saura duca di castelmonte
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saura duca di castelmonte
I Saura duca di Castelmonte di Salvatore Accardi © Sicuramente ci sono in circolazione tante cartoline antiche nelle mani di parecchi collezionisti, che mostrano l’elaborata balconata del quarto nobile e il palazzo Saura duca di Castelmonte. Pubblicare o guardare semplicemente simili vecchie immagini possono soddisfare il possessore, ma non lo rendono conscio, né il medesimo né tantomeno chi li guarda, sulla progenie di questa famiglia, ricca di sua memoria storica, nata nella vetta dell’antico monte dedicato a Venere, che in inoltrato Settecento acquisiva titolarità araldica. www.trapaniinvittissima.it 1 I Saura duca di Castelmonte di Salvatore Accardi © La nobiltà della famiglia Saura trae le sue origini da Francesco, il quale è perfino menzionato da Nicolò Maria Burgio, che il 6 settembre 1790 annotava nel suo “Diario” 1 Dopo varij anni di positivo litiggio così né Tribunali collaterali di S.E. come anche nella Real Corte di Napoli risultò per ordine Sovrano capitano di giustizia de la 8’ indizione Don Francesco Saura Duca di Castelmonte ed ebbe oggi stesso il possesso. La nobiltà di costui comincia nel 1776, ma il Diploma che ottenne in quell’anno lo fa comparire provenienti di antichi Nobili. Benigno da Santa Caterina (in Trapani Profana) ricostruiva la scalata patrizia di Mario Saura [che] altro non era se non un Benestante Massaro. 2 Si avanzò di maniera nel suo Borgesato che si rese ricchissimo e rinomato. Costui procreò Francesco quale seguitò l’impiego del Padre ed avanzò ancora le sue facoltà. Da Francesco ne vennero Mario ed Antonio. Il primo si diede allo Studio della Giurisprudenza e divenne un bravo Dottor di Legge. Antonio abbracciò lo Stato Ecclesiastico e fù canonico fondatore della chiesa parrocchiale di San Lorenzo. Da Mario ne successero Francesco, Sebastiano ed Antonio e tre altre figlie femmine. Francesco si sposò con Donna Bianca Istori, donna amabilissima della città di Genova e consanguinea delli Signori Pallavicini, 3 la quale non ebbe prole. Nel tempo stesso Don Francesco Saura, per maggiormente ancorare la sua Nobilissima Moglie, comprò il titolo di Duca di Castelmonte e l’investì sopra la Salina dello Ronciglio fabricata a sue spese. http://www.trapaniinvittissima.it/files/burgio_nicolo.pdf http://www.trapaniinvittissima.it/files/benigno_da_santa_caterina.pdf 3 http://www.trapaniinvittissima.it/files/1759_fabrica_madrice_favignana.pdf 1 2 www.trapaniinvittissima.it 2 I Saura duca di Castelmonte di Salvatore Accardi © Don Sebastiano Saura altro fratello visse e se ne morì stroppio e Don Antonio Terzo fratello, che dopo la morte di Don Francesco prese l’Investitura del Ducato, si sposò in Palermo colla figlia del Marchese di Santo Ippolito. Da questa ne nacquero Francesco, che al presente è il Terzo Duca di Castelmonte e due figlie Femine. Ed ecco come, per le ricchezze, si rese Nobile una Famiglia fra lo spazio brevissimo di tre generazioni, che appena conta un secolo. Denis Mack Smith ripone particolare attenzione all’evento. Nella sua Storia della Sicilia medievale e moderna (pagina 366) riferisce che alcuni mercanti e persino gabelloti potevano aspirare a ricomprarsi i titoli da aristocratici insolventi e […] comprarsi una posizione per emergere in una casta sempre più svalutata. In effetti, Antonio, sposo di Caterina Sarzana dei Marchesi di Sant’Ippolito, nel 1792 era nominato console di mare e l’anno seguente rettore del Monte di Pietà. Morì settantasettenne il 20 maggio 1804. Il figlio Francesco sposò Francesca Maria Pepoli, (figlia d’Antonio Mazziotta barone di San Teodoro e di Maria Rosaria Blasi), 4 come leggiamo nel capitolo matrimoniale redatto dal notaio Gaspare Maria Patrico il 29 settembre 1809. La sposa morì di parto il 18 luglio 1815 insieme ad un bambino non nato, ma battezzato mercè il parto cesareo e dopo momenti seguì l’estinta genitrice seppellita nella chiesa di San Domenico (Nicolò Maria Burgio in Diario). Il duca si risposò con Emilia Milo (1795/1875, figlia del barone Nicolò e di Giuseppa Castagnon). I due coniugi redassero il contratto matrimoniale il 30 settembre 1816, nello studio del notaio Gaspare Maria Patrico. 4 http://www.trapaniinvittissima.it/i_sieri_pepoli.html www.trapaniinvittissima.it 3 I Saura duca di Castelmonte di Salvatore Accardi © Nel 1818, Francesco era il primo tra gli eletti al comune, dopo il sindaco Pietro Morello, che insieme al giudice Michele Patrico tutti e tre in corpo formano il Senato del nuovo sistema (Nicolò Maria Burgio in Diario). Morì di colera a 46 anni, il 22 agosto 1837. L’inventario curato dal figlio Antonino, si pubblicava in prima seduta il successivo 13 ottobre nello studio del notaio Carlo Patrico. La ventesima seduta terminava il 19 aprile 1838. Il duca Francesco ebbe tre figli: Antonino, Francesca e Maria, prima moglie del dottor Antonio Scio. Il 29 agosto 1831 Antonino sposava Teresa Venuti (figlia di Nunzio Venuti). 5 È stato eletto per due volte sindaco di Trapani: dal 1835 al 1836 e dal 1850 al 1852. I due coniugi forse ebbero più di tre figli. In merito, riscontriamo nei registri anagrafici il decesso del ventiquattrenne Francesco avvenuto nel luglio 1856, della diciassettenne Caterina quattro mesi dopo e della ventiduenne Giovanna in aprile del 1858. L’altra figlia Francesca sposava Giacomo Scichili Butera, la cui figlia Emilia, nel 1878, si maritava con Nunzio Nasi (Naso) onorevole e ministro della pubblica istruzione. Oggi, l’antico e fastoso palazzo Saura è in totale decadimento sulla principale via del centro storico, occhiello di Trapani. E s’intende la Rua Nueva o Nuova detta volgarmente Ra’Nova. La strada in cui anticamente abitarono i San Clemente, i Fardella, gli Staiti, i Milo, gli Xirinda e, dulcis in fundo, il bernesco poeta Giuseppe Marco Calvino stimato nei tre lati della Sicilia. 6 5 6 http://www.trapaniinvittissima.it/files/il_milionario_don_nunzio_venuto.pdf http://www.trapaniinvittissima.it/giuseppe_marco_calvino.html www.trapaniinvittissima.it 4 I Saura duca di Castelmonte di Salvatore Accardi © Non sappiamo cosa resterà dell’antica vestigie del palazzo, del suo quarto nobile, delle stanze e degli arredi, sicuramente già spogliati. Di certo sappiamo ciò che fu e ciò che suoi non sarà. E come questa, anche altre scomparse, come la fenice, rinascono attraverso le antiche e imbrunite immagini di scorci d’abitazioni lussuose che hanno fatto invidia e storia locale. Sì, di una Trapani tramontata tuttora fiera di se stessa. © Salvatore Accardi, dicembre 2010 www.trapaniinvittissima.it 5