progetto infinito imperfetto

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progetto infinito imperfetto
Progetto Caritas “Zero Poverty”
Il lavoro svolto con gli alunni della classe quinta di Pavignano, a stretto contatto con i compagni della classe
prima della scuola media, è stato importante: appoggiandoci a Caritas abbiamo capito quanto sia esteso il
fenomeno della povertà e quale sia l'impegno che si sono assunti i Paesi ricchi per cercare di colmare il
divario tra Nord e Sud del mondo; leggendo l'elaborato dell'Area di Progetto dei ragazzi del Liceo
Psicopedagogico dello scorso anno abbiamo imparato cosa si intende per “nuove povertà” e quanto questo
fenomeno interessi da vicino anche molte famiglie della nostra città, cercando di immaginare possibili
soluzioni; grazie alla lettura del libro “Infinito Imperfetto” curato da alcuni giovani dell'associazione di
volontariato Maraja e di Lega Missionaria Studenti abbiamo conosciuto la loro esperienza in Romania ed il
loro sogno di dare una casa ai bambini che vivono situazioni di difficoltà. Al termine del progetto, a cui hanno
aderito diverse scuole, siamo stati invitati all'ITIS di Biella ed è stato emozionante esporre ai ragazzi delle
scuole superiori della provincia il nostro lavoro!
Per realizzare il progetto abbiamo riunito lavori differenti, volti a far comprendere ai bambini del II ciclo della
scuola primaria le possibili cause, i disagi ed i modi per contrastare il fenomeno della povertà.
Concretamente, il lavoro trova radici nella ricerca “Le nuove povertà” della V F del Liceo Socio Psico
Pedagogico di Biella nell'anno scolastico 2009/2010, nella proposta di “Camminancambiando” di sviluppare il
tema della povertà nel corso dell'anno scolastico 2010/2011 in tutti gli ordini di scuole biellesi e nel testo
“Infinito Imperfetto” che racchiude l'esperienza di alcuni volontari dell'Associazione Maraja e di Lega
Missionaria Studenti. Il libro narra il viaggio in Romania al fine di sostenere il “Progetto Quadrifoglio”,
creazione di case-famiglia per accogliere bimbi orfani.
Il progetto prevede, inseriti nella lettura dei diversi capitoli del testo, la definizione del termine “povertà”, i
necessari chiarimenti storico-geografici, l'approfondimento della situazione dei bambini in condizioni di
disagio e povertà.
Nuove povertà
Il concetto di povertà oggi porta con sé il concetto di esclusione sociale.
“Nuove povertà” è un'espressione che si usa dal 1985, in seguito all'indagine sul “Rapporto delle povertà in
Italia”. Essa definisce la possibilità di partecipazione alla vita sociale delle persone: povertà infatti significa
prima emarginazione e poi esclusione.
Le cause della povertà possono essere diverse, ad esempio la situazione di monoreddito: una famiglia, pur
ricevendo un solo regolare stipendio, talvolta non riesce ad affrontare le spese della famiglia, o, ancora, la
perdita del lavoro.
Spesso la prima conseguenza della nuova povertà è la disgregazione della famiglia, oppure
un'alimentazione non adeguata.
Le persone più fragili, tra coloro che faticano a trovare lavoro, sono quelle senza alcun titolo di studio.
Il problema sociale della povertà nasce dalla percezione dell'esistenza dei poveri e dalla reazione alla loro
presenza; vi sono alcuni comportamenti diffusi che si ripetono nella società attuale, ad esempio alcune
dipendenze: il consumismo sfrenato di beni che spesso non servono (le famiglie pagano a rate le vacanze, il
telefono cellulare, il lettore dvd,...).
Circa l'uguaglianza e la libertà cui ha diritto ogni persona sono stati svolti diversi studi: al primo posto c'è
sicuramente il rispetto e la partecipazione alla vita della comunità. Del disagio e delle difficoltà derivanti dalle
nuove povertà deve sicuramente farsi carico lo Stato, favorendo però la consapevolezza ed il senso del
dovere delle persone che ricevono aiuto.
Lotta alla povertà ed educazione
La povertà umana è più grave della povertà materiale poiché è la negazione delle opportunità che
consentono uno standard di vita accettabile. Una persona si definisce povera se il suo reddito è inferiore alla
soglia di povertà stabilita (che si misura in termini di disponibilità di reddito sufficiente a comprare una certa
quantità di cibo): la povertà è quindi la deprivazione del necessario materiale per soddisfare i bisogni umani
(cibo, cure sanitarie di base, istruzione, servizi essenziali, occupazione, partecipazione socio-politica); tali
bisogni devono essere garantiti dalla comunità.
Povertà è anche l'assenza di qualche basilare capacità, ad esempio la perdita, da parte di una persona,
della capacità di essere ben nutrita, adeguatamente vestita, evitare le malattie più comuni.
Nell'anno 2000 tutti i Paesi e le istituzioni sullo sviluppo del mondo hanno definito alcuni obiettivi da
raggiungere entro il 2015, ma difficilmente questi potranno essere raggiunti entro tale data, anche a causa
della crisi globale del 2008. A pagare il prezzo maggiore della crisi, sia a livello personale che a livello di
sistemi-paese, sono i poveri. Prima del 2008 erano a rischio di povertà 80 milioni di persone, tra cui 19
milioni di bambini (dati della Commissione “Europa 2020- Una strategia per una crescita intelligente,
sostenibile ed inclusiva”).
Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata della Pace 2010 sottolinea che la crisi ecologica è fortemente
connessa al concetto di sviluppo, alla visione dell'uomo e della relazione che intrattiene con i suoi simili ed il
creato. L'umanità ha dunque bisogno di un profondo rinnovamento culturale “per riscoprire quei valori che
costituiscono il solido fondamento su cui costruire un futuro migliore per tutti”. Ogni crisi attuale è, secondo il
pontefice, anche crisi morale che obbliga a riprogettare il cammino comune degli uomini.
Particolarmente obbliga ad un modo di vivere improntato alla sobrietà ed alla solidarietà.
Μ. de Certau, ne “L'invenzione del quotidiano” Roma 2001
scrive che al mutare del mondo deve corrispondere un modo diverso d'intendere il processo formativo: è
necessario che gli insegnanti escano dalla retorica dell'”esperto” ridisegnandolo quale educatore che
costruisce il mondo con la comunità con cui opera, senza per questo mettere in discussione la dimensione
relazionale dell'essere umano (l'uomo diventa uomo proprio in relazione all'alterità ed all'Alterità), ma
rendendo evidente l'obbligo della solidarietà e della cura reciproca dei soggetti in relazione.
Lottare contro la povertà significa cambiare in diversi modi il pensiero umano, proponendo una nuova
narrazione di sé e del mondo, dove la povertà non sia vista come una necessaria e sopportabile “calamità
naturale” e nuovi stili di vita per rendere concrete le comuni responsabilità nella dimensione politica e
sociale.
Quattro passaggi utili per l'educazione nella lotta alla povertà:
ASCOLTARE le realtà della povertà a partire dalle persone e dalle loro storie quotidiane, piuttosto che da
ideologie o visioni materialistiche;
OSSERVARE i fenomeni e le trasformazioni sociali cercando di capire cosa sta accadendo intorno a noi e
come siamo coinvolti;
SCEGLIERE, tra le posizioni e gli interventi che la società propone, le più adeguate per contrastare la
povertà e l'esclusione sociale, per contribuire al benessere autentico delle persone.
AGIRE coerentemente, di conseguenza, sia a livello personale che a livello comunitario, di istituzioni locali,
nazionali, mondiali.
Attraverso l'educazione si può mutare il punto di vista circa la povertà, non solo limitatamente alle dinamiche
che la provocano e la mantengono, o agli strumenti con cui combatterla, ma anche “apprendere la povertà”
attraverso l'ascolto, il dialogo, la solidarietà attiva. Comprendere che i poveri non sono “oggetto delle
politiche”, ma persone, fratelli che chiedono giustizia e non elemosina.
In questo modo è possibile riconoscere la positività di “sorella povertà” di san Francesco.
Povertà come rifiuto di comprendere l'uomo solo attraverso la dimensione economica, la povertà come
libertà e riconoscimento della relazione fondamentale con l'alterità che costituisce la ricchezza dell'umanità,
non il suo limite.
Da: A. Tosolini, “0 poverty. Agisci ora”, Edizioni Città Nuova, Roma 2010.
Intervento dei ragazzi di V all’I.T.I.S Q. Sella di Biella
I miei compagni e io frequentiamo la classe quinta della Scuola Primaria di Pavignano.
Nelle ore di Religione abbiamo attuato un progetto che abbiamo intitolato “Infinito Imperfetto”.
Ve lo raccontiamo in breve.
Per realizzare questo lavoro ci siamo avvalsi del libro realizzato dai volontari dell’Associazione Maraja,
proprio dal titolo “Infinito Imperfetto”, in cui si racconta del viaggio compiuto da alcuni ragazzi in Romania per
conoscere una realtà diversa dalla propria, con la volontà di dar vita ad una Casa-famiglia.
Abbiamo utilizzato i documenti di Caritas Europa sulle Nuove Povertà ed anche l’Area di Progetto dei
ragazzi di quinta del Liceo Psicopedagogico di Biella dello scorso anno scolastico.
Abbiamo lavorato in parallelo ai compagni della prima media della Scuola di Pavignano e ci siamo trovati per
confrontarci.
Riflettendo abbiamo capito che le cause della povertà possono essere molte, ad esempio quando in
famiglia lavora una sola persona, o anche il non avere un titolo di studio; tra gli effetti più tristi abbiamo
scoperto l’esclusione sociale, cioè il non partecipare alla vita comune.
Abbiamo parlato della carità, intesa come amore e interesse per il prossimo, capacità di condivisione e
solidarietà
Abbiamo immaginato una situazione di povertà piuttosto frequente ed anche le soluzioni possibili: abbiamo
capito che da soli è molto difficile aiutare chi è in difficoltà, ma è possibile se ci si affida a chi ha esperienza e
se si dividono i compiti.
Discutendo in classe abbiamo stabilito che per lottare contro la povertà bisogna prima di tutto non accettarla
come necessaria, poi abbiamo riconosciuto alcuni passi importanti:
ascoltare le realtà di povertà, cioè interessarsi degli altri;
osservare la società in cui si vive con attenzione per cercare di capire cosa succede intorno a noi;
scegliere le modalità adeguate per risolvere i problemi;
agire in collaborazione con le istituzioni esistenti.
Nel discorso sulla povertà abbiamo esaminato anche la situazione internazionale ed abbiamo imparato che il
mondo è “diviso in due”, con grandi differenze tra Nord, con benessere diffuso, e Sud, con livelli di vita
molto bassi.
Molte sono le cause, tra cui il basso livello di istruzione, agricoltura arretrata, forte indebitamento estero;
abbiamo scoperto che esistono organizzazioni non governative che agiscono per lo sviluppo dei popoli, le
O.N.G.
Per preservare e proteggere la dignità umana bisogna rifarsi a due principi importanti:
la responsabilità, cioè la cura che dobbiamo al mondo in cui viviamo, in ogni sua forma;
i diritti che ha ogni persona.
Entro il 2015 gli Stati dell’ONU nella lotta contro la povertà si impegnano a raggiungere questi obiettivi:
diritto al cibo ed al lavoro;
diritto a standard di vita adeguati;
diritto alla previdenza sociale;
diritto all’educazione;
diritto delle donne all’uguaglianza;
diritto alla vita;
diritto alla salute;
diritto alla salute dell’ambiente;
diritto allo sviluppo economico, sociale e culturale.