Memorie di Italia `61 ed il nuovo Museo dell`Automobile L`idea di

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Memorie di Italia `61 ed il nuovo Museo dell`Automobile L`idea di
Memorie di Italia ’61 ed il nuovo Museo dell’Automobile
L’idea di celebrare il Centenario dell’Unità d’Italia nacque nel 1956, ponendo Torino al centro
dell’avvenimento; il Comitato che si formò indicò come prioritaria la realizzazione di opere non
effimere e al Comune di Torino di portare a termine i progetti in corso al fine di evitare di dare una
immagine non consona della città. I capoluoghi di provincia italiani accettarono di non tenere
manifestazioni concorrenziali e il Bureau International des Foires et des Expositions concesse alla
città di Torino il diritto esclusivo di tenere nel 1961 una Esposizione Internazionale.
Torino stava vivendo il periodo del boom economico, la municipalità decise di attrezzare per le
esposizioni una vasta area alla periferia meridionale della città, all’epoca tenuta a gerbido e
pioppaie, dove si elevavano i resti di costruzioni che avrebbero dovuto celebrare i venti anni del
Partito Fascista nel 1942, ma che a causa della seconda guerra mondiale rimasero allo stato di pochi
sparuti elementi in calcestruzzo. La viabilità si arrestava con il corso Polonia all’altezza del corso
Spezia, nella zona vi erano diversi orti e bidonvilles in cui vivevano persone che non potevano
permettersi alloggi migliori. Lungo il fiume vi erano i resti delle postazioni antiaeree tedesche
(FLAK) poste a difesa della città dai bombardamenti bellici. Negli anni Cinquanta questa zona in
cui già si trovavano l’Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista detto le Molinette e l’Ospedale
di Sant’Anna con la Clinica Ginecologica si incrementò con la costruzione del grattacielo che ospita
il Centro Traumatologico (inaugurato nel 1961) e con l’Ospedale infantile Regina Margherita
(trasferito dalla sede di corso Bramante). Inoltre il Comune in tempi brevi effettuò l’urbanizzazione
dell’area che andava dal corso Spezia sino al corso Maroncelli. Venne aperto il corso Unità d’Italia
che mise in comunicazione diretta la città con Moncalieri. Intanto nel 1957 si era costituito il Museo
dell’Automobile la cui costruzione si doveva effettuare con affaccio sul nuovo corso. Per il 1961
furono costruiti una serie di edifici e di installazioni: partendo dal corso Maroncelli si trova la
grande mole del Palazzo del Lavoro. Il grande complesso venne progettato per la parte del
calcestruzzo armato da Pier Luigi Nervi, mentre l’architetto Gio Ponti si occupò della sistemazione
interna. Su una area di 25000 m2 si elevano sedici grandi pilastri alti 25 metri su cui poggia un
“fungo” quadrato con 38 metri di lato realizzato in carpenteria metallica. Ospitò la Mostra
Internazionale del Lavoro e a parte quella dedicata a "Moda, Stile, Costume" coordinata da Pinin
Farina con l’opera di Augusto Cavallari Murat e Roberto Gabetti divisa in ben 12 sezioni di grande
impatto visivo.
Dopo l’avvenimento espositivo vi ebbero sede il Bureau International du Travail - Agenzia delle
Nazioni Unite, alcune manifestazioni di carattere fieristico, e, fino al 31 dicembre 2008, una sezione
della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino. I forti costi di manutenzione
hanno portato al progressivo abbandono, per cui oggi l’edificio versa in condizioni difficili.
Attualmente sono in corso con il gruppo olandese Foruminvest trattative per la sua trasformazione
in grande centro commerciale. Nei pressi del Palazzo del Lavoro di trovava una installazione che
ebbe un grande successo e venne offerta dalla Fiat ai milioni di visitatori dell’avvenimento: il
Circarama Disney. Il contenitore era un padiglione smontabile e trasportabile in acciaio, alluminio
e plastica, si sviluppava su 1500 mq. Il cilindro aveva un diametro di 32 metri ed era alto 12, mentre
lo schermo si sviluppava su 90 metri con altezza di 7 metri. La sala aveva una capienza di mille
persone in piedi. Il Circarama aveva debuttato a Disneyland. Il film veniva proiettato su schermo a
360 gradi, il sistema di ripresa e proiezione erano originali per cui gli spettatori, completamente
circondati dalle immagini in movimento, avevano la sensazione di partecipare a quanto proiettato.
A Torino venne presentato il film “Italia 61” con splendidi colori e con commento di Indro
Montanelli. Vi si illustrava in particolare il “miracolo italiano” con esempi di interventi realizzati
all’estero delle imprese italiane come ad esempio la diga di Kariba in Rhodesia. Lo stesso Walt
Disney volle accompagnare il film con un messaggio augurale. Un grande lago venne costruito a
Nord del Palazzo del Lavoro. Nei suoi pressi sorge quello che era il “Palazzo delle mostre” o
“Palazzo a Vela” su progetto di Annibale e Giorgio Rigotti, con calcolo del cemento armato di
Franco Levi. Nel progetto originale era contraddistinto da vetrate laterali a forma di vela, da cui il
nome. La pianta esagonale era inserita in un cerchio dal diametro di 130 m, la copertura era
costituita da tre volte che si incrociavano. La struttura portante in c.a. precompresso formata da tre
archi fissati a terra su tre sommità dell’esagono, mediante cavi sotterranei. Il recente restauro, opera
di Gae Aulenti, che destinava l’edificio a gare di pattinaggio, figura e short track della XX
Olimpiade invernale, è stato oggetto di critiche perché sono scomparse le caratteristiche vetrate ed
al di sotto delle volte in c.a. è nato un edificio tradizionale composto da due corpi accostati con
copertura a differenti altezze. Una importante attrazione di Italia ‘61 fu la Monorotaia progettata
dalla società tedesca Alweg Corporation di Colonia. Furono installati una serie di pilastri in
cemento armato precompresso, distanziati 20 metri uno dall’altro (dal peso di 40 tonnellate), a sei
metri d’altezza era posta una unica grande rotaia anch’essa in c.a. L’automotrice, in lega di metallo
leggero, era stata costruita in Germania su disegno della Fiat Materiale Ferroviario con la
collaborazione del noto carrozziere torinese Ghia. Portava 80 persone sedute e 120 in piedi, il
tragitto di 1500 metri era percorso in un minuto e mezzo, costo del biglietto lire 100.
L’avveniristica costruzione venne purtroppo lasciata deperire negli anni successivi. Altrettanto è
accaduto per la funivia che dalla sede dell’attuale Scuola di Amministrazione Industriale conduceva
al Parco Europa di Cavoretto scavalcando il Po. Sul lato destro del corso con affaccio sul Po si trova
una serie di palazzine, destinate alla mostra delle Regioni d’Italia e successivamente divenute sede
di tre organizzazioni internazionali. Il percorso termina con la visita al Museo dell’Automobile,
unico del suo genere in Italia, in esso è possibile visionare un secolo di storia dei trasporti narrata da
circa 300 vetture in mostra. Il Museo nacque da una idea di due pioneri dell’automobile C. Goria
Gatti e R. Biscaretti di Ruffia, per il progetto furono incaricati Carlo Biscaretti di Ruffia e a
Giuseppe di Miceli che nel 1933 organizzarono una mostra di autoveicoli al Salone di Milano. Nel
1938 le vetture furono poste sotto le gradinate centrali dello stadio comunale di Torino. Dato il
grande valore storico dei materiali raccolti nel 1956 le società costruttrici di automobili e la famiglia
Agnelli stabilirono di appoggiare la costruzione di una sede permanente per esporre i modelli
pertanto il 3 novembre 1960 il Museo venne inaugurato.
Per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, dopo cinque anni di restauri, con un nuovo avveniristico
allestimento multimediale di François Confino, il Museo ha riaperto il 18 marzo le sue sale
espositive.
Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti ONLUS
Fondata in Torino il 20 febbraio 1874
Palazzina SPABA, Via Napione 2 - 10124 Torino
Tel./Fax 011 8177178
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STORIA
La Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, fondata in Torino nel 1874 da un gruppo di
studiosi e appassionati nel campo dell’arte e dell’archeologia, ebbe sede inizialmente presso il
Museo Archeologico e dal 1911 nella Palazzina di via Napione donata dal socio Vittorio Avondo.
Attualmente la Società collabora con le autorità preposte alla conoscenza e salvaguardia del
patrimonio archeologico ed artistico subalpino e pubblica un Bollettino in cui compaiono le
comunicazioni di soci e studiosi su argomenti concernenti l’archeologia, la pittura, la scultura,
l’architettura e le arti applicate in Piemonte.
Dal 2005 pubblica anche la collana: Quaderni di Archeologia e Arte in Piemonte Ente Morale dal
1907, trasformata in ONLUS nel 1998, la SPABA gestisce donazioni liberali destinate a finanziare
restauri
conservativi di edifici ed opere d’arte, organizza mostre e convegni in collaborazione con gli Enti
pubblici.
ATTIVITÀ
La SPABA propone agli iscritti durante l’anno, una serie di incontri (sedute scientifiche) in Sede su
tematiche inerenti l’arte, l’archeologia, l’architettura, la scultura, le arti applicate e la fotografia in
ambito piemontese. Fin dal 1932 organizza convegni in sedi diverse, a cadenza pluriennale dedicati
a zone specifiche del Piemonte o a personaggi che ebbero particolare rilevanza nella vita culturale e
artistica regionale.
Dal 1999 al 2008 ha organizzato “Rivelazioni Barocche”, poi confluita all'interno del progetto
"Gran Tour". Scambia le sue pubblicazioni con numerose Società e Istituti storici italiani e stranieri
aventi analoghi interessi culturali.
La biblioteca è ricca di oltre 5000 titoli. È aperta in orario di segreteria e raccoglie pubblicazioni
tematiche sul arte, architettura, archeologia e storia del Piemonte.