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SOMMA VESUVIANA
Somma Vesuviana sorge nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio a 16 km dal capoluogo]. Ha origini
antichissime, attestate in numerosi ritrovamenti archeologici e costituisce uno dei comuni più
interessanti dell’area vesuviana. Il Casamale, il suo più antico quartiere è tuttora circondato da mura
aragonesi. Più in basso dell’abitato si trova la Chiesa di Santa Maria del Pozzo e, nelle immediate
vicinanze, un Museo di Arte Contadina che raccoglie tantissimi oggetti di uso quotidiano della civiltà di
un tempo. Il suo terreno, fertilissimo per la vicinanza del Vesuvio, rende i prodotti locali
particolarmente prelibati, come i pomodorini del Vesuvio, le albicocche e l’uva da cui si ricava un
eccellente vino da tavola che accompagna le più svariate ricette tra cui il baccalà alla napoletana assoluto
protagonista della manifestazione gastronomica che si tiene ogni anno durante il secondo week-end di
ottobre.
Caratteristici il centro storico e il territorio circostante che conservano l'aspetto di un tempo. La città ha
inoltre un luogo d'interesse molto importante: il sito archeologico .
Monumenti
Il Casamale
Il borgo del Casamale prende il nome dalla aristocratica famiglia dei Causamala, che compare per la
prima volta in un atto di locazione del 1011. Circondano il borgo le antiche mura aragonesi, consolidate
nel 1467 dal re Ferrante d’Aragona. Tali mura servivano per il contenimento dei terrapieni intorno alla
Terra Murata . Il nucleo centrale del Casamale è un edificio ecclesiastico, il convento dei Padri
Eremitani di Sant’Agostino con la cappella titolata prima a San Giacomo e poi, dopo la costruzione
della chiesa, a Santa Maria della Sanità. Nel 1595 la chiesa fu insignita del titolo di Collegiata cambiando
il nome di Santa Maria Maggiore. Il Casamale racchiudeva tra le sue mura, oltre alla imponente
Collegiata, conventi e palazzi dell’aristocrazia : in seguito il borgo fu abitato da coloni, commercianti,
artigiani. Ogni 4 anni vi si svolge la suggestiva “Festa delle Lucerne”, fatta di vedute pittoresche e di
giochi prospettici, che pone in risalto il patrimonio storico/artistico e culturale .Coloro che prendono
parte alla festa è come se compiessero un percorso immaginario e irreale, attraverso lo scorrere del
tempo illuminato da centinaia di piccole fiammelle, un tempo pervaso e nutrito di magia e incantesimo
Il giorno 5 agosto la Madonna della Neve, alla quale la festa attuale è dedicata, viene portata in
processione dalla chiesa Collegiata per le quattro porte della città murata. Al suo passaggio, dai tetti di
alcune abitazione (gli astici), si leva un canto che le donne, ben nascoste dagli occhi di tutti, dolcemente
diffondono come una cantilena di lutto e di malinconia. Nonostante la devozione alla Madonna della
Neve, chiarissimi segni della festa collegabili a preesistenti culti pagani.
Le lucerne si riaccendono, accompagnando i visitatori tra i vicoli del borgo in un percorso immaginario
e quasi irreale . Una magia che rievoca il mistero primordiale della vita e della morte, un miscuglio di
fede e riti pagani, la Madonna della Neve e i riti collegati al culto della morte, tanto da far guadagnare
alla kermesse l’appellativo di Halloween vesuviana.
Gli studiosi, attirati da questo suggestivo evento, hanno sovente parlato di un relitto folkloristico di un
antichissimo rito agricolo.
La chiesa di San Domenico
L’origine angioina della chiesa è ricordata da una tela, opera del Cacciapuoti e posta alle spalle
dell’altare, raffigurante Carlo II d’Angiò genuflesso ai piedi della Vergine e San Domenico che santifica.
La chiesa fu dedicata a Santa Maddalena Le acque della cisterna posta nel chiostro hanno dissetato per
secoli la popolazione locale. S
Chiesa di Santa Maria del Pozzo Nella frazione di Santa Maria del Pozzo che porta lo stesso nome;
il complesso formato dalla chiesa e dal monastero di Santa Maria del Pozzo sorge sulle costruzioni più
antiche della chiesa inferiore, costruita da Re Roberto d’Angiò nel 1333 per ricordare l’incontro tra
Giovanna (erede al trono di Napoli) con Andrea (figlio di Caroberto, Re d’Ungheria) nella località
denominata “i prati di Nola” e identificata con il territorio ad oriente del palazzo reale della Starza della
Regina, cioè di Santa Maria del Pozzo.
Chiesa di San Giorgio Martire
Si trova nel centro di Somma Vesuviana ,fu distrutta molte volte e fu sempre riedificata.
Palazzo Torino
Attuale sede comunale, che ospita ogni anno la tradizionale festa del "Palio di Somma Vesuviana"
Villa augustea
Alle pendici del monte Somma, in località Starza della Regina, scavi iniziati nel 2002, in collaborazione
con l'Università di Tokio, hanno portato alla scoperta di un ampio edificio di epoca imperiale. Sono
state rinvenute numerose statue ed evidenze di affreschi.
EVENTI
Tra gli eventi è da menzionare la Festa dello Stoccafisso e del Baccalà norvegese che costituisce
un'occasione per mostrare lo spirito e le tradizioni della città.
Palio di Somma Vesuviana
Festa popolare che si tiene ogni anno nella seconda settimana di settembre nei giorni venerdì, sabato e
domenica, organizzato dal gruppo "Giovani per un Mondo Unito", è una manifestazione artistica che si
basa sul concetto di ritrovamento dei valori e delle tradizioni popolari di un tempo del paese a partire
dall'antichissimo Magister Nundinarum ,al fascino degli antichi mestieri, dal consumo dei prodotti
gastronomici locali alle meravigliose sfide nei giochi tra le contrade; il ricavato è interamente devoluto a
finanziare progetti umanitari soprattutto in territorio africano. Grazie al Palio si riscopre la tradizione
come un tradere, un "tramandare" verso nuovi orizzonti antiche memorie culturali, "quasi come un fiume in
movimento verso terre diverse e non come uno stagno protetto ma immobile e morto".
Il Palio vuol essere anche la possibilità allargata a tanti di aprirsi a conoscere le bellezze ed a farsi carico
dei bisogni di altri popoli. "Sarà l'inizio di una nuova era quel giorno in cui i popoli non saranno più racchiusi nel
proprio guscio a contemplare la propria bellezza e a tenersi stretti con i denti i propri tesori, ma sapranno metterli a
disposizione degli altri popoli... E' arrivato il momento in cui la patria altrui deve essere amata come la propria..."
(Chiara Lubich. Cit. In Appello per l'Unità dei popoli, 1998).
Processione del venerdì santo