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Corso di Latino per principianti* Contenuto (non ufficialmente) a cura della professoressa Maria Elena Tosi Testo e disegni di Samuele Mistrali * Per non incorrere in certe situazioni… Il latino nella storia Ecco a voi l’inevitabile parte storica, che vi piaccia o meno. La lingua latina era, insieme alle strade e alle leggi, una parte importante della cultura romana e, proprio per questo motivo, alle popolazioni sottomesse dall’Impero romano ne veniva imposto l’utilizzo. Il latino si fuse così alle lingue preesistenti, si modificò e venne a sua volta arricchito dalle lingue germaniche. Furono questi lenti e graduali cambiamenti che diedero origine alle lingue moderne. Un esempio? La parola latina “mater”, madre, è rimasta pressoché invariata in molte lingue europee: “mother” in inglese, “madre” in spagnolo (e in italiano), “muother” nell’antico tedesco, “mère” in francese, etc… La somiglianza di molti termini che significano la medesima cosa è indice della presenza di una lingua madre (o mater) comune. Importante è anche il suo ruolo nella storia della cultura europea e della Chiesa, essendo tuttora la lingua ufficiale del Vaticano, anche se in una forma semplificata e con alcune variazioni lessicali. Oggi il latino utilizzato durante una celebrazione liturgica è relativamente poco, ma fino a cinquant’anni fa solo l’omelia era in italiano. Se non ci credete, provate a chiederlo ai vostri nonni. O a don Abbondio, visto che nella copertina di questo splendido volume sembra parlarlo fluentemente… La storia ha visto convivere diversi registri linguistici del latino, dipendenti dal periodo storico e dal ceto sociale che lo parlava. E qui la domanda sorge spontanea: quale latino si studia nelle scuole moderne? Il latino che si impara a scuola è quello che veniva parlato all’incirca tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Per intenderci, lo stesso che è stato utilizzato da poeti, scrittori o politici come Virgilio, Cicerone e Cesare. È importante tenere presente, però, che il latino di Virgilio e di Cicerone era una lingua letteraria, ben diversa da quella parlata tutti i giorni nelle strade di Roma. Esattamente come ai giorni nostri, le frasi vengono costruite in modo differente in base al nostro interlocutore, al luogo in cui stiamo parlando e a quale impressione vogliamo trasmettere di noi. Per esempio, alla vostra professoressa di Italiano non direste mai “Che casino!”, ma bensì “Che confusione!”, non è vero? Allo stesso modo, il latino aveva diversi registri linguistici, per cui la pescivendola Tullia, che urlava a squarciagola per attirare la clientela al mercato, usava parole molto diverse rispetto al nobile Giulio Cesare, anche se per intendere il medesimo concetto. Per Tullia, infatti, la domus era una casa, mentre l’equus di un nobile (ovvero il cavallo) era un caballus. Lei si scaldava al calore del focus, poiché l’ignis era una cosa per letterati. Così come manducare era riservato ai poveri plebei che spesso ignoravano che edere volesse dire ugualmente mangiare. Ma, se ci fate caso, è proprio la lingua volgare, quella d’uso, che riesce a proseguire di generazione in generazione, e a trovare un posto nella lingua parlata dalla gente comune. Certo, termini come “igneo” ed “equino” esistono ancora oggi, ma sono sensibilmente meno utilizzati dei più comuni “fuoco” e “cavallo”. Cinque buone ragioni per partecipare al “Corso di Latino per principianti” Posso facilmente immaginare che i miei venticinque lettori (magari fossero così tanti!) si stiano arrovellando il cervello alla ricerca di una risposta alla filosofica domanda: “Latino o non latino?”. È quindi mio dovere porre fine all’angoscia che li tormenta, guidandoli nella scelta più ardua della loro vita. Perché partecipare al “Corso di Latino per principianti”? 1. L’etimologia Il principale argomento del corso sarà l’analisi dell’etimologia delle parole moderne, molto utile per evitare l’uso scorretto di alcuni termini in pubblico, che può creare situazioni imbarazzanti e poco piacevoli. 2. Niente declinazioni (più o meno) Se è il terrore delle cinque declinazioni che vi trattiene, chetatevi. Ci saranno, ma solo in minima parte, e non è poi un dramma impararle a memoria. 3. È un’occasione per socializzare Sia con i vostri compagni di classe, che con alunni di altre. E se pensate di conoscere già abbastanza i vostri amici, allora cercate di vedere questo corso come una buona occasione per socializzare con il latino. 4. È divertente perché si impara So che per molti di voi è straordinario vedere “divertente”e “imparare” venire usati nella stessa frase, ma non è un miraggio. Quando alla serietà di una lezione si unisce il divertimento di uno svago pomeridiano, sicuramente si parla del “Corso di Latino per principianti”. Per capire cosa intendo, dovete provarlo personalmente. 5. Un bel voto Ovviamente solo se supererete la verifica alla fine delle lezioni. Prima di scappare via in preda al panico, sappiate che non è nulla di cui preoccuparsi, e che basterà poco per prendere un bel voto di cui vantarsi educatamente con i compagni che hanno preferito restare a casa. E se dopo tutto questo non vi è venuta voglia di partecipare, non sapete quale grande occasione vi state lasciando scappare.