Intervista a Daniele Tagliabue sul tema del Museo

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Intervista a Daniele Tagliabue sul tema del Museo
CANTÙCRONACHE
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Mauro Butti [email protected], Luciano Barocco [email protected], Dario Cercek [email protected], Raffaele Foglia [email protected]
[l’intervista]
DANIELE TAGLIABUE
Presidente del Museo e degli Artigiani
«Un museo
per guardare
al futuro»
CANTU «Il grande maestro
dell’architettura mondiale Alvaro Siza è stato a Cantù e ha
visitato il Clac, esprimendo
stupore e ammirazione per le
macchine del legno che sono
esposte? Ne sono molto felice.
Ma noi abbiamo catalogato e
pronto da esporre molto, molto di più. E questo significa che il museo del Mobile di Cantù
sarà un luogo unico. Di una valenza che andrà
ben oltre la città e la stessa operosa Brianza del
Mobile. Sarà un luogo che valorizzerà la memoria storica, ma che soprattutto guarderà al futuro, catalizzando su di sé le intelligenze, la cultura, gli elementi positivi che sono in grado di rimettere in moto l’economia, di farla marciare ad
alti livelli. Come è giusto che sia». Daniele Tagliabue, presidente del costituendo museo e della delegazione cittadina di Confartigianato non
ha molti dubbi.
L’incarico che la Giunta comunale ha affidato al Clac per effettuare lo studio di fattibilità del museo consente di rompere gli indugi? In fondo ne parlava già alcuni decenni fa
il compianto senatore Porro...
Sono ottimista. Certo il parere di Alvaro Siza galvanizza. Ma ci sono anche atti concreti che vanno valutati per la loro positività. E tra questi non
soltanto l’incarico affidato dalla Giunta Sala per
lo studio di fattibilità, ma anche la convinzione
ormai condivisa da tutti che la sede del Clac in
via Borgognone è la sede ideale per una grande
iniziativa. Questo è il luogo naturale per competenze, professionalità e anche per la struttura. E
non da ultimo il lavoro svolto che ci ha consentito di catalogare e recuperare alcune centinaia
di pezzi unici che ora abbiamo in deposito alla
ditta Gaffuri, ma che vorremmo presto poter mostrare non solo ai canturini, ma al mondo intero.
Allora già dopo le ferie avremo indicazioni
confortanti?
I tempi non li detto io. E neppure i metodi di lavoro. Qui siamo di fronte a un grande intervento d’insieme. Sarà la Giunta comunale, sulla base dei risultati dello studio di fattibilità, a dirci
tempi e modi. Io voglio contribuire a far crescere quell’humus culturale che deve vedere tutti
i potenziali protagonisti lavorare insieme. Perché insieme si vince o si perde. Tutti ci sentiamo accomunati da una visione che è andata ben
oltre quella statica di un’esposizione che ha il limite oggettivo di essere legata al passato, per
quanto fulgido possa essere stato. Questo è un livello acquisito, che è un po’ il punto di partenza per fare di più e meglio. Per crescere ancora.
Nel segno della tradizione, ma anche cogliendo quelle sfide che i mercati impongono. Nel segno della miglior "Canturinità". Diciamocelo: siamo stati molto bravi, direi anche inimitabili. Lo
saremo ancora.
Dunque anche gli artigiani in prima fila?
E come potrebbero non esserlo. Cantù è città
artigiana per eccellenza. Gli artigiani non mi risulta che abbiano mai abdicato. Magari alla loro
storica manualità hanno saputo anche abbinare intelligenza e cultura. Molti di noi hanno capito che se al «saper fare» si abbina anche il design la «ricetta» è vincente. Noi siamo pronti a
fare ancora una volta la nostra parte. Mi pare che
la stessa pubblica amministrazione abbia detto
a parole - e dimostrato nei fatti - che questo è il
tempo delle sinergie. Insomma stiamo parlando
la stessa lingua. E questo non sarà un dialogo tra
sordi. Abbiamo energie, capacità e volontà di essere propositivi. Nessuno si deve sentire escluso. Purché non manchino due componenti: idee
e voglia di fare. In questa «Canturinità» che prende quota di un solo genere di persone possiamo
davvero fare a meno: quelle che amano piangersi addosso. Tutte le altre sono benvenute.
Luciano Barocco
FU DIMORA DI UN PAPA Nella
proprietà anche un grande parco
[ ALZATE BRIANZA ]
Villa Odescalchi: addio ai vincoli
Dal Pgt il via alle dimore per ricchi
L’assessore Viganò però nega: «Salvaguarderemo l’intero comparto»
ALZATE BRIANZA Su villa Odescalchi l’ombra delle ruspe e di un
cantiere che pare destinato a trasformare quella che fu la prestigiosa dimora di Papa Innocenzo XI in lussuosi appartamenti. Tutto da verificare anche il futuro degli immobili che stanno all’interno degli oltre trentamila metri quadri della
proprietà e del relativo parco.
IL PGT DEI SOSPETTI
A suscitare i timori è il piano del
governo del territorio di Alzate che
dal 9 agosto al 9 settembre potrà essere oggetto delle osservazioni dei
cittadini. Un piano che sostanzialmente desta «sospetti» perché le
maggiori novità vengono introdotte proprio nel comparto di Villa
Odescalchi che negli ultimi mesi
dello scorso anno è passata di mano. Ad acquistarla una società lecchese, per circa 9 milioni di euro.
Poi sulla villa è calato il silenzio.
Un silenzio che è stato interrotto
dalle cartografie del nuovo strumento urbanistico che hanno già creato
più di un imbarazzo. E qualche tensione, per ora rientrata ma pronta a
riemergere, nella stessa maggioranza. Il problema nasce proprio dal
fatto che villa Odescalchi non ha
avuto lo stesso trattamento che prestigiose dimore dello stesso Comune invece continuano ad avere.
Questo in termini di vincoli monumentali o ambientali. Insomma Villa Odescalchi non sembra più un
bene degno di tutela, ma piuttosto
una delle tante costruzioni del centro storico. E come tale ecco che
quello che per decenni è stato il luogo da sogno dove generazioni di comaschi e brianzoli hanno tagliato
la torta nuziale o celebrato gli avvenimenti e le ricorrenze di una vita
ora, senza batter ciglio potrà trasformarsi in residenze. Residenze di
lusso. Senza neppure capire quale
possa essere la contropartita per la
collettività alzatese.
[ I NUMERI ]
1600
La villa fu costruita dalla famiglia Odescalchi agli inizi del 1600
e fu dimora di quello che poi divenne Papa Innocenzo XI. Negli ultimi anni di attività è stata
centro congressi con attività anche di ristorante.
64
Sono le camere di cui dispone
l’hotel, chiuso ormai da oltre due
anni. A questi vanno aggiunti 32
spaziosi appartamenti del residence, situati all’interno del parco di 30 mila metri quadri. Inoltre il centro benessere che comprende: campi da tennis, piscina coperta e scoperta, sauna,
bagno turco, vasca idromassaggio, palestra.
9
Sono i milioni di euro per il passaggio di proprietà della villa, avvenuta negli ultimi mesi del 2007.
«NON SUCCEDERÀ NULLA»
L’assessore Enrico Viganò cerca di
placare gli animi. «Non succederà
proprio nulla. Il mio impegno ha
solo un obiettivo: la salvaguardia
della villa o la valorizzazione dell’intero comparto. E credo anche
che gli atti sottoscritti in questi anni dal gruppo di maggioranza vadano tutti in questa direzione. Se qualcuno ha altre idee rischia cocenti
delusioni». Viganò è esplicito. «Il
comparto - sottolinea può essere diviso in quattro parti. La villa storica, il parco, le residenze attuali e
il centro congressi. Analizziamole
una per una».
Dunque la villa. «La villa - sottolinea
Viganò - attualmente non ha alcuna destinazione d’uso. Non mi risulta che ci
sia un vincolo turistico-alberghiero. Entra sì nella classificazione del centro
storico. Quindi avrà anche destinazione residenziale. Ma avere il vincolo
conservativo chiarisce che praticamente non si tocca nulla. E analogo vincolo vale anche per il parco. Difficile poter ipotizzare che si possa entrare con
le ruspe o aprire un cantiere. Se così
accadesse io ipotizzo reati di natura penale».
IL CUORE DEL BUSINNESS
E allora il centro congressi e le attuali
residenze. «Sul centro congressi - aggiunge Viganò - non mi sentirei di alzare le barricate. E’ un corpo posticcio,
che nulla ha di storico e che è stato realizzato proprio per consentire l’attività
sia congressuale che di ristorazione.
Fosse anche abbattuto non credo che
qualcuno potrà urlare allo scandalo. Diverso ancora è il discorso delle rimanenti residenze. Si potranno realizzare ristrutturazioni senza demolizioni e
senza alterazioni di superfici, di volumetrie e di sagoma».
«Quello che mi preme far sapere - conclude l’assessore Viganò - è che non
sarà così semplice fare su villa Odescalchi il bello e il brutto tempo. Il piano
di governo del territorio deve essere approvato entro il 9 dicembre. Entro quella data potremo apportare tutti i correttivi del caso. L’interesse della comunità
alzatese è che si decida. Per il meglio.
Perché anni di incuria cominciano a
farsi sentire, sulla villa come sul parco.
Lasciare le porte aperte non significa
scaldare i motori della speculazione.
Significa non precludersi nulla. E interventi mirati e garbati potranno evitare di ritrovarci tra un decennio a discutere del destino di cumuli di macerie. O magari aprire vuote discussioni
per stabilire di chi furono colpe e responsabilità.
Lu. Ba.
brevi
[ OGGI ]
Farmacie
di turno
S. Arialdo, via Medaglie d’Oro, Cucciago; Soliveri; via I
Maggio 2, Orsenigo.
In orario
normale
Cantù: Centrale via Matteotti,
18; Comunale via Mazzini 17,
Cantù; Comunale via Lombardia, al centro commerciale
Mirabello; Comunale, via San
Giuseppe, Vighizzolo; Marelli via per Alzate 13; Sonvico
via Matteotti 34; dispensario
farmaceutico via Tonale 4 Cascina Amata; aperta solo al
pomeriggio: Cesari via Rienti
2, Cantù Asnago; .
Cermenate: Melli Petazzi via
Scalabrini 53.
[ ISCRIZIONI ]
La classe 1933
sul Garda
CANTU’ - La classe 1933 organizza una gita sul lago di Garda, per domenica 21 settembre. Il pranzo è previsto in un
noto ristorante di Salò, con orchestra e possibilità di ballare. Per le iscrizioni Giovanni
Zanfrini (031.714469), Riccardo Borghi (031.716795). Mariuccia (031.712347).