quaresima 2015 e il fonte battesimale
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quaresima 2015 e il fonte battesimale
Con la sottolineatura di questo terzo silenzio termina il primo ciclo dei brevi interventi domenicali sulla celebrazione dell’Eucaristia. Il secondo sarà proposto nel tempo dopo Pentecoste, cioè nel prossimo mese di giugno. QUARESIMA DI CARITA’ Il progetto «Facciamo comunità» è rivolto alla popolazione di NanaMambere nella Repubblica Centrafricana. L’agricoltura assorbe il 75% della manodopera attiva, ma nei villaggi la vendita dei prodotti agricoli avviene solo al mercato settimanale. La Caritas Bouar vuole ampliare la rete commerciale, favorendo la costituzione di associazioni di agricoltori e aprendo un magazzino per l’acquisto, lo stoccaggio e la vendita di prodotti agricoli. Particolare attenzione sarà data anche alla promozione della dignità delle donne, fattore di sviluppo, stabilità del Paese. Comunità pastorale sant’Eusebio Quaresima 2015 E il fonte battesimale Occasione propizia che la liturgia ci offre per “ritornare nella vita divina” regalata nel nostro battesimo. Forte il richiamo, quest’anno, del nuovo fonte battesimale che andiamo completando! RACCOLTA DENARO RINUNCE: Domenica delle palme La SERA del VENERDI’ ore 21.00: “La novità dei battezzati” I MARTEDI’ con il CARDINALE : “Attirerò tutti a me” Martedì 3 marzo «La condanna», Martedì 10 marzo «Gli incontri» Martedì 17 marzo «L’innalzamento» Martedì il 24 marzo «L’attrazione universale» Luvinate venerdì 27 febbraio: IL BATTESIMO TRASFORMA L’UMANO don Norberto Brigatti, parroco della Comunità Pastorale Morosolo venerdì 6 marzo: IL BATTESIMO GENERA IL “NOI” don Romano Martinelli, già padre spirituale, seminario Venegono Casciago venerdì 13 marzo: Telenova ore 20.45 Domenica 22 marzo 2015 BENEDIZIONE DEL FONTE BATTESIMALE DELLA COMUNITA’ PASTORALE SANT’EUSEBIO ore 11.15: Santa Messa e benedizione del fonte (sospesa messa a Luvinate delle ore 11.15) ore 15.30: “Concerto - preghiera”, percorso dell’anno liturgico nella musica sacra, con 104 coristi delle parrocchie e 30 orchestrali - direttore Carlo Tettamanti - IN GESU’, DISCESO AGLI INFERI, SI VINCE IL MALE padre Marko Rupnik, gesuita, autore dei mosaici Casciago venerdì 20 marzo: SI VIVONO OVUNQUE RELAZIONI BUONE Valentina Soncini, insegnante, già presidente A.C. di Milano Barasso venerdì 27 marzo: SI DIVENTA IL RACCONTO DI DIO don Romano Martinelli, già padre spirituale, seminario Venegono IL GIORNO di VENERDI’: “Sulla croce, sangue ed acqua” ore 09.00 ore 15.00 ore 17.30 Via Crucis battesimale a Casciago e Barasso Via Crucis battesimale a Morosolo Via Crucis battesimale a Luvinate Cammino battesimale 2^ settimana di Quaresima: LA VITA NUOVA La seconda domenica di quaresima nella nostra tradizione ambrosiana fa riferimento all’episodio della Samaritana, il quale ruota attorno al simbolo dell’acqua. Infatti se l’acqua del pozzo che Cristo chiede alla Samaritana serve solo per placare la sete, l’acqua viva che Cristo dà alla Samaritana e a tutti gli uomini fa qualcosa di molto più grande: trasforma la vita dall’interno, la converte. E’ in questo modo infatti che l’episodio evangelico della seconda domenica di quaresima viene interpretato dalla liturgia ambrosiana, che nel prefazio così si esprime: il Signore Gesù “stanco e assetato, volle sedere a un pozzo e, chiedendo da bere a una donna samaritana, le apriva la mente alla fede; desiderando con ardente amore portarla a salvezza, le accendeva nel cuore la sete di Dio”. Comprendiamo allora perché questo episodio del vangelo di Giovanni sia stato inserito dalla liturgia nel corso della quaresima come tempo di preparazione al battesimo. Nell’antichità, quando un pagano adulto si convertiva alla fede cristiana e chiedeva di essere battezzato, doveva imparare una verità fondamentale: che l’acqua viva del battesimo, attraverso la quale opera Dio stesso, trasforma la sua vita dall’interno, crea in lui una nuova vita, quella che nella dottrina tradizionale cristiana si chiama la “vita di grazia”. Notiamo subito una cosa importante: questa è una verità che va certamente imparata, ma non deve poi fermarsi solo al livello della mente, deve anche concretizzarsi nella vita attiva e quotidiana, proprio come è accaduto alla Samaritana e ai suoi connazionali, che non hanno solo conosciuto con la mente chi è Gesù Cristo, ma hanno creduto in Lui con la vita e con il cuore. Noi, che il battesimo lo abbiamo ricevuto da bambini, non per questo siamo autorizzati a ignorare che cosa il battesimo ha prodotto in noi: anzi, proprio per non rendere vano o inefficace il nostro battesimo, e quindi anche la nostra identità di cristiani, dobbiamo ritornare a chiederci: “So che cosa è la vita di grazia prodotta in me dall’acqua viva del battesimo ? “. E più a fondo: “Vivo secondo questa vita di grazia ?”. Richiamiamo allora i punti essenziali della dottrina cristiana su questa importante verità. 1) Quando siamo stati battezzati, lo Spirito Santo, cioè Dio stesso, è venuto ad abitare nei nostri cuori: la persona del cristiano quindi è il tempio dello Spirito Santo. 2) Lo Spirito Santo, che abita dentro di noi, ci rende partecipi della natura divina. 3) Partecipare della natura divina significa in un certo senso cambiare identità: infatti l’essere umano, grazie al battesimo, diventa figlio di Dio, proprio come Gesù Cristo è il Figlio unigenito di Dio, e di conseguenza diventa fratello di Gesù Cristo. La vita di grazia dunque ci è stata data come dono (la parola “grazia” infatti significa letteralmente “dono gratuito”) nel battesimo tanti o pochi anni fa, a seconda dell’età che ora abbiamo, ma in ogni caso oggi questo dono deve essere ri-accolto da noi, con la responsabilità propria di chi è cristiano adulto e consapevole; insomma, questo dono che ci proviene da Dio deve in qualche modo trasformarsi in una scelta nostra, personale e operativa. Questa vita di grazia viene spesso chiamata, sia nel Nuovo testamento che nella tradizione cristiana, anche con l’espressione “vita eterna”, che non significa solo la vita del mondo futuro, ma la vita nuova che il cristiano comincia a vivere già qui in terra, per mezzo della grazia che gli è stata conferita nel battesimo. (Mons. Marco Navoni) Iscrizione sul battistero del Laterano “Qui nasce per il cielo un popolo di alto lignaggio, cui lo Spirito dà vita nelle acque da lui fecondate. Con virgineo parto, la Madre Chiesa genera in queste acque i figli che concepisce per virtù dello Spirito. Sperate nel Regno dei Cieli, voi che rinascete in questo Fonte alla beatitudine non può aspirare chi nasce una sola volta. Qui è la sorgente della vita, che irriga tutta la terra, scaturendo dalla ferita del Cristo. Immergiti, peccatore, per purificarti nelle sacre onde; l’acqua, in cui scendi vecchio, ti restituirà a nuova giovinezza. Se vuoi essere puro, lavati in queste acque, quale che sia la tua colpa, originale o personale. Nulla separa più i rinati: un solo Fonte li unisce, un solo Spirito, una sola fede Nessuno si spaventi del numero o del peso delle sue colpe: sarà santo chi nascerà da queste onde”. IL SILENZIO NELLA LITURGIA L’Eucaristia che celebriamo ogni domenica è il vertice e la fonte di tutta la vita della Chiesa. Essa è per noi il momento più importante di tutta la settimana, da vivere con l’intensità che merita. Esortati dal nostro Arcivescovo, vogliamo dunque aiutarci a celebrala sempre meglio. A questo scopo, saremo invitati in queste domeniche di Quaresima a valorizzare alcuni momenti o gesti dell’Eucaristia, con semplicità ma anche con impegno. Il silenzio dopo l’Omelia (seconda domenica) Richiamata l’importanza del silenzio all’inizio della celebrazione eucaristica, vogliamo oggi soffermarci sul silenzio dopo l’omelia. La liturgia invita a sostare dopo la proclamazione delle letture bibliche e la meditazione proposta nell’omelia. È un tempo di silenzio il cui scopo è quello di dilatare l’ascolto della Parola di Dio e di interiorizzarla. Nella sacra Scrittura il Signore “parla agli uomini come ad amici”: egli ci attira a sé, ci illumina, ci conforta, ci guida, ci corregge. Il silenzio dopo l’omelia permette alla Parola di risuonare meglio in noi affinché – come accadde ai discepoli di Emmaus – il nostro cuore possa ardere d’amore e il nostro cammino possa diventare più sicuro e sereno. Rimarremo dunque seduti in silenzio per qualche istante dopo l’omelia e prima del canto dopo il Vangelo. Il silenzio dopo la comunione (terza domenica) Il terzo momento di silenzio nella celebrazione Eucaristica si ha dopo la Comunione. Ricevuto il Corpo dl Signore, siamo invitati a immergerci in un dialogo interiore con lui, che ci ha fatto dono della sua presenza e ci riunisce come Chiesa. Quello dopo la Comunione è un silenzio carico di preghiera: una preghiera intima, riconoscente e fiduciosa.