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1. UNA PANORAMICA ITALIANA DA DESTRA
Il tentativo della ricerca non è quello di fornire dati, ma un quadro complessivo, certamente non
esaustivo, delle realtà dell’estrema destra in Italia e delle relazioni che intrecciano con partiti e settori della società che hanno il potere di influenzare l’andamento delle politiche nazionali.
Oggi, l’Unione Europea è attraversata da una crisi molto dura, molto profonda. Trova infatti nel
suo seno la crescita esponenziale di movimenti di estrema destra in tutti i Paesi dell’Unione, in particolare nei Paesi più importanti. Pensiamo alla Francia con il Fronte Nazionale, pensiamo alla
stessa Germania che ha rivisitato la questione della crescita dei movimenti di estrema destra in un
periodo di crisi sociale ed economica. Pensiamo all’Italia e a quello che, aldilà del ventennio berlusconiano, ha disseminato questo quinquennio di crisi profonda dal punto di vista dell’economia
del Paese, e, quindi, lo spostamento a destra non tanto dell’equilibrio politico dei partiti, quanto
del carattere narrativo del vissuto nazionale. Oggi troviamo, da un lato nell’ambito della propaganda e dall’altro nell’ambito della diffusione di certi elementi discriminanti, un consenso presso
la popolazione che fino a qualche anno fa sarebbe stato sostanzialmente impensabile.1
1.1. Crisi e migrazioni, terreno fertile per le derive populiste
In questo contesto di crisi generalizzata si palesa in maniera evidente una contraddizione forte nei
movimenti di estrema destra. Da una parte il tentativo di messa in discussione dell’Unione Europea
e dall’altra il loro essere organici, in quanto maggioritari in alcuni Paesi, alla costruzione di quei
processi di accumulazione economica2 mirati alla crescita del PIL3, su cui si fondano alleanze e partenariati tra Paesi della UE. Da questo punto di vista l’Italia è stata e rimane un laboratorio fondamentale per l’Europa, perché comunque mantiene una centralità sul piano della costruzione
dell’unità continentale (è comunque la quinta economia del continente4) e ha una conformazione,
una struttura, dei fondamenti economici che sono vitali per l’Unione. Questo significa che i processi sociali che si determinano all’interno del nostro Paese giocoforza influenzano anche gli equilibri
e i processi sociali delle altre grandi potenze intercontinentali. […]5 Bisogna certamente dire che la
specificità italiana, all’interno di questo discorso, è composta da vasi comunicanti tra settori della
società civile, partiti, potere economico, anche sommerso, e movimenti extraparlamentari che disegnano un quadro complesso da analizzare e in cui è difficile trovare delle definizioni. In Italia abbiamo la disseminazione ideale ed ideologica di alcune istanze tipiche dell’estrema destra raccolte
in contenitori non direttamente riconducibili a quell’area politica. Si pensi, ad esempio, alle posizioni del Movimento 5 Stelle6 sul tema delle migrazioni, considerando che questo movimento non si
richiama in nessuna maniera all’area politica dell’estrema destra. […] M5S esprime, ad esempio,
delle posizioni che sono tipiche dell’estrema destra sul piano della trattazione della cosiddetta immigrazione clandestina, sui diritti dei migranti, sulla gestione dei flussi e quindi sui processi di in1
Conti Davide, settembre 2014, Intervista per il progetto Citizens Beyond Walls, ricercatore della Fondazione Lelio
Basso e consulente dell'Archivio Storico del Senato della Repubblica. Tra le sue pubblicazioni: Lo Stato repubblicano e
Via Rasella pubblicato all’interno del libro di Rosario Bentivegna “Achtung Banditen. Prima e dopo Via Rasella”, “Le
brigate Matteotti a Roma e nel Lazio”, “L’occupazione italiana dei Balcani. Crimini di guerra e mito della «brava gente» 1940-1943”, “I criminali di guerra italiani. Accuse, processi impunità”.
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Conti D., ivi.
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Prodotto Interno Lordo.
4
Dati al 2013 del Fondo Monetario Internazionale.
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Conti D., ivi.
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Partito politico italiano avente come “capo politico e rappresentante” Beppe Grillo. È stato fondato a Genova il 4
ottobre 2009 da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio sulla scia dell'esperienza del movimento Amici di Beppe
Grillo, attivo dal 2005 e presentatosi alle elezioni amministrative e alle elezioni regionali in Sicilia del 2008 con diverse
liste civiche. Le Liste Civiche a Cinque Stelle vengono invece presentate per la prima volta alle elezioni amministrative
del 2009. L'atto costitutivo del movimento viene tuttavia registrato presso un notaio il 18 dicembre 2012. La sede del
Movimento coincide con l’indirizzo web: www.beppegrillo.it.
tegrazione e di costruzione di società multiculturali. […] La globalizzazione dell’economia, i grandi flussi migratori naturalmente hanno consentito di sostituire un linguaggio nuovo, più moderno a
istanze che ancora facevano capo a un passato antico. Se noi pensiamo che sia sul piano del fenomeno migratorio, ma anche sul piano della distribuzione delle risorse economiche le istanze
dell’estrema destra trovano terreno fertile proprio sul piano della propaganda e quindi di diffusione egemonica della società. Nel periodo della crisi successivo al ventennio egemonico berlusconiano la destra e l'estrema destra hanno trovato un carattere espansivo, proprio sul terreno della discussione sui diritti dei migranti, ma anche sul tema fondamentale della redistribuzione della ricchezza.7 Su questo terreno si giocano, proprio nell’arco degli ultimi dieci anni, legami, anche internazionali, che costruiscono alleanze mirate a creare spostamenti delle politiche nazionali nel senso
della protezione dell’identità e della cittadinanza. Così come accadeva tra la fine degli anni ‘80 e la
metà del decennio successivo, si assiste nei primi anni 2000 ad un riassetto ed una riorganizzazione
di tutta la destra sociale e parlamentare che rinnova i linguaggi e trasforma le tematiche di base in
modo da rendersi più “digeribile” all’opinione pubblica. In questo passaggio è centrale la relazione
che si costruisce, a partire dal 1994, tra Forza Italia (successivamente Popolo delle Libertà), Lega
Nord, Movimento Sociale Italiano (Alleanza Nazionale, dopo il Congresso di Fiuggi, 1995)8 e tutte
quelle realtà minori, formali e informali, che costituiscono la galassia della destra cosiddetta “sociale”, Casa Pound Italia9 e Forza Nuova10 tra gli altri. Il Movimento Sociale Italiano oscillerà sempre
tra la fascinazione per il Front National11 e una sua identità più sociale. Lo stesso in parte si potrà
dire, poi, con Alleanza Nazionale, con la differenza che, ad un certo punto, non tanto il tema degli
stranieri e degli immigrati, quanto quello della sicurezza diventa centrale nelle campagne elettorali
italiane, spesso sovrapponendosi a quello del rigetto dell’immigrazione o dei pregiudizi nei confronti di alcuni gruppi sociali. Diventerà una chiave politica molto forte nelle elezioni amministrative, ma anche nelle elezioni politiche nazionali.12 Più esplicito il percorso della Lega Nord che, oggi, abbraccia in pieno il Front National nel suo tentativo di rappresentare istanze xenofobe e razziste
spostandone le parole d’ordine sul piano della sovranità e dell’identità nazionale, ripulendo la propria immagine pubblica e mantenendo, però, forti legami con chi esprime posizioni esplicitamente
anti-immigrati nei territori. La Lega, a partire dagli inizi degli anni ‘90, continua ad interpretare e
cavalcare apertamente “questo sentimento di ostilità nei confronti degli immigrati”, e delle comunità rom, “nella ricerca di un capro espiatorio” e con l'idea che si possa utilizzare la presenza degli
stranieri come obiettivo su cui proiettare il malessere sociale che si va diffondendo.13 Un secondo
passaggio avvenne nel marzo 2002, durante il quarto congresso ad Assago, quando la Lega virò
7
Conti D., ivi.
Ad oggi, gli eredi politici del Movimento Sociale Italiano, poi Alleanza Nazionale, sono: Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni presidente, Futuro e Libertà per L’Italia, con Gianfranco Fini presidente e La Destra, con Francesco Storace
presidente.
9
Movimento politico di ispirazione fascista, fondato a Roma nel 2003 con l'occupazione di uno stabile nel rione Esquilino. Nel giugno del 2008 si costituisce associazione di promozione sociale ed assume l'attuale denominazione Casa
Pound Italia. I riferimenti politici dell'associazione sono più precisamente legati all'ideologia fascista, con particolare
attenzione al Manifesto di Verona, alla Carta del Lavoro ed alla legislazione sociale del Fascismo stesso.
10
Movimento politico italiano neofascista, fondato nel 1997 da Roberto Fiore e Massimo Morsello. Dal 2008 è presente
con proprie sedi in tutte le regioni d'Italia. Nel periodo 2003-2006 ha collaborato con il cartello di Alternativa Sociale
guidato da Alessandra Mussolini, stringendo inoltre collaborazioni con la Casa delle Libertà, ma mantenendo una propria linea politica autonoma dalle restanti formazioni politiche. Il partito è stato spesso accusato di xenofobia ed è stato
protagonista di campagne politiche apertamente contrarie all’omosessualità.
11
Partito politico francese, fondato nel 1972 da Jean-Marie Le Pen, leader e figura centrale indiscussa del partito fino
alle sue dimissioni avvenute nel 2011, a seguito delle quali è diventata leader la figlia Marine Le Pen. Relegato a forza
politica marginale durante i suoi primi dieci anni, il Front Nazional è la formazione principale e senza rivali del nazionalismo francese di destra, a partire dal 1984.
12
Caldiron Guido, luglio 2014, Intervista per il progetto Citizens Beyond Walls, giornalista. Studia da molti anni le
nuove destre e le sottoculture giovanili, temi a cui ha dedicato inchieste e analisi. Tra le sue pubblicazioni: “I fantasmi
della République”, “L'impero invisibile”, “La destra sociale”, “Populismo globale”, “Banlieue e Estrema Destra”,
“Estrema destra. Viaggio nella nuova internazionale nera”.
13
Caldiron G., ivi.
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decisamente nella direzione di una nuova identità, schierandosi a difesa della «razza padana» e, in
nome dell’«opposizione alla società multirazziale», contro «l’invasione extracomunitaria», individuata come causa della «corruzione dei costumi e delle tradizioni», nonché veicolo di «criminalità» e «malattie». Nel suo intervento conclusivo Umberto Bossi parlò apertamente
dell’immigrazione come di una «invasione programmata per scardinare la società» paragonandola
a «un’orda» in grado di «sommergere l’occidente decadente». Si assunsero nuovi riferimenti, pescando nelle teorie di Alain de Benoist sul “differenzialismo etnico”, e si abbandonarono, unitamente a un certo rozzo anticlericalismo, alcune originarie ritualità neopagane. La Lega in questa
fase assunse tutti i tratti (analisi, contenuti, linguaggi) tipici delle destre radicali […] Tutto ciò senza il corredo di riferimenti al passato regime fascista, anche se con alcune evidenti concessioni, in
particolare sul piano delle simbologie. Negli anni successivi, tra il giugno 2002 e il dicembre 2003,
la Lega sviluppò rapporti intensi con le realtà dell’estrema destra, in particolare con Forza Nuova.
Numerose le iniziative, con convegni e comizi in comune. Il 2 aprile 2004 l’Osservatorio europeo
dei fenomeni razzisti e xenofobi (Eumc), un organismo costituitosi nel 1997 nell’ambito del Parlamento europeo, non a caso la incluse nello stesso gruppo ideologico delle forze di estrema destra.
[…] Da questa costruzione, che include il falso mito della Padania, sono poi discesi atti concreti, in
una spirale tesa a salvaguardare i “padani” da ogni tipo di contaminazione, razziale e sociale, ovvero: la politica di allontanamento degli immigrati, anche comunitari; le impronte da prendere ai
bimbi rom; i respingimenti in mare, la sistematica persecuzione dei poveri (le proposte di rimpatrio
per chi non ha reddito e dimore adeguate, ma anche misure odiose contro l’accattonaggio). Nelle
zone amministrate dalla Lega il tentativo è stato ed è quello di instaurare un vero e proprio regime
d’apartheid: dall’obbligo per i non residenti di esibire il certificato penale, alle borse di studio e ai
bonus bebè per i soli cittadini italiani, all’esclusione in generale degli stranieri dai contributi sociali. Una sorta di welfare differenzialista.14 La Regione Lombardia e Milano diventano terra di
riferimento per raduni, meeting e concerti neonazisti a livello europeo. […] Si viene in Lombardia
perché in Lombardia si può, vi è copertura a livello politico e indifferenza a livello istituzionale. Le
istituzioni che sarebbero preposte a combattere questi fenomeni si girano dall’altra parte o addirittura se ne fanno complici: l’organizzazione di questi eventi comporta l’impiego di forze dell’ordine,
che dovrebbero tutelare l’incolumità dei cittadini e che invece garantiscono il risultato di questi
avvenimenti.15
1.2. Nuove destre, stessi legami
Proprio nei primi anni 2000, fase di rimonta del potere berlusconiano, si assiste alla nascita di Casa
Pound, che occupa nel 2003 lo stabile in via Napoleone III a Roma e che dà il via alle occupazioni
di stabili di enti locali e spazi pubblici da parte del cosiddetto “movimento” (tra molte virgolette)
delle Occupazioni Non Conformi. Sono occupazioni a scopo abitativo, che, fondamentalmente, rappresentano una nuova declinazione della destra di strada all'interno del contesto romano, e poi nazionale. Non sono solamente realtà nate all'interno della “galassia” (anche qui molte virgolette)
non istituzionale della destra, ma anche realtà come Foro 75316, più limitrofe ai processi di rinnovamento interni ad Alleanza Nazionale, ed in seguito alla Casa delle Libertà, che iniziano a punteggiare la città di Roma di spazi e sedi non più acquisite, ovvero ereditate dal vecchio MSI o altri
14
Ferrari Saverio, 2012, http://www.daxresiste.org/wp-content/uploads/2012/03/Relazione-S-Ferrari.pdf, pp. 8-10.
Ferrari Saverio, dicembre 2014, Intervista per il progetto Citizens Beyond Walls, dal 1999 dirige l’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre (www.osservatoriodemocratico.org). Da anni studia il fenomeno delle destre radicali e si
occupa di ricerche storiche relative agli anni della “strategia della tensione”. Nel 2006 per Nuova Iniziativa Editoriale
ha dato alle stampe, in allegato con «l'Unità», "Da Salò ad Arcore. La mappa della destra eversiva" e "Le stragi di Stato.
Piccola enciclopedia del terrorismo nero. Da Piazza Fontana alla stazione di Bologna". Per BFS edizioni ha già pubblicato nel 2009 "Le nuove camicie brune. Il neofascismo oggi in Italia" e nel 2010 "Fascisti a Milano. Da Ordine Nuovo a
Cuore Nero".
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Nasce nel 2003 quando viene occupato uno stabile abbandonato nel rione Celio (Roma), da parte di alcuni giovani
dell'area della destra sociale romana. Attualmente l’Associazione Foro 753 si trova in zona Boccea.
15
partiti simili. Iniziano ad utilizzare lo strumento dell'occupazione, anche di stabili piuttosto grossi,
alcuni a scopo abitativo, per introdursi all'interno di quelle che sono le contraddizioni reali della
città di Roma.17 Alla pratica delle occupazioni a scopo abitativo (tipica dei movimenti sociali
dell’antagonismo di sinistra che sostenevano l'idea per cui il bisogno abitativo è primario e di tutti,
nessuno escluso) danno, quindi, una diversa declinazione: “la casa agli italiani”. Si palesano in
questi anni i legami di queste “nuove” soggettività con personaggi politici di spicco quali Gianni
Alemanno (prima come Ministro dell’Agricoltura e poi come Sindaco di Roma), Francesco Storace
e, successivamente, Renata Polverini per la Presidenza della Regione Lazio, mostrando quel vincolo
tra la tradizione nostalgica e repubblichina con gli ambienti del sindacalismo vicino alla destra storica. Grazie a questi legami, l’elemento di rottura dell’occupazione di stabili pubblici, diventa pretesto per spostare l’attenzione pubblica sui temi della sicurezza, della legalità in termini di esclusione
delle comunità e delle soggettività migranti o rom, intese come minaccia alla qualità della vita e
all’identità culturale degli italiani. Proprio su questo piano, negli anni successivi al 2008, si rafforzano i rapporti anche con esponenti della Lega Nord. Questo è il caso più recente del 2014, con le
elezioni europee, dove Casa Pound, non potendosi presentare per non aver raggiunto il limite minimo di firme necessarie ed avendo perso qualsiasi tipo di sponda sul piano istituzionale, almeno
ufficialmente, ha sostenuto Mario Borghezio nella sua corsa a Bruxelles.18
1.3. Memoria storica e memoria collettiva
La deriva securitaria che sempre di più caratterizza l’Italia, si unisce a politiche sul lavoro e di gestione dei territori, urbani e non, che disgregano giorno dopo giorno quel tessuto sociale che, invece, avrebbe bisogno di risposte ai bisogni primari della cittadinanza. Alle richieste di diritti sociali,
ai percorsi di socializzazione ed inclusione, alle pratiche di riappropriazione e ad un bisogno estremo di ricerca di un’identità culturale che sappia tener dentro l’enorme complessità interculturale
che rende vivo questo Paese, si contrappone, attraverso politiche nazionali reazionarie e liberticide,
anche da sinistra, un’idea di società costruita sulla paura e sull’autoisolamento. In questo contesto
ha assunto negli ultimi dieci anni un ruolo importante il riemergere così esplicito di un neofascismo
che assume forme e linguaggi nuovi e ripuliti. I legami politici, ma soprattutto gli intrecci tra la dimensione extraparlamentare e quella istituzionale, la vicinanza agli ambienti del potere economico
e una nuova possibilità di agire anche dal punto di vista culturale dentro la società civile creano un
quadro d’azione in continua evoluzione che blocca i processi di giustizia sociale.
Vale la pena, allora, provare a raccontare le condizioni di rilegittimazione delle destre italiane
all’inizio degli anni ‘90, periodo in cui riemergono personaggi legati al fascismo storico e personaggi emarginati dopo la deriva eversiva degli anni ‘70. La riabilitazione avviene con la complicità
della destra istituzionale, ma anche della sinistra post ‘89.
La legittimazione dell’estrema destra italiana, delle destre politiche nazionali tra gli anni ‘80 e ‘90
si inserisce in un periodo di trasformazioni complessive del quadro politico italiano. Potremmo definirla, in modo un po’ sommario, una fase di svolta autoritaria, di restringimento di spazi di libertà all’interno della quale la memoria fascista torna come parte della memoria nazionale, in qualche modo sdoganata e legittimata rispetto all’identità della Repubblica sorta nel ‘45 come identità
di parte, cioè la Repubblica fondata sulla Resistenza. Sono gli anni in cui il tentativo di governare
le trasformazioni produttive e sociali, l’avvio di una nuova fase, anche in termini produttivi, trova
nel quadro politico l’idea di una ricostituzione della comunità e dell’identità nazionale. Sono gli
anni del Partito Socialista di Craxi, della svolta a destra dello stesso, della progressiva apertura,
anche verso il neofascismo, delll’MSI, della memoria degli sconfitti.
17
Osservatorio Antifascista - Miss Pavlichenko, luglio 2014, Intervista per il progetto Citizens Beyond Walls. Trasmissione settimanale di Radio Onda Rossa.
18
O.A. - Miss Pavlichenko, ivi.
L’idea di una ristrutturazione della memoria pubblica, del senso dell’identità italiana, si articola in
vari modi. Negli anni del craxismo si riapre, ad esempio nella pubblicistica e negli spazi comunicativi, l’attenzione al capitolo della storia del fascismo come un capitolo della storia nazionale di cui
comprendere anche gli elementi positivi. Sono gli anni degli studi sul consenso al regime fascista,
immaginato come una parte della memoria collettiva degli italiani; infatti è di quegli anni una celebre mostra sul fascismo fatta a Milano proprio all’ombra del potere, all’epoca del Partito Socialista di Bettino Craxi sia nazionale che locale soprattutto in Lombardia e a Milano. C’è una grande
apertura di credito agli intellettuali e agli ambienti della destra nazionale. Contemporaneamente
accade anche altro: quelle trasformazioni che iniziano a manifestarsi, al tempo in fase introduttiva,
e poi seguiranno negli anni a venire. Penso, soprattutto nel nord e nelle aree più fortemente produttive del Paese, alle prime presenze di immigrati, alla prima presenza di manodopera straniera.
In questo contesto degli inizi degli anni '90, arrivano, ad esempio, i primi successi della Lega Nord.
Si assiste, cioè, alla nascita di una destra nuova che si aggiunge alla destra politica classica, ovvero una destra di ispirazione fascista, che cerca di interpretare le nuove contraddizioni. Quindi, un
portato di trasformazioni che è un insieme di riorganizzazione della memoria pubblica, di messa in
discussione dell’antifascismo come valore fondante dell’identità repubblicana e, contemporaneamente, la comparsa di nuovi fenomeni sociali che scompongono gli elementi tradizionali, quelli
che, per cinquant’anni, avevano governato sul piano della vita sociale e della vita politica l’identità
di fondo di un Paese fondato sulla Resistenza, sul movimento di popolo contro il fascismo, sul rifiuto della dittatura. […]19
Dal punto di vista pubblico, l’uso politico della memoria storica da parte della destra e
dell’estrema destra è stato uno strumento per riconvertire sul piano ideologico una propria identità
e un proprio profilo politico da un lato e dall’altro per riconnettere i valori storicamente radicati
nel mondo comunitario della destra e dell’estrema destra ad un’agenda politica attuale, che, quindi, ha riproposto quei canoni interpretativi della società che sono propri di una cultura politica
escludente. Si pensi a tutta la narrazione del fenomeno della migrazione in Italia, connesso con i
profili identitari nazionali che la retorica dell’estrema destra ha proposto in questi anni. Si pensi
anche alla possibilità che si è data agli impianti valoriali della destra di riproporre all’ordine del
giorno una serie di tematiche particolarmente virulente sul piano dell’esclusione sociale e del razzismo. Quindi ridisporre in chiave moderna un passato che sembrava sepolto e che invece attraverso la riconsiderazione della vicenda storica del fascismo e del processo di revisione della storia
[…] ha prodotto in Italia una riattualizzazione di quei valori, una riattualizzazione di quelle disposizioni narrative che sono diventate cultura egemone soprattutto durante il ventennio berlusconiano, quando l’estrema destra, pur modificando la sua conformazione, è organicamente diventata
forza di governo ed ha potuto costruire un impianto fattuale ed esecutivo delle sue disposizioni
ideali e ideologiche. Naturalmente questo significa che, dal punto di vista della società, il retaggio
e l’eredità di questo passaggio […] ha fortemente modificato la percezione che si aveva
nell’opinione pubblica, e più in generale nella collettività, di alcuni valori sostanziali della convivenza civile. 20
In tutto questo discorso bisogna ricordare una cosa fondamentale: dalla caduta della Repubblica di
Salò, ultimo episodio del ventennio fascista in Italia, […] gli sconfitti hanno sempre provato a riorganizzare le proprie fila e la casa madre di tutta questa filiera politica è sempre stato il Movimento
Sociale Italiano.21 Questo è vero anche nel passaggio ad Alleanza Nazionale (primi anni novanta),
dove confluiscono addirittura personaggi legati agli ambienti di Terza Posizione22 e, laddove le vi19
Caldiron G., ivi.
Conti D., ivi.
21
Caldiron G., ivi.
22
Movimento politico neofascista italiano fondato a Roma, nel 1978, da Giuseppe Dimitri, Roberto Fiore e Gabriele
Adinolfi e rimasto attivo fino al 1982.
20
cende processuali lo consentiranno23, dei Nuclei Armati Rivoluzionari24. In questo percorso, dal
‘45 ad oggi, hanno avuto grande importanza le divisioni giovanili dell’MSI che dagli anni ottanta
hanno promosso un rinnovamento dei linguaggi e della cultura di destra, mantenendo sempre saldi i
rapporti con i protagonisti storici del fascismo e del neofascismo italiano. Proprio all’interno del
Fronte della Gioventù25 (a Roma, Milano e in Veneto), alla fine degli anni ‘80 nascono gruppi in cui
questa nuova musica di importazione, questa idea di una controcultura, un “punk di destra”, si affianca all’idea dei cantautori di destra, dove la questione non è la musica, ma l’ideologia. […] A
Roma, nasce il Dart26, il dipartimento che si occupa, un po’ pomposamente, di arti visive, musica e
quant’altro e che segnerà il primo elemento di quel circuito delle culture giovanili messe al servizio
della politica dell’estrema destra che, molti anni più tardi, porterà alla nascita di Casa Pound.
Molti degli esponenti di Casa Pound, quelli più grandi, vengono da quella stagione.27 Si capisce,
quindi, come esista un filo nero che tiene insieme protagonisti storici e nuove leve del neofascismo
italiano, strutture istituzionali e organizzazioni apparentemente extraistituzionali, lungo tutto l’arco
della storia Repubblicana di questo Paese. Ruolo chiave negli ultimi vent’anni di storia hanno avuto
le “creazioni” politiche di Silvio Berlusconi che, dal 1994, ovvero l’anno successivo
all’approvazione della Legge Mancino28, hanno rappresentato un contenitore ideale dove far confluire le istanze reazionarie della destra sociale classica e della destra più avanguardista.
1.4. Forza Nuova e Casa Pound, tra tradizione e avanguardismo di destra
Superata l’onda lunga dell’operazione Runa, quell’operazione della magistratura che, a seguito
dell’approvazione della Legge Mancino, nel ‘93 porta allo scioglimento del Movimento Politico29 e
delle organizzazioni collaterali alla nuova ondata bonehead30, […] ci si ritrova in una condizione
di riemersione dell’attività neofascista nella città di Roma. […] Anche nel corso di questo lungo
decennio di relativo silenzio, a partire dal ‘93, le zone di Roma Nord e alcune aree dell’interland,
come i Castelli Romani, sono rimaste delle vere e proprie riserve protette nelle quali le organizzazioni neofasciste hanno continuato a sopravvivere, riorganizzarsi e a poter promuovere, per quanto
con intensità piuttosto bassa, un’attività squadrista, di propaganda e di elaborazione culturale e
politica. […] Intanto una premessa doverosa è quella di sottolineare come sia, forse, sbagliato parlare di una destra più di partito e una extraparlamentare, nei termini in cui praticamente nessuna
formazione neofascista ha in toto, finora, rifiutato di mettersi in gioco dentro un piano elettorale.
[…] In questa chiave, ad esempio, è importante sottolineare come Casa Pound, nel 2006, conflui23
Caldiron G., ivi.
Organizzazione terroristica italiana d'ispirazione neofascista, nata a Roma e attiva dal 1977 al 1981.
25
Organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, nata nel 1971 e trasformata in Azione
Giovani al Congresso di Rieti nel 1996, dopo la nascita di Alleanza Nazionale. Nel 2009 Azione Giovani confluisce
nella Giovane Italia, organizzazione giovanile del Popolo delle Libertà.
26
Divisione Arte, organizzazione parallela al Fronte della Gioventù, nata nel 1987, interamente dedicata alle forme
espressive.
27
Caldiron G., ivi.
28
La legge 25 giugno 1993, n. 205 è una norma della Repubblica Italiana che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. La legge punisce anche l'utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici.
29
Organizzazione di estrema destra di ispirazione nazista, facente capo a Maurizio Boccacci, nata nel 1984.
30
La cultura bonehead, quella che nel linguaggio internazionale va sotto la definizione di “teste d’osso” e che, in realtà, la pubblicistica italiana storpierà con il termine naziskin, arriva in Italia (tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni
‘90) passando, all’inizio, per i canali della destra politica organizzata. […] Attraverso il Fronte della Gioventù e il
Dart, si pensa di governare questo tipo di sottocultura, ma i bonehead diventano di difficile gestione per un partito che
ha una dimensione legale. Il Movimento Politico, organizzato su base nazionale nella rete di Base Autonoma, cerca di
dare una struttura politica nazionale alla componente skinhead. Si organizzano concerti, manifestazioni e ci si allarga
ad alcune tifoserie ultrà. […] A questi gruppi della galassia bonehead italiana si sostituisce, negli anni ‘90, il circuito
internazionale di Blood and Honour, legato al gruppo musicale Skrewdriver, ed oggi un circuito ancora prospero che è
quello degli Hammerskin, che continua in quel di Milano e della Lombardia ad organizzare ogni anno concerti con
presenze da tutta Europa. (Caldiron G., ivi)
24
sce nella Fiamma Tricolore31, diventandone un’anima giovanile e un’anima organica, ma che cerca di portare in quel piccolo partitino, molto marginale, dei linguaggi che cerchino di svecchiarlo e
di renderlo “metabolizzabile” dalle nuove esigenze e dai nuovi contesti del mondo politico italiano.
[…]32 Fiamma Tricolore aveva rappresentato, dalla sua nascita, l’inizio di una nuova storia
dell’estrema destra italiana, più ristretta dal punto di vista dei consensi elettorali (non siamo più ai
fasti dell’MSI), ma, se si può dire, più radicale, con riferimenti non più all’interno del ventennio
mussoliniano, ma addirittura in una storia peggiore: la storia del nazionalsocialismo e del terzo
Reich. Tutto ciò è evidente, nelle simbologie che vengono adottate: il recupero della croce celtica,
il recupero degli stemmi delle divisioni Waffen SS.33 La scelta della Fiamma Tricolore e non di
Forza Nuova è legata da un lato alle biografie dei personaggi di spicco delle due organizzazioni,
ovvero Roberto Fiore per Forza Nuova e Gabriele Adinolfi per Casa Pound, entrambi ex elementi di
Terza Posizione, dall’altro ad una differenza di contenuti abbastanza profonda. Da un lato
l’integralismo cattolico, uno degli elementi fondanti di Forza Nuova e dall'altro, invece, il tentativo
di recuperare una tradizione laica o, in alcuni casi, ammiccare a quella specie di paganesimo germanofilo che, dentro Casa Pound, viene ereditato da tutta la stagione del neonazismo bonehead
degli anni ‘90. […] Nel 2006, questa scelta di confluire nella Fiamma Tricolore ha un significato
ben preciso, ovvero collocarsi all’interno del grande albero della destra guidata da Berlusconi e
dalla Casa delle Libertà. […] Il motivo della vicinanza a Berlusconi viene esplicitato in più di
un’occasione ed è legato alla figura dell’uomo forte […] che riesce a fare una sintesi di quelle che
sono le istanze della destra. […] Attraverso il Popolo delle Libertà si costituisce un soggetto politico che, per stessa dichiarazione dei suoi esponenti, tiene insieme Governo e istanze dal basso; in
teoria, un soggetto politico che avrebbe potuto reggere per tantissimi anni, proprio in virtù di questa composizione molto eterogenea, se non fossero arrivati i processi giudiziari e l’elemento della
crisi economica. […]
A partire dalla pratica dell'occupazione i linguaggi, i territori ed i temi su cui interviene l'estrema
destra, romana in particolare, subiscono un cambiamento molto profondo negli anni 2000. C'è da
dire che il loro è un tentativo di equilibrismo. Tutte le sigle, da Forza Nuova a Casa Pound e a Foro 753, cambiano, mutano pelle e contenuti da comunicare da lì in poi.
1.4.1. Forza Nuova
Possiamo distinguere una certa continuità in Forza Nuova a partire dalla scelta di identificarsi nei
contenuti del cristianesimo e del cattolicesimo tradizionalista e dall'affermazione delle istanze più
dure e delle modalità con cui si sceglie di affrontare questioni sociali quali l'immigrazione. Forza
Nuova propone il blocco dell'immigrazione e suggerisce esplicitamente l'opposizione all'integrazione e alle forme di convivenza meticcia dentro la città di Roma, arrivando fino ad animare una
serie di pogrom e di azioni squadriste a partire dalle sue sedi periferiche. Il caso più noto a tutti
probabilmente rimane il corteo del 2007 che minacciò l’assalto ai campi nomadi in giro per Roma.
L'omicidio di Giovanna Reggiani34 a Tor di Quinto, nel 2007, portò alla ribalta nazionale la questione dei campi nomadi della città di Roma affrontata con particolare virulenza dalle organizzazioni xenofobe quale Forza Nuova ha sempre rivendicato di essere, cercando di mantenersi ovviamente nei limiti dell'agibilità legale. Ciò nonostante, va sottolineato come a Bari, a Treviso, a Ve31
Partito politico di estrema destra fondato nel 1995 da Pino Rauti, dopo la svolta di Fiuggi del Movimento Sociale
Italiano. Un contenitore allestito da Pino Rauti, il vecchio capo di Ordine Nuovo (organizzazione di estrema destra di
stampo eversivo, fondata nel 1969 e disciolta per decreto legge nel 1973), questa Fiamma Tricolore da lì a pochi anni
subirà diverse scissioni, dando vita a tante e diverse organizzazioni che popoleranno gli anni 2000, la stessa Forza
Nuova ha un passaggio iniziale dentro Fiamma Tricolore. (Ferrari S., dicembre 2014, Intervista per il progetto Citizens
Beyond Walls)
32
O.A. - Miss Pavlichenko, ivi.
33
Ferrari S., ivi.
34
Uccisa il 30 ottobre del 2007 dopo essere stata violentata e massacrata a Roma da Romulus Nicolae Mailat.
rona, a Roma, Forza Nuova sia comunque oggetto continuo di operazioni di polizia che impongono
lo scioglimento delle sedi locali e l'arresto dei membri. Su Roma, per esempio, l’operazione che
seguì agli scontri dopo l'omicidio di Gabriele Sandri35 fece emergere tutta la galassia di realtà della curva sia della Roma che della Lazio. Organizzazioni neofasciste, aggressioni ai migranti e assalti ai centri sociali sono state in parte la caratteristica dell'elemento forzanuovista della prima
metà degli anni 2000 fino al 2007-8, quando vengono colpite duramente dalle operazioni di polizia”.36 “Una di queste ha visto ad esempio alcuni dirigenti di Forza Nuova [...] condannati in Lombardia per attività che sono sconfinate nel negazionismo e nell’antisemitismo. La sezione di Como
di FN aveva in animo di proiettare nella propria sede un documentario italiano che negava
l’esistenza delle camere a gas (proiezione sospesa dalla digos).37
1.4.2. Casa Pound Italia
Casa Pound, invece, rappresenta un po' un modello alternativo, almeno per quanto riguarda la
scelta di svecchiare di molto le grafiche e i messaggi. Non ha paura di inoltrarsi su territori difficili
come dimostra la costruzione di un pantheon che include anche Che Guevara, accanto ad altre figure del primo socialismo, raccontate in maniera decontestualizzata dal socialismo storico al fascismo. Si spinge a declinare l'avventura fiumana di D'Annunzio38 in una chiave digeribile anche in
un'ottica non necessariamente nostalgica. Tuttavia tutti questi tentativi rappresentano più che altro
una incursione nei linguaggi della società dello spettacolo. Sono iniziative che puntano ad una forte mediatizzazione. […] Negli anni la ribalta mainstream ha in qualche modo permesso al grande
pubblico di “digerire” anche la realtà di Casa Pound che, tuttavia, rimane un'organizzazione fortemente legata alle sue tradizioni, alla nostalgia repubblichina ed alla terza posizione. I recenti
tentativi di accordo con la greca Alba Dorata39, espressi durante una conferenza stampa nella quale Casa Pound dichiarava una continuità ed una condivisione di intenti e di programma, dovrebbe
far capire in maniera esplicita quali sono i contenuti sui quali Casa Pound vuole muoversi, fino a
cancellare quel bagaglio di intenti volti a metabolizzare le contraddizioni della nostra società contemporanea. Il tentativo, per esempio, di non parlare di razzismo ma di identitarismo […] è un modo di rompere con quella che Casa Pound definisce la destra terminale, ovvero tutta quella realtà
(Forza Nuova, Fiamma Tricolore, la vecchia destra tradizionale) che ha mantenuto il punto su alcuni contenuti molto forti, come ad esempio l’omosessualità. […] Ispirata da Gabriele Adinolfi, nel
2008, la scelta di rompere con la Fiamma Tricolore per tentare di sviluppare un rapporto più consistente con il PdL. […] Questa scelta è anche organica a quella di muoversi con tematiche e con
linguaggi tendenzialmente inediti per il neofascismo tradizionale. Sono esperimenti, già tentati con
Terza Posizione, fatti nel tentativo di saldare le cosiddette forze ribelli antagoniste, ponendosi su
un piano che lega la questione della lotta di classe alle grosse contraddizioni delle nuove metropoli
e dell'occidente contemporaneo. Da una parte si cerca il dialogo con il mondo dell'omosessualità
in un'ottica, però, di compatibilità con la famiglia tradizionale, dall’altra si cerca di dialogare con
il mondo di quella migrazione che riconosce le identità e che è favorevole a porre degli steccati tra
35
Tifoso della Lazio, ucciso l’11 novembre del 2007 in una stazione di servizio nei pressi dello svincolo autostradale di
Arezzo da un colpo di pistola sparato dall'agente di polizia Luigi Spaccarotella, che si trovava dall'altra parte della carreggiata.
36
O.A. - Miss Pavlichenko, ivi.
37
Ferrari S., ivi.
38
L’Impresa di Fiume fu l’avvenimento storico in occasione del quale Gabriele D’Annunzio (1863-1938, poeta e scrittore italiano), osteggiato dal Governo Italiano, guidò un gruppo di circa 2600 militari ribelli del Regio Esercito da Ronchi, presso Monfalcone, a Fiume, città della quale D’Annunzio proclamò l’annessione al Regno d’Italia il 12 settembre
1919 e che doveva essere, invece, annessa alla Jugoslavia. L’anno successivo, dicembre 1920, i legionari dannunziani
dovettero lasciare Fiume costretti dalle truppe regolari italiane. La vicenda provocò un incidente politico-diplomatico a
livello internazionale, subito dopo la firma del trattato di pace di Versailles, 28 giugno 1919.
39
Alba Dorata, o più correttamente Lega Popolare - Alba Dorata, è un partito greco di estrema destra di orientamento
nazionalista, metaxista ed euroscettico. È descritta dai maggiori quotidiani internazionali nonché da numerose riviste
scientifiche come una formazione neofascista e neonazista. (Vedi anche sezione Grecia della presente ricerca)
le comunità migranti e gli autoctoni di una metropoli o di un Paese. Casa Pound pone, anche nel
linguaggio, una critica alle riforme e alle privatizzazioni nell'ambito della formazione, della scuola
e dell'università, dentro un'ottica di ribellione giovanile, non dentro un'ottica di critica al libero
mercato e alle politiche liberiste. Fondamentalmente sono tentativi di semplificazione, ma non banalmente populisti o demagogici. Sono forme per rendere compatibili le grosse conflittualità
all’interno di un quadro di tradizionalismo e di compatibilità con una visione di società chiusa, che
si tutela da quelle che sono le sue possibili trasformazioni più eclatanti dal punto di vista sociale e
culturale. […] In questi 10 anni Casa Pound nonostante cercasse di dimostrarsi aperta a soggetti e
linguaggi differenti e all’attenzione alle sottoculture, si è sempre distinta più per gli eventi di esplicito squadrismo. Ricordiamo il tentativo di rompere il movimento degli studenti contro la Riforma
Gelmini40; l'intimidazione fisica e l'aggressione ai militanti del PD nell'allora IV Municipio, ormai
circa un paio d'anni fa, in cui per i fatti che coinvolsero l'attuale Presidente del Municipio Marchionne (PD) fu riconosciuto colpevole Alberto Palladino, uno dei più giovani oltre che più noti e
violenti esponenti romani di Casa Pound; così come tutta una serie di aggressioni ai danni degli
studenti delle scuole nelle quali Casa Pound ha cercato di mantenere, laddove non avrebbe raggiunto consenso e legittimazione, un piano di esplicita intimidazione e pressione sugli elementi antifascisti o che non accettavano il piano dei contenuti revisionisti nostalgici promosso dalle organizzazioni neofasciste. […]
1.5. La scuola, un terreno su cui puntare
Nel mondo della scuola Casa Pound e Forza Nuova hanno alternativamente tentato di costituire
delle egemonie, sia su un piano di contenuti sia sul piano dell'intimidazione fisica. In particolare
Blocco Studentesco, che rappresenta la divisione scolastica e universitaria di Casa Pound, è stato
un esperimento che alla fine degli anni 2000 è riuscito a sdoganare alcuni dispositivi rappresentativi delle liste di estrema destra, come ad esempio la Consulta Provinciale41. Sono dispositivi che
vengono quasi sempre snobbati dai collettivi studenteschi di sinistra che per anni hanno rappresentato l'egemonia delle liste vicine alla sinistra giovanile e, oggi, al PD ed ai giovani democratici e
che invece negli ultimi anni hanno visto una capacità di inclusione anche nei confronti dell'estrema
destra neofascista. La scelta di muoversi su questo terreno è da una parte legata alle condizioni
anche biografiche di molti dei militanti che per quanto riguarda gli anni 2000 provengono principalmente dal mondo delle scuole o dai primi anni universitari e sono orientati verso la rilegittimazione degli elementi culturali del fascismo. In una maniera ovviamente non così esplicita, è stata
ripresa negli anni la questione del confine orientale italiano. Il tema delle Foibe è ripetuto in maniera ossessiva, tanto da diventare l'oggetto di una macchietta mediatica costruita da Caterina
Guzzanti in programmi televisivi di prima serata. La questione, effettivamente, viene narrata come
un disco rotto all'interno dei contesti più istituzionali che negli anni del berlusconismo e della rilegittimazione, anche a sinistra, di una ricostruzione ecumenica della storia nazionale hanno visto
anche personaggi del centro sinistra prestarsi ad operazioni di vero e proprio revisionismo della
vicenda del confine orientale e delle Foibe, tralasciando ovviamente tutto l'aspetto del razzismo,
colonialismo e omicidio di massa commessi dall'esercito italiano negli anni dell'occupazione dei
Balcani e della Seconda Guerra Mondiale, e che per anni hanno avuto nella giornata del ricordo il
fulcro dell'attività politica di molte delle organizzazioni studentesche fasciste con cortei di carattere
cittadino e convegni. Tali manifestazioni sono state quasi sempre promosse e legittimate dal
MIUR42 che, in alcuni casi, ha consentito anche che gli eventi organizzati venissero integrati nelle
attività didattiche nei termini in cui partecipare non comportava, ad esempio, l'assenza dalla scuo40
Riforma del settore dell’Istruzione entrata in vigore tra il 2008 e il 2010 durante la permanenza in carica del Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maristella Gelmini, del Governo Berlusconi.
41
Organismo istituzionale di rappresentanza degli studenti della scuola secondaria di secondo grado italiana istituito nel
1996.
42
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
la. Quando i contenuti non bastavano per potersi inserire nei contesti scolastici, in questi anni si è
assistito ad uno stillicidio di aggressioni, non solo davanti alle scuole ma anche sotto casa di numerosi studenti e attivisti, nel tentativo di intimidire un'intera generazione di antifascisti e militanti
coetanei e che ha tentato di desertificare l'ambiente scolastico piuttosto che costituire una forma
alternativa. […]
Per quanto riguarda le figure che rappresentano oggi queste organizzazioni bisogna riconoscere
che c'è stata la capacità di costruire un quadro politico differente. Per quanto si possa riscontare
da un certo punto di vista una crisi della militanza all'estrema destra, è anche vero che alcuni dei
più noti militanti delle organizzazioni neofasciste romane e italiane di oggi hanno meno di trent'anni.43
2. STRATEGIE E STRUMENTI DI COMUNICAZIONE
Tanto più l’agire politico si è fatto complesso a fronte delle dinamiche globalizzanti, tanto più a destra si è
inteso semplificare e trivializzare la loro narrazione.44
Quando parliamo di comunicazione politica dobbiamo tener ben presente che si tratta di un concetto
estremamente complesso che si estende dalla sociologia all’antropologia, dalla psicologia alla retorica, fino a toccare, ormai pienamente, il terreno del marketing.
L’avvento dei mezzi di comunicazione di massa come i giornali, la radio, la televisione, fino ad arrivare a internet, ha rivoluzionato gli strumenti di comunicazione dei soggetti politici e persino il
loro stile comunicativo. I mass media hanno sicuramente aumentato la possibilità per gli uomini
politici di interloquire con i cittadini, che si trovano così ad avere a disposizione una quantità di
informazioni inimmaginabile solo fino poco tempo fa. La comunicazione politica è quindi certamente amplificata dai media ma anche notevolmente condizionata da essi. Ha dovuto giocoforza
adattarsi al loro linguaggio tipico: semplice, visivo e immediato.45 Con l’avvento della legge sulla
par condicio46, soprattutto in ambito televisivo, si crea una spaccatura di accesso ai media mainstream tra quei partiti o movimenti politici che partecipano alle sessioni elettorali e quelli che, invece, non vi prendono parte. Inoltre, vista la forte limitazione all’uso di spot televisivi, si assiste ad
una rinnovata attenzione verso la comunicazione diretta ai cittadini. Il manifesto affisso nelle strade
torna ad essere uno strumento su cui puntare in termini di innovazione comunicativa. La politica
segue sempre di più la pubblicità utilizzando un linguaggio spettacolarizzato e sintetico, un linguaggio che il pubblico degli elettori è in grado di decodificare più agevolmente.47 Pubblicità e politica condividono la stessa struttura comunicativa che prevede al centro il visual (l’immagine), un
testo principale (headline) e uno slogan finale (il pay-off)48. Il testo espresso deve essere breve, non
più di cinque parole, chiaro ed esplicativo, la cui lettura non deve richiedere un grande impegno
cognitivo; l’immagine scelta deve essere coerente con il messaggio espresso49. Il tutto deve essere
mirato a far ricordare un volto, un nome, il simbolo del partito (o del movimento politico) o deve
creare una sensazione di shock emotivo in chi legge.
43
O.A. - Miss Pavlichenko, ivi.
Manera Enrico, 2013, http://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/gabriele-turi-la-cultura-delle-destre.
45
De Giosa Elisabetta, 2011, La comunicazione politica nei manifesti della campagna elettorale 2008,
http://www.openstarts.units.it/dspace/bitstream/10077/5748/1/DeGiosa_inTigor5.pdf.
46
Legge 22 febbraio 2000 n. 28 - Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne
elettorali e referendarie e per la comunicazione politica.
47
Mazzoleni Gianpietro, 2004, La comunicazione politica, p. 148.
48
De Giosa E., ivi.
49
Foglio Antonio, 1999, Il marketing politico ed elettorale. Politica, partiti e candidati al servizio dei cittadini-elettori,
Milano, p. 172.
44
2.1. Silvio Berlusconi e la comunicazione immaginifica
Quando detto risulta tanto più vero dalla campagna elettorale del 1994, con l’ingresso in politica di
Silvio Berlusconi. Egli lancia una serie di manifesti innovativi nello stile e nel messaggio di fondo.
Essi espongono, infatti, i temi della sua campagna: sicurezza e detassazione.50 Graficamente si
hanno due elementi principali che si alternano, posti al centro del manifesto, ed a volte sono messi
contemporaneamente: il simbolo del partito e la figura del leader Berlusconi. Proprio la sua persona
risulta rappresentativa di un mondo altro al quale si era invitati a partecipare. Ad agire lo spazio non
è, dunque, solo l’onnipresenza del suo volto sorridente nei manifesti affissi sui muri delle città, ma
un’intera strategia comunicativa che produce una proposta: gli altri candidati propongono miglioramenti nel vecchio mondo, lui, un nuovo mondo. Un’intera campagna elettorale costruita sulla base di una strategia di marketing: Per un nuovo miracolo italiano.
La creazione di un nuovo immaginario non solo culturale e politico, ma anche comunicativo costituisce un tratto comune delle destre che, nel corso dei vent’anni successivi al ‘94, tenderanno a riconoscersi in determinati momenti nell’ampio universo della Casa delle Libertà. Il linguaggio esplicito e violento delle destre più radicali trova un’inquadratura moderata in questo ambito politico,
più accessibile e “digeribile” anche ad un pubblico solitamente refrattario a linguaggi più aggressivi. Così troviamo messaggi rassicuranti legati alla tradizione del Popolo della Libertà e Alleanza
Nazionale, cui si affiancano manifesti apertamente xenofobi della Lega Nord. Manifesti come “Più
aiuti alle famiglie. Meno tasse agli italiani” (PdL), “Mai più clandestini sotto casa” (AN), “Più sicuri. C’è Alleanza” (AN) e “Rialzati, Italia!” (PdL), rappresentano la sponda moderata rispetto a quelli che avvertivano del pericolo di finire nelle riserve, al pari dei nativi americani, a causa
dell’immigrazione clandestina: “Loro hanno subito l’immigrazione, ora vivono nelle riserve! Pensaci” (LN). La tendenza comunicativa apocalittica della Lega si scontra solo in superficie con la
moderazione dei linguaggi del Popolo della Libertà, appositamente meno precisi ed apparentemente
meno duri, così da tenere dentro tutte le istanze della destra, dalla più centrista a quella più estrema.
Alcuni esempi di manifesti affissi negli ultimi dieci anni:
“Immigrazione clandestina: basta approdi! Troppo pochi 5 anni per diventare italiani. No alla cittadinanza rapida! (AN)
“Più Italia in Europa. Meno Europa in Italia” (Forza Iitalia)
“Perugia. Mai più così. Tolleranza Zero” (PdL – con doppia immagine esplicita di assunzione di
eroina e spaccio di cocaina)
“Contro Roma ladrona” (LN)
“No! Al nazionalismo italiano. Lealtà per lo Stato, ma anche per i Nord” (LN)
“Nessuna sanatoria. Espellere i clandestini” (LN)
“No alla Turchia in Europa. Sì alle radici cristiane” (LN)
“Campi nomadi … foeura di ball …” (LN)
“Sì alla polenta, No al cous cous. Orgogliosi delle nostre tradizioni” (LN)
“No alla invasione di merci cinesi” (LN)
“Basta Euro” (LN)
2.2. La Lega Nord “nazionalista”
L’elemento di forte novità consiste nell’ultima mutazione della Lega Nord che nei fatti sta sostituendo le altre destre (da Forza Italia a Fratelli d’Italia) nello storico ruolo di garanti per la galassia neofascista nei termini di coperture istituzionali, sdoganamenti e alleanze elettorali. […] La
50
De Giosa E., ivi.
svolta è consistita, in primo luogo, nel recupero pieno di tutti i temi di impianto razzista che avevano caratterizzato il partito al tempo del congresso di Assago. […] Una svolta di tipo “nazionalista”
con la quale la Lega si è presentata alle elezioni europee, ribadita, pur con qualche articolazione,
al recentissimo congresso straordinario di luglio (2014) a Padova. […] In prima fila lo stesso segretario (Matteo Salvini). Anche il taglio degli slogan è mutato per indicare il nuovo corso: «Basta
tasse, basta immigrati, no Euro, prima gli italiani!».51 Così troviamo piena continuità tra i linguaggi espliciti e diretti della Lega e quelli altrettanto aggressivi di Forza Nuova e Casa Pound. Una continuità che si è concretizzata nella partecipazione congiunta alla manifestazione nazionale del 18
ottobre 2014 promossa dalla Lega “contro gli immigrati”: “Difendiamo i confini. Stop invasione”.
2.3. Forza nuova, brutalmente tradizionali
Così come nell’agire politico, anche in ambito comunicativo Forza Nuova non si fa notare per la
ricerca di nuove forme di espressione, ma per un linguaggio diretto ed esplicitamente violento. Le
tematiche sono quelle tradizionali della destra fascista classica, tradotte in espressioni semplificate
che tentano di colpire le emozioni più viscerali di chi legge. I messaggi puntano ad instaurare un
rapporto diretto tra il vissuto personale e la problematica in oggetto, creando facili connessioni, non
analizzate, con specifiche comunità obiettivo del movimento politico. Spesso accostano immagini
shock, così come accade nel manifesto che incita alla chiusura dei campi Rom: “Se fosse tua madre,
tua moglie o tua figlia? Chiudere i campi Rom. Espellere i Rom. Subito!”, in cui l’immagine centrale è una donna che si suppone vittima di violenza. La violenza contro le comunità Rom, la droga
(“Devi vivere. Se ti droghi non ti Amy” – con l’immagine di Amy Winehouse a tutto manifesto), la
cacciata degli immigrati fino ad arrivare alla fierezza dell’essere italiani e della razza bianca (“Sono
bianco e ne vado fiero. Ora puoi dirlo” – condiviso sul facebook di Forza Nuova Macerata) ed alla
difesa della famiglia tradizionale in opposizione all’omosessualità sono i tratti che ritroviamo spesso nella comunicazione di Forza Nuova. La sua esplicita identità islamofoba, xenofoba ed omofoba
si riscontra in diversi manifesti affissi negli anni. Alcuni esempi: “Per ogni immigrato che lavora
c’è un italiano disoccupato. Lavoro prima agli italiani”, “Non esiste nessuno islam moderato! Nessuna moschea nella nostra città!”, “Immigrati tornate a casa vostra! In Italia siamo senza lavoro,
senza casa, senza futuro” (scritto in italiano, francese, inglese, cinese e arabo), “Dietro un omosessuale si nasconde un pedofilo. Stop al Gay Pride”, “L’Italia ha bisogno di figli non di omosessuali.
Stop al Gay Pride!”.
Una menzione va data all’utilizzo che FN fa del web per istigare alla violenza nella vita reale. Questo è il caso del “gioco” online Acciacca lo zingaro, comparso sulla pagina facebook del circolo di
Forza Nuova Roma Sud. Da svolgersi rigorosamente nella vita reale. Le regole? “Possono partecipare tutti: basta avere un qualsiasi mezzo di locomozione che cammini, più è grosso e più va veloce, sarà facilitato nella raccolta dei punti. Ma si può partecipare anche con la bicicletta: dovrete
passarci sopra più volte”.52 Un’iniziativa folle che ha prodotto tragedie reali.
2.4. Casa Pound Italia, tentativi di linguaggi non convenzionali
Completamente diverso l’approccio di Casa Pound (CPI), che cerca di utilizzare linguaggi e grafiche non convenzionali che puntano ad incuriosire e, a volte, ad infastidire il lettore. La tradizione
fascista e fieramente italiana rimane un tratto indelebile anche in questo caso, così come il sentimento antieuropeista che traspare pure in Forza Nuova e Lega Nord. Diversamente da questi due
soggetti politici, Casa Pound vuole essere dirompente, ribelle e portatrice di un’innovazione culturale che arriva addirittura a rivisitare, in maniera decisamente poco sensata, personaggi esplicitamente
51
Ferrari S., 4 settembre 2014, Il Manifesto, “Lega Nord, l’estrema destra ora parla «padano»”.
Sky TG24 HD, 10 febbraio 2011, “Acciacca lo zingaro”: su Facebook spunta il “gioco” shock,
http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2011/02/10/acciacca_zingaro_gioco_facebook_forza_nuova.html.
52
appartenenti alla sinistra a livello mondiale. I più eclatanti esempi di questo assurdo tentativo vanno
da Che Guevara a Karl Marx, a Peppino Impastato53 (descritto come “martire per la giustizia”), fino
ad arrivare a Jack Kerouac e Rino Gaetano54. A partire dal proprio logo, la tartaruga ottagonale stilizzata, CPI trova nella simbologia la via di una comunicazione privilegiata verso un immaginario
che tiene insieme avanguardismo culturale e forme imperiali del tradizionalismo fascista. Questo
nostro simbolo rappresenta la comunità tutta, composta da unità imperiali che non si possono fermare perché dotate di una corazza dura come quella della tartaruga, animale lento ma inesorabile,
una corazza resistente come gli scudi disposti a testudo. […] 4 frecce bianche e 4 nere infatti partendo dall’esterno convergono in un centro che è simbolo dell'Asse, quel medesimo asse che è al
centro del fascio di verghe55. Questo simbolismo è molto forte, proprio perché rappresenta l’unità e
l’ordine.56 Così si possono trovare manifesti di Casa Pound che arrivano a sfidare chi legge e, apparentemente, sfidano anche la politica a trecentosessanta gradi. Tre citazioni contro di loro (CPI) in
tre diversi manifesti: “Culturalmente incivili (Renata Polverini)”, “Sono degli scellerati (Gianni
Alemanno)”, “Fuori dalla razza umana (Nicola Zingaretti)”, seguite dal loro simbolo e dalla frase ad
effetto “Se non ci ami, da oggi puoi non votarci.”. Troviamo anche, nei manifesti di Blocco Studentesco, frasi come “La «generazione perduta» tifa Rivolta!” e “La scuola appartiene agli studenti, il
futuro alla giovinezza. Riprendiamoci tutto!” che riprendono immaginari della sinistra antagonista
cercando di risultare accattivanti ad ampio raggio attraverso l’ambiguità del messaggio. Accanto a
questo, troviamo manifesti che rimandano direttamente al periodo fascista: “Gli eroi son tutti giovani e belli. Ai ragazzi di Salò”, peraltro, in questo caso, con una citazione dalla canzone La Locomotiva di Francesco Guccini, cantautore italiano esplicitamente schierato a sinistra. Infine, vale la pena
citare quei messaggi che sebbene inquadrino Casa Pound dentro al panorama delle destre identitarie, razziste ed antieuropeiste cercano di nascondere il proprio essere dietro istanze falsamente sociali come ad esempio il “mutuo sociale”: “Basta UE!”, “Europei sì, schiavi no!”, “Prima gli italiani. Basta baraccopoli e mercatini Rom. Nessun campo nomadi sul territorio, prima gli asili, le scuole, i servizi”, “No al centro d’accoglienza”, “Tempo di essere madri”, “Mare Nostrum: importiamo
schiavi, produciamo disoccupati” (la parola disoccupati è scritta con i colori della bandiera italiana
a definire di quale nazionalità sono i disoccupati a causa dell’immigrazione), “L’immagine che
commuove il mondo da sempre (un neonato che prende il latte dal seno della madre). No alle adozioni omosessuali. I bambini non sono diritti da conquistare”.
3. PRATICHE DI RESISTENZA QUOTIDIANA
Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale.
La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile.
Non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale,
come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà.57
In Italia l’eredità della Resistenza al nazifascismo è un patrimonio diffuso, declinato a vari livelli
nell’agire quotidiano della società civile. L’antifascismo, valore fondante della nostra Repubblica,
ha sviluppato negli anni forme diverse di declinazione sia nell’agire politico che nel sentimento diffuso tra la popolazione. La leggittimazione dell’estrema destra, con tutto il suo bagaglio culturale e
politico legato al fascismo storico, ha avuto anche una sponda istituzionale proprio da parte degli
53
Giornalista, attivista comunista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978.
54
Cantautore italiano, ricordato per la sua voce ruvida, per l'ironia e i nonsense caratteristici delle sue canzoni, nonché
per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati.
55
Simbolo del Partito Nazionale Fascista.
56
http://www.casapounditalia.org/p/il-simbolo.html.
57
Sandro Pertini, 1896 – 1990, è stato un politico, giornalista e partigiano italiano. Fu il settimo Presidente della Repubblica Italiana.
eredi di quella sinistra figlia del Partito Comunista che fu elemento centrale nella lotta per la liberazione dal nazifascismo. Il tentativo di pacificazione nazionale proposto da Luciano Violante che
intendeva capire le ragioni dei “giovani repubblichini”58, ha aperto la strada ai successivi tentativi di
revisionismo storico e creato una forte spaccatura nel panorama dell’antifascismo italiano. Ciò che
troviamo interessante descrivere attraverso questo progetto è il lavoro che svolgono associazioni,
cooperative, reti, collettivi, osservatori, centri sociali, insegnanti, gruppi informali, singoli cittadini.
L’attualizzazione del concetto di antifascismo ci porta a considerare, quindi, tutti coloro che scelgono di aprire conflitti e di mettere in atto quotidianamente pratiche di resistenza agli attuali modelli
economici e sociali, ai tentativi di privatizzazione dei beni comuni, ad uno sviluppo unidirezionale,
causa principale di esclusione ed ingiustizia sociale. In questa parte della ricerca ci soffermeremo su
una piccolissima porzione di esempi che danno l’idea dell’enorme varietà di forme di Resistenza
quotidiana che animano questo Paese.
3.1. A.N.P.I.
L’A.N.P.I., Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, con i suoi oltre 120.000 iscritti, è tra le più
grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Fu costituita il 6 giugno 1944,
a Roma, dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l’occupazione nazifascista.
Il 5 aprile del 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente
morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale
dei partigiani.
Nello Statuto erano evidenziati gli scopi operativi che la struttura si era prefissata. Tra questi:
- Restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il
ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo.
- Valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della
libertà dall’azione dei partigiani.
- Far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese.
- Promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire
la disoccupazione.
Oggi l’ANPI è ancora in prima linea nella custodia e nell’attuazione dei valori della Costituzione,
quindi della democrazia, e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista
della libertà che fu la Resistenza.
3.2. Associazione 21 luglio
L’Associazione 21 luglio è un’organizzazione non profit impegnata nella promozione dei diritti delle comunità rom e sinte in Italia, principalmente attraverso la tutela dei diritti dell’infanzia e la lotta
contro ogni forma di discriminazione e intolleranza. L’associazione, che è composta da rom e non
rom, è apartitica, non ha fine di lucro, persegue il fine esclusivo della solidarietà sociale, umana,
civile e culturale, in particolare nel rispetto dei principi della Convenzione Internazionale di New
York sui diritti dell’infanzia.
L’Osservatorio 21 luglio è un progetto dell’Associazione 21 luglio che si pone l’obiettivo di tutelare
le minoranze, con una particolare attenzione verso le comunità rom e sinte, da condotte discriminatorie e incitanti all’odio attraverso una costante attività di controllo di giornali locali e nazionali e di
58
Insediamento e discorso del Presidente della Camera dei Deputati, 9 maggio 1996,
http://legislature.camera.it/chioschetto.asp?content=/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed001/s100.htm, p. 37.
blog e siti web. Particolare attenzione è rivolta alle dichiarazioni, le interviste e i comizi di rappresentanti politici e istituzionali che possono alimentare stereotipi, pregiudizi e sentimenti ostili nei
confronti di tali comunità. Dopo l’analisi di ogni singolo caso, l’Osservatorio procede, quando occorre, ad un’azione correttiva con l’invio di una diffida ai soggetti interessati e di una segnalazione
agli organi competenti.
Questo tipo di lavoro è molto utile per il livello di informazione che fornisce, svelando in molti casi
la vera facciata di organizzazioni e soggetti, politici e non, che nascondono la propria identità razzista dietro atteggiamenti pubblici moderati.
3.3. Laboratorio 53
Laboratorio 53 nasce nel 2008 dall’esperienza di Medici contro la tortura, all’interno della quale
sono nate le nostre attività che poi hanno preso una forma autonoma e indipendente. L’associazione
è un gruppo formato da filosofi, antropologi, psicologi, assistenti sociali, operatori legali, avvocati e
mediatori culturali che, in una prospettiva multidisciplinare, offre assistenza e accoglienza ai migranti, richiedenti protezione internazionale e minori. L’associazione è laica e apartitica.
Il lavoro di questa associazione risulta molto utile nei passaggi di richiesta di documenti di soggiorno da parte dei migranti. Inoltre, attraverso il supporto psicologico e i gruppi allargati fa un vero
lavoro di integrazione e multiculturalità che, spesso, include altre reti sociali e che intacca il tentativo di ghettizzazione del sistema di accoglienza nazionale.
3.4. Associazione Libellula
L’Associazione di volontariato Libellula nasce a Roma nel 1998 trae ispirazione dall’articolo 12
della costituzione italiana: “la libertà personale è inviolabile”. L’Associazione Libellula si prefigge
l’obiettivo di affrontare le problematiche sociali, psicologiche, sanitarie e occupazionali legate al
transessualismo e transgenderismo nella società moderna. L’associazione è pacifista, ecologista,
antirazzista, antitotalitaria e libertaria.
Al pari del lavoro di Laboratorio 53, Libellula ottiene ottimi risultati nell’accompagnare lungo il
percorso di transizione chi si rivolge all’associazione. Inoltre, anche se non esplicitamente, questo
tipo di lavoro si può accostare a reti locali e nazionali quali, ad esempio, Facciamo Breccia59.
3.5. Peace Week
Dal 7 al 14 luglio 2014 ha avuto luogo a Roma, presso la Città dell'Utopia, la Peace Week italiana.
L'evento ha visto la partecipazione di volontari/e ed attivisti/e provenienti dagli otto Paesi coinvolti
nel progetto. Si è trattato di una settimana di confronto ed attivismo, strettamente legata al percorso
avviato da Citizens Beyond Walls.
Durante la Peace Week si è partiti dall'analisi di problematiche che in questi anni stanno attraversando i Paesi europei, e che sono strettamente legate all'aumento della presenza delle estreme destre.
Tutte le Peace Weeks, che hanno avuto luogo in Europa durante il periodo estivo, hanno affrontato
il problema della crescita di razzismo e xenophobia, e dei discorsi di criminalizzazione ed odio che
59
Il coordinamento Facciamo Breccia si è costituito nell’autunno 2005 con l’intento di costruire un percorso di mobilitazione permanente fondato su autodeterminazione, laicità e antifascismo. Nato per iniziativa di alcune soggettività lesbiche, gay, trans e femministe, fin da subito il coordinamento ha coinvolto altre soggettività interessate a rispondere
con determinazione e creatività alle crescenti ingerenze vaticane nella sfera pubblica e a decostruire il moralismo di
radice religiosa e reazionaria.
si stanno diffondendo nei confronti di migranti e minoranze. Ognuno dei Paesi coinvolti ha scelto
un focus specifico, sulla base delle più gravi problematiche che si sta trovando ad affrontare in questi anni, partendo dalla consapevolezza che l'aumento delle estreme destre sia un pesante ostacolo ai
processi di inclusione delle nuove cittadinanze ed alla giustizia sociale.
Si è scelto inoltre di dedicare ampio spazio all'esistenza di pratiche di socializzazione e resistenza
messe in atto da quelle realtà che quotidianamente scelgono di opporsi agli attuali modelli economici e sociali, ed alle derive xenofobe e razziste, lavorando per la costruzione di società più giuste e
realmente inclusive (le cosiddette "buone pratiche").
L'Italia ha deciso di costruire la propria PW lavorando su “libertà di movimento”, “antifascismo” ed
“antirazzismo”. Si è scelto di coinvolgere nel percorso le realtà attive sui territori locali, fornendo
così l'occasione di scambiare saperi e di valorizzare e sostenere le resistenze esistenti, contrastando,
attraverso l'attivismo sociale e la conoscenza, l'aumento dell'odio e del razzismo.
Il cuore della settimana romana è stato incentrato sulle study sessions e sulle azioni attuate dai volontari in città. Attraverso il supporto di persone che da anni lavorano sul territorio per costruire società più giuste, ci si è confrontati sul contrasto della xenophobia e sui percorsi di accoglienza ed
inclusione verso migranti e rifugiati. Si è lavorato sui discorsi d'odio pronunciati sempre più spesso
nei confronti delle comunità rom, sugli stereotipi che su di esse si abbattono, e sui valori ed i saperi
che tali comunità sappiano invece offrire. I volontari europei hanno preso parte ad un workshop di
teatro di strada, con una forte valenza sociale, che ha permesso di portare l'attenzione del gruppo
sull'attività delle locali realtà di cultura resistente e autogestita, e sui tentativi di repressione che
sempre più frequentemente si trovano a dover fronteggiare.
I partecipanti della PW sono stati ospiti degli abitanti di Metropoliz, occupazione socio-abitativa
meticcia, che si trova nella periferia est della città, al cui interno è presente uno dei più straordinari
musei d'arte contemporanea (il MAAM, museo dell'altro e dell'altrove). Gli attivisti si sono confrontati con gli abitanti del posto, affrontando il tema del diritto alla libertà di movimento, all'abitare
ed al vivere una socialità reale ed autogestita.
La settimana si è conclusa con un evento finale che si è tenuto il 20 luglio 2014 a Parco Schuster.
Durante l'evento ci sono state mostre sulla memoria e sulle occupazioni abitative, musica, video ed
una performance realizzata con il collettivo teatrale Pedigrì ed il noto fumettista ZeroCalcare. Inoltre si è svolta un'assemblea cittadina molto partecipata, aperta a tutte le associazioni, i collettivi e le
realtà sociali che a Roma producono cultura dal basso e percorsi di inclusione e socialità.
3.6. Centri Sociali Occupati e/o Autogestiti60
I Centri Sociali Occupati e/o Autogestiti sono un’esperienza che attraversa l’Italia dalla fine degli
anni ‘70. In tutto questo tempo, la mappatura di queste realtà è notevolmente cambiata sia in ambito
locale che nazionale. Un Centro Sociale Occupato Autogestito (CSOA) è una struttura abbandonata
(o non più utilizzata), di proprietà pubblica o privata, che viene occupata da un gruppo informale di
persone. I Centri Sociali nascono alla fine degli anni ’70 dagli ambienti dell’Autonomia Operaia61 e
della sinistra extraparlamentare come esperienze di riappropriazione del tempo e dello spazio. I
primi a Milano e poi a Roma a metà degli anni ‘80. L’occupazione di stabili abbandonati, ex fabbriche, ville, appartamenti, case sfitte, ecc ..., nasce dal bisogno della casa, dall’esigenza di creare un
luogo d’incontro e di comunicazione, di ristabilire una qualche forma di socializzazione, di creare
uno spazio di aggregazione e di proposta di attività culturali (controcultura) e di lotte politiche. Il
primo passaggio è quello della riqualificazione dello stabile che si occupa, come forma di restituzione alla collettività di un pezzo del territorio urbano. I Centri Sociali sono laboratori di vita ed il
60
Questo paragrafo può risultare, per esigenza di ricerca, estremamente riduttivo nella descrizione dell’esperienza dei
Centri Sociali. È solo un accenno alla storia e all’importanza che essi hanno avuto ed hanno nel tessuto sociale nazionale, specialmente in ambito di antifascismo. Accanto ai CSOA ci sarebbero da citare anche i collettivi e gli osservatori
antifascisti, gli squat, le occupazioni abitative, le fabbriche occupate e moltissime altre esperienze.
61
Movimento della sinistra extraparlamentare attivo fra il 1973 e il 1979.
principio di base è l’autorganizzazione. Il tentativo è quello di trasformare la realtà, a partire dalle
proprie esistenze, in un esperienza di socialità liberata dal giogo del lavoro, dell’alienazione metropolitana, della disgregazione sociale. L’occupazione, pratica illegale secondo le leggi vigenti, diventa punto di partenza per un nuovo discorso sulla legalità, che include i concetti di giustizia sociale, di libertà personali e di risposte ai bisogni reali della collettività. La contrapposizione con la logica dei partiti e con la società neoliberista del capitale e della finanza prima che sociale, politica e
culturale è etica, di stile di vita.62
Il movimento dei Centri Sociali italiani è mutato moltissimo negli anni ed oggi è ancora estremamente variegato. Le esperienze si sono moltiplicate ed evolute, così come le connessioni con i movimenti studenteschi e del mondo del lavoro (i primi ragionamenti sulla precarietà ed i primi tentativi di aggregazione sindacale non formale). In questi spazi si sono susseguiti dibattiti sulla condizione giovanile, happening, sperimentazioni, concerti, assemblee, fino a diventare luoghi di abitazione di alcuni. In alcuni Centri Sociali trovano sede degli hacklab, esperienze di autogestione
orientate alle tematiche dei diritti digitali e della libertà di espressione. In affinità con i Centri Sociali, spesso proprio al loro interno, sono nate esperienze come le Palestre Popolari, che fondano il
loro principio sul concetto di sport come forma di condivisione, abbattimento di ogni barriera sociale, sessista, culturale, razziale ed economica. Sul concetto di “nuova economia” e di nuove relazioni
tra terra, cibo, produzione di cibo e consumatori si sono sviluppati, negli anni, percorsi di ragionamento e pratiche a partire dalle cucine sociali degli spazi occupati fino allo sviluppo di esperienze
come terra/TERRA63. Da sempre la caratteristica principale di questi laboratori è la proposta di
nuove forme di espressione, di nuovi linguaggi. Le sale prove, gli studi di registrazione, i circuiti
dell’autoproduzione e della produzione indipendente rappresentano un enorme terreno di sperimentazione da sempre. La musica unita all’arte sono presenti non solo all’interno degli spazi, ma anche
nelle azioni dirette che gli attivisti organizzano nelle città.
I CSOA (e tutte le evoluzioni di sigle ed esperienze degli ultimi anni) sono, per loro stessa natura,
dichiaratamente antifascisti. Lo sono nelle pratiche e nei contenuti che quotidianamente portano
avanti, a partire dalle risposte dirette al fascismo organizzato e non. In particolar modo negli ultimi
dieci anni hanno rappresentato una forte pulsione verso l’attualizzazione e la declinazione nel quotidiano dei linguaggi e delle forme dell’antifascismo in questo Paese. In tal senso si possono citare
dal 2005 le manifestazioni nell’anniversario della Liberazione il 25 aprile, in cui si crea un percorso
diverso da quello istituzionale, che porta in piazza le istanze delle lotte sociali (dal reddito di cittadinanza, all’antiproibizionismo, alla lotta per la casa, al diritto allo studio, alla ricostruzione di una
memoria collettiva antifascista, ecc …). All’azione diretta antifascista, si accostano (a volte si sostituiscono) le cosiddette “piazze tematiche”, espressione dell’alternativa di società proposta attraverso i progetti e i percorsi che si svolgono negli spazi. In continuità con queste iniziative si creano anche eventi pubblici, come ad esempio Renoize a Roma, con musica, mostre, video, stand che puntano alla creazione di un immaginario collettivo antifascista che sappia connettere la realtà dell’oggi,
la memoria storica della Resistenza al nazifascismo e chi è stato ucciso dal fascismo di generazioni
successive. Ancora da segnalare una pratica che, specialmente negli ultimi quindici anni, rappresenta uno dei modi con cui si mette insieme la memoria collettiva all’idea di riprendersi le strade e i
muri delle città, che diventano parlanti attraverso il colore. I “graffiti della memoria e della rabbia”
come per Davide Cesari (Dax), Carlo Giuliani, Valerio Verbano e Renato Biagetti64.
62
Piperno Franco, 2000, in DeriveApprodi n. 18.
terra/TERRA nasce nel 2003 al Centro Sociale Occupato Autogestito Forte Prenestino Roma. Nasce come “connettivo” tra produttori, artigiani e consumatori e si palesa in forma di mercatino. Obiettivi principali sono sovvertire le catene di distribuzione, ridurre la distanza alimentare, valorizzare le relazioni sociali, sensoriali e gustative, autocertificazione dei prodotti e trasparenza nei prezzi.
64
Davide Cesari (Dax), ucciso la notte tra il 16 e il 17 marzo 2003 a Milano da due giovani dell’estrema destra. Carlo
Giuliani, ucciso il 20 luglio 2001 a Genova da un colpo di pistola del carabiniere Mario Placanica, durante le manifestazioni contro il G8. Valerio Verbano, ucciso il 22 febbraio 1980 dentro casa sua con un colpo di pistola da esponenti dei
63
Antifascisti Sempre! Carlo, Dax, Aldro65, Renato – noi sappiamo chi è Stato!!
Chi vuole fermarci, vedrà muoverci. Chi vuole zittirci, sentirà urlare la nostra rabbia! Mai più!66
3.7. Rete Urbana per il Territorio e la sua Storia
R.U.T.S. nacque a Roma nel 2005 dall’incontro di centri sociali, comitati di quartiere, laboratori e
associazioni interessati ad approfondire la storia dei rispettivi quartieri dove svolgono le proprie attività. Alla rete non interessa utilizzare la storia e il passato come semplici strumenti di interpretazione del presente (o peggio di legittimazione dei rispettivi gruppi), ma la ricerca storica e il lavoro
sulla memoria possono costituire un vero e proprio percorso sociale, capace di attivare relazioni, di
smuovere intelligenze, di mettere in comunicazione le generazioni.
I laboratori scolastici, avvenuti con il patrocinio della Provincia di Roma e del Museo storico della
liberazione di via Tasso, sono partiti dopo un periodo di formazione e sono stati realizzati nelle
scuole di diversi quartieri di Roma.
È convinzione del collettivo scientifico R.U.T.S. che l’insegnamento della Storia si basi sul bisogno
formativo di costruire corretti rapporti tra presente, passato e futuro. Il passato acquista significato
in quanto risponde a domande che sorgono dall’oggi.
R.U.T.S. è stato un tentativo di rendere i ragazzi delle scuole partecipi in prima persona nella trasmissione di conoscenza e memoria dei fatti. Da questi laboratori ne sono nati altri ed hanno preso
spunto anche singoli insegnanti che ne hanno inserito una propria versione nell’ambito didattico.
3.8. L’orto come atto di resistenza
In Italia e nella città di Roma si sta assistendo ad una moltiplicazione delle pratiche di agricoltura
urbana, che si declina in diverse forme: dalla guerilla gardening ai giardini collettivi e agli orti urbani. Solo nella città di Roma, si calcola che siano presenti almeno 150 orti urbani. Si tratta di esperienze che tentano di rispondere al degrado urbano e alla disgregazione sociale attraverso la riappropriazione di aree abbandonate. Nascono da iniziative dal basso, autogestite, che si pongono come obiettivo la creazione di nuovi legami locali e una reale inclusione sociale attraverso il coinvolgimento di associazioni territoriali, gruppi di giovani, migranti, pensionati, disoccupati, disabili, detenuti, comunità rom. Centralità in questi percorsi assume la critica nei confronti del modello socioeconomico imperante, attuata anche attraverso la dimensione educativa. In molte di queste realtà c'è
un'area dedicata ad orti didattici, dove si promuove la trasmissione dei saperi e la sensibilizzazione
al rispetto dell'ambiente.
3.9. Radio Onda Rossa e Maldestra
Radio Onda Rossa è una radio che inizia a trasmettere il 24 maggio 1977 a Roma. Fondata da un
gruppo di militanti dell'Autonomia Operaia romana, fu una delle radio libere di riferimento del Movimento del ‘77, anche se, pur coordinandosi con le altre radio, Radio Onda Rossa non si è mai autodefinita "radio libera", ma "radio militante", "radio di movimento", "radio rivoluzionaria". Nel
corso dei decenni ha portato avanti diverse battaglie e campagne di controcultura. Nel 2001, insieme ad altre sei radio italiane, Radio Black Out di Torino, Radio Ciroma di Cosenza, Radio Città
NAR. Renato Biagetti, ucciso a Focene la notte tra il 26 ed il 27 agosto 2006 da due ragazzi vicini agli ambienti del neofascismo di Fiumicino.
65
Federico Aldrovandi ucciso il 25 settembre 2005 a Ferrara da agenti della Polizia di Stato durante una perquisizione.
66
Graffito per Renato Biagetti alla Stazione della Metro B San Paolo, Roma, 14 luglio 2007.
103, Radio Fujiko e Radio K Centrale di Bologna, Radio Onda d'urto di Brescia e all'Agenzia
AMISnet, ha dato vita al network Radio Gap (Global Audio Project), nato per raccontare i fatti del
G8 di Genova a luglio di quell'anno. All’interno del suo palinsesto settimanale ha trasmesso per anni Maldestra, osservatorio sulla destra.
4. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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Caldiron Guido, 2009, La destra sociale da Salò a Tremonti, Manifestolibri.
Caldiron Guido, 2008, Populismo globale, Culture di destra oltre lo stato-nazione, Manifestolibri.
Caldiron Guido, 2013, Estrema destra. Viaggio nella nuova internazionale nera, Newton Compton.
Conti Davide, “Lo Stato repubblicano e Via Rasella”, 2004, in Bentivegna Rosario, Achtung Banditen. Prima e dopo Via Rasella, Mursia.
Conti Davide, 2006, Le brigate Matteotti a Roma e nel Lazio, Odradek.
Conti Davide, 2008, L’occupazione italiana dei Balcani. Crimini di guerra e mito della «brava gente» 1940-1943, Odradek.
Conti Davide, 2011, I criminali di guerra italiani. Accuse, processi impunità, Odradek.
De Giosa Elisabetta, 2011, La comunicazione politica nei manifesti della campagna elettorale 2008
Foglio Antonio, 1999, Il marketing politico ed elettorale. Politica, partiti e candidati al servizio dei
cittadini-elettori, Milano.
Manera Enrico, 2013, http://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/gabriele-turi-lacultura-delle-destre.
Mazzoleni Gianpietro, 2004, La comunicazione politica, il Mulino.
Piperno Franco, 2000, in DeriveApprodi, n. 18.
Mappa degli orti urbani a Roma: http://www.zappataromana.net/en/
http://maldestra.noblogs.org/
http://www.osservatoriodemocratico.org/