Ora è Aponte il primo nemico di Grimaldi Il patron di
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Ora è Aponte il primo nemico di Grimaldi Il patron di
MAGAZINE ON LINE DI ECONOMIA DEL MARE E DEI TRASPORTI 25/10/16 Ora è Aponte il primo nemico di Grimaldi Il patron di MSC è sceso sul Lago di Como per certificare l’alleanza con Onorato. Il ruolo di GNV e quello di Palenzona Cernobbio – Rispetto alla partnership annunciata alcuni mesi fa, la nuova alleanza fra Moby e Tirrenia da una parte e GNV e Snav dall’altra, resa pubblicamente nota oggi durante il forum di Conftrasporto a Cernobbio, segna un salto di qualità non da poco nell’evoluzione dei rapporti fra tre dei principali armatori italiani. I segni in tal senso sono più d’uno. Innanzitutto il fatto che per la proclamazione sia stato scelto un evento seguitissimo anche dal gotha del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (non solo Graziano Delrio, ma Simona Vicari, Ennio Cascetta, Luigi Merlo, etc.) come il forum organizzato a Cernobbio da Conftrasporto. Che, casualmente (?), per giunta, si è svolto in contemporanea e subito dopo all’annuale assemblea della Confitarma guidata da Emanuele Grimaldi, caratterizzata da una certa tensione col Governo proprio sul tema su cui Vincenzo Onorato e Grimaldi litigano da mesi. Non meno significativa, poi, la scelta di comunicare urbi et orbi, senza lesinare sulle fanfare, la nascita del nuovo patto. E se, altro indizio, il protagonista dell’annuncio è stato, letteralmente, Onorato, istrione consumato, abilissimo conoscitore delle rumorose dinamiche dei media, non meno eclatante ed icastica è stata la presenza a Cernobbio – al contrario tenuta segreta alla stampa ma ben percepibile da chi doveva accorgersene – dell’altro vertice dell’alleanza. Una partecipazione tanto più indicativa se si pensa alla generale ritrosia di Gianluigi Aponte, patron di MSC (e quindi di GNV-Snav), alle apparizioni pubbliche, men che meno durante eventi di così elevata esposizione mediatica e per una durata di quasi cinque ore durante la prima giornata del meeting (come testimonia la foto che pubblichiamo in questa pagina). Se gli elementi oggettivi fin qui esposti sono eloquenti, ve ne sono pure altri che, sebbene più ascrivibili alle ricostruzioni giornalistiche e alle indiscrezioni, avallano l’ipotesi che, fallito il tentativo di mediazione fra Onorato e Grimaldi svolto dapprima in prima persona e poi dal Governo, Aponte abbia deciso di scendere in campo veramente e prender posizione con tutta la potenza di fuoco disponibile nello scontro commerciale fra i due. Sarebbero almeno due i casus belli di questa svolta. Da una parte ci sarebbe il rifiuto netto di Grimaldi alle condizioni propostegli da Aponte nei mesi passati per l’acquisizione di GNV: 300 milioni di euro, a fronte di un'offerta fermatasi molto più in basso. Dall’altra i presunti avvertimenti su un possibile cambio di trattamento che alcuni clienti storici di Grimaldi avrebbero ricevuto su altri servizi allorché, saputo dell’intenzione manifestata a giugno da Moby-GNV di collaborare sui collegamenti con Malta, avessero deciso di cambiare fornitore per il collegamento con la Sicilia. Guarda caso proprio quello oggi rilanciato da Onorato (Genova-Livorno-CataniaMalta). Ma c’è di più. Decisivo per convincere Aponte ad una definitiva dichiarazione di guerra a Grimaldi sarebbe stato l’intervento di Fabrizio Palenzona, che, oltre ad esser presidente onorario di Conftrasporto (e quindi mattatore e relatore dell’evento odierno), è fra le altre cose anche membro del cda di Cin-Tirrenia e vicepresidente di Unicredit, particolarmente vicino al gruppo armatoriale di Onorato dopo la complessa operazione di rifinanziamento chiusa lo scorso febbraio. Tutte circostanze che, quindi, ne determinerebbero una forte sensibilità alle sorti commerciali e alla solidità finanziaria dell’accoppiata Moby-Tirrenia, al punto da coinvolgere – sarà interessante capire, se mai lo si capirà, a fronte di quali contropartite – l’armatore sorrentino in una guerra dei mari che a questo punto si fa davvero minacciosa. 25/10/16 14:56 Delrio: “La riforma portuale è un’incredibile rottura di coglioni” Il Ministro denuncia pubblicamente la difficoltà a trovare la quadra per le presidenze delle 15 nuove AdSP. Al forum di Conftrasporto le richieste a Bruxelles sui finanziamenti infrastrutturali e l’annuncio del Patto per la logistica del nordest. Merlo intanto schiaffeggia i terminalisti genovesi Cernobbio - Non sono stati 92 minuti come nel caso della fantozziana corazzata Potemkin, ma quando il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, intervenuto al forum di Cernobbio organizzato da Conftrasporto, ha definito la riforma portuale come “una rottura di coglioni incredibile a causa del tema della governance”, l’applauso è stato eloquente. Accortosi dell’implicita ammissione, Delrio è corso ai ripari, sviando sulle presunte pressioni politiche (di Palazzo Chigi in primis secondo la vulgata) in corso per la definizione dei 15 nomi dei presidenti delle nuove AdSP (e dei segretari generali) e attribuendo la “seccatura” alle difficoltà di “modulazione e verifica dei requisiti dei candidati”. Ma il battesimo ministeriale del processo che sta ritardando, fra totonomi, autocandidature, veti di campanile e l’ingerenza della presidenza del Consiglio, l’effettiva entrata in vigore della riforma non lascia molto spazio alla fantasia. Ragion per cui il Ministro ha scelto di non soffermarsi sull’argomento, così come, quanto alla querelle fra Vincenzo Onorato ed Emanuele Grimaldi sulle modifiche alle regole di imbarco dei marittimi (Delrio ha sentito ieri la versione di Confitarma e oggi quella di Fedarlinea, aderente a Conftrasporto e rappresentata per l’occasione proprio da Onorato), si è limitato ad un invito a Fabrizio Palenzona, presidente onorario della federazione trasportistica di Confcommercio: “Fabrizio, prova tu, con le tue capacità di mediazione, a far ragionare i due, dobbiamo capire che è sul sistema paese che occorre puntare”. Incombendo, domani, l’incontro con le rappresentanze dell’autotrasporto, Delrio ha poi scelto di sfiorare soltanto i temi caldi anche di questo settore, rilevando, ad esempio, come l’Italia abbia “preso una posizione forte, insieme ad altri paesi europei, dalla Francia alla Danimarca, per risolvere a livello comunitario i problemi del dumping e della concorrenza sleale degli autisti dell’est Europa”. Restando in ambito europeo, il Ministro, evidentemente anche in ragione del ‘dialogo’ RomaBruxelles in corso sulla manovra finanziaria, ha invece voluto evidenziare due volte come certe politiche comunitarie in materia di infrastrutture andrebbero riviste. “È assurdo, nell’ottica dello sviluppo dei corridoi europei, che un programma comunitario come il CEF, ad esempio, finanzi solo le tratte transfrontaliere e non quelle di adduzione. Abbiamo fatto insieme ai tedeschi richiesta formale perchè questo cambi possano esser cofinanziati anche le infrastrutture d’accesso al nuovo tunnel del Brennero”. Alla politica infrastrutturale del suo dicastero Delrio ha del resto dedicato il focus principale del suo speech, spaziando dagli interventi su alcune grande opere (fra le altre il Terzo Valico) alle decisioni di ridimensionamento di altre: “Fra Venezia e Trieste abbiamo optato per il ‘semplice’ adeguamento tecnologico. Si viaggerà a 200 km/h invece che a 300, ma per pochi minuti di differenza spenderemo 300 milioni di euro invece che 7 miliardi”. Ultimo flash di natura logistica, con l’annuncio della prossima sottoscrizione di un patto per la logistica del nordest, sul modello di quello siglato mesi fa fra Liguria, Lombardia e Piemonte. Oltre al Mit a firmarlo saranno Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Intanto Merlo schiaffeggia i terminalisti genovesi La parola d’ordine era evidentemente “understatement” sui temi incandescenti delle politiche marittime-portuali e, se il Ministro Graziano Delrio l’ha rispettata, non gettando benzina sul fuoco dei rumor sulle nomine dei presidenti delle AdSP o sulla querelle OnoratoGrimaldi per l’imbarco dei marittimi comunitari, il suo consulente Luigi Merlo ha fatto altrettanto, evitando pure l’uscita di pancia del suo datore di lavoro. Ma l’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova, al termine di un pulito intervento istituzionale di elogio della “epocale” riforma portuale, un sassolino dalla scarpa ha voluto comunque toglierselo, con una sferzata durissima ai terminalisti genovesi e alle polemiche da essi alimentate negli ultimi mesi sul mancato rinnovo delle proroghe di tre concessioni e sulla presunta disparità di trattamento a danno degli operatori del primo porto d’Italia: “Si è davvero poco credibili se uno chiede il rinnovo della concessione e, tre minuti dopo averlo chiesto, annuncia di aver venduto o di star vendendo la propria società a uno o più fondi”. Nessun nome, ma la stoccata è diretta, dal momento che, delle tre concessionarie del porto di Genova in questione, almeno due (Spinelli e Sech) hanno concluso o annunciato ufficialmente trattative per la ricerca di compratori di quote. Una riprova, secondo Merlo, di un intento più speculativo che industriale nella polemica per il rinnovo di titoli che scadranno solo a fine 2020. Sul destino del regolamento di disciplina delle concessioni, atteso da 22 anni e vero perno della questione per quanto ormai dimenticato persino dalle veline ministeriali dopo un anno di annunci sull’imminente emanazione, nessuna nuova è stata però diffusa dai vertici del Mit. 25/10/16 12:48 Onorato e Aponte alleati contro Grimaldi nelle merci Il patron di Moby e Tirrenia annuncia la creazione di una partnership con GnvSnav per far fronte al network mediterraneo del presidente di Confitarma, attaccato anche sulla querelle sui marittimi Cernobbio - La guerra dei mari è cominciata, per assurdo sulle sponde di un lago. A dichiararla è Vincenzo Onorato che, intervenuto al forum annuale di Conftrasporto (cui è associata la Fedarlinea alla quale fanno capo Moby, Tirrenia e Toremar), ha annunciato “la creazione di un grande network commerciale, dedicato ai traffici ro-ro del Mediterraneo, fra il mio gruppo e quello di Gianluigi Aponte”. Il numero uno di Onorato Armatori ha poi aggiunto: “Fra due settimane faremo in alleanza un nuovo collegamento tra Genova, Livorno, Catania e Malta e avvieremo anche linee per Spagna”. L’alleanza fra Moby e Tirrenia da una parte e Gnv-Snav dall’altra è esplicitamente volta a competere con il gruppo Grimaldi, “che ha una posizione dominante nel Mediterraneo”. Non a caso Onorato si è soffermato a lungo sulla querelle con il presidente di Confitarma Emanuele Grimaldi in materia di riforma della normativa sugli imbarchi. “Nella relazione di Manuel letta all’assemblea di ieri ho letto monumentali bugie. La più grande è quella del deflagging, uno spettro che Grimaldi agita omettendo volutamente di menzionare il requisito della ‘stabile organizzazione’. La riforma Cociancich è una buona riforma, che, se passerà come il Governo l’ha voluta, darà ottimi risultati occupazionali”. Da ultimo Onorato ha bollato l’attenzione mediatica dedicata alla vicenda del ritardato pagamento delle rate per Tirrenia come “una manovra di disinformazione mediatica per distogliere il focus dal vero tema, che è quello dei marittimi. Non c’è alcun problema, la dilazione del pagamento era prevista nel contratto qualora, come è successo, la Commissione Europea non si fosse pronunciata, alla scadenza della rata, sugli accertamenti relativi alla gestione pubblica di Tirrenia”. Porti 25/10/16 Dal Cipe 30 milioni per collegare il porto di Taranto alla ferrovia Il progetto è stato incluso nel Contratto istituzionale di sviluppo per il rilancio della città pugliese Un progetto dell’importo di 30 milioni di euro per la realizzazione del collegamento ferroviario tra ilporto di Taranto e la rete nazionale è stato aggiunto, tramite una delibera CIPE, nel Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) destinato al rilancio della città pugliese. L’annuncio, riferiscono le testate locali, è stato fatto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti nel corso di un tavolo dedicato allo stesso CIS che si è svolto a Taranto ieri pomeriggio, e al quale hanno partecipato Giampiero Marchesi, coordinatore della struttura di missione APT (Aquila, Poin Attrattori, Taranto) della presidenza del Consiglio dei ministri e coordinatore del nucleo tecnico, il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, il prefetto Umberto Guidato e il commissario dell’Autorità portuale Sergio Prete. Finora il CIS ha avuto una dotazione finanziaria di 850 milioni di euro. Facendo il punto sui vari progetti, De Vincenti ha spiegato come sia in via d’ultimazione il primo intervento sulla riqualificazione del molo polisettoriale del porto di Taranto, che fa parte del progetto della piastra logistica, per un totale di 392 milioni di euro e che altri 143 milioni di euro, per la fase successiva dei lavori, siano stati erogati