Materiale del 21 e del 24 novembre

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Materiale del 21 e del 24 novembre
Variazione diafasica: in rapporto alla situazione
comunicativa e allo stile
Registri: "varietà diafasiche dipendenti primariamente dal
carattere dell'interazione e dal ruolo reciproco assunto da
parlante (o scrivente) e destinatario“ (G. Berruto (1993),
Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in A. A.
Sobrero (a cura di), Introduzione all'italiano
contemporaneo. Vol. 2: La variazione e gli usi, p. 70)
Variabili:
- grado di formalità / informalità della situazione
comunicativa
- rapporto tra gli interlocutori
- grado di controllo esercitato dal parlante
Italiano formale
Standard
Italiano informale
rendere l’anima a Dio
esalare l’ultimo respiro
salire in cielo
trapassare
mancare
cessare di vivere
decedere
perire
spirare
andarsene
lasciarci (‘ci ha lasciato…’)
spegnersi
morire
andare al Creatore
andare all’altro mondo
restarci (secco)
crepare
schiattare
lasciarci le penne / la pelle
tirare le cuoia
Registri bassi
Registri alti
articolazione
sintattica
variazione
lessicale
lessico
minimamente
esplicitata
minima
massimamente
esplicitata
massima
parole dal
significato
‘generico’
parole dal
significato
‘specializzato’
parole
poche, semplici e molte, varie e
ricorrenti
complesse
alta
bassa
velocità di
elocuzione
Sottocodici / lingue speciali: "varietà diafasiche
dipendenti primariamente dall'argomento del
discorso e dall'ambito esprienziale di riferimento"
(G. Berruto (1993), Varietà diamesiche,
diastratiche, diafasiche, in A. A. Sobrero (a cura
di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol. 2:
La variazione e gli usi, p. 70)
Es. usi linguistici legati a particolari professioni o
ambiti del sapere:
- matematica, biologia, musica, sport...
Variazione diastratica: in base alla
caratterizzazione sociale dei parlanti
Variabili:
- livello di istruzione
- occupazione
- estrazione sociale
- età
- sesso
- appartenenza a gruppi sociali specifici
- modelli culturali e comportamentali di riferimento
ecc.
Es.
siccome vs. siccome che
a me piace / mi piace vs. a me mi piace
niente: ['njente] vs. ['<ente]
Italia [i'talja] vs. [i'taYa]
ecc.
Italiano popolare: varietà sociale (bassa) per eccellenza
dell'italiano. "Insieme di usi frequentemente ricorrenti nel
parlare e (quando sia il caso) nello scrivere di persone non
istruite e che per lo più nella vita quotidiana usano il dialetto,
caratterizzati da numerose devianze rispetto a quanto previsto
dall'italiano standard normativo" (G. Berruto (1993), Varietà
diamesiche, diastratiche, diafasiche, in A. A. Sobrero (a cura
di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol. 2: La
variazione e gli usi, p. 58)
vs.
Italiano colto: impiegato da parlanti di livello socio-culturale
medio-alto e alto.
Variazione diamesica: in rapporto al mezzo fisicoambientale, al canale attraverso cui la lingua viene
usata:
Estremi: scritto vs. parlato
Nel parlato, ma non nello scritto:
- prosodia e fenomeni intonativi
- paralinguistica
- uso massiccio di segnali discorsivi
- frammentarietà sintattica
dislocazioni: le lezioni, le incomincio mercoledì
tema sospeso: la linguistica, per capirci qualcosa
bisogna studiare
c'è presentativo
- pause, esitazioni ed autocorrezioni
- prevalenza della coordinazione sulla subordinazione
- semplificazione dei paradigmi
- che polivalente:
Il ragazzo che gli ho prestato il libro non si è più
fatto vedere
Questo è il cavallino che si gioca a casa, non puoi
portarlo all'asilo
(da internet)
- riduzione di tempi e modi verbali
- rafforzamento della negazione
es. non ____ mica, non ____ per niente, non ____ proprio
- forme attenuative (attimino)
- limitata variazione lessicale, frequenti ripetizioni della stessa
parola
Nello scritto, ma non nel parlato:
- fatti grafici (interpunzione, maiuscole vs. minuscole,
organizzazione del testo, ortografia...)
- maggiore programmazione
"Come tutte le 'grandi' lingue di cultura, l'italiano ha sviluppato
una gamma assai ampia di diversificazione, nella quale si
possono riconoscere specifiche varietà di lingua, determinate
dalle fondamentali dimensioni di variazione, vale a dire dai
parametri extralinguistici con cui la variazione interna alla
lingua è correlata"
(G. Berruto (1993), Varietà del repertorio, in A. A. Sobrero (a
cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol II: La
variazione e gli usi, Roma-Bari, Laterza, pag. 8)
"Nelle reali varietà d'uso della lingua spesso le varie
dimensioni si intersecano, e le relative varietà possono
determinarsi [...] contemporaneamente secondo più assi di
variazione [...]. Un italiano fortemente marcato in diatopia sarà
per lo più anche una varietà socialmente bassa; l'italiano
popolare, varietà diastratica tipica di fasce sociali non istruite,
sarà per i suoi parlanti anche una varietà diafasica, il registro
delle occasioni più formali"
(G. Berruto (1993), Varietà del repertorio, in A. A. Sobrero (a
cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol II: La
variazione e gli usi, Roma-Bari, Laterza, pag. 10)
Italiano colto, letterario,
scritto…
Italiano popolare
Dialetto o italiano dialettizzato,
colloquiale, parlato…
Italiano colto, letterario,
scritto…
Italiano popolare
Dialetto o italiano dialettizzato,
colloquiale, parlato…
Situazioni formali
Situazioni informali
Italiano colto, letterario,
scritto…
Italiano popolare
Dialetto o italiano dialettizzato,
colloquiale, parlato…
Situazioni formali
Situazioni informali
Italiano colto, letterario,
scritto…
Varietà ‘bassa’
Italiano popolare
Varietà ‘alta’
Dialetto o italiano dialettizzato,
colloquiale, parlato…
Italiano colto, letterario,
scritto…
Italiano popolare
Dialetto o italiano dialettizzato,
colloquiale, parlato…
Lingua dell’uso ‘pubblico’: burocrazia
Don Lorenzo Milani
“Io son sicuro […] che la differenza fra il mio figliolo e il vostro non è
nella quantità né nella qualità del tesoro chiuso dentro la mente e il
cuore, ma in qualcosa che è sulla soglia fra il dentro e il fuori, anzi è la
soglia stessa: la Parola.
I tesori dei vostri figli si espandono liberamente da quella finestra
spalancata. I tesori dei miei sono murati dentro per sempre e isteriliti.
Ciò che manca ai miei è dunque solo questo: il dominio sulla parola.
Sulla parola altrui per afferrarne l’intima essenza […], sulla propria
perché esprima senza sforzo e senza tradimenti le infinite ricchezze
che la mente racchiude […].
Quando il povero saprà dominare le parole come personaggi, la
tirannia del farmacista, del comiziante e del fattore sarà spezzata […].
Chiamo uomo chi è padrone della sua lingua.”
lingua
Lettera al Giornale del mattino (1956)
“Del resto bisognerebbe intendersi su cosa sia lingua corretta. Le
lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito. I ricchi
le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per
bocciarlo.
Voi dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza, parla come voi.
Appartiene alla ditta.
Invece la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo babbo.
Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla. E il babbo serio:Non si dice lalla, si dice aradio.
Ora, se è possibile, è bene che Gianni impari a dire anche radio. La
vostra lingua potrebbe fargli comodo. Ma intanto non potete cacciarlo
dalla scuola.
"Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua"; . L'ha detto la
Costituzione pensando a lui.
(Lettera a una professoressa)
Costituzione (Art. 3.)
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di
lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,
economica e sociale del Paese
«L’inguaribile tendenza alla complessità e all’affettazione è una prerogativa fissa
del nostro discorso pubblico, la quale risalta maggiormente nel confronto con le
abitudini discorsive di altri paesi.» (Dardano 1994)
«La riscossione del pedaggio viene
effettuata
dal lato in cui opera l’esattore.»
(autostrade italiane)
«Pay here»
(autostrade USA)
«La merce è esposta alla fiducia del
pubblico. La mancata regolarizzazione alle
casse costituisce reato ed è perseguibile
a norma di legge.»
(negozio di Roma)
«Thieves will be prosecuted»
(negozio di Londra)
La percezione dell'integrazione
salariale
non comporta l'instaurazione
di un rapporto di lavoro
subordinato.
Si informano i Signori Viaggiatori che,
ai sensi del Regolamento n. 56 del
19/11/1973, art. 14, essi devono munirsi
di titolo di viaggio precedentemente
all’ingresso sulla vettura.
Nelle more della verifica dello stato di
agibilità degli edifici ad uso abitativo
da parte dei tecnici comunali,
la popolazione colpita dagli eventi sismici
sarà ospitata nella palestra del liceo
Manzoni.
I lavoratori che ricevono
l'integrazione salariale
non instaurano per questo
un rapporto di lavoro subordinato
Bisogna comprare il biglietto
prima di salire sull’autobus.
Finché i tecnici comunali non
avranno
verificato che le case siano agibili,
ospiteremo le persone
colpite dal terremoto
nella palestra del liceo Manzoni.
La nozione di diasistema:
la lingua come sistema di sistemi
Competenza linguistica
e
competenza comunicativa
Il segno linguistico
unione di
un significante >
un significato >
piano dell’espressione
piano del contenuto
SEGNO: leone
Significante [le'one] (sequenza di cinque suoni)
+
Significato
‘leone’
inglese: lion
spagnolo: león
portoghese: leão
francese: lion
tedesco: Löwe
bulgaro: lăv
tswana: taw
polacco: lew
berbero: izem
basco: lehoi
albanese: luan
frisone: liuw
creolo di Haiti: lyon
occitano: leon
cheyenne: nanose'hame
hindi: shera
maltese: ljun
turco: aslan
neerlandese: leeuw
swahili: simba
finnico: leijona
russo: лев
serbo: lav / laf
greco mod.: λέων
gallese: llew
lettone: lauva
mäori: raiona
tsalagi: tv da tsi
yiddish: leib
oluta: lyon
SEGNI
arbitrari: l’espressione non somiglia al contenuto
iconici: l’espressione somiglia al contenuto
Le lingue storico-naturali sono codici
prevalentemente arbitrari
Italiano: gallo
Giapponese: 鶏: niwatori
Tedesco: Gockel
Francese: Coq
Il linguaggio animale è IMITATIVO:
- un’ape può esprimere solo tre significati;
- un’ape può solo imitare e riprodurre messaggi a cui
ha assistito.
Il linguaggio umano è CREATIVO:
- un essere umano può esprimere infiniti significati;
- un essere umano può produrre messaggi mai sentiti
prima.
Uomo vs animale
- Produttività: numero finito di elementi base >
numero infinito di combinazioni; ogni utente può
produrre e interpretare un numero infinito di messaggi
diversi.
- Ricorsività: una regola può applicarsi ripetutamente:
Es. Angelo Branduardi, La fiera dell’Est
“…e venne il bue, che bevve l’acqua, che spense il
fuoco, che bruciò il bastone, che picchiò il cane, che
morse il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato
mio padre comprò”
- Sinonimia
- Doppia articolazione
Unità di prima articolazione
Morfemi libr+o
Parole
#libro#
Unità di seconda articolazione
Fonemi
/l/, /i/, /b/, /r/, /o/
Foni
[‘libro]
- Dipendenza dalla struttura
Es. La ragazza di Pietro suona bene il pianoforte
*Il Pietro pianoforte bene di ragazza suona la
*Il pianoforte di Pietro suona bene la ragazza
Relazioni sintagmatiche vs paradigmatiche (o
associative)
Relazioni sintagmatiche (in presenza)
La ragazza di Pietro suona bene il pianoforte
Relazioni paradigmatiche / associative
(in assenza)
male
La ragazza di Pietro suona bene il pianoforte
Marco
Paolo
…
violino
contrabbasso
…
moglie, amante, sorella, cugina…
suonava, suonerà…
La lingua è fatta di differenze