Discernere la volontà di Dio Efesini 5:15-17

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Discernere la volontà di Dio Efesini 5:15-17
Discernimento biblico
Studio n. 4
Discernere la volontà di Dio
Efesini 5:15-17
Sicuramente è successo a tanti di noi di chiederci: qual è la volontà di Dio per la
mia vita? A volte questa domanda è stata fatta, legata strettamente a delle cose molte
personali e individuali. Chi sposare, che lavoro fare, dove andare ad abitare?… e così via.
In molti casi si pensa che solo in queste cose specifiche bisogna chiedere a Dio quale sia
la Sua volontà per noi. Spesso pensiamo anche che Dio ci deve rispondere in maniera
clamorosa, una voce dal cielo, un sogno durante la notte o altre manifestazioni
drammatiche.
Nessuno mette in dubbio il modo sovrano che Dio sceglie di usare, però è
importante che non dimentichiamo di cercare la Sua volontà generale per la nostra vita,
quei principi morali e spirituali chiaramente rivelati nella Scrittura che formano il nostro
carattere, gusti, pensieri e che infine condizionano il nostro modo di ragionare e quindi
scegliere e discernere ciò che è buono da ciò che è male.
Più che rivelarci qual è la sua volontà per noi in maniera spettacolare, Dio ha fatto
si che mediante la sua Parola Egli ci aiutasse a comprendere e cercare di capire qual sia la
sua volontà. Egli ci vuole dare intelligenza, sapienza e discernimento spirituale v.17;
questa infatti è stata la preghiera di Paolo per credenti di Colosse 1:9. Dio ha una volontà
per la nostra vita, ed Egli ce la rivelerà se ci mettiamo nel posto giusto per riceverla.
Questo processo ha delle tappe che non dobbiamo bruciare ma che possiamo
scoprire e realizzare nella nostra vita. Cominciamo dunque nel vedere cosa Dio ha
specificamente rivelato nella Bibbia, così non dipendiamo dal nostro discernimento o dai
sentimenti ma riconosciamo Dio in tutte le nostre vie e come conseguenza naturale Egli
appianerà i nostri sentieri facendo cooperare tutte le cose al bene per coloro che lo
amano e che sono chiamati secondo il Suo proponimento.
I. La volontà di Dio è che tu sia salvato
La prima cosa che dobbiamo comprendere della volontà di Dio lo scopriamo
leggendo due testi della Scrittura II Pietro 3:8-9; I Timoteo 2:3-4. Dio vuole che gli uomini
siano salvati, che decidano di appartenere a Lui. Non si può pretendere che Dio guidi la
vita di un uomo quando non è stato soddisfatto il primo requisito della salvezza. La
volontà di Dio inizia a schiarirsi per chi riconosce la Signoria di Cristo nella propria vita.
Dio guida i suoi Giovanni 10:4. Chi non ha Cristo nella propria vita è un estraneo
per Dio. Marco 3:31-35. Gesù ha affermato che chiunque fa la sua volontà è sua madre e i
suoi fratelli, cioè hanno una relazione con lui. Quindi possiamo dire la stessa cosa in
senso opposto: chiunque ha una relazione con Lui farà la sua volontà, se non hai ancora
questa relazione non potrai realizzare la volontà di Dio.
Il primo passo importante per camminare sul sentiero della volontà di Dio è essere
salvati. Se non avete dato la vostra vita a Gesù non potete aspettarvi nulla da Dio, non è
obbligato a prendersi cura di voi.
Questo naturalmente ci porta ad affermare un’altra verità: se è importante per voi
conoscere Cristo come Salvatore è altresì importante sapere che una volta che siete
salvati Dio vuole che facciate sapere di questa necessità ad altri, parlare ad altri di Gesù.
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Matteo 28:19-20. È inutile rimanere fermi, sognando, riflettendo, occorre agire e parlare ai
propri vicini di Cristo. Quando ci muoviamo sarà il Signore ad aprire le porte, indicare i
posti e darci le persone a cui parlare.
Dio ha tanto desiderato che gli uomini fossero salvati che ha mandato il suo Figlio
per morire sulla croce come prezzo di riscatto. Ha mostrato così qual è la sua volontà:
che l’uomo sia salvato e che si adoperi per la salvezza degli altri.
II. La volontà di Dio è che tu sia ripieno di Spirito Santo. Galati 5:16-26: Romani
8:14; Efesini 5:18-21.
Tutti i credenti hanno lo Spirito Santo, nel momento in cui sono stati salvati Egli è
venuto a dimorare nella nostra vita. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo , egli non
appartiene a Lui Romani 8:9.
È importante però sottolineare che una cosa è possedere lo Spirito ed è un’altra
cosa essere riempiti di Spirito (Spirito Santo residente/ Spirito Santo regnante).
Rispondiamo ad una domanda: Lo Spirito Santo è stato mai in grado di rivestirci con la sua
potenza, di riempire la nostra mente, i nostri cuori, i nostri sentimenti e le nostre attitudini alfine di farci
assomigliare e diventare come Gesù? Ci siamo arresi del tutto allo Spirito Santo?
Certamente il battessimo nello Spirito Santo fa parte del processo di una vita
ripiena di Spirito Santo ma non può rimanere un fattore isolato ed unico. Una persona
non battezzata nello Spirito Santo può essere più “piena” (certamente non ha raggiunto
la pienezza senza aver sperimentato la promessa del Padre) di chi dice di avere
sperimentato il battesimo. Chi manifesta il frutto deve cercare la potenza, chi è stato
rivestito di potenza non deve tralasciare il frutto.
I testi che abbiamo letto all’inizio spiegano e descrivono ciò che la presenza dello
Spirito Santo produce. Se il vino porta alla dissolutezza e quindi ha un’influenza negativa
e distruttiva sulle azioni, sui ragionamenti, sui sentimenti e sul comportamento di un
uomo, lo Spirito Santo per certo avrà un’influenza positiva. Per alcuni la vita dello
Spirito è soltanto da considerare come una realtà trascendente e soprannaturale. È
indispensabile ricordare che tutto questo deve essere accompagnato da una vita concreta,
Gesù non solo guariva e operava il miracoloso ma viveva una vita dettata da principi
morali. Solo manifestazioni di potenti operazioni non sono garanzia di una vita davvero
ripiena di Spirito Santo o del fatto una persona stia facendo la volontà di Dio Matteo
7:21-23.
Possiamo fare affidamento soltanto sul parlare in altre lingue come dimostrazione
di una vita vissuta nella pienezza dello Spirito Santo I Corinzi 13:1-7. L’equilibrio si trova
nel cap. 14 verso 1. Crediamo negli interventi soprannaturali di Dio senza dimenticare che
il mondo ha bisogno di vedere Gesù in noi. Colleghiamo la pienezza dello Spirito con la
pienezza della Parola di Cristo. Chi sta dietro la Parola? Lo Spirito Santo ha ispirato la
Scrittura, è stato mandato per guidarci in tutta la verità e riportare a memoria tutte le
parole di Gesù. A lui sta rendere reale nei nostri cuori la Parola. L’autorità del credente è
nella Parola, e la verità della Scrittura ci dà forza, libertà e vittoria.
Notiamo quanto sia simile, per non dire identico, il passo di Colossesi 3:16 con
Efesini 5:18.
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Cantando salmeggiando di cuore
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Ringraziando Dio per ogni cosa
Sottomissione gli uni verso gli altri
Moglie sottomesse ai mariti
Mariti che amano le mogli
Figli ubbidienti ai genitori
Padri che non irritano i figli
Servi ubbidienti ai padroni come al Signore
Padroni equi, corretti nei confronti dei loro servi
La mente che è concentrata su Cristo sarà dominata dallo Spirito Santo. Avere la
mente di Cristo è sinonimo di conoscere la Scrittura, se si è ripieni della Parola si è
ripieni dello Spirito di Cristo.
III. La volontà di Dio è che vi Santifichiate I Tessalonicesi 4:1-7.
Tessalonica era una città priva di qualsiasi forma di moralità. Le pratiche religiose
(pagane) stesse esaltavano l’immoralità, la fornicazione, atti osceni ed impuri. La società
era senza scrupoli, senza freno, ognuno si tuffava liberamente in ogni sorta d’eccessiva
indulgenza nei confronti delle passioni disordinate.
I credenti dovevano contrastare questa realtà con una vita casta che esprimeva
moderazione, sobrietà, equilibrio e pudore. La volontà di Dio rimane ancora la
santificazione individuale e personale di ogni credente non dimenticando che senza la
santificazione nessuno vedrà Dio. Il nostro corpo è incluso nella volontà di Dio Romani
12.1-2. Questi versi fanno comprendere in maniera molto ovvia come la purezza della
vita produce la comprensione e la realizzazione della volontà di Dio per la nostra vita.
Non dimentichiamo che Gesù per poter compiere la volontà di Dio aveva bisogno
di un corpo Ebrei 10:5-7. La sua esistenza è stata uno strumento nelle mani di Dio per
acquistare a nostro favore la salvezza eterna.
Non è possibile fare appieno né conoscere la volontà di Dio dettagliatamente se
prestiamo i nostri corpi all’immoralità, alle stravaganze del lusso e agli eccessi dei desideri
umani Romani 6:13. È essenziale decidere quali sentimenti e quali desideri vogliamo che
governino la nostra vita, quali pensieri lasciare circolare nella nostra mente Filippesi 4:8.
Paolo nello scrivere ai Tessalonicesi ricorda anche quanto sia importante mostrare
questa purezza di condotta verso gli altri chiamando in causa lo sfruttamento negli affari
v. 6. In altre parole non bisogna avvantaggiarsi delle persone. Alcuni calpestano altri per
ottenere quel che vogliono, similmente come alcuni usano altri sessualmente per
gratificare i propri desideri.
Come può Dio guidare, dirigere o rivelare il suo piano a chi non è disposto ad
ubbidire alla chiamata di Dio alla purezza, come è possibile bramare la direzione di Dio
nella nostra vita se disprezziamo i suoi principi e i suoi precetti chiaramente esposti per
noi? v. 8.
Un giovane entrando nel ministerio ha ricevuto questo consiglio da parte di un
pastore più anziano di lui e che credo può essere applicato alla vita di ogni credente. “In
base alla tua purezza così sarà il tuo successo nelle vie di Dio. Non è un grande talento;
non sono le grande idee che Dio usa; è la grande somiglianza a Gesù Cristo. Un uomo
santo è un’arma potente nelle mani di Dio” II Timoteo 2:21.
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IV. La volontà di Dio è che siate sottomessi I Pietro 2:11-17, Romani 13:1-7.
Il mondo ai tempi di Gesù come anche ai tempi di Paolo e Pietro era molto diverso
di quello in cui viviamo noi. La democrazia, la libertà e l’equità fra i popoli erano termini
poco conosciuti. La schiavitù umana era divampante, si dice che ogni uomo libero
possedeva come media tre schiavi, le leggi sulla difesa dei diritti umani non esistevano e
la pressione fiscale, cioè le tasse, era opprimente e davvero sproporzionata e ingiusta. La
distribuzione dei beni e delle ricchezze comuni era molto meno equilibrata di oggi.
Nonostante questo contesto governativo così infelice, la Scrittura, in passi come
quelli che abbiamo letto ed altri ancora, esortava i credenti di quell’epoca a mostrare
sottomissione, rispetto e onore verso i propri governanti. Paolo sottolinea che la volontà
di Dio è che preghiamo per loro I Timoteo 2:1-3.
Gesù diceva: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare”. In un’altra occasione egli
riconosce la posizione di autorità che i farisei rivestivano e incoraggiava il popolo, non a
ribellarsi a loro ma semplicemente a non seguire il loro stile di vita Matteo 23:2-3.
Credo che sia opportuno anche menzionare il comportamento che Davide aveva
nei confronti di Saul, pur avendo la possibilità di ucciderlo e prendere il suo posto sul
trono d’Israele, non ha toccato l’unto di Dio e non ha scelto la strada della violenza e
dell’omicidio per adempiere la promessa di Dio per la sua vita.
Sia Pietro che Paolo sapevano bene che le autorità, cercavano la prima opportunità
di criticare i cristiani e trovare una scusa per perseguitare maggiormente loro. A motivo
di questo pericolo i credenti dovevano vivere una vita esemplare, essere cittadini modelli
i quali non dovevano fermentare sentimenti di insurrezione e ribellione come facevano
gli ebrei, ma cercare la pace e impegnarsi per conservare la serenità civile.
I credenti debbono essere impegnati nel pregare per coloro che li governano e
usare la preghiera come arma per aprire le strade verso la realizzazione della libertà
religiosa e il suo mantenimento. D’altronde l’unica cosa che la chiesa del Signore
desidera da un governo è essere lasciati in pace per poter servire Dio liberamente Geremia
29:7; I Timoteo 2:1-4.
La Bibbia insegna contro uno di spirito di insubordinazione e di ribellione, questi
tipi di sentimenti nei confronti delle autorità non ci debbono essere. Lo Spirito di Cristo
non è arrogante e litigioso ma è invece mansueto, sottomesso e conciliante. Non bisogna
mai rispondere al male con male, ma vincere il male con il bene Tito 3:1-2. Vi è solo un
caso in cui il comando di ubbidire alle autorità può essere violato: quando il governo o
una legge ci chiede di fare o non fare chiaramente qualcosa che Dio ci ha proibito di fare
o che ci ha ordinato di fare.
In altre parole dove esiste un’inconfondibile conflitto tra le leggi e la Scrittura. Però
è importante sottolineare che l’atto di disubbidienza non è accompagnato dal disprezzo
o dall’arroganza, c’è sempre un attitudine di sottomissione e riverenza e anche la
disponibilità di accettare le conseguenze, nel caso dei credenti, la persecuzione e il
martirio.
Il comportamento di Daniele ci offre un buon esempio sia per quando non si può
ubbidire ma anche su quale deve essere l’attitudine da mantenere nei confronti delle
autorità.
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Daniele 1:8-16. Se notate l’appello di Daniele verso il maggiordomo era
caratterizzato da uno spirito di sottomissione e riverenza, egli chiede permesso e per una
prova di 10 giorni. Daniele cercò una via pacifica e conciliante senza però scendere a
compromessi né diventare litigioso per poter ubbidire a Dio anziché agli ordini del re.
Daniele 6 è un testo che mette in risalto la grande stima che Daniele godeva e la sua
irreprensibilità v. 4-5. Certamente la posizione che aveva non fu conquistata mediante
intrighi politici e possiamo dire che neanche era una posizione da lui ricercata è stato
Dio a volerlo in quel posto. Essendo dunque per volontà di Dio, l’unica cosa che
Daniele doveva fare era rimanere fedele al Signore e Dio lo avrebbe mantenuto in
quell’incarico secondo i suoi disegni. Il profeta continua la sua preghiera e umilmente
accetta le conseguenze per la sua fedeltà a Dio. La mattina quando il re arriva alla fossa,
Daniele usa parole di rispetto e dichiara la liberazione concessa dall’Eterno v. 21.
Per fare la volontà di Dio bisogna sviluppare uno spirito di collaborazione e
sottomissione. Essere sottomessi gli uni agli altri, in casa, in chiesa, a lavoro e verso le
autorità.
V. La volontà di Dio è che soffriate I Pietro 3:17; 4:19; 5:10.
Il soffrire fa parte del processo di maturazione del credente. La capacità di accettare
le sofferenze per la causa dell’Evangelo ci permette di essere coraggiosi e franchi nel
proclamare il messaggio di Cristo. Se gli apostoli non fossero stati disposti a soffrire
avrebbero potuto compiere la volontà di Dio per la loro vita? La volontà di Dio per
Gesù era che Egli subisse la morte della croce, e se non fosse stato disponibile a bere
quel calice? Volete fare la volontà di Dio, allora chiedetevi se siete disposti a soffrire
come soldati di Cristo II Timoteo 2:3; 3:12. Nelle prove e nelle difficoltà, Dio vuole che il
credente conservi un cuore grato senza abbandonarsi all’ammarezza, al lamento e all’ira I
Tessalonicesi 5:18.
Conclusione
Quando i vari aspetti menzionati sono presenti nella nostra vita possiamo credere
che Dio ha il controllo dei desideri del nostro cuore. Non credo che ci sia modo migliore
per Dio guidare la nostra vita se non tramite i nostri desideri Salmo 37:4-5. Se segui il
desiderio del tuo cuore, e qualcosa non è chiaro aspetta, perché Dio chiarirà ogni cosa.
È impossibile sterzare un mezzo se rimane fermo, quando un’automobile si avvia
allora è più facile guidarla. Un episodio in Atti 16 della vita di Paolo ci offre un esempio.
Seguì i desideri del suo cuore, quello di evangelizzare ma fu sensibile alle circostanze
intorno a Lui. Offrendo noi stessi in sacrifico vivente a Dio, quindi arrendendo tutto a
Lui, scopriremo e conosceremo la Sua buona, gradita e perfetta volontà Romani 12:1-2.
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