Recita natalizia
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Recita natalizia
Recita natalizia: Caro Gesù Bambino PERSONAGGI Un bambino Un bambino africano Un bambino asiatico Un bambino europeo Un bambino americano Un bambino dell’Oceania Tre bambini (vestiti di scuro) Due ballerine: la Vita e la Luce Un angelo Seminatori di stelle Scena: una bambino sta seduto alla scrivania, vicino al presepe. La culla di Gesù Bambino è ancora vuota. Bambino (pensoso e preoccupato, con la penna in mano): Caro Gesù, oggi è la vigilia di Natale e mancano poche ore alla tua nascita! Anche quest’anno hai deciso di farci visita e così nascerai ancora una volta nel nostro mondo. Sai… le cose quaggiù non vanno tanto bene: guerre, terrorismo, catastrofi naturali e povertà ovunque. Io ti voglio bene ed è per questo che ti scrivo, proprio per metterti in guardia su quanto rischi… Entra in scena il bambino americano. Musica in sottofondo. Bambino americano: Se hai pensato di nascere nella grande America, il continente degli Indiani, dei Pellirossa, delle praterie, dei grattacieli… beh, sappi Gesù che non ti conviene tanto, perché qui i bambini come te non sono tanto fortunati! Entra in scena un bambino con un cartellone che raffigura il continente americano e si ferma accanto al bambino. A Santa Maria di Canapa, in Ecuador, ci sono indigeni, ma anche neri e coloni che vivono in pace tra loro. I bambini crescono imparando ad amare i propri fratelli diversi da loro. Le famiglie sono sempre più numerose: c’è bisogno di una nuova scuola, c’è bisogno di dare una speranza di poter studiare a tanti bambini perché possano avere un futuro migliore… fame povertà Entrano tre bambini vestiti di scuro. Ognuno pone sul cartellone dei cartoncini più piccoli con su scritti i problemi di quel continente. analfabetismo Entra in scena il bambino asiatico. Musica in sottofondo. Bambino asiatico: Se poi pensi di nascere di nuovo in Asia, il Paese del Sol Levante, povero Gesù, non hai idea di cosa rischi… Entra in scena un bambino con un cartellone che raffigura il continente asiatico e si ferma accanto al bambino. malattie Sai… ci sono terre come il Pakistan dove la miseria colpisce tutti, grandi e piccoli… oltre a non avere cibo e accade che molti adulti non ricevono informazioni sulle malattie: non sanno come curarle, e molti bambini muoiono perché non ci sono medici e ospedali… malaria, Lavoro minorile dissenteria, febbri che in Europa sono facilmente curabili che invece là fanno vittime innocenti… c’è bisogno di costruire ostelli per gli orfani dove offrire loro un pasto sicuro ogni giorno e garantirgli un’educazione. Sostanze velenose Entrano tre bambini vestiti di scuro. Ognuno pone sul cartellone dei cartoncini più piccoli con su scritti i problemi di quel continente. Entra in scena il bambino africano. Musica in sottofondo. Bambino africano: Evita l’Africa! E’ vero, è un continente bellissimo per i suoi paesaggi, le sue verdi savane, ma piegato da tanti mali! orfani Entra in scena un bambino con un cartellone che raffigura il continente africano e si ferma accanto al bambino. Sai che lì in Congo, migliaia di bambini vivono l’orrore della guerra. Moltissimi scappano dagli eserciti dove sono costretti a combattere, dove sono schiavi dei militari, costretti a lavorare nei campi per produrre cibo per gli eserciti ribelli… C’è bisogno di reinserirli nel sistema scolastico e nella società: i missionari li aiutano a superare i traumi e a cercare un nuovo orientamento nella vita. carestia guerra Entra il bambino dell’Oceania. Musica in sottofondo. analfabetismo Bambino dell’Oceania: Ah, potresti nascere in Oceania, il continente del mare, delle isole. povertà Entra in scena un bambino con un cartellone che raffigura il continente oceanico e si ferma accanto al bambino. malnutrizione Lì ti conoscono poche persone… davvero poche… non so se ti sapranno accogliere e far festa come i pastori del presepe che impazienti ti aspettavano… i missionari sono sempre più impegnati a farti conoscere: c’è bisogno di scuole e di acquistare una Bibbia per tanti bambini… Entra in scena il bambino europeo. Musica in sottofondo. Bambino: Sembra che l’unico continente dove potresti nascere è l’Europa. Il mio continente! Qui ci vive il tuo grande amico, Benedetto XVI: ci parla spesso a Tuo nome, ci dice che siamo importanti e che noi, anche se siamo bambini come Te possiamo fare tante cose per aiutare gli altri bambini del mondo! Però anche in Europa ci sono bambini che soffrono. Mancanza di strutture scolastiche sfruttamento fame Entra in scena un bambino con un cartellone che raffigura il continente europeo e si ferma accanto al bambino. In Albania le famiglie sono povere e i piccoli sono le vittime principali: non mangiano a sufficienza, no vanno a scuola… c’è bisogno di assicurare loro pasti quotidiani. Non solo: hanno diritto a studiare, a giocare come tutti noi. Caro Gesù, noi abbiamo bisogno di Te. Ma come faccio a desiderare che Tu nasca in uno di questi luoghi? Si accende una luce forte. Ma cosa succede? Cos’è questa luce? Si sente il rintocco di un orologio: è mezzanotte. Entrano in scena le due ballerine: la Vita e la Luce. Mentre la prima danza, la seconda accende le candele dei cinque continenti. Alla fine poggia la lampada sulla culla di Gesù Bambino: è nato! A piccoli passi entra in scena un Angelo e va vicino al bambino seduto alla scrivania. Angelo: Piccolo amico hai ragione! Gesù è già nato qui tra i poveri, i malati, i bambini che tu conosci… Lui è nel cuore di tutti loro… Hai visto dove è venuto al mondo… La sua non è una casa, non è un ospedale… è una mangiatoia! Non ha coperte, non ha cibo… Bambino: Ma perché Gesù che può tutto, non toglie la povertà, la malattia e aiuta questi bambini? Angelo: Gesù ha dato la vita a te, a tutti i ragazzi che sono qui stasera: voi siete importanti, voi potete aiutare i vostri fratelli in difficoltà! Bambino: Ma noi cosa possiamo fare? Siamo piccoli, come possiamo far fronte a questi grandi problemi? Angelo: Ascoltami bene: ti racconto una piccola storia, quella della più antica e più bella rete di solidarietà che abbraccia tutti i bambini del mondo! Verso la metà del 1800 il vescovo di un piccolo paese della Francia, Chermes de Forbin-Janson rimase molto colpito da un gravissimo problema che riguardava i bambini della Cina: c’era tanta povertà, le famiglie erano troppo numerose e spesso per la disperazione venivano abbandonati i neonati lungo la strada… i missionari li raccoglievano e li salvavano portandoli nelle loro case: li battezzavano e davano loro da mangiare, ma avevano tante difficoltà. Il vescovo allora, proprio come tu adesso, fece la stessa domanda a Dio: “Cosa posso fare io da solo?”. Pregò molto e alla fine ebbe una risposta: i bambini aiutano i bambini! Avrebbe chiesti aiuto ai bambini e ai ragazzi della sua diocesi. Erano tanti, si sarebbero impegnati loro ad aiutare i loro fratelli lontani e sfortunati. “Se mi promettete di recitare un’Ave Maria al giorno e se con i vostri sacrifici mi darete un soldo al mese, io insieme a voi salverò i bambini!”. Fu così che da quel momento prima i ragazzi francesi, poi di tante altre nazioni si presero cura dei bambini del mondo intero: era il 19 maggio 1843 e nasceva l’Opera dell’Infanzia Missionaria! Pensa, amico mio, da più di cento anni continua l’impegno dei ragazzi missionari e si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi bambini come te, pronti a dare una mano ai loro fratellini lontani! Entrano i Seminatori di stelle accompagnati da un canto. Angelo: Vedi amico mio: Gesù nasce nel tuo cuore e nel cuore dei tuoi genitori, dei tuoi amici, di tutte le persone, anche di quelle che non credono, per ricordarci che è nostro fratello, che siamo tutti figli di Dio. Anche quelli che nascono in America, in Asia, in Africa, in Oceania… anche se con una lingua diversa sono tutti fratelli. Guarda tu stesso, stanno arrivando i Seminatori di stelle. Oggi sono andati di casa in casa ad annunciare che Gesù è nato e grazie a loro verranno realizzati tanti progetti di solidarietà! Entrano i cinque ragazzi dei 5 continenti e presentano i progetti presenti nel sussidio “L’annuncio è la nostra festa”. Canto finale.