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ECHI DAL MONDO tramortito e pensoso lasciandomi prendere da un profondo e dolcissimo senso di smarrimento e certezza nel contempo. Restai in silenzio come tutti quelli che andavano e venivano e mi lasciai pervadere da un profondo spirito di speranza. Quando uscii e mi fermai a guardare la Porta di Brandeburgo, respirai profondamente quasi sentendo il profumo dei tigli che erano ancora spogli dall’inverno appena trascorso. Quel monumento eretto più di 200 anni orsono fu pensato inizialmente come Porta della Pace dove doveva venire messa una statua che avrebbe dovuto rappresentare il trionfo della pace. Sopra vi venne eretta invece la famosa quadriglia di Schadow con la quale la dea della pace Eirene, entra in città. porto sempre nella mia borsa da viaggio il foglietto di quella visita e quando mi capita di rivederlo, magari quando sono lontano e solo, lo rileggo e rivivo quella speranza che deve restare sempre viva, di un mondo migliore il divenire del quale anch’io posso e devo contribuire a realizzare.Y «Quei pochi ma per me lunghi momenti trascorsi in quella piccola stanza, quelle sensazioni, quel silenzio mi avevano dato una impensata forza interiore» Nel corso della storia, specie sotto il regime nazista, la Porta di Brandeburgo fu spesso abusivamente usata per fini politici e propagandistici di supremazia e di odio. Per decenni fu simbolo della divisione della città di Berlino e del mondo. Con la caduta del muro è diventata simbolo e speranza di un futuro di pace per la Germania, l’Europa ed il mondo intero. Continuai poi il mio girare per la città, l’aria era abbastanza fredda ma splendeva un discreto sole. Ogni cosa che vedevo, che ammiravo, che osservavo mi pareva diversa. Quei pochi ma per me lunghi momenti trascorsi in quella piccola stanza, quelle sensazioni, quel silenzio mi avevano dato una impensata forza interiore. Mi avevano dato una nuova speranza, una speranza di pace, di comprensione e fratellanza tra tutti gli uomini a partire dai rapporti con chi mi è vicino, con chi ci è vicino. Una speranza che nasce dall’interno di ognuno di noi e basta così poco per scoprirla, basta solo un poco di silenzio. Dio solo sa di quanto silenzio abbiamo bisogno. Mi sovviene spesso il ricordo di quel giorno, continua da pagina 5 Permettimi ancora una domanda un po’ provocatoria…Per caso, il fatto che nessuno se la senta di stare con te, non è dovuto al tuo «caratteraccio» per cui sarebbe arduo, per non dire impossibile, convivere con te? Saresti opprimente, non rispetteresti la libertà degli individui e la loro spontaneità, ti divertiresti a umiliare, a colpevolizzare, a schiacciare le persone… Smettila, per favore, con questi discorsi idioti. Non crederai mica a tali baggianate? Quale equivoco, amico mio! Io sto dalla parte della libertà. Se ci pensi bene, io conferisco certificati di libertà e dignità alle persone. Riconosco solennemente il loro valore. In che senso? Nel senso che un uomo è libero soltanto se è pienamente responsabile, e rifiuta sdegnosamente di considerarsi una marionetta i cui fili sono mossi dagli altri. Per concludere, chi è per te un uomo onesto? L’uomo onesto è quello che, vedendomi sola, rifiutata da tutti, sprezzantemente respinta dalla gente cosiddetta perbene, ammette: «E’ mia! Me la prendo io!»Y 7