nervose peptidergiche nel pancreas della
bavosa, Blennius gattoruggine. 61° Congresso nazionale UZI, p. 140 , 2000
Ricchiari L., Prisco M., Uliano R. and Andreuccetti P. Glicoproteine di superficie con residui
saccaridici terminali ricchi in α-GalNAc caratterizzano il differenziamento delle cellule piriformi
nei rettili squamati. 61° Congresso Nazionale Unione Zoologia Italiana – S. Benedetto del Tronto,
Settembre 2000, p. 112
Prisco M., Romano M., Monti G., Ricchiari L., Limatola E., Andreuccetti P. Coinvolgimento
dell’epitelio follicolare nel processo di vitellogenesi in Torpedo marmorata. 61° Congresso
Nazionale Unione Zoologia Italiana – S. Benedetto del Tronto, Settembre 2000, p. 125
Andreuccetti P., Ricchiari L., Prisco M. Studio ultrastrutturale sulle cellule germinali durante il
differenziamento ovarico
in Torpedo marmorata. 61° Congresso Nazionale Unione Zoologia
Italiana – S. Benedetto del Tronto 24-28 Settembre 2000, p. 119
Maio N., Guarino F.M., D’Amora G., Picariello O., 2000. Gli Anfibi e i Rettili del Parco Nazionale
del Vesuvio. Atti del 3° Congresso Nazionale Societas Herpetologica Italica, Pavia 14-16 settembre
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Guarino F.M., Mazotti S., Lunardi S., Vollono C., Carlomagno M., 2000. Analisi
scheletrocronologica in una popolazione di Rana latastei. Atti del 61° Congresso U.Z.I., S.
Benedetto del Tronto, 24-28 settembre 2000, p. 67.
Forte A., Galderisi U., Di Micco G., Guarino F.M., Bianco M.R., De feo M., Esposito F., Berrino
L., Cipollaro M., Angelini F., Renzulli A., Cotrufo M., Rossi F., Cascino A., 2000. Terapia genica:
riduzione della stenosi arteriosa post-insulto chirurgico via oligonucleotidi antisenso. Giornate
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Cardone A., Comitato R., Corona V., Bellini L. and Angelini F., 2000. La spermatogenesi nella
lucertola Podarcis sicula: ruolo degli estrogeni. 61° Congresso U.Z.I., 121. S. Benedetto del Tronto,
24-28 settembre.
Trillo G, Scala C, Esposito F, Gualtieri R, Talevi R (2000). Ruolo del fucoidano nei meccanismi di
capacitazione e fecondazione nei bovini. 1° Congresso Nazionale Società Italiana di Embriologia,
Riproduzione e Ricerca (SIERR), Roma Jolly Hotel Vittorio Veneto, 2-3 Dicembre 2000 ATTI 1
Congresso Nazionale Sierr pp 265-266
25
-
L’adesione all’epitelio tubarico in vitro nei bovini seleziona spermatozoi con elevata capacità
fecondante. 1° Congresso Nazionale Società Italiana di Embriologia, Riproduzione e Ricerca
(SIERR), Roma Jolly Hotel Vittorio Veneto, 2-3 Dicembre 2000
-
L. Cristino, A. Pica, F. Della Corte, M. Bentivoglio: Morpho-histochemical changes in the
ependyma of the amputated and regenerated spinal cord during tail regrowth in the lizard
(Gekko gecko). Atti del X Convegno Nazionale del Gruppo Italiano per lo Studio della
Neuromorfologia, 2000.
L. Cristino, A. Pica, F. Della Corte, M. Bentivoglio: GAP 43 induction in spinal motoneurons
during tail regeneration in the lizard Gekko gecko. It. J. Anat. Embr. 123: 25, 2000.
9
N. . RELAZIONI UFFICIALI A CONVEGNI NAZIONALI NON PUBBLICATI SU
ATTI
Nuove strategie per la selezione dei Gameti R.Talevi
Convegno:Qualificazione ed accreditamento
dei centri di riproduzione assistita . Bari 15 luglio 2000 Presidenti del convegno R. Talevi
L.Selvaggi
Il ruolo del Biologo nella Fecondazione assistita.Fecondazione assistita: Il Biologo e le tecnologie .
Convegno congiunto SIERR Ordine Nazionale Biologi Catania Hotel Sheraton 14 Ottobre 2000
2000. D.Capobianco, M. Vaccaro, C. Campanella. Gurken-like protein in the
oogenesis of Xenopus, GEI 2000.
2000. Vaccaro e Campanella. La DpZp2 e' omologa alla gp69/64 di Xenopus ed alla ZP2 di topo.
Gruppo regolazione e sviluppo ABCD, Capri.
10 N. PRESENTAZIONI A CONGRESSI DI COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
INTERNAZIONALI
Gualtieri R. and Talevi R. (2000). Molecules involved in sperm adhesion and release from bovine
oviductal monolayers. 16th Annual Meeting of the European Society for Human Reproduction and
Embriology, Bologna 25-28 June 2000. Hum Reprod 15 abstract book 1, P001. Impact Factor 1999:
3,0
Talevi R, Gualtieri R. (2000). Bovine in vitro fertilization: A model to study the role of the oviduct
in sperm selection and fertilization. 16th Annual Meeting of the European Society for Human
26
Reproduction and Embriology, Bologna 25-28 June 2000 Hum Reprod 15 abstract book 1, P204.
Impact Factor 1999: 3,0
11 N. PRESENTAZIONI A CONGRESSI DI COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
NAZIONALI
12. N. riviste pubblicate dalla struttura
13. N. docenti che partecipano a Editorial Boards di riviste scientifiche
Zygote: Prof. Chiara Campanella;
Italian Journal of Zoology: Prof. Chiara Campanella, Prof. Francesco Angelini;
Amphibia-Reptilia: Prof. Gaetano Odierna;
Italian Journal of Anatomy & Embriology: Prof. Francesco Della Corte:
Le Scienze: Prof. Francesco Fedele.
14. N. Direzione di progetti scientifici di interesse Internazionale
La Prof. Chiara Campanella ha diretto due progetti PRIN
15. N. Direzione di progetti scientifici di interesse nazionale
Il dr. Guarino F. M. è coordinatore regionale per il censimento erpetologico delle regioni Molise,
Campania e Basilicata, nell'ambito del Progetto Atlante Nazionale Anfibi e Rettili promosso dalla
Societas Herpetologica Italica.
La Prof. Filosa S. Responsabile Scientifico del Progetto dal titolo “Interazioni cellulari e
meccanismi di controllo nell’ovogenesi, fecondazione e sviluppo embrionale”. Finanziamento
MURST (Cofin)
La Prof Campanella C. Responsabile scientifico del progetto PRIN 1999 dal titolo “
Identificazione e funzione di glicoproteine di superficie attive nell’interazione spermatozooovidutto e spermatozoo-uovo di vertebrati
La Prof Campanella C. Responsabile scientifico del progetto PRIN 2000 dal titolo : La p27BBP
nell'ovogenesi e nell'embriogenesi di Xenopus
Il Prof Odierna G. coordina l’unità italiana del programma di ricerca "Phylogeographic history of
the evolution of viviparity in the lizard Lacerta vivipara " Progetto PICS finanziato dal CNRS
francese (International Project for Scientific Collaboration , responsabile Dr. Benoit Heulin ,UMR
6553)
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Il Prof. Odierna G. e’ responsabile scientifico del programma di ricerca “Salvaguardia dei
Vertebrati del Parco del Matese attraverso lo Studio delle Caratteristiche Genomiche, Riproduttive
e di Struttura di Popolazione”: Programma finanziato dalla Regione Campania (Programma POP ,
azione 5.4.2 – finanziamento 1998). (comunicazione avuta 1999)
Il dr. Guarino F.M. ha partecipato al “Progetto di monitoraggio dello stato di Conservazione di
Anfibi e Rettili della fauna italiana particolarmente a rischio”, finanziato dal Servizio
Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente tramite una Convenzione con il
Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi “Roma Tre”, stipulata nel febbraio
2000.
16. N. Docenti che partecipano a Consigli Scientifici
Il prof. Angelini F. per il 2000 è stato invitato a partecipare, come referee internazionale, per la
valutazione delle tesi di PhD in Zoologia dall'Università di Gulbarga, stato di Gulbarga, India.
La Prof.ssa Campanella C. è:
1.Membro della Commissione di Ateneo sulle Grandi Biblioteche.
2. Membro della Commissione Scientifica di Polo
3.Presidente Commissione di Facolta' "Ricerca e Rapporti con la Societa'" fino al
suo esaurimento.
4.Membro della Commissione di Facolta' per l'Orientamento
5. Membro Commissione concorso per Prof. associato
Talevi R. : Presidente della Società Italiana di Embriologia Riproduzione e Ricerca.
La Prof. Filosa è Presidente del Sistema Museale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”
La Prof. Filosa è Direttore del Centro “Musei delle Scienze Naturali” dell’Università degli Studi
"Federico II”
La Prof. Filosa è delegata del Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” presso la
CRUI
La Prof. Limatola fa parte del Consiglio scientifico del Centro di Ricerca sulle ultrastrutture
biologiche
Fanno parte del collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in Biologia Evoluzionistica: Prof.
Andreuccetti, Prof. Campanella, Prof. Della Corte, Prof. Filosa, Prof. Limatola e Prof. Odierna.
Fanno parte del collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in Sistematica Molecolare: Prof.
Laforgia e Prof. Varano
I Prof. Andreuccetti e Varano fanno parte del consiglio scientifico del Centro di Ricerca sulle
Ultrastrutture Biologiche (CIRUB)
Il dr. Guarino F.M. è stato invitato nel novembre 2000 dal “first-Coeditor” della rivista
internazionale Amphibia-Reptilia a fare da referee di un lavoro.
Il dr. Guarino F.M. è stato nominato Commissario di Concorso per Ricercatore presso L’Istituto di
Scienza dell’Alimentazione del CNR di Avellino (Bando n. 310.2.73/M codice NA 89/1),
conclusosi il 14 ottobre del 2000.
Il Prof . Odierna Gaetano e la Prof.ssa Teresa Capriglione , inoltre, sono componenti:
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a- dell’unità di Ricerca, coordinata dal Prof. Ettore Olmo, Università di Ancona, del Progetto
Nazionale della Ricerca in Antartide (P.N.R.A.), settore Biologia, finanziato dall’ E.N.E.A.
Responsabile nazionale Pierangelo Luporini, Univesità di Ancona.di Camerino
b-del Progetto
di ricerca “ La fauna terrestre d’Italia: Biodiversità e Conservazione”
finanziato dal MURST - P.R.I.N 1999. (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale), con
coordinatore nazionale, il Prof . E. Balletto (Dipartimento di Biologia Animale, Università
di Torino).
17. N. Brevetti nazionali ed internazionali
18. N. Seminari scientifici tenuti da ospiti presso il Dipartimento
19. N. Seminari scientifici tenuti da docenti e ricercatori del Dipartimento in
altre Sedi universitarie o equiparate
R. Gualtieri Università di Caserta, giugno 2000, “Ruolo dell’ovidutto nella capacitazione
spermatica e nella fecondazione nei mammiferi”, dietro invito del Prof G Stingo
R.Talevi Università di Caserta, giugno 2000, “ Biotecnologie riproduttive”, dietro invito del Prof G
Stingo
20. N. Visiting Professors
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