primavera - Provincia di Massa
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Provincia di Massa Carrara comune di MASSA Villa Cuturi (ex sede Apt) - Marina di Massa domenica 19 giugno, ore 21.15 scenari di primavera 2011 Guascone teatro e i Gatti Mezzi LISCIAMI capire tutto in una notte con Francesco Bottai, Tommaso Novi, Andrea Kaemmerle Vivere in Italia e non trovarsi di fronte ad un manifesto di una serata di “Liscio” è praticamente impossibile, da Bressanone a Pantelleria i muri di città e paesi sono pieni di coloratissime cantanti felliniane che si sporgono per invitare i passanti a gozzovigliare in qualche sagra. Questa fascinazione verso il mondo popolare, ammiccante e truccatissimo, dove ottimismo e semplicità sono un obbligo filosofico, base per un divertimento antico privo di slanci intellettuali è il punto di partenza di questo omaggio comico ai ricordi di sagre e feste patronali che ci hanno accompagnato nell’infanzia. Mondo sanguigno e sagace nel quale i Gatti Mezzi ed Andrea Kaemmerle si muovono da sempre sebbene con linguaggi assai diversi Nasce così una piece brillantissima e poetica, un viaggio in dialetti improbabili e personaggi trasognati e buffoneschi. Il buon dio del teatro ha poi fatto nascere una grande complicità e sintonia tra i tre protagonisti che in questo humus hanno scoperto una poetica e dolcissima trama: un padre con 40 anni di sagre sulle spalle farà di tutto per convincere i figli, un po’ snob ed alternativi a rilevare la sua orchestra (i Sandokan four) completa di furgone, service, karaoke e marchingegni di ogni tipo. Per magia gli scenari rumorosi delle sagre ospitano un confronto tra generazioni e sogni, la comicità fin qui incendiaria e contagiosa, prende toni surreali ed onirici. Le emozioni prendono il sopravvento rapendo il pubblico fino all’ultimo istante. in scena nei paesaggi della lunigiana info Provincia di Massa Carrara Info Ufficio Cultura: Giuliana Rossi tel. 0585.816612 [email protected] Aperti per tutti Prenotazioni Uffici segreteria: tel. 0585.816638 giovedì 16 giugno venerdì 17 giugno sabato 18 giugno domenica 19 giugno Associazione Culturale Skené cell. 328.8145187 [email protected] Eventi, spettacoli, mercatini, escursioni guidate, itinerari gastronomici, soggiorni, per tutta la durata dell’week-end. Giornate ricche di iniziative con un’ampia offerta per conoscere ed apprezzare il territorio, i luoghi più suggestivi dell’intera provincia di Massa Carrara, ma anche il grande patrimonio artistico, storico, culturale e allora siete e siamo invitati è... APERTO PER TUTTI. IV EDIZIONE scenari di primavera 2011 in scena nei paesaggi della lunigianaFONDAZIONE TOSCANA SPETTACOLO comuni di • AULLA • LICCIANA NARDI • FILATTIERA • MASSA Fondazione Toscana Spettacolo tel. 055 219851 - [email protected] www.provincia.ms.it www.fts.toscana.it spettacoli ad ingresso libero è consigliata la prenotazione FTS Provincia di Massa Carrara Dec. di Medaglia d’Oro al V.M. comune di AULLA comune di LICCIANA NARDI comune di FILATTIERA Cinema Teatro Città di Aulla giovedì 16 giugno, ore 21.15 Piazza del Comune - Licciana Nardi venerdì 17 giugno, ore 21.15 Centro Polifunzionale - Pieve di Sorano - Filattiera sabato 18 giugno, ore 21.15 Accademia Amiata Mutamenti Palazzo Madama/Associazione Culturale Muse Pierfrancesco Pisani e N.A.N.I in collaborazione con Infinito spettacolo di teatro e musica a cura di Laura Curino con Vito monologo di Maurizio Garuti regia di Silvio Peroni scene di Erasmo Massetti SOCIALISMO A PASSO DI VALZER testo e drammaturgia di Giuseppe Di Leva regia di Giorgio Zorcù con Sara Donzelli, Livio Tassan Mangina, Loris Dogana, Giulia Odori Dimitri Sillato violino, Nicola Bonacini contrabbasso musiche di Amedeo e Arnaldo Bagnoli maestro di danza Massimo Zacchi scene di Lorenzo Pazzagli e Giannico Bittini, luci di Marcello D’Agostino Tra la fine della dominazione austriaca e la nuova Italia unita, a Santa Vittoria, un piccolo paese della bassa padana nell’entroterra di Reggio Emilia, accadono due eventi che segneranno profondamente il volto del nuovo Paese: nascono il ballo liscio, dal movimento spontaneo dei “cento violini” e le prime cooperative di braccianti, nucleo fondativo del movimento socialista. La nuova musica e i nuovi balli di coppia diventano l’espressione della voglia collettiva di contare e di vivere. Il centro di tutto questo movimento era l’osteria, dove si beveva, si discuteva, si suonava e si ballava; lì si stabilirono le sedi delle nuove cooperative e proprio in un’osteria si situa la nostra scena. Dentro l’Osteria della Vittoria si aggirano i nostri personaggi: la proprietaria, Vittoria, prototipo della “nuova donna” e della imprenditoria culturale che si forma in quegli anni; Radames, giovane aiutante tutto preso dal progresso incalzante, dal treno all’invenzione del fonografo, che sta rivoluzionando quel mondo; Giovanni, ballerino nostalgico e rivoluzionario che vent’anni prima se n’era andato deluso per l’Europa e ora torna e infiamma il cuore della proprietaria; l’anziano violinista Nicomede e il suo giovane allievo, il contrabbassista Astorre, che suonano i valzer e le polke di Amedeo e Arnaldo Bagnoli, gli ultimi grandi compositori dei Violini di Santa Vittoria. Sopra e intorno ai nostri protagonisti aleggia l’Angelo del Socialismo, che vede il passato e il futuro e accompagna con una leggera ironia questo piccolo simbolico popolo che lotta, lavora e danza, animato da un’idea di libertà e di uguaglianza che viaggia, come un refolo di vento, verso esiti imprevedibili. IL SENATO DELLE DONNE MONOLOGHI TEATRALI Fin dalla sua inaugurazione nel 1848 l’aula del Senato prevedeva una tribuna riservata a quelle signore che desideravano assistere alle sedute, un vero e proprio “recinto” che ne preservava l’onorabilità e ne ribadiva il ruolo di semplici spettatrici della vita politica. Dovettero passare altri cento anni prima che le donne potessero votare e venissero elette negli organi rappresentativi previsti dalla Costituzione e nel corso di altri cinquant’anni di vita repubblicana, gli italiani hanno visto mano a mano riconosciuta l’uguaglianza delle donne nell’accesso a particolari professioni, nella parità giuridica di padre e madre, e nell’assistenza alla maternità. Nonostante la posizione subalterna di partenza, le donne giocarono un ruolo fondamentale nel processo di unificazione del Paese: sono ormai noti i vivaci e dettagliati resoconti delle sedute, dell’atmosfera e degli eventi storici vissuti in prima persona da Costanza Tapparelli d’Azeglio, moglie del senatore Roberto d’Azeglio, o l’attività politica, apertamente schierata, della nobildonna milanese Cristina Trivulzio di Belgioioso, o i veri e propri reportage “di guerra” della giornalista inglese Jessie White che, al seguito delle truppe garibaldine, raccontò al pubblico anglofono il processo di unificazione nazionale. Con queste letture-monologhi, Laura Curino ripercorre le storie di altrettante donne, italiane e straniere, che hanno vissuto il Risorgimento e contribuito, ognuna in modo diverso, all’Unità del Paese. Accanto a queste figure più note, si darà voce a un coro di “voci minori” costituito da sarte, insegnanti, fotografe e scienziate che nel corso del secolo e mezzo successivo hanno raccolto il testimone delle loro “sorelle” maggiori attraverso semplici e coraggiose azioni quotidiane. SE GARIBALDI SCENDE DA CAVALLO Un Vito inedito sale in cattedra e tiene una “lezione” di storia sull’Eroe dei Due Mondi. In realtà, più che un professore di storia è soltanto un uomo qualunque del nostro tempo che racconta la vita di Garibaldi e che, inevitabilmente, deve misurarsi con lui: con la sua grandezza di uomo d’armi e soprattutto con la sua intransigenza morale. Non a caso, alle spalle dell’attore si trova la riproduzione del monumento di Garibaldi a cavallo che si trova a Bologna, in via Indipendenza. “Cosa penserà di noi mentre passiamo per quella via? Io ho sempre paura che ci giudichi...” dice Vito-narratore. La sua segreta paura è che gli eroi scendano dai piedistalli e vengano a dare un’occhiata per scoprire che ne è dell’Italia per la quale hanno combattuto. Così, mentre le vicende di Garibaldi vengono raccontate con esilaranti siparietti sempre rigorosamente fedeli ai dati storici, l’Eroe, muto dall’alto del suo cavallo, ascolta. Il Vito-narratore dice la sua sulle scelte di vita dell’Eroe, rammaricandosi del suo caparbio rifiuto di onori e di prebende; plaude alle imprese del combattente romantico, ma lo incita amichevolmente a non trascurare troppo il suo interesse, perché anche lui, come noi, “tiene famiglia”. La dirittura morale di Garibaldi è uno dei fili conduttori del testo di Garuti e il rimando a un certo degrado della classe politica dei nostri giorni è più che implicito, ma non è l’unico tema, infatti Garibaldi fu un fiero avversario anche del regno temporale della Chiesa, ovvero di una “teocrazia” al centro del nascente stato liberale italiano. Dialoghi immaginari e apostrofi rivolte all’Eroe sono le forme per dare veste scenica alla materia storica e dall’alto del suo monumento Garibaldi “ascolta”. Apparentemente impossibile, ma se scendesse tra di noi?