MIRA di Irina Possamai
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MIRA di Irina Possamai
MIRA di Irina Possamai Mira è la storia di una donna che parte verso Est alla ricerca del padre di suo figlio. Nel suo viaggio incontra una vecchia, un bambino e un’altra donna incinta che ha subito la violenza di un soldato. Il nome Mira, che significa ammirare ma anche universo, vuole essere insieme uno scongiuro contro la guerra e un augurio di pace. Nel dramma musicale è presente un intermezzo corale, Ballata della vita e della morte che assomiglia ad una nenia arcaica, al canto notturno di una madre che vuol far dimenticare al proprio figlio il male del mondo. La Ballata ripropone i grandi interrogativi dell’esistenza umana e consente al testo di adattarsi ad ogni contesto storico. Linda Canciani - Mira Valentina Paronetto – vecchia, soldato, sorella, donna, bambino Irina Possamai - testo e regia Annamaria Federici – musiche originali Davide Poloni - assistenza tecnica Commento di uno spettatore : “Mira, una donna che parte verso Est alla ricerca del padre di suo figlio mi ha subito portato in uno stato di tensione. L'Est con il suo misterioso levar del sole non mi ha mai dato certezza e mi ha messo sull'attenti, credo che l'umanità tutta guardi con favore l'ovest. Sin dall'inizio dello spettacolo, con le prime voci, è iniziato un viaggio, per me un viaggio dell'anima attraverso le varie fasi della vita, l'attesa (donna incinta) la giovane, la vecchia, la tristezza del soldato con la guerra che porta con sè, il tutto accompagnato dalla musica e a volte il coro per rafforzare le struggenti immagini o per ‘rallegrare’ un tentativo di ballata in un sistema di suoni, un'atmosfera che avvolge la scena e le sue brave attrici. A volte le voci sembravano altri suoni, l'uno contrappunto dell'altro. Complimenti per aver saputo rapire il pubblico portandolo a diventare partecipe-protagonista tra voci e suoni nel dubbio dell'umanita di ogni tempo, ‘la vita e la morte’. Quest’ultima frase è stata una corale affermazione fatta a caldo con alcuni amici venuti con me quella sera a Borbiago. Alla fine il lunghissimo meritato battimano sinceramente con un po’ di tristezza. Lo spettacolo era finito!” Bruno Spalaore La presentazione dell'associazione come le gemme di Oné di Fonte: Mira è un poemetto drammatico, lirico e musicale scritto e diretto da Irina Possamai. La terra di Tito, insanguinata dalla guerra, offre all’autrice lo spunto per una riflessione di carattere universale - sul ciclo della vita e della morte, - su passato, presente e futuro, - sul destino e - sulla necessità di ribellarsi al destino stesso. Mira in serbo significa universo. Come avrete letto, Mira è la storia di una donna, moglie e madre che parte verso Est alla ricerca del padre di suo figlio. Nel suo viaggio, incontra una vecchia, un bambino e una donna incinta, che ha subito la violenza di un soldato. Il personaggio della vecchia rappresenta il passato e la fine della vita: l’autrice rimanda al mito greco-romano delle tre Parche che presiedevano al destino degli uomini, filando una il filo della vita, l’altra donando a ognuno il suo destino e l’altra ancora tagliando il filo al momento stabilito. Negli altri personaggi di Mira, del bambino e della donna incinta contro la sua volontà ma che darà comunque la vita al bambino che aspetta, l’autrice rappresenta invece la vita e il suo divenire, e la necessità di ribellione ad un destino di dolore e di violenza, di guerra e di morte, per un futuro di vita e di pace. L’intermezzo musicale corale della Ballata della vita e della morte esprime in modo suggestivo e struggente che occorre prendere insegnamento dalla storia, ripensare il presente e agire per un progresso civile e sociale, onde sradicare alla radice la violenza e in particolare la violenza sulle donne. Mira è interpretata da Linda Margherita Canciani.Valentina Paronetto interpreta la sorella, il bambino, la donna incinta, la vecchia e il soldato. Entrambe compongono il coro che ci racconta la storia delle donne, la nostra storia. La musica è offerta da Annamaria Federici mentre l’assistenza tecnica è garantita da Davide Poloni, un uomo capace di integrarsi costruttivamente in un gruppo di donne artiste.