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Cuscini d’aria
che salvano
la vita
LA VERSATILITÀ DELL’AIRBAG Inventato da ingegneri
della NASA per i voli spaziali abitati, l’airbag entra in scena nelle
automobili a partire dagli anni 1970. Oggi, si è imposto
nell’industria automobilistica, ma si presta anche per numerosi
altri scopi come per la protezione dalle valanghe.
C
’era una volta un cacciatore che nelle montagne aveva abbattuto un camoscio e, caricatolo sulle spalle, lo stava portando a casa. Mentre camminava, improvvisamente venne sorpreso da una valanga. Travolto dal
panico, si aggrappò alla sua preda, preparandosi a dire addio alla vita. Per sua
somma sorpresa, tuttavia, non venne sepolto dalla massa di neve, ma si trovò in
superficie. Com’era possibile? Aveva davvero avuto una fortuna sfacciata? O era
forse intervenuto un angelo custode speciale?
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AIRBAG
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In caso di emergenza, tirando una levetta,
l’airbag si gonfia entro pochi secondi.
Ebbene sì, e si trattava proprio del camoscio
sulle sue spalle. Se non si fosse aggrappato
a lui, probabilmente non se la sarebbe cavata così facilmente. Il trucco consisteva nel
fatto che insieme all’animale la sua massa
corporea era molto più grande e secondo
una legge della fisica, entro un determinato
tempo, le particelle di una grande massa in
movimento salgono in superficie. Questo
fenomeno ci è noto dal nostro quotidiano:
agitando ad esempio un sacchetto di muesli
per un po’ di tempo, i pezzi più grandi saliranno in superficie, mentre in fondo alla
confezione resteranno soltanto le briciole.
Il principio è noto come «segregazione inversa».
Meno fortunati sono ogni anno i 20 appassionati di sport invernali in Svizzera che
praticando il freeriding, lo sci d’alpinismo
o utilizzando le racchette da neve vengono
uccisi da una valanga. Per motivi pratici, ma
soprattutto etici, non possiamo certo caricare un camoscio morto sulle spalle di ogni
freerider o sciescursionista. Ciononostante,
è possibile sfruttare il principio della segregazione inversa con l’aiuto di un airbag da
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valanga. Si tratta di un dispositivo inserito
nello zaino: in caso di emergenza, tirando
una levetta, l’airbag si gonfia entro pochi secondi. In questo modo, grazie al fenomeno
suesposto, la persona in difficoltà viene
spinta verso la superficie.
La ditta Snowpulse, che nell’autunno
2011 è stata rilevata da Mammut Sports
Group, è tra gli offerenti leader a livello
mondiale di questo tipo di airbag. Nel 2005
Pierre-Yves Guernier, cofondatore insieme a
Yan Bechtel, ci fa visitare la fabbrica di produzione a Martigny. I palloni rossi dell’air­
bag sono esposti ovunque, alcuni sgonfi,
altri gonfi. «Ogni singolo zaino viene sottoposto a un controllo minuzioso, che richiede almeno mezz’ora», spiega Guernier.
La qualità è tenuta in massima considerazione, dal momento che «se si viene travolti da una valanga, potersi affidare a un
sistema che funzioni in modo impeccabile è
fondamentale.»
Inoltre, i sistemi dovrebbero essere concepiti in modo tale da poter essere portati
facilmente. «Il nostro prodotto si distingue proprio per la sua compattezza e legge-
rezza», continua Guernier. In effetti, il dispositivo occupa poco spazio nello zaino;
caratteristica fondamentale secondo Guernier: «Mentre nel frattempo gli airbag da
valanga fanno parte dell’equipaggio di base
dei freerider, gli sciescursionisti sono più reticenti a portare ulteriori pesi nello zaino».
Dalla sua invenzione, il peso del dispositivo airbag si è tuttavia ridotto del 40%. Per
Snowpulse è importante che gli sciescursionisti mettano da parte il loro scetticismo riguardo all’«airbag da valanga». Pertanto, da
settembre 2012 la gamma di prodotti sarà
ampliata dagli zaini ultraleggeri, concepiti
appositamente per questo gruppo target. Il
peso si è ridotto a 2,3 kg per una capienza
complessiva di 30 litri: circa 1,1 kg in più
di uno zaino tradizionale. «Basta aggiungere altre cose, come una giacca o un pullover, per arrivare allo stesso peso», sottolinea Guernier.
L’airbag è concepito in modo tale da evitare traumi di testa leggeri. Ma attenzione:
la sua efficacia è limitata e non costituisce in nessun caso un’alternativa al casco
per sci alpino. In generale si può affermare
che si consiglia l’uso di uno zaino antivalanga per praticare il freeriding, lo sci d’alpinismo e per camminare sulle racchette da
neve. Nella riduzione del rischio di valanghe conta soprattutto la scelta di un itinerario al sicuro di valanghe. Senza nozioni in
materia di formazione e distaccamento di
valanghe e senza un’esperienza pluriennale,
chi abbandona gli itinerari e le piste ufficiali
mette a repentaglio la propria incolumità.
Lo zaino antivalanga è l’esempio ideale
per dimostrare il valore della tecnologia air­
bag nella prevenzione contro gli infortuni
gravi. Il lavoro di ricerca procede a pieno
ritmo, come ad esempio nella circolazione
stradale: esistono già i primi prototipi di automobili munite di airbag da pedone, applicati sotto il cofano che, in caso di collisione
con un passante, si aprono proteggendo in
primo luogo la testa e il corpo della persona
investita, ma anche il parabrezza e i montanti del parabrezza. Sul mercato si trovano
anche da diverso tempo giubbotti airbag per
centauri.
La tecnologia airbag viene altresì impiegata negli sport acquatici: chi percorre da
solo lunghe distanze a nuoto è più esposto al rischio di annegare, anche solo per
un piccolo attacco di debolezza. I nuotatori
possono ora proteggersi con una semplice
cintura che in caso di emergenza si gonfia,
impedendo al corpo di affondare. Lo sviluppo di questo prodotto continua, con l’obiettivo di ottenere un dispositivo completamente automatico che si attiva quando il
corpo rimane immobile per un tempo definito, a partire da una determinata profondità dell’acqua.
In commercio si trovano già i giubbotti
airbag per gli sport di equitazione e attualmente sono in fase di sperimentazione gli
airbag per sciatori che in caso di caduta dovrebbero proteggere l’intero busto. Si prevede una messa a punto dell’innovativa tecnologia entro lo svolgimento dei prossimi
Giochi olimpici invernali nel 2014 a Sochi.
Nel frattempo, una ditta giapponese ha
addirittura sviluppato un airbag portatile
che protegge la schiena, per prevenire le cadute gravi delle persone anziane. Cadendo,
i cuscini d’aria si gonfiano coprendo l’occipite e i fianchi (tuttavia solo in caso di ca-
dute all’indietro). L’airbag si porta come un
colletto o una sciarpa e in caso di caduta si
gonfia rapidamente formando una specie
di casco di cuscino d’aria. Resta tuttavia da
chiarire se questo dispositivo sia effettivamente in grado di soddisfare i requisiti biomeccanici richiesti per questo tipo di articoli di protezione. Al momento è certo che
non potranno sostituire il classico casco per
ciclisti.
Il futuro tecnologico ci riserverà senz’altro l’invenzione di numerosi marchingegni,
ma anche di soluzioni valide che aggiungeranno all’aria, già di per sé indispensabile
alla vita, un ulteriore significato nella ricerca della prevenzione degli infortuni.
DANIEL MENNA
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