rapporto nazionale sul riutilizzo 2012

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rapporto nazionale sul riutilizzo 2012
RAPPORTO NAZIONALE SUL RIUTILIZZO 2012
A cura del Centro di Ricerca Economica e Sociale Occhio del Riciclone
Con il Patrocinio Morale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
e-mail www.occhiodelriciclone.com
FOCUS: LA RIPARAZIONE TRA CRISI E RICRESCITA
Gli italiani stanno cambiando i loro stili di vita lasciandosi alle spalle l'usa e getta in favore
di approcci al consumo più consapevoli e sobri? Da numerosi articoli apparsi sui media
nazionali nell'ultimo anno, la crisi e una maggiore consapevolezza ambientale tra gli
italiani sembrano aver contribuito a far riscoprire la sana abitudine del riparare prima della
sostituzione di un abito, un mobile, un elettrodomestico.
Le sirene della pubblicità sembrano ammaliare sempre meno gli italiani nelle loro scelte di
acquisto del nuovo, specie per alcuni articoli come i grandi elettrodomestici, i cosidetti
“Bianchi” (frigoriferi, lavatrici) che solo il 13,6% dichiara di voler sostituire nei prossimi tre
mesi, mentre cresce l'appeal per gli elettromestici “Bruni” (Tv, hi-fi) che interessano il
18,2% e per tablet/e-book e telefonia, che si attestano rispettivamente al 19,8% e
all'11,2%.
A rivelarlo è l' Osservatorio mensile Findomestic Banca, che lo scorso novembre, in
collaborazione con IPSOS, ha pubblicato un rapporto sulle intenzioni d'acquisto a tre mesi
degli italiani (con dati di ottobre 2012).
C'è da dire che anche per quei beni dove si registra una leggera crescita, è in calo la
disponibilità economica di coloro che voglio acquistare il nuovo, per i quali si prevede
comunque di spendere di meno rispetto al passato. La spesa delle famiglie per l'acquisto
di nuovi beni, rivela ancora lo studio, è scesa del 3,3% rispetto al 2011.
Basta questo a spiegare la riscoperta della riparazione come opzione preferibile
all'acquisto del nuovo?
Secondo Lorenzo Bellachioma (Presidente ARE Torino e Vicepresidente Nazionale
CNA Installatori e Manutentori con delega ai Riparatori Elettrodomestici)
“ultimamente, per effetto della crisi in atto, c’è una piccola tendenza a riparare di più e non
perché sia più conveniente ma per effetto della riduzione del credito al consumo, che
spingeva molte famiglie ad acquistare un nuovo prodotto con pagamento rateale
contrariamente alla riparazione da pagare subito”.
E' d'accordo anche Paolo Gianassi (Coordinatore della Confederazione Nazionale
dell’Artigianato nell’Area Empolese Valdelsa) che riassumendo l’andamento locale del
settore della riparazione segnala come “La crisi economica induce sicuramente le persone
ad acquistare meno e a puntare maggiormente sulla riparazione”, ma sottolineando che “la
ricrescita del settore della riparazione riguarda sopratutto le apparecchiature elettroniche”.
Lorenzo Bellachioma precisa poi che non per tutte le apparecchiature elettroniche si
ricorre alla riparazione.“Tra gli elettrodomestici bianchi, generalmente solo i prodotti di alta
gamma vengono riparati, e se il costo della riparazione non supera i 150-200 euro. Si
riparano di più e subito le lavatrici ed i frigoriferi, oggetti indispensabili per le famiglie.
Subito dopo viene il televisore. Gli altri elettrodomestici, Ped (piccoli elettrodomestici n.d.r.)
e lavastoviglie, vengono riparati solo se si può”.
Secondo Bellachioma, il settore dei riparatori di elettrodomestici, in verità, è sempre più in
crisi “gli addetti alle riparazioni di elettrodomestici tra Bianchi (grandi), PED (piccoli
elettrodomestici) e Bruno (audio video TV) sono in Italia circa 4000 con una diminuzione
continua. Si stima che il rapporto tra le aziende che chiudono e quelle che aprono sia di
circa 5 a 1, significa quindi una forte diminuzione degli addetti”.
Le ragioni, secondo il Vicepresidente Nazionale CNA Installatori e Manutentori con
delega ai Riparatori Elettrodomestici, Bellachioma, sono diverse: “la globalizzazione
ha portato sul mercato moltissimi prodotti a basso costo.
Negli ultimi 30 anni il costo del prodotto è aumentato di circa 10 volte grazie anche
all’automazione delle fabbriche, mentre il costo delle riparazioni è aumentato di circa 30
volte tra personale, trasporti, imposte e utenze varie; il prezzo dei pezzi di ricambio è
andato alle stelle (per ragioni difficili da comprendere) e spesso costa di più un singolo
pezzo che tutto l’apparecchio.
Per i CAT (centri assistenza autorizzati) le riparazioni effettuate in garanzia sono un costo
e non un ricavo, che si è accentuato dal 2002 con la garanzia biennale sui prodotti
venduti.
L’ostacolo principe alla crescita del nostro settore è il basso costo della stragrande
maggioranza dei prodotti in commercio e le alte promozioni, anche sottocosto, della
grande distribuzione.
I prodotti inoltre sono sempre più sofisticati e complessi, così da non essere più alla
portata dei generalisti. Se non si è un CAT autorizzato, che riceve di continuo informazioni
tecniche dal produttore, non se ne viene a capo.
Per questo problema la nostra Associazione sta funzionando splendidamente, con scambi
reciproci di queste nozioni tecniche e mutui aiuti”, sottolinea Bellachioma.
Dello stesso avviso sono Paolo Gianassi (Coordinatore CNA Empoli Valdelsa) e i 15
riparatori dell'area intervistati da Occhio del Riciclone, secondo i quali le principali criticità
sono legate a:
- complessità delle nuove tecnologie (“troppo complicato metterci le mani!”);
- scarsa competitività rispetto al nuovo;
- eccessiva diversità dei pezzi di ricambio, che rende difficile o impossibile creare
autonomamente depositi classificati di componenti;
- costi e tempi di consegna eccessivi dei pezzi di ricambio forniti dalle case produttrici;
- disarticolazione tra i soggetti che gestiscono le componenti usate e gli operatori.
Ma come rilanciare il settore delle riparazioni di elettrodomestici?
Lorenzo Bellachioma (Presidente ARE Torino e Vicepresidente Nazionale CNA
Installatori e Manutentori con delega ai Riparatori Elettrodomestici) non ha dubbi:
“Evitare di immettere sul mercato continuamente prodotti nuovi e con l’aggravante di tutti i
componenti diversi. Molte volte basterebbe modificare l’estetica con qualche accorgimento
tecnico innovativo, senza stravolgere completamente il prodotto. I nostri magazzini
aumentano continuamente di scorte che ben presto diventano obsolete e, quindi, rifiuti
elettrici ed elettronici. Il nostro settore, come tutti gli altri settori artigiani, avrebbe inoltre
bisogno di meno burocrazia, meno tasse, transito agevolato nelle grandi città a traffico
limitato e tariffa parcheggio agevolata. Infine avrebbe bisogno della fine della crisi”.
Le tabelle di seguito riportate fotografano la situazione delle riparazioni per prodotto e
soglia di costo oltre la quale il cliente preferisce sostituire il bene.