Figli come conigli, senza figli, o

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Figli come conigli, senza figli, o
16/3/2016
Figli come conigli, senza figli, o...
EDIT ORIALE
Figli come conigli, senza figli, o...
Giorgio Vittadini
v enerdì 2 6 febbraio 2 01 6
Se da una parte il dibattito sulla legge Cirinnà ha portato alla ribalta il tem a del desiderio/diritto di
essere genitori, leggendo i dati Istat, si scopre che i figli in Italia si fanno sem pre m eno. Un Paese
destinato alla m orte, hanno titolato anche alcuni giornali esteri. L’anno scorso la m edia della fecondità è
stata di 1 ,3 5 figli per donna, 8 ogni m ille residenti: 1 5m ila bam bini in m eno rispetto al 2 01 4 , anno
passato alla storia per il prim ato della più bassa natalità dai tem pi dell'Unità Nazionale.
Tasso ben lontano da quel 2 ,1 figli per donna che im pedirebbe alla popolazione di dim inuire.
Sem pre più v ecchi, sem pre m eno giov ani: lo si dice da tem po e da tem po ci si addentra in proiezioni ed
analisi sulle conseguenze di questo stato di cose, ad esem pio sulla sostenibilità del sistem a pensionistico
(oggi in Italia è in pensione il 2 2 % della popolazione, uno dei liv elli più alti al m ondo).
Su queste pagine si è più v olte parlato del fatto che politiche a sostegno della fam iglia sarebbero decisiv e
per risollev are la situazione di tutto il Paese, com e m ostra ad esem pio l’esperienza francese, e del fatto
che l’Italia non ha ancora im boccato questa strada. Un dato per tutti: la quota di spesa pubblica
destinata a sostenere la fam iglia (assegni fam iliari, agev olazioni fiscali, serv izi, etc) è pari all'1 ,3 % del
Pil, in Francia è del 3 ,02 %. Solo Spagna e Grecia hanno una spesa inferiore alla nostra.
E’ ev idente in questo quadro che le fam iglie italiane sono costrette a portare pesi più onerosi e anche per
questo sono m eno propense a procreare rispetto a quelle di altri Paesi sv iluppati.
Ciò detto, è ev idente che la scelta di generare figli dipenda da ragioni più profonde di quanto sem bri e
per questo non si può ridurre la questione a considerazioni econom iche.
La situazione non può neanche essere affrontata inv ocando un ritorno al passato.
In tanti casi accadev a che fare figli fosse un m odo per av ere più braccia da lav oro e tentare di uscire così
dalla m iseria o, peggio, nel caso dei ricchi, per aum entare il proprio potere av endo più “pedine” con cui
occupare v escov adi o principati o allearsi con fam iglie potenti. E non m ancav ano i casi in cui procreare
era legato allo sfogo di istinti sessuali e all’uso della donna com e anim ale da riproduzione, m agari con
qualche giustificazione religiosa… Fare figli “com e conigli”, com e ha detto papa Francesco.
Tutte cose che appaiono com e espressioni di un egoism o della stessa natura di chi oggi, per av ere un
figlio ad ogni costo, non si preoccupa di farlo passare per situazioni dolorose, se non traum atiche (nel
dibattito attuale sulla m aternità surrogata, ad esem pio, è poco presente il problem a di cosa significhi
per un bam bino essere separato dalla m adre che lo ha appena partorito).
Eppure, lo spirito con cui tanti, nel passato e nel presente, hanno fatto e continuano a fare figli è ben
div erso: nasce dal desiderio che qualcun altro possa godere della bellezza del creato, della v ita,
dell’affezione e, per chi crede, di quella Presenza che ci am a dal profondo del tem po e che ci abbraccia
discreta ogni istante, nella buona e nella cattiv a sorte.
Ciò cui si è chiam ati è una coscienza più grande, più um ana. Un’esperienza di rapporto tra persone che è
am ore gratuito, senza calcoli, senza ritorno. Generativ o. Una condiv isione della bellezza. E per questo,
ieri com e oggi, tanti em igrano per poter m antenere i figli e dar loro una buona istruzione, o si
sacrificano in lav ori m assacranti.
In questa prospettiv a, è un briv ido di gratuità quello strappo al cuore, di cui m i parlav a un am ico,
quando ha v isto le sue figlie crescere, sv iluppare la propria personalità, la propria identità, staccarsi
ogni giorno di più dal grem bo fam iliare. Non solo perché le ha v iste prendere strade totalm ente
differenti dal bene che lui av ev a in m ente per loro, m a perché a un certo punto tornando a casa alla sera
non potev a che chiedersi: m a chi è questa persona? E, com e m i dicev a un’altra am ica, facendo il letto
una delle ultim e v olte alla figlia che sta per sposarsi, non si può non rispondere al sussulto (non sarà più
con m e!) con quella consapev olezza v ertiginosa che le fa dire: “E’ giunta al m ondo attrav erso di m e, m a
è un “altro” da m e”. Per crescere figli in m odo dav v ero um ano, bisogna educarsi a una gratuità totale,
al fatto che sono altro da sé. Com e dicev a Maria Zam brano, "si v iv e per dav v ero soltanto quando si
trasm ette qualcosa, v iv ere um anam ente è trasm ettere, offrire, radice della trascendenza e suo
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Figli come conigli, senza figli, o...
com pim ento a un tem po". Questa è in fin dei conti la m igliore “politica dem ografica”.
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