Storia immigrazione Piemonte
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Storia immigrazione Piemonte
PIEMONTE A cura del Centro Studi e Ricerche Idos L’immigrazione in regione: cenni storici e principali caratteristiche Già all’inizio degli anni Ottanta gli attori pubblici e privati hanno dimostrato un’evidente attenzione ai bisogni e alle istanze di questa nuova fascia di popolazione, ormai ritenuta di tipo strutturale. Al 31 dicembre 2010 gli stranieri residenti in Piemonte sfiorano le 400mila unità, con un’incidenza dell’8,9% sulla popolazione complessiva. La distribuzione delle presenze a livello provinciale non è omogenea, ma si presenta differenziata in relazione sia alle caratteristiche del tessuto socioeconomico dei vari contesti territoriali, sia al diverso grado di opportunità lavorative, abitative e di inserimento sociale che esse offrono, e sia, infine, alla struttura delle reti sociali degli immigrati. Ciò premesso, nonostante l’anzianità del fenomeno, è ancora forte l’attrazione esercitata dal capoluogo torinese, che accoglie infatti il 52,0% delle presenze straniere nella regione. L’archivio dei residenti evidenzia il significativo peso della componente minorile (22,4%) e quello ridotto della popolazione over 65, che sull’insieme dei cittadini non italiani incide per il 2,3%. E’ chiaro come ad oggi il contributo principale dell’immigrazione alla demografia piemontese sia quello offerto dalla natalità: il tasso di fecondità delle donne straniere si è attestato nel 2010 a 2,01, un valore assai maggiore rispetto a quello delle donne italiane in regione (1,22), anche se si registra un avvicinamento al modello riproduttivo autoctono, con una tendenziale (ma ancora debole) riduzione del numero dei figli per donna. Nel corso di questi ultimi dieci anni il fenomeno ha manifestato sensibili mutamenti a livello delle catene migratorie. Se durante gli anni ‘90 l’immigrazione diretta in Piemonte vedeva la preminenza dei flussi migratori provenienti dal Nord Africa e dall’Asia Centro Orientale, dagli inizi del 2000 si sono imposti quelli provenienti dall’Europa dell’Est: a fine 2010, la collettività più rappresentata è infatti di gran lunga quella romena (34,4%), alla quale si aggiungono l’albanese (11,5%), la moldava (2,5%), l’ucraina (2,3%) e la macedone (1,9%). Ma molto significativa risulta anche il numero di immigrati residenti provenienti da Marocco (16,1%) e, in minor misura, Cina (3,5%) e Perù (3,3%). Le attuali capacità attrattive di questa regione devono però essere lette alla luce del profondo riassetto del sistema produttivo, a lungo imperniato sulla grande industria e ora afflitto dalla crisi economica, specialmente nei settori del mercato più coinvolti nei cambiamenti, all’interno dei quali è elevata la presenza immigrata. PIEMONTE. Cittadini stranieri residenti (2002-2010) Residenti Provincia var % 2002 2010 2002-2010 Alessandria 11.862 42.567 +258,9 Asti 7.661 24.058 +214,0 Biella 5.705 10.567 +85,2 Cuneo 20.959 56.166 +168,0 Novara 10.826 34.944 +222,8 Torino 62.084 207.488 +234,2 Verbano-Cusio-Ossola 3.257 9.699 +197,8 Vercelli 5.209 13.421 +157,7 % su pop. totale 2002 2,8 3,7 3,0 3,7 3,1 2,9 2,0 3,0 2010 9,7 10,9 5,7 9,5 9,4 9,0 5,9 7,5 % donne 2002 51,3 48,5 50,6 47,1 46,5 51,4 49,8 49,4 % minori 2010 52,2 51,0 55,4 51,0 50,7 52,5 57,4 52,7 2002 25,3 25,3 25,7 27,2 22,8 22,2 18,4 26,3 2010 23,1 24,0 22,1 24,1 23,3 21,6 18,4 23,7 Piemonte 127.563 398.910 +212,7 3,0 8,9 49,9 52,2 23,7 22,4 FONTE: Caritas/Migrantes, Immigrazione Dossier Statistico, Roma: edizioni annuali dal 1991 (I Rapporto) al 2011 (XXI Rapporto) in www.dossierimmigrazione.it 1