Freud e l`enigma del desiderio

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Freud e l`enigma del desiderio
Silvia Vegetti Finzi
Freud e l’enigma del desiderio
Lunedì 23 aprile 2012 alle ore 18
presso il Cinema Astra
p.le Volta 3 – Parma
Moderatore: Marina Savi
«Ora questo bravo bambino aveva l’abitudine – che talvolta disturbava le persone che lo
circondavano – di scaraventare lontano da sé in un angolo della stanza, sotto il letto o
altrove, tutti i piccoli oggetti di cui riusciva a impadronirsi, talchè cercare i suoi
giocattoli e raccoglierli era talvolta un’impresa tutt’altro che facile. Nel fare questo
emetteva un "o-o-o" forte e prolungato, accompagnato da un’espressione di interesse e
soddisfazione; secondo il giudizio della madre, con il quale concordo, questo suono non
era un’interiezione, ma significa "fort" ["via"]. Finalmente mi accorsi che questo era un
gioco, e che il bambino usava tutti i suoi giocattoli solo per giocare a "gettarli via". Un
giorno feci un’osservazione che confermò la mia ipotesi. Il bambino aveva un rocchetto
di legno intorno a cui era avvolto del filo. Non gli venne mai in mente di tirarselo dietro
per terra, per esempio, e di giocarci come se fosse una carrozza, tenendo il filo a cui era
attaccato, gettava invece con grande abilità il rocchetto oltre la cortina del suo lettino in
modo da farlo sparire, pronunciando al tempo stesso il suo espressivo "o-o-o"; poi tirava
nuovamente il rocchetto fuori dal letto e salutava la sua ricomparsa con un allegro "da"
["qui"]. … L’interpretazione del gioco divenne dunque ovvia: Era in rapporto con il
grande risultato di civiltà raggiunto dal bambino, e cioè con la rinuncia pulsionale
(rinuncia al soddisfacimento pulsionale) che consisteva nel permettere senza proteste
che la madre se ne andasse. Il bambino si risarciva, per così dire, di questa rinuncia,
inscenando l’atto stesso dello scomparire e del riapparire avvalendosi degli oggetti che
riusciva a raggiungere …. E’ chiaro che i bambini ripetono nel giuoco tutto quello che
nella vita reale ha suscitato in loro una forte impressione, è vero che così facendo
abreagiscono la forza dell’impressione e diventano per così dire padroni della
situazione. Ma dall’altro lato è evidente che tutto il loro giocare è influenzato da un
desiderio che domina quest’epoca della loro vita: il desiderio di diventare grandi e di
fare quello che fanno i grandi. »
Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere, (1920) in Sigmund Freud, Opere, Bollati Boringhieri,
Torino 1989, pp.200 -203.
SILVIA VEGETTI FINZI insegna Psicologia dinamica presso il Dipartimento di Filosofia
dell'Università di Pavia e ed è docente della scuola di specializzazione in Psicologia del Ciclo di
vita del medesimo Ateneo. La sua attività di ricerca è ampia e si è sviluppata principalmente in
tre direzioni: in primo luogo la storia della psicoanalisi, che analizza anche come storia della
cultura; quindi lo sviluppo psicologico dall’infanzia all’adolescenza, infine lo studio
dell'immaginario femminile e materno, condotto attraverso l’approfondimento delle espressioni
culturali di genere e indagato anche in relazione agli importanti quesiti posti dalle biotecnologie.
Tra i suoi numerosi contributi si segnalano in particolare: Storia della Psicoanalisi. Autori
opere teorie 1895-1985, (1986, riedita nel 1990); Il bambino della notte. Divenire donna,
divenire madre, ( 1990); Il romanzo della famiglia. Passioni e ragioni del vivere insieme,
(1992); Volere un figlio. La nuova maternità tra natura e scienza, (1997); L’età incerta. I nuovi
adolescenti, (2000); Quando i genitori si dividono, (2005); Nuovi nonni per nuovi nipoti,
(2008), tutti editi da Mondadori.
Con Anna Maria Battistin ha scritto inoltre A piccoli passi. Psicologia dei bambini dall’attesa
ai cinque anni, Mondadori 1994; I bambini sono cambiati. Psicologia dei bambini dai cinque ai
dieci anni, Mondadori 1996; con Marina Catenazzi, Psicoanalisi ed educazione sessuale,
Laterza 1994 e con Silvia Lagorio, Noi siamo la terra. Identità femminile e negazione della
maternità, Il Saggiatore 1996.
E’ tra i membri fondatori della Consulta Nazionale di Bioetica e fa parte del comitato scientifico
di numerose riviste.
Si è sempre mostrata disponibile alla divulgazione, che ha svolto anche intervenendo su
quotidiani e riviste rivolte al grande pubblico.