15 giugno 2005 nr11

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15 giugno 2005 nr11
Il narratario, nella moderna
critica letteraria indica il
lettore, non quello reale, che
ha letto o che leggerà, ma
l’implicito, quello cui si
rivolge l’autore.
Come scriveva Manzoni nel
primo capitolo del suo
capolavoro: “Pensino i miei
venticinque lettori che
impressione dovesse fare
sull’animo del poveretto,
quello che s’è raccontato”.
il
anno undicesimo
numero undici
Formazione
narratario
Morte in Palestina - Autorità palestinese: esecuzione
di condanna a morte del 13 giugno 2005
laboratorio di testi: racconti analisi rapsodie epopee
giornale in foglio con editoria elettronica da tavolo direttore responsabile Fabio Trazza
www.ilnarratario.info - Premio Nazionale “Verba Volant” 1999 con patrocinio Ministero Pubblica Istruzione - [email protected]
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mercoledì
15 giugno 2005
Italia in Europa
Qualcuno dei miei venticinque referendum referendum referendum referendum scienza (con la caricatura e dellettori
ha
votato
al
referendum
l’Italia
e
dell’Islam).
«L’Italia soffre di barbaC’è uno studio, reso noto
Chi si soffermasse a meditare su queste immagini rie statistica» e quindi
in Italia il 14 giugno, ma del 12-13 giugno e qualche altro no. Quale rap- Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
percentuale li separa? Non m’interessa
e citazioni pian piano vedrebbe distinguersi chia- noi non capiamo niente.
si potrebbe anche dire: porto
sapere se coincida con quello delle urne: 74,1%
ramente misura e significato di una lontananza.
tenuto nascosto in Italia non votanti e 25,9% votanti. E per due ragioni: che qual vuol grazia ed a te non ricorre, La foto di Monica Bellucci ‘scoperta’ di velo, Parola di Mario Deaglio,
sino al 14 giugno.
1a— Mai mi sognerei di insinuare che chi non è sua disïanza vuol volar sanz’ali.
insieme ad altre, nuda, e con la citazione riporta- a Milano,mercoledì 8 giuLe date non sono prive andato a votare lo abbia fatto per viltà o per
Dante, Divina Commedia, ta, sono state all’origine della campagna referen- gno. Dopo il fine settimadi significato.
obbedienza (chissà poi a chi). Stimo tanto i miei
Paradiso, XXXIII, 13-15 daria, a giugno del 2004, lanciate prima dall’Ansa na ce ne saremmo accorti
e pubblicate poi a luglio su Vanity Fair e stabil- con il confronto tra i riTre universitari america- venticinque lettori, che son certo lo han fatto per
mente visibili sui siti radicali, mentre era in corso sultati delle urne referenni, Brian Martisson, Me- libertà. Come per altrettanto bisogno di afferft
l’iniziativa non violenta di sciopero della fame darie e quelli dei sondaglissa Andersson e Ray- mare la propria libertà, altri sono andati alle urne,
dei radicali Capezzone e Bernardini per dare ri- gisti che avrebbero dovumond de Vries, interroga- e non per mancanza di buon senso o per dimo(chissà poi a chi) di essere adulti.
salto alla raccolta firme per il referendum e per ti tenerli un po’ di più nel
no 3.247 ricercatori ed 2strare
a
— Mai mi sognerei di unirmi alla schiera di
«conquistare un segmento di legalità e di inforesaminano i risultati del- sondaggisti, che han dimostrato tanto valore, che
mazione per i cittadini italiani». Oltre a Rifonda- forno della statistica. Ma
le loro ricerche, tutte fi- il fiume delle astensioni ha steso cadaveri prozione comunista, Lista Di Pietro, Socialisti dello Deaglio, docente di econanziate dai National In- prio loro. Non so se potranno ancora rialzare le
Sdi e Comunisti italiani, si associava per primo nomia internazionale a
stitutes of Health.
loro palette su questioni cruciali della nostra vita,
Massimo D’Alema: «Credo che questa legge sia Torino, non si occupa di
una legge orribile, —spiegava da Radio Radica- referendum e quindi non
Un terzo delle ricerche come se stessero in un qualsiasi gioco di intrattele— non solo contro la ricerca, ma contro le per- ci è stato di aiuto. Non lo
erano truccate per poter nimento. Il referendum non è stato un gioco e
loro non possono pensare di essersi divertiti, ma,
sone, contro i diritti delle persone. Una legge che è stato, però, neppure sul
ricevere finanziamenti.
produce effetti persino aberranti. E cresce nella campo sul quale dovrebL’ente erogatore è quello soprattutto, di averci divertito.
Mi
interessa,
invece,
ricondurre
alle
giuste
proopinione pubblica la consapevolezza di questi be farci da guida: l’ecodella salute pubblica e porzioni la lontananza delle posizioni tra votandati di fatto. Noi proponiamo di correggere quequesti ricercatori annun- ti e non votanti, al di fuori delle tecniche statista legge, di rifarla in modo tale che sia applicabi- nomia globale e l’Italia,
ciano di avere all’orizzon- stiche, che sarebbe bene sottoporre a riesame,
le. A sostegno di questa battaglia noi proponia- rapporto promosso da
te, anzi, a portata di non offrendo scappatoie a chi, come Mannheimo dei referendum che siano ‘stimolo’ per il Par- Fondazione Einaudi e
mano, conquiste rivolu- mer & Co., ha ancora l’aria di parlare come quelli
lamento, per eliminare le parti negative di questa Banca Lazard, giunto al
legge. E se il Parlamento non recepirà queste in- 10° appuntamento. Ci
zionarie per il benessere che interpretano meglio la realtà sociale e meglio
dicazioni saranno i cittadini con il loro voto a far- dice il Professore: «Non
dei cittadini. Chi avrebbe ne rappresentano la composizione. Non dovremlo, aprendo la strada ad una nuova normativa».
possiamo uscire dalla Ue
il cuore di negargli le ri- mo dare tregua alla loro vezzosa superficialità.
L’immagine di Madonna con Bambino, insieme perché siamo deboli. Lo
sorse per continuare ne- La lontananza delle posizioni dovrebbe essere
più in chiaro possibile, anche contro gli
all’inno alla Vergine di Dante, con la dicitura au- potrebbero fare Paesi
gli esperimenti e nella ri- messa
innumerevoli esercizi che vogliono spiegarci come perbo ed esibito. E così sono anche contrappo- tografa di Luigi Giussani, ‘mater mea fiducia mea’
cerca? Esperimenti e ri- e perché quelli che non han votato siano tra loro ste due citazioni: una “terzina” di Dante:
è il simbolo del movimento che ha tallonato i come Francia e Germania.
cerca su che? Su tutto, divisi e distanti. Lo so. E allora? Perché insistere “Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
votanti sino alla loro sconfitta, trascinandosi lo Noi dove andremo?».
dai misteriosi raggi N che su questo aspetto? C’è per caso qualcuno che che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
stesso direttore del Foglio al proprio seguito Sembra l’inizio di una barzelletta, che potrebbe proverrebbero emessi dal immagina i votanti compatti e ravvicinati? Chi sua disïanza vuol volar sanz’ali.”
fino al pellegrinaggio alla Madonna di Loreto.
corpo umano, ai topi co- descrive così il significato della lontananza, e e uno “slogan” dal sito radicale di Luca Coscioni: Ma è utile, più che giusto, non parlare di scon- seguire così: quando l’Inghilterra s’accorge d’eslorati per dimostrare la si avventura da qui per decifrare il futuro politi- “Nell’Islam ti mettono il chador per farti stare tro. È preferibile la diplomazia alla armi.
possibilità di trapianto di co che incombe sull’Italia, non aiuta a capire come zitta. In Italia, basta che tu non sia sposata con Ma anche chi di diplomazia è maestro, come Ser- sere stata fregata, se ne
i crismi perché ti impediscano di ricorrere gio Romano, a fatica nasconde quel senso comu- esce anche lei; rimangano
organi e cellule tra specie si fa a convivere rispettandosi. Genera solo, ma tutti
alla scienza per fare un figlio.”
solo
a
se
stesso,
l’illusione
di
indurre
i
gruppi
che è alla base della sconfitta: una lotta (sorda pure i poveracci; a fare? a
diverse; da malati incon- sociali alla moderazione del modo con cui mani- Da una parte l’immagine del limite alla disïan- ne
o gridata non importa) all’esperienza religiosa.
sapevoli che potevano festano i loro appetiti. Per aiutare la società, non za, al desiderio, espresso nella potenza del “vo- Dice Romano (Panorama, 10.6.05, p. 19): “L’invito studiare e fare ricerca. Inanche morire, a medici bisogna lavorare sul ‘come’ si manifesta la lotta ler volar sanz’ali” e detto da un poeta che inci- all’astensione, implicito nelle parole del presiden- fatti il Professore ci rassiconniventi che potevano per un bisogno. Bisogna intervenire ‘sui’ biso- tava “a seguir virtute e conoscenza” (con la con- te della Cei, mi è sembrato violare una fondamen- cura che bravi come noi
anche arricchirsi.
gni. Poi, o insieme non importa, verrà anche il temporanea esaltazione e del desiderio e della tale regola di buona condotta, particolarmente ce ne sono pochi. È certo
Publish or perish il loro come. Per sfamare quelli che han fame, sarebbe conoscenza). Dall’altra, l’immagine del ripudio delicata e importante per il Paese che ospita la che l’Italia rimarrà in Eumotto: Pubblica o crepa. forse saggio interrogarli, magari al seguito di son- d’ogni crisma e del ricorso incondizionato alla Chiesa universale”. Da notare quel “che ospita”. ropa, pure a pezzi, ma il
Tolto il velo della diplomazia, resta, palpabile, la Professore ricominci il
E il pubblico a sbracciar- daggisti, per distinguere quanti sanno usare la
connotazione negativa. E pure, per voler restare rapporto, per la gloria delsi per la fecondità della forchetta e quanti, brutalmente, usano mani e unqualora si desse loro qualcosa da mangiare?
nei confini della dplomazia, bisognerebbe pur dire la Fondazione e la soddiricerca. Ma qual’è la for- ghie,
Conoscere le giuste proporzioni, cioè la misura
che è colpevole chi si organizza perché verso gli
mazione dei ricercatori? e il significato della lontananza, che ha separato
ospiti, legalmente riconosciuti, non si manifesti sfazione della Banca.
i votanti dai non votanti, significa render più eviil massimo possibile dell’ospitalità. Il popolo ha
denti possibile le ragioni di un bisogno e, per
rifiutato questo tipo di organizzazione e in queCattolico
Cristianesimo e
farlo, userò due immagini e due citazioni.
sto senso è rimasto disunito nelle ragioni delIl dipinto di Orazio Gentileschi, che riproduce il
l’astensione: in tanti non sono disponibili a condisobbediente
valori
siderarsi reciprocamente ospiti. Altro che spo- Nessuno si stupisca che esiIl “cattolico disobbediente” senso più umile e intimo dell’amore materno è
gliare cardinali, per travestirli da generali. Analisi sta chi considera il cristianeè stata la figura più evocata contrapposto alla fotografia di Fabrizio Ferri,
suicide, seconde solo alla fantasia dei sondaggisti. simo portatore di disvalori.
nella campagna referendaria che, di quell’amore, riproduce il senso più sudel 12 e 13 giugno. A tanti è
Non si fanno scrupolo nel
Arte e Tecnologia
Dalla Biennale
apparsa in sogno e qualcuno
dichiararlo, dai tempi più
l’ha evocata a viva voce: Gad Nella Biennale n.51, si dice, è bandita la brutalità della cronaca. Il giudizio è Venezia. 10 giugno 2005. Marco Meneguzzo, inviato da l’Avvenire a Venezia, antichi. In uno di questi temLerner. La Repubblica ne ha poco interessante. Quel che conta è il livello di bellezza cui poter salire o ritorna col ‘pezzo’ sulla mostra. Liquida le critiche della vigilia: un rituale dei pi, ne aveva ben riassunto i
amplificato il suono, speran- scendere. L’arte ha bisogno di tecnologia e l’attenzione allo sviluppo tecno- soliti luoghi comuni, colpa del nostro provincialismo. La mostra è aperta e contorni un pamphlettista di
do di far tanto rumore da at- logico utile alla realizzazione dell’arte visiva non è qualcosa di diverso dall’at- basta: «Non sempre si può essere sulla cresta dell’onda». Accidenti! Ha ragio- successo, Voltaire. In tempi
trarre in trappola la bestia da tenzione alla cronaca. In questo senso la brutalità della cronaca ha trionfato. ne il messaggero de l’Avvenire. La mostra si apre dividendosi in due sezioni: più ravvicinati un intelletcacciare.
A Venezia c’è, però, una Mostra del Cinema. Lo si ricordi la prossima volta, «L’esperienza dell’arte» e «Sempre un po’ più lontano». Se fondessimo questi tuale ne aveva circostanziaDinanzi al silenzio assordan- perché non sarebbe male che opere oggi presenti nella Biennale fossero spo- due titoli, forse, potremmo approssimarci alla realtà della mostra [ma questo to le ragioni, Russell. Non si
te del «cattolico disobbedien- state di là. Si eviterebbe così di giudicare delle opere con parametri estetici non è un commento nostro, un po’ stravagante]. Quel che dobbiamo capire ce lo pensi quindi che nei nostri
te» il nostro buon Gad così coerenti con la materia e il livello tecnologico con cui sono state realizzate: dirà ora la guida che abbiamo deciso di seguire e, attenzione, se ci distraiamo, tempi Emma Bonino, quansospirava: «Dalla galassia catla guida, stupendosi, potrebbe anche innervosirsi: «Perbacco!, siamo tornati a do rilancia la proposizione
Guerrilla Girls — vero megaspot della disuguaglianza;
tolica italiana non giunge cerLampadario — metafora del matrimonio con 25.000 tamponi igienici parlare di opere, di artisti, di emozioni, di valori e di significati (che equivalgo- secondo la quale il cristianeto l’eco di discussioni appas- per spogliare il corpo e rovesciarlo, pubblicizzandone l’intimità mestruale.
no a giudizi) ... la cosa potrebbe essere vista da due punti di vista opposti: o si sino sarebbe portatore di
sionate, prevalendo semmai I critici [d’arte?] del Manifesto esultano, ma soprattutto si esaltano:
tratta di un ritorno all’ordine, di un tentativo di relegare nuovamente l’arte dsvalori, stia innovando il didisciplina frammista a un dif- «In un clima referendario che invoca la metafisica dell’ embrione, fare i conti entro confini precisi, fatti di sogni, di emozioni, ma di scarsa efficacia politica, battito o stia accendendo le
fuso torpore». E rimpiange- con il ciclo femminile e con una reale fisicità, senza sovrastrutture giuridiche, in ossequio all’atmosfera “neocon” che spira in Occidente; oppure, è il caso di polveri di una qualche vava, il nostro buon Gad, alla diventa quasi un gesto rivoluzionario» (il manifesto, 10.6.05, p.13).
un ripensamento delle utopie invalse da una decina d’anni a questa parte, per riante rivoluzionaria della tivigilia del referendum, «il tuCiclo di fotografie — mixaggio di processioni, riti voodoo di Haiti, gay cui l’arte sarebbe uno dei tanti linguaggi della comunicazione, e per di più in tanica lotta dell’uomo conmultuoso appassionato di- parade, possessioni carnali, baccanali, travestimenti.
grado di incidere immediatamente sulla realtà delle cose: invece, visto che le tro gli dei. Normali campabattito che scuoteva le assoUfo iperdinamico — mutante in camera di sogni, allucinazioni, paure, coscienze non si forgiano in un attimo, è forse più opportuno non farsi illusioni gne politiche. Nel vivo di tali
ciazioni cattoliche e le par- ansie, deviazioni, «trip» inconscio per chi ha poco tempo: dura sette minuti. sulla portata “quantitativa” dell’arte, e cercare di indirizzarsi ai pochi che campagne qualcuno si ricorrocchie in quel fatidico 1974».
Funerale — film, anche con colonna sonora (The Centre of Attention), sanno distinguere i linguaggi». [N.d.r.: esclamativi e interpunzioni sono origi- da che esistono i bambini.
Spesso si stenta a capire se, in memoria dei caduti dell’ex-Jugoslavia.
nali]. Sarà. Chissà se siamo tra quei pochi? Ma ci saremmo aspettati che il Ed è veramente straordinain Italia, l’introduzione delle Per i critici [d’arte?] del Manifesto si tratta di un vero trionfo: «Torna insom- messagger de l’Avvenir, mandato a Venezia da un quotidiano cattolico, ci rio che un papa decida, da
leggi sul divorzio e sull’abor- ma l’immaginazione al potere». Ma quando il potere è così logoro, l’imma- avesse informati su una video–opera, in cui il volto di Benedetto XVI lenta- solo e in prima persona, di
to, figlie di quel fatidico ginazione vada da qualche altra parte, perderebbe in contingenza, ma non le mente si sovrappone a quello dell’imperatore romano Caligola in un sester- fare catechismo ai bambini.
1974, siano viste —più come sarebbe vietato l’assoluto. Pasolini filmò il funerale di Berlinguer e lo incasto- zio. Forse non l’ha vista. Oppure, non sapendo chi è Caligola, ha pensato sia Cosa avrebbe detto Voltaiil servizio o di un lungo ar- nò in un suo film, non pretese di esporlo alla Bienstato un doveroso omaggio all’ultimo dei papi, che re? Cosa avrebbe detto Rusmistizio conseguente alle cri- nale. E a Pasolini non mancava l’immaginazione.
sel? Cosa dirà Bonino?
tanto hanno fatto per la creazione artistica.
Libertà di stampa
si più violente della famiglia
Chi lo sa?
Sergio Romano, ad un lettore che gli ha contestato
o di un doloroso exitus dalla
È straordinario che questo
l’inutilità
di
una
sorta
di
graduatoria
dei
sistemi
Darfur
(in alto) Morte in Palestina (a destra). accada in un tempo in cui
tragedia più bruciante per una
repressivi,
dall’Urss
all’Italia
fascista,
ha
risposto
donna, —che come uno 7 giugno 2005: aperta l’inchiesta della Corte del- (Corriere, 13.6.05, p.33) come sia impossibile com- .I morti in Palestina non fanno notizia, perché è già due storiche radicali, Roccelschiaffo alla chiesa cattolica. l’Aja sui morti del Darfur, a nord-est dell’Africa. prendere i caratteri di un Paese senza conoscere il prevalsa una notizia: lì i palestinesi combattono da la e Scaraffia, denunciano il
crisi con 2 milioni e mezzo di sfollati e modo in cui una ideologia si adatta alla cultura e eroi per la terra rubata da ebrei cattivi. Però, pro- trionfo delle lobby ideologiDilemma che ha pesato an- Una
300.000 morti dal febbraio 2003 ad oggi. L’8 apriprio lì dove i morti non mancano, l’Autorità paleche su questo referendum. le 2004 era stata siglata una tregua, ma gli interessi alla sensibilità della sua società. E ha citato il com- stinese esegue 4 condanne a morte (senz’appello) che e il tradimento dell’UniUn dilemma riscaldato da un in campo hanno vietato di fatto la pacificazione. portamento verso la stampa: «Mussolini si com- e ne dà le foto al mondo, per fare notizia. Non si cef in una loro analisi:
E. Roccella, L. Scaraffia.
tiepido De Rita, stracotto da Cina e Russia, Francia e Usa se ne contendono le portò in molte circostanze come un preside di li- accorge di averne trasmesso, tra le altre, anche una
che impartisce divieti e punizioni, ma anche
Contro il Cristianesimo,
un disfatto Rodotà e riscat- risorse, armano gli abitanti e arricchiscono quanti ceo
qualche ammiccante incoraggiamento». Avendo non scattata il 13 giugno del 2005: se guardate
l’attacco dell’Onu e
tato da uno da chiamare alla rischiano di sentirsi “capi” degli abitanti. Contro studiato un po’ la storia e un po’ i presidi, condivi- bene, potrebbe risalire a 2005 anni fa e, se guardate
dell’Unione Europea.
testa dei tanti laici assenna- 51 di questi scatta il congelamento dei beni e la fine do, ma giuro di non aver suggerito io a Romano le meglio, in prima fila riconoscerete sotto il profilo
della libera circolazione per il mondo. Ma chi fer- parole per lo storico ritratto dei presidi italiani.
della croce, tecnologicamente travestito, il vecchio
Piemme, pp.180, • 11,50
ti: Salvatore Carrubba.
.ft.
.
..
.
merà i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu?
centurione romano, di cui non si è mai saputo niente.
il
narratario
pagina 2
mercoledì 15 giugno 2005
laboratorio di testi: racconti analisi rapsodie epopee
.
Politica e Denari
Miserie d’Italia
Apologia e Intesa
A Milano in un sabato pomeriggio il 10 giugno nel centro di L’attuale Governatore della Banca d’Italia, Fazio, merita un’apoloNapoleone Colajanni, che di sinistra se ne intende, è autorità somma,
ha studiato a fondo il modo con cui la sinistra politica guarda all’eco- Milano in piazza San Babila una minacciosa contestazione aggredi- gia. Naturalmente saranno tanti a scandalizzarsi per questa affermanomia e ha concluso che, probabilmente, la sinistra ha sempre amato sce l’apertura dell’Israel Point al grido di «Palestina libera!», «Isra- zione. E sono almeno tanti quanti sono i limiti del personaggio che,
i romanzi d’appendice, nei quali si narrano le mirabolanti imprese di ele assassini!». Israel Point è un gazebo per far conoscere la terra di per ragioni non tutte trasparenti, si è trovato a poter indossare le
indiscutibili condottieri. Da questo amore sarebbe derivato il suo Israele ella cittadinanza. Non si voleva che lo si aprisse. Evidente- vesti sacre di un Governatore della Banca d’Italia. Fazio non ha nienvezzo di corteggiare i condottieri di turno, per finire ogni volta (nel mente gli episodi di contestazione svoltisi a Pisa, a Firenze e a Torino te di sacro. In fondo è un povero Governatore. E oggi tutti si auguravivo del rapporto o del supporto) subalterna al condottiero prescel- avevano fatto pensare a qualcuno che colpire la presenza israeliana no che non riduca in povertà la Banca d’Italia.
to e per sentirsi delusa ed abbandonata (dopo la fase del rapporto o in Italia sarebbe stato un atto politico di rilievo.
E allora da dove la bizzarria di un’apologia? Dalla dimostrazione di
Invece si tratta di un atto di rilievo politico.
del supporto). Basterebbe pensare a Milano.
coraggio usata nel criticare gli imprenditori. Si obietterà: ma è stata
Per tre tornate di fila sinistra e centrosinistra hanno scelto per le Perché l’atto non è politico? Perché, prima ancora di salire al livello una reazione alle critiche che gli imprenditori hanno fatto piovere su
competizioni elettorali l’industriale di turno, per rappresentare me- politico, un atto dovrebbe depurarsi da ciò che lo rende moralmente di lui. Bene. Da qui l’apologia, perché uno che da una Banca non solo
ripugnante.
glio il popolo milanese e lombardo.
incassa, ma sa anche restituire, di questi tempi è un benefattore.
Chissà se dopo l’abbuffata di romanzi d’appendice sarà per lei pos- Perché l’atto è di rilievo politico? Perché deturpa una città, inquinan- E così Fazio si è, implicitamente, meritato gli elogi dalle colonne del
sibile spigolare nella varietà dei generi letterari. La sinistra, leggendo done le radici che alimentano la convivenza tra i vari gruppi sociali Dubbio di Piero Ostellino. Ma l’apologia vera gliel’ha scritta Massidell’altro, s’istruirebbe e incontrerebbe personaggi più ricchi degli che la vogliono abitare popolandola.
mo Giannini sulla prima pagina de La Repubblica il 1° giugno.
Chi è quel qualcuno? La polizia sostiene trattarsi di “anarchici ani- Fazio sarebbe, in quanto «banchiere ai tempi della peste», un emulo
industriali.
Si è mai vista una scalata così sicura e rapida come quella di Colanin- malisti”. Non voremmo avesse usato, la polizia, un pietoso eufemi- di Guido Carli.
no? Sembrava che ad ogni gradino qualcuno gli srotolasse davanti un smo, invertendo i termini e confondendoci tra sostantivo e aggettivo. Qui, sembra, Giannini abbia esagerato, trasformando l’apologia in
tappeto rosso. Era difficile capire chi era il più veloce: Colaninno a
A Sesto San Giovanni non si scherza. C’è il rischio che qualche agiografia. Come dire: invece di fare un servizio, qui si fa piaggeria.
camminare o altri a srotolare. C’è chi dice che lo srotolatore fosse scuola chiuda. Del resto perché dovrebbe rimanere aperta se gli stu- Carli aveva la sacralità di un Governatore e Fazio no.
D’alema. Eppure il suo portamento non lo farebbe sospettare.
denti non dovessero esserci, o, peggio, non dovessero sceglierla? Bisogna allora ritornare al Dubbio di Ostellino, quando riserva ai
Ma Napoleone Colajanni di sinistra se ne intende, è autorità somma. Solo dinanzi al rischio è bene premunirsi. E così il sindaco, affiancato giornalisti una giusta esortazione a farsi un bell’esame di coscienza,
Si è mai vista una scalata così oscura e rapida come quella di un da altri colleghi che non ignorano il fascino politico che la leggenda perché continuano a scrivere cose di cui i lettori non capiscono nulla.
immobiliarista che prende l’aereo, credendo di poter atterrare diret- del dopoguerra ha appuntato sul petto della città, si reca a Milano E infatti Giannini mettendo Carli e Fazio tra la “peste” mette nelle
tamente in via Solferino e immaginando di poter entrare con l’aereo al presso le autorità scolastiche per protestare, sventando un futuro di pesti i poveri lettori, che non capiscono più chi è grande e chi è
Corriere? Sembra un’economia da pazzi. Quello, per chi conosce ridimensionamento che, inesorabile, assedia Sesto. Intanto, mentre il piccolo, chi è ammalato e chi ci ha ammalato.
Milano, sfascerebbe sia lo storico edificio, sia tutta la stretta e sobria sindaco è a Milano per chiedere scuole, gli abitanti di via Catania Ostellino, giusto alla fine del suo Dubbio, si è ricordato di un articolo
via. Eppure la sinistra ammicca. Chissà se ricorda il sogno di quel nello stabile Aler chiedono casa, chiedono che la loro casa non venga di Sandro Fontana, allora vicesegretario della Democrazia Cristiana,
“contadino”, come si faceva chiamare dagli intimi, che volle scalare la abbattuta. Chi affiancherà ora il sindaco di ritorno da Milano? C’è il pubblicato sul Corriere proprio da lui, Ostellino stesso, allora diretchimica. Usava mezzi di locomozione più appropriati. Eppure finì rischio che qualche casa venga demolita. Contro chi protestare? Se- tore di quel giornale. Fontana diceva: «Gli uomini politici parlano con
suicida in uno dei più antichi e silenziosi palazzi di Milano. Sua sto San Giovanni non scherza: troverà qualcuno. Ma è difficile cre- i giornalisti, poi leggono sul giornale quello che hanno raccontato e
moglie si ritirò subito in convento a Ravenna, per riorganizzare la sua dere che con le proteste di propaganda si salvano case e scuole.
credono che quello sia il Paese ...».
vita e, si pensa, per pregare per lui. E anche la sua chimica ha pensato
Si potrebbe parafrasare: «I giornalisti parlano con gli uomini politici,
A Roma si litiga. E Giovanni Sartori s’arrabbia. Il 1° giugno gli imprenditori e i banchieri, poi leggono sul giornale quello che
di ritirarsi per un po’ a riflettere come riorganizzarsi e dislocarsi e, si
pensa, per guadagnare al suo posto. Anche nel caso del “contadino” chiama per nome tutti i leaders del centro–sinistra, li fa sedere vir- loro stessi hanno raccontato o per apologia o per agiografia o per
gli ammiccamenti si sprecarono. O meglio, non solo ammiccamenti, tualmente davanti al proprio tavolo editoriale del Corriere. Li esami- piaggeria e credono che uomini politici, imprenditori e banchieri
anche valigie piene di soldi. Invece degli oscuri ammiccamenti, giova- na uno ad uno, Rutelli, Prodi, Fassino, D’Alema, Bertinotti, e poi, siano così anche nella realtà».
no di più le inchieste. E prima che arrivino quelle giudiziarie, sarebbe sconfortato, li caccia via, bocciandoli e bollandoli d’infamia: «è una In verità bisognerebbe andare al fondo del rapporto banchieri-immolto utile far partire quelle giornalistiche. Bene ha fatto, perciò, il tragedia: siamo affidati a troppe prime donne troppo litigiose».
prenditori e si scoprirebbe che c’è poco di nuovo. Quel poco di
Sole-24 Ore a produrre un’inchiesta sul finanziere
nuovo che emerge è solo il frutto dell’intesa tra banermanno krumm
pare a Milano per seguire a Parigi chieri e imprenditori per dare l’impressione che sul
Ricucci. Così almeno, quando diventerà padrone di Ermanno Krumm è morto. I responl’ultima pifferaia che, suicida, la mercato si presentano anche facce nuove, quando le
chissà cos’altro, oltre a ciò che dice di avere, e maga- sabili della cultura del Corriere della
e de La Repubblica l’hanno
morte gliel’aveva presentata di per- vecchie sono ormai diventate impresentabili o poco
ri anche del Corriere, e dovremo tutti nominarlo, Sera
annunciato con l’enfasi per un posona. A Milano era cresciuto alla
potremo dargli del dottore, sapendo che si è laurea- eta che si spegne. Lui conosceva il
luce del ‘Raggio’ del Berchet e al rassicuranti. Ma dietro l’apparenza del nuovo sono
to con i servizi dislocati a San Marino dalla Clayton silenzio della morte, mai enfatico.
chiarore delle albe sull’idroscalo. sempre i soliti vecchi che girano nuove teste di leUniversity, che dà titoli senza corsi.
E in particolare quel silenzio che ti
Avrebbe potuto seguire Pignedoli gno per fissarle su corpi senza testa. Non paia una
Difficile vedere uno così al Corriere.
serra la gola quando sei dinanzi al
in Canada o in Vietnam. Poteva generalizzazione. L’intesa è un fatto concreto. Come
finire con Turoldo a Sotto il monte. concreti sono i cosiddetti patti di intesa che si strinE non perché lì ci deve andare un Premio Nobel. dolore in ogni parte del corpo. Talvolta la morte vuole accompagnarPreferiva studiare l’endecasilabo e gono nelle banche per sbarrare il passo a qualche
Assolutamente. C’è persino un figlio di Romiti.
dirigere il padre mentre dipingeva. nuovo arrivato e per difendersi si lanciano e si rilanMa perché se uno, anche senza particolari titoli, ma ci così. E così si è fatta accompada lui. Sui vent’anni con la
Ha scelto il silenzio, salutando tutti ciano Opa. Mentre loro si prendono a Opa in faccon le scarpe sporche di un cantiere vero, si presen- gnare
sua Alessandra visitava l’ultimo
con il suo ultimo “Respiro”, un litasse sul portone con le tasche piene di soldi veri e coetaneo che, insieme, si era innabro di poesia per il nostro tempo cia, i soldi veri premono alla frontiera per comprare
volesse comprare, lo farebbero accomodare subito. morato della morte e della sua San(Mondadori). Quando lo avrete let- l’Italia e quanti in Italia hanno in tasca i soldi veri
C’è fame di politica e c’è fame di denari.
guardano rabbiosi e spaventati.
drina. Sui venticinque si lasciò strapto potremo parlarne insieme.
.
n
nell’Abbazia di Chiaravalle
ritratto del 1966 a 24 anni - foto ft
.
il
laboratorio di testi
racconti analisi
rapsodie epopee
il
arratario
periodico quindicinale
anno undicesimo numero undici
2005 mercoledì 15 giugno
narratario
[email protected]
autorizzazione
tribunale di Milano
34/95 - 28.1.1995
affidato per
la consegna alle poste italiane
Esemplare unico in edizione manifesto
conforme all’edizione cartacea
della tiratura della presente edizione
in copie distintamente contrassegnate
e raggruppate in quattro serie
A», «B», «C», «D»
serie «
La copia cartacea è disponibile
su richiesta al Portavoce del
«Laboratorio Altiero Spinelli»
alla cortese attenzione
dei Lettori
della Bacheca d’Istituto
Premio Nazionale “Verba Volant” 1999 con patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione
Edizione fuori commercio - Vietata la vendita - Proprietà letteraria e artistica ®
Distribuzione a cura del «Laboratorio Altiero Spinelli»
giornale in foglio con editoria elettronica da tavolo
20125 Milano via Arbe 29 tel./fax 02/6123586
direttore responsabile Fabio Trazza
La Cina di Mao
Pista Cofferati
Contratti e Sindacato
La Russia di Solgenitsyn
La Cina di Mao ha fatto sognare, ma ha anche fatto
temere. La Cina di oggi fa temere, ma fa anche sognare. C’è già chi la chiama la fabbrica del mondo.
La prudenza non sarebbe una virtù da disprezzare
in queste materie.
I sogni di ieri si sono dissolti e comincia la lenta
opera di focalizzazione del grande dirigente comunista. Grande despota? Probabile. Gli storici continuano come sempre a raccogliere le testimonianze
e verrà il momento che queste saranno tanto ingenti
che si potrà tracciare un profilo fondato. Intanto,
però, i timori di allora sono sì svaniti, ma per farne
nascere altri e molto più corposi e capillari.
Colpisce tutta l’Europa il modo in cui la Cina produce ed esporta, l’agilità con cui assorbe la tecnologia occidentale, la ingurgita e ne ributta i prodotti
della digestione in faccia all’Occidente.
Non è escluso che l’aggressività con cui si presenta
sul mercato mondiale sia direttamente proporzionale alla brutalità dei rapporti usati già dall’epoca
di Mao per militarizzare la società, spogliandola
dei diritti umani e facendo crescere una classe operaia disposta a sacrificare il fondamento del diritto
sindacale: la libertà di contrattare.
C’è una “pista Cofferati”. Si tratta di seguire come
evolve il rapporto sempre più teso tra Cofferati e
quanti lo sostengono politicamente, Rifondazione
Comunista in testa. Seguire la pista vuol dire capire
in che direzione muove la politica. Ed è facile seguir
la pista. Il politico Cofferati lascia tracce inconfondibili, anche se finora poco studiate. Vive il rapporto tra le parti in modo tolemaico: tutto gira attorno
a lui, come se lui fosse la terra. Al contrario consiglieri e assessori di maggioranza, Rc in testa, immaginano di rovesciare non lui, ma il suo sistema, facendogli digerire il sistema galileiano e immaginando di far girare anche lui attorno al sole della politica, il popolo. Qualcuno potrebbe chiamare il sistema di governo di Cofferati troppo autoritario, contrapponendolo a uno più democratico. Si tratta di
un linguaggio vecchio per la pista che stiamo seguendo. Era scritto all’inizio della pista che alla
base della democrazia ci dev’essere il dialogo. Forse alla fine della pista troveremo scritto che quando
c’è uno che comanda, ci dev’essere contemporaneamente uno che obbedisce. Tolemaico, vero? Qualcuno potrebbe dire fascista. Linguaggio vecchio,
per la pista che stiamo seguendo.
I sindacati nazionali dovranno presto presentarsi
dinanzi al tavolo del governo per trattare i rinnovi
contrattuali di alcune categorie di lavoratori.
Ma quel tavolo non è pieno di speranze così come
non è sgombro di timori.
Le speranze: chiudere al livello più alto possibile il
contratto dei metalmeccanici, quello degli alimentaristi e quello dei lavoratori delle telecomunicazioni. Intanto avviare i colloqui per preparare il contratto per edili e chimici.
I timori: sentirsi dire, in via pregiudiziale, dal governo che bisogna prima riscrivere il modello contrattuale a cui attenersi nell’esame dei singoli contratti. Bisognerebbe trattare cioè la modifica di un
modello in vigore da 12 anni. Cosa faranno i sindacati? Faranno prevalere le speranze o i timori? Dalla risposta dipenderà se hanno il coraggio o la paura
di avvicinarsi a quel tavolo. Modificare il modello
in vigore significherebbe decentrare i tavoli contrattuali mantenendo solo i minimi contrattuali a
livello nazionale e il sindacato, dove è debole, difficilmente potrebbe strappare incrementi. Confindustria, Cisl e Uil andrebbero al tavolo. La Cgil è
spaccata. Speriamo che non sia anche spacciata.
La Russia di Solgenitsyn era senza libertà di stampa e oggi c’è. Era piena di Gulag e oggi non ce ne
sono più. Basta per dire che sulla Russia si è posato il paradiso? No. Anche perché ciò che è venuto
meno alla Russia, fulcro dell’Urss, cioè un vero e
proprio impero, non è stato fino in fondo calcolato. Si è creato un vuoto che non si sa come verrà
colmato. Per ora Putin schiaccia la sola Cecenia. E
domani? Solgenitsyn, in carcere per otto anni dal
1945 per aver scritto una lettera di critica al regime
stalinista, riuscì da solo a riabilitare la sua stessa
coscienza russa dedicandosi alla letteratura. Suo è
Arcipelago Gulag, dopo tre anni che gli avevano
tributato il Premio Nobel nel ’70. Ora son passati
tre anni dal suo ultimo intervento pubblico e, ormai
vecchio, rilascia un’intervista, che il secondo canale delle Tv del suo Paese trasmettono integralmente, pur piene di critiche alle autorità. Questa è oggi
la Russia. Un grande paese amputato, che ha appena iniziato la metamorfosi che le sue parti tagliate
hanno pienamente sviluppato. È capace anche di
criticarsi, ascoltando le coscienze più vigili. Ma chi
ascolta le critiche russe all’occidente dell’Europa?
L’Europa galleggia e litiga, come non avesse oriente.