Anno XI num 216 - Comunità Armena di Roma

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Anno XI num 216 - Comunità Armena di Roma
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Anno 11 Numero 216
Akhtamar on line
WWW.COMUNITAARMENA.IT
15 febbraio 2016 — CI M.Y.
Akhtamar on line
la patria che non dimentica coloro che si
sono immolati per difenderla è
invincibile
«E' difficile essere una madre, per non parlare di madre di un figlio assassinato. Tu gli dai
la vita, ti prendi cura di tuo figlio, trascorri notti insonni, ma non puoi predire il destino.
Il fatto che mio figlio abbia perso la vita per il bene del suo popolo, difendendo la sua
Patria, mi consola in una certa misura.
Fino ad ora io stessa non sono riuscita a superare la perdita di mio figlio. Il dolore mi
accompagna ogni secondo. Ogni notte, quando vado a dormire, io parlo con lui, gli racconto come ho passato la giornata, e gli dico “Buongiorno” ogni mattina. È difficile sopportare tutto questo, ma io resisto e continuo a vivere perché questo mio figlio desidererebbe.
Io sottolineo il fatto che l’azione di mio figlio non è stata dimenticata e che le autorità del
Paese si ricordano e apprezzano quell’azione. Questa notte io dirò a mio figlio che ho
ricevuto un riconoscimento per la sua impresa.
Si dice che la Patria che non dimentica coloro che si sono immolati per essa è invincibile.
Noi non dimentichiamo i nostri figli e ciò significa che la nostra Patria è eterna.
Oggi ne è la prova. Io mi auguro che nessun’altra madre armena debba piangere la perdita
del proprio figlio»
Anush Hovhannisyan, madre di Karen, caduto il 12 agosto 2015 sul confine del Nagorno Karabakh/Artsakh
mentre difendeva la sua postazione sotto attacco azero.
(Yerevan, 27 gennaio 2016, cerimonia di conferimento di medaglia al valore)
Sommario
Copertina
La politica estera dell’Armenia nel 2015
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La voce dell’Artsakh
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Alfabeto armeno: 38 soldati che…
5
Qui Armenia
6
Fanfaronate e feluche di ritorno
6
Anna Kasyan e Carlo Verdone
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Bollettino interno
di
iniziativa armena
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La politica estera dell’Armenia nel 2015
Di seguito riportiamo, nella nostra traduzione riveduta e corretta, la sintesi
della conferenza stampa tenuta dal ministro degli Esteri dell’Armenia, Eduard
Nalbandian, lo scorso 2 febbraio
Nel 2015 il ministero degli Affari Esteri
dell'Armenia, sulla base delle linee guida di
politica estera e delle assegnazioni delineate dal
Presidente della Repubblica di Armenia, ha
continuato le sue attività volte a rafforzamento
della componente di sicurezza esterna del
Paese, il mantenimento di condizioni favorevoli esterne e di garanzie per la sviluppo del
Paese, l’aumento del numero di amici armeni
all'estero, l’approfondimento dell’impegno
nelle organizzazioni e nei processi internazionali, lo sviluppo della cooperazione con i Paesi
amici e partner, la valorizzazione della reputazione dell’Armenia e la sua posizione in campo
internazionale, la conservazione del patrimonio culturale armeno, e l'attuazione di iniziative
verso la creazione di un'agenda positiva e in
linea con i nostri interessi, la tutela degli interessi dei nostri cittadini all'estero.
CENTENARIO DEL GENOCIDIO
Riguardo al centenario del genocidio
armeno, la diplomazia armena ha proseguito i
suoi sforzi verso il riconoscimento internazionale e la condanna del genocidio armeno,
sensibilizzazione internazionale del problema,
così come la prevenzione del genocidio e
crimini contro l'umanità.
Nel corso dell'anno 2015 sono stati organizzati migliaia di eventi in tutto il mondo attraverso gli sforzi di rappresentanze diplomatiche
di Armenia o la loro partecipazione.
L'anno è stato contrassegnato dall'adozione
di dichiarazioni speciali e da risoluzioni che
riconoscono e condannano il genocidio armeno da parte di un certo numero di capi di
Stato, di parlamenti e di organizzazioni internazionali. La Messa nella Basilica di San Pietro
celebrata da Papa Francesco il 12 aprile e il suo
messaggio fondamentale, che ha guadagnato
attenzione internazionale, ha avuto una particolare importanza.
I Presidenti della Federazione Russa, di Francia, Cipro, Serbia, delegazioni di alto livello di
decine di paesi e organizzazioni internazionali
hanno partecipato agli eventi organizzati, il 24
aprile presso il genocidio armeno complesso
memoriale.
Il Ministero degli Affari Esteri ha fornito il
suo importante contributo per organizzare e
ospitare il Forum Globale Yerevan "Contro
il crimine di genocidio", tenutosi il 22-23
Aprile.
Il 27 marzo, il Consiglio dei diritti umani
delle Nazioni Unite (Ginevra) ha adottato la
risoluzione promossa dall’Armenia sulla
prevenzione del genocidio, che ribadisce che
qualsiasi tentativo di negare o giustificare il
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crimine di genocidio è un serio ostacolo per i
passi verso la prevenzione. La risoluzione ha
ha suggerito all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di proclamare il 9 dicembre (il
giorno in cui nel 1948 Convenzione per la
prevenzione del crimine di genocidio è stata
adottata) la "Giornata internazionale di
commemorazione e la dignità delle vittime
del crimine di genocidio e di la prevenzione di questo crimine", data confermata dall
Assemblea delle Nazioni Unite, per iniziativa
dell'Armenia.
Prestigiosi mezzi di comunicazione globali
sollevato una potente campagna di informazione e sensibilizzazione, attraverso migliaia di
pubblicazioni e programmi, sul genocidio
armeno.
NAGORNO KARABAKH
Nel 2015 l'Armenia ha continuato sforzi
congiunti con i gruppo di Minsk dell'OSCE Co-presidenti per la soluzione esclusivamente pacifica della questione del
Nagorno Karabakh.
Gravi violazioni del regime cessate il fuoco
lungo il confine armeno-azerbaigiano e la linea
di contatto tra il Nagorno Karabakh e l'Azerbaijan hanno avuto un nuovo impulso, anche
con l'uso di armi pesanti, che ha provocato
numerose vittime anche tra la popolazione
civile.
Durante tutto l'anno, i co-presidenti del
Gruppo di Minsk dell'OSCE hanno emanato mirate dichiarazioni, invitando l'Azerbaigian a non far degenerare la situazione nella zona del conflitto, a ribadire il
suo impegno per una soluzione pacifica della
questione, a implementare misure di fiducia,
ad accettare le proposte sulla creazione di un
meccanismo per indagare incidenti, ad astenersi dalle critiche degli sforzi di mediazione del
gruppo di Minsk dell'OSCE, l'unico formato
dei negoziati, e a rispettare il loro mandato e la
missione di osservatori dell'OSCE, ad escludere tentativi di spostare il processo di negoziazione in altri formati.
L’Azerbaigian ha ignorato i richiami di
cui sopra dei copresidenti, perseguito una
politica di ulteriore aggravamento della situazione, a seguito della quale non sono stati
compiuti progressi nel concordare sui principi
di base della risoluzione del conflitto e l'attuazione delle proposte supportato a livello internazionale dai co-presidenti sul rafforzamento
del regime cessate il fuoco e sul rafforzamento
della misure di fiducia.
Il 19 dicembre, dopo quasi un anno, si è
tenuta la riunione dei presidenti dell'Armenia e dell'Azerbaigian a Berna su mediazione dei co-presidenti del Gruppo di Minsk
dell’OSCE.. L'ordine del giorno della riunione,
dettata dalla escalation della situazione dall'Azerbaigian, si è concentrato sulla riduzione
delle tensioni. L'incontro ha sottolineato
ancora una volta che la posizione di Azerbaigian contraddice non solo agli approcci
di Armenia, ma anche quella dei copresidenti.
UNIONE EUROASIATICA e CSTO
Dal gennaio 2015, l'Armenia è diventato
un membro dell'Unione Economica Eurasiatica, che deriva da interessi strategici dell'Armenia e fornisce nuove opportunità per lo
sviluppo economico dello Stato con la creazione di condizioni favorevoli all'interno di questo
formato di integrazione per la libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoro. Secondo la
decisione di ottobre del Supremo Consiglio
economico eurasiatico, Tigran Sargsyan,
nominato dall’Armenia, presiederà dal 1° febbraio 2016 e per quattro anni la Commissione
economica euroasiatica.
Nel mese di settembre 2015, l'Armenia ha
assunto la presidenza della Collective Security Treaty Organization (CSTO), continuando il suo ruolo di avvio e membro attivo
dell'organizzazione. La sessione collettiva del
Consiglio di Sicurezza si è tenuta il 21 dicembre, a Mosca, presieduta dal capo della Repubblica di Armenia. Durante la presidenza armena, riunioni dei ministri degli Esteri degli Stati
membri del CSTO si sono tenute a settembre a
New York, e nel mese di dicembre a Belgrado,
incentrate sui temi della coordinazione politica
estera.
RAPPORTI CON LA RUSSIA
Rafforzamento dell’alleanza e la cooperazione
strategica con la Federazione russa è stato uno
dei temi principali all'ordine del giorno della
politica estera dell'Armenia.
I Presidenti di Armenia e Russia hanno avuto
una dozzina di incontri all'interno di formati
bilaterali e multilaterali, durante i quali sono
stati raggiunti accordi di importanza strategica
in politica, commercio e aree economiche,
tecnico-militari, scientifiche ed educative, nel
settore energetico e in altri campi.
Nel corso dell'anno, numerose visite reciproche e incontri si sono svolti a livello di presidenti dei parlamenti, primi ministri, ministri
degli esteri, capi delle agenzie settoriali. Si sono
tenute sessioni inter-governative, comitati interparlamentari e di cooperazione tecnico-militare;
la Quarta Conferenza interregionale armenorusso ha avuto luogo a Yerevan.
RAPPORTI CON GLI STATI UNITI
La collaborazione amichevole con gli Stati
Uniti d'America ha continuato a svilupparsi in
modo efficiente.
La visita del presidente dell’Armenia negli
Stati Uniti si è tenuta tra il 5 e il 7 maggio. Il
Presidente della Repubblica ha partecipato a
una celebrazione ecumenica dedicata …
(segue a pag 3)
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… al genocidio armeno alla Washington National Cathedral, alla quale ha partecipato
anche il vice-presidente degli Stati Uniti.
Dal 1° gennaio, l'accordo sulla facilitazione del visto tra l'Armenia e gli Stati Uniti è
entrato in vigore. Il 7 maggio, è stato firmato
un accordo quadro su commercio e investimenti tra Armenia e USA.
RAPPORTI CON UNIONE EUROPEA
Lo sviluppo delle relazioni con l'Unione
Europea ha continuato ad essere uno dei primi
punti all'ordine del giorno della politica estera
dell'Armenia.
Il presidente Sargsyan ha partecipato alla
Quarta sessione dell’ Eastern Partnership Summit
tenutosi a maggio, a Riga. Donald Tusk, il
presidente del Consiglio europeo ha visitato
l'Armenia il 20 luglio e una sessione del Consiglio Armenia-UE si è tenuta presso la sede
dell'Unione Europea.
Il ministro degli Esteri dell'Armenia ha partecipato alla riunione UE dei ministri degli Esteri e del partenariato orientale, in Lussemburgo
(aprile), ad analogo incontro a Bratislava
(maggio), a Minsk (giugno) e a Tbilisi
(novembre).
Il 7 dicembre, a Bruxelles, il ministro degli
esteri di Armenia e l'Alto Rappresentante
dell'Unione europea per gli affari esteri e la
politica di sicurezza (Mogherini) hanno lanciato i negoziati su un nuovo accordo quadro
normativo Armenia-Unione europea.
Visite e incontri reciproci di alto livello si sono
tenuti con i rappresentanti dei paesi europei,
fra i quali Francia, Germania, Svezia, Italia,
Lettonia, Serbia, Cipro, Repubblica Ceca, etc.
RAPPORTI CON I VICINI
Passi significativi sono stati intrapresi per il
rafforzamento della amichevoli, relazioni reciprocamente vantaggiose con gli Stati vicini - la
Georgia e l'Iran.
Il Presidente e Primo Ministro dell’Armenia
hanno visitato la Georgia; i Presidenti dei
Parlamenti effettuato visite reciproche. Si sono
tenute quasi due dozzine di visite e incontri su
diversi livelli reciproci armeno-georgiani.
L'anno è stato molto attivo dal punto di vista
delle visite bilaterali ad alto livello con l'Iran.
Sono stati compiuti progressi nella cooperazione commerciale ed economica. Armenoiraniani Business-Forum si sono svolteia Teheran e Yerevan.
A causa alla posizione distruttiva della Turchia, nessun progresso è stato raggiunto nelle
relazioni armeno-turche. Il 16 febbraio, il
presidente Sargsyan ha ritirato i protocolli
armeno-turchi del Parlamento, firmato nel
2009.
ALTRE RELAZIONI
L’Armenia ha avuto una partecipazione
concreta dei processi all'interno della CSI,
nonché intrapreso passi per sviluppare i legami
tradizionali con gli stati membri della CSI.
Armenia ha continuato ad estendere le relazioni con i paesi della regione AsiaPacifico.
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Il presidente Serzh Sargsyan ha pagato una
visita di Stato in Cina nel mese di marzo.
Durante l'incontro con il presidente Xi Jinping
accordi significativi per lo sviluppo delle relazioni bilaterali sono stati raggiunti, è stata
adottata la dichiarazione congiunta dei Presidenti, decine di documenti sono stati firmati. Il
primo ministro Abrahamyan ha effetuato una
visita in Cina, durante la quale ha incontrato Li
Keqiang, presidente del Consiglio di Stato
della Repubblica Popolare Cinese.
Le relazioni con il Giappone, l'India, la
Corea del Sud, Vietnam, e l’Indonesia
sviluppate.
Il 1° gennaio, è stata aperta a Yerevan l’ambasciata del Giappone. Il ministro di Stato per
gli Affari Esteri del Giappone ha visitato l'Armenia.
La prima visita di una delegazione ufficiale
dell’Indonesia in Armenia si è tenuta nel mese
di ottobre, guidata dal Presidente del Consiglio
rappresentante regionale.
Si è lavorato per lo sviluppo della cooperazione con gli Stati arabi tradizionalmente
amichevoli. I problemi in materia di sicurezza
degli armeni siriani, il sostegno degli armeni
della Siria, la conservazione del patrimonio
culturale armeno in Siria sono stati i principali
problemi all'ordine del giorno. L’Armenia ha
sollevato continuamente il problema della
violazione dei diritti delle minoranze etniche e
religiose causate da atrocità degli estremisti in
Medio Oriente, in tal modo ha sottolineato
l'importanza di unificare gli sforzi internazionali nella lotta contro il terrorismo.
Armenia esercitata sforzi per lo sviluppo
delle relazioni con gli Stati latino-americani.
La cooperazione con la NATO su vari programmi ha continuato. Ha avuto il suo contributo nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Il presidente dell'Armenia
ha partecipato al vertice di mantenimento della
pace, tenutasi nel quadro dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e ha ribadito il suo
impegno a continuare la sua partecipazione
alle missioni di mantenimento della pace
in Kosovo, Afghanistan, Libano, e Mali.
Ha continuato a operare efficinetemente
all'interno degli organi delle Nazioni Unite.
Grande importanza è stata allegata all'approfondimento di impegno nella Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in Europa, al Consiglio d'Europa, alla Cooperazione economica del Mar Nero, le altre istituzioni internazionali e regionali.
Nel 2015, l'Armenia è stato uno dei membri
più attivi della Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF). Ad ottobre 10
si è tenuta a Yerevan la 31a sessione della Conferenza dei Ministri degli Affari Esteri della
OIF , con la partecipazione di quasi 500 rappresentanti degli OIF Stati membri e osservatori.
Il 24 e 25 ottobre Yerevan ha ospitato il 3°
Forum Internazionale della MGIMO Alumni
(Moscow State Institute of International Rela-
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tions) è tenuta a Yerevan, con la partecipazione di oltre 400 alunni provenienti da 40
paesi.
Sono stati intrapresi sforzi per lo sviluppo di
legami con le agenzie economiche internazionali e le istituzioni finanziarie, l'approfondimento della cooperazione commerciale
ed economica con diversi stati, l'apertura di
nuovi mercati per i prodotti armeni, la promozione degli investimenti esteri, la presentazione
delle opportunità economiche e del turismo
dell'Armenia. Sono stati avviati e tenute sessioni dei comitati intergovernativi sulla cooperazione economica con diversi paesi, business
forum, esposizioni di produzione armena. Il
ministero ha fornito un supporto completo
allo sviluppo dei legami interparlamentari con
paesi diversi. Significativa importanza è stata
attribuita all'approfondimento della cooperazione decentrata.
Secondo il decreto del Presidente della RA
sul coordinamento delle opere di agenzie statali per quanto riguarda l'attuazione della politica
esterna, il ministero degli Affari Esteri dell'Armenia ha coordinato le relazioni estere di enti
governativi dell'Armenia. Maggiore importanza è stata attribuita alle iniziative del ministero
della Diaspora nel rafforzamento delle relazioni Armenia-Diaspora. Un importante sostegno è stato dato alle attività del Ministero della
Cultura, nella presentazione della cultura armena, tutela del patrimonio culturale armeno
all'estero e la creazione e lo sviluppo della
cooperazione culturale con diversi stati.
Il ministero ha focalizzato l’attenzione sulla
protezione dei diritti dei cittadini della RA
all'estero e il sostegno dei cittadini in situazioni
di emergenza. Nel corso dell'anno il Dipartimento consolare ha fornito servizi a quasi
137.000 cittadini. All'interno della propria
giurisdizione, il MAE ha continuato a sostenere gli armeni di Siria, Libano e Iraq.
Durante tutto il 2015, sono stati firmati 89
accordi internazionali e di 21 documenti,
68 documenti intergovernativo, interstatali e inter-dipartimentali sono stati
ratificati e 42 sono entrati in vigore. Su
iniziativa delle bozze del ministero quasi 80
atti giuridici sono stati elaborati e adottati.
Durante il 2015, il Presidente dell’Armenia ha
effettuato venti visite all'estero. Quattro capi di
Stato hanno visitato Armenia. Il Presidente
dell'Assemblea Nazionale ha svolto sette visite,
e sette Presidenti dei parlamenti hanno visitato
l'Armenia; il Primo Ministro ha tenuto dodici
visite all'estero. Il ministro degli Esteri ha
svolto 34 visite, 35 ministri degli affari esteri e
capi di organizzazioni internazionali hanno
visitato l'Armenia.
Sono proseguite attività per la sensibilizzazione internazionale sulla politica estera dell'Armenia e il rafforzamento dell'immagine del
nostro Paese. Il Presidente dell'Armenia e il
Ministro degli Esteri hanno dato decine di
interviste ai media influenti del mondo, conferenze stampa, tenute le lezioni in una serie di
prestigiosi think tank e università.
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la voce dell’Artsakh
Martuni, capoluogo di frontiera
Martuni è il capoluogo della omonima regione situata nella parte sud orientale dello
Stato.
Conta poco più di cinquemila abitanti e si
sviluppa in un lineare e squadrato reticolato
di strade fiancheggiate da abitazioni per lo
più unifamiliari con annessi orti e giardini.
Sono pochi gli edifici a più piani, per lo più
destinati a pubblici uffici e spazi culturali.
Un paio di banche, qualche negozio e ristoro: sembra quasi un borgo della campagna
inglese…
La piazza principale della cittadina è cinta
dal gande, bianco e moderno palazzo sede
degli uffici municipali e regionali.
C’è il teatro “Opera”, riproduzione fedele in
piccolo dell’omonimo che si trova a Yerevan, l’immancabile monumento ai martiri
della guerra di liberazione, quello dedicato a
Monte Melkonian che tanta parte ebbe nella
battaglia per la difesa della città.
Un piccolo centro armonioso che, anno
dopo anno, costruisce il proprio futuro: la
nuova chiesa, il nuovo impianto sportivo, il
nuovo centro medico. La tradizione rurale
CONSULTAZIONI POLITICHE SU
RIFORME COSTITUZIONALI
Il 4 febbraio si è tenuto un primo incontro
nella sede dell’Assemblea Nazionale fra le
forze politiche con l’obiettivo di focalizzare,
in un percorso condiviso, le principali novità in tema di riforme costituzionali. Oltre al
Primo Ministro Haratyuynyan e al presidente dell’Assemblea Ghulyan erano presenti
esponenti di “Libera Patria”, “Partito Democratico dell’Artsakh”, “Federazione Rivoluzionaria Armena”, “Movimento 88” e “Rinascita
nazionale”. L’ufficio stampa dell’Assemblea
Nazionale ha informato che queste consultazioni saranno aperte anche ad altre forze
politiche.
di questa terra collinosa si unisce a uno
sviluppo armonioso e costante, teso al progressivo miglioramento della qualità della
vita dei suoi abitanti.
Martuni è il più orientale fra i centri abitati
della repubblica del Nagorno Karabakh: il
che tradotto vuol dire che è quello più vicino alla linea di contatto con l’Azerbaigian.
Cinquanta chilometri da Stepanakert e una
quindicina dal nemico.
L’andamento del territorio, parzialmente
ondulato e la distanza che comunque intercorre dalla linea di frontiera, garantiscono
agli abitanti una vita tranquilla, non meno di
quella dei connazionali di Martakert che più
a nord vivono più o meno alla stessa distan-
BRINDARE ALLA VITTORIA
In previsione delle prossime celebrazioni
giubilari per il venticinquesimo anniversario
dell’indipendenza dello Stato, Artsakhpress
ha lanciato fra i suoi lettori on line un referendum per scegliere il nome del brandy
armeno che verrà commercializzato in tale
solenne ricorrenza. I lettori avevano la possibilità di scegliere fra sei diverse etichette:
“L i be r atore ” , “L i b ert à” , “L i ber o” ,
“Tigranakert”, “Rinascita”, “Il gusto della vittoria”.
Il risultato sarà comunicato alla speciale
Commissione che si occupa degli eventi per
l’anniversario.
Al momento la sesta opzione (“Il gusto della
vittoria”) sembra essere di gran lunga fra le
preferite, avendo raccolto nei primi dieci
giorni di sondaggio il 57% delle preferenze;
segue “Tigranakert” con il 39%. Le altre
opzioni hanno raccolto pochi consensi fra i
quasi cinquemila voti pervenuti on line alla
redazione. Non resta che attendere l’uscita
del brandy che, nome a parte, sicuramente
accontenterà il gusto degli intenditori.
c’è una novità in arrivo….!
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za dal confine. La forza di Martuni (e di
tutto l’Artsakh) è quella di programmare
serenamente il proprio futuro.
La miglior risposta a chi, pochi chilometri
più ad est, vorrebbe riportare i fantasmi di
un passato che non può più tornare.
I PRODOTTI DELL’ARTSAKH
IN ESPOSIZIONE A MOSCA
Alla 23a edizione di “Prod Expo”, importante rassegna internazionale dedicata a food
and beverage erano presenti anche diverse
imprese dell’Artsakh che hanno presentato
la loro produzione nel settore.
'Artsakh Bio', 'Elite Group', 'Artsakh Berry' ,
'Artsakh Fruit' e ‘Kataro’ hanno ufficialmente partecipato alla rassegna con propri
stand, coadiuvati nell’organizzazione dell’evento dall’ Artsakh Fund Investment.
Vani i tentativi dell’ambasciata azera a Mosca di ostacolare la presenza di queste imprese ospitate, con una vasta gamma di
prodotti, nel padiglione della repubblica di
Armenia e che sono state gratificate da
grande interesse dei visitatori.
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Alfabeto armeno: 38 soldati che difendono il popolo
Lo scorso 9 gennaio l’Istituto Centrale dei
Beni Sonori e Audiovisivi (ICBSA) ha ospitato un interessante seminario organizzato
da “Asso Armeni” e “Tenera-mente onlus”
dal titolo «L’enigma dell’alfabeto armeno
tra visione e realtà» in collaborazione con
l’Istituto stesso.
Abbiamo rivolto sul tema alcune domande
a Enrica Baldi, grafologa, cofondatrice
della Onlus e tra i promotori del seminario.
Che cosa vi ha portato ad organizzare un
convegno su tale tema?
Il caso. Quando ho conosciuto Rita Pabis, Presidente di Asso Armeni, stavo dando gli esami
di grafologia generale. Lei stava riordinando la
biblioteca del padre, e mi fece dono di un libretto degli anni ’30, che gli era appartenuto. Qualche anno dopo, mentre preparavamo la manifestazione del 24 aprile, ci venne l’idea di organizzare un seminario sulla lettura grafologica dell’alfabeto armeno. Anche a seguito della mostra
del Vittoriano mi ero molto interrogata su quale
valore gli Armeni possano offrire al mondo
come valore universale, in cui tutti possano oggi
identificarsi e trarre beneficio. In quella mostra
mi era sembrato di trovare una risposta: un
attivo equilibrio tra le antinomie.
Equilibrio tra tristezza e allegria, sensibilità e
razionalità, riservatezza e socialità; tra l’orgoglio
di essere Armeno e il rispetto per il Paese ospitante: le sue istituzioni, la sua cultura. Tra il
commercio e la religione, tra l’arte e la ricerca
scientifica, tra l’eccellenza individuale e la semplicità dei valori della vita quotidiana. Tra tradizione e progresso, tra Oriente e Occidente.
(vedi http://www.tenera-mente-onlus.org/
verso-la-commemorazione-del-centenario-delgenocidio-degli-armeni/)
Queste sono tutte contraddizioni dell’anima, sia
individuale che collettiva. E allora mi sono
chiesta: perché non cercare conferma di queste
mie conclusioni nelle lettere dell’alfabeto armeno? E’ un procedimento insolito: la grafologia
analizza il gesto grafico di uno scrivente rispetto
alle indicazioni delle autorità preposte
(l’inclinazione, la forma più o meno stretta o
angolosa delle lettere, lettere più o meno legate
tra loro, etc…). E da questa analisi scaturisce
quello che si chiama “Ritratto grafologico” o
“Profilo di personalità” dello scrivente.
Ho pensato si potesse fare qualcosa di analogo
con le lettere di un alfabeto, diverso da quello
latino, indipendentemente dalle scritture individuali. E qui si è introdotta un’altra novità. Non
mi risulta infatti che ci sia mai stato un tentativo
organizzato di applicare a un alfabeto diverso da
quello latino la grafologia, scienza molto recente
nata in Francia alla fine del ‘700 e sviluppatasi
soprattutto in Europa nel corso del ‘900.
«L’enigma dell’alfabeto armeno», argomento misterioso e affascinante. Sembra quasi
il titolo di un libro di spionaggio… Ma
invece di una spy story cosa si cela?
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Quando il dott. Pistacchi, il Direttore di ICBSA, propose nel titolo la parola “enigma”,
gliene fui molto grata. È in effetti un argomento misterioso: apparve davvero a Mesrop Mashtots in sogno, o comunque in uno stato
particolare di coscienza? Io tendo a crederlo.
Sono nella cultura tibetana da più di trent’anni
e ho esperienza dell’antica tradizione dei
“tesori della mente” che si rivelano ai maestri
“nei sogni della chiara luce” o attraverso gli
“insegnamenti nello spazio” che un maestro
riceve anche in stato di veglia. Ed è una storia
affascinante, perché l’alfabeto è stata l’unica
arma di un popolo, che da più di duemila anni
ha scelto la pace: uno strumento insostituibile
per preservare la propria identità. Ho letto che
in alcune scuole della diaspora si insegna che
quelle lettere sono 38 soldati che difendono il
popolo armeno. O, ancora, nel libro Pietre sul
cuore, (Sperling & Kupfer 2006) Alice Tachdjian racconta così il suo primo impatto con
l’alfabeto armeno: “Quanta difficoltà! Ma quanto
ho amato quelle lettere! Mi sembrava quasi di aver
ritrovato i miei genitori, perduti nella tragedia del
genocidio.”
L’alfabeto armeno è piuttosto complicato,
specie per un occidentale abituato ai caratteri latini. 38 lettere, 38 suoni. Per non
parlare della differente impostazione dell’armeno occidentale e di quello orientale.
C’è il rischio di perdersi se non si è armeno o armenologo?
Non sono entrata nell’origine dei suoni e della
loro trasformazione in lettere. La lingua armena ha molti più suoni della nostra, come dimostra il canto monodico armeno; e gli armeni
hanno un’estensione vocale superiore alla
nostra. Né sono entrata nella distinzione tra
armeno della diaspora e armeno della Repubblica perché la Riforma, che ne ha sancito la
differenza, non ha riguardato la forma delle
lettere – salvo il fatto che ne ha aggiunta una,
la 37. Quindi non c’è stato il rischio di perdersi: nella mia relazione ho analizzato nel suo
significato psichico il gesto grafico che aveva
condotto alla configurazione di ciascuna lettera
e ho misurato il peso percentuale di ciascun
“gesto grafico” nell’alfabeto. Alcune cose sono
apparse subito evidenti: ad esempio, la frequenza delle ghirlande (una o più anse aperte
verso l’alto). Basti pensare che la prima lettera
dell’alfabeto, la lettera ա che corrisponde alla
nostra a, è composta da una ghirlanda a tre
anse e il suono a è uno dei più frequenti nella
lingua. Quindi l’alfabeto armeno appare molto
aperto verso l’esterno, verso l’alto. Oppure la
frequenza della aste in zona superiore o inferiore, o in entrambe contemporaneamente. A
fronte della nostra unica f (0,005), queste ultime sono presenti in ben 8 lettere armene: 7,
11, 13, 15, 30, 35, 36, 39; 0,21 in termini percentuali. Oppure, ancora: mentre nell’alfabeto italiano la zona inferiore è “abitata” da aste (f, p, q,) o
asole (g) solo per lo 0,19, nell’alfabeto armeno la
zona inferiore risulta complessivamente occupata
da 25 lettere, pari allo 0,66; alle precedenti 8
vanno aggiunte : 2, 3, 4, 6, 8, 9, 12, 17, 18, 21, 23,
25, 26, 27, 31, 32, 33 ! E questa è certamente la
differenza più rilevante tra l'alfabeto armeno e
quello latino.
Due sono stati i temi centrali del seminario:
il primo riguarda l’analisi delle caratteristiche culturali del popolo attraverso la lettura
grafologica. Che cosa è emerso?
Eravamo partite da un’azzardata ipotesi, ma è
stupefacente come questa ipotesi sia stata confermata dall’analisi. Innanzi tutto la ա a ghirlanda
rispetto alla nostra a come cerchio chiuso. Nella
grafologia occidentale (che poi è l’unica esistente)
la a è la lettera affettiva per eccellenza: compare
nelle parole affettive (mamma, papà…) e dà
indicazioni sulla vita affettiva dello scrivente.
Così è anche per l’armeno: La ա compare due
volte nelle parole mamma, papà, figlio, figlia,
nonna, nonno, fidanzata, fidanzato, amicizia;
addirittura tre volte in sposarsi, accordo, colletta
(come “raccolta di doni”). Si può così stabilire un
interessante nesso tra affettività e recettività agli
stimoli esterni. La ghirlanda è il segno grafologico
dell’apertura agli stimoli esterni. Il fatto che in
armeno la lettera affettiva per eccellenza sia una
ghirlanda a tre anse sembra significare che l’amore che nasce in famiglia – e l’amore che ciascuno
prova per se stesso – si coniugano immediatamente all’apertura verso il mondo. E questo
potrebbe spiegare l’importanza che ogni genitore
armeno dà allo studio per i propri figli: nel suo
stesso modo di amarli risiede il desiderio e l’invito ad aprirsi alla conoscenza della realtà che li
circonda. E questo mi pare bellissimo.
Così anche quell’alta percentuale di aste che dalla
zona inferiore svettano in quella superiore: gli
ideali che la cultura armena persegue con impegno poggiano sulle energie istintuali più profonde. Inoltre, poiché queste aste non hanno tratti
orizzontali a tagliarle – ad eccezione della lettera
36 – ci sembra di poter dire che gli istinti più
profondi vengono convogliati senza ostacoli nella
sfera ideale. In altri termini, in questa cultura si...
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Akhtamar
evidenzia un sano processo di sublimazione
degli istinti, che attenua il rischio di una loro
deviazione.
Altra questione, molto interessante, è il
concetto di armonizzazione delle caratteristiche armene e italiane per gli armeni
che vivono in Italia. Si riesce a ricavare un
dato dalla sola analisi della scrittura?
In realtà, prima ancora dell’armonizzazione tra
le parti “armene” e “italiane” di sé in quattro
giovani della Repubblica residenti in Italia,
abbiamo cercato di vedere come alcune fondamentali categorie grafologiche mutavano
nel passaggio da una all’altra lingua: la qualità
del tratto, la sua conduzione e i tre ritmi fondamentali: di spazio, di movimento e di forma. Abbiamo perciò chiesto loro di scrivere
nello stesso momento e con la stessa penna la
stessa lettera, prima in armeno e poi in italiano, e abbiamo cercato di valutare le differenze. Certamente in armeno c’erano i segni di
una maggiore vitalità, di una maggiore istintività. E questo è ovvio, poiché è la loro lingua
madre, quella che hanno sentito nell’utero e
che ha accompagnato i loro primi passi nel
mondo.
Quello che abbiamo notato in tutte e quattro le
scritture, è un grande rispetto per l’ambiente
che li ha accolti, di cui accettano e rispettano le
regole, anche quando non le sentono realmente
proprie. E soprattutto un grande impegno a
costruirsi la loro esistenza qui in Italia, ciascuno
secondo il proprio carattere. C’è chi nella sua
parte italiana ha sviluppato più chiarezza verso
gli obiettivi e una maggiore capacità di valutare
con oggettività le situazioni in cui è coinvolto.
Chi vive invece una forma di disorientamento,
on line
perché in Italia il compito che si è dato è
quello di cercare se stesso, e chi in Italia
prosegue quello che ha iniziato in Armenia,
ma con più metodo e rigore. Chi, infine, in
Italia è venuto a cercare altre strade e vive
l’ansia della ricerca, sentendosi forte della
propria affidabilità.
Comunque in tutti appare, pur nel travaglio
dell’età e della lontananza dagli affetti più
cari, un arricchimento della personalità. E
questa mi pare la cosa più importante.
Avete intenzione di ritornare sull’argomento in un prossimo futuro?
Certamente sì. Stiamo cercando di pubblicare gli atti del seminario, negli articolati
contributi cui mi è stato qui impossibile
accennare, e vorremmo replicare il seminario
in altre città in cui la cultura armena è presente, come Milano e Venezia. Ma il vero
obiettivo è portare la grafologia in Armenia
aprendo una scuola o organizzando dei corsi
universitari.
Qui Armenia
VIABILITA’
Grazie a un finanziamento di oltre cento
milioni di euro da parte della “Asian Development Bank” sono in fase di avanzamento i lavori per la costruzione di un
passante stradale che eviterà al traffico
pesante sulla direttrice nord-sud di penetrare nel tessuto urbano della capitale. Il
vice sindaco di Yerevan, Kamo Areyan,
ha fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori. Sempre con il contributo
della ADB sono in fase di attuazione progetti mirati a migliorare la viabilità in altre
città dello Stato.
PREVENZIONE FRANE
Il governo giapponese ha stanziato oltre
due milioni di euro (circa 200 milioni di
yen) a favore dell’Armenia per interventi
di prevenzione e contenimento dei sistemi
franosi. Secondo l’Istituto Geologico
nazionale sono circa tremila le aree dello
Stato interessate e 168 le frane attualmente attive. Il finanziamento viene corrisposto non in denaro ma in materiali e tecnologia.
RITORNO A CASA?
Secondo il quotidiano “168 Zham” potrebbe essere iniziato un processo di ritorno in Armenia di cittadini che negli anni
passati erano emigrati in Russia per ragioni economiche. Analizzando i flussi monetari, infatti, si evidenzia un calo di quasi
A N N O 1 1 NU M E R O 2 1 6
mezzo miliardo di dollari di rimesse dalla
Russia in Armenia a fronte di un aumento
di invio di denaro dall’Armenia alla Russia. Questo potrebbe essere l’indicatore di
un processo migratorio in senso contrario.
MICROIMPRESE
In Armenia ci sono circa 1500 microimprese (contando anche le individuali), un
numero quattordici volte superiore alle
macro imprese. Tuttavia il volume di affari di quest’ultime è trentatré volte più
consistente della restante quota imprenditoriale. Un terzo delle micro imprese è
dedicato al settore “food”.
RETE ELETTRICA
Nell’ambito del progetto di miglioramento della rete elettrica del Paese la “Asian
Development Bank” ha concesso un prestito a lungo termine per circa tredici milioni di euro. In particolare il finanziamento servirà a sviluppare il cosiddetto sistema SCADA (Sistema di controllo e acquisizione dati) che ha lo scopo di razionalizzare la trasmissione di energia attraverso
un monitoraggio elettronico delle componenti.
INFLAZIONE
Il tasso di inflazione su base annua registro in Armenia a fine gennaio è stato pari
al 2,2% con una caduta dello 0,4% rispetto al gennaio 2015.
EMERGENZA NEVE
Nuove nevicate nei giorni scorsi hanno
interessato l’Armenia e la sua capitale. Per
far fronte ai disagi causati dai fiocchi
bianchi (che certo non sono una rarità nel
Paese) la municipalità di Yerevan ha scelto alla fine di dicembre la società Sanitek
(di proprietà libanese) con la quale ha
stipulato un contratto di manutenzione
che prevede la pulizia delle strade principali in 48 ore dalla fine delle nevicate (72
ore per le secondarie) con una forza lavoro di 500 unità per spalare la neve. È stato
creato anche un numero verde di pronto
intervento. A fine inverno si traccerà un
bilancio del lavoro svolto.
NUCLEARE
La costruzione del nuovo impianto da
mille megawatt in sostituzione di quello
attuale di Metzamor dovrebbe partire nel
2018 e concludersi nel 2026. Lo confermano fonti governative.
CORTE COSTITUZIONALE
La Corte Costituzionale dell’Armenia
festeggia in questi giorni i suoi primi venti
anni di attività essendo divenuta operativa
nel 1996, cinque anni dopo l’indipendenza. Numerose cerimonie celebrative si
sono tenute in varie sedi.
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Akhtamar
on line
FOLLIE TURCHE…
Dodici (!) turni di squalifica al calciatore
Deniz Naki dell’Ademspor (terza divisione
turca). Non ha inseguito l’avversario in campo con una sega elettrica, ma ha solo dedicato la vittoria in Coppa ai connazionali curdi
vittime della repressione. Tanto basta nell’attuale regime turco per una squalifica record
che ancora una volta copre di ridicolo e di
vergogna la Turchia.
Fanfaronate e feluche di ritorno
Bollettino interno a cura di
comunitaarmena.it
Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A
CON IL FAVORE DEL
MINISTERO DELLA DIASPORA
A volte ritornano. Escono sbattendo la porta e rientrano con una scusa qualsiasi dalla finestra. Di soppiatto
e senza far troppo rumore.
Il viavai di ambasciatori ad Ankara è sempre intenso. Basta la votazione di un Parlamento o qualche
dichiarazione ufficiale sul genocidio armeno ed ecco che immediata scatta la “rappresaglia”: ambasciatore
richiamato in patria, con sdegno e senza troppi complimenti.
Così il ministero degli Affari Esteri turco è affollato da tanti, troppi, diplomatici a spasso. Ma passata la
rabbia per l’ennesimo affronto sulla patriottica questione, ecco che la realpolitik riprende il sopravvento e ad
Ankara cercano disperatamente una scusa qualsiasi per rimandare in missione all’estero il proprio rappresentante.
Un esempio concreto lo abbiamo vissuto nei giorni scorsi quando le agenzie di stampa hanno battuto una
nota del governo turco che annunciava la fine della crisi con la Santa Sede e il rientro a Roma dell’ambasciatore. Perplessità iniziale, mista e preoccupazione: papa Francesco si era rimangiato tutto quanto aveva detto
lo scorso anno sul genocidio armeno? Le sue parole erano state ritirate? Gli armeni erano stati ancora una
volta sacrificati sull’altare della diplomazia?
Siamo andati a rileggerci il comunicato “ufficiale” e ci siamo subito resi conto di trovarci di fronte all’ennesima fanfaronata tipica della sottile diplomazia turca.
È bastata la presentazione di un libro incentrato su un manoscritto relativo alla partecipazione della flotta
pontificia alla battaglia dei Dardanelli nel 1657 per scatenare la fantasia di Ankara e interpretare a suo
favore la relativa nota vaticana. Così l’espressione «i tragici eventi del 1915» si trasforma in un assunto
negazionista, mentre l’invito «a ricerche erudite e all’apertura degli archivi alle investigazioni storiche al
servizio della verità» viene letto dalla Turchia come accondiscendenza pontificia alle sue posizioni.
Intendiamoci, il Vaticano ha sicuramente compiuto una diplomatica operazione di ricucitura dei rapporti con
il governo turco (che meno di un anno fa aveva profferito insulti a raffica sul Pontefice dopo il Suo discorso sul
“Grande Male”); ma è davvero patetico, anzi ridicolo, che Ankara oggi si aggrappi alla presentazione di un
libro su eventi di quasi quattro secoli fa quando non riesce a leggere la sua storia più recente.
Anna Kasyan con Carlo Verdone
il numero 217 esce il
1 marzo 2016
w w w. k a r a b a k h. i t
I nf or m az i one q uot i di a na
i n i t al i an o s ul l ’ Ar t s ak h
Gli appassionati di cinema non si saranno lasciati
sfuggire l’ultima commedia del grande Carlo Verdone accompagnato da un irresistibile Antonio
Albanese.
“L’abbiamo fatta grossa”, uscito a fine gennaio, ha
subito riscosso l’atteso successo di pubblico e buona critica concentratasi sulla “strana coppia” di
comici.
Fra i protagonisti segnaliamo con piacere anche il
soprano armeno Anna Kasyan, nei panni di una
Lena che fa da valida spalla ai due attori.
«Una piacevole scoperta», «bravissima» la definisce la
critica.
La Kasyan arriva al cinema dopo molto successo
conseguito nel mondo della musica lirica. Inserita
dal magazine “Ararat” fra le cinquanta personalità
armene più conosciute, ci accompagna con la sua
bravura fra le risate della commedia italiana.