verbale ix conferenza delle minoranze web

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verbale ix conferenza delle minoranze web
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Servizio per la promozione delle
minoranze linguistiche locali
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Servizio au zo halta di mindarhaitn
Servije per la promozion de la
mendranzes linguistiches locales
Omt za unterstitzn de lokaln
sprochminderhaitn
www.minoranzelinguistiche.provincia.tn.it - e-mail: [email protected]
IX CONFERENZA DELLE MINORANZE
Vich/Vigo di Fassa, 22 luglio 2006
Su convocazione del Presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, si è riunita il giorno 22 luglio
2006 alle ore 9.30, presso la sede del Comprensorio Ladino di Fassa, la Conferenza delle minoranze prevista
dall’art. 6 della LP 4/1999, per la discussione del seguente Ordine del Giorno:
1. testo unico delle leggi di tutela: nomina di un gruppo di lavoro;
2. accordo con l’Università per interventi formativi a favore delle minoranze;
3. risultati della ricerca sulla percezione delle minoranze da parte dei trentini: intervento del prof. Salvatore
Abbruzzese;
4. presentazione dello stato organizzativo dei due grandi convegni di quest’anno: Alpes Europa – Survey Ladins e
Forum nazionale sulle minoranze;
5. varie ed eventuali.
Sono presenti:
Lorenzo Dellai – Presidente della Provincia autonoma di Trento
Luigi Chiocchetti – Assessore alle minoranze della Regione Trentino - Alto Adige / Südtirol
Mauro Gilmozzi – Assessore provinciale all’urbanistica e ambiente
Gianfranco Postal - Dirigente generale della Provincia autonoma di Trento
Leonardo Bernard – Presidente del Comprenjorie ladin de Fascia
Bruno Groff – Sindaco di Garait / Frassilongo e presidente del Bersntoler Kulturinstitut /Istituto Mòcheno
Loris Moar – Sindaco di Palae en Bersntol / Palù del Fersina
Diego Moltrer – Sindaco di Vlarotz / Fierozzo
Fausto Castelnuovo – Sindaco di Mazin / Mazzin
Riccardo Franceschetti - Sindaco di Moena
Alessandra Cloch – Sindaco di Poza / Pozza di Fassa
Roberto Pellegrini – Sindaco di Soraga
I - 38100 Trento - Via Gazzoletti, n. 2 / Tel. 0461 493406 Fax 0461 493407
Gino Fontana – Sindaco di Vich / Vigo di Fassa
Luigi Nicolussi Castellan – Sindaco di Lusérn / Luserna
Mirella Florian – Presidente dell’Istitut cultural ladin “Majon di Fascegn”
Annamaria Trenti Kaufmann – Presidente del Kulturinstitut Lusérn / Istitutto Cimbro
Sono inoltre presenti:
Beppe Detomas – Presidente Unione Autonomista Ladina
Fortunato Bernard - Sorastant de la Scola ladines
Fabio Chiocchetti – direttore dell’Istitut cultural ladin “Majon di Fascegn”
Armando Nicolussi – Vicepresidente dell’Istituto Cimbro
Antone Pollam – Presidente dell’Union di Ladins de Fascia
Salvatore Abbruzzese - docente dell’Università degli studi di Trento
Sabrina Girardi – ricercatrice
Riccardo Zanoner – Vicepresidente dell’Union Generèla di Ladins dla Dolomites
Marco Viola, Lucia Maccani e Alessandro Pierini del Servizio provinciale per la promozione delle minoranze
linguistiche locali
PRESIDENTE DELLAI Come di consueto, la Conferenza di metà anno è dedicata a verificare lo stato di attuazione
dei progetti in corso di realizzazione nel campo della tutela e della promozione delle minoranze linguistiche locali.
Uno di questi è rappresentato dalla comunicazione in lingua minoritaria – se ne parlerà più diffusamente al termine
dei lavori, con il Presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti e con quello del Consiglio Provinciale Pallaoro, per
sottolineare l’attenzione che le istituzioni dell’autonomia trentina pongono nei confronti dei gruppi linguistici
minoritari. L’ Assemblea legislativa del Trentino riserva grande attenzione e cura alle nostre minoranze linguistiche,
come dimostrano la riforma istituzionale, or ora entrata in vigore, e la riforma della scuola che l’Aula sta dibattendo
in questi giorni, e che rappresentano entrambe tappe fondamentali nel processo di affinamento della tutela delle
minoranze linguistiche.
Il testo unico delle norme sulle minoranze linguistiche, che è stato oggetto di una prima disamina già nel
maggio scorso in un seminario ad hoc, è stato predisposto su incarico della Provincia dal prof. Casonato
dell’Università degli Studi di Trento e da due suoi collaboratori, nella duplice versione per materia e per gruppi
linguistici; esso rappresenta un punto di arrivo nell’opera di coordinamento di disposizioni normative provenienti da
diverse fonti, ma anche e soprattutto un punto di partenza rispetto all’obiettivo dell’entrata in vigore di una organica
ed unitaria fonte normativa, in sostituzione di diverse fonti frammentate. E’ un lavoro importante e delicato, perché
sistemizza e rende più immediatamente leggibile l’impianto complessivo della tutela vigente in provincia di Trento, e
lo raccorda con le novità legislative recentemente approvate (L.P. 16 giugno 2006, n. 3, che possiamo considerare
la madre di tutte le riforme con l’eccezione dello Statuto, perché si tratta di un disegno complessivo di natura
strategica per quanto riguarda il governo multilivello in Provincia) o in corso di approvazione (disegno di legge 27
settembre 2005, n. 129 “Sistema educativo di istruzione e formazione del Trentino), ma soprattutto perché sarà su
questa base che condurremo la nostra riflessione in vista della definizione di un ordinamento provinciale più
adeguato sia alle modifiche costituzionali del 2001 che alle mutate esigenze e sensibilità del sistema trentino.
I due testi unici delle minoranze sono frutto di una raccolta razionale della disciplina esistente, sottoposta ad un
puntuale e certosino lavoro di disaggregazione e risistemazione secondo criteri logico-razionali: uno ordinato per
materia e uno per gruppi linguistici, cosa quest’ultima che consente di affiancare e confrontare – anche grazie alla
predisposizione di una tavola sinottica – i modelli di tutela, non sempre coincidenti, esistenti per i diversi gruppi
linguistici. E’ vero infatti che a fronte di una tutela precisa, organica, puntuale per i ladini non sempre ne corrisponde
una identica per gli altri due gruppi linguistici.
Dare ordine e sistematicità, rilevare le antinomie esistenti attraverso una verifica della coerenza tra le fonti e della
qualità delle norme, favorire una valutazione nel merito della loro efficacia: questi gli obiettivi che si è posto un
lavoro che offre la possibilità di dominare e leggere in modo organico una vasta disciplina normativa, che tocca
diversi settori e che resta parzialmente frammentata in molteplici fonti legislative e regolamentari dello Stato e della
Provincia autonoma.
Il testo unico compilativo, atto preliminare a un testo unico normativo, costituisce dunque la base da cui partire per
l’elaborazione della nuova, futura, legge per le minoranze, un “utile preludio” rispetto a quelli che potranno essere i
testi unici propriamente detti, di carattere questa volta normativo, nella stessa materia. Sarà quindi necessario un
dibattito, che non dovrà però limitarsi all’aspetto, pur necessario, del riordino normativo, ma dovrà anche indicare la
strada, la direzione politica nella quale si intende andare. Vedo quindi la necessità, oltre che l’opportunità, di istituire
un ristretto gruppo di lavoro con i rappresentanti delle minoranze, gruppo che, valendosi della preziosa esperienza
del dott. Gianfranco Postal e con il supporto organizzativo del Servizio provinciale competente, valuti l’efficacia delle
norme attuali per la tutela delle minoranze, enuclei i nodi principali e dia il via ad un costruttivo percorso che porti a
posizioni più avanzate e soprattutto più efficaci in materia, anche sulla scorta delle migliori esperienze europee in
questo campo. La proposta è quella di costituire un gruppo di lavoro ad hoc, coordinato dal dott. Postal, e
composto da rappresentanti di ciascun gruppo linguistico, da esponenti dell’Università e da esperti nelle varie
discipline, con compito di preparare i materiali e le proposte per una rivisitazione e riscrittura organica delle norme
da esaminare.
A questo scopo ritengo importante che il Gruppo di lavoro si avvalga anche delle capacità
professionali, dell’esperienza e della passione dell’avv. Beppe Detomas, che da anni segue la vita politica e
culturale delle nostre minoranze.
Per quanto riguarda le proposte elaborate dall’Università in merito ad interventi formativi a favore delle
minoranze va dato atto all’Università di Trento e al Rettore Bassi, nonché al suo delegato per le minoranze
linguistiche prof. Casonato, di aver dato vita ad un disegno organico, vasto e articolato di proposte, che sono state
inviate per un primo esame agli Istituti culturali e agli enti locali capofila per i progetti della legge 482 dello Stato. In
particolare l’ipotesi di istituire un “certificato di studi sulle minoranze” appare di grande interesse ed efficacia ai fini
della promozione e valorizzazione delle comunità minoritarie. Nel contempo, dai primi contatti con gli enti
rappresentativi delle minoranze linguistiche, è emersa da un lato la preoccupazione circa gli aspetti finanziari di
questa linea di attività, che non devono assorbire tutte le risorse a disposizione, e dall’altro l’esigenza prioritaria di
dare continuità e stabilità all’insegnamento di linguistica ladina, nel quadro delle discipline filologiche e
sociolinguistiche già presenti nella Facoltà di lettere. Un percorso permanente di studi incentrato su questo
insegnamento infatti, oltre a porsi in prospettiva come punto di riferimento per moduli di linguistica mòchena e
cimbra, verrebbe a costituire un sostegno imprescindibile per le attività formative rivolte agli insegnanti che usano il
ladino sia in senso curriculare che veicolare, di cui si avverte una particolare e urgente necessità. Per questi motivi
la Provincia ha chiesto all’Ateneo di voler verificare la disponibilità a progettare tale attività, in modo da consentire
poi una più adeguata e compiuta trattazione dell’assunto in seno alla Conferenza delle Minoranze, che auspico
potremo effettuare nell’incontro di fine anno, in sede di programmazione delle attività per il prossimo triennio.
Lo scorso anno la Conferenza aveva approvato l’affidamento all’Università di una ricerca, affidata alla responsabilità
scientifica del prof. Salvatore Abbruzzese, sulla percezione delle minoranze da parte dei trentini, proprio allo
scopo di disporre di conoscenze fondate e certe sulla base delle quali impostare poi le linee di comunicazione
future. Il prof. Abbruzzese anticipa in questa sede una sintesi dei risultati, che verranno pubblicati a cura della
Provincia in un libro e presentati al Forum nazionale di ottobre.
ABBRUZZESE Questa ricerca sulla percezione delle minoranze in Trentino è il primo passo di un percorso di
studio che andrà proseguendo. L’obiettivo era evitare di raccogliere luoghi comuni, e cogliere la percezione al di là
dello stereotipo. Il problema fondamentale è fare le domande giuste, e qui non abbiamo fatto sconti, perché
abbiamo usato uno strumento non ambiguo e cioè il questionario telefonico, da cui sono emersi degli elementi
veramente sorprendenti. Il livello di conoscenza delle minoranze in Trentino è basso, in particolare per la minoranza
mochena e cimbra. Il metodo era rischioso ma le prime idee che escono sono quelle che fanno massa, che fanno gli
etichettamenti, e si legittimano con gli stereotipi. Le minoranze sono il banco di prova su cui si misura la nostra
capacità di conoscere l’altro. Interrogarsi sulla percezione delle minoranze vuol dire quindi interrogarsi sul nostro
processo di civilizzazione culturale. Ebbene, dall’analisi dei materiali si può notare come, da più di vent’anni, le
minoranze producano una messe cospicua di pubblicazioni con risultati ancora scarni. In Val d’Adige, solo poco più
di un terzo degli intervistati è a conoscenza dell’esistenza della minoranza linguistica mòchena e meno di un terzo è
a conoscenza di quella cimbra. La stessa minoranza ladina – di gran lunga quella maggiormente visibile – non
arriva ad essere nota che ai due terzi degli intervistati. A fronte di questa “ignoranza”, emerge un secondo elemento
di riflessione, per molti versi inatteso. Si tratta del genuino riconoscimento del limite conoscitivo. La maggior parte
degli intervistati infatti, anche di fronte alle asserzioni maggiormente provocatorie, preferiscono ammettere di non
sapere piuttosto che controfirmare giudizi interlocutori. Si preferisce, in altri termini, ammettere di non conoscere
nulla o quasi nulla delle minoranze, piuttosto che avvalorare giudizi schematici e rinforzare gli stereotipi del senso
comune. Certamente non mancano le normali frizioni dovute alla contiguità geografica o alla convivenza
comprensoriale, ma ciò non altera il dato globale che si riassume nel riconoscimento del proprio non sapere e,
proprio per questo, apre le porte alla possibilità ed alla necessità implicita del comprendere. La valorizzazione della
lingua, la consapevolezza e il recupero della memoria storica, la comprensione dei luoghi importanti per le
minoranze, sono le variabili più importanti perché questo processo di conoscenza abbia luogo e su cui gli intervistati
hanno manifestato sincero interesse e disponibilità ad approfondire. Un elemento questo decisamente confortante,
a fronte di un’oggettiva situazione di scarsa conoscenza.
DELLAI Quest’anno il nostro panorama si arricchisce di due grandi occasioni di studio e di conoscenza a cui da
mesi si sta lavorando e che saranno attuate rispettivamente nei prossimi mesi di settembre e di ottobre. Una breve
illustrazione dello stato attuale dell’organizzazione di queste iniziative, è affidata oggi al prof. Vittorio Dell’Aquila, del
CELE di Milano, che parlerà della ponderosa ricerca sociolinguistica sulle abitudini e sugli atteggiamenti linguistici
nelle cinque valli ladine dolomitiche, oggetto del Convegno internazionale “Alpes Europa – Survey Ladins”, che si
terrà a Trento e a Vigo dal 14 al 16 settembre 2006. La seconda di queste occasioni di indagare il mondo delle
minoranze linguistiche e delle identità locali, sarà il Forum europeo sulle minoranze linguistiche, dedicato al rapporto
fra identità e comunicazione (5-7 ottobre 2006), che qui viene illustrato da Lucia Maccani del Servizio per la
promozione delle Minoranze linguistiche, coordinatrice dell’evento.
DELL’AQUILA La conferenza “Survey Ladins” segna l’ultima tappa di un importante percorso di ricerca teoricometodologica sulle moderne prospettive della sociolinguistica, a livello europeo. Survey Ladins è un’ indagine sugli
atteggiamenti linguistici della popolazione residente nelle vallate della Ladinia “storica”, condotta con il sostegno dei
soggetti più rappresentativi delle comunità ladine. Survey Ladins si sta rivelando uno strumento di conoscenza
prezioso, le differenze tra le vallate ladine sono profonde, non solo sotto l’aspetto linguistico ma anche per il
sentimento di appartenenza e il modo di vivere la realtà minoritaria. Questa ricerca ci dà indicazioni linguistiche ma
anche dei chiari elementi politici, le contraddizioni tra realtà ladine diverse. Tecnicamente abbiamo usato un
questionario che è stato sottoposto da gente locale, per evitare “’effetto alone”, ossia la tendenza a rispondere come
si crede faccia piacere all’intervistatore. Abbiamo pensato di presentare i risultati della ricerca pubblicamente, nella
conferenza Survey Ladins dal 14-16 settembre prossimi, pubblicati in un libro che sarà stampato a cura della
Regione Trentino-Alto Adige. Non saranno solo i linguisti a partecipare, ma anche storici, statistici, sociologi ed
esperti di politica delle minoranze, che porteranno i loro commenti ai dati che sono stati loro sottoposti. Alla fine
della conferenza contiamo di avere a disposizione validi apporti sia di tipo tecnico-scientifico che politicoamministrativo che potranno essere utili per modulare successivi interventi che le istituzioni preposte riterranno utile
mettere in atto.
MACCANI Nel corso della Conferenza delle Minoranze che si è tenuta a Frassilongo lo scorso dicembre, abbiamo
presentato una bozza di progetto per un Forum Nazionale delle Minoranze Linguistiche. Il periodo previsto per la
realizzazione va dal 5 al 7 ottobre e avrà come tema centrale LA COMUNICAZIONE DELL’IDENTITÀ. Abbiamo messo a
fuoco due ragionamenti intorno ai quali concentrare le nostre riflessioni.
Innanzitutto, il fatto che viene di solito dedicata una rilevante attenzione al tema della tutela e della promozione delle
minoranze nelle loro diverse espressioni linguistiche, storiche, culturali ed artistiche, ma molta meno energia viene
generalmente impiegata nella comunicazione verso l’esterno di cosa rappresenta una minoranza in termini di
identità, di potenzialità di cui dispone, di significato dentro e fuori i territori interessati, di prospettive future. In
secondo luogo, non sempre esiste un approccio comunicativo adeguato e consapevole anche all’interno delle
stesse minoranze, cosicché il compito della tutela e della promozione può talvolta risultare patrimonio non
sufficientemente condiviso dai vari ambiti che compongono la comunità stessa.
L’iniziativa si articola attorno a tre ambiti. Il primo ambito sarà dedicato all’approfondimento del tema dell’identità
etnico-territoriale-linguistica, così come si configura nella realtà di oggi. Un’identità più equilibrata, in grado sia di
godere e far godere del valore delle differenze tra uomini e tra comunità, sia di mettere a fattor comune le positive
relazioni che da queste possono essere generate. A declinare il tema dell’Identità, e il relativo modo di narrarlo oltre
che di ripensarlo, sarà un confronto, coordinato da Nadio Delai, tra diverse interpretazioni sociologiche, filosofiche,
artistiche, giornalistiche, editoriali, secondo una logica che parte dal tema dell’Identità e va verso quello della
Comunicazione.
Questa sessione vedrà coinvolti:
Giuseppe De Rita, Segretario generale del Censis, che da 40 anni si occupa di interpretazione sociale del nostro
Paese. Ricorderete il Rapporto CENSIS, all’interno del quale si dedica sempre molta attenzione agli aspetti
dell’identità collettiva nazionale e locale.
Seguiranno cinque “punti di vista” attorno all’identità e al modo con cui questa può essere comunicata, che
assumeranno le caratteristiche distintive:
di un filosofo: Gianluca Bocchi, che è docente e responsabile delle relazioni internazionali del CERCO, il
centro di eccellenza promosso dall’Università di Bergamo sui temi dell’antropologia e della scienze della
complessità, che si occupa in particolare proprio dei temi legati all’identità;
di uno scrittore: Carmine Abate, di origine arberesh cioè italo-albanese, che ha scritto molti libri di successo,
tradotti in molti paesi. La festa del ritorno, edito da Mondadori, è stato finalista al premio Napoli e premio selezione
Campiello 2004.
di un editore: Cesare De Michelis, professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università
di Padova, e presidente della Marsilio Editore, di cui dirige il settore letterario;
di un giornalista: Antonio Calabrò, siciliano, già vice-direttore del Sole24Ore e oggi direttore dell’agenzia di
stampa APCOM. Calabrò insegna comunicazione all’Università Bocconi di Milano ed è autore di varie pubblicazioni
di politica e di economia.
di un attore, Moni Ovadia, che stiamo tentando di coinvolgere e che è uno degli artisti più attrezzati come
comunicatore di un’identità di minoranza.
Il secondo ambito ci porterà a riflettere intorno ad una strategia attiva di comunicazione. L’obiettivo non è solo di
rafforzare un’equilibrata visione identitaria delle comunità di minoranza, ma anche di far uscire il tema dalla logica
ristretta della dimensione locale per dialogare con la cultura collettiva del territorio locale, nazionale ed anche
internazionale. A questo proposito si discuterà, nel pomeriggio del 5 ottobre, con persone provenienti dalla carta
stampata, dal mondo della televisione, dal mondo della pubblicità, dalla ricerca nel campo dei media, in una tavola
rotonda coordinata da Stefano Rolando, che è docente di Teoria e tecniche della comunicazione all’Università IULM
di Milano e ha scritto saggi e libri in materia di comunicazione e informazione, sui temi dell’identità territoriale e
nazionale e sulla politica dell’audiovisivo e dello spettacolo.
Faranno parte di questa tavola rotonda, fra gli altri:
Guido Venturini, Direttore generale del Touring Club italiano,
Mauro Ussardi, Vice presidente della J. Walter Thompson, una delle più importanti agenzie mondiali di
pubblicità;
Alberto Abruzzese, ordinario di sociologia delle comunicazioni di massa, saggista, scrittore.
Parteciperà a questa sessione anche Salvatore Abbruzzese, che vi ha illustrato prima i risultati della ricerca fatta
sulla percezione delle nostre tre minoranze da parte della comunità trentina. Risultati che rafforzano, se ce ne fosse
bisogno, la convinzione che è fondamentale per le minoranze investire energie e risorse sulla comunicazione.
Il terzo ambito si propone di mettere a confronto esperienze concrete, maturate proprio nel campo della
comunicazione delle minoranze linguistiche, da parte di protagonisti italiani e stranieri, nonché di esporre materiali
cartacei e audiovisivi realizzati su questo tema. Questa sessione, che si svolgerà nella giornata successiva, cioè
il 6 ottobre, è curata scientificamente da Vittorio Dell’Aquila, che si occupa anche del Convegno sulla situazione
linguistica dei ladini dolomitici “Survey ladins”. Saranno coinvolti operatori di giornali, di radio, di televisione che
presenteranno le loro iniziative.
Parallelamente a queste sessioni, sarà attivata una rassegna cinematografica, diretta in particolar modo agli
studenti, per sensibilizzarli al tema delle minoranze. Per l’organizzazione di questo evento - e in particolare di
questa giornata, dalla tavola rotonda coordinata dal prof. Dell’Aquila alla rassegna cinematografica, il Servizio
Minoranze sarà coadiuvato dall’Ufficio stampa e dal Centro Audiovisivi, oltre che dall’Ufficio relazioni pubbliche della
Provincia.
Questo è fino ad oggi lo stato di avanzamento di un lavoro preparatorio che si presenta obiettivamente complesso
ed impegnativo. E’ complesso, perché è giocato su tre campi di approfondimento che sono diversi, anche se legati
da una logica progettuale coerente ed integrata. E’ impegnativo per l’alto prestigio dei personaggi coinvolti e per la
necessità di coordinare e rendere compatibili i temi affrontati. Il Forum potrà dare il rilievo e la risonanza che
merita ad un tema cruciale come quello delle minoranze, viste attraverso l’ottica della capacità di comunicare.
Un’ottica che, nella società dell’informazione, dove spesso prevale quello che sembra rispetto a quello che
veramente è, risulta assolutamente essenziale. Ciò che importa è la consapevolezza che le minoranze possono
acquisire pienezza di senso e di espressione solo se percepite nel giusto modo e se inserite in un circuito mediatico
che ne rappresenti adeguatamente valori e significati.
LUIGI CHIOCCHETTI I risultati della ricerca del prof. Abbruzzese sulla percezione impongono un passo ulteriore
rispetto a una generale politica di promozione culturale delle minoranze: quello di fare capire a tutti, e più
compiutamente, che le minoranze sono un elemento di ricchezza e di progresso nei confronti dell’intera comunità e
delle istituzioni dell’Autonomia. Ma questo si realizzerà più facilmente se c’è un coinvolgimento sempre maggiore
della comunità di minoranza, in termini di partecipazione effettiva al processo legislativo e decisionale. Anche per
quanto riguarda il seguito che sarà dato alla bozza di TU, il coinvolgimento e l’apporto delle minoranze risulterà
essenziale.
POSTAL Lo sviluppo della tutela delle minoranze sta attraversando un momento di grande rilevanza giuridica,
grazie alle novità normative, a cui si aggiunge la forte volontà delle comunità di affermare quello che si vuole dal
proprio futuro. La piena attuazione della legge 3/2006, per le minoranze, rappresenta un notevole significato; la
costruzione delle Comunità di valle sarà fondamentale per le comunità minoritarie per affermare cosa si vuole
essere rispetto alle istituzioni e alle altre comunità affini. Questa è un’opportunità da utilizzare appieno.
FLORIAN Nel 2006 l’Istituto Culturale Ladino ha festeggiato i 30 anni di vita; in questo periodo si è cercato sempre
di modulare l’attività in modo cooperativo con i vari soggetti territoriali, dai quali peraltro non si è sempre avuto un
riscontro altrettanto collaborativo. Va trovata una nuova modalità di coordinamento degli interventi che porti a
ripristinare una sintonia che in questi anni non sempre c’è stata, ma è altrettanto necessario che le realtà territoriali
accrescano la propria volontà di cooperare.
Segue un dibattito a cui partecipano Fortunato BERNARD, Riccardo FRANCESCHETTI, Antone POLLAM e
Leonardo BERNARD. In effetti spesso è mancata la collaborazione tra i soggetti istituzionali ladini fassani; su
tematiche importanti non si è proceduto alla stessa velocità e in maniera concordata. Questo va attribuito
soprattutto alla carenza di risorse specializzate e referenti specifici a livello comprensoriale e comunale, a cui deve
essere posto rimedio anche attraverso l’assunzione di personale ad hoc. Questi ultimi tempi però sono stati molto
importanti, perché si è evidenziato un maggiore impegno e una maggiore convinzione nella politica linguistica da
parte del comprensorio e dei comuni, che viene adesso rivendicato anche come spazio di competenza.
Sull’attuazione dell’art.19 della legge 3/2006 c’è la convinzione di impegnarsi al massimo, ma devono essere
avviate delle strategie di rete, che coinvolgano i settori linguistico, politico e dell’ insegnamento, e soprattutto
bisogna che siano evitati i particolarismi e che sia riconosciuta pari dignità tra tutti i soggetti.
NICOLUSSI CASTELLAN La politica provinciale della tutela delle minoranze linguistiche in questi anni è
notevolmente cresciuta in qualità e gli interventi attuati sono stati pertinenti ed efficaci. Si tratta ora di coniugare
maggiormente la politica di tutela della lingua con interventi di sviluppo socioeconomico e di opportunità lavorative
che facilitino la permanenza delle persone nelle comunità minoritarie, in particolare in quelle più a rischio di
spopolamento, quali i cimbri e i mòcheni.
DELLAI Le attuali circostanze storiche e politiche sono ideali per le minoranze per riprendere in mano le proprie
esistenze e per fare delle scelte forti per il futuro. Il Comun general di Fascia, la cui attivazione è prevista dall’art. 19
della legge 3/2006, in vigore da alcuni giorni, rappresenta un’occasione unica per costruire un nuovo modello di
autonomia delle minoranze. Nei confronti delle minoranze linguistiche, la Provincia non ha mai lesinato risorse,
attenzioni, anche deroghe giuste e doverose alle normative in vigore. Ma per evitare il rischio di omologazione, che
sarebbe deleterio per tutto il Trentino, le minoranze devono essere creative e lungimiranti anche in materia di
ingegneria istituzionale, anche nel lungo periodo. La revisione dello Statuto sarà prossimamente un’occasione
considerevole per inventare nuove forme di autonomia, di cui le minoranze linguistiche saranno le maggiori
beneficiarie.
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In margine ai lavori della Conferenza il presidente DELLAI segnala una pubblicazione realizzata dal Servizio per la
promozione delle minoranze linguistiche locali della Provincia, indirizzata soprattutto ai turisti che visitano il Trentino,
e che sarà distribuita negli alberghi, negli sportelli turistici e nelle strutture ricettive e di informazione. “Tre popoli da
conoscere” è il titolo di questo agile volumetto, distribuito in 15 mila copie soprattutto nelle aree di minoranza
linguistica. La pubblicazione contiene un glossario minimo dei termini in lingua ladina, mochena e cimbra. I testi
sono di Gabriele Buselli e le illustrazioni dell’artista roveretana Noria Longhi Filippi.
Fabrizio FRANCHI, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino e la giornalista Margherita DETOMAS
presentano il libro “Lege y informazion”, realizzato dall’Ordine regionale dei giornalisti e contenente una raccolta di
documenti legislativi e politici inerenti il settore della stampa e del giornalismo, tradotti in ladino standard (ladin
dolomitan) da Rut Bernardi. Contiene, tra l'altro, la legge sulla stampa (L.47/48), la legge di istituzione dell'Ordine
dei Giornalisti e il relativo regolamento di attuazione (L. 69/63), la cosiddetta "legge sulla privacy" (L. 675/96), la
Carta dei Doveri dei Giornalisti e il codice deontologico.
Il Presidente del Consiglio Provinciale Dario PALLAORO infine annuncia la pubblicazione, da parte dell’Ufficio
Stampa dell’Assemblea legislativa provinciale, di un’edizione in lingua ladina dell’agenzia di informazione “Sette
giorni dal Consiglio provinciale”. L’iniziativa è stata assunta con il duplice scopo di estendere il più possibile
l’informazione istituzionale e di contribuire a rafforzare il dialogo fra istituzioni e cittadino con l’obiettivo di eliminare
tutti i possibili coni d’ombra nell’informazione che possono poi determinare disparità di accesso e di pari opportunità,
ponendosi nel solco delle richieste recentemente avanzate dall’ Union generela di Ladins di una più puntuale
presenza sui mezzi dei informazione.