Anno XI num 216 - Comunità Armena di Roma
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Anno XI num 216 - Comunità Armena di Roma
1 Anno 11 Numero 216 Akhtamar on line WWW.COMUNITAARMENA.IT 15 febbraio 2016 — CI M.Y. Akhtamar on line la patria che non dimentica coloro che si sono immolati per difenderla è invincibile «E' difficile essere una madre, per non parlare di madre di un figlio assassinato. Tu gli dai la vita, ti prendi cura di tuo figlio, trascorri notti insonni, ma non puoi predire il destino. Il fatto che mio figlio abbia perso la vita per il bene del suo popolo, difendendo la sua Patria, mi consola in una certa misura. Fino ad ora io stessa non sono riuscita a superare la perdita di mio figlio. Il dolore mi accompagna ogni secondo. Ogni notte, quando vado a dormire, io parlo con lui, gli racconto come ho passato la giornata, e gli dico “Buongiorno” ogni mattina. È difficile sopportare tutto questo, ma io resisto e continuo a vivere perché questo mio figlio desidererebbe. Io sottolineo il fatto che l’azione di mio figlio non è stata dimenticata e che le autorità del Paese si ricordano e apprezzano quell’azione. Questa notte io dirò a mio figlio che ho ricevuto un riconoscimento per la sua impresa. Si dice che la Patria che non dimentica coloro che si sono immolati per essa è invincibile. Noi non dimentichiamo i nostri figli e ciò significa che la nostra Patria è eterna. Oggi ne è la prova. Io mi auguro che nessun’altra madre armena debba piangere la perdita del proprio figlio» Anush Hovhannisyan, madre di Karen, caduto il 12 agosto 2015 sul confine del Nagorno Karabakh/Artsakh mentre difendeva la sua postazione sotto attacco azero. (Yerevan, 27 gennaio 2016, cerimonia di conferimento di medaglia al valore) Sommario Copertina La politica estera dell’Armenia nel 2015 1 2-3 La voce dell’Artsakh 4 Alfabeto armeno: 38 soldati che… 5 Qui Armenia 6 Fanfaronate e feluche di ritorno 6 Anna Kasyan e Carlo Verdone 7 Bollettino interno di iniziativa armena 2 Akhtamar on line La politica estera dell’Armenia nel 2015 Di seguito riportiamo, nella nostra traduzione riveduta e corretta, la sintesi della conferenza stampa tenuta dal ministro degli Esteri dell’Armenia, Eduard Nalbandian, lo scorso 2 febbraio Nel 2015 il ministero degli Affari Esteri dell'Armenia, sulla base delle linee guida di politica estera e delle assegnazioni delineate dal Presidente della Repubblica di Armenia, ha continuato le sue attività volte a rafforzamento della componente di sicurezza esterna del Paese, il mantenimento di condizioni favorevoli esterne e di garanzie per la sviluppo del Paese, l’aumento del numero di amici armeni all'estero, l’approfondimento dell’impegno nelle organizzazioni e nei processi internazionali, lo sviluppo della cooperazione con i Paesi amici e partner, la valorizzazione della reputazione dell’Armenia e la sua posizione in campo internazionale, la conservazione del patrimonio culturale armeno, e l'attuazione di iniziative verso la creazione di un'agenda positiva e in linea con i nostri interessi, la tutela degli interessi dei nostri cittadini all'estero. CENTENARIO DEL GENOCIDIO Riguardo al centenario del genocidio armeno, la diplomazia armena ha proseguito i suoi sforzi verso il riconoscimento internazionale e la condanna del genocidio armeno, sensibilizzazione internazionale del problema, così come la prevenzione del genocidio e crimini contro l'umanità. Nel corso dell'anno 2015 sono stati organizzati migliaia di eventi in tutto il mondo attraverso gli sforzi di rappresentanze diplomatiche di Armenia o la loro partecipazione. L'anno è stato contrassegnato dall'adozione di dichiarazioni speciali e da risoluzioni che riconoscono e condannano il genocidio armeno da parte di un certo numero di capi di Stato, di parlamenti e di organizzazioni internazionali. La Messa nella Basilica di San Pietro celebrata da Papa Francesco il 12 aprile e il suo messaggio fondamentale, che ha guadagnato attenzione internazionale, ha avuto una particolare importanza. I Presidenti della Federazione Russa, di Francia, Cipro, Serbia, delegazioni di alto livello di decine di paesi e organizzazioni internazionali hanno partecipato agli eventi organizzati, il 24 aprile presso il genocidio armeno complesso memoriale. Il Ministero degli Affari Esteri ha fornito il suo importante contributo per organizzare e ospitare il Forum Globale Yerevan "Contro il crimine di genocidio", tenutosi il 22-23 Aprile. Il 27 marzo, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (Ginevra) ha adottato la risoluzione promossa dall’Armenia sulla prevenzione del genocidio, che ribadisce che qualsiasi tentativo di negare o giustificare il A N N O 1 1 NU M E R O 2 1 6 crimine di genocidio è un serio ostacolo per i passi verso la prevenzione. La risoluzione ha ha suggerito all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di proclamare il 9 dicembre (il giorno in cui nel 1948 Convenzione per la prevenzione del crimine di genocidio è stata adottata) la "Giornata internazionale di commemorazione e la dignità delle vittime del crimine di genocidio e di la prevenzione di questo crimine", data confermata dall Assemblea delle Nazioni Unite, per iniziativa dell'Armenia. Prestigiosi mezzi di comunicazione globali sollevato una potente campagna di informazione e sensibilizzazione, attraverso migliaia di pubblicazioni e programmi, sul genocidio armeno. NAGORNO KARABAKH Nel 2015 l'Armenia ha continuato sforzi congiunti con i gruppo di Minsk dell'OSCE Co-presidenti per la soluzione esclusivamente pacifica della questione del Nagorno Karabakh. Gravi violazioni del regime cessate il fuoco lungo il confine armeno-azerbaigiano e la linea di contatto tra il Nagorno Karabakh e l'Azerbaijan hanno avuto un nuovo impulso, anche con l'uso di armi pesanti, che ha provocato numerose vittime anche tra la popolazione civile. Durante tutto l'anno, i co-presidenti del Gruppo di Minsk dell'OSCE hanno emanato mirate dichiarazioni, invitando l'Azerbaigian a non far degenerare la situazione nella zona del conflitto, a ribadire il suo impegno per una soluzione pacifica della questione, a implementare misure di fiducia, ad accettare le proposte sulla creazione di un meccanismo per indagare incidenti, ad astenersi dalle critiche degli sforzi di mediazione del gruppo di Minsk dell'OSCE, l'unico formato dei negoziati, e a rispettare il loro mandato e la missione di osservatori dell'OSCE, ad escludere tentativi di spostare il processo di negoziazione in altri formati. L’Azerbaigian ha ignorato i richiami di cui sopra dei copresidenti, perseguito una politica di ulteriore aggravamento della situazione, a seguito della quale non sono stati compiuti progressi nel concordare sui principi di base della risoluzione del conflitto e l'attuazione delle proposte supportato a livello internazionale dai co-presidenti sul rafforzamento del regime cessate il fuoco e sul rafforzamento della misure di fiducia. Il 19 dicembre, dopo quasi un anno, si è tenuta la riunione dei presidenti dell'Armenia e dell'Azerbaigian a Berna su mediazione dei co-presidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE.. L'ordine del giorno della riunione, dettata dalla escalation della situazione dall'Azerbaigian, si è concentrato sulla riduzione delle tensioni. L'incontro ha sottolineato ancora una volta che la posizione di Azerbaigian contraddice non solo agli approcci di Armenia, ma anche quella dei copresidenti. UNIONE EUROASIATICA e CSTO Dal gennaio 2015, l'Armenia è diventato un membro dell'Unione Economica Eurasiatica, che deriva da interessi strategici dell'Armenia e fornisce nuove opportunità per lo sviluppo economico dello Stato con la creazione di condizioni favorevoli all'interno di questo formato di integrazione per la libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoro. Secondo la decisione di ottobre del Supremo Consiglio economico eurasiatico, Tigran Sargsyan, nominato dall’Armenia, presiederà dal 1° febbraio 2016 e per quattro anni la Commissione economica euroasiatica. Nel mese di settembre 2015, l'Armenia ha assunto la presidenza della Collective Security Treaty Organization (CSTO), continuando il suo ruolo di avvio e membro attivo dell'organizzazione. La sessione collettiva del Consiglio di Sicurezza si è tenuta il 21 dicembre, a Mosca, presieduta dal capo della Repubblica di Armenia. Durante la presidenza armena, riunioni dei ministri degli Esteri degli Stati membri del CSTO si sono tenute a settembre a New York, e nel mese di dicembre a Belgrado, incentrate sui temi della coordinazione politica estera. RAPPORTI CON LA RUSSIA Rafforzamento dell’alleanza e la cooperazione strategica con la Federazione russa è stato uno dei temi principali all'ordine del giorno della politica estera dell'Armenia. I Presidenti di Armenia e Russia hanno avuto una dozzina di incontri all'interno di formati bilaterali e multilaterali, durante i quali sono stati raggiunti accordi di importanza strategica in politica, commercio e aree economiche, tecnico-militari, scientifiche ed educative, nel settore energetico e in altri campi. Nel corso dell'anno, numerose visite reciproche e incontri si sono svolti a livello di presidenti dei parlamenti, primi ministri, ministri degli esteri, capi delle agenzie settoriali. Si sono tenute sessioni inter-governative, comitati interparlamentari e di cooperazione tecnico-militare; la Quarta Conferenza interregionale armenorusso ha avuto luogo a Yerevan. RAPPORTI CON GLI STATI UNITI La collaborazione amichevole con gli Stati Uniti d'America ha continuato a svilupparsi in modo efficiente. La visita del presidente dell’Armenia negli Stati Uniti si è tenuta tra il 5 e il 7 maggio. Il Presidente della Repubblica ha partecipato a una celebrazione ecumenica dedicata … (segue a pag 3) Pagina 2 3 Akhtamar … al genocidio armeno alla Washington National Cathedral, alla quale ha partecipato anche il vice-presidente degli Stati Uniti. Dal 1° gennaio, l'accordo sulla facilitazione del visto tra l'Armenia e gli Stati Uniti è entrato in vigore. Il 7 maggio, è stato firmato un accordo quadro su commercio e investimenti tra Armenia e USA. RAPPORTI CON UNIONE EUROPEA Lo sviluppo delle relazioni con l'Unione Europea ha continuato ad essere uno dei primi punti all'ordine del giorno della politica estera dell'Armenia. Il presidente Sargsyan ha partecipato alla Quarta sessione dell’ Eastern Partnership Summit tenutosi a maggio, a Riga. Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo ha visitato l'Armenia il 20 luglio e una sessione del Consiglio Armenia-UE si è tenuta presso la sede dell'Unione Europea. Il ministro degli Esteri dell'Armenia ha partecipato alla riunione UE dei ministri degli Esteri e del partenariato orientale, in Lussemburgo (aprile), ad analogo incontro a Bratislava (maggio), a Minsk (giugno) e a Tbilisi (novembre). Il 7 dicembre, a Bruxelles, il ministro degli esteri di Armenia e l'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza (Mogherini) hanno lanciato i negoziati su un nuovo accordo quadro normativo Armenia-Unione europea. Visite e incontri reciproci di alto livello si sono tenuti con i rappresentanti dei paesi europei, fra i quali Francia, Germania, Svezia, Italia, Lettonia, Serbia, Cipro, Repubblica Ceca, etc. RAPPORTI CON I VICINI Passi significativi sono stati intrapresi per il rafforzamento della amichevoli, relazioni reciprocamente vantaggiose con gli Stati vicini - la Georgia e l'Iran. Il Presidente e Primo Ministro dell’Armenia hanno visitato la Georgia; i Presidenti dei Parlamenti effettuato visite reciproche. Si sono tenute quasi due dozzine di visite e incontri su diversi livelli reciproci armeno-georgiani. L'anno è stato molto attivo dal punto di vista delle visite bilaterali ad alto livello con l'Iran. Sono stati compiuti progressi nella cooperazione commerciale ed economica. Armenoiraniani Business-Forum si sono svolteia Teheran e Yerevan. A causa alla posizione distruttiva della Turchia, nessun progresso è stato raggiunto nelle relazioni armeno-turche. Il 16 febbraio, il presidente Sargsyan ha ritirato i protocolli armeno-turchi del Parlamento, firmato nel 2009. ALTRE RELAZIONI L’Armenia ha avuto una partecipazione concreta dei processi all'interno della CSI, nonché intrapreso passi per sviluppare i legami tradizionali con gli stati membri della CSI. Armenia ha continuato ad estendere le relazioni con i paesi della regione AsiaPacifico. A N N O 1 1 NU M E R O 2 1 6 Il presidente Serzh Sargsyan ha pagato una visita di Stato in Cina nel mese di marzo. Durante l'incontro con il presidente Xi Jinping accordi significativi per lo sviluppo delle relazioni bilaterali sono stati raggiunti, è stata adottata la dichiarazione congiunta dei Presidenti, decine di documenti sono stati firmati. Il primo ministro Abrahamyan ha effetuato una visita in Cina, durante la quale ha incontrato Li Keqiang, presidente del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese. Le relazioni con il Giappone, l'India, la Corea del Sud, Vietnam, e l’Indonesia sviluppate. Il 1° gennaio, è stata aperta a Yerevan l’ambasciata del Giappone. Il ministro di Stato per gli Affari Esteri del Giappone ha visitato l'Armenia. La prima visita di una delegazione ufficiale dell’Indonesia in Armenia si è tenuta nel mese di ottobre, guidata dal Presidente del Consiglio rappresentante regionale. Si è lavorato per lo sviluppo della cooperazione con gli Stati arabi tradizionalmente amichevoli. I problemi in materia di sicurezza degli armeni siriani, il sostegno degli armeni della Siria, la conservazione del patrimonio culturale armeno in Siria sono stati i principali problemi all'ordine del giorno. L’Armenia ha sollevato continuamente il problema della violazione dei diritti delle minoranze etniche e religiose causate da atrocità degli estremisti in Medio Oriente, in tal modo ha sottolineato l'importanza di unificare gli sforzi internazionali nella lotta contro il terrorismo. Armenia esercitata sforzi per lo sviluppo delle relazioni con gli Stati latino-americani. La cooperazione con la NATO su vari programmi ha continuato. Ha avuto il suo contributo nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Il presidente dell'Armenia ha partecipato al vertice di mantenimento della pace, tenutasi nel quadro dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e ha ribadito il suo impegno a continuare la sua partecipazione alle missioni di mantenimento della pace in Kosovo, Afghanistan, Libano, e Mali. Ha continuato a operare efficinetemente all'interno degli organi delle Nazioni Unite. Grande importanza è stata allegata all'approfondimento di impegno nella Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, al Consiglio d'Europa, alla Cooperazione economica del Mar Nero, le altre istituzioni internazionali e regionali. Nel 2015, l'Armenia è stato uno dei membri più attivi della Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF). Ad ottobre 10 si è tenuta a Yerevan la 31a sessione della Conferenza dei Ministri degli Affari Esteri della OIF , con la partecipazione di quasi 500 rappresentanti degli OIF Stati membri e osservatori. Il 24 e 25 ottobre Yerevan ha ospitato il 3° Forum Internazionale della MGIMO Alumni (Moscow State Institute of International Rela- on line tions) è tenuta a Yerevan, con la partecipazione di oltre 400 alunni provenienti da 40 paesi. Sono stati intrapresi sforzi per lo sviluppo di legami con le agenzie economiche internazionali e le istituzioni finanziarie, l'approfondimento della cooperazione commerciale ed economica con diversi stati, l'apertura di nuovi mercati per i prodotti armeni, la promozione degli investimenti esteri, la presentazione delle opportunità economiche e del turismo dell'Armenia. Sono stati avviati e tenute sessioni dei comitati intergovernativi sulla cooperazione economica con diversi paesi, business forum, esposizioni di produzione armena. Il ministero ha fornito un supporto completo allo sviluppo dei legami interparlamentari con paesi diversi. Significativa importanza è stata attribuita all'approfondimento della cooperazione decentrata. Secondo il decreto del Presidente della RA sul coordinamento delle opere di agenzie statali per quanto riguarda l'attuazione della politica esterna, il ministero degli Affari Esteri dell'Armenia ha coordinato le relazioni estere di enti governativi dell'Armenia. Maggiore importanza è stata attribuita alle iniziative del ministero della Diaspora nel rafforzamento delle relazioni Armenia-Diaspora. Un importante sostegno è stato dato alle attività del Ministero della Cultura, nella presentazione della cultura armena, tutela del patrimonio culturale armeno all'estero e la creazione e lo sviluppo della cooperazione culturale con diversi stati. Il ministero ha focalizzato l’attenzione sulla protezione dei diritti dei cittadini della RA all'estero e il sostegno dei cittadini in situazioni di emergenza. Nel corso dell'anno il Dipartimento consolare ha fornito servizi a quasi 137.000 cittadini. All'interno della propria giurisdizione, il MAE ha continuato a sostenere gli armeni di Siria, Libano e Iraq. Durante tutto il 2015, sono stati firmati 89 accordi internazionali e di 21 documenti, 68 documenti intergovernativo, interstatali e inter-dipartimentali sono stati ratificati e 42 sono entrati in vigore. Su iniziativa delle bozze del ministero quasi 80 atti giuridici sono stati elaborati e adottati. Durante il 2015, il Presidente dell’Armenia ha effettuato venti visite all'estero. Quattro capi di Stato hanno visitato Armenia. Il Presidente dell'Assemblea Nazionale ha svolto sette visite, e sette Presidenti dei parlamenti hanno visitato l'Armenia; il Primo Ministro ha tenuto dodici visite all'estero. Il ministro degli Esteri ha svolto 34 visite, 35 ministri degli affari esteri e capi di organizzazioni internazionali hanno visitato l'Armenia. Sono proseguite attività per la sensibilizzazione internazionale sulla politica estera dell'Armenia e il rafforzamento dell'immagine del nostro Paese. Il Presidente dell'Armenia e il Ministro degli Esteri hanno dato decine di interviste ai media influenti del mondo, conferenze stampa, tenute le lezioni in una serie di prestigiosi think tank e università. Pagina 3 4 Akhtamar on line la voce dell’Artsakh Martuni, capoluogo di frontiera Martuni è il capoluogo della omonima regione situata nella parte sud orientale dello Stato. Conta poco più di cinquemila abitanti e si sviluppa in un lineare e squadrato reticolato di strade fiancheggiate da abitazioni per lo più unifamiliari con annessi orti e giardini. Sono pochi gli edifici a più piani, per lo più destinati a pubblici uffici e spazi culturali. Un paio di banche, qualche negozio e ristoro: sembra quasi un borgo della campagna inglese… La piazza principale della cittadina è cinta dal gande, bianco e moderno palazzo sede degli uffici municipali e regionali. C’è il teatro “Opera”, riproduzione fedele in piccolo dell’omonimo che si trova a Yerevan, l’immancabile monumento ai martiri della guerra di liberazione, quello dedicato a Monte Melkonian che tanta parte ebbe nella battaglia per la difesa della città. Un piccolo centro armonioso che, anno dopo anno, costruisce il proprio futuro: la nuova chiesa, il nuovo impianto sportivo, il nuovo centro medico. La tradizione rurale CONSULTAZIONI POLITICHE SU RIFORME COSTITUZIONALI Il 4 febbraio si è tenuto un primo incontro nella sede dell’Assemblea Nazionale fra le forze politiche con l’obiettivo di focalizzare, in un percorso condiviso, le principali novità in tema di riforme costituzionali. Oltre al Primo Ministro Haratyuynyan e al presidente dell’Assemblea Ghulyan erano presenti esponenti di “Libera Patria”, “Partito Democratico dell’Artsakh”, “Federazione Rivoluzionaria Armena”, “Movimento 88” e “Rinascita nazionale”. L’ufficio stampa dell’Assemblea Nazionale ha informato che queste consultazioni saranno aperte anche ad altre forze politiche. di questa terra collinosa si unisce a uno sviluppo armonioso e costante, teso al progressivo miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti. Martuni è il più orientale fra i centri abitati della repubblica del Nagorno Karabakh: il che tradotto vuol dire che è quello più vicino alla linea di contatto con l’Azerbaigian. Cinquanta chilometri da Stepanakert e una quindicina dal nemico. L’andamento del territorio, parzialmente ondulato e la distanza che comunque intercorre dalla linea di frontiera, garantiscono agli abitanti una vita tranquilla, non meno di quella dei connazionali di Martakert che più a nord vivono più o meno alla stessa distan- BRINDARE ALLA VITTORIA In previsione delle prossime celebrazioni giubilari per il venticinquesimo anniversario dell’indipendenza dello Stato, Artsakhpress ha lanciato fra i suoi lettori on line un referendum per scegliere il nome del brandy armeno che verrà commercializzato in tale solenne ricorrenza. I lettori avevano la possibilità di scegliere fra sei diverse etichette: “L i be r atore ” , “L i b ert à” , “L i ber o” , “Tigranakert”, “Rinascita”, “Il gusto della vittoria”. Il risultato sarà comunicato alla speciale Commissione che si occupa degli eventi per l’anniversario. Al momento la sesta opzione (“Il gusto della vittoria”) sembra essere di gran lunga fra le preferite, avendo raccolto nei primi dieci giorni di sondaggio il 57% delle preferenze; segue “Tigranakert” con il 39%. Le altre opzioni hanno raccolto pochi consensi fra i quasi cinquemila voti pervenuti on line alla redazione. Non resta che attendere l’uscita del brandy che, nome a parte, sicuramente accontenterà il gusto degli intenditori. c’è una novità in arrivo….! A N N O 1 1 NU M E R O 2 1 6 za dal confine. La forza di Martuni (e di tutto l’Artsakh) è quella di programmare serenamente il proprio futuro. La miglior risposta a chi, pochi chilometri più ad est, vorrebbe riportare i fantasmi di un passato che non può più tornare. I PRODOTTI DELL’ARTSAKH IN ESPOSIZIONE A MOSCA Alla 23a edizione di “Prod Expo”, importante rassegna internazionale dedicata a food and beverage erano presenti anche diverse imprese dell’Artsakh che hanno presentato la loro produzione nel settore. 'Artsakh Bio', 'Elite Group', 'Artsakh Berry' , 'Artsakh Fruit' e ‘Kataro’ hanno ufficialmente partecipato alla rassegna con propri stand, coadiuvati nell’organizzazione dell’evento dall’ Artsakh Fund Investment. Vani i tentativi dell’ambasciata azera a Mosca di ostacolare la presenza di queste imprese ospitate, con una vasta gamma di prodotti, nel padiglione della repubblica di Armenia e che sono state gratificate da grande interesse dei visitatori. Pagina 4 5 Akhtamar on line Alfabeto armeno: 38 soldati che difendono il popolo Lo scorso 9 gennaio l’Istituto Centrale dei Beni Sonori e Audiovisivi (ICBSA) ha ospitato un interessante seminario organizzato da “Asso Armeni” e “Tenera-mente onlus” dal titolo «L’enigma dell’alfabeto armeno tra visione e realtà» in collaborazione con l’Istituto stesso. Abbiamo rivolto sul tema alcune domande a Enrica Baldi, grafologa, cofondatrice della Onlus e tra i promotori del seminario. Che cosa vi ha portato ad organizzare un convegno su tale tema? Il caso. Quando ho conosciuto Rita Pabis, Presidente di Asso Armeni, stavo dando gli esami di grafologia generale. Lei stava riordinando la biblioteca del padre, e mi fece dono di un libretto degli anni ’30, che gli era appartenuto. Qualche anno dopo, mentre preparavamo la manifestazione del 24 aprile, ci venne l’idea di organizzare un seminario sulla lettura grafologica dell’alfabeto armeno. Anche a seguito della mostra del Vittoriano mi ero molto interrogata su quale valore gli Armeni possano offrire al mondo come valore universale, in cui tutti possano oggi identificarsi e trarre beneficio. In quella mostra mi era sembrato di trovare una risposta: un attivo equilibrio tra le antinomie. Equilibrio tra tristezza e allegria, sensibilità e razionalità, riservatezza e socialità; tra l’orgoglio di essere Armeno e il rispetto per il Paese ospitante: le sue istituzioni, la sua cultura. Tra il commercio e la religione, tra l’arte e la ricerca scientifica, tra l’eccellenza individuale e la semplicità dei valori della vita quotidiana. Tra tradizione e progresso, tra Oriente e Occidente. (vedi http://www.tenera-mente-onlus.org/ verso-la-commemorazione-del-centenario-delgenocidio-degli-armeni/) Queste sono tutte contraddizioni dell’anima, sia individuale che collettiva. E allora mi sono chiesta: perché non cercare conferma di queste mie conclusioni nelle lettere dell’alfabeto armeno? E’ un procedimento insolito: la grafologia analizza il gesto grafico di uno scrivente rispetto alle indicazioni delle autorità preposte (l’inclinazione, la forma più o meno stretta o angolosa delle lettere, lettere più o meno legate tra loro, etc…). E da questa analisi scaturisce quello che si chiama “Ritratto grafologico” o “Profilo di personalità” dello scrivente. Ho pensato si potesse fare qualcosa di analogo con le lettere di un alfabeto, diverso da quello latino, indipendentemente dalle scritture individuali. E qui si è introdotta un’altra novità. Non mi risulta infatti che ci sia mai stato un tentativo organizzato di applicare a un alfabeto diverso da quello latino la grafologia, scienza molto recente nata in Francia alla fine del ‘700 e sviluppatasi soprattutto in Europa nel corso del ‘900. «L’enigma dell’alfabeto armeno», argomento misterioso e affascinante. Sembra quasi il titolo di un libro di spionaggio… Ma invece di una spy story cosa si cela? A N N O 1 1 NU M E R O 2 1 6 Quando il dott. Pistacchi, il Direttore di ICBSA, propose nel titolo la parola “enigma”, gliene fui molto grata. È in effetti un argomento misterioso: apparve davvero a Mesrop Mashtots in sogno, o comunque in uno stato particolare di coscienza? Io tendo a crederlo. Sono nella cultura tibetana da più di trent’anni e ho esperienza dell’antica tradizione dei “tesori della mente” che si rivelano ai maestri “nei sogni della chiara luce” o attraverso gli “insegnamenti nello spazio” che un maestro riceve anche in stato di veglia. Ed è una storia affascinante, perché l’alfabeto è stata l’unica arma di un popolo, che da più di duemila anni ha scelto la pace: uno strumento insostituibile per preservare la propria identità. Ho letto che in alcune scuole della diaspora si insegna che quelle lettere sono 38 soldati che difendono il popolo armeno. O, ancora, nel libro Pietre sul cuore, (Sperling & Kupfer 2006) Alice Tachdjian racconta così il suo primo impatto con l’alfabeto armeno: “Quanta difficoltà! Ma quanto ho amato quelle lettere! Mi sembrava quasi di aver ritrovato i miei genitori, perduti nella tragedia del genocidio.” L’alfabeto armeno è piuttosto complicato, specie per un occidentale abituato ai caratteri latini. 38 lettere, 38 suoni. Per non parlare della differente impostazione dell’armeno occidentale e di quello orientale. C’è il rischio di perdersi se non si è armeno o armenologo? Non sono entrata nell’origine dei suoni e della loro trasformazione in lettere. La lingua armena ha molti più suoni della nostra, come dimostra il canto monodico armeno; e gli armeni hanno un’estensione vocale superiore alla nostra. Né sono entrata nella distinzione tra armeno della diaspora e armeno della Repubblica perché la Riforma, che ne ha sancito la differenza, non ha riguardato la forma delle lettere – salvo il fatto che ne ha aggiunta una, la 37. Quindi non c’è stato il rischio di perdersi: nella mia relazione ho analizzato nel suo significato psichico il gesto grafico che aveva condotto alla configurazione di ciascuna lettera e ho misurato il peso percentuale di ciascun “gesto grafico” nell’alfabeto. Alcune cose sono apparse subito evidenti: ad esempio, la frequenza delle ghirlande (una o più anse aperte verso l’alto). Basti pensare che la prima lettera dell’alfabeto, la lettera ա che corrisponde alla nostra a, è composta da una ghirlanda a tre anse e il suono a è uno dei più frequenti nella lingua. Quindi l’alfabeto armeno appare molto aperto verso l’esterno, verso l’alto. Oppure la frequenza della aste in zona superiore o inferiore, o in entrambe contemporaneamente. A fronte della nostra unica f (0,005), queste ultime sono presenti in ben 8 lettere armene: 7, 11, 13, 15, 30, 35, 36, 39; 0,21 in termini percentuali. Oppure, ancora: mentre nell’alfabeto italiano la zona inferiore è “abitata” da aste (f, p, q,) o asole (g) solo per lo 0,19, nell’alfabeto armeno la zona inferiore risulta complessivamente occupata da 25 lettere, pari allo 0,66; alle precedenti 8 vanno aggiunte : 2, 3, 4, 6, 8, 9, 12, 17, 18, 21, 23, 25, 26, 27, 31, 32, 33 ! E questa è certamente la differenza più rilevante tra l'alfabeto armeno e quello latino. Due sono stati i temi centrali del seminario: il primo riguarda l’analisi delle caratteristiche culturali del popolo attraverso la lettura grafologica. Che cosa è emerso? Eravamo partite da un’azzardata ipotesi, ma è stupefacente come questa ipotesi sia stata confermata dall’analisi. Innanzi tutto la ա a ghirlanda rispetto alla nostra a come cerchio chiuso. Nella grafologia occidentale (che poi è l’unica esistente) la a è la lettera affettiva per eccellenza: compare nelle parole affettive (mamma, papà…) e dà indicazioni sulla vita affettiva dello scrivente. Così è anche per l’armeno: La ա compare due volte nelle parole mamma, papà, figlio, figlia, nonna, nonno, fidanzata, fidanzato, amicizia; addirittura tre volte in sposarsi, accordo, colletta (come “raccolta di doni”). Si può così stabilire un interessante nesso tra affettività e recettività agli stimoli esterni. La ghirlanda è il segno grafologico dell’apertura agli stimoli esterni. Il fatto che in armeno la lettera affettiva per eccellenza sia una ghirlanda a tre anse sembra significare che l’amore che nasce in famiglia – e l’amore che ciascuno prova per se stesso – si coniugano immediatamente all’apertura verso il mondo. E questo potrebbe spiegare l’importanza che ogni genitore armeno dà allo studio per i propri figli: nel suo stesso modo di amarli risiede il desiderio e l’invito ad aprirsi alla conoscenza della realtà che li circonda. E questo mi pare bellissimo. Così anche quell’alta percentuale di aste che dalla zona inferiore svettano in quella superiore: gli ideali che la cultura armena persegue con impegno poggiano sulle energie istintuali più profonde. Inoltre, poiché queste aste non hanno tratti orizzontali a tagliarle – ad eccezione della lettera 36 – ci sembra di poter dire che gli istinti più profondi vengono convogliati senza ostacoli nella sfera ideale. In altri termini, in questa cultura si... Pagina 5 6 Akhtamar evidenzia un sano processo di sublimazione degli istinti, che attenua il rischio di una loro deviazione. Altra questione, molto interessante, è il concetto di armonizzazione delle caratteristiche armene e italiane per gli armeni che vivono in Italia. Si riesce a ricavare un dato dalla sola analisi della scrittura? In realtà, prima ancora dell’armonizzazione tra le parti “armene” e “italiane” di sé in quattro giovani della Repubblica residenti in Italia, abbiamo cercato di vedere come alcune fondamentali categorie grafologiche mutavano nel passaggio da una all’altra lingua: la qualità del tratto, la sua conduzione e i tre ritmi fondamentali: di spazio, di movimento e di forma. Abbiamo perciò chiesto loro di scrivere nello stesso momento e con la stessa penna la stessa lettera, prima in armeno e poi in italiano, e abbiamo cercato di valutare le differenze. Certamente in armeno c’erano i segni di una maggiore vitalità, di una maggiore istintività. E questo è ovvio, poiché è la loro lingua madre, quella che hanno sentito nell’utero e che ha accompagnato i loro primi passi nel mondo. Quello che abbiamo notato in tutte e quattro le scritture, è un grande rispetto per l’ambiente che li ha accolti, di cui accettano e rispettano le regole, anche quando non le sentono realmente proprie. E soprattutto un grande impegno a costruirsi la loro esistenza qui in Italia, ciascuno secondo il proprio carattere. C’è chi nella sua parte italiana ha sviluppato più chiarezza verso gli obiettivi e una maggiore capacità di valutare con oggettività le situazioni in cui è coinvolto. Chi vive invece una forma di disorientamento, on line perché in Italia il compito che si è dato è quello di cercare se stesso, e chi in Italia prosegue quello che ha iniziato in Armenia, ma con più metodo e rigore. Chi, infine, in Italia è venuto a cercare altre strade e vive l’ansia della ricerca, sentendosi forte della propria affidabilità. Comunque in tutti appare, pur nel travaglio dell’età e della lontananza dagli affetti più cari, un arricchimento della personalità. E questa mi pare la cosa più importante. Avete intenzione di ritornare sull’argomento in un prossimo futuro? Certamente sì. Stiamo cercando di pubblicare gli atti del seminario, negli articolati contributi cui mi è stato qui impossibile accennare, e vorremmo replicare il seminario in altre città in cui la cultura armena è presente, come Milano e Venezia. Ma il vero obiettivo è portare la grafologia in Armenia aprendo una scuola o organizzando dei corsi universitari. Qui Armenia VIABILITA’ Grazie a un finanziamento di oltre cento milioni di euro da parte della “Asian Development Bank” sono in fase di avanzamento i lavori per la costruzione di un passante stradale che eviterà al traffico pesante sulla direttrice nord-sud di penetrare nel tessuto urbano della capitale. Il vice sindaco di Yerevan, Kamo Areyan, ha fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori. Sempre con il contributo della ADB sono in fase di attuazione progetti mirati a migliorare la viabilità in altre città dello Stato. PREVENZIONE FRANE Il governo giapponese ha stanziato oltre due milioni di euro (circa 200 milioni di yen) a favore dell’Armenia per interventi di prevenzione e contenimento dei sistemi franosi. Secondo l’Istituto Geologico nazionale sono circa tremila le aree dello Stato interessate e 168 le frane attualmente attive. Il finanziamento viene corrisposto non in denaro ma in materiali e tecnologia. RITORNO A CASA? Secondo il quotidiano “168 Zham” potrebbe essere iniziato un processo di ritorno in Armenia di cittadini che negli anni passati erano emigrati in Russia per ragioni economiche. Analizzando i flussi monetari, infatti, si evidenzia un calo di quasi A N N O 1 1 NU M E R O 2 1 6 mezzo miliardo di dollari di rimesse dalla Russia in Armenia a fronte di un aumento di invio di denaro dall’Armenia alla Russia. Questo potrebbe essere l’indicatore di un processo migratorio in senso contrario. MICROIMPRESE In Armenia ci sono circa 1500 microimprese (contando anche le individuali), un numero quattordici volte superiore alle macro imprese. Tuttavia il volume di affari di quest’ultime è trentatré volte più consistente della restante quota imprenditoriale. Un terzo delle micro imprese è dedicato al settore “food”. RETE ELETTRICA Nell’ambito del progetto di miglioramento della rete elettrica del Paese la “Asian Development Bank” ha concesso un prestito a lungo termine per circa tredici milioni di euro. In particolare il finanziamento servirà a sviluppare il cosiddetto sistema SCADA (Sistema di controllo e acquisizione dati) che ha lo scopo di razionalizzare la trasmissione di energia attraverso un monitoraggio elettronico delle componenti. INFLAZIONE Il tasso di inflazione su base annua registro in Armenia a fine gennaio è stato pari al 2,2% con una caduta dello 0,4% rispetto al gennaio 2015. EMERGENZA NEVE Nuove nevicate nei giorni scorsi hanno interessato l’Armenia e la sua capitale. Per far fronte ai disagi causati dai fiocchi bianchi (che certo non sono una rarità nel Paese) la municipalità di Yerevan ha scelto alla fine di dicembre la società Sanitek (di proprietà libanese) con la quale ha stipulato un contratto di manutenzione che prevede la pulizia delle strade principali in 48 ore dalla fine delle nevicate (72 ore per le secondarie) con una forza lavoro di 500 unità per spalare la neve. È stato creato anche un numero verde di pronto intervento. A fine inverno si traccerà un bilancio del lavoro svolto. NUCLEARE La costruzione del nuovo impianto da mille megawatt in sostituzione di quello attuale di Metzamor dovrebbe partire nel 2018 e concludersi nel 2026. Lo confermano fonti governative. CORTE COSTITUZIONALE La Corte Costituzionale dell’Armenia festeggia in questi giorni i suoi primi venti anni di attività essendo divenuta operativa nel 1996, cinque anni dopo l’indipendenza. Numerose cerimonie celebrative si sono tenute in varie sedi. Pagina 6 7 Akhtamar on line FOLLIE TURCHE… Dodici (!) turni di squalifica al calciatore Deniz Naki dell’Ademspor (terza divisione turca). Non ha inseguito l’avversario in campo con una sega elettrica, ma ha solo dedicato la vittoria in Coppa ai connazionali curdi vittime della repressione. Tanto basta nell’attuale regime turco per una squalifica record che ancora una volta copre di ridicolo e di vergogna la Turchia. Fanfaronate e feluche di ritorno Bollettino interno a cura di comunitaarmena.it Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A CON IL FAVORE DEL MINISTERO DELLA DIASPORA A volte ritornano. Escono sbattendo la porta e rientrano con una scusa qualsiasi dalla finestra. Di soppiatto e senza far troppo rumore. Il viavai di ambasciatori ad Ankara è sempre intenso. Basta la votazione di un Parlamento o qualche dichiarazione ufficiale sul genocidio armeno ed ecco che immediata scatta la “rappresaglia”: ambasciatore richiamato in patria, con sdegno e senza troppi complimenti. Così il ministero degli Affari Esteri turco è affollato da tanti, troppi, diplomatici a spasso. Ma passata la rabbia per l’ennesimo affronto sulla patriottica questione, ecco che la realpolitik riprende il sopravvento e ad Ankara cercano disperatamente una scusa qualsiasi per rimandare in missione all’estero il proprio rappresentante. Un esempio concreto lo abbiamo vissuto nei giorni scorsi quando le agenzie di stampa hanno battuto una nota del governo turco che annunciava la fine della crisi con la Santa Sede e il rientro a Roma dell’ambasciatore. Perplessità iniziale, mista e preoccupazione: papa Francesco si era rimangiato tutto quanto aveva detto lo scorso anno sul genocidio armeno? Le sue parole erano state ritirate? Gli armeni erano stati ancora una volta sacrificati sull’altare della diplomazia? Siamo andati a rileggerci il comunicato “ufficiale” e ci siamo subito resi conto di trovarci di fronte all’ennesima fanfaronata tipica della sottile diplomazia turca. È bastata la presentazione di un libro incentrato su un manoscritto relativo alla partecipazione della flotta pontificia alla battaglia dei Dardanelli nel 1657 per scatenare la fantasia di Ankara e interpretare a suo favore la relativa nota vaticana. Così l’espressione «i tragici eventi del 1915» si trasforma in un assunto negazionista, mentre l’invito «a ricerche erudite e all’apertura degli archivi alle investigazioni storiche al servizio della verità» viene letto dalla Turchia come accondiscendenza pontificia alle sue posizioni. Intendiamoci, il Vaticano ha sicuramente compiuto una diplomatica operazione di ricucitura dei rapporti con il governo turco (che meno di un anno fa aveva profferito insulti a raffica sul Pontefice dopo il Suo discorso sul “Grande Male”); ma è davvero patetico, anzi ridicolo, che Ankara oggi si aggrappi alla presentazione di un libro su eventi di quasi quattro secoli fa quando non riesce a leggere la sua storia più recente. Anna Kasyan con Carlo Verdone il numero 217 esce il 1 marzo 2016 w w w. k a r a b a k h. i t I nf or m az i one q uot i di a na i n i t al i an o s ul l ’ Ar t s ak h Gli appassionati di cinema non si saranno lasciati sfuggire l’ultima commedia del grande Carlo Verdone accompagnato da un irresistibile Antonio Albanese. “L’abbiamo fatta grossa”, uscito a fine gennaio, ha subito riscosso l’atteso successo di pubblico e buona critica concentratasi sulla “strana coppia” di comici. Fra i protagonisti segnaliamo con piacere anche il soprano armeno Anna Kasyan, nei panni di una Lena che fa da valida spalla ai due attori. «Una piacevole scoperta», «bravissima» la definisce la critica. La Kasyan arriva al cinema dopo molto successo conseguito nel mondo della musica lirica. Inserita dal magazine “Ararat” fra le cinquanta personalità armene più conosciute, ci accompagna con la sua bravura fra le risate della commedia italiana.