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Formazione e pratica educativa della METROLOGIA Riferimento Protocollo d’intesa USR-INRiM-CE.SE.DI-IGMEE (siglato il 28 ottobre 2010, rinnovato nel febbraio 2013) LE NORME E PUBBLICAZIONI IMPORTANTI www.bipm.org/fr/si/si_brochure/general.html http://www.ceiweb.it/it/lavori-normativi-it/vim/vim-contenuti.html http://www.inrim.it/ldm/index_i.shtm http://www.inrim.it/events/insegnanti/index.shtml Materiale delle lezioni Norma italiana: “guida all’espressione dell’incertezza di misura”, UNI CEI ENV 13005, luglio 2000 1 Informazioni sul VIM Il Vocabolario Internazionale di Metrologia (VIM) raccoglie i termini e le loro definizioni ritenuti essenziali per la comunicazione metrologica. Il VIM costituisce l’unico riferimento internazionale valido per un corretto e comprensibile scambio di concetti sulle misure. Il testo attualmente in vigore costituisce la terza edizione del VIM ed è stato realizzato sulla base della cooperazione di numerose organizzazioni scientifiche internazionali, governative e non governative. 2 Riferimento per il VIM L’unico testo in italiano al quale fare riferimento è la norma italiana CEI UNI 70099 – pubblicata nell’aprile del 2004 con il titolo: “Vocabolario Internazionale di Metrologia – Concetti fondamentali e generali e termini correlati (VIM)” www.ceiuni.it/struttura/body-np-norme-prodotti.html 3 Struttura del VIM Il VIM suddivide i concetti e i termini correlati in cinque gruppi, in ciascuno dei quali i concetti si susseguono in ordine logico: 1 Grandezze e unità 2 Misurazione 3 Dispositivi di misura 4 Proprietà dei dispositivi di misura 5 Campioni 4 2 Misurazione 2.13 accuratezza di misura grado di concordanza tra un valore misurato ed un valore vero (dato che il “valore vero” è difficilmente disponibile si potrà parlare di un valore più probabile a conoscenza di chi opera) 17 2 Misurazione 2.15 precisione di misura grado di concordanza tra valori misurati ottenuti da misurazioni ripetute dello stesso oggetto o di oggetti similari, eseguite in condizioni specificate (Esempio lo scarto) 18 2 Misurazione 2.16 errore di misura Differenza tra un valore misurato di una grandezza ed un valore di riferimento (il valore di riferimento più comune è quello che si ottiene con una taratura) 19 2 Misurazione 2.20 condizione di ripetibilità di misura condizione di un processo di misurazione in cui si ha: - Medesima procedura Stesso operatore o stessi operatori Stesso sistema di misura Stesse condizioni operative e si eseguono più misure in un intervallo di tempo breve 21 2 Misurazione 2.21 ripetibilità di misura Valore numerico che esprime la precisione delle misure eseguite nelle condizioni definite di ripetibilità 22 2 Misurazione 2.24 condizione di riproducibilità di misura condizione di una misurazione, eseguita in: differenti luoghi, con diversi operatori e sistemi di misura, sullo stesso oggetto, o su oggetti simili 23 2 Misurazione 2.25 riproducibilità di misura Valore numerico che esprime la precisione delle misure eseguite nelle condizioni definite di riproducibilità 24 2 Misurazione 2.26 incertezza di misura parametro non negativo che caratterizza la dispersione dei valori che sono attribuiti a un misurando, sulla base delle informazioni note e utilizzate 25 4 Proprietà dei dispositivi di misura 4.12 sensibilità rapporto tra il cambiamento dell‘indicazione di un sistema di misurazione e il corrispondente cambiamento del valore della grandezza sottoposta a misurazione Esempio sarà impossibile evidenziare cambiamenti di temperatura di 0,1 °C se lo strumento usato può al minimo rivelare 0,5 °C 34 4 Proprietà dei dispositivi di misura 4.14 risoluzione il più piccolo cambiamento della grandezza sottoposta a misurazione che provoca un cambiamento rilevabile nell‘indicazione dello strumento usato per misurare quella grandezza 35 4 Proprietà dei dispositivi di misura 4.19 stabilità attitudine di uno strumento di misura a mantenere le proprie caratteristiche metrologiche costanti nel tempo Esempio la durata delle caratteristiche metrologiche di un oggetto 36 I due grandi rami della metrologia La metrologia scientifica: è la scienza del misurare quando questa è applicata al sapere ed al conoscere scientifico e si avvale dei progressi della scienza La metrologia legale: legale è la scienza della misura quando utilizzata dalle Autorità per garantire le quantità attraverso strumenti normativi, disciplinari e coattivi di vario tipo 1960 Il Sistema Internazionale di unità di misura SI Si pronuncia ESSE I Unità SI di base: semplici regole di scrittura I nomi delle unità sono considerati nomi comuni e pertanto si scrivono con l'iniziale minuscola, anche se alcuni di essi derivano da nomi di scienziati (ampere, kelvin). In questo caso però sono invariabili al plurale ed hanno come simbolo una lettera maiuscola (per esempio A per l'ampere e K per il kelvin). Si noti che lo stesso vale per le unità derivate che hanno un nome proprio di persona. Inoltre il simbolo delle unità si deve usare solo quando l'unità è accompagnata dal valore numerico; esso deve essere scritto in carattere non corsivo (A e non A), dopo il valore numerico e non deve essere seguito da un punto (a meno che si tratti del punto di fine periodo). Quando l'unità non è accompagnata dal valore numerico, deve essere scritta per esteso e non con il simbolo. Per esempio: Il kelvin è l'unità di temperatura termodinamica. La definizione della mole fa riferimento al numero di atomi contenuti in 0,012 kg di carbonio 12. Il Monviso è alto 3841 m. Unità SI di base Unità SI Grandezza nome simbolo Lunghezza metro m Massa kilogrammo kg Tempo secondo s Intensità di corrente elettrica ampere A Temperatura termodinamica kelvin K Quantità di sostanza mole mol Intensità luminosa candela cd camp ione PALMO CUBITO 1983 PIEDE Più di 5000 anni UNITA' DI LUNGHEZZA Unità SI di base (metro, simbolo: m) “Il metro è la lunghezza del tragitto compiuto dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo di 1/299792458 di secondo”. La velocità della luce nel vuoto è per definizione: c0= 299 792 458 m×s-1 Il valore della lunghezza d’onda (632991398,22 fm) è ricavato da una misura di frequenza rispetto al campione di tempo in base alla relazione: = c/f, con un’incertezza tipo relativa di 2,5x10-11. Il Campione nazionale è realizzato presso l’INRIM mediante laser elio-neon stabilizzati per riferimento a transizioni della molecola dello iodio. Copia probabilmente fabbricata alla fine del quindicesimo secolo della “pila di Carlo Magno” (campioni di massa) fabbricata ai tempi di Carlo Magno e poi scomparsa. Questa copia fu usata da Lavoisier e Hauy nel 1792 per la determinazione dell’unità di peso, il grave, che divenne 1799 il chilogrammo e da Lefevre-Gineau nel 1799 per determinare il chilogrammo definitivo (da L’Aventure du mètre, volume speciale per l’esposizione al CNAM, Musée National des Techniques, 1989) Il futuro? Si perde nella notte dei tempi Unità SI di base UNITA' DI MASSA (kilogrammo, simbolo: kg) "il kilogrammo è l'unità di massa ed è eguale alla massa del prototipo internazionale". Il prototipo internazionale, cilindro di platino iridio di altezza uguale al diametro, è conservato presso il BIPM (Bureau International des Poids et Mesures), Sèvres (Francia). Per motivi di stabilità a lungo termine è auspicabile un prossimo collegamento dell'unità di massa con le costanti fondamentali e atomiche. Il campione nazionale è la copia n. 62 del prototipo internazionale, conservata presso l'INRIM, con il suo testimone n. 76; la sua massa è nota con un’incertezza tipo relativa di 2,3x10-9. Presso il Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato esistono anche le copie n.5 e n.19 denominate rispettivamente Prototipo nazionale del primo e del secondo ordine impiegate in metrologia legale. Si perde nella notte dei tempi Unità SI di base UNITA' DI TEMPO (secondo, simbolo: s) "il secondo è l'intervallo di tempo che contiene 9192631770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra i due livelli iperfini dello stato fondamentale dell'atomo di cesio 133 a riposo ed alla temperatura di 0 K" La scala di tempo nazionale è derivata presso l’INRIM da un insieme di orologi atomici al cesio indipendenti ed è confrontata via satellite con le scale di tempo degli altri paesi. Essa è mantenuta entro ±100 ns rispetto al riferimento internazionale UTC (Universal Time Coordinated ). L'unità di tempo è realizzata presso l'INRIM con una incertezza tipo relativa di 1x10-13. Voltmetro di Avogadro CGPM (1948), Volta E tanti altri Coulomb Galvanotipo Nobili, Officine Galileo 1946 l'ampere è l'intensità di corrente elettrica che, mantenuta costante in due conduttori paralleli, di lunghezza infinita, di sezione circolare trascurabile e posti alla distanza di un metro l'uno dall'altro, nel vuoto, produrrebbe tra i due conduttori la forza di 2x10-7 newton su ogni metro di lunghezza. La XIX CGPM, ha raccomandato di adottare, dal 1 Gennaio 1990, valori ben definiti delle costanti di Josephson e di von Klitzing Realizzazione del campione di tensione mediante effetto Josephson (1973) In poco più di due secoli Laboratorio per la realizzazione del campione di resistenza elettrica mediante effetto Hall quantistico (1982) Unità SI di base UNITA' DI CORRENTE ELETTRICA (ampere, simbolo: A) "l'ampere è l'intensità di corrente elettrica che, mantenuta costante in due conduttori paralleli, di lunghezza infinita, di sezione circolare trascurabile e posti alla distanza di un metro l'uno dall'altro, nel vuoto, produrrebbe tra i due conduttori la forza di 2x10-7 newton per ogni metro di lunghezza" Questa definizione fissa la permeabilità magnetica nel vuoto al valore: 0 4 x 10-7 H×m-1. L'unità di corrente è derivata presso l'INRIM dal campione nazionale di tensione elettrica (schiera di giunzioni Josephson) e di resistenza elettrica (dispositivo per l'effetto Hall quantistico). La derivazione avviene secondo la relazione I = U/R tra la corrente elettrica I, la tensione U che essa produce attraversando una resistenza R e la stessa resistenza. L'incertezza tipo relativa è di 5x10-7. XIII CGPM 1967 "il kelvin, unità di temperatura termodinamica, è la frazione 1/273,16 della Termometro infingardo temperatura dell’Accademia del termodinamica del Cimento era 1642-1687 punto triplo dell'acqua" TEMPERATURA? Anders Celsius 1701-1704 FLUIDO? CALORE? Lord Kelvin (1824-1907) G.D. Farheneieth 1686 –1736 Scala Internazionale di Temperatura (STI-90) Unità SI di base UNITA' DI TEMPERATURA TERMODINAMICA (kelvin, simbolo: K) "il kelvin, unità di temperatura termodinamica, è la frazione 1/273,16 della temperatura termodinamica del punto triplo dell'acqua". La temperatura termodinamica (simbolo T) può essere espressa anche nell’unità grado Celsius (simbolo °C). La relazione tra la temperatura espressa in gradi Celsius (simbolo t) e la temperatura espressa in kelvin (simbolo T ) è: t/°C = T/K-273,15. Il punto triplo dell'acqua è realizzato presso l'INRIM con una incertezza tipo relativa di 3x10-7. La Scala di Temperatura Internazionale del 1990 STI-90) che definisce sia le Temperature Internazionali (Kelvin, simboloT90), che le Temperature Internazionali Celsius, simbolo t90, sempre con unità kelvin e grado Celsius rispettivamente, è realizzata nell'intervallo da 25 K a 3000 K utilizzando 12 punti fissi e due tipi di termometro campione: il termometro a resistenza elettrica di platino tra 25 K e 1235 K ed a radiazione tra 1235 K e 3000 K. 1860 candela di grasso di balena 1898-1909, lampade con miscela di pentano e aria, senza stoppino 1930 campioni basati su radiatori di Planck (o corpi neri), dispositivi progettati per simulare un perfetto emettitore (assorbitore) di radiazione. 1940 definita attraverso la brillanza di un radiatore di corpo nero alla temperatura di solidificazione del platino.new nel mondo. candle 1948 da new candle a candela 1979 La candela è l'intensità luminosa, in una data direzione, di una sorgente che emette una radiazione monocromatica di frequenza 540 x 1012 hertz e la cui intensità energetica in quella VII° allo CONGRESSO ITALIANO direzione è 1/683 watt "METROLOGIA & QUALITA' “ steradiante. 13-15 Aprile 3011 ampiamente adottata Unità SI di base UNITA' DI INTENSITA‘ LUMINOSA (candela, simbolo: cd) "la candela è l'intensità luminosa, in una data direzione, di una sorgente che emette una radiazione monocromatica di frequenza 540 x 1012 hertz e la cui intensità energetica in quella direzione è 1/683 watt allo steradiante" L'unità di intensità luminosa è realizzata presso l'INRIM per derivazione dai campioni nazionali di tensione elettrica e di resistenza elettrica mediante un radiometro assoluto; essa è conservata mediante un gruppo di lampade ad incandescenza alimentate in corrente continua e tarate ad intensità di corrente costante. L'incertezza tipo relativa è di 5x10-3 per intensità luminose da 100cd a 500cd. volumi uguali di gas, alla stessa temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole -fu pubblicata nel 1811 con il titolo Essai d'une manière (1776 –1856) de déterminer les masses relatives des molecules élémentaires des corps, et les proportions selon lesquelles elles entrent dans ces combinaisons. 1971 dalla XIV CGPM Unità SI di base UNITA' DI QUANTITA' DI SOSTANZA (mole, simbolo: mol) "la mole è la quantità di sostanza di un sistema che contiene tante entità elementari quanti sono gli atomi in 0,012 kg di carbonio 12. Le entità elementari devono essere specificate e possono essere atomi, molecole, ioni, elettroni, altre particelle o gruppi specificati di tali particelle". In questa definizione va inteso che gli atomi di carbonio 12 sono non legati, a riposo e nello stato fondamentale. Il numero di entità elementari contenute in una mole corrisponde alla “costante di Avogadro” che è stata determinata anche presso l'INRIM da misure di massa volumica e di costante reticolare (interferometria a raggi X) su monocristalli di silicio molto puro. La costante di Avogadro, NA = 6,02214199x1023 mol-1, è nota con incertezza tipo relativa di 7,9x10-8 (CODATA1998). Sono previsti cambiamenti della definizione delle unità di base SI per riferire ognuna di esse a costanti della fisica kilogrammo secondo metro CGPM kelvin candela 2018? mole L’unità incriminata ampere Unità SI derivate Le unità SI derivate si ottengono combinando tra loro le unità di base in monomi del tipo seguente: m· kg · s · A· K · mol · cd con coeff. num. 1; gli esponenti , , , ecc, sono numeri interi (zero incluso). Ad esempio l'unità SI di: volume è il metro cubo (simbolo m3); accelerazione è il metro al secondo al quadrato (simbolo m·s-2 o m/s2); quantità di moto è il metro per kilogrammo al secondo (simbolo m·kg·s-1 ovvero m·kg/s). Quando, nel rappresentare un'unità derivata, al denominatore compaiono più unità bisogna ricorrere agli esponenti negativi o all'uso di parentesi per evitare equivoci. Esempio: l'unità di viscosità dinamica è il kilogrammo al metro al secondo; essa si esprime quindi in kg·m-1·s-1 o, in modo sicuramente non ambiguo, in kg/(m·s). Tra le unità SI di base l’unità di massa è la sola il cui nome contiene un prefisso, per ragioni storiche. I multipli e sottomultipli dell’unità di massa si formano aggiungendo i nomi del prefisso all’unità "grammo" ed il simbolo del prefisso al simbolo dell’unità "g". Esempio: 10-6 kg = 1 mg (un milligrammo) e non 1 µkg (un microkilogrammo). Unità SI derivate Esempi: forza = F = massa x accelerazione = m x a 1 Pa = 1N/m2 1 mbar = 100 Pa 1 bar = 105 Pa Multipli e sottomultipli Unità non-SI ammesse Nome Simbolo Valore in unità SI minuto min 1 min = 60 s ora h 1 h = 60 min = 3 600 s giorno d 1 d = 24 h = 86 400 s grado sessagesimale ° 1° = (/180) rad minuto di angolo ' 1' = (1/60)° = (/10 800) rad secondo di angolo " 1" = (1/60)'= (/648 000) rad litro l, L 1 l = 1 dm = 10 m tonnellata t 1 t = 10 kg bar bar 1 bar = 10 Pa 3 -3 3 5 3 DATE IMPORTANTI 1875 FIRMA DELLA Convenzione del metro Da parte degli Stati, accordo di tipo diplomatico firmato dai rappresentanti dei governi aderenti 1999 Firma del Accordo di mutuo riconoscimento dei campioni e dei certificati di taratura (MRA), accordo di tipo tecnico firmato dai direttori degli Istituti Nazionali di Metrologia nome, date e luogo della conferenza Articolazione funzionale della Convenzione del Metro (CM) Struttura decisionale intergovernativa di natura politica: Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure (CGPM) Struttura scientifica di supporto alla CGPM (con forti autonomie per delega): Comitato Internazionale dei Pesi e delle Misure (CIPM). 18 membri a titolo personale Strutture consultive settoriali: Comitati Consultivi (10 attualmente). Membri gli IMN Laboratorio Internazionale operativo per disseminazione e ricerca: Bureau Internazionale dei Pesi e delle Misure nome, date e luogo della conferenza La struttura della CM CGPM Governi CIPM Organizzazioni Internazionali Comitati Consultivi Istituti Nazionali BIPM Gli Istituti Metrologici Nazionali • 1877: su iniziativa di Werner von Siemens (1816 – 1892) e di Hermann von Helmholtz (1821 – 1894), in Germania viene fondata la PhysikalischTechnische Reichsanstalt (PTR, sostituita nel 1950 dal PhysikalischTechnische Bundesanstalt, PTB). • 1899, vicino a Londra, fondazione del National Physical Laboratory (NPL); • 1901, vicino a Washington, il National Bureau of Standards (NBS, con il nuovo nome di National Institute of Standards and Technology, NIST, dal 1990; è un’agenzia federale che fa parte del dipartimento del commercio) • In Russia nel 1893 fu riorganizzato il Dipartimento dei Campioni dei Pesi e delle Misure istituito nel 1842, trasformandolo dapprima in Ufficio (istituto) e nel 1931 in Istituto di Metrologia e dei Campioni dell’Unione; nel 1934 all’Istituto fu assegnato il nome di Istituto Mendeleev di Metrologia, nome che conserva ancora oggi. In Italia • • • • • • 2 luglio 1861, legge metrica estende a tutto il territorio nazionale il sistema metrico decimale, e decreti attuativi 1861: Istituito l’Ufficio Metrologico temporaneo, sciolto nel 1864; produce le tavole di “ragguaglio” tra le unità. Istituiti uffici di verificazione dei campioni e degli strumenti di misura e la Commissione Consultiva dei pesi e delle misure, presieduta da Camillo Ferranti. 1876: Commissione trasformata in “Commissione Superiore dei pesi e delle misure e del saggio dei metalli preziosi”. 1887: Testo unico delle disposizioni su organizzazione e funzionamento della Commissione Superiore. 1889: Arrivano i prototipi; per la disseminazione i laboratori centrali utilizzano il comparatore Bianchi della Officina Galileo e una serie di bilance Rüprect. 1890: nuova Legge metrica e suoi regolamenti attuativi. 1934: In Italia nasce L’IENGF 5° Paese al mondo a dotarsi di un Istituto Metrologico • Fu Galileo Ferraris (1847-1897) a proporre, nel 1882, di costruire a Torino, presso il Regio Museo Industriale (il futuro Politecnico) un Laboratorio Nazionale di Fotometria. Il Lab. Nasce nel 1934. • Thomas Alva Edison, che aveva ospitato Ferraris in America, lo definì «il più grande tra i grandi che al mondo hanno rivelato la bellezza della scienza elettrica» Travagliata storia italiana • L’Istituto di Metrologia «Gustavo Colonnetti» (IMGC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) deve le proprie origini al professor Gustavo Colonnetti (18861968), presidente del CNR dal 1944 al 1956. Nasce nel 1968 unificando: • 1955-IDI (Istituto Dinamometrico Italiano) del CNR, Prof. Anthos Bray • 1957-ITI (Istituto Tremometrico Italiano) del CNR, Prof. Giuseppe Ruffino Travagliata storia italiana 1952 - Commissione per la metrologia del CNR (cessata nel 1994). La presiedono Gustavo Colonnetti, Rinaldo Sartori, Lorenzo Marenesi, Anthos Bray. 1975 istituisce il SIT. Dirime la rivalità tra ISS ed ENEA sui campioni delle radiazioni ionizzanti, favorendo la nascita nel 1991 del INMRI-ENEA (istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni Ionizzanti) • Legge 273/1991 che istituisce Sistema Nazionale di Taratura Travagliata storia italiana • 2006 – Nasce a Torino l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologia (INRiM), unificando l’IMGC-CNR e l’IEN. • Vive l’INRIM-ENEA • 2010: unificazione in Accredia degli organismi di accreditamento italiani (SIT, SINAL, SINCERT) Gli Organismi Normativi • Si occupano della stesura di norme tecniche volontarie, ossia basate sul consenso di tutte le parti coinvolte. • Cos'è una norma tecnica? Semplicemente un documento che dice come fare bene le cose... • Chi sono le parti coinvolte? • In generale, produttori e consumatori Organismi Normativi internazionali, europei, italiani Internazionale IEC ISO Europeo CENE- CEN LEC Elettrote- Meccani- Elettrotecnica+elet ca, cnica+elet -tronica termotecni -tronica -ca, chimica, luminotecnica Italiano CEI Meccani- Elettroteca, cnica+elet termotecni -tronica -ca, chimica, luminotecnica UNI Meccanica, termotecni -ca, chimica, luminotecnica IMN • Realizzaz delle Unità • Messa in pratica e conservaz. Camp.Naz. • Dissemin • Centri competenza dominio misure Utilizzatori della Metrologia Centri di taratura Organismi di Accreditamento Lab.di Prova Metrologia legale Leggi Direttive Norme Produz e Commercio Sanità e sicurezza APAT e ARPA (ISPRA) Ricerca Comunicazione Trasporti Navigazione Produz.distribuz.energ Topografia e Geodesia Servizi ministeriali per Applicaz. regolamenti Forze armate Il Sistema Qualità Italia Sistema Nazionale di Taratura Legge 273/1991 produce Strumenti Tarati Sistema Nazionale di Accreditamento ACCREDIA servono alla Norme Tecniche Metodi di Prova produce Sistema Nazionale di Normazione Certificazione di Conformità A Norme Tecniche A Requisiti Essenziali produce effettua Lab.di Tar.Prova Sistemi Qualità ACCREDITATI Sistema di Leggi e Direttive dello Stato e della U.E. UNI/CEI produce y/unità arbitrarie l’incertezza x/unità arbitrarie L'incertezza nelle misure è oggi ben più di un concetto; la stima del suo valore si basa su una procedura di calcolo codificata in una norma internazionale. ISO/GUM: Evaluation of measurement data — Guide to the expression of uncertainty in measurement, JCGM 100:2008 ;GUM 1995 with minor corrections (http://www.bipm.org/en/publications/guides/, o anche http./www.oiml.org/publications/?publi=3&pu) Norma italiana: “guida all’espressione dell’incertezza di misura”, UNI CEI ENV 13005, luglio 2000 Un presupposto indispensabile ad ogni discorso sulle regole decisionali è la riferibilità delle misure, ossia l'esistenza di una catena ininterrotta di confronti che consenta il loro collegamento a campioni riconosciuti. La necessità di decidere ci riporta così alle reti di laboratori, agli accordi di mutuo riconoscimento delle misure che essi producono, in un costante tentativo di estendere la riferibilità a tutte le misure prodotte nel mondo. Taratura Tutti gli strumenti vanno tarati Tarare uno strumento significa confrontarne i valori della grandezza in uscita con quelli di un’altra analoga misurata con strumentazione direttamente riferita ad un campione primario e quindi al Sistema Internazionale di unità di misura (http://www.inrim.it/ldm/index_i.shtml) Una catena di riferibilità può essere così definita: In questo modo uno strumento di lavoro è direttamente riferito al SI. una misura si compone essenzialmente di una quaterna di informazioni: 1. il valore numerico relativo alla misurazione (misura) 2. l’unità di misura con la quale si é effettuata la misurazione 3. l’incertezza con la quale si fornisce il valore della misurazione 4. Il livello di confidenza Varianza sperimentale delle osservazioni= indice di dispersione delle misure i n s 2 i 1 x i n 1 2 Solo n se il numero delle misurazioni è elevato dove xi è il risultato della i-esima misurazione è la media aritmetica degli n risultati considerati, n-1 sono i gradi di libertà. 1 i n xi n i 1 Scarto tipo sperimentale parametro che caratterizza la dispersione dei risultati per una serie di n misurazioni dello stesso misurando, ottenibile dalla formula: s i n 1 xi (n 1) i 1 2 Quindi è la radice quadrata della varianza. Media e scarto tipo sperimentale hanno la stessa unità di misura. La varianza sperimentale della media 2 ( i ) s 2 s ( ) n e lo scarto tipo sperimentale della media s ( xi ) s( ) n quantificano quanto bene la media stimi il valore atteso del misurando. Si riferiscono a valutazioni indipendenti del misurando Da che cosa deriva l’incertezza? - Strumento di misura (bias, invecchiamento, drift, scarsa ripetibilità - Oggetto da misurare, non stabile (es. si pensi di misurare l’altezza di un blocco di ghiaccio in una stanza riscaldata) - Processo di misurazione, può essere complesso (es. altezza di un piccolo animale in movimento….) - Incertezza importata, per es. data nel certificato di taratura - Capacità dell’operatore, alcune misure dipendono dalla capacità di discernimento o condizione psico-fisica dell’operatore (leggere la posizione di un indice su una scala graduata). - Campionamento, ad esempio se si debbono misurare alcuni pezzi provenienti da una linea di produzione è buona prassi evitare, per il campionamento, di prendere i primi pezzi prodotti il lunedì mattina - Ambiente, variazioni di temperatura, pressione, umidità, … Cos’è il modello di una misurazione? Con il modello descriviamo le relazioni tra ciò che ci interessa conoscere e ciò che misuriamo. Importanza del modello • • • Rappresentiamo tutta la realtà mediante modelli. Le misure forniscono rappresentazioni quantitative della realtà: quindi dobbiamo rappresentare la misura mediante un modello. Il modello schematizza l’oggetto o il fenomeno del quale vogliamo conoscere una caratteristica o una proprietà. Per poter misurare bisogna conoscere Conoscere per saper indicare il modello corretto o più adatto 1. La conoscenza deve spingersi fino a: rappresentare la caratteristica o proprietà da misurare con il dettaglio necessario; necessario per poter eseguire le misure. 2. Riconoscere che scegliamo un modello approssimato e che questa approssimazione costituisce il limite alla qualità della misura: non sarà possibile una qualità migliore dell’approssimazione effettuata tramite la modellizzazione. Incertezza del modello A tale limite si dà il nome di incertezza del modello. Esempi: 1. Misurare il volume di un barattolo mediante la misura di un diametro e di una altezza (la forma del barattolo si scosta da quella del cilindro) 2. Misurare la temperatura di una stanza mediante un termometro posto su una parete (la temperatura varia da punto a punto nella stanza) Cause di incertezza 1. L’ambiente 2. Campioni e strumenti di misura impiegati 3. L’apparato di misura 4. L’organizzazione della misurazione 5. Il software di misura 6. L’operatore 7. Natura e incertezza del misurando 8. Il modello adottato 9. La procedura di misurazione 10. ………………. Due categorie di incertezze: A Categoria A La stima della grandezza è ottenuta sulla base di analisi statistica di serie di osservazioni. L’incertezza tipo è valutata mediante lo scarto tipo sperimentale della distribuzione o mediante lo scarto tipo della media. Per calcolare media e scarto tipo si ricorre alla statistica Due categorie di incertezze: B Categoria B La stima del valore di questa componente è ottenuta con altri metodi. L’incertezza tipo è valutata per mezzo di un giudizio basato su tutte le informazioni disponibili sulla possibile variabilità della grandezza di ingresso considerata. Incertezza tipo • • Incertezza tipo (standard uncertainty) u(x): incertezza di una stima x espressa come scarto tipo u(x) s(x) della distribuzione di probabilità associata. Valutazione (dell'incertezza) di categoria A (Type A uncertainty evaluation): metodo di valutazione dell'incertezza per mezzo dell'analisi statistica di serie di osservazioni • Valutazione (dell'incertezza) di categoria B (Type B uncertainty evaluation): metodo di valutazione dell'incertezza con mezzi diversi dall'analisi statistica di serie di osservazioni Incertezza composta ed estesa • • Incertezza composta u(M): incertezza di una stima del misurando M espressa come scarto tipo u(M) s(M) della distribuzione di probabilità associata al misurando. Incertezza estesa U(M): incertezza composta moltiplicata per un fattore di copertura k (tra 1,5 e 3). L’intervallo costituito da ± U(M) si chiama intervallo di confidenza e a esso è associato un coefficiente di fiducia, ossia una probabilità che entro tale intervallo cadano una percentuale calcolabile di valori misurabili. La varianza di una variabile aleatoria non è mai negativa ed è zero solo quando la variabile assume quasi certamente un solo valore. Tentativo di spiegazione La varianza di x è definita come il valore atteso del quadrato della variabile aleatoria centrata [x-E(x) ]1 V(x) =E[x-E(x)]2 e V(y) =E[y-E(y)]2 E per x+y V(x+y)= E[(x-E(x)]2+E[(y-E(y)]2+ 2 (x-E(x)]*[y-E(y)]= =E[x-E(x)]2+E[y-E(y)]2+2 [(x-E(x))*(y-E(y)]= =V(x)+V(y)+2 cov (x,y) Termine di covarianza --------------------------------------------------------------------------- 1 in teoria delle probabibilità il valore atteso (valore medio, speranza, speranza matematica) di una variabile casuale x è un numero indicato con E(x) (expected value) Misurare per decidere Se la misura cade entro questi valori allora è SI Se cade qui è NO Se cade qui è NO Le decisioni in presenza di incertezze Limite inferiore SI NO Limite superiore NO Fase di verifica 2u Zona Zona di Ambigua NO certo Zona di SI certo 2u Zona Ambigua Zona di NO Certo Equazione della misurazione Nella maggior parte dei casi il misurando, Y, non è misurato direttamente ma è determinato mediante n altre grandezze X1, X2, . . . , Xn attraverso una funzione f, o equazione della misura (relazione tra grandezze) Y= f(X1,X2,…..Xn) [1] Tra le grandezze Xi sono incluse correzioni (o fattori di correzione) e grandezze che tengono conto di altre sorgenti di variabilità (osservatori differenti, strumenti, campioni, laboratori, tempi in cui le osservazioni sono state fatte (per es. in giorni diversi). Questa equazione non esprime semplicemente una legge fisica ma un processo di misurazione ed essa dovrebbe contenere tutte le grandezze che possono dare un contributo significativo all’incertezza da attribuire al risultato della misurazione. Una stima del misurando o grandezza d’uscita,y, si ottiene applicando l’equazione Y= F(X1,X2,…..Xn) e usando come grandezze d’ingresso le stime x1,x2,. .,xn per i valori delle n grandezze d’ingresso X1, X2, . . , Xn. Quindi la stima d’uscita y, che è dell’operazione di misurazione, è data da y = f(x1, x2, . . . , xn) il risultato [2] Combinazione delle componenti dell’incertezza Calcolo dell’incertezza tipo composta L’incertezza tipo composta del risultato di una misurazione y, si indica con uc(y) ed è data dalla radice quadrata della varianza stimata uc2(y) ed è calcolata da; 2 * j n i n i n f i n j n f f f f 2 2 uc ( y ) u ( xi x j ) u xi 2 u ( xi , x j ) i 1 j 1 x x i 1 x i 1 j i 1 x x i j i j i Questa equazione nota come legge di propagazione dell’incertezza è basata sull’approssimazione del primo ordine di una serie di Taylor** dell’equazione Y = f(X1, X2, . . . , XN), rappresentata sperimentalmente dalla relazione y = f(x1, x2, . . . , xn). -------*Derivate parziali. La derivata di una funzione è la misura di quanto il valore di una funzione cambi al variare del suo argomento. ** la serie di Taylor di una di una funzione in un punto è la rappresentazione della funzione come serie di termini calcolati a partire dalle derivate della funzione stessa nel punto. 2 i n f i n j n f f f f 2 u ( xi x j ) u xi 2 u ( xi , x j ) u ( y) i 1 j 1 x x i 1 x i 1 j i 1 x x i j i j i 2 c i n j n Le derivate parziali di f rispetto alle Xi (coefficienti di sensibilità) sono valutate per Xi = xi e u(xi) è l’incertezza tipo associata con le stime di ingresso xi; u(xi, xj)=u(xj,xi) è la covarianza stimata associata a xi e xj. Essa rappresenta la correlazione tra le stime di ingresso xi ed xj. Il grado di correlazione tra xi e xj è caratterizzato dal coefficiente di correlazione. r ( xi , x j ) u ( xi , x j ) u ( xi )u ( x j ) r ( xi , x j ) r ( x j , xi ) 1 r ( xi , x j ) 1 2 i n j n f f f 2 f f 2 uc ( y ) u ( xi x j ) u xi 2 u ( xi , x j ) i 1 j 1 x x i 1 x i 1 j i 1 x x i j i j i i n j n i n 2 i n j n f f f 2 u ( y u xi 2 r ( x i , x j )u ( xi )u ( x j ) i 1 x j 1 j i 1 x x i j i 2 c i n E, tenendo conto dei fattori di sensibilità diventa i n n 1 u c2 ( y ) ci2 u 2 ( xi ) 2 i 1 n c c u ( x )u ( x i 1 j 11 i j i j ) r ( xi , x j ) La relazione che rappresenta la legge di propagazione delle incertezze diventa molto più semplice se le stime di ingresso xi di Xi possono essere considerate scorrelate, cioè tutte indipendenti le une dalle altre e quindi il secondo termine è nullo. In questo caso si ha: 2 i n f 2 u xi ci2u 2 ( xi ) u ( y ) i 1 xi i 1 i n 2 c df/dxi==ci coefficienti di sensibilità Si può interpretare la varianza composta u2(y) come una somma di componenti ui y ci uxi , ognuna delle quali rappresenta il contributo appportato alla varianza composta u2c(y) dalla varianza associata alle stime d’ingresso. Nell’esempio della determinazione della superficie di un rettangolo di lati a e b ciascuno avente una incertezza tipo u(a) e u(b) Il modello s=a*b Varianza composta u2(s) = a2u2(b)+b2(a)+2u(a)u(b) Nell’esempio della determinazione della velocità di un corpo si eseguono misure di spazio e di intervallo di tempo che sono del tutto indipendenti. v=L/t u2(v)=[(1/t) (v/L)]2.u2(L) + [(v/t).L]2.u2(t) u2(v) = (1/t) 2.u2(L) + [(-1/t2).L]2u2(t) Fattori di sensibilità c1= 1/t, c2 =(-1/t2) u2(v)=(c1)2 u2(L)+(c2)2 u2(t)