Medaglia miracolosa

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Medaglia miracolosa
Lepanto n. 44 - novembre 1985
LE MERAVIGLIE DELLA
MEDAGLIA MIRACOLOSA
La Regina della Medaglia
Miracolosa, dalle cui mani
promanano
dei
raggi,
simbolo delle grazie che la
Santa Vergine ottiene per gli
uomini.
«Il 27 novembre 1830, che cadeva il sabato precedente
la prima domenica di Avvento, alle cinque e mezza di sera,
dopo il punto della meditazione, nel gran silenzio, cioè
qualche minuto dopo il punto della meditazione, mi sembrò di
udire del rumore dalla parte della tribuna accanto al quadro
di San Giuseppe, come il fruscio di un abito di seta. Volgendo
lo sguardo verso quel luogo, vidi la Santissima Vergine
all’altezza del quadro di San Giuseppe. La Santa Vergine era
in piedi, vestita di bianco, un abito di seta bianco aurora».
Con queste parole Santa Caterina Labouré inizia la
descrizione dell’apparizione della Madonna, nella cappella
delle Figlie della Carità di Rue du Bac, a Parigi,
centocinquantacinque anni fa.
Caterina, giovane novizia di ventiquattro anni, di umili
natali, ha coronato da pochi mesi il suo ardente desiderio di
entrare nelle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, che
le è apparso misteriosamente in sogno e che le mostrerà più
volte il suo cuore al di sopra della piccola urna in cui le sue
reliquie sono esposte, nella cappella delle suore di Rue du
Bac. Si tratta della prima delle numerose manifestazioni
divine per le quali la giovane novizia è stata prescelta dalla
Provvidenza; per otto mesi di seguito ella vede Gesù nella
Santa Eucaristia e la visione si rinnova ogni volta che ella si
trova davanti al Santissimo; il 6 giugno 1830 ha la visione di
Cristo Re che gli annuncia la caduta della monarchia di Carlo
X: «Il giorno della Santissima Trinità mi apparve nel
Santissimo Sacramento come UN RE, con la croce sul petto,
durante la Messa. Al momento del Vangelo mi sembrò che
Nostro Signore fosse spogliato di tutti i suoi ornamenti, e tutto
cadesse a terra, e mi sembrò che là croce scendesse sotto i
piedi di Nostro Signore.
Allora ebbi i pensieri più neri e tristi. Allora ebbi il
pensiero che il Re della terra sarebbe perduto e spogliato dei
suoi abiti regali; il pensiero, che non so spiegare, sulla
perdita che si stava per fare».
1
L’apparizione della Madonna
La sera che precedeva la festa di San Vincenzo, il 17 luglio 1830,
poco prima della mezzanotte, Caterina si sente chiamare per
nome, per tre volte. Svegliatasi di soprassalto, vede un fanciullino
sui quattro o cinque anni, vestito di bianco e di meravigliosa
bellezza, che la invita a seguirla e la conduce nella cappella della
comunità. Al loro passaggio si accendono i lumi da soli, e la
meraviglia della giovane diviene estatica quando, giunta nella
cappella, vede accese tutte le candele e le lampade e la chiesa
risplendere di tanta luce da farle ricordare la Messa di mezzanotte
a Natale. Qualche attimo dopo, secondo le stesse parole di
Caterina, la Santissima Vergine «venne a sedersi su gradini
dell’altare dal lato del Vangelo in un seggiolone simile a quello
[rappresentato nel] quadro di Sant’Anna». La giovane si getta in
ginocchio sui gradini dell’altare, poggiando le mani sulle
ginocchia della Madonna. «Quello — ricorda ancora la Santa —
fu il momento più dolce della mia vita. Mi è impossibile
esprimere tutto ciò che provai».
Santa Caterina Labourè.
«Figlia mia — le dice la Madonna — il buon Dio vuole affidarti una missione. Avrai
molto da soffrire, ma sopporterai tutto pensando che lo fai per la gloria del buon Dio [...]. I
tempi sono molto tristi — continua Nostra Signora — sciagure stanno per colpire la Francia; il
trono sarà rovesciato, il mondo intero sarà sconvolto da disgrazie di ogni specie1... La Santa
Vergine aveva l’aria ;molto afflitta dicendo questo, ma [continuò]: Venite ai piedi di
quest’altare; qui le grazie saranno sparse su tutte le persone che le domanderanno con fiducia
e fervore, saranno sparse sui grandi e sui piccoli».
La Medaglia miracolosa
La seconda apparizione, del 27 novembre 1830, chiarirà a Caterina la sua grande
missione. La giovane vede formarsi attorno alla Santa Vergine «un quadro un poco ovale in cui
stavano in alto queste parole: O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a
Voi, scritte in lettere d’oro. Allora si fece sentire una voce che mi disse: “Fate, fate coniare
una medaglia secondo questo modello. Tutte le persone che la useranno riceveranno grandi
grazie, portandola al collo. Le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con
fiducia". Immediatamente il quadro mi è sembrato voltarsi e ho veduto il rovescio della medaglia, inquieta per sapere che cosa si doveva mettere dalla parte del rovescio della medaglia,
dopo molte preghiere, un giorno, nella meditazione, mi è sembrato di sentire una voce che mi
diceva: "la M e i due cuori dicono abbastanza"... Poi tutto disparve, come qualcosa che si
spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di
consolazione».
2
La cappella delle apparizioni a Parigi, in Rue du
Bac, è meta ogni anno di milioni di pellegrini da
tutto il mondo.
In questa relazione mancano alcuni
particolari dell’apparizione, che ricaviamo però
da altri scritti della Santa e da deposizioni fatte,
sotto giuramento, dal Padre Aladel al processo
canonico nel 1836.
La Santa Vergine aveva «una
statura media»; il suo abito era
«accollato»; il velo «copriva la testa e le
scendeva da ciascun lato fino ai piedi»;
gli occhi erano «ora innalzati verso il
cielo e ora abbassati»; la voce che
parlava a Caterina si faceva sentire «in
fondo al cuore». La preghiera «O Maria
concepita senza peccato» formava «un
semicerchio, cominciando all’altezza
della mano destra, passando al di sopra
della testa della Santa Vergine, e terminando all’altezza della mano sinistra». Infine, sul
rovescio del quadro la Veggente scorse «il monogramma della Santa Vergine, composto dalla
lettera M sormontata da una croce, con una sbarra alla sua base e, al di sotto della suddetta
lettera M, i due cuori di Gesù e di Maria, che distinse perché uno era circondato da una
corona di spine, e l’altro era trafitto da una spada».
La straordinaria diffusione della Medaglia Miracolosa
Mentre gli avvenimenti previsti dalla Madonna cominciavano ad avere il loro luttuoso corso
con la caduta della monarchia di Cado X, sostituita da quella «liberale» di Luigi Filippo,
anche la Medaglia, con l’approvazione dell’Arcivescovo di Parigi, cominciava ad essere
coniata e diffusa, soprattutto grazie alla parrocchia di Notre-Dame des Victoires, che divenne
un centro di straordinaria propagazione. Le grazie e i miracoli moltiplicarono le richieste.
Il mondo e le stesse consorelle di Rue du Bac ignorano però il nome della suora che ha
ricevuto le apparizioni: 46 anni di silenzio, di nascondimento, di preghiera attendono Caterina.
«Lei, che aveva visto almeno sei volte la Vergine, che aveva assistito alla prodigiosa
diffusione della Medaglia in tutto il mondo ed ai miracoli di cui era stata strumento; ella, che
tante volte aveva sentito parlare con ammirazione della fortunata novizia che la Madonna
aveva scelto per sua confidente, restò sempre impassibile e mai tradì il suo segreto, né con le
compagne, né con le superiore, né con i suoi vecchi, né con la sua famiglia...». (Francesco
Avidano, II grande messaggio mariano del 1830, Casalmonferrato, 1952, vol. I, p. 25).
L’umiltà di Caterina Labouré ha fatto dire a Pio XI, il 29 maggio 1933, giorno della sua
beatificazione: «Noi non conosciamo (forse ce n’è, ma noi confessiamo la nostra ignoranza)
un esempio più meraviglioso di vita nascosta di quella di quest’anima di cui tutti parlavano
durante la sua vita e per tanti anni, e che restava nell’ombra, nascosta con Maria e Gesù».
La conversione dell’ebreo Ratisbonne
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II frutto più strepitoso della nuova devozione fu la conversione dell’ebreo Alfonso
Ratisbonne, a cui la Madonna della Medaglia miracolosa apparve il 20 gennaio 1842, nella
chiesa romana di Sant’Andrea delle Fratte. Una lapide posta in uno dei pilastri della cappella
dell’apparizione, dove ancora oggi si venera la «Madonna del Miracolo», così ricorda
l’avvenimento: «Il 20 gennaio 1842, Alfonso Ratisbonne venne qui ebreo indurito. La Vergine
gli. apparve come tu la vedi. Cadde ebreo, si rialzò cristiano. Straniero: porta con te questo
prezioso ricordo della misericordia di Dio e del potere della Santissima. Vergine».
La prodigiosa conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne
(a sinistra). Roma. Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.
L’altare del miracolo (a destra).
Il Ratisbonne, capitato casualmente a Roma per un viaggio di piacere, nel corso di
un’animata discussione religiosa fu sfidato a portare la Medaglia Miracolosa e a recitare o
almeno a trascrivere la preghiera Memorare, o piissima Virgo Maria. Per mostrare la sua
superiorità sulle «superstizioni» cattoliche, egli accettò ridendo la sfida. «Ora eccomi
cattolico, apostolico, romano», commentò sarcasticamente, mentre cingeva al collo la medaglietta. Qualche giorno dopo, passando davanti alla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, sentì
un impulso irresistibile ad entrarvi. «Tutto ciò che posso dire — raccontò il Ratisbonne — è
che, al momento del fatto, la benda mi cadde dagli occhi; non una sola, ma tutta la
moltitudine di bende che mi avevano avvolto, scomparvero una dopo l’altra rapidamente,
come la neve e il fango e il ghiaccio sotto l’azione di un sole cocente. [...] Entrando in chiesa
ignoravo tutto; uscendone, vedevo chiaro. Non posso spiegare questo cambiamento che con
l’immagine di un uomo il quale si risvegliasse da un sonno profondo, o con quella di un cieco
nato che vedesse la luce tutto d’un colpo; vede, ma non può definire la luce che lo illumina e
nella quale contempla gli oggetti della sua ammirazione»1.
1
Narra ancora il convertito ─ che abbracciò poi il sacerdozio cattolico, dedicandosi assieme al fratello
Teodoro, anch’egli sacerdote, alla conversione degl’israeliti increduli ─ che “in un grande fascio di luce, mi è
apparsa, dritta, sull'altare, alta, brillante, piena di maestà e di dolcezza, la Vergine Maria, quale si vede sulla
Medaglia Miracolosa; una forza irresistibile mi ha spinto verso di Lei. La Vergine mi ha fatto segno con la mano
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La notizia dello straordinario miracolo infiammò la devozione popolare verso la
Medaglia Miracolosa e contribuì ad affrettare la proclamazione del dogma dell’Immacolata.
Tra i Santi e i Servi di Dio, devoti della Medaglia Miracolosa, che pregarono nella cappella
dell’apparizione, basta ricordare i nomi di San Giovanni Bosco, Santa Teresina di Lisieux,
San Massimiliano Kolbe. Il 20 gennaio 1917, settantancinquesimo anniversario dell’apparizione, nell’ascoltare la rievocazione della conversione del Ratisbonne, Kolbe concepì
l’istituzione della sua Milizia dell’Immacolata, col fine di «cercare la conversione dei
peccatori, eretici, scismatici, giudei ecc., e specialmente dei massoni; e la santificazione di
tutti sotto il patrocinio e mediante la B.V.M. Immacolata».
II primo intervento ufficiale sull’autenticità delle apparizioni da parte della Santa Sede
si ebbe nel 1842, quando il Papa Gregorio XVI fece istituire dal suo Cardinale Vicario un
rigoroso processo sulla straordinaria conversione di Ratisbonne. Leone XIII, fatta esaminare
ogni circostanza sui fatti del 1830, in occasione del cinquantenario delle apparizioni, dichiarò
autentica la miracolosa conversione del Ratisbonne e concesse la festa della Medaglia, al 27
novembre di ogni anno, con rito di seconda classe.
La portentosa effigie della Medaglia
Miracolosa
ebbe
da
subito
una
straordinaria diffusione. Già nel 1876 si
contavano oltre un miliardo di medaglie nel
mondo. Sul dritto si può leggere la celebre
invocazione: «O Maria concepita senza
peccato, pregate per noi che ricorriamo a
Voi», talvolta nelle diverse lingue parlate,
più sovente in latino («O Maria sine labe
originali concepta, ora pro nobis, qui ad Te
confugimus»). In basso la data delle
apparizioni: 1830. Sul rovescio il
monogramma mariano M, con i Sacri Cuori
di Gesù e Maria contornati da dodici stelle.
La Medaglia Miracolosa rimedio alla cecità del mondo
moderno
Pio XI, il 19 luglio 1931, in occasione del processo di beatificazione di Caterina
Labouré, accennando ai mali che affliggevano la Chiesa, disse: «In questi giorni risplende la
Medaglia Miracolosa, come per richiamarci in modo visibile e tangibile che alla preghiera
tutto è permesso, anche i miracoli, e soprattutto i miracoli. In ciò sta la specialità magnifica
della Medaglia Miracolosa, e noi abbiamo bisogno di miracoli. È già un gran miracolo che i
ciechi vedano... ma vi è un altro miracolo che dobbiamo domandare a Maria Regina della
Medaglia, ed è che vedano quelli che non vogliono vedere...».
d’inginocchiarmi. […] Al momento del fatto la benda mi cadde dagli occhi […]. Entrando in chiesa ignoravo tutto;
uscendone vedevo chiaro”. [n.d.r.]
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La Medaglia miracolosa, portata con fiducia da tanti cattolici in tutto il mondo, continua
ancor oggi la sua silenziosa, ma portentosa missione. L’ultimo grande miracolo che i fedeli le
chiedono insistentemente è proprio la dissipazione delle tenebre che avvolgono il mondo
moderno: trionfi la luce della verità, i ciechi vedano e vedano anche quelli che si ostinano a
non vedere. La potenza e la misericordia della Madonna non hanno limiti, come ci dimostra la
miracolosa conversione dell’ebreo Ratisbonne che, ai suoi piedi, «cadde ebreo e si rialzò
cristiano».
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