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Cuscini d’aria che salvano la vita LA VERSATILITÀ DELL’AIRBAG Inventato da ingegneri della NASA per i voli spaziali abitati, l’airbag entra in scena nelle automobili a partire dagli anni 1970. Oggi, si è imposto nell’industria automobilistica, ma si presta anche per numerosi altri scopi come per la protezione dalle valanghe. C ’era una volta un cacciatore che nelle montagne aveva abbattuto un camoscio e, caricatolo sulle spalle, lo stava portando a casa. Mentre camminava, improvvisamente venne sorpreso da una valanga. Travolto dal panico, si aggrappò alla sua preda, preparandosi a dire addio alla vita. Per sua somma sorpresa, tuttavia, non venne sepolto dalla massa di neve, ma si trovò in superficie. Com’era possibile? Aveva davvero avuto una fortuna sfacciata? O era forse intervenuto un angelo custode speciale? 44 75 anni upi – Il magazine AIRBAG 75 anni upi – Il magazine 45 In caso di emergenza, tirando una levetta, l’airbag si gonfia entro pochi secondi. Ebbene sì, e si trattava proprio del camoscio sulle sue spalle. Se non si fosse aggrappato a lui, probabilmente non se la sarebbe cavata così facilmente. Il trucco consisteva nel fatto che insieme all’animale la sua massa corporea era molto più grande e secondo una legge della fisica, entro un determinato tempo, le particelle di una grande massa in movimento salgono in superficie. Questo fenomeno ci è noto dal nostro quotidiano: agitando ad esempio un sacchetto di muesli per un po’ di tempo, i pezzi più grandi saliranno in superficie, mentre in fondo alla confezione resteranno soltanto le briciole. Il principio è noto come «segregazione inversa». Meno fortunati sono ogni anno i 20 appassionati di sport invernali in Svizzera che praticando il freeriding, lo sci d’alpinismo o utilizzando le racchette da neve vengono uccisi da una valanga. Per motivi pratici, ma soprattutto etici, non possiamo certo caricare un camoscio morto sulle spalle di ogni freerider o sciescursionista. Ciononostante, è possibile sfruttare il principio della segregazione inversa con l’aiuto di un airbag da 46 75 anni upi – Il magazine valanga. Si tratta di un dispositivo inserito nello zaino: in caso di emergenza, tirando una levetta, l’airbag si gonfia entro pochi secondi. In questo modo, grazie al fenomeno suesposto, la persona in difficoltà viene spinta verso la superficie. La ditta Snowpulse, che nell’autunno 2011 è stata rilevata da Mammut Sports Group, è tra gli offerenti leader a livello mondiale di questo tipo di airbag. Nel 2005 Pierre-Yves Guernier, cofondatore insieme a Yan Bechtel, ci fa visitare la fabbrica di produzione a Martigny. I palloni rossi dell’air bag sono esposti ovunque, alcuni sgonfi, altri gonfi. «Ogni singolo zaino viene sottoposto a un controllo minuzioso, che richiede almeno mezz’ora», spiega Guernier. La qualità è tenuta in massima considerazione, dal momento che «se si viene travolti da una valanga, potersi affidare a un sistema che funzioni in modo impeccabile è fondamentale.» Inoltre, i sistemi dovrebbero essere concepiti in modo tale da poter essere portati facilmente. «Il nostro prodotto si distingue proprio per la sua compattezza e legge- rezza», continua Guernier. In effetti, il dispositivo occupa poco spazio nello zaino; caratteristica fondamentale secondo Guernier: «Mentre nel frattempo gli airbag da valanga fanno parte dell’equipaggio di base dei freerider, gli sciescursionisti sono più reticenti a portare ulteriori pesi nello zaino». Dalla sua invenzione, il peso del dispositivo airbag si è tuttavia ridotto del 40%. Per Snowpulse è importante che gli sciescursionisti mettano da parte il loro scetticismo riguardo all’«airbag da valanga». Pertanto, da settembre 2012 la gamma di prodotti sarà ampliata dagli zaini ultraleggeri, concepiti appositamente per questo gruppo target. Il peso si è ridotto a 2,3 kg per una capienza complessiva di 30 litri: circa 1,1 kg in più di uno zaino tradizionale. «Basta aggiungere altre cose, come una giacca o un pullover, per arrivare allo stesso peso», sottolinea Guernier. L’airbag è concepito in modo tale da evitare traumi di testa leggeri. Ma attenzione: la sua efficacia è limitata e non costituisce in nessun caso un’alternativa al casco per sci alpino. In generale si può affermare che si consiglia l’uso di uno zaino antivalanga per praticare il freeriding, lo sci d’alpinismo e per camminare sulle racchette da neve. Nella riduzione del rischio di valanghe conta soprattutto la scelta di un itinerario al sicuro di valanghe. Senza nozioni in materia di formazione e distaccamento di valanghe e senza un’esperienza pluriennale, chi abbandona gli itinerari e le piste ufficiali mette a repentaglio la propria incolumità. Lo zaino antivalanga è l’esempio ideale per dimostrare il valore della tecnologia air bag nella prevenzione contro gli infortuni gravi. Il lavoro di ricerca procede a pieno ritmo, come ad esempio nella circolazione stradale: esistono già i primi prototipi di automobili munite di airbag da pedone, applicati sotto il cofano che, in caso di collisione con un passante, si aprono proteggendo in primo luogo la testa e il corpo della persona investita, ma anche il parabrezza e i montanti del parabrezza. Sul mercato si trovano anche da diverso tempo giubbotti airbag per centauri. La tecnologia airbag viene altresì impiegata negli sport acquatici: chi percorre da solo lunghe distanze a nuoto è più esposto al rischio di annegare, anche solo per un piccolo attacco di debolezza. I nuotatori possono ora proteggersi con una semplice cintura che in caso di emergenza si gonfia, impedendo al corpo di affondare. Lo sviluppo di questo prodotto continua, con l’obiettivo di ottenere un dispositivo completamente automatico che si attiva quando il corpo rimane immobile per un tempo definito, a partire da una determinata profondità dell’acqua. In commercio si trovano già i giubbotti airbag per gli sport di equitazione e attualmente sono in fase di sperimentazione gli airbag per sciatori che in caso di caduta dovrebbero proteggere l’intero busto. Si prevede una messa a punto dell’innovativa tecnologia entro lo svolgimento dei prossimi Giochi olimpici invernali nel 2014 a Sochi. Nel frattempo, una ditta giapponese ha addirittura sviluppato un airbag portatile che protegge la schiena, per prevenire le cadute gravi delle persone anziane. Cadendo, i cuscini d’aria si gonfiano coprendo l’occipite e i fianchi (tuttavia solo in caso di ca- dute all’indietro). L’airbag si porta come un colletto o una sciarpa e in caso di caduta si gonfia rapidamente formando una specie di casco di cuscino d’aria. Resta tuttavia da chiarire se questo dispositivo sia effettivamente in grado di soddisfare i requisiti biomeccanici richiesti per questo tipo di articoli di protezione. Al momento è certo che non potranno sostituire il classico casco per ciclisti. Il futuro tecnologico ci riserverà senz’altro l’invenzione di numerosi marchingegni, ma anche di soluzioni valide che aggiungeranno all’aria, già di per sé indispensabile alla vita, un ulteriore significato nella ricerca della prevenzione degli infortuni. DANIEL MENNA 75 anni upi – Il magazine 47