007 Consiglio regionale full

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I LAVORI DEL CONSIGLIO REGIONALE DI MARTEDI’ 14 GENNAIO
Formalizzata la nascita dei gruppi Forza Italia e Nuovo centro destra
In apertura di seduta il presidente del Consiglio regionale Michele Boffa ha
annunciato che è stata formalizzata la costituzione del gruppo Nuovo centro
destra di cui fanno parte Alessio Saso (capogruppo), Gino Garibaldi,
Franco Rocca.
Il gruppo Pdl, invece prende il nome Forza Italia e ne fanno parte Marco
Melgrati (capogruppo), Roberto Bagnasco, Roberta Gasco, Luigi Morgillo,
Matteo Rosso, Marco Scajola.
Marco Melgrati (FI), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto alla
presidenza, «vista la scissione avvenuta in seno al Popolo della libertà» di
aggiornare la collocazione dei consiglieri nell’aula: «Non chiedo che i membri
del Nuovo centro destra vengano messi nei banchi della sinistra - ha detto come sarebbe logico, visto che hanno votato la finanziaria, tuttavia una diversa
collocazione è necessaria» .
Il presidente del Consiglio regionale Michele Boffa ha risposto che, come di
consueto, gli uffici provvederanno in merito «anche per facilitare le
comunicazioni fra il capogruppo e gli altri consiglieri».
Modifiche nella composizione delle commissioni consiliari
In seguito alla nascita di due nuovi gruppi, è stata aggiornata la composizione
delle commissioni consiliari permanenti. Nelle commissioni infatti sono
rappresentati per quota parte tutti i gruppi.
Occupazione abusiva dell’ex ospedale Val d’Olivo di Alassio
Marco Melgrati (Forza Italia) ha presentato un’interrogazione sulla
segnalazione di alcuni cittadini che abitano nei pressi dell’ex ospedale Val
d’Olivo di Alassio, chiuso dalla Regione e venduto per contribuire a coprire il
deficit della sanità: «I cittadini - ha detto -vedono quotidianamente intrusi che
dimorano nella struttura abbandonata e che disturbano le famiglie che risiedono
nei pressi arrivando, addirittura, al lancio di oggetti contro i passanti. I cittadini
hanno più volte avvisato le forze dell'ordine, ma la risposta che hanno ricevuto è
stata che non si può intervenire all'interno poiché è una struttura privata e che,
se non colgono sul fatto gli extracomunitari durante la violazione di domicilio, le
forze dell’ordine non possono fare nulla». Melgrati ha, quindi chiesto alla giunta
«se intenda intervenire e, visto che l’ex ospedale deve rimanere a lungo
chiuso, perché non vengono messe in atto le procedure per l’alienazione, che
consentirebbero alla Regione Liguria di recuperare il surplus, rispetto alla
valutazione data per la vendita “fittizia” ad Arte, ed al Comune di Alassio di
recuperare il 10% del valore economico dell’operazione». Il consigliere ha
concluso: «Alla luce della decisione di spostare la Residenza sanitaria
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assistenziale dell’ospedale di Albenga parte al “Trincheri” e parte ad Andora,
quale potrà essere la destinazione d’uso della quota prevista in concessione al
Comune di Alassio? Si pensa ad una rsa o a convertirla in edilizia
convenzionata per i residenti?».
Per la giunta ha risposto l’assessore alla sanità Claudio Montaldo: «La
proprietà, e quindi la responsabilità nella gestione del bene, è cambiata: non è
più della Asl. A rispondere è Arte che è intervenuta per porre fine
all’occupazione abusiva. Successivamente agli sgomberi operati dalle forze
dell’ordine, vi sono stati nuovi episodi di occupazione e il sindaco di Alassio ha
emesso un’ordinanza con un nuovo intervento e relativa denuncia ai
Carabinieri. Sono stati chiusi tutti varchi e tutte le finestre, sono stati eseguiti
lavori di pulizia, il bando per l’alienazione di questa parte di patrimonio è stato
già emesso e sarà mia cura segnalare ad Arte le proposte emerse nel dibattito
di oggi per verificare se, venendo meno la rsa, si possa destinare l’immobile alla
realizzazione di unità abitative da destinare a residenti nel comune stesso. E’
stato previsto che Arte prenda le iniziative opportune insieme al Comune di
Alassio»
Melgrati ha replicato «Questo risolverebbe il problema della quota del 10% di
rsa prevista per il comune di Alassio. Aver attribuito all’Istituto Domenico
Trincheri di Albenga la quota di rsa di Alassio ha portato però a liste d’attesa
lunghe all’interno dell’Istituto. Il problema si può risolvere grazie anche al fatto
che la concentrazione ha portato ad una riduzione dei costi. Visto che la
soluzione di destinare la struttura ad edilizia convenzionata trova l’assenso
della giunta, solleciterò il sindaco affinché avanzi una modifica della scheda
urbanistica, prevedendo la destinazione a edilizia convenzionata. Il Comune
potrebbe così recuperare una quota di fondi con la vendita o ancora meglio una
quota di edilizia sociale. Si tratta di 4500 metri quadri che potrebbero essere
destinati a social housing per le famiglie meno abbienti di Alassio».
Imprenditrice alluvionata in stato di indigenza.
Edoardo Rixi (Lega Nord Liguria-Padania) ha presentato un’interrogazione,
sottoscritta anche da Francesco Bruzzone e Maurizio Torterolo, sul caso di
un’imprenditrice genovese di Molassana che, secondo fonti di stampa, a
seguito dell’alluvione di Genova del 2011 ha subito la completa distruzione della
sua attività commerciale. «La signora - ha spiegato il consigliere - si è appellata
a Municipio, Comune e Regione in cerca di un aiuto istituzionale senza ottenere
nulla di concreto. L’unica organizzazione che si è dimostrata solidale con
l’imprenditrice è la “Caritas” di Genova fornendo un aiuto concreto. Dopo la
distruzione totale dei locali dove svolgeva la sua attività commerciale e
l’assenza di un aiuto pubblico l’imprenditrice è caduta in un grave stato di
indigenza, avendo perso anche la casa. Fra breve, infine, dovrà anche lasciare
la stanza messa a disposizione dalla “Caritas”». Rixi ha chiesto alla giunta di
intervenire: in aula ha sottolineato che sull’erogazione di fondi pesano questioni
di natura burocratica e normativa; diversi imprenditori non avrebbero potuto
accedere ai fondi perché non erano in possesso delle garanzie richieste anche
perché, poco prima del’alluvione, alcuni di loro avevano acceso dei mutui.
Per la giunta ha risposto l’assessore allo sviluppo economico, Renzo
Guccinelli: «Il consigliere Rixi sa quanto abbiamo seguito la vicenda di questa
impresa che viveva uno stato di profonda crisi precedente all’alluvione. In
generale credo si possa sempre fare di più e meglio, ma sull’alluvione senza
dubbio noi abbiamo fatto molto. Per le imprese abbiamo fatto fronte con risorse
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regionali e chiedendo all’Unione europea la rimodulazione di fondi, già destinati
al settore imprese, ma finalizzandoli nello specifico alla voce alluvione. In
particolare sono stati istituiti due bandi, uno riservato a chi aveva subito danni
per un valore inferiore a trentamila euro ed un altro per cifre superiori ai
trentamila euro». Guccinelli ha quindi chiarito che sono stati concessi
complessivamente finanziamenti per 35 milioni di euro e ha sottolineato che
fondi comunitari, provenendo dal capitolo per le imprese, devono essere
utilizzati non per un semplice risarcimento danni, ma per la ripresa e la
continuità dell’attività produttiva, danneggiata dall’alluvione. L’assessore ha,
infine, sottolineato la necessità, per il futuro, di attivare strumenti, quali le
polizze assicurative, che in qualche modo tutelino aziende e famiglie in caso di
eventi alluvionali,
Rixi, che ha condiviso il passaggio relativo al ricorso all’utilizzo di polizze
assicurative, ha però auspicato anche il ripensamento di norme e regole che
rendono difficile, per molte imprese, l’accesso ai fondi per danni alluvionali.
Disagi igienico - ambientali nel comune di Follo.
Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) ha presentato
un’interrogazione su alcune anomalie ambientali nel Comune di Follo (Sp).
Secondo il consigliere «sono evidenti l’amianto deteriorato che ricopre le scuole
medie, capannoni e condomini; il mancato corretto funzionamento della raccolta
dei rifiuti urbani; le esondazioni degli scarichi fognari nella parte bassa del
paese». Bruzzone ha chiesto alla giunta quali iniziative intende assumere per
superare questa situazione. In aula Bruzzone si è soffermato in particolare sul
fatto che la rete fognaria è inadeguata e, in caso di piogge, spesso gli scarichi si
riversano su alcune strade, allagandole.
Per la giunta ha risposto l’assessore all’ambiente, Renata Briano che ha
sottolineato che la competenza diretta nelle materie oggetto dell’interrogazione
non è della Regione, ma del Comune. «Siamo in una fase importante - ha
aggiunto - perché la Regione sta portando avanti una legge sugli Ato ed il
piano dei rifiuti. Si tratta di due strumenti importanti per i Comuni, per il
miglioramento e l’adeguamento dei servizi». L’assessore ha poi chiarito:
«Abbiamo comunque preso contatto con il Comune di Follo. Quest’ultimo ci ha
confermato dell’esistenza di alcuni problemi che devono essere affrontati.
Riteniamo, come detto, come detto, che due validi strumenti per aiutare i
Comuni a risolvere certe problematiche possano essere sia la citata legge sugli
Ato che stiamo portando avanti, sia il piano dei rifiuti, in fase di Vas»
Bruzzone ha ringraziato l’assessore per l’interessamento e per l’aver aperto
una fase interlocutoria su argomenti non di stretta competenza regionale. Ha
quindi sollecitato la necessità di vigilare sugli allagamenti derivanti dagli scarichi
fognari inadeguati, affinché non si arrivi ad emergenze sanitarie.
Campi nomadi a Genova, Savona e nello spezzino
Su questo argomento sono state presentate alcune interrogazioni: una da
Edoardo Rixi (Lega Nord Ligutia-Padania), due da Raffaella della Bianca
(Gruppo Misto- Riformisti italiani), due da Francesco Bruzzone (Lega Nord
Liguria-Padania)
Della Bianca, dopo avere sottolineato che quando si apriranno i cantieri per i
lavori della “Gronda” il campo nomadi di via Nostra Signora della Guardia, a
Genova Bolzaneto, verrà smantellato e che le ipotesi di ricollocazione dei rom
saranno un nuovo campo da localizzare nella vallata o una collocazione in
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appartamenti di edilizia popolare, ha ricordato il mancato pagamento delle
bollette dei nomadi del campo di Bolzaneto e ha chiesto alla giunta «se la
notizia del mancato pagamento delle bollette da parte dei rom del campo di
Bolzaneto sia vera; se Regione Liguria ritenga giusto che i nomadi non paghino
la luce e l’acqua da otto anni, mentre normali cittadini se per un mese saltano
tale pagamento si vedono tagliare in immediato l’erogazione di questi servizi;
chi ha pagato, o dovrà pagare, gli arretrati di otto anni per le forniture di luce e
acqua del campo di via N. S. della Guardia».
Della Bianca in una seconda interrogazione ha evidenziato che l’aeroporto di
Genova, assieme alle stazioni ferroviarie, è uno dei luoghi di ‘accoglienza’ dei
turisti ma che nella strada di ingresso all’aeroporto di Genova «si sono
accampate diverse famiglie rom che vivono, giorno e notte, in quella zona in
assenza dei minimi requisiti igienici, costituendo un pericolo per la circolazione
ed un cattivo biglietto da visita per la città». Il consigliere ha, quindi, chiesto alla
giunta sia a conoscenza della presenza di queste famiglie rom accampate
lungo la strada di ingresso all’aeroporto e se «intenda intervenire per mettere in
sicurezza la zona a livello igienico e di decoro urbano».
Edoardo Rixi ha riscontrato che le utenze dei campi nomadi di Genova non
verrebbero pagate dalle persone che vi stazionano da almeno otto anni e che
tale importo, limitato alle sole utenze di luce ed acqua per il 2011, è di oltre 200
mila euro che, moltiplicato per otto anni, porta ad oltre 1.600.000 euro di debiti
senza considerare la tassa sulla spazzatura, le pulizie del campo e tutti i lavori
sostenuti dal Comune. Secondo Rixi gli assessori comunali avrebbero attribuito
la responsabilità al Municipio e tali utenze sarebbero state pagate alle società
eroganti con fondi pubblici «non si sa a quale titolo». Il consigliere, dopo avere
ricordato che nello stesso periodo è stata interrotta l’erogazione dell’acqua nelle
case di alcuni cittadini di Sampierdarena perché alcuni condomini erano morosi,
ha chiesto alla giunta «se vi siano altri casi sul territorio ligure di amministrazioni
locali che utilizzano impropriamente fondi pubblici per esentare determinati
cittadini dal pagamento delle utenze, creando così una situazione di
discriminazione sostanziale; se sia stato redatto un censimento dei campi
nomadi in territorio ligure; se non ritengano opportuno scrivere ai Sindaci per
conoscere la situazione dei campi nomadi abusivi, costi e ricadute sui cittadini,
onde attuare una politica regionale di ripristino della legalità». Rixi in aula ha
sottolineato che finora non ci sono state adeguate risposte da parte del
capoluogo di Regione e ha quindi evidenziato: «Da un lato si chiedono grandi
sacrifici ai liguri, già in difficoltà, dall’altro non si fa pagare nulla ai nomadi che
soggiornano nei campi». Rixi ha quindi anticipato la sua decisione di
presentare un esposto per quanto sta accadendo a livello comunale, presso la
Corte dei Conti.
Francesco Bruzzone nella prima interrogazione ha sollevato il caso dei
nomadi nel quartiere Santa Rita, a Savona, rilevando che tale presenza
«aumenta sicuramente le forme di allarmismo fra i cittadini residenti» e ha
chiesto alla giunta «se le attività ed il modo di vivere che i nomadi hanno nel
quartiere Santa Rita siano rispettose delle norme igienico sanitarie vigenti e se
le forme di bivacco attuate nei luoghi pubblici corrispondano o meno
all’integrazione più volte auspicata a parole ma impossibile nei fatti».
Bruzzone nella seconda interrogazione ha denunciato: «A Genova, in via
Bruzzo a Bolzaneto da mesi vige una situazione ingestibile a causa di una
baraccopoli a cielo aperto realizzata tra il degrado e la spazzatura dai rom;
l’adiacente greto del torrente Polcevera viene usato come una sorta di cloaca
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nella quale gli zingari della baraccopoli si lavano, buttano i rifiuti e espletano i
propri bisogni corporali. In queste condizioni - ha aggiunto - la convivenza tra i
residenti di via Bruzzo e gli occupanti abusivi sta diventando sempre più difficile
ed insostenibile e nessuna delle Istituzioni ad oggi interpellate e portate a
conoscenza del problema, ha fatto nulla a riguardo». Il consigliere ha quindi
chiesto alla giunta quali iniziative intenda intraprendere per risolvere il problema
e sgomberare il campo rom abusivo. Il consigliere in aula ha aggiunto: «Se
tolleriamo certe situazioni, allora dobbiamo consentire ad un cittadino ligure di
costruire una baracca a De Ferrari»
Per la giunta risposto l’assessore alle politiche sociali, Lorena Rambaudi
che ha puntualizzato che le politiche di inclusione dei rom sono seguite a livello
nazionale dalla presidenza del Consiglio dei ministri, con l’ausilio di un apposito
organismo che opera contro le discriminazioni e che vengono fornite precise
indicazioni alle Regioni affinché diano vita ad appositi tavoli di coordinamento.
«Abbiamo seguito queste indicazioni e a fine ottobre abbiamo costituito questo
tavolo. Ora dobbiamo attivarlo e convocare la prima riunione» ha precisato
l’assessore, spiegando che di questo organismo dovranno fare parte diversi
componenti, e tra questi anche la prefettura. L’istituzione del tavolo – spiegato –
è piuttosto complessa.. «E’ prevista anche la presenza di rappresentanti di
associazioni - ha aggiunto - e questo ha rallentato il lavoro, in quanto abbiamo
ritenuto necessario istituire una procedura formale per la manifestazione di
interesse». Il tavolo consentirà alla Regione di svolgere al meglio il ruolo di
coordinamento: «Bisogna innanzitutto fare un’analisi della situazione,
individuando i campi conosciuti e quelli abusivi» e in seguito a questo lavoro, la
Regione potrà, anche con apposite risorse, sostenere i Comuni, tenuti ad agire
ad esempio per quanto riguarda l’inserimento educativo dei bambini.
Della Bianca ha lamentato il fatto che, partire dalla mappatura, «significa
essere ancora all’anno zero».
Perplessità in questo senso sono state espresse anche da Rixi.
Bruzzone ha sottolineato: «Noi siamo favorevoli all’integrazione di chi si vuole
integrare, ma qui bisogna risolvere il problema relativo a chi non si vuole
integrare».
Drammatica situazione della Provincia di Genova
Raffaella della Bianca (Gruppo misto-Riformisti italiani) ha presentato
un’interrogazione sull’Azienda trasporti provinciali «che versa in una condizione
economicamente disastrosa e rischia il collasso. Nel 2012 - ha ricordato il
consigliere - la Provincia (assieme alla Regione ed ai Comuni) ha versato un
contributo di 23 milioni e 520 mila euro, che per il 2013 si riduce a 20 milioni e
676 mila euro. Dopo lo sciopero dei dipendenti Atp dell’8 gennaio 2013,
l’assessore Rossetti si era impegnato a fare un percorso per reperire delle
risorse (Fondi per la Formazione europei) con cui pagare i dipendenti della
Provincia che si occupavano di formazione e poter liberare tali risorse da
destinare al Trasporto pubblico locale. Circa 2 milioni e mezzo di euro». Della
Bianca ha sottolineato che Atp serve un territorio vasto che va da Moneglia a
Cogoleto ed interessa tutto l’entroterra ligure e che, senza l’Azienda dei
Trasporti Provinciali moltissimi Comuni, come Santo Stefano d’Aveto, Torriglia e
tanti altri rimarrebbero isolati «poiché privi di qualsivoglia collegamento stradale
e ferroviario». Il consigliere ha quindi chiesto alla giunta «che fine abbia fatto il
percorso che Regione Liguria, attraverso l’assessore Rossetti, si era impegnata
a seguire per individuare le risorse aggiuntive (Fondi per la Formazione)».
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Per la giunta ha risposto l’assessore alla formazione Sergio Rossetti il quale
ha ricordato che in sede tecnica sono state definite le modalità di percorso da
seguire per consentire la copertura dei costi da sostenere in materia di
formazione professionale e lavoro. Tra le misure previste ha ricordato il ricorso
all’utilizzo del Fondo sociale europeo, per sostenere almeno quota parte delle
spese del personale. Tra le altre opzioni attivabili proposte ci sono: l’impiego di
eventuali residui di risorse che le Province hanno ricevuto a titolo di
“Assistenza tecnica”, l’utilizzo di fondi trasferiti per il personale dei centri per
l’Impiego, quote dedicate dell’Accordo-crisi, spese di missione e il ricorso alla
richiesta di finanziamento aggiuntivo. Rossetti ha quindi ricordato «i 32 milioni
di euro che il ministero degli Interni deve dare alla Provincia di Genova e dei
quali finora non c’è notizia». L’assessore ha quindi annunciato la prossima
convocazione di parlamentari liguri, per invitarli a svolgere un’azione di
sollecitazione per lo sblocco dei fondi destinati alle Province. «E’ stato inferto un
colpo durissimo alla formazione professionale - ha concluso – e noi
denunciamo questa ingiustizia», ha detto.
Della Bianca ha sottolineato il fatto che sarebbe l’ora di chiarire una volta per
tute qual è il destino delle Province
Legittimità sedute consiliari dopo arresto consigliere Scialfa
Intervenendo sull’ordine dei lavori, Edoardo Rixi (Lega Nord - Liguria
Padania) ha chiesto alla presidenza del Consiglio, in quel momento attribuita al
vicepresidente Luigi Morgillo (Pdl) se il «grave provvedimento assunto nei
confronti di un consigliere regionale consenta al consiglio di funzionare
nell’interezza dei suoi poteri. Mi chiedo se, mancando uno dei membri, la
seduta viene comunque ritenuta valida se quesato porta ad una variazione del
quorum ed eventualmente cosa si prevede per La composizione delle
commissioni».
Il vicepresidente Luigi Morgillo ha risposto: «Per ora la notizia dell’arresto di
Nicolò Scialfa è stata appresa solo a mezzo stampa. Quando avremo la
comunicazione formale, riuniremo l’Ufficio di presidenza per valutare il
problema. Per il momento la validità della seduta è comunque garantita perché i
consiglieri hanno chiesto il congedo e il numero legale è stato regolarmente
verificato all’inizio della riunione» .
Lavoratori frontalieri, convocare la Consulta regionale per l'emigrazione.
Sergio Scibilia (Pd) ha presentato un’interrogazione per chiedere alla giunta di
convocare al più presto la Consulta per l'emigrazione e inserire, con priorità,
all'ordine del giorno le tematiche urgenti relative al lavoro frontaliero
consultando le organizzazioni sindacali di categoria e le associazioni dei
frontalieri. Scibilia ha rilevato che la Consulta regionale per l'emigrazione è volta
a rinsaldare i rapporti con i lavoratori liguri emigrati e le loro comunità; che è
compito della Consulta formulare proposte ed esprimere pareri sulla
promozione di forme di collaborazione con gli organi dello Stato e con le altre
Regioni e che dunque può svolgere un ruolo propositivo nell'ambito di tematiche
lavorative che coinvolgono lavoratori migranti. «I frontalieri sono considerati a
tutti gli effetti lavoratori migranti che lavorano all'estero - ha concluso - ma c'è
forte apprensione, da parte dei lavoratori e delle autorità istituzionali
dell'estremo Ponente, circa la possibilità di delocalizzazione di numerose
fabbriche attualmente operanti nel Principato di Monaco che occupano molti
lavoratori italiani. Inoltre la materia del lavoro frontaliero e le sue prospettive
sono in continua evoluzione e la Consulta regionale, vista la sua composizione,
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si pone come autorevole interlocutore e interprete. Il frontalierato è un problema
tipico della nostra regione e andrebbe gestito da una consulta ad hoc».
Per la giunta ha risposto l’assessore all’emigrazione e al lavoro Giovanni
Vesco: «Il ruolo della consulta è centrale. Oltre a dare pareri in materia di
emigrazione deve prestare grande attenzione ai frontalieri che sono numerosi e
rappresentano un’opportunità occupazionale rilevante nella provincia di Imperia.
Dei quattro esperti di nomina regionale due sono i rappresentanti di due
associazioni frontaliere e, all’interno della consulta, abbiamo previsto una
sottocommissione che garantisca uno spazio di confronto sul lavoro
transfrontaliero. La questione più spinosa è quella economica: le risorse che
avevamo a disposizione sono state tagliate. Il capitolo è ridotto a un decimo di
quello degli anni scorsi e abbiamo difficoltà a pagare i rimborsi spese per i
viaggi. Visto che per legge è prevista la convocazione almeno una volta
all’anno della consulta, nella prossima riunione porremo alla sua attenzione un
piano di interventi e l’esigenza di organizzare una consulta monotematica.
Molte richieste in questo senso ci sono giunte dalle diverse associazioni».
Sergio Scibilia ha replicato: «Avanzerò una proposta di legge per creare una
consulta specifica di carattere regionale per i frontalieri. Può essere una
struttura snella con una sede all’interno delle istituzioni già esistenti e quindi a
costo zero. Il suo scopo dovrebbe essere quello di esaminare la situazione
specifica dei frontalieri, che è diversa da quella degli emigrati. Fino a qualche
anno fa il lavoro nel Principato di Monaco era una certezza, ora i problemi si
affacciano anche lì. Occorre affrontarli subito attraverso qualcosa di specifico e
diverso dalla consulta per l’immigrazione» .
Ritardi nella raccolta differenziata
Roberto Bagnasco (Fi) con un’interrogazione sottoscritta anche da Marco
Melgrati, Matteo Rosso, Marco Scajola, Luigi Morgillo, Roberta Gasco (Fi)
e Alessio Saso, Gino Garibaldi e Franco Rocca (Ncd), Aldo Siri e Lorenzo
Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente), Francesco Bruzzone e
Maurizio Torterolo (Lega Nord Liguria Padania) ha affrontato la questione
relativa alla raccolta differenziata. Bagnasco ha evidenziato che la Liguria non è
ancora allineata con gli obiettivi fissati dalla normativa che in base al decreto
legislativo 152 del 2006 fissa il limite minimo al 65 per cento. «Di fatto – ha
detto Bagnasco- nel 2012 si è raggiunto un livello stimato di circa il 35 per
cento. Fra il 2006 ed il 2011 nessuno dei 235 Comuni liguri, fatta eccezione per
poche unità, ha raggiunto le percentuali di raccolta differenziata stabilite dalla
legge. Per altri in Italia un solo Comune capoluogo di Regione (Trento) nel 2011
ha conseguito gli obiettivi di raccolta differenziata stabiliti per legge. La
deliberazione della giunta regionale ligure del 21 luglio 2013 certifica che anche
nel 2012 dei 235 comuni liguri solo 5 (Arnasco, Noli, Pietra Ligure, Vendone e
Villanova d’Albenga) hanno raggiunto l’obiettivo del 65 per cento. Occorre
rimarcare che la sentenza 83/2013 della Corte dei Conti - Sezione
Giurisdizionale per la Regione Liguria - ha condannato gli amministratori ed il
funzionario responsabile del Settore Ambiente del Comune di Recco al
risarcimento del danno erariale nella misura complessiva di 182.793 euro,
cagionato dal mancato raggiungimento del limite percentuale minimo di raccolta
differenziata. Tanto gli amministratori del Comune di Recco, quanto la Procura
Generale della Corte dei Conti della Liguria hanno proposto appello avverso la
sentenza. Lo scorso 26 giugno è stato approvato all’unanimità in Consiglio
regionale l’ordine del giorno, che impegna il presidente della Regione e
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l’assessore competente a sollecitare il Ministro all'Ambiente, Andrea Orlando, a
porre un’effettiva e concreta attenzione ad una vicenda che, potenzialmente,
coinvolge la quasi totalità dei comuni liguri (17 dei quali già “attenzionati” dalla
Procura della Corte dei Conti) e che potrebbe avere effetti devastanti su tutto il
territorio nazionale. Bagnasco ha quindi chiesto alla giunta «quali azioni
concrete siano state intraprese dalla Regione Liguria, a seguito
dell’approvazione all’unanimità in Consiglio dell’ordine del giorno, per
modificare le percentuali di raccolta differenziata o prorogare i termini per il
raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa e per non configurare il
danno erariale per i Comuni che abbiano dimostrato di aver migliorato
costantemente le percentuali di raccolta differenziata a partire dal 2006».
Bagnasco ha chiesto, inoltre, se sia stata prediposta una proposta di legge per
favorire una politica a livello regionale che consenta di gestire efficacemente il
sistema di raccolta differenziata e se sia stata attivata anche una procedura di
accordo di programma tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Liguria ed enti
locali per consentire una deroga rispetto agli obiettivi fissati dalla normativa
nazionale sulla base di motivazioni di carattere tecnico, ambientale ed
economico.
Per la giunta ha risposto l’assessore all’ambiente Renata Briano affermando:
«La giunta ha licenziato un apposito piano che avrà un suo iter nei prossimi sei
mesi coinvolgendo appieno il Consiglio regionale. Non rigettiamo l’obiettivo del
65% di differenziata ma prevediamo un percorso a step. Contemporaneamente
ci siamo mossi a livello nazionale perché la normativa sia modificata visto che
di fatto nessun capoluogo di provincia ha raggiunto l’obiettivo. Capofila di
questa azione è la regione Piemonte. Vogliamo obiettivi ambiziosi ma realistici.
E questo anche perché noi abbiamo una difficoltà in più rispetto ad altri territori:
gli alti movimenti turistici che portano alcuni mesi all’anno alla moltiplicazione
dei residenti e quindi dei rifiuti prodotti. Per questo chiediamo una modifica del
quadro normativo sulla base delle oggettive situazioni territoriali. I criteri e i limiti
fissati dall’Ue erano più restrittivi per l’Italia e una proposta del ministero è
all’attenzione del parlamento per modificare la normativa nazionale».
Roberto Bagnasco si è detto «assolutamente insoddisfatto» della risposta.
«Siamo pronti a fare tutto il possibile, ma visti ritardi accumulati, raggiungere
oggi l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata è utopistico e anche un
recupero rappresenta un problema di non facile soluzione. Occorre lavorare
insieme, maggioranza e opposizione, per evitare che si determino le condizioni
per una sanzione generalizzata per inadempienza. Chiedo di essere tenuto
informato delle iniziative man mano che la Regione le prenderà».
Mancanza deposito bagagli all’aeroporto di Genova
Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) ha illustrato
un’interrogazione con la quale ha messo in luce i disservizi riguardanti
l’aeroporto genovese e le altre infrastrutture di accoglienza: più di una volta
sono stati registrate lamentele da parte di turisti in attesa di imbarco. Lo scorso
29 settembre - ha raccontato Siri - un gruppo di cinquecento crocieristi sbarcato
al mattino da una nave è stato costretto a restare in aeroporto tutto il giorno in
attesa di prendere i voli programmati la sera, in quanto lo scalo aeroportuale
non è dotato di un deposito dove lasciare in custodia temporanea i bagagli.
Questi crocieristi, secondo quanto riportata Siri, avrebbero volentieri approfittato
dei tempi di attesa per visitare Genova. Il consigliere ha rimarcato che «il
rapporto tra turista di transito e aumento dei benefici economici risulta sempre
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più consolidato e anche l’aeroporto di Genova dovrebbe intercettare il mercato
turistico, in questo caso, anche quello crocieristico, gestendo al meglio
l’accoglienza ed i servizi in modo da offrire al turista la possibilità di visitare la
città, i suoi musei, le mostre, fare shopping e, quindi, spendere, invece di
costringerlo a stare - per ore - nel terminal aeroportuale». Siri, infine, ha
sottolineato, che molti aeroporti italiani, ad esempio Pisa, Bergamo, Bologna e
Olbia hanno già adottato questa politica di integrazione tra scalo e città per
promuovere il turismo. Siri, infine, ha chiesto alla giunta se la Regione intenda
adottare una politica di collaborazione con Comune, aeroporto, compagnie
aeree e crocieristiche ed operatori turistici al fine di potenziare i servizi e
l’accoglienza turistica, al fine di incentivare i flussi turistici nella città di Genova.
Per la giunta ha risposto l’assessore al Turismo Berlangeri: «Ringrazio il
consigliere per la segnalazione. Ricordo che un aspetto fondamentale riguarda
non solo i turisti dell’aeroporto ma tutti». Berlangieri ha sottolineato l’importanza
della stazione marittima dove ci sono circa 800 mila transiti-sbarchi e che
dovrebbe diventare il 3° porto crocieristico d’Ital ia. Per quanto riguarda il caso
sollevato da Siri ha aggiunto: «Abbiamo chiesto all’aeroporto, nella procedura di
generale riqualificazione dello scalo, uno spazio ad hoc per i bagagli che è un
servizio di confort, quindi non è una spesa ma un investimento per il futuro». Su
questi temi e anche per lo sviluppo dei collegamenti per raggiungere dallo scalo
altre destinazioni è già stato programmato un imminente incontro.
Aldo Siri ha ribadito: «L’immagine della Liguria passa anche dall’immagine
dell’aeroporto di Genova Sestri che dobbiamo rendere presentabile anche in
vista di Expo 2015». .
Ricetta elettronica
Sull’introduzione della ricetta elettronica sono state presentate tre
interrogazioni, una sottoscritta da Matteo Rosso (Fi), una di Aldo Siri (Liste
civiche per Biasotti presidente) e la terza da Francesco Bruzzone (Lega
Nord Liguria-Padania).
Rosso nella sua interrogazione ha denunciato «disservizi relativi all’utilizzo
delle ricette elettroniche, ricette che consentirebbero ai pazienti di poter contare
su servizi tecnologicamente migliori e più veloci» e ha ricordato che la Regione
Liguria, rischia una multa di alcuni milioni di euro paventando le pesanti
conseguenze e i disagi per pazienti ed operatori sanitari. Rosso ha quindi
chiesto alla giunta entro che data sia previsto l’avvio della ricetta elettronica in
modo tale da evitare ulteriori spese e ha sottolineato la necessità di un
programma e di una linea telefonica dedicata a disposizione dei medici sia nel
primo che nel secondo studio.
Siri ha ricordato il recente accordo siglato dalla Regione con i medici di
famiglia, che prevede un percorso di digitalizzazione delle prescrizioni mediche,
finalizzato alla completa sostituzione della ricetta su carta ed alla condivisone
informatica di tutte le informazioni inerenti i pazienti. Secondo Siri la Regione
«avrebbe dovuto attivare gli investimenti necessari a introdurre le necessarie
strutture tecnologiche e informatiche per la gestione dei nuovi flussi telematici di
informazioni». Il consigliere ha, quindi, ricordato le denuncie d’immobilismo e
disorganizzazione a carico della Regione Liguria espresse dai sindacati dei
medici di famiglia. «Il termine ultimo per l’introduzione della ricetta elettronica ha ricordato - era stato fissato per il mese di ottobre, pena una multa
milionaria». Siri ha quindi chiesto alla giunta l’effettivo stato di avanzamento
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degli interventi necessari all’avvio della procedura e garanzie sul fatto che non
si incorra nel pagamento di ingiustificabili multe.
Bruzzone ha sottolineato che i medici di famiglia hanno deciso di rivolgersi ad
un legale per redigere una diffida alla Regione in merito alla querelle sul
secondo studio a cui l’Ente non vorrebbe pagare l’applicazione informatica
necessaria per emettere la ricetta elettronica e ha rimarcato che circa 800 sui
1200 medici di famiglia operano su almeno due studi e che il dispositivo di
Datasiel necessario a far partire il servizio di ricetta elettronica non può essere
acquistato a spese del medico stesso. Secondo Bruzzone la situazione rischia
di far chiudere diversi studi medici mentre la Giunta sull’argomento ha dato
risposte non soddisfacenti.
Per la giunta ha risposto l’assessore alla salute Claudio Montaldo: «La
ricetta elettronica sostituisce un complesso e farraginoso meccanismo che
vedeva i medici consegnare le ricette ai pazienti e le farmacie inviarle al centro
di raccolta regionale che poi le trasmette al ministero. Grazie alla ricetta
elettronica il medico invia direttamente al centro di raccolta regionale e da qui al
ministero. Però questa è solo la prima fase. Infatti oggi il paziente riceve ancora
anche il cartaceo. Mentre si sta introducendo questo meccanismo,
parallelamente si sta lavorando alla dematerializzazione della ricetta, che è
cosa diversa dalla ricetta elettronica: grazie a questo sistema, il medico invia
prescrizioni e ricette a un server e il paziente, tramite una password riceve le
medicine o le prestazioni richieste senza bisogno di utilizzare la carta. Come
Regione Liguria siamo impegnati in entrambi in fronti. Nonostante un iniziale
ritardo in autunno siamo partiti con molta determinazione: il sistema sanitario
fornirà la linea di collegamento e i servizi telematici ai medici. Noi – ha
sottolineato - stiamo pagando a ogni medico sia la linea che gli strumenti
telematici e questo accade dal 2013. Non corriamo quindi alcun rischio di
sanzioni. C’è ancora il problema dei secondi studi, le asl hanno autorizzato le
installazioni nelle zone disagiate, per garantire tutti i collegamenti occorre una
forzatura. Ho convocato i rappresentanti dei medici il 23 e definiremo un’intesa
per realizzare una linea oppure strumenti di tecnologie portatili: a questo sta
lavorando Datasiel. Già lo scorso anno erano collegati al sistema di ricettazione
elettronica la quasi totalità dei medici dipendenti e degli specialisti. Per la
dematerializzazione abbiamo un confronto aperto anche con i farmacisti. Loro
rappresentano un segmento importante per garantire il passaggio diretto della
ricetta al data-base e poi alla farmacia ed infine al paziente grazie a una
password »
Matteo Rosso ha chiesto quanti secondi studi ancora mancano di
collegamenti.
Aldo Siri credo si possa arrivare a risolvere tutti i casi
Francesco Bruzzone ha espresso una «moderata soddisfazione» per la
risposta e ha chiesto dati più precisi.
Preservare e potenziare il ruolo strategico di Piaggio Aero di Genova
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, prima firma congiunta di
Matteo Rosso di Fi e Antonino Miceri del Pd e sottoscritto da tutti i gruppi,
che impegna la giunta a “sollecitare il prefetto di Genova perché possa
trasmettere al Governo, e per la precisione ai ministri della Difesa e dello
Sviluppo economico, con la necessaria urgenza, l’insieme delle motivazioni
volte a mantenere l’equilibrio produttivo sancito dall’Accordo di programma del
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2008, equilibrio che rappresenta un valore strategico per il reale e effettivo
rilancio della Piaggio Aero Industries in Liguria e quindi in Italia”. Nel documento
si invita la Regione a cercare anche “un contatto diretto con l’amministratore
delegato e gli azionisti esteri di Piaggio Areo Industries per rappresentare loro
tutte le potenzialità del sistema logistico industriale genovese in termini di
opportunità concrete di collaborazioni con altre realtà locali dell’hi-tech, come
quella già operativamente avviata con Selex Es, presentando i percorsi di
ricerca e innovazione nell’ambito del processo di Genova Smart City”. L’ordine
del giorno approvato oggi, inoltre, impegna la giunta a “confermare che tutte le
aree utilizzate dall’azienda in prossimità dell’aeroporto cittadino mantengano
l’attuale destinazione industriale e a costruire un Osservatorio permanente sulle
attività produttive che faciliti le sinergie degli Erzelli, la facoltà di ingegneria
dell’università di Genova . Tale Osservatorio deve avere l’obbiettivo non solo di
favorire la presenza e il rilancio sul territorio di Piaggio Aero, ma di attirare
realtà produttive nel campo della tecnologia di ultima generazione”: La giunta,
infine, deve ”verificare che nel piano industriale siano previste al fianco di uno
sviluppo europeo del centro di attività di manutenzione e assistenza, sito
nell’aeroporto Colombo, le linee di produzione delle nuove versioni del P180.
Garanzia prevista peraltro nell’Accordo di programma e indirizzata alla tutela
delle prospettive occupazionali presso l’importante sito produttivo genovese che
tale deve rimanere”.
No ai rincari delle tariffe autostradali
E’ stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, primo firmatario Edoardo
Rixi (Lega Nord Liguria-Padania) e sottoscritto da gruppi di maggioranza
minoranza, che impegna la giunta a “far presente al Governo nazionale la grave
situazione della rete autostradale ligure al fine di una riduzione dei costi delle
tratte”. Nel documento si ricorda che il primo gennaio sono scattati i nuovi
aumenti tariffari sulla rete nazionale per una media del 3,9% “da aggiungere ai
ritocchi già applicati l’estate scorsa con picchi di oltre l’8%” e si rileva che in
Liguria si va dal 4,43 delle tratte gestite da Autostrade per l’Italia, passando al
2,78 applicato da Autostrada dei Fiori a Ponente, al 3,07% della Salt nello
spezzino fino all’1,60 della Savona-Torino. Nel testo si sottolinea, infine, che
“l’Osservatorio nazionale sulle liberalizzazioni dei trasporti ha denunciato che
ormai da anni gli aumenti dei pedaggi finiscono con l’accumulare ingenti flussi
di cassa dei concessionari autostradali; purtroppo sono investimenti in attività
finanziarie o finalizzati o utilizzati per nuove partecipazioni societarie, anziché
essere impegnati in nuovi servizi o nuove opere per gli automobilisti, come
promesso per giustificare questi incrementi”. I rincari – spiegano i firmatari del
documento – non hanno risparmiato nemmeno le aree alluvionate dello
spezzino “al contrario dei promessi sconti sui pedaggi delle zone più colpite” e
tali rincari sarebbero concentrati nelle zone del Nord Italia.
Studenti in Consiglio
La seduta odierna è stata seguita in aula dagli alunni della quinta classe
elementare della scuola primaria di Leca di Albenga.
Il presidente del Consiglio regionale Michele Boffa ha rivolto ai giovanissimi
studenti il saluto di tutta l’Assemblea legislativa.
A ciascun alunno è stata consegnata una copia del volume, edito dal Consiglio
regionale, “Le carte a garanzia dei diritti del cittadino” che contiene la
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Carta dei diritti fondamentali
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dell’Unione Europea, la Costituzione della Repubblica Italiana e lo Statuto della
Regione Liguria.
Assenti: Fusco, Piredda, Scialfa
Quorum: 19 voti
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