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Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico €1,40 Anno 93 n. 70 Venerdì, 11 Marzo 2016 unita.tv Il premio del giornalismo fondato da Montanelli, Bocca e Biagi va alla web-edicola di Fiorello: fa capire che al quotidiano di carta non si può rinunciare P. 21 L’anno del Dragone Con una mossa a sorpresa di Mario Draghi, l’Europa può passare dall’austerity alla crescita La Bce azzera i tassi, alza il Qe e ammette acquisti di bond aziendali. Ora investimenti P. 2-3 Il Pd, le primarie e le nostre città L’olio tunisino senza dazi, rischio frodi e Made in Italy P. 16 Staino Scacco matto del governatore Angelo De Mattia L a risposta al rischio di deflazione e alla debole ripresa da parte della Bce di Mario Draghi è stata davvero straordinaria. P. 2 V Alfredo Reichlin edo bene quanto di strumentale c’è in un certo gridare allo scandalo per il modo come il Pd sceglie i suoi candidati alle cariche pubbliche attraverso le primarie. Ma uno scandalo c’è e sta nel degrado della politica. Se non partiamo da qui, non andiamo da nessuna parte. Difendiamo pure le “primarie” perché dopotutto nella stragrande maggioranza dei casi sono esperienze utili e pulite. Ma c’è, in effetti qualcosa che non va nelle primarie. Il fatto è che esse non possono sostituire un Partito. È questa la questione vera che viene finalmente in luce e che io voglio discutere. Il partito. Ma non scherziamo. Un partito non è un sondaggio, una comparsata in televisione, una opinione. Come mi hanno insegnato i vecchi Capi del Pci “i partiti non si inventano”. Essi non sono sette, fazioni, avventure personali, ma a una condizione. In quanto essi svolgano una “funzione nazionale”. Se cioè servono in qualche modo non solo ai propri iscritti ma al Paese. Insomma, se “fanno storia”. Se quindi formano una comunità, tenuta insieme da un progetto, da valori, da ideali. Se, quindi, creano un popolo. Non spettatori passivi ma un popolo. Ecco. Sta qui il dramma di Roma. Roma non ha da tempo quello che io chiamo un Partito, un “partito romano”, intendendo con questo nome una forza che organizza le sue straordinarie risorse ed esalta il suo immenso patrimonio antico e moderno. Mi spiego meglio. Chi scrive vive a Roma da quasi un secolo. Ho studiato al famoso liceo Tasso. Ho percorso le strade di Roma sotto il coprifuoco tedesco, da giovanissimo gappista, passando di rifugio in rifugio. Sono stato non solo consigliere comunale, ma anche candidato a sindaco. Persi le elezioni perché i socialisti si allearono con i democristiani. Ho visto come i Natoli, i D’Onofrio, i Petroselli, i Bufalini hanno trasformato la «plebbe de Roma» (quella di G. Giacchino Belli) in un popolo forte, di sinistra, democratico che ha conquistato il Campidoglio. E non parlo degli anni in cui Roma, con il suo cinema, e i suoi artisti, (cito solo Moravia, Guttuso, Pasolini) ha parlato al mondo come centro della cultura europea moderna. A Roma si veniva, anche dall’America. Segue a pag 14 Finché c’è guerra c’è speranza Valter Vecellio V e lo ricordate quel film amarissimo di Alberto Sordi, Finché c’è guerra c’è speranza? È del 1974: togliamogli quella patina di grottesco e Pietro Chiocca diventa reale. P. 15 «Non andremo in guerra La priorità è un governo libico» L’INTERVISTA Raccoglitori al lavoro. Con un voto contrastato il parlamento europeo dà il via libera all’importazione dell’olio tunisino, senza dazi: un sostegno all’economia del Paese, ma gli agricoltori italiani protestano: è concorrenza sleale. Milano, si cerca l’accordo Cuperlo: leali con i candidati ● Sala offre «sintesi» sul programma alla Balzani. Napoli, parla Bassolino: «Riconteggio delle schede o mi candido» Nelle città che andranno al voto il Pd tenta di ricomporre il quadro attorno ai candidati usciti vincitori dalle primarie. In una intervista all’Unità Cuperlo si propone come federatore della minoranza, «in un campo aperto a sinistra». Assicura poi il voto «ai candidati che hanno vinto le primarie del Pd: Sala, Valente e Giachetti». Dalla Calabria il premier Matteo Renzi prende le distanze dalla politica politicante: «Sì all’Italia che corre, no a quella che ricorre» P. 4-7 P. 10 «Guideremo il processo politico» L’autopsia su Failla e Piano: uccisi da raffiche di mitra, non fu un’esecuzione È stata fatta l’autopsia sui corpi dei nostri connazionali uccisi: letale una raffica di mitra, probabilmente durante un conflitto a fuoco più ampio. Non fu dunque un’esecuzione. I sopravvissuti raccontano i mesi di prigionia. Intanto dall’Egitto arriva un’apertura sul caso Regeni: il Cairo è disposto a collaborare e invita gli investigatori italiani. P. 10 La finta antimafia di Ostia: quella del Movimento 5 Stelle Indagate per diffamazione aggravata le associazioni del litorale vicine ai grillini L’antimafia di Ostia finisce sotto inchiesta per diffamazione aggravata verso chi combatte (davvero) la mafia del litorale romano. Sotto accusa le associazioni delle quali si è servito politicamente il Movimento 5 Stelle, che le ha usate contro il Pd. Secondo la procura di Roma, hanno minacciato via Facebook giornalisti e deputati che da mesi denunciano abusi e infiltrazioni mafiose. Orfini: «Servono le scuse dei grillini e una netta presa di distanza». P. 8 Cambiare le pensioni Susanna Camusso S tiamo attraversando l’Italia, svolgendo assemblee nei luoghi di lavoro. Proponiamo e chiediamo il parere dei lavoratori sulla “Carta dei diritti universali del lavoro”. Ovunque troviamo voglia di discutere e con essa interesse, partecipazione. P. 14 Guccini sul treno verso Auschwitz : con gli studenti, va nei tragici luoghi che ispirarono 50 anni la sua canzone P. 17-19