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Un ricordo di Attilio Rossi
amico di Mirasole, pittore, grafico, editore
ERNESTO BRIVIO
“Il libro, il più stupefacente strumento creato dall’uomo”; la definizione è di Jorge Luis Borges ed è
ripresa e a noi fatta conoscere dalle parole di benvenuto – chiamarle “discorso” è far torto alla loro
fraterna cinquantennale amicizia – che Attilio Rossi rivolse, per incarico del sindaco Carlo Tognoli,
al grande scrittore argentino, in occasione della sua visita a Milano nel luglio 1981.
Dobbiamo questa testimonianza a Pablo Rossi, figlio del grafico e editore che amò visceralmente il
libro, figlio dell’artista che, nel libro del 1963 Milano in inchiostro di china con testo poetico di Salvatore Quasimodo, più di ogni altro ha saputo ricordare e interpretare, senza alcuna concessione alla
nostalgia, assieme alle memorie dell’antica Milano e dei suoi Navigli anche la realtà della squallida
compenetrazione tra le periferie popolari e gli insediamenti industriali; un genere librario che, molti
anni prima, aveva felicemente sperimentato con il volume Buenos Aires en tinta china, accompagnato dai versi di Rafael Alberti e dalla introduzione dell’amico Borges. Generose di aneddoti e di riflessioni le espressioni dettate dal cuore di Attilio Rossi in quell’occasione, e ritrovate ora nel riordino
delle carte del Maestro: esse svelano i rapporti e la collaborazione editoriale tra i due personaggi, un
felice sodalizio tra parola e segno, e sostanziano l’argomento del prezioso “libretto” (così lo chiama
Pablo), preparato e dato alle stampe per il nuovo anno 2003 con la sobria eleganza ereditata dal
padre, ma, come gli altri che l’hanno preceduto e che annualmente seguiranno, soprattutto animato
da vìrile affetto e consapevole riconoscenza, l’uno e l’altra sentimenti ormai quasi in disuso nel rapporto tra i figli e la memoria dei padri.
Attilio Rossi fu grande amico della Ca’ Granda, apprezzato autore di ritratti di benefattori e di
sapienti decorazioni allegoriche, convinto sostenitore della rinascita di Mirasole. Non si può qui non
accennare al “librino” sull’antica abbazia degli Umiliati, strenna natalizia 1984 delle Arti Grafiche di
Sandro Reina. Il bel testo fu scritto da Lino Montagna, del quale ricorderemo sempre la benemerita
lungimiranza e l’impegno operoso per la rinascita del complesso monumentale, destinato a conservare la cultura fiorita assieme alla carità e alla solidarietà dello Spedale dei Poveri e a produrne di
nuova. Autore delle illustrazioni fu Rossi che, da par suo, le tracciò con particolare sensibilità e maestria; i disegni a penna furono poi donati dall’Artista all’Archivio della Ca’ Granda. Il librino Montagna-Rossi ebbe grande successo e divenne gradito e efficace strumento di promozione e di stimolo
per l’Associazione per l’Abbazia di Mirasole, impegnata nel recupero dell’abbazia, nella quale Attilio Rossi, sensibile e colto pittore e patito del libro, vedeva l’arca della salvezza per l’inestimabile
patrimonio della Quadreria e della Biblioteca.
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