Azur e Asmar, l`incontro tra Oriente e Occidente

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Azur e Asmar, l`incontro tra Oriente e Occidente
ISTITUTO COMPRENSIVO
“D’AOSTA”
Tutti gli usi della parola a tutti, non perché tutti
siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo (Rodari)
AZUR E ASMAR
l’incontro fra le civiltà
L’attività da cui nasce la visione del film. Le
classi quinte della scuola primaria, dopo un
lungo itinerario dedicato all’incontro fra le
religioni e allo scambio fra le culture ha
programmato la visione di uno dei più bei
film di animazione degli ultimi vent’anni,
articolato sui temi interreligiosi, legati alla mondialità.
Le civiltà dell’Oriente e dell’Occidente sono
legate da millenni di incroci, che spesso sono
diventati scontri, ma che non hanno cancellato,
dal nostro panorama di valori, l’idea della
reciprocità
e
della
relazione
umana.
L’Insegnamento della Religione Cattolica,
quando diventa palestra di dialogo e di
educazione al conflitto, assolve al suo ruolo di
catalizzatore di emozioni e di pensieri per i
ragazzi. Questi ultimi, attraverso le splendide
immagini di un Medioevo da riscoprire,
ritrovano le radici del loro essere cittadini di un mondo interculturale.
Dati tecnici. Regia, soggetto e sceneggiatura MICHEL OCELOT Scenografia DANIEL
CACOAULT Musiche GABRIEL YARED Effetti MAC GUFF LIGNE BELGIOFRANCIA – ITALIA - SPAGNA, 2006 durata 95 minuti. Animazione
Trama. Siamo in un immaginario medioevo. Il biondo Azur, dagli occhi celesti, e
Asmar, dagli occhi e i capelli neri, crescono insieme in Francia. Vivono con il severo
padre di Azur e la bambinaia, la tenera madre di Asmar , sino a quando il padre non
decide bruscamente di separarli. Azur viene mandato lontano da casa per studiare, e
Asmar e sua madre vengono scacciati e ripartono per il loro paese. Gli Anni Passano . . .
Ormai adulto, Azur continua ad essere ossessionato dal ricordo della terra assolata della
sua bambinaia e dalle storie che gli raccontava sulla bellissima Fata dei Jinns che è stata
imprigionata e che bisogna liberare. Fa vela verso sud attraverso i grandi mari per
scoprire la patria dei suoi sogni e trovare l’amore. Ma Azur viene respinto da tutti quelli
che incontra per i suoi occhi celesti che portano sfortuna secondo le credenze del paese
e decide di non aprirli mai più. Quello che una volta era un bellissimo bambino vestito
d’oro è ridotto a un mendicante cieco, guidato da un compagno di nome Rospù,
2^ UdA – Achille e la Tartaruga – Perditra tantimondi – scheda didattica del film
Azur e Asmar
sgradevole e senza vergogna. Un giorno Azur riesce a
ritrovare la sua bambinaia e Asmar, che ormai è
diventato adulto. La nutrice è diventata la mercantessa
più ricca della città, mentre Asmar è ormai un valoroso
cavaliere che ancora serba rancore per Azur e quando lo
riconosce lo respinge. Il viaggio di Azur continua. Poco a
poco, passo dopo passo, scoprirà un paese bellissimo e
misterioso. Incontrerà un vecchio saggio ebreo e una
giovane principessa araba che lo aiuteranno nel suo
cammino. Sempre più rivali, Azur e Asmar si mettono in
cerca della Fata dei Jinns. Affrontano banditi e mercanti
di schiavi, finché un giorno torneranno ad essere fratelli,
salvando ognuno la vita dell’altro. Insieme riusciranno
ad entrare nella Stanza delle Luci, dove la Fata li attende. Ma chi di loro ha liberato la
Fata? La bambinaia, la principessa, il vecchio saggio e Rospù vengono chiamati a
pronunciarsi, ma nessuno riesce a decidere chi è il vero eroe. Viene convocata la Fata
degli Elfi , ma anche la sua opinione non si rivela determinante. Trova, però, che
Asmar, dalla pelle scura, sia molto attraente, mentre la Fata dei Jinns prova lo stesso
sentimento nei confronti del bell’Azur… Alla fine, tutti i personaggi danzano insieme
armoniosamente, mentre uno sciame di Jinns fa piovere su tutti loro una cascata di stelle
d’oro.
Dichiarazione del Regista. Perché realizzare Azur e Asmar? Uno dei temi che mi turba
profondamente è l’ostilità che si crea nelle varie società umane e religiose e le ragioni
pretestuose per le quali gli esseri umani si scontrano inutilmente mentre potrebbero
convivere sereni. L’Occidente e gli Stati Islamici sono nemici da sempre. Il destino ha
voluto che fossi in grado di interpretare sia il ruolo dell’Occidentale, sia quello
dell’immigrato: da un lato sono francese a tutti gli effetti, dall’altro sono stato un
piccolo immigrato – infelice, ostile, testardo – per aver passato l’infanzia in Africa. Il
primo tema di Azur e Asmar è vivere insieme in armonia. Per questo utilizzo due
linguaggi – francese e arabo – il francese doppiato, quando richiesto, e l’arabo che resta
sempre tale. Il secondo tema del film è la civiltà medievale islamica: una splendida,
compassionevole civiltà aperta. Voglio trasmettere questo insegnamento agli occidentali
e agli orientali in modo che tutti possano usarlo e trarne godimento. Il terzo tema è
divertire. Creare un grande intrattenimento popolare che dia piacere a tutti e che di
meraviglia in meraviglia porti alla serenità e alla riconciliazione. Il regista Michel
Ocelot
Percorsi Didattici. Invitare gli alunni a raccontare la storia di Azur e Asmar con parole
proprie e ad esprimere i loro sentimenti riguardo le avventure dei due eroi.
Approfondire la comprensione della storia, facendone una suddivisione, per redigere
insieme un riassunto che evidenzi il significato del film. Analizzare le ragioni del rifiuto
di Asmar per Azur, e le critiche di Rospù nei confronti del paese che lo ha accolto.
Esprimersi collettivamente su questo argomento. Mettere in primo piano i valori della
fratellanza e del rispetto per le differenze. Metterle in relazione al buon svolgimento
della vita collettiva a scuola (ascoltare l’altro, aiuto reciproco, nonviolenza,
comprensione delle difficoltà, ecc...). Localizzare il Magreb su un atlante. Scoprire, con
l’aiuto del film e di fotografie recenti, le sue caratteristiche geografi che (clima,
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Azur e Asmar
vegetazione, architettura) e lo stile di vita dei suoi abitanti (cibo, abbigliamento,
tradizioni, ecc...). Rievocare il periodo storico in cui si svolge la storia. Cercare tracce
del
Medio
Evo
nell’ambiente
circostante la scuola (esempio: chiese,
castelli, palazzi, ecc…). Illustrare la
storia della conquista della fata dei
Jinns attraverso dei disegni che, in
sequenza, permettano di raccontare la
favola. Descrivere le scenografie del
film (monumenti, sfondi, colori) e
scoprire, attraverso le immagini, altre
testimonianze
dell’arte
islamica
(vestiti, oggetti). Trarne ispirazione per creare nuovi disegni di gruppo o individuali.
Studiare la storia di Azur e Asmar: descriverne i luoghi e i personaggi, strutturarne le
tappe narrative. Esplorare il tema della fantasia: personaggi soprannaturali, animali
fiabeschi, oggetti e poteri magici, le prove che devono affrontare gli eroi. Osservare le
rappresentazioni dell’arte islamica nel film (Architettura, decorazioni, artigianato).
Studiare i monumenti caratteristici dell’architettura (le moschee con gli inconfondibili
archi, i minareti, gli alcazar, i sontuosi palazzi dei sovrani) e le decorazioni degli edifici.
Ispirarsi all’arte islamica per realizzare dei lavori di arte plastica (pittura, disegno,
collage) o provare a riprodurre con il disegno elementi dell’arte islamica tipo un patio,
un mosaico, arabeschi.
Attività didattica. La classe si suddividerà formando 4 gruppi. All’interno di ogni
gruppo ogni alunno rivestirà un ruolo preciso:
il coordinatore, colui che cercherà di ottimizzare i tempi di svolgimento.
Questo ruolo non dovrebbe essere ricoperto da chi si distrae facilmente;
il redattore, colui che riporta per iscritto. Dovrebbe trattarsi di una persona
che presta attenzione quando scrive, anche per evitare che il relatore sbagli nella fase
successiva;
il relatore, colui che riporta oralmente dopo che si è terminato il lavoro.
Ovviamente non dovrà essere eccessivamente timido, ma piuttosto estroverso e poco
timoroso di sbagliare;
due osservatori, che contribuiranno soprattutto alla stesura delle descrizioni.
Questo contribuirà a responsabilizzarli in vista del raggiungimento di un risultato
comune; non significa, tuttavia, che gli alunni svolgeranno solo i compiti connessi al
ruolo scelto, poiché tutti dovranno collaborare attivamente.
I 5 alunni di ciascun gruppo riceveranno come tema dall’insegnante uno dei personaggi
principali del film d’animazione (Azur, Asmar, Rospu, Fata dei Jinn) e dovranno
procedere alla descrizione del personaggio assegnato. Se fra i 5 alunni ce ne fosse uno
che sa disegnare molto bene e rapidamente, potrebbe eseguire uno schizzo
rappresentativo del personaggio.
Seconda fase: condivisione
Durata: 30 minuti
Modalità di lavoro: sessione plenaria.
Svolgimento
2^ UdA – Achille e la Tartaruga – Perditra tantimondi – scheda didattica del film
Azur e Asmar
Gli ultimi trenta minuti saranno dedicati alla lettura del risultato finale, affidata ai
singoli relatori.
Durata: 40 minuti.
Obiettivi interculturali:
sviluppare la capacità di distinguere i comportamenti culturali e di comprenderne gli
aspetti specifici;
acquisire la capacità di superare le apparenze stereotipate per favorire un approccio
oggettivo.
Materiali: 4 cartoncini Bristol di colori diversi e pennarelli colorati.
Modalità di lavoro: a gruppi.
Svolgimento
Dai precedenti gruppi si formano 5 gruppi esperti, composti da 4 alunni (i ruoli
saranno: il coordinatore, il redattore, il relatore e un osservatore).
Innanzitutto gli alunni dovranno confrontarsi tra di loro, discutendo. Poi dovranno
creare, attraverso il reperimento di parole chiave o di concetti chiave significativi, su un
cartoncino Bristol, una mappa concettuale che rifletta differenze e analogie tra le
credenze individuate nel film animato.
Seconda fase: condivisione
Durata: 20 minuti
Modalità di lavoro: sessione plenaria.
Svolgimento
Gli ultimi venti minuti della lezione
saranno dedicati alla lettura del risultato
finale, affidata ai soli relatori.
Il film è ricco di motivi fiabeschi tratti in
gran parte dalla grande raccolta Le mille
e una notte. Ricercare in questo testo alcune delle fiabe che contengono frammenti
utilizzati nel film. I due protagonisti vogliono realizzare da grandi un percorso
contenuto in una fiaba che ascoltavano da bambini: chiedersi se le fiabe siano solo
racconti per intrattenere i piccoli o se contengano delle indicazioni, espresse in forma
simbolica e metaforica, che possano suggerire itinerari adatti ad affrontare le difficoltà
in qualsiasi età della vita. Confronto tra fiaba e racconto realistico: quali passi del film
sono inseribili in una struttura del fiabesco e quali potrebbero far parte di un racconto
realistico?
Le immagini. Il film di Ocelot è elegante e raffinato: gli scenari sontuosi
ripropongono le meraviglie di un’antichità leggendaria in cui realtà e fiabesco
interagiscono continuamente. L’autore si è ispirato alla pittura persiana del 500 e ha
creato delle immagini prodotte con una tecnologia avanzata che hanno il sapore delle
antiche icone. Ma il risultato più importante è stato quello di riuscire a dare una veste
poetica all’animazione. Una fiaba migrante, capace di parlare all’Oriente e
all’Occidente, svelando ai lettori, non solo piccoli, quel medioevo islamico sontuoso,
tollerante e cosmopolita che non è solo affabulazione ma Storia. Azur e Asmar di
Michel Ocelot è capace di spalancare le porte di un mondo, di una cultura, che chiede
solo di essere conosciuta e apprezzata. La storia dei due fratelli di latte, così diversi
eppure così uguali , è la chiave che Ocelot usa per catapultarci nei suq e nei minareti,
nei giardini profumati di canfora , nei palazzi di principesse-bambine, nelle biblioteche
2^ UdA – Achille e la Tartaruga – Perditra tantimondi – scheda didattica del film
Azur e Asmar
di vecchi saggi. A fronte della semplicità grafica dei due episodi di Kirikù, Michel
Ocelot riveste il suo nuovo film di un assoluto splendore visivo; però lascia invariato
l’essenziale: l’incanto delle atmosfere e la vocazione pedagogica , soprattutto, che lo
porta ad occupare un punto d'ascolto tra cultura occidentale e mondo arabo equidistante
da ogni pregiudizio e superstizione. Realizzato con un budget relativamente ricco e
avvalendosi di tecnologie a 3D, Azur e Asmar, rappresenta un caso unico nel cinema
d’animazione d’oggi. All’antropomorfismo, sempre più perfetto, delle produzioni
Dreamworks contrappone un irrealismo delicato e fantastico; rispetto all’azione,
privilegia la ricchezza delle scenografie, dei costumi e della morfologia di creature
fiabesche.
Significati. Il film si apre con una figura materna, la nutrice, che allatta
contemporaneamente due bambini, uno biondo e uno moro. Questa “immagine”, che
sembra avere la funzione di
un’icona e rimanda all’idea di una
grande madre che offre il suo seno
a rampolli di provenienze diverse,
forse anticipa e riassume il senso
che l’autore ha voluto dare alla sua
storia: la terra fornisce a tutti i suoi
frutti, sono gli uomini che creano
le disuguaglianze che riducono
alcuni in miseria e riservano ad
altri
ricchezze
eccessive.
L’universo dei personaggi ci presenta spunti interessanti; la principessa bambina, che sa
uscire dal suo ruolo, depositaria al tempo stesso di una spontaneità infantile e di una
sapienza atavica. Il vecchio saggio a cui il sapere permette di andare oltre la
superstizione e i luoghi comuni che possono portare a diversi tipi di “esclusione”. Il
brutto Rospu che incarna i desideri del corpo e diventa l’alter ego di Azur, eroe
dell’occidente che secondo la tradizione trasferisce i più bassi istinti nella classica figura
dello “scudiero”rozzo e vorace; mentre Asmar non possiede un doppio forse perché
rappresentante di una cultura in cui non vi è contrapposizione netta tra corpo e spirito.
Ma il tema di fondo di tutta la storia è senz’altro la possibilità di un’integrazione che
diventa reale solo quando si condivide l’esperienza, e si rinuncia al ruolo di vincitore
per intendere la conquista come realizzazione di sé attraverso lo scambio con l’”altro”.
Azur e Asmar rappresentano due mondi che in origine si rapportano in modo spontaneo
in un legame giocato tra armonia e contrasto, ma poi vengono divisi dalle
disuguaglianze sociali e dalla discriminazione razziale. Quando si tratta di affrontare il
loro percorso iniziatico si ritrovano per giungere insieme a una meta; la giusta tensione
alla conquista non fa loro mai dimenticare il lato umano; nel momento del bisogno
prevale sempre l’amicizia, entrambi si salvano solo grazie all’intervento dell’altro. A
queste condizioni il giudizio finale suona come una sentenza, pronunciata da un gruppo
di personaggi che riunisce diverse forme di saggezza, sull’impossibilità della superiorità
di una razza. Non esiste un pensiero unico, un unico immaginario, non esiste un solo
obiettivo, dal quale necessariamente qualcuno deve essere escluso, basta imparare a
“sposare” l’immaginario dell’”altro”. La fata degli Elfi e la fata dei Jinns appartengono
a due diverse mitologie e il senso del doppio matrimonio finale forse è proprio questo:
Asmar e Azur si scambiano le fate. Senza rinunciare alla loro identità e alle loro radici
2^ UdA – Achille e la Tartaruga – Perditra tantimondi – scheda didattica del film
Azur e Asmar
essi accettano di condividere la propria esistenza con un essere che viene da un “altro
mondo”.
Spunti per il dibattito. Sia Asmar che Azur sperimentano il disagio di una condizione
in cui si è considerati “diversi”: Asmar da bambino in qualità di servo appartenente a
una razza che non è quella dei padroni e Azur da adolescente quando si ritrova in un
paese in cui viene discriminato e demonizzato a causa dei suoi occhi azzurri.
L’integrazione tra le culture si raggiunge più facilmente attraverso le storie che
riflettono gli usi e i costumi, ma anche i motivi che dominano l’immaginario dei diversi
contesti socioculturali. La fata degli Elfi e la fata dei Jinns rappresentano due mitologie
diverse che alla fine si fondono nel matrimonio simbolico con i due protagonisti. Per
crescere occorre sostenere delle prove per imparare ad affrontare le difficoltà e a
superare i pericoli; nella fiaba emozioni, sentimenti e paure prendono forma attraverso il
linguaggio del fantastico e del meraviglioso, ma se sappiamo guardare oltre il velo della
magia riconosciamo le realtà che agitano il nostro mondo interiore nei momenti belli o
difficili della vita.
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Azur e Asmar

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