San Daniele Fasanella - Fuoco dello Spirito Santo

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San Daniele Fasanella - Fuoco dello Spirito Santo
San Daniele Fasanella (Martire)
Belvedere 1200– Ceuta 1227
Daniele Fasanella nasce a Belvedere Marittimo, in Calabria, intorno al 1200. Sulla sua
infanzia non ci sono notizie, ma sappiamo che la vita religiosa di Daniele culmina nel
sacerdozio avvenuto in giovane età; nel 1219, infatti, egli decide di unirsi al fervente
ordine dei Frati minori fondato circa dieci anni prima da Francesco de’ Moriconi
d’Assisi (San Francesco) dal quale riceve l’abito.
Daniele entra a far parte dell'Ordine con a capo padre Pietro Cathin, e dopo aver
compiuto cinque anni di noviziato presso il convento di Corigliano Calabro, nel 1224
fonda il convento di S. Maria del Soccorso a Rogliano (CS) dove dimora per due anni,
nel silenzio del bosco, distante circa un miglio da Santo Stefano in Mangone, con altri
tre frati.
L'anno che riveste particolare importanza nella vita di Daniele è il 1226, quando egli
sente l'esigenza di effettuare una missione nei luoghi in cui la fede cristiana è del tutto
ignorata. Daniele si sente spinto ad intraprendere una missione di evangelizzazione in
Africa, dove l’Islamismo è la religione più praticata. Questa aspirazione lo unisce a San
Ugolino da Cerisano, Samuele, Angelo e Donnolo di Castrovillari, Leone e Nicola di
Corigliano.
Si racconta che, prima di partire, Daniele abbia fatto sgorgare dell’acqua da una roccia,
la fonte zampilla tutt’oggi ed è conosciuta come “Acqua di San Daniele”; inoltre l’orma
del suo piede è rimasta impressa sugli scogli.
I sette frati partono da Belvedere e, giunti a Livorno, raggiungono Firenze dove
ricevono la benedizione di padre Elia; successivamente si preparano a sbarcare a
Barcellona da dove attendono la partenza di una nave diretta in Africa.
Il 26 settembre 1227 Daniele e i suoi compagni raggiungono Ceuta; qui i cristiani non
sono ben visti e sono costretti ad abitare fuori dalla città, in quartiere denominato
"Granaio".
Non avendo l’autorizzazione governativa per entrare in città, Daniele e gli altri frati vi si
introducono di nascosto, domenica 5 ottobre, alle prime luci dell'alba.
Nonostante le opposizioni, tenendo ciascuno in mano il crocifisso, iniziano a
predicare a gran voce il Vangelo di Cristo annunciandolo come unico Salvatore del
mondo, talvolta condannando apertamente la legge maomettana. Il popolo, mal
digerendo le offese rivolte al proprio profeta, decide di percuoterli, ma i giovani tutto
sopportano per amore di Cristo.
Poco tempo dopo, Daniele e i suoi compagni vengono condotti innanzi al re il quale,
vedendoli intrepidi, li prende per pazzi e comanda che vengano messi in carcere per
otto giorni, privi di cibo. Ricondotti dinanzi al giudice
viene loro intimato di abiurare la propria fede e di
rinnegare ciò che avevano predicato: Daniele prende la
parola e parla a nome di tutti difendendo con fermezza la
loro posizione. A questo risoluto rifiuto, segue la
condanna a morte.
Dopo essere stati denudati, legati e percossi, i frati
vengono decapitati.
È il 13 ottobre dell'anno 1227. I loro corpi vengono
tagliati a pezzi e trascinati per le vie della città. Calmato il
furore del popolo, i mercanti genovesi, pisani e marsigliesi
li raccolgono di notte e li seppelliscono nel sobborgo di
Ceuta.
Daniele Fasanella e compagni vengono canonizzati il 22
febbraio del 1516 da papa Leone X.
La festa liturgica di S. Daniele Martire si celebra il 13 ottobre.
L’opera evangelizzatrice di Daniele e dei suoi compagni ha consentito alla religione
Cristiana di diffondersi laddove non le era permesso, inoltre ha mostrato al popolo
della Chiesa che, per farsi santi, non basta la missione di uno solo ma la comunione di
molti, perché solo insieme ai fratelli ci si può fare santi.
“Per me vivere è Cristo e
morire un guadagno, perché solo di Cristo ho bisogno, per questo voglio predicare
il Suo Amore crocifisso per me.”
Fatta da Daniela C.