Ano natsu, ichiban shizukana umi

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Ano natsu, ichiban shizukana umi
I FUORICAMPO OVVERO
GLI IMMORTALI IRREPERIBILI
Rassegna Audio-Video 2010
Défilé di Autnno 3
Sabato 23 ootbre 2010, ore 17
Palazzo Cini a San Vio
Ano natsu, ichiban shizukana umi
Il silenzio sul mare
1991
Un film di
Takeshi Kitano
101’
Con Kurôdo Maki Hiroko Oshima Sabu Kawahara Susumu Terajima Toshio Matsui Yasukazu
Ishitani Naomi Kubota Tatsuya Sugimoto Tatsuya Sugimoto Tetsu Watanabe Keiko Kagimoto
Kengakusha Akiyama
Musica di Joe Hisaishi
Fotografia di Katsumi Yanagijima
Quasi opera prima del grande regista giapponese, è un film nel quale la celebre poetica della sottrazione del regista si presenta al suo stato
più puro. È sinora l'unico suo film dal quale sia totalmente bandita la yakuza, ma l'atteggiamento molto definito dei personaggi nei
confronti del proprio destino è sempre lo stesso, e il discorso complessivo si fa molto umano ed universale. Il conflitto viene incarnato
interamente da una febbrile sfida tra il protagonista Shigeru e il mare, assumendo le forme di una vicenda pienamente diretta e combattuta
fra natura, la sensibilità, l’handicap e i vari composti simbolici di queste tre dimensioni. Il rapporto con la morte si fa estremamente intimo
ed implicito. La storia d'amore tra due creature sordomute, di tenerezza inusitata e di pari forza, (tema presente in misura minore anche in
Boiling point , Sonatine , Hana-bi e Dolls ) riesce a commuovere, intenerire e divertire, nonostante la trama ridotta ad un niente e un soggetto
che in mani altrui avrebbe avuto buone probabilità di risultare forse volgarmente patetico. Tutto ciò grazie al pudore e all'essenzialità della
messinscena, che privilegia i campi lunghi e i piani-sequenza, contrappuntati da primi piani allestiti sull’'espressività di una maschera No, e
da rigidi piani d'insieme frontali che rimandano alle composizioni-fotografia del finale. Memorabili le sequenze del litigio muto e della
piegatura degli abiti sbagliati.
Il film si inserisce in questa rassegna per la memorabile istituzione ‘musicale’ del silenzio soggettivo prodotto dell’handicap dei
protagonisti che crea una condizione di colonna sonora soffocata in un altro silenzio tutto inghiottito nella immensità dell’oceano.
Il mare sordomuto, anch’esso, diventa così il vero protagonista del dramma, impone il suo ritmo al film, con le sue ondeggianti lentezze
che nell'estetica e poetica di Kitano rappresentano lo sgorgare delle emozioni; domina una mareggiata che porta tutto per poi togliere
tutto, una emozione regalata, un amore. Kitano controlla ogni aspetto della sua opera, a partire da un'ottima sceneggiatura che, nonostante
la imperiosa ripetitività di alcune scene, tiene alta l'attenzione grazie ad alcune sottotrame e all'umorismo, all’ironia quasi strozzata, tipica
del regista nipponico.
Evidente omaggio al cinema francese con un montaggio dichiaratamente bressoniano, Il silenzio sul mare gode della delicatezza di un buon
haiku e la grande bellezza di un interminabile paesaggio..