R. Villa - Basilea3

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R. Villa - Basilea3
Intervista realizzata in occasione dell’entrata in vigore del nuovo accordo “Basilea 3”
Rag. Remigio Villa
Presidente dell’Unione Artigiani di Bergamo e di
Assoartigiani
L’entrata in vigore del nuovo accordo denominato “Basilea 3” riaccende il dibattito politico-economico in
merito alla necessità di coniugare stabilità e competitività nello scenario economico mondiale. In particolare
le nuove regole impongono maggiori requisiti di patrimonializzazione alle banche, affinché le stesse siano in
grado di sostenere eventuali future instabilità e crisi del sistema finanziario internazionale. La fissazione di
più severi coefficienti minimi di capitale, misurati dal rapporto tra patrimonio di vigilanza e totale delle
attività ponderate per le effettive caratteristiche di rischio, genera però preoccupazioni in ordine alla
possibilità che si pervenga ad un ulteriore restrizione del credito. L’unanime considerazione a cui si è
pervenuti in merito a questo imminente scenario è quella secondo la quale la stabilizzazione del sistema
finanziario internazionale non possa e non debba in alcun modo tradursi in un nuovo credit crunch a danno
dell’economia reale, già pesantemente colpita dalla recente crisi.
A questo proposito abbiamo chiesto un parere al Presidente dell’Unione Artigiani di Bergamo e Provincia
Rag. Remigio Villa in merito ai possibili scenari che potrebbero verificarsi in seguito a questo nuovo accordo.
Non teme che questo eccesso di rigore penalizzi sviluppo e crescita?
<< Le esigenze di solidità e l’introduzione di nuovi parametri non devono costituire un freno alla ripresa
dell’economia reale, in quanto non vi può essere stabilità in assenza di una sostanziale ripresa economica. Il
timore che possa verificarsi un’ulteriore restrizione del credito non è infondato ed in ragione di questo si
deve porre massima attenzione alle modalità e alla tempistica con le quali dovranno essere introdotte
queste nuove misure >>.
Il fatto che il processo di transizione verso i nuovi parametri sia ragionevolmente lungo e graduale sarà in
grado al tempo stesso di assicurare sostegno alle imprese e all’economia?
<< E’ indispensabile che il periodo transitorio sia sufficientemente lungo ed in linea con il consolidamento
della ripresa economica. Inoltre si dovrà tener conto delle peculiarità dei diversi contesti nazionali e dei
relativi modelli bancari vigenti >>.
Ritiene che questo nuovo accordo possa tradursi in un azione discriminante per le piccole e micro imprese?
<< Le piccole realtà temono che questi parametri possano comportare minori erogazioni di credito e a costi
più alti; infatti i tassi applicati alle imprese si riducono al crescere della dimensione nonostante il rischio per
le banche sia più concentrato in presenza di grandi imprese. Per evitare questo rischio è necessario mettere
in campo tutte le azioni necessarie ad evitare una riduzione degli impieghi destinati ai soggetti ritenuti in
genere più difficili da valutare, come le micro e piccole imprese. In particolare le associazioni di categoria
devono far valere il loro ruolo di intermediari a sostegno delle imprese nel rapporto con le banche. A tal
proposito deve essere consolidato un forte rapporto di collaborazione tra banche, associazioni e consorzi
fidi finalizzato ad una corretta e trasparente valutazione da parte delle banche del merito creditizio delle
imprese >>.
Crede che l’attuazione di parametri più stringenti per le banche possa influire sulla qualità dei finanziamenti
alle imprese?
<< Non per auto citarmi, ma già nel 2004 sul Sole 24 Ore avevo sostenuto che anziché Basilea 2 occorresse
un Basilea 3, maggiormente sensibile al patrimonio anche qualitativo delle nostre imprese. Finalmente
Basilea 3 farà sì che le banche pongano maggiore attenzione alla qualità dei progetti imprenditoriali da
finanziare. La valutazione del merito creditizio di un impresa non deve dipendere solo dal bilancio di
un’azienda, bensì anche dal suo trend di sviluppo, dai progetti e investimenti che intende attuare; bisogna
sostenere le nuove idee imprenditoriali e le opportunità di rilancio dell’occupazione, dando la necessaria
fiducia a coloro che puntano su una crescita basata su innovazione e competitività >>.
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