L`articolo nella pagina dell`Unione Sarda
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L`articolo nella pagina dell`Unione Sarda
CULTURA mercoledì 18 ottobre 2006 L’UNIONE SARDA L’intervista. «Temo un conflitto con gli Stati Uniti, il popolo italiano può fare molto per noi» M ehran Sadoughi è un iraniano di 40 anni. Da 22 vive a Cagliari e fa l’odontoiatra. Ha tre figli battezzati e una «moglie cristiana». Ci tiene a sottolineare: «Mio fratello, invece, vive in Belgio con una moglie ebrea». Basta parlare con lui pochi minuti per capire che non si ha di fronte un fondamentalista: «Occidentali e iraniani hanno molte cose in comune». Crede sopratutto nella famiglia e in un Dio che secondo le culture assume nomi differenti. Oggi ha deciso di lanciare un appello perché teme una guerra contro gli Usa. «Chiedo aiuto al popolo italiano. Io, come buona parte degli emigrati iraniani, sono preoccupato per i miei familiari rimasti in Iran». Perché? «Temo un conflitto con gli Stati Uniti». Come vi può aiutare il popolo italiano? «Interessandosi alla crisi Iran-Occidente». Il presidente del Consiglio Romano Prodi lo sta facendo in prima persona. «Sì, ma chiedo aiuto a tutti gli italiani. Dovete cercare di informarvi, capire chi sono gli iraniani. Perché mai dovremmo passare dei guai per colpe che non abbiamo?». Da quanti anni vive in Italia? «Ventiquattro». Quali sono i valori della sua cultura d’origine che insegnerà ai suoi figli e quali invece quelli della cultura occidentale che ritiene di aver sposato? «Non esistono grandi differenze tra la cultura di un iraniano e la cultura di un italiano o di un americano. Ci sono tante cose che ci accomunano». Per esempio? «Il valore che si conferisce alla libertà, il senso della famiglia, della giustizia, l’onestà. Appello per l’Iran: l’isolamento può ucciderci Mehran Sadoughi, odontoiatra a Cagliari e una famiglia cristiana: «Non siamo diversi da voi» Due donne iraniane fumano in un parco di Teheran Io, per esempio, ho i figli battezzati». È innegabile che esistano degli aspetti della cultura islamica difficilmente integrabili nella cultura occidentale, e viceversa. «Non parlerei di cultura islamica. Parliamo di cultura delle persone, di come vivono, di quello che leggono. I ragazzi iraniani usano Internet, abbiamo le parabole». Parliamo di emancipazione della donna in Iran. «Le ragazze si coprono con il velo per strada ma poi nelle feste private vestono con le griffe internazionali. Certo, in Iran è difficile vedere due ragazzi che si baciano in pubblico, ma questo non è un fattore che influenza la cultura di un popolo. Si tratta di usanze, come il chador, che non devono costituire una separazione tra culture. L’Iran è un paese pieno di sfaccettature». Perché è partito dall’Iran e ha scelto la Sardegna? «Sono partito dall’Iran a 17 anni, durante la guerra contro l’Iraq. Sono arrivato in Italia, non tanto per scappare dal mio Paese, quanto per salvarmi la vita. Sono stato a Padova e poi in Sardegna». In Sardegna come ha vissuto? «Inizialmente ho usato i soldi che mi aveva dato mio padre, poi ho dovuto lavorare. Due giorni dopo l’esame di diploma al liceo Michelangelo di Cagliari, ho cominciato a fare il carrozziere, poi il panettiere e il rappresentante di oreficeria e gioielli. Sono stato cameriere a Santa Teresa di Gallura, d’estate, mentre d’inverno facevo il cuoco. Intanto studiavo all’Università». Qual era la sua vita in Iran prima di arrivare in Italia? «Andavo a scuola come tutti ma almeno due volte alla settimana facevo “vela” in giro con una R5 di un mio compagno di classe senza patente. La massima trasgressione era ascoltare Michael Jackson a tutto volume. Erano gli anni difficili dopo la rivoluzione di Khomeini». Le ragazze? «C’erano ma noi non le vedevamo». I programmi di arricchimento dell’uranio in Iran hanno davvero fini pacifici? «Non saprei. Però penso che qualsiasi Paese abbia il diritto di usare l’energia nucleare con fini pacifici». Pensa che l’attuale crisi tra Iran e Occidente si possa risolvere per vie diplomatiche? «Me lo auguro. Non vorrei che succedesse come con l’Iraq, per cui si è mentito sull’esistenza di armi di distruzione di massa solo per dichiarare guerra». In Iran una ragazza di nome Kobra Rahamanpour, accusata di aver ucciso la suocera che la perseguitava, è stata condannata a morte. Che ne pensa? «Sono contrario alla pena di morte». La sua opinione sulle parole del Papa pronunciate a Ratisbona e sulla reazione della Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, che considera Benedetto XVI uno strumento nelle mani di Bush e dei sionisti. »Preferisco non rispondere». Lei è credente? «Credo in un Dio, grande architetto del mondo che ha creato gli uomini ed è uguale per tutti. E che possiamo chiamare come vogliamo». WALTER FALGIO 43 Alghero, Sassari, Quartucciu, Isili Una maratona di lettura per detenuti e scrittori in quattro carceri sarde iber, ovvero libro ma (case circondariali di Caanche libero. Liberi di gliari, Iglesias, Sassari, LaL far diventare per un gior- nusei, Macomer, Nuoro, no la biblioteca di un carcere uno spazio d’incontro, di scegliere il brano di un libro che più si è amato, di condividerne la lettura con altri, non solo detenuti. Una maratona per appassionati di letteratura coinvolgerà per quattro giornate gli istituti penitenziari di Alghero, Sassari, Quartucciu, Isili. Insieme ai detenuti, saranno scrittori, operatori penitenziari, bibliotecari, sindaci e assessori, insegnanti e volontari. Si comincia domani ad Alghero, dalle 15 alle 18, con la partecipazione dello scrittore genovese di noir, Bruno Morchio e con l’accompagnamento musicale della cantante Lia Ruggiu. Alla chitarra Gigi Eletti. Per l’occasione, i detenuti che frequentano i corsi della Scuola alberghiera di Alghero, prepareranno il buffet “Leggo, quindi mangio”, ispirato ai libri di Vàsquez Montalbàn e al gusto del suo personaggio Peppe Carvalho e alla passione gastronomica di Salvo Montalbano, protagonista dei romanzi di Camilleri. L’iniziativa “La lettura libera” è dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione e si inserisce tra le manifestazioni del progetto nazionale “Ottobre, piovono libri. I luoghi della lettura”, promosso dal ministero per i Beni culturali e l’Istituto per il libro. In questa occasione, la Regione ha deciso di valorizzare il progetto di organizzazione e gestione dei servizi bibliotecari nelle carceri della Sardegna che, avviato nel 2003, è cresciuto fino a coinvolgere dodici istituti penitenziari Oristano, case di reclusione di Mamone, Alghero, Is Arena-Arbus, Isili, istituto minorile di Quartucciu), tre comunità di recupero (La Collina di Serdiana, Il Samaritano di Arborea e S’Aspru di Siligo) e gli ospedali Microcitemico e Oncologico. La gestione dei servizi è affidata alla cooperativa di servizi bibliotecari L’Aleph. L’assessore Elisabetta Pilia nel 2006 ha riservato al programma “Biblioteche carcerarie” 140 mila dei 415 mila euro destinati alla promozione della lettura e con l’iniziativa “Libri in piazza 2005” ha donato ai penitenziari sardi centinaia di volumi acquistati con la legge per l’editoria. Un finanziamento per incentivare la lettura nei penitenziari è arrivato anche dalla Misura 6.3 del Por ed è stato destinato all’acquisto di materiale librario e documentario, arredi e strumenti informatici. Secondo appuntamento il 26 nel carcere di San Sebastiano, a Sassari, dalle 15,30 alle 18. Interverranno lo scrittore Salvatore Mannuzzu, Bonaria Mazzone, Tore Patatu, Nello Rubattu. Animerà la serata l’attore Sante Maurizi, musiche a cura di un detenuto. Il 29 la manifestazione si terrà nell’istituto minorile di Quartucciu (1618.30), in compagnia di Flavio Soriga e Paolo Nori. Recital di Gisella Vacca, accompagnata dall’arpista Chiara Vittone. Ultima giornata il 31 a Isili (1518), con Luciano Marrocu e Francesco Abate, gli attori Adriana Puddu e Roberto Casu e i Furias. DA SABATO 21 OTTOBRE IN EDICOLA CON L’UNIONE SARDA La Festa dei Candelieri nasce il 14 agosto 1504 per festeggiare la fine di una terribile epidemia di peste. - vedi pag. 665 vol. 3, Dizionario Storico Sardo - DIZIONARIO STORICO SARDO di Francesco Cesare Casula 3° Volume in edicola a soli 7,00 euro* 3° Volume Cabarettieri • Cattività babilonese Una grande opera in 12 volumi, riporta fatti, personaggi e istituzioni notevoli riguardanti la Sardegna, da circa il Mille a.C. ai giorni nostri. è tutta un’altra storia la biblioteca dell’identità