Bruno Tognolini
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Bruno Tognolini
Gianni Rodari C'era una volta un gatto / che andava in Canadà / e questa è la metà. Portava un cartoccetto / di pane col prosciutto / e questo è tutto. La scuola dei grandi Anche i grandi a scuola vanno / tutti i giorni di tutto l’anno. Una scuola senza banchi, / senza grembiuli nè fiocchi bianchi. E che problemi, quei poveretti,/ a risolvere sono costretti: “In questo stipendio fateci stare / vitto, alloggio e un po’ di mare”. La lezione è un vero guaio: / “Studiare il conto del calzolaio”. Che mal di testa il compito in classe: / “C’è l’esattore delle tasse”! Il gioco dei se Se comandasse Arlecchino / il cielo sai come lo vuole? A toppe di cento colori / cucite con un raggio di sole. Se Gianduia diventasse / ministro dello Stato, farebbe le case di zucchero / con le porte di cioccolato. Se comandasse Pulcinella / la legge sarebbe questa: a chi ha brutti pensieri / sia data una nuova testa. Bruno Tognolini Diritto a essere cittadini d’Europa C’era una volta un Nuovissimo Regno / Rima di ferro, rima di legno Che si chiamava Governo d’Europa / Rima di straccio, rima di scopa Tutti i regnanti si sono riuniti / Rima di chiodi, rima di viti Per stabilire la Costituzione / Rima di stati, rima di zone Mille bambini sono arrivati / Rima di fiori, rima di prati Perché volevano dire la loro / Rima di canto, rima di coro Visto che siete appena all’inizio / Rima di ozio, rima di vizio Non fate sempre quel solito sbaglio / Rima di puzza, rima di aglio Fate un bel regno che valga per tutti / Rima di fiori, rima di frutti Anche per noi, non teneteci fuori / Rima di frutti, rima di fiori E sarà un regno più degno perché / Rima con tutti fa rima con me Filastrocca buona contro tutte le paure Drago vago, serpe di mago / Figlio e nipote di pesce di lago Dura, scura, nera paura / Brutto fantasma di brutta figura Cose che strisciano e strillano e stridono / Cose che gracchiano e graffiano e gridano Cose che tagliano e toccano e tirano / Cose che pungono e piangono e ridono Cose malvagie, cose selvagge / Tornate indietro nelle vostre spiagge Cose malate, cose maligne / Tornate indietro nelle vostre vigne Non me ne importa che paure siete / Di buio, di mostro, di morte, di male Non me ne importa che nomi avete / Compagni, castighi, sgridate, ospedale Questo scongiuro che ora sentite. Filastrocca contro i prepotenti Tu prepotente, tiranno padrone / più gridi forte e meno hai ragione Più gridi forte e più dici bugie / Io te lo dico con parole mie Parole piccole partono in volo / Tu prepotente finisci da solo Non c'è bisogno di farti una guerra / Col prepotente sedere per terra. Filastrocca della musica Senti le trombe d'oro e di sole / Squilli di raggio le loro parole Senti i clarini, amici di legno / Voci di sera, velluto di sogno Senti i tamburi, fiori pesanti / Cuori invincibili degli elefanti Senti i violini, fili di veli / Voli di rondini, gridi di cieli Strega è la musica, ora lo sai / Vuole il tuo cuore, e glielo darai. Diritto all'educazione Se mi insegni, io lo imparo / Se mi parli, mi è più chiaro Se lo fai, mi entra in testa / Se con me tu impari, resta Diritto al gioco Fammi giocare solo per gioco / Senza nient’altro, solo per poco Senza capire, senza imparare / Senza bisogno di socializzare Solo un bambino con altri bambini / Senza gli adulti sempre vicini Senza progetto, senza giudizio / Con una fine ma senza l’inizio Con una coda ma senza la testa / Solo per finta, solo per festa Solo per fiamma che brucia per fuoco / Fammi giocare per gioco La terra stretta C'era una volta uno stretto confine / Che separava due terre vicine Una chiamata Paese del Noi / L'altra chiamata Paese del Voi Per mille secoli queste due terre / Fecero gare, fecero guerre Per chi correva più lento o veloce / Per chi contava le storie più belle Per chi cantava con più bella voce / E per chi aveva più chiara la pelle. Ma in mezzo a loro c'eran creature / Che erano chiare ma erano scure Erano buone ma molto cattive / Sempre ammazzate e sempre più vive Non erano qua, non erano là / Come se stessero sempre a metà Non erano Nostri, non erano Vostri / E li chiamarono Mostri.