Stampa articolo - La scuola possibile

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Stampa articolo - La scuola possibile
Articolo tratto dal numero 6-febbraio 2009- Anno II de http://www.lascuolapossibile.it
Vuoi catturare l'attenzione dei tuoi alunni? Gioca il tuo jolly!
Riflessioni spontanee di un maestro - animatore
Didattica Laboratoriale - di Laurenza Stefano
Qualche tempo fa, mentre tornavo a casa in treno durante uno dei soliti week - end da pendolare, osservavo una ragazza nel
mio stesso scompartimento, probabilmente studentessa della facoltà di Scienze della Formazione Primaria, che stava leggendo
un libro dal titolo Pedagogia del Gioco, L'animazione.
Subito mi è venuto in mente quando mi sono trovato per la prima volta al "Centro estivo" in cui lavoro da molti anni ed avevo
davanti a me circa cento bambini, tra i quattro e i dieci anni da far divertire per un'intera giornata; mi arrovellavo a pensare cosa
avrei potuto fargli fare.
Senza esitazione, mi sono dovuto inventare giochi, gags, modi di dire che polarizzassero e soprattutto prolungassero la loro
attenzione nei miei confronti.
Beh, non avrei pensato che quel giorno, quell'esperienza avrebbe cambiato così radicalmente il mio approccio con gli alunni,
che mi avrebbe regalato una chiave di accesso all'educazione, fondamentale per la mia crescita professionale e che mi avrebbe
aiutato a migliorare il rapporto con i bambini.
Credo senz'altro che le strategie di metodo che ora metto in campo, anche e soprattutto grazie all'esperienza di
animatore, rendano più piacevole e divertente l'apprendimento.
Con il passare del tempo e l'accumularsi degli anni di insegnamento e di animazione, infatti, mi sono reso conto di aver
trovato quello che è il mio modo di insegnare, il mio modo di fare scuola, il mio essere docente.
Spesso mi accorgo che qualsiasi disciplina si insegni, basta veramente poco per renderla dinamica e coinvolgente. E' sufficiente
una battuta, una voce particolare, una faccia buffa e i bambini li hai fatti tuoi: sorridono, ti imitano, ma allo stesso tempo
apprendono quello che hai appena detto, spiegato, disegnato e soprattutto, sono così in grado di essere autonomi, ricordano i
contenuti perché li associano ad un momento divertente.
Anche le tabelline possono diventare piacevoli se si enunciano con la voce da dj o con accento russo, o inventando un gioco,
un quiz. A volte basta un po' di fantasia e... il gioco è fatto! In un momento di disattenzione, quando i bambini si alzano dalla
sedia vagando per la classe, ci sono due opzioni, ugualmente efficaci: o richiamarli al silenzio e all'ordine con autorevolezza,
oppure dire "Al mio tre, tutti con le mani alzate e ...seduti! Chi non lo fa è della Juve!"
Il risultato ottenuto sarà lo stesso, ma.....
Sono dei piccoli meccanismi, spesso più semplici di quanto si possa pensare; anche un sorriso dell'insegnante od un suo sguardo, può bastare ed essere importante.
E' la gioia di lavorare con i bambini e i colleghi che rende il clima sereno e gioioso e che, inevitabilmente ed inconsapevolmente, cambia l'atteggiamento degli
alunni stessi e certamente aiuta quelli con difficoltà di apprendimento .
Sicuro è che ogni classe è unica e va gestita secondo le sue caratteristiche ed i suoi bisogni formativi.
Anche momenti ritenuti drammatici per alcuni bambini, come lo possono essere quelli in cui il docente deve far sentire la sua autorevolezza, se subito stemperati con un
atteggiamento giocoso hanno il doppio vantaggio di far comprendere al bambino in difficoltà sì l'errore, ma sempre in un contesto di serenità che lo induce, comunque, ad una
pacifica e tranquilla riflessione.
Questo, è ovvio, non vuol dire che la lezione diventi esclusivamente un gioco, un momento divertente: senz'altro lo è, ma viene inserita nel contesto scuola come emblema
dell'apprendimento; di conseguenza, diventa nel contempo un aspetto dell'insegnamento da utilizzare in ogni occasione, magari nei momenti in cui comincia a scemare
l'attenzione.
E' un po' come giocare il jolly! .
Questo atteggiamento di apertura dei docenti, con cui si affronta la vita della scuola e dei bambini, comporta un attaccamento alla materia e all'insegnante da parte degli
alunni stessi e ne consegue che essi amano ciò che quell'insegnante insegna e desiderano fortemente passare le ore scolastiche proprio con quel maestro.
I bambini, più di noi, si rendono conto dello spirito diverso, del metodo dinamico, si divertono, ma nel contempo studiano ed apprendono anche le discipline più ostiche.
La differenza con il metodo tradizionale, secondo me, non è nel fine ma nel modo utilizzato per raggiungere l'obiettivo apprendimento. Credo che il risultato ottenuto sia lo
stesso, o quasi: certo è che, utilizzando la metodologia che ho cercato di descrivere, se pur in maniera sommaria per la sinteticità che richiede un articolo telematico, cioè
insegnare giocando, i bambini si divertono, i docenti anche e si fa scuola lo stesso.
Tra l'altro inevitabilmente viene anche coinvolto tutto il team di docenti con questa metodologia (anche se non amo chiamarla così, preferisco pensare che sia un modo di
essere) e si crea, spontaneamente un clima di armonia e di goliardia che rende piacevole e serena la giornata scolastica.
E i bambini? Basta guardarli: sono felici di venire a scuola perché sanno che ogni giorno è un'altra simpatica giornata. Un po' come in primavera, in un pomeriggio di sole, si
sente un' inspiegabile allegria che si trasmette quasi contagiosamente.
Fantasia, creatività, complicità, passione, carisma, disponibilità, sensibilità, solarità, sono queste le peculiarità che hanno o dovrebbero avere i docenti e, di
riflesso, tutto il team di classe.
E se si ha la fortuna, come me, di lavorare con team così, allora la giornata scolastica diventa straordinaria per i bambini ma anche per gli insegnanti, che ogni giorno
lavorano, sì, ma lo fanno divertendosi.
E i risultati? Possono essere eccezionali.
La mia esperienza di insegnante continuerà così, come la vivo tutti i giorni, cercando di far mie le caratteristiche di cui prima, anche se, alcune di esse o ce le hai o...ce le hai.
Non puoi inventartele!
Certo che insegnare così, è un'altra cosa!
Stefano Laurenza Docente incaricato 196° Circolo Didattico Via Perazzi 46 - Roma
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