Intervista a Daniele Tagliabue sul tema del Museo
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Intervista a Daniele Tagliabue sul tema del Museo
CANTÙCRONACHE REDAZIONE CANTU’ [email protected] Tel 031.704180 Fax 031.715727 25 Mauro Butti [email protected], Luciano Barocco [email protected], Dario Cercek [email protected], Raffaele Foglia [email protected] [l’intervista] DANIELE TAGLIABUE Presidente del Museo e degli Artigiani «Un museo per guardare al futuro» CANTU «Il grande maestro dell’architettura mondiale Alvaro Siza è stato a Cantù e ha visitato il Clac, esprimendo stupore e ammirazione per le macchine del legno che sono esposte? Ne sono molto felice. Ma noi abbiamo catalogato e pronto da esporre molto, molto di più. E questo significa che il museo del Mobile di Cantù sarà un luogo unico. Di una valenza che andrà ben oltre la città e la stessa operosa Brianza del Mobile. Sarà un luogo che valorizzerà la memoria storica, ma che soprattutto guarderà al futuro, catalizzando su di sé le intelligenze, la cultura, gli elementi positivi che sono in grado di rimettere in moto l’economia, di farla marciare ad alti livelli. Come è giusto che sia». Daniele Tagliabue, presidente del costituendo museo e della delegazione cittadina di Confartigianato non ha molti dubbi. L’incarico che la Giunta comunale ha affidato al Clac per effettuare lo studio di fattibilità del museo consente di rompere gli indugi? In fondo ne parlava già alcuni decenni fa il compianto senatore Porro... Sono ottimista. Certo il parere di Alvaro Siza galvanizza. Ma ci sono anche atti concreti che vanno valutati per la loro positività. E tra questi non soltanto l’incarico affidato dalla Giunta Sala per lo studio di fattibilità, ma anche la convinzione ormai condivisa da tutti che la sede del Clac in via Borgognone è la sede ideale per una grande iniziativa. Questo è il luogo naturale per competenze, professionalità e anche per la struttura. E non da ultimo il lavoro svolto che ci ha consentito di catalogare e recuperare alcune centinaia di pezzi unici che ora abbiamo in deposito alla ditta Gaffuri, ma che vorremmo presto poter mostrare non solo ai canturini, ma al mondo intero. Allora già dopo le ferie avremo indicazioni confortanti? I tempi non li detto io. E neppure i metodi di lavoro. Qui siamo di fronte a un grande intervento d’insieme. Sarà la Giunta comunale, sulla base dei risultati dello studio di fattibilità, a dirci tempi e modi. Io voglio contribuire a far crescere quell’humus culturale che deve vedere tutti i potenziali protagonisti lavorare insieme. Perché insieme si vince o si perde. Tutti ci sentiamo accomunati da una visione che è andata ben oltre quella statica di un’esposizione che ha il limite oggettivo di essere legata al passato, per quanto fulgido possa essere stato. Questo è un livello acquisito, che è un po’ il punto di partenza per fare di più e meglio. Per crescere ancora. Nel segno della tradizione, ma anche cogliendo quelle sfide che i mercati impongono. Nel segno della miglior "Canturinità". Diciamocelo: siamo stati molto bravi, direi anche inimitabili. Lo saremo ancora. Dunque anche gli artigiani in prima fila? E come potrebbero non esserlo. Cantù è città artigiana per eccellenza. Gli artigiani non mi risulta che abbiano mai abdicato. Magari alla loro storica manualità hanno saputo anche abbinare intelligenza e cultura. Molti di noi hanno capito che se al «saper fare» si abbina anche il design la «ricetta» è vincente. Noi siamo pronti a fare ancora una volta la nostra parte. Mi pare che la stessa pubblica amministrazione abbia detto a parole - e dimostrato nei fatti - che questo è il tempo delle sinergie. Insomma stiamo parlando la stessa lingua. E questo non sarà un dialogo tra sordi. Abbiamo energie, capacità e volontà di essere propositivi. Nessuno si deve sentire escluso. Purché non manchino due componenti: idee e voglia di fare. In questa «Canturinità» che prende quota di un solo genere di persone possiamo davvero fare a meno: quelle che amano piangersi addosso. Tutte le altre sono benvenute. Luciano Barocco FU DIMORA DI UN PAPA Nella proprietà anche un grande parco [ ALZATE BRIANZA ] Villa Odescalchi: addio ai vincoli Dal Pgt il via alle dimore per ricchi L’assessore Viganò però nega: «Salvaguarderemo l’intero comparto» ALZATE BRIANZA Su villa Odescalchi l’ombra delle ruspe e di un cantiere che pare destinato a trasformare quella che fu la prestigiosa dimora di Papa Innocenzo XI in lussuosi appartamenti. Tutto da verificare anche il futuro degli immobili che stanno all’interno degli oltre trentamila metri quadri della proprietà e del relativo parco. IL PGT DEI SOSPETTI A suscitare i timori è il piano del governo del territorio di Alzate che dal 9 agosto al 9 settembre potrà essere oggetto delle osservazioni dei cittadini. Un piano che sostanzialmente desta «sospetti» perché le maggiori novità vengono introdotte proprio nel comparto di Villa Odescalchi che negli ultimi mesi dello scorso anno è passata di mano. Ad acquistarla una società lecchese, per circa 9 milioni di euro. Poi sulla villa è calato il silenzio. Un silenzio che è stato interrotto dalle cartografie del nuovo strumento urbanistico che hanno già creato più di un imbarazzo. E qualche tensione, per ora rientrata ma pronta a riemergere, nella stessa maggioranza. Il problema nasce proprio dal fatto che villa Odescalchi non ha avuto lo stesso trattamento che prestigiose dimore dello stesso Comune invece continuano ad avere. Questo in termini di vincoli monumentali o ambientali. Insomma Villa Odescalchi non sembra più un bene degno di tutela, ma piuttosto una delle tante costruzioni del centro storico. E come tale ecco che quello che per decenni è stato il luogo da sogno dove generazioni di comaschi e brianzoli hanno tagliato la torta nuziale o celebrato gli avvenimenti e le ricorrenze di una vita ora, senza batter ciglio potrà trasformarsi in residenze. Residenze di lusso. Senza neppure capire quale possa essere la contropartita per la collettività alzatese. [ I NUMERI ] 1600 La villa fu costruita dalla famiglia Odescalchi agli inizi del 1600 e fu dimora di quello che poi divenne Papa Innocenzo XI. Negli ultimi anni di attività è stata centro congressi con attività anche di ristorante. 64 Sono le camere di cui dispone l’hotel, chiuso ormai da oltre due anni. A questi vanno aggiunti 32 spaziosi appartamenti del residence, situati all’interno del parco di 30 mila metri quadri. Inoltre il centro benessere che comprende: campi da tennis, piscina coperta e scoperta, sauna, bagno turco, vasca idromassaggio, palestra. 9 Sono i milioni di euro per il passaggio di proprietà della villa, avvenuta negli ultimi mesi del 2007. «NON SUCCEDERÀ NULLA» L’assessore Enrico Viganò cerca di placare gli animi. «Non succederà proprio nulla. Il mio impegno ha solo un obiettivo: la salvaguardia della villa o la valorizzazione dell’intero comparto. E credo anche che gli atti sottoscritti in questi anni dal gruppo di maggioranza vadano tutti in questa direzione. Se qualcuno ha altre idee rischia cocenti delusioni». Viganò è esplicito. «Il comparto - sottolinea può essere diviso in quattro parti. La villa storica, il parco, le residenze attuali e il centro congressi. Analizziamole una per una». Dunque la villa. «La villa - sottolinea Viganò - attualmente non ha alcuna destinazione d’uso. Non mi risulta che ci sia un vincolo turistico-alberghiero. Entra sì nella classificazione del centro storico. Quindi avrà anche destinazione residenziale. Ma avere il vincolo conservativo chiarisce che praticamente non si tocca nulla. E analogo vincolo vale anche per il parco. Difficile poter ipotizzare che si possa entrare con le ruspe o aprire un cantiere. Se così accadesse io ipotizzo reati di natura penale». IL CUORE DEL BUSINNESS E allora il centro congressi e le attuali residenze. «Sul centro congressi - aggiunge Viganò - non mi sentirei di alzare le barricate. E’ un corpo posticcio, che nulla ha di storico e che è stato realizzato proprio per consentire l’attività sia congressuale che di ristorazione. Fosse anche abbattuto non credo che qualcuno potrà urlare allo scandalo. Diverso ancora è il discorso delle rimanenti residenze. Si potranno realizzare ristrutturazioni senza demolizioni e senza alterazioni di superfici, di volumetrie e di sagoma». «Quello che mi preme far sapere - conclude l’assessore Viganò - è che non sarà così semplice fare su villa Odescalchi il bello e il brutto tempo. Il piano di governo del territorio deve essere approvato entro il 9 dicembre. Entro quella data potremo apportare tutti i correttivi del caso. L’interesse della comunità alzatese è che si decida. Per il meglio. Perché anni di incuria cominciano a farsi sentire, sulla villa come sul parco. Lasciare le porte aperte non significa scaldare i motori della speculazione. Significa non precludersi nulla. E interventi mirati e garbati potranno evitare di ritrovarci tra un decennio a discutere del destino di cumuli di macerie. O magari aprire vuote discussioni per stabilire di chi furono colpe e responsabilità. Lu. Ba. brevi [ OGGI ] Farmacie di turno S. Arialdo, via Medaglie d’Oro, Cucciago; Soliveri; via I Maggio 2, Orsenigo. In orario normale Cantù: Centrale via Matteotti, 18; Comunale via Mazzini 17, Cantù; Comunale via Lombardia, al centro commerciale Mirabello; Comunale, via San Giuseppe, Vighizzolo; Marelli via per Alzate 13; Sonvico via Matteotti 34; dispensario farmaceutico via Tonale 4 Cascina Amata; aperta solo al pomeriggio: Cesari via Rienti 2, Cantù Asnago; . Cermenate: Melli Petazzi via Scalabrini 53. [ ISCRIZIONI ] La classe 1933 sul Garda CANTU’ - La classe 1933 organizza una gita sul lago di Garda, per domenica 21 settembre. Il pranzo è previsto in un noto ristorante di Salò, con orchestra e possibilità di ballare. Per le iscrizioni Giovanni Zanfrini (031.714469), Riccardo Borghi (031.716795). Mariuccia (031.712347).